Costituite le Associazioni che consentiranno la modifica di tutti i disciplinari IGP che ricadono sulla Puglia

Le organizzazioni AGCI, CIA, Coldiretti, Confagricoltura, Confcooperative, Copagri, Liberi Agricoltori e UCI rendono noto che sono state costituite le Associazioni che consentiranno la modifica di tutti i disciplinari IGP che ricadono sulla Puglia.

Con questa operazione si evidenziano due importanti e necessarie novità:

Uniformità delle rese produttive su tutto il territorio regionale adeguando i quantitativi per ettaro per le diverse varietà. La modifica prevede queste nuove rese per ettaro per tutte le IGP:
a) tonnellate 14 per la tipologia rosso, con la specificazione del vitigno Primitivo;
b) tonnellate 15 per la tipologia rosso, con la specificazione del vitigno Negroamaro, Malvasia Nera, Susumaniello ed Aleatico;
c) restano invariate le rese per tutte le altre tipologie derivate da uve a bacca bianca e nera con e senza la specificazione del vitigno.
Adeguamento dei disciplinari alle norme che consentono la spumantizzazione e l’etichettatura degli stessi vini spumantizzati.

Le organizzazioni AGCI, CIA, Coldiretti, Confagricoltura, Confcooperative, Copagri, Liberi Agricoltori e UCI, coadiuvate e supportate da Assoenologi, sono convinte che questa della valorizzazione dei nostri vini pugliesi sia la giusta strada per posizionarli meglio anche sul mercato. Con la riduzione ma, soprattutto, uniformando le rese si potranno limitare le speculazioni che avvenivano in passato sulle diverse IGP pugliesi.

Partono da oggi, assistite e supportatedall’Assessorato Regionale all’Agricoltura della Regione Puglia con a capo l’assessore Pentassuglia e tutti i sui dirigenti e funzionari, tutte le attività propedeutiche alla regolarizzazione delle modifiche sia a livello ministeriale che a quello europeo.




Evo di Coratina nei PAT Puglia 2024, Unapol: giusto riconoscimento

È di pochi giorni fa la notizia che il pregiato olio extravergine di oliva Coratina è stato inserito nei 16 prodotti pugliesi dell’elenco regionale PAT – Prodotto Agroalimentare Tradizionale. Il marchio identifica caratteristiche di produzione legate alle tradizioni e alla cultura contadina, offrendo al consumatore garanzie in termini di tipicità del prodotto.

Grande orgoglio da parte del Presidente Unapol Tommaso Loiodice, coratino doc, che afferma: “l’entrata del nostro preziosissimo olio extravergine d’oliva coratina nei PAT, i Prodotti Agroalimentari Tradizionali è un riconoscimento dovuto ad un prodotto che ha saputo distinguersi nel vasto panorama delle cultivar italiane. Questo vuol dire che negli anni, anche grazie a un lavoro incessante di promozione e divulgazione, l’Evo di coratina si è ritagliato un posto d’onore sulle tavole dei palati più esigenti e delle cucine blasonate dei grandi chef internazionali. Un lavoro corale, che rende merito a tutta la filiera: contadini, cooperative, frantoiani, produttori, associazioni, organizzazioni di prodotto e istituzioni. Un traguardo ambizioso finalmente raggiunto, che pone il nostro olio extravergine di coratina tra i prodotti agroalimentari pugliesi d’élite”.

Questo riconoscimento ci impone, in una annata olivicola positiva come quella ancora in corso, di non abbassare la guardia ma di continuare e incentivare il lavoro di valorizzazione e promozione della cultivar Coratina, rimarcando il concetto che per il consumatore l’acquisto di un olio extravergine di qualità, specialmente se da cultivar “Coratina” rappresenta un investimento e non un costo perché fa bene alla salute.

La Coratina è una cultivar diffusa e coltivata in tutto l’agro del Nord Barese e questo deve rappresentare un ulteriore valore aggiunto perché la rende ambasciatrice di un ampio territorio la cui storia si lega orgogliosamente a Federico II. L’olio extravergine di Coratina si caratterizza per il suo gusto inconfondibile, con un livello medio/intenso di fruttato, amaro e piccante, con sentore prevalente di mandorla fresca e leggere sensazioni di erba/foglia e carciofo. La storia di questa varietà ha origini antiche, viene menzionata per la prima volta con il nome di “uliva a racimolo” (o a racioppe, dal dialettale ‘grappolo’) dal medico e agronomo Giovanni Presta nel suo testo Memoria intorno ai sessantadue saggi diversi di olio, presentati alla maestà di Ferdinando IV, re delle Due Sicilie. Fu poi il Prof. Girolamo Caruso, a fine ‘800, a collocare definitivamente questa varietà nel comune di Corato, dal quale poi vedrà una rapida diffusione tra le provincie di Bari, BAT e di Foggia.

“Un primato – conclude Loiodice – che deve farci capire come il lavoro di squadra sia necessario per aprire nuove prospettive di crescita, anche e soprattutto in termini di conquista di nuovi mercati nazionali e internazionali. Solo così  il duro lavoro dei nostri agricoltori potrà essere ripagato il giusto, e si potrà riconoscere in maniera duratura il giusto valore ad un prodotto d’eccellenza tra i più rappresentativi del nostro mondo contadino”.

 




Confagricoltura e Agriturist: Natale in Puglia, pochi stranieri ma la ristorazione in campagna ha fatto sold out

In queste feste Natalizie la presenza di stranieri negli agriturismi pugliesi ha registrato un calo significativo rispetto agli anni precedenti, a causa delle poche iniziative promozionali e culturali organizzate dal territorio. È andata bene invece la ristorazione nelle masserie e dimore di campagna dove si è registrata una buona affluenza e il sold out nei giorni tipicamente rossi di Natale, Santo Stefano, San Silvestro, Capodanno e Befana.

Per Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Puglia e Giovanni Scianatico presidente di Agriturist Puglia: “Il calo di attrattività nei confronti dei turisti stranieri nel periodo invernale è un dato preoccupante, che evidenzia la necessità di rilanciare il settore turistico pugliese, valorizzando le sue potenzialità e la sua diversità. Il turismo rurale è una risorsa importante per il nostro territorio, che offre paesaggi, storia, arte e cultura di grande fascino. Occorre quindi investire in promozione, formazione, qualità e innovazione, per rendere la Puglia una meta attrattiva tutto l’anno, anche a Natale. La ristorazione è andata bene, sono tantissimi i pugliesi che hanno scelto di passare i giorni di festa e non solo nei nostri ristoranti”. “Tuttavia, l’evoluzione delle preferenze dei turisti è evidente: non più l’approccio tradizionale di affollate adunate – proseguono – ma un interesse crescente per luoghi meno affollati e itinerari fuori dalle rotte turistiche convenzionali. C’è una chiara spinta verso un turismo più intimo e su misura, dove il relax e la tranquillità sono protagonisti. E anche le nostre previsioni per il 2024 indicano un fortissimo interesse per il turismo rurale, ma se la Puglia vuole giocare un ruolo importante non solo d’estate deve ampliare la propria offerta di eventi invernali”.

Il futuro del turismo in Puglia sembra abbracciare questa direzione, mirando a soddisfare la crescente domanda di viaggi più personalizzati ed esperienze coinvolgenti. La regione si conferma come una destinazione di elezione per coloro che desiderano vivere un turismo ‘a misura d’uomo’, unendo la bellezza dei suoi paesaggi alla ricchezza delle esperienze offerte. Questo cambiamento è stato alimentato da diversi fattori. In particolare, il desiderio di godersi un periodo di riposo in totale serenità ha portato all’apprezzamento di elementi caratteristici: il buon cibo, gli eccellenti vini, il contatto autentico con la natura e i paesaggi mozzafiato. Gli affascinanti borghi che punteggiano il territorio hanno svolto un ruolo cruciale nell’attrarre i turisti in cerca di autenticità. Inoltre, un elemento trainante di questa nuova era turistica è rappresentato dalle cosiddette ‘vacanze esperienziali’. Le aziende locali si sono distinte per la loro capacità di offrire una vasta gamma di attività, proponendo esperienze uniche e coinvolgenti che vanno ben oltre la semplice ospitalità. Le iniziative variano dalle degustazioni di prodotti tipici alle escursioni in natura, dalle lezioni di cucina alle visite guidate ai siti storici, offrendo ai visitatori un’immersione completa nella cultura e nelle tradizioni pugliesi.




Cia Puglia. Provinciale 231, Sicolo: Strada pericolosissima, ma l’Area Metropolitana non fa nulla

“Niente, nessun intervento, totale noncuranza: la provinciale 231, soprattutto all’altezza dello svincolo che porta sulla tangenziale, resta una delle strade più pericolose della Puglia, come testimoniano i continui incidenti, non ultimo quello che qualche mese fa costò la vita a quattro giovani di età compresa tra i 16 e i 24 anni. Ieri sera si è verificato l’ultimo incidente di una lunga serie. Ho sollecitato mille volte l’implementazione dell’illuminazione con note ufficiali, segnalazioni, richieste di intervento. Quante altre tragedie dobbiamo aspettare affinché l’Area Metropolitana di Bari, i suoi tecnici responsabili e il sindaco De Caro comprendano di dover intervenire?”. È Gennaro Sicolo, presidente di CIA Puglia e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani, a tornare su un’annosa questione. L’organizzazione lanciò qualche settimana fa il proprio grido d’allarme, sostenuta dalle stesse posizioni espresse dalla Cooperativa Produttori Olivicoli di Bitonto, la cui struttura si trova proprio in uno dei punti più pericolosi dal punto di vista della viabilità. In quel caso, CIA Puglia intervenne per esprimere tutta la propria indignazione e preoccupazione dopo un terribile incidente mortale avvenuto proprio sulla strada provinciale 231, tra Modugno e Bitonto in direzione nord.

“I cittadini hanno diritto a strade più sicure”, aggiunge Sicolo. “Per rimettere in sicurezza la provinciale 231 abbiamo più volte sollecitato l’installazione di nuovi pali della luce, così da illuminare la sede stradale. Proprio in prossimità della Cooperativa Produttori Olivicoli di Bitonto, durante il periodo invernale sono tantissimi i soci dell’importante realtà cooperativistica che si recano negli stabilimenti per conferire le olive nel frantoio. Quel tratto di strada diventa un coacervo di automezzi. La zona però resta totalmente al buio.

“Quell’arteria non è sicura e la situazione è nota da anni alle autorità preposte dell’Area Metropolitana di Bari”, dichiara Sicolo. «Gli automobilisti che provengono da Terlizzi rischiano di non frenare in tempo e di scontrarsi sulla lunga coda di veicoli che si crea nelle ore notturne. Parliamo di uno svincolo molto pericoloso – ha aggiunto Sicolo – perché trafficato sia da chi viaggia in direzione Bari sia da chi è diretto a Terlizzi. Non è sufficientemente illuminato, gli automobilisti non hanno la giusta visuale e rischiano puntualmente di terminare la loro corsa rovinosamente sulle auto incolonnate. Riteniamo doveroso e urgente intervenire. Dobbiamo scongiurare il rischio che terribili incidenti come quello costato la vita a quei poveri ragazzi possano ripetersi ancora”.

 




Olivicoltura, bilancio positivo per il 2023 di APO Foggia

È stato un anno positivo per l’olivicoltura della Capitanata e per la nostra organizzazione. Abbiamo posto le basi per un 2024 che ci vedrà ancor di più protagonisti”. È Guido Cusmai, presidente di Apo Foggia, l’Associazione Provinciale degli Olivicoltori, a tracciare un bilancio dell’anno che volge ormai al termine, anche per ciò che attiene a una lunga campagna olivicola.

“Nel 2023, a fronte di un calo generalizzato nella fase di raccolta e di produzione che ha caratterizzato quasi tutta Italia, la Capitanata e la Puglia hanno tenuto botta molto bene: quest’anno quasi il 50% delle olive italiane sono state raccolte nella nostra regione”, aggiunge Cusmai. “Per quanto ci riguarda, il lavoro da fare è ancora tanto. Occorre sempre di più aggregare le forze, aumentare il potere contrattuale degli olivicoltori, rafforzare il patto di reciproco vantaggio tra produttori e frantoiani, lavorare per trattenere sul territorio il valore aggiunto dei nostri olii extravergini d’oliva. È questa la nostra missione”.

OLIVICOLTURA REGINA. In provincia di Foggia, sono oltre 34mila le aziende che producono olive da olio. Rappresentano circa il 15% del totale delle imprese olivicole pugliesi. La Puglia è la regione leader in Italia per la produzione di olive e di olio extravergine d’oliva, con circa 60milioni di alberi e 60 differenti tipologie di olive da spremitura. Complessivamente, nelle 6 province pugliesi, la coltivazione dell’olivo occupa ben 377mila ettari, pari al 33% della superficie totale dedicata alla coltura dell’oro verde in Italia. Secondo i dati recentemente elaborati da Banca Ifis, nei primi tre mesi del 2023 il valore delle esportazioni di olio d’oliva Made in Puglia ha registrato un incremento del +35%. Una conferma delle performance positive dello scorso anno, quando si era già registrata una crescita del +30%.

UN GIRO D’OLIO. Il 2023 si chiude in modo molto positivo anche per ciò che attiene a “Un Giro d’Olio”, iniziativa organizzata da Apo Foggia, progetto finanziato nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014-2022, Misura 3 – Regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari, sottomisura 3.2 “Sostegno alle attività di informazione e promozione svolte da associazioni di produttori nel mercato interno”.

“È stato certamente utile e oltremodo interessante confrontarsi con buyer e giornalisti esperti. A loro abbiamo mostrato uno spaccato piuttosto rappresentativo delle difficoltà e delle eccellenze che caratterizzano l’olivicoltura in una provincia vasta e diversificata come la nostra. Le situazioni sono differenti da territorio a territorio, così come diverse sono le cultivar più diffuse in Capitanata, tra ogliarola garganica, coratina e peranzana.

GLI OBIETTIVI. Il lavoro di APO Foggia, anche attraverso iniziative come “Un Giro d’Olio”, ha diversi obiettivi: innanzitutto, le attività poste in essere mirano a migliorare la conoscenza dei regimi di qualità; a innovare le caratteristiche dei processi produttivi e a ottimizzare le tecniche agricole utilizzate per esaltare proprietà qualitative, nutrizionali e organolettiche degli olii extravergini d’oliva. Un altro obiettivo è quello di promuovere azioni di sostegno della fase di commercializzazione, con attività rivolte prevalentemente agli operatori del settore, in particolar modo a buyers, stampa, opinion leader, attraverso l’utilizzo di strumenti di comunicazione e iniziative di incoming.




Confagricoltura Puglia: Consorzi, servono 300 mln per risolvere conflitto che frena l’economia pugliese

La crisi che affligge i consorzi di bonifica in Puglia si sta trasformando in una vera e propria emergenza, e l’urgenza di agire è ormai ineludibile. L’allarme viene nuovamente lanciato con fermezza da Confagricoltura Puglia che sottolinea la gravità della situazione, affermando che la Regione Puglia deve trovare il modo di accantonare l’ingente somma necessaria per risolvere un conflitto (quello tra agricoltori e Consorzi commissariati) che frena l’economia regionale.

“È cruciale che tutti gli amministratori della Regione Puglia – presidente, assessori e consiglieri – comprendano che stanziare fondi minimi per i consorzi di bonifica commissariati equivale essenzialmente a mantenere l’attività ordinaria, come il pagamento degli stipendi, senza affrontare la problematica strutturale. L’allocazione di 3 milioni di euro ora, e 13 milioni complessivamente nel 2023, non risolve il problema di fondo e potrebbe addirittura peggiorare la situazione degli enti consortili in crisi”, evidenzia Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Puglia.

Attualmente, il 90% della rete di difesa idraulica (canali), essenziale per la tutela dei territori, è in condizioni critiche e richiede interventi straordinari. Questa rete, gestita dai consorzi ma di proprietà della Regione Puglia, necessita di un ripristino che, secondo stime degli uffici tecnici dei consorzi stessi, richiederebbe almeno 300 milioni di euro.

“Parliamo di una rete di oltre 2.000 chilometri – sottolinea –  che dovrebbe proteggere città e campagne dal rischio di inondazioni. I consorzi di bonifica potrebbero svolgere un ruolo chiave nella difesa dal pericolo idrogeologico. Le risorse necessarie dovrebbero provenire dal bilancio della Giunta e del Consiglio regionale senza gravare esclusivamente sugli agricoltori e i proprietari all’interno dei consorzi. Mentre, i cittadini consorziati sono già tenuti a pagare solo per la manutenzione ordinaria delle opere. È fondamentale distinguere la manutenzione ordinaria dal progetto di nuove opere idrauliche. Al momento, la manutenzione ordinaria è discutibile considerando lo stato critico della rete, e viene finanziata tramite tassazioni ingiuste sui proprietari degli immobili nei consorzi di bonifica”

Sono passati 23 anni durante i quali i Consorzi sono stati gestiti dalla politica pugliese, ma questo periodo è stato utilizzato male. Per Confagricoltura è arrivato il momento di agire per uscire da questa situazione: la Giunta e il Consiglio regionale devono trovare le risorse finanziarie (almeno 200 milioni di euro secondo gli uffici tecnici dei consorzi) per avviare un piano di rifunzionalizzazione delle opere di difesa idraulica; è necessario modificare la legge n. 1 del 2017 affinché si preveda la costituzione di almeno due consorzi e tempi più lunghi per arrivare all’autogoverno; avviare un piano di rifunzionalizzazione delle infrastrutture di difesa idraulica primarie e secondarie che si concluda in tempi ragionevoli; la Giunta regionale deve adottare rapidamente i piani generali di bonifica e riprendere la gestione degli acquedotti rurali e delle dighe, che attualmente gravano pesantemente sui consorzi di bonifica commissariati, danneggiando i cittadini residenti nei comprensori consortili; è necessario dotarsi di nuovi piani di classifica che correggano i precedenti totalmente errati.

“Solo dopo aver compiuto queste azioni – conclude il presidente di Confagricoltura Puglia –  si potrà valutare l’affidamento dei consorzi ai rappresentanti dei consorziati, coinvolti sulla base dei nuovi piani di classifica. Fino a quel momento, l’onere imposto ai cittadini nei consorzi di bonifica servirà solo a sostenere l’operatività minima degli enti, senza fornire una reale difesa idraulica del territorio. Ignorare questa situazione sarebbe irresponsabile per la politica regionale”.

 

 




Intercultura: a Bari il 16 dicembre Festa dei Migranti dell’Agroalimentare

Si svolgerà a Bari sabato 16 dicembre la Festa nazionale della Fai-Cisl per i Migranti dell’Agroalimentare con studiosi e centinaia di lavoratrici e lavoratori stranieri impiegati nelle filiere agricole e ambientali. Dopo la prima edizione, svolta l’anno scorso a Roma, la Fai-Cisl ha deciso di riproporre questa giornata di festa e studio a Bari in vista del 18 dicembre, Giornata Internazionale del Migrante istituita dalle Nazioni Unite nel 2000.

Dalle 10,30 alle 13, presso la Camera di Commercio, in Corso Cavour, insieme a vari rappresentanti delle istituzioni interverranno Vincenzo Cinquepalmi, Segretario generale Fai-Cisl Bari, Antonio Castellucci, Segretario generale Cisl Puglia, Onofrio Rota, Segretario generale Fai-Cisl nazionale. A seguire sarà presentato il progetto “Salsa Bakhita – Coltiviamo dignità” con gli interventi di Donato di Lella, Segretario generale Fai-Cisl Foggia, Don Pasquale Cotugno, Direttore della Caritas di Cerignola Ascoli-Satriano e Pietro Fragrasso, Presidente della Cooperativa “Pietra di Scarto”.

Si svolgerà subito dopo il seminario di approfondimento “Il lavoro degli immigrati nel settore agroalimentare”, con Maurizio Ambrosini, docente all’Università Statale di Milano, Paolo Naso, docente alla Sapienza Università di Roma e le conclusioni di Andrea Cuccello, Segretario nazionale della Cisl.

Mentre nel pomeriggio, dalle 14,30 alle 18, in Piazza dell’Odegitria, si terranno gli interventi di Onofrio Rota, Segretario generale Fai-Cisl nazionale, Mohamed Saady, Segretario nazionale Fai-Cisl e le testimonianze di lavoratrici e lavoratori immigrati.




Confagricoltura Puglia: Clementine, nella campagna 2023 scarsa produzione ma di qualità

Un buon grado zuccherino e una buona succosità determinati da una stagione calda: si annunciano buoni riscontri organolettici per le clementine, prodotto d’eccellenza pugliese e in particolar modo del Tarantino. La raccolta del frutto è iniziata da qualche settimana e secondo una stima di Confagricoltura Puglia i produttori hanno già raccolto circa il 20% del prodotto.

Mentre la campagna 2023 è in pieno corso, c’è molta attesa per la risposta dei mercati. Le condizioni climatiche hanno influenzato la produzione e, rispetto a quella precedente, si registra un calo di circa il 20-30 per cento. Per i calibri pregiati si stanno registrando al momento ottime risposte da parte dei mercati nazionali e internazionali i quali sono disposti a pagare anche un 10-20% in più proprio perché la qualità è alta e il prodotto profumato e gustoso è molto apprezzato.

La Puglia con una superficie di circa 5500 ettari e una produzione nel 2022 di oltre 113mila tonnellate, concentrata in prevalenza nella zona del tarantino, è dopo la Calabria la regione più importante in termini di produzione e qualità.

“Le imprese si trovano di fronte a un aumento enorme dei costi di produzione, soprattutto per l’energia, insieme alla sfida nell’ottenere alcune materie prime e all’incremento degli interessi e dell’inflazione, causando una flessione nei consumi. Questa situazione sta portando a una diminuzione dei profitti aziendali e a una mancanza critica di liquidità che sta influenzando negativamente gli investimenti e potrebbe persino portare alla chiusura delle attività produttive” evidenzia Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Puglia. “Le clementine, come tutti gli agrumi pugliesi, hanno un ruolo strategico nelle esportazioni e per l’occupazione. Serve però fare sistema, superare i personalismi e arrivare a rafforzare la presenza dei nostri agrumi sui mercati internazionali già forniti e scoprirne di nuovi. In questo è necessario un supporto concreto da parte delle istituzioni per migliorare la fiducia delle imprese, aumentare l’efficienza e rilanciare la competitività del settore. Servono poi misure regionali che possano compensare le perdite delle imprese e aiutarle a coprire i costi aggiuntivi di produzione, migliorando la liquidità delle aziende ortofrutticole e permettendo loro di riprendere gli investimenti e l’assunzione di personale”.

  

 




Cia Due Mari, Coldiretti Taranto, Copagri Taranto: Tutela e promozione dell’Igp Clementine del Golfo di Taranto

«Agrumicoltura tarantina: serve un gruppo di lavoro congiunto tra associazioni agricole e amministrazioni locali che possa coordinare tutti gli eventi e le iniziative utili a rilanciare il protagonismo diretto dei produttori nella valorizzazione, tutela e promozione dell’Igp “Clementine del Golfo di Taranto” e dell’intero comparto agrumicolo tarantino».

Lo hanno affermato i Presidenti di Cia Due Mari Pietro De Padova, di Coldiretti Taranto Alfonso Cavallo e di Copagri Taranto, Erminio Campa.

Per questo è stato organizzato un incontro tra Cia, Coldiretti e Copagri ed i Sindaci dei sette Comuni dell’areale dell’IGP, Castellaneta, Ginosa, Massafra Palagiano, Palagianello, Statte e Taranto, che si terrà il prossimo 12 dicembre 2023 alle ore 11:00presso la Camera di Commercio di Taranto, in Viale Virgilio 152.

Nella lettera di invito inviata ai sette Sindaci, Cia Coldiretti e Copagri hanno sostenuto la necessità di accelerare questo processo, quale tassello indispensabile per sostenere il reddito degli agrumicoltori, per ridurre la volatilità̀ e stabilizzare i prezzi degli agrumi, per promuovere i consumi sul mercato interno di prodotti del territorio rispetto a quelli provenienti da altri Paesi UE, per favorire le esportazioni della produzione territoriale.




Confagricoltura Puglia Donna venerdì 24 novembrea Bari per sostenere Centri antiviolenza

Confagricoltura Puglia Donna venerdì prossimo 24 novembre sarà con il proprio gazebo a Bari in via Argiro 46 per sostenere la giornata internazionale contro la violenza di genere.

Le imprenditrici di Confagricoltura Donna dalle 9.30 alle 19 distribuiranno le clementine, diventate simbolo dell’antiviolenza in ricordo di Fabiana Luzzi, giovane studentessa di Corigliano Calabro, massacrata dall’ex fidanzato, in un agrumeto nella piana di Sibari. Su scala nazionale l’iniziativa, da qualche anno, viene realizzata in collaborazione con Soroptimist Italia. Le volontarie chiedono in cambio delle clementine un’offerta a sostegno di numerosi centri antiviolenza.

Confagricoltura Donna è in prima linea sulle problematiche che coinvolgono l’universo femminile. “In questa giornata – dice la presidente di Confagricoltura Puglia Donna Elisa Aquilano –  noi imprenditrici agricole mostriamo il nostro sostegno a tutte le donne vittime di violenze, senza dimenticare le donne e i bambini vittime delle guerre oggi in atto. Le offerte raccolte con la distribuzione delle Clementine del golfo di Taranto IGP Agricola “Don Camillo” saranno devolute a LiberaMente Centro antiviolenza Ambito territoriale di Altamura”.

È un modo concreto, per Confagricoltura Donna, di contribuire a “Orange the world” – la campagna promossa da UN Women, organizzazione delle Nazioni Unite dedicata all’uguaglianza di genere e all’emancipazione delle donne – e con l’agrume simbolo dell’antiviolenza di genere, colorare il mondo di arancione in ricordo di tutte le donne uccise, da Fabiana alla viticoltrice siciliana Marisa Leo e tutte le altre. 

 




Confagricoltura Puglia: serve sospendere immediatamente l’avvio del Consorzio unico

“Con l’avvicinarsi della data di varo del Consorzio di Bonifica del Centro Sud Puglia, prevista per il 1° gennaio 2024, desideriamo sottolineare la mancanza di interesse mostrata dal Governo regionale nel dialogare con le organizzazioni professionali agricole sul futuro dei Consorzi commissariati. Di conseguenza, chiediamo con fermezza l’adozione di un provvedimento per sospendere immediatamente l’avvio delle operazioni del Consorzio unico”, così Confagricoltura Puglia tramite il presidente Luca Lazzàro evidenzia i problemi legati all’attivazione del Consorzio che andrebbe ad accorpare i consorzi di Bonifica commissariati Arneo, Stornara e Tara, Terre d’Apulia e Ugento Li Foggi. Un ente unico comprometterebbe la possibilità di avere strutture efficienti vicine ai territori. “Da molto tempo, la nostra organizzazione sostiene la necessità di una revisione approfondita della legge regionale 1/2017. Questa normativa sembra ispirata a una volontà di rinnovamento radicale, simile all’abolizione delle province italiane, che alla fine è fallita. Riteniamo utopico pensare a un Consorzio unico per gestire una funzione così cruciale come la sicurezza dai rischi idraulici in un’area che si estende da Santa Maria di Leuca a Canosa di Puglia”.

Il Governo regionale non ha intrapreso alcun dialogo costruttivo con gli agricoltori, i quali hanno subito per decenni la mancanza di servizi cruciali per la sicurezza dei territori e si sono continuamente trovati a fronteggiare richieste tributarie ingiuste. Ad oggi, gli agricoltori pugliesi pagano una bonifica e lavori di manutenzione che di fatto non avvengono, nonostante sia sotto gli occhi di tutti l’importanza di una corretta manutenzione per evitare danni economici e ambientali. Nella nostra regione la gestione delle acque è cruciale per la sicurezza delle coltivazioni e la tutela dei territori dagli allagamenti. I recenti nubifragi, che hanno colpito gran parte del territorio, hanno messo in evidenza il degrado dei canali di bonifica in vaste aree, lasciando terreni e aziende in uno stato di vulnerabilità e allagati per giorni con grave danno per le coltivazioni.

Sulla questione del consorzio unico, sorge l’interrogativo di come il governo regionale intenda avviare la fase di autogoverno prevista da giugno 2024. Sono necessari dettagli sul processo di consegna di questa complessa struttura, risultante dalla fusione di quattro enti di bonifica, agli agricoltori che diventeranno amministratori del Consorzio, specialmente in termini di equilibrio economico-finanziario.

“Riteniamo che, se la Regione Puglia desidera proseguire con la fusione degli enti di bonifica nell’ottica di una razionalizzazione dei consorzi, dovrebbero essere previsti almeno due enti: uno per le province di Barletta-Andria-Trani e Bari e un altro per le tre province salentine. Questa suddivisione – conclude Confagricoltura Puglia – potrebbe essere più attenta alle esigenze dei territori, favorendo una risposta più rapida e una migliore pianificazione delle attività di manutenzione del territorio e della gestione della risorsa più importante per l’agricoltura pugliese, l’acqua. Naturalmente, sarebbe necessario esaminare attentamente gli aspetti tecnici e funzionali relativi alle fusioni dei consorzi salentini per valutare la fattibilità e le esigenze per l’attuazione di una struttura così complessa”.

 

 




Le sfide e le azioni per il settore agricolo all’Assemblea di Confagricoltura Puglia con il presidente nazionale Giansanti

Il coraggio di cambiare per rigenerare e innovare il settore agricolo: questo il leitmotiv dell’Assemblea pubblica di Confagricoltura Puglia che si è tenuta oggi a Bari nell’hotel Romanazzi Carducci. Un serrato confronto sui temi caldi che attraversano la regione italiana che possiede il maggior numero di ettari di Superficie Agricola Utilizzata (SAU), pari al 66% della superficie regionale e a circa il 10% della SAU nazionale italiana e con 16 milioni di giornate agricole.  Presenti all’incontro il ministro Affari Europei, politiche di coesione e PNRR Raffaele Fitto; l’assessore Regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia; il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti; il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro, il rettore del Politecnico di Bari Francesco Cupertino, Vito Gallo, professore ordinario del Politecnico di Bari.

Un dibattito serrato, dunque, condotto dal direttore del Nuovo Quotidiano di Puglia Rosario Tornesello, incentrato sulle possibilità e le sfide che la Puglia può cogliere all’indomani di fenomeni importanti e impattanti sull’economia e il lavoro come la Xylella e la Gelata del 2019. Le aziende agricole pugliesi, a differenza di quelle di altre regioni, hanno dovuto affrontare con maggiori difficolta la fase del Covid e più di recente la fase legata all’aumento dei costi dovuti ai conflitti.

Sulla politica agricola comune e la futura programmazione – ha sottolineato il ministro Fitto – “serve lavorare anche con delle proposte a livello nazionale”. Il ministro Lollobrigida e il governo sono già impegnati su questo fronte, l’Italia darà il suo contributo nei prossimi mesi anche in funzione delle scelte che saranno assunte a livello europeo. Sulla Xyella: “Il tema – ha detto –  non è solo di carattere agricolo, è anche sociale, culturale e di carattere identitario per quello che l’ulivo rappresenta per la Puglia, il Governo darà risposte chiare, mi auguro in sinergia con tutte le istituzioni”.

Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha chiesto dal suo canto al Governo “una risposta immediata alle necessità degli agricoltori”. Ha sottolineato anche “la necessità di supportare gli imprenditori agricoli con risorse per nuovi investimenti e percorsi di sviluppo, favorendo la creazione di posti di lavoro” e menzionato “l’importanza di garantire cibo italiano di alta qualità e sicurezza per i cittadini” e le “sfide legate alle risorse attribuite dall’Unione Europea, influenzate dall’inflazione e dai tagli al bilancio europeo, esortando la Regione Puglia a gestire tali risorse in modo efficiente”. Ha concluso evidenziando “l’eccellenza di alcune produzioni a livello nazionale e mondiale”.

“La Puglia merita rispetto – ha evidenziato l’assessore all’Agricoltura Donato Pentassuglia –  abbiamo un tema serio che si aggiunge agli altri prettamente agricoli ed è quello dei collegamenti. Abbiamo un problema strutturale grave nella nostra regione legato ai Porti e alle strade che impatta sull’agricoltura e che penalizza gli imprenditori”. Sulla Xylella: “Mercoledì prossimo abbiamo in programma un incontro a Roma con il ministro Lollobrigida”. E sul Psrn (Piano di sviluppo rurale nazionale): “Servono domande di accesso alle misure da parte degli imprenditori per raggiungere la spesa”.

Confagricoltura Puglia, tramite il presidente Luca Lazzàro, ha sottolineato le sfide che l’economia agricola pugliese sta affrontando, “tra cui l’incremento dei costi di produzione, la riduzione dei prezzi dei prodotti agricoli e le calamità atmosferiche. Ha evidenziato poi “il rischio derivante dalla recente riforma della Politica Agricola Comune (PAC) per i settori chiave dell’agricoltura pugliese”. Lazzàro ha detto che “non bisogna arretrare di fronte alle sfide ma a cercare opportunità” e sottolineato “la volontà degli imprenditori agricoli pugliesi di investire in innovazione e sostenibilità per aumentare la competitività delle aziende”, “l’importanza delle infrastrutture adeguate, in particolare per la gestione delle risorse idriche”.




Confagricoltura Puglia: raggiunta parità tra uve da tavola con semi e tradizionali

La Puglia ha tagliato il traguardo della parità tra uve da tavola con semi e senza semi. A dirlo è una elaborazione di Confagricoltura Puglia che da tempo monitora l’andamento delle uve seedless nelle produzioni e sui mercati internazionali. Negli ultimi tre anni i vigneti pugliesi impiantati che producono varietà senza semi sono stati sono stati l’82% del totale distribuiti su 24.850 ettari: un incremento che ha portato a una divisione paritaria della produzione di uva da tavola totale: 469.550 tonnellate del 2023 sulle quali incidono Bari con 236.500, Taranto con 95.000 e Bat con 102500 tonnellate.

“Questo vuol dire – evidenziano il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro e il presidente della sezione ortofrutta Massimiliano Del Core – che i nostri produttori stanno andando verso la richiesta del mercato nazionale e internazionale senza però abbandonare del tutto la produzione delle uve da tavola tradizionali che riscontrano ancora grandi apprezzamenti. Quest’anno abbiamo registrato un 25% in meno di produzione rispetto all’anno precedente, il 2022, un fenomeno dovuto ai fattori climatici e agronomici che hanno caratterizzato gli scorsi mesi nella nostra regione. La scarsa resa tuttavia non ha inciso sulla qualità, sia delle uve con seme che quelle senza seme, il prodotto è buono e apprezzato dai consumatori sia italiani che stranieri. Sui costi di produzione hanno influito anche quest’anno in modo sostanziale gli aumenti dei prodotti agricoli, della manodopera e dei carburanti”.

In questi giorni si sta tenendo a Madrid (Spagna) una importante fiera internazionale dei settori alimentari e della Frutta. “Molti produttori pugliesi sono presenti a questa importante manifestazione e, nei giorni scorsi, si sono avuti incontri con gli acquirenti internazionali. Tra i maggiori mercati esteri si confermano la Germania, l’Austria, la Svizzera e parte dei Paesi dell’Est. Sebbene in fiera si senta forte la competitività con la Spagna, la Puglia ha comunque una fetta di mercato fortemente interessata ai suoi prodotti”. Forte attesa per la fiera che si terrà in Italia in programma a inizio maggio a Rimini. A Macfrut 2024 la Puglia sosterrà iniziative necessarie a incentivare la ricerca scientifica e universitaria sulle varietà, in armonia con la fortissima caratterizzazione regionale che costituisce il valore aggiunto del nostro prodotto”.

 




Copagri Puglia: maltempo, nelle campagne del barese e del foggiano danni ingentissimi a strutture e produzioni

La violenta ondata di maltempo che si è abbattuta sulla Puglia nel fine settimana, con grandine, nubifragi e forte vento che si sono concentrati in alcuni comuni del barese, in particolare Giovinazzo, Molfetta, Ruvo, Corato e Terlizzi, e del foggiano, quali San Severo, Torremaggiore, Lucera, Sannicandro Garganico e San Paolo Civitate, ha causato danni ingentissimi alle strutture e soprattutto alle coltivazioni in campo, per le quali si stimano perdite che vanno dal 30% al 70% della produzione”. Lo sottolinea il presidente della Copagri Puglia Michele Palermo, informando di aver immediatamente allertato le strutture territoriali della Federazione affinché venissero subito avviate le necessarie ricognizioni dei danni e le conseguenti interlocuzioni con i comuni.

“In situazioni di questo tipo, infatti, che sembrano essere purtroppo sempre più frequenti, è fondamentale avviare quanto prima le procedure previste dal Dlgs 102/2004, attivandosi appena possibile per effettuare una prima stima dei danni, da comunicare per la necessaria verifica alle autorità competenti, così da quantificare il danno subito e poter accedere al Fondo di Solidarietà Nazionale, che come noto interviene a sostegno delle imprese con vari tipi di intervento, tra cui quello compensativo”, ricorda Palermo.

“Altrettanto fondamentale è che la Regione si attivi per richiedere al governo lo stato di calamità naturale, condizione imprescindibile per far sì che le aziende agricole possono beneficiare di una sospensione del versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, della sospensione o del differimento del termine per gli adempimenti degli obblighi tributari e previdenziali, così come del pagamento delle rate e degli effetti del credito agrario e, infine, di un anticipo sui pagamenti dei premi PAC”, prosegue Palermo.

“A tal proposito, reiteriamo la nostra richiesta al Governo affinché intervenga con una deroga a quanto previsto dal Fondo di Solidarietà Nazionale, così da garantire risarcimenti anche per i danni alle produzioni assicurabili, come da Piano Assicurativo Nazionale, escluse dalle agevolazioni previste dal Dlgs 102/04, e andando in tal modo a tutelare anche le aziende non assicurate”, aggiunge il presidente della Copagri Puglia, secondo cui “una modifica di questo tipo, in ragione del sempre più frequente verificarsi di eventi climatici estremi, risulta ormai inderogabile”.




Confagricoltura Puglia: vendemmia, buona la qualità ma servono aiuti e rapida attivazione schedario viticolo

Una vendemmia difficile ma di buona qualità. Mentre in Puglia sono state raccolte quasi ovunque oltre il 50% delle uve che verranno vinificate Confagricoltura stila un bilancio realistico della situazione. Foggia: la vendemmia è stata effettuata al 70% circa con riduzioni delle rese del 50%-60%, Bari-Bat: sta registrando il 30% in meno di produzione. Per alcune varietà molto apprezza di quella provincia come Montepulciano e Uva di Troia siamo a circa un meno 50 per meno. Nel tarantino, terra di primitivo ma anche di buoni bianchi la riduzione della produzione è di circa il 20% ma solo per chi ha fatto i trattamenti nei tempi previsti e ha seguito i suggerimenti dei tecnici. Anche nel Brindisino siamo ben oltre la metà della raccolta (circa a 2/3) con una riduzione del 30% su quella media. Molto simile la situazione del Leccese dove la riduzione delle rese è circa 25-30 per cento.

“Siamo quasi in chiusura di un’annata veramente difficile, ma per fortuna la qualità delle uve è molto buona” dice Luca Lazzàro presidente di Confagricoltura Puglia, “in cima alle nostre preoccupazioni ci il calo dei prezzi, queste ultime ancora troppo abbondanti”. Secondo il più recente rapporto periodico “Cantine Italia” del “Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari” del MASAF nelle cantine della nostra regione ci sono poco più di 5,88 milioni di ettolitri di vino.  Circa un milione di ettolitri sono Dop, 3.42 milioni Igp, 1.4 milioni di altri vini e poco più di 42mila ettolitri di vini varietali. Come giacenze la Puglia è seconda solo al Veneto (11,76 milioni di ettolitri). Il totale nazionale delle giacenze invece è di 49,55 milioni di ettolitri. Un altro importante capitolo è quello dei mosti. La maggior parte dei 4,2 milioni di ettolitri di mosti italiani è detenuto nelle regioni del nord (52,3%) e del sud (35,6%) Italia. Due regioni detengono il 57,4% dei mosti, la Puglia (33,6) e l’Emilia-Romagna (23,7%).

“Serve una rapida attivazione dello schedario viticolo e un intervento sulle giacenze per aiutare i mancati guadagni che il settore accuserà a causa della riduzione della produzione” – sottolinea Confagricoltura Puglia – “Non è assolutamente razionale abbandonare nel momento del bisogno un’attività regionale strategica, tra le prime in un contesto nazionale che dà occupazione a 465mila lavoratori e vale 137 miliardi di euro di fatturato (9,5% dell’intero settore agricolo, con 33,9 miliardi in export, e circa 62.000 imprese attive. Questo, senza contare l’enorme valore prodotto dopo che il vino viene confezionato in bottiglia e arriva sugli scaffali o nel circuito Horeca. A queste misure di aiuto – conclude – va unita senz’altro una campagna informativa mirata al reinserimento del concetto di pericolosità dell’abuso di alcol e non dell’uso di alcol in sé”.