Confagricoltura Puglia: raggiunta parità tra uve da tavola con semi e tradizionali

La Puglia ha tagliato il traguardo della parità tra uve da tavola con semi e senza semi. A dirlo è una elaborazione di Confagricoltura Puglia che da tempo monitora l’andamento delle uve seedless nelle produzioni e sui mercati internazionali. Negli ultimi tre anni i vigneti pugliesi impiantati che producono varietà senza semi sono stati sono stati l’82% del totale distribuiti su 24.850 ettari: un incremento che ha portato a una divisione paritaria della produzione di uva da tavola totale: 469.550 tonnellate del 2023 sulle quali incidono Bari con 236.500, Taranto con 95.000 e Bat con 102500 tonnellate.

“Questo vuol dire – evidenziano il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro e il presidente della sezione ortofrutta Massimiliano Del Core – che i nostri produttori stanno andando verso la richiesta del mercato nazionale e internazionale senza però abbandonare del tutto la produzione delle uve da tavola tradizionali che riscontrano ancora grandi apprezzamenti. Quest’anno abbiamo registrato un 25% in meno di produzione rispetto all’anno precedente, il 2022, un fenomeno dovuto ai fattori climatici e agronomici che hanno caratterizzato gli scorsi mesi nella nostra regione. La scarsa resa tuttavia non ha inciso sulla qualità, sia delle uve con seme che quelle senza seme, il prodotto è buono e apprezzato dai consumatori sia italiani che stranieri. Sui costi di produzione hanno influito anche quest’anno in modo sostanziale gli aumenti dei prodotti agricoli, della manodopera e dei carburanti”.

In questi giorni si sta tenendo a Madrid (Spagna) una importante fiera internazionale dei settori alimentari e della Frutta. “Molti produttori pugliesi sono presenti a questa importante manifestazione e, nei giorni scorsi, si sono avuti incontri con gli acquirenti internazionali. Tra i maggiori mercati esteri si confermano la Germania, l’Austria, la Svizzera e parte dei Paesi dell’Est. Sebbene in fiera si senta forte la competitività con la Spagna, la Puglia ha comunque una fetta di mercato fortemente interessata ai suoi prodotti”. Forte attesa per la fiera che si terrà in Italia in programma a inizio maggio a Rimini. A Macfrut 2024 la Puglia sosterrà iniziative necessarie a incentivare la ricerca scientifica e universitaria sulle varietà, in armonia con la fortissima caratterizzazione regionale che costituisce il valore aggiunto del nostro prodotto”.

 




Copagri Puglia: maltempo, nelle campagne del barese e del foggiano danni ingentissimi a strutture e produzioni

La violenta ondata di maltempo che si è abbattuta sulla Puglia nel fine settimana, con grandine, nubifragi e forte vento che si sono concentrati in alcuni comuni del barese, in particolare Giovinazzo, Molfetta, Ruvo, Corato e Terlizzi, e del foggiano, quali San Severo, Torremaggiore, Lucera, Sannicandro Garganico e San Paolo Civitate, ha causato danni ingentissimi alle strutture e soprattutto alle coltivazioni in campo, per le quali si stimano perdite che vanno dal 30% al 70% della produzione”. Lo sottolinea il presidente della Copagri Puglia Michele Palermo, informando di aver immediatamente allertato le strutture territoriali della Federazione affinché venissero subito avviate le necessarie ricognizioni dei danni e le conseguenti interlocuzioni con i comuni.

“In situazioni di questo tipo, infatti, che sembrano essere purtroppo sempre più frequenti, è fondamentale avviare quanto prima le procedure previste dal Dlgs 102/2004, attivandosi appena possibile per effettuare una prima stima dei danni, da comunicare per la necessaria verifica alle autorità competenti, così da quantificare il danno subito e poter accedere al Fondo di Solidarietà Nazionale, che come noto interviene a sostegno delle imprese con vari tipi di intervento, tra cui quello compensativo”, ricorda Palermo.

“Altrettanto fondamentale è che la Regione si attivi per richiedere al governo lo stato di calamità naturale, condizione imprescindibile per far sì che le aziende agricole possono beneficiare di una sospensione del versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, della sospensione o del differimento del termine per gli adempimenti degli obblighi tributari e previdenziali, così come del pagamento delle rate e degli effetti del credito agrario e, infine, di un anticipo sui pagamenti dei premi PAC”, prosegue Palermo.

“A tal proposito, reiteriamo la nostra richiesta al Governo affinché intervenga con una deroga a quanto previsto dal Fondo di Solidarietà Nazionale, così da garantire risarcimenti anche per i danni alle produzioni assicurabili, come da Piano Assicurativo Nazionale, escluse dalle agevolazioni previste dal Dlgs 102/04, e andando in tal modo a tutelare anche le aziende non assicurate”, aggiunge il presidente della Copagri Puglia, secondo cui “una modifica di questo tipo, in ragione del sempre più frequente verificarsi di eventi climatici estremi, risulta ormai inderogabile”.




Confagricoltura Puglia: vendemmia, buona la qualità ma servono aiuti e rapida attivazione schedario viticolo

Una vendemmia difficile ma di buona qualità. Mentre in Puglia sono state raccolte quasi ovunque oltre il 50% delle uve che verranno vinificate Confagricoltura stila un bilancio realistico della situazione. Foggia: la vendemmia è stata effettuata al 70% circa con riduzioni delle rese del 50%-60%, Bari-Bat: sta registrando il 30% in meno di produzione. Per alcune varietà molto apprezza di quella provincia come Montepulciano e Uva di Troia siamo a circa un meno 50 per meno. Nel tarantino, terra di primitivo ma anche di buoni bianchi la riduzione della produzione è di circa il 20% ma solo per chi ha fatto i trattamenti nei tempi previsti e ha seguito i suggerimenti dei tecnici. Anche nel Brindisino siamo ben oltre la metà della raccolta (circa a 2/3) con una riduzione del 30% su quella media. Molto simile la situazione del Leccese dove la riduzione delle rese è circa 25-30 per cento.

“Siamo quasi in chiusura di un’annata veramente difficile, ma per fortuna la qualità delle uve è molto buona” dice Luca Lazzàro presidente di Confagricoltura Puglia, “in cima alle nostre preoccupazioni ci il calo dei prezzi, queste ultime ancora troppo abbondanti”. Secondo il più recente rapporto periodico “Cantine Italia” del “Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari” del MASAF nelle cantine della nostra regione ci sono poco più di 5,88 milioni di ettolitri di vino.  Circa un milione di ettolitri sono Dop, 3.42 milioni Igp, 1.4 milioni di altri vini e poco più di 42mila ettolitri di vini varietali. Come giacenze la Puglia è seconda solo al Veneto (11,76 milioni di ettolitri). Il totale nazionale delle giacenze invece è di 49,55 milioni di ettolitri. Un altro importante capitolo è quello dei mosti. La maggior parte dei 4,2 milioni di ettolitri di mosti italiani è detenuto nelle regioni del nord (52,3%) e del sud (35,6%) Italia. Due regioni detengono il 57,4% dei mosti, la Puglia (33,6) e l’Emilia-Romagna (23,7%).

“Serve una rapida attivazione dello schedario viticolo e un intervento sulle giacenze per aiutare i mancati guadagni che il settore accuserà a causa della riduzione della produzione” – sottolinea Confagricoltura Puglia – “Non è assolutamente razionale abbandonare nel momento del bisogno un’attività regionale strategica, tra le prime in un contesto nazionale che dà occupazione a 465mila lavoratori e vale 137 miliardi di euro di fatturato (9,5% dell’intero settore agricolo, con 33,9 miliardi in export, e circa 62.000 imprese attive. Questo, senza contare l’enorme valore prodotto dopo che il vino viene confezionato in bottiglia e arriva sugli scaffali o nel circuito Horeca. A queste misure di aiuto – conclude – va unita senz’altro una campagna informativa mirata al reinserimento del concetto di pericolosità dell’abuso di alcol e non dell’uso di alcol in sé”.  

 




Grandine sulla Puglia, Sicolo: “Un disastro, c’è chi ha perso tutto”

É un disastro, c’è chi ha perso tutto”. Gennaro Sicolo, presidente CIA Puglia e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani, commenta così quanto è successo nel pomeriggio di sabato 23 settembre. Pomodori distrutti, olive a migliaia per terra strappate dalla furia di vento e grandine, stessa cosa per l’uva, con i vigneti sferzati e i grappoli sbattuti al suolo. Sono disastrosi gli effetti di grandinate e tempeste di vento e pioggia che si sono abbattute su tutto il Nord della Puglia, interessando tre province: Capitanata, Barletta-Andria-Trani e Area Metropolitana di Bari. In provincia di Foggia, i danni maggiori si riscontrano in special modo nelle aree rurali di San Severo, Lucera, Sannicandro, Torremaggiore. Nel Barese, gli effetti peggiori dell’improvvisa ondata di maltempo si sono avuti a Molfetta, Terlizzi, Ruvo, Corato, Giovinazzo e Bitonto.
ADDIO ROSE ROSSE. A Terlizzi, intere produzioni di rose rosse sono andate completamente perdute. Completamente distrutto anche un ettaro di girasoli. Dopo una prima ricognizione, è stata convocata per stamattina la Commissione consiliare Agricoltura del Comune di Terlizzi. In videoconferenza parteciperanno anche l’assessore regionale Donato Pentassuglia e Francesco Paolicelli, presidente della IV Commissione consiliare della Regione Puglia. La situazione è drammatica non solo per il settore agricolo tradizionale, ma anche per tutto il settore florovivaistico. VENDEMMIA COMPROMESSA. Interi campi di ortaggi, in tutto il Nord della Puglia, sono andati distrutti. Colpite dalla grandine, sferzate dal vento e appesantite dalla pioggia molte coperture delle serre hanno ceduto. Il peso dei chicchi di ghiaccio caduti dal cielo ha lacerato i teli delle serre. Tutta la parte settentrionale della regione è terra di vigneti: i grappoli, in attesa di essere raccolti per la vendemmia ormai imminente, sono stati ‘mitragliati’ dalle grandinate, strappati e buttati al suolo dal vento.
OLIVETI DANNEGGIATI. L’autunno è iniziato come peggio non poteva, nel segno di eventi atmosferici estremi che distruggono il lavoro di un anno intero. Particolarmente pesanti appaiono i danni ai prodotti orticoli, ma anche a vigneti e uliveti, proprio nel momento in cui ancora tante aziende agricole dovevano vendemmiare. Danni enormi anche al settore olivicolo, con la stagione della raccolta sempre più vicina. “Le segnalazioni e le immagini che ci sono arrivate sono uno strazio, migliaia e migliaia di olive sono a terra, spazzate via dalla furia di vento e grandine”, spiega Sicolo.
CAMBIAMENTI CLIMATICI. La Protezione Civile ha diramato una nuova allerta meteo, valida su tutto il territorio regionale. Sulla Puglia settentrionale, in particolare, sono in arrivo precipitazioni da sparse a diffuse, anche a carattere di rovescio o temporale.
“I cambiamenti climatici ci stanno mettendo di fronte a una situazione che, ormai, non è più da considerarsi eccezionale: gli eventi climatici estremi, infatti, si stanno verificando con sempre maggiore costanza e intensità”, dichiara Gennaro Sicolo. “L’agricoltura, ovviamente, è il comparto più esposto, quello che subisce i danni più ingenti. Per questo occorre trovare nuove e più efficaci soluzioni di difesa e maggiori garanzie assicurative e di ristoro, perché risollevarsi da mazzate come queste, che tra l’altro ora si verificano una dopo l’altra a intervalli sempre più corti, è davvero molto dura, a volte può essere impossibile”.




Puglia Regione partner di Macfrut 2024. Uva da tavola prodotto protagonista della 41esima edizione

Puglia Regione Partner di Macfrut 2024 e Uva da Tavola prodotto simbolo della 41esima edizione della fiera in programma al Rimini Expo Centre dall’8 al 10 maggioprossimo. Puglia e uva da tavola: un’accoppiata che va di pari passo dal momento che la Puglia è leader nazionale nella produzione di una delle eccellenze del made in Italy ortofrutticolo.

La presentazione è avvenuta questa mattina (22 settembre) in una sala gremitissima (oltre 150 persone) presso il CRSFA “Basile Caramia” (Centro di Ricerca, Sperimentazione e Formazione in Agricoltura) a Locorotondo alla presenza di Donato Pentassuglia Assessore all’agricoltura della Regione Puglia, Giacomo Suglia Presidente APEO (Associazione Produttori Esportatori Ortofrutticoli) e Renzo Piraccini Presidente Macfrut. Moderati da Massimiliano Del Core CUT Puglia (Commissione Italiana Uva da Tavola), sono intervenuti anche Riccardo Velasco di CREA Viticoltura ed Enologia e Francesco La Porta di IGP Puglia, mentre il sindaco di Locorotondo Antonio Bufano ha fatto un saluto iniziale.

“Promuovere la Regione Puglia e l’uva da tavola, al Macfrut 2024, è una sfida che vogliamo giocare da protagonisti – ha ricordato l’assessore all’Agricoltura della Regione Puglia Donato Pentassuglia – puntando sulla risposta al mercato che chiede uve apirene e salvaguardando quelle che sono le produzioni tradizionali dei nostri areali. Il Macfrut 2024 in programma a Rimini dall’8 al 10 maggio 2024 ha un grande portato internazionale: le attività fieristiche saranno presentate ad ottobre a Doha, e di sicuro questa è per noi un’opportunità importante per attivare nuove connessioni per l’export dei prodotti dell’ortofrutta, non solo dell’uva da tavola. Abbiamo un carrello di eccellenze, riconosciute con i marchi DOP e IGP, che hanno conquistato i mercati di tutta Europa ed hanno un altissimo potenziale di crescita in tanti paesi extra Ue”.

Renzo Piraccini, presidente Macfrut: “La 41esima edizione di Macfrut sarà la vetrina della produzione pugliese, protagonista in qualità di regione partner. La Puglia è un territorio dalle tante opportunità, baricentro di un processo di rinnovamento che la fiera vuole fare conoscere al mondo intero. Regione leader nella produzione dell’uva da tavola, questa eccellenza di prodotto sarà protagonista di Macfrut 2024, al centro del focus internazionale Macfrut Table Grape Symposium che richiamerà i massimi esperti e i principali player da tutto il mondo”.

Giacomo Suglia Presidente APEO (Associazione Produttori Esportatori Ortofrutticoli): “Per noi Macfrut è una grande opportunità per promuovere l’uva da tavola. La presenza quest’oggi dei tre club di prodotto testimonia la volontà di fare squadra per la valorizzazione e l’innovazione di un prodotto che rappresenta l’eccellenza della Puglia e più in generale del nostro Paese”.

 

Il nostro Paese produce circa 1 milione di tonnellate di uva da tavola, primo paese europeo a livello produttivo. La regione leader è la Puglia dove si concentra il 60% della produzione, a seguire la Sicilia col 35% e la Basilicata con il 5%. La produzione quest’anno in Puglia ha registrato una flessione del 35% a causa della primavera piovosa ed umida. La minore quantità sulle piante e le buone condizioni climatiche da fine giugno in avanti hanno favorito una ottima qualità organolettica, fitosanitaria e visiva. In Puglia la produzione di uve seedless è stata di circa il 60% e il 40% di uve tradizionali. I principali mercati di commercializzazione del prodotto sono la Germania con il 35%, l’Italia con il 30%, la Francia con il 20% ed il restante 15% in altri Parsi UE ed Extra UE. (dati Fonte Apeo).

E proprio all’uva da tavola Macfrut riserverà un evento di caratura internazionale richiamando i principali esperti e produttori da tutto il mondo. Si tratta del Simposio internazionale, Macfrut Table Grape Symposium, evento dedicato agli operatori della filiera dell’uva da tavola, strutturato su più giorni con contributi tecnico-scientifici dei principali stakeholder internazionali e approfondimenti sulle principali aree mondiali di produzione e commercializzazione realizzati dagli opinion leader del settore. Quattro i fili conduttori dell’evento: l’attività convegnistica del Simposio internazionale; le visite in campo per toccare con mano gli aspetti tecnici; area espositiva con i principali produttori mondiali del settore; attività di networking.

Un ruolo da protagonista a Macfrut 2024 lo avrà la Regione Puglia, conosciuta per le sue produzioni ortofrutticole di eccellenza certificate: oltre all’Uva da Tavola IGP, troviamo anche la Cipolla Bianca di Margherita IGP, Arancia del Gargano IGP, Lenticchia di Altamura IGP, Patata Novella di Galatina DOP, Carciofo Brindisino IGP, La Bella della Daunia DOP. La Regione sarà presente in fiera con un’importante area. Durante la manifestazione eventi e degustazioni animeranno l’area, oltre a mostrare la qualità, cultura e tradizione di una terra ricca di prodotti ortofrutticoli.

Macfrut 2024.

Macfrut è la fiera internazionale dei professionisti dell’ortofrutta in rappresentanza di tutti gli anelli della filiera (sementi, produzione, tecnologie, packaging, logistica e servizi). In programma al Rimini Expo Centre dall’8 al 10 maggio 2024, la prossima edizione (41esima) sarà presentata a Doha, mercoledì 11 ottobre in occasione della presentazione del Padiglione Italia a Expo Doha progettato da Cesena Fiera. Macfrut si distingue nel panorama mondiale per unire in un solo evento tre asset strategici per la crescita del settore ortofrutticolo: Business, Conoscenza e Networking.




Copagri Puglia: Psr 2014-22, mentre le aziende sono in difficoltà ci sono quasi 300 milioni ancora non impegnati

Mentre le aziende agricole pugliesi si trovano a dover fare i conti con le numerose problematiche che da tempo attanagliano il Primario, a partire dagli elevati costi di produzione e dalle sempre più evidenti ricadute del cambiamento climatico, la Regione Puglia continua a essere il fanalino di coda del Paese in termini di avanzamento della spesa del PSR, tanto che ad oggi risultano ancora da impegnare quasi 300 milioni di euro della programmazione 2014-22”. Lo sottolinea il presidente della Copagri Puglia Michele Palermo, secondo cui “la situazione è a dir poco allarmante, soprattutto se si considera che gli impegni che non stanno generando spesa ammontano a quasi 460 milioni di euro”.

“In altre parole, la Puglia registra un avanzamento della spesa pari al 66%, a fronte di una media nazionale del 73% e di una media delle Regioni meridionali di quasi il 70%”, rimarca il presidente, ricordando che “la Regione era già stata oggetto di un disimpegno nel 2021 di circa 15 milioni di euro”.

“Per tali ragioni, e in vista della non lontana chiusura definitiva dell’attuale programmazione, prevista per la fine del 2025, nonché del termine per il disimpegno delle spese relative al 2023, reiteriamo il nostro urgente e accorato appello alla Regione Puglia, affinché si impegni, come da noi più volte richiesto, a confrontarsi con le parti sociali, con il fine ultimo di approntare una strategia che, soprattutto per le misure strutturali, consenta di poter fare spesa e recuperare i notevoli ritardi accumulati”, prosegue Palermo.

“I nuovi bandi pubblicati, infatti, non sono in grado di assicurare una spesa importante, mentre quelli vecchi risalgono per la maggior parte al 2016 e nel tempo hanno visto unicamente lo scorrimenti delle graduatorie, fatto questo che ha contribuito a far decadere i numerosi contenziosi senza però generare un’adeguata spesa delle risorse impegnate”, aggiunge il presidente della Copagri Puglia.

“Come organizzazione di categoria abbiamo sempre avanzato proposte fattive e concrete, cercando un confronto costruttivo con l’Autorità di Gestione, che non però ha mai voluto avviare una vera concertazione, rinviando in molti casi il dibattito utilizzando l’istituto della procedura scritta; se a questo aggiungiamo che la nuova programmazione 2023-2027 non è stata ancora avviata, al contrario di molte altre regioni, emerge il grande ritardo che già opra ci si prospetta nella spesa dei nuovi fondi”, conclude Palermo, facendo notare che “le risorse regionali derivanti dalla nuova programmazione, in assenza di spesa potranno essere diversamente assegnate”.




Presentazione della Puglia Regione partner di Macfrut 2024 e focus sull’uva da tavola

Presentazione della Regione Puglia partner di Macfrut 2024 e focus con visite tecniche sull’uva da tavola. Questo il doppio filo conduttore della giornata di venerdì 22 settembrepresso CRSFA “Basile Caramia” (Centro di Ricerca, Sperimentazione e Formazione in Agricoltura) a Locorotondo (via Cisternino, 281). Protagonista sarà l’Uva da tavola, una delle eccellenze ortofrutticole del made in Italy, prodotto simbolo di Macfrut 2024 (Rimini Expo Centre 8-10 maggio), fiera che ospiterà il Simposio internazionale Macfrut Table Grape Symposium, con esperti da tutto il mondo.

La presentazione a stampa e operatori della Puglia Regione partner della kermesse dell’ortofrutta, avverrà venerdì 22 settembre alle ore 11, alla presenza di Donato Pentassuglia Assessore all’agricoltura della Regione Puglia, Giacomo Suglia Presidente APEO (Associazione Produttori Esportatori Ortofrutticoli) e Renzo Piraccini Presidente Macfrut. Moderata da Massimiliano Del Core CUT Puglia (Commissione Italiana Uva da Tavola), interverranno anche Riccardo Velasco di CREA Viticoltura ed Enologia e Michele La Porta di IGP Puglia.

La giornata sempre di venerdì si aprirà con un evento tecnico. Alle ore 8.30 ci sarà la visita alla Mostra pomologica delle selezioni di uva da tavola dei programmi di breeding sviluppati in Puglia (NuVaUt, Rete IVC, Grape & Grape Group), a seguire consumer test delle nuove selezioni di uva da tavola. Nel pomeriggio alle 14.30 visita alle strutture tecniche della pre-moltiplicazione dell’uva da tavola.

Il giorno successivo, sabato 23 settembre (ore 9), l’Open Day si sposta presso Vivai Murciano a Fontanelle (Otranto), azienda specializzata nella produzione di barbatelle, barbatelle innestate e piante in vaso certificate di uva da tavola.

Le visite tecniche sono organizzate da Macfrut e Civi Italia nell’ambito del Salone dedicato all’innovazione della filiera vivaistica Plant Nursery con il patrocinio di MASAF, SFN e SFR, SOI, Regione Puglia, Provincia Autonoma di Bolzano e Regione Emilia Romagna. La partecipazione è gratuita.




Puglia. Sottosegretario La Pietra, investimenti strategici in agricoltura per ottenere indipendenza alimentare

“La guerra in Ucraina ha reso evidente come sia necessario un cambio di strategia nella gestione dell’agricoltura. Dobbiamo puntare su una maggiore indipendenza energetica ed alimentare e proprio per centrare questo obiettivo il Governo Meloni sta investendo molto sulle energie rinnovabili, ma stiamo operando anche per trasferire ai giovani un nuovo approccio al lavoro nei campi, rendendolo il più possibile attrattivo. Per ottenere questo risultato bisogna contrastare il lavoro nero, il caporalato, lo sfruttamento, garantendo allo stesso tempo adeguate misure di sicurezza sul lavoro ed investimenti su progetti moderni e tecnologici. Così sono fiducioso che riusciremo a coinvolgere le nuove generazioni nella crescita del comparto, dandogli in dote un futuro lavorativo redditizio e gratificante”.
E’ quanto ha dichiarato il Sottosegretario La Pietra, nel punto stampa in Prefettura, a Foggia, durante il primo giorno di incontri sul territorio con gli imprenditori agricoli pugliesi.



Confagricoltura Foggia. Borsa merci: prezzo grano duro invariato. Decisivo il ruolo delle Organizzazioni dei produttori per fermare le speculazioni

Ammonta a circa 250 milioni di euro la perdita di valore in una giornata per l’agricoltura italiana se si usa come parametro la quotazione del grano duro registrata a Foggia, una delle Borse Merci italiane di riferimento per questo prodotto, la scorsa settimana. Anche nel 2023 la produzione nazionale di grano duro, infatti, si attesta complessivamente intorno ai 4milioni di tonnellate, con i 6 euro in meno al quintale registrati la scorsa settimana i conti sono facili. Il calo ovviamente non è uniforme in tutta Italia e certo non tutta la produzione è stata venduta a quel prezzo, ma è altresì chiaro che crolli di queste dimensioni non possono che generare grande apprensione tra i produttori agricoli.

Così come è evidente che, come in tutti i mercati, la perdita di qualcuno genera vantaggi ad altri. Ed è per questo che comeConfagricoltura Foggia – dichiara il presidente dell’associazione di categoria,Filippo Schiavone – rimarchiamo la necessità di fermare queste politiche speculative che nel medio periodo possono distruggere la cerealicoltura del nostro territorio, una delle eccellenze produttive di Capitanata. Anche per questo vanno rispettate in modo ferreo tutte le regole che riguardano l’importazione di materia prima dall’estero. Anche perché la filiera legata al grano duro italiano, rappresenta uno dei pochi solidi pilastri su cui regge l’economia provinciale.

Oggi alla Borsa Merci il prezzo è rimasto invariato, dimostrando che il continuo altalenante prezzo di questa materia prima, oltre che da situazioni di geopolitica internazionale e dall’andamento dei mercati mondiali, è regolato da interventi speculativi che seppur periodici, non possono essere più sopportati dal mondo agricolo. Speculazioni che, inoltre, spesso finiscono col generare ripercussioni sui prezzi di alcuni prodotti finiti lungo la filiera che danneggiano in modo significativo le fasce più deboli della popolazione.

La soluzione più sensata per gli agricoltori – ribadisce Schiavone – rimane quella di regolare l’immissione di flusso di grano sui mercati, in modo da trovare un prezzo equilibrato al nostro oro giallo. Politiche commerciali che scaturiscono, come insegnano le elementari regole della microeconomia, da un soddisfacente punto di incontro tra domanda e offerta. Ma tutto questo avviene solo se tutti i coltivatori di grano duro comprendono che c’è bisogno di conferire il prodotto a chi è in grado di arginare con la propria massa critica le speculazioni sul prezzo. Questo lo possono fare meglio le Organizzazioni di prodotto o le Cooperative Agricole che, oltre a svolgere con la forza dei grandi numeri le trattative sul mercato, possono esercitare un ruolo di “banca di prodotto”, garantendo un ordinato flusso finanziario che spesso manca alle imprese di settore, specie le più piccole.

Sono queste le vere azioni di sistema per la categoria che possono tutelare il valore delle nostre aziende senza per questo rinunciare all’imprescindibile rapporto interprofessionale con le altre componenti della la filiera, necessario a rafforzare la competitività complessiva del nostro territorio – conclude il presidente di Confagricoltura Foggia.




Fango melmoso ostruisce gli impianti irrigui delle aziende agricole tarantine, Cia Due Mari: Il Consorzio di Bonifica intervenga

Si segnala che l’acqua erogata tramite il canale adduttore proveniente dalla diga di San Giuliano contiene fango melmoso che ostruisce gli impianti irrigui delle aziende agricole».

Con una lettera formale, inviata ai vertici del consorzio di bonifica Stornara e Tara, l’area Due Mari di Cia Agricoltori Italiani di Puglia fa nuovamente luce sulle ripetute problematiche che negli ultimi mesi stanno attanagliando senza sosta gli agricoltori del Tarantino.

Si tratta di fango e mucillagine che portano inesorabilmente all’ostruzione degli impianti irrigui delle aziende agricole che ricadono nei territori di Castellaneta, Palagianello e Ginosa.

In particolare, i filtri posti a monte degli impianti irrigui aziendali si intaserebbero continuamente e necessiterebbero di pulizia costante: un quadro drammatico che nelle ultime settimane sta compromettendo le irrigazioni alle colture.

Del resto, i riflettori sulla vicenda li accese più di un mese fa proprio l’area Due Mari di Cia Agricoltori Italiani di Puglia: lungo il canale adduttore che dalla Basilicata raggiunge il Tarantino, dopo circa 35 chilometri di percorso, l’acqua viaggia in una infrastruttura vetusta, risalente agli anni ’60 e progettata a cielo aperto quando le irrigazioni nei campi si effettuavano a scorrimento. Da un po’ di anni, invece, con l’evoluzione dell’agricoltura e degli impianti sempre più tecnologici utilizzati sulle colture, la struttura è divenuta inadeguata rispetto alle nuove esigenze irrigue delle aziende agricole.

Il vero problema, oltre alla presenza di fango, deriva infatti dal contatto dell’acqua con l’aria; un fattore che, a causa del caldo eccessivo, contribuirebbe notevolmente alla formazione di fastidiose mucillagini, evento straordinario che crea disagio e difficoltà perché alle normali spese che le aziende agricole quotidianamente affrontano, andrebbero aggiunti ulteriori esborsi per dotare gli impianti di filtri aggiuntivi.

Per tali ragioni gli agricoltori sono anche costretti a dedicare diverse ore di lavoro alla pulizia di quei filtri, dilatando i tempi che occorrono per effettuare regolari irrigazioni, indispensabili per vincere il gran caldo di questa estate ed evitare danni irreversibili alle piante.

«In tali condizioni diventa difficile effettuare le irrigazioni, poiché i filtri posti a monte degli impianti irrigui aziendali si intasano continuamente e necessitano di manutenzione h24 – ha spiegato Cia Due Mari – Si prega di intervenire con cortese sollecitudine al fine di consentire alle aziende agricole il regolare utilizzo dell’acqua prenotata tramite domanda. In caso di persistenza di questa problematica ci vedremo costretti a sollecitare le imprese agricole che chiederanno al consorzio di bonifica Stornara e Tara, tramite il nostro ufficio legale, i danni arrecati a coloro i quali hanno fatto domanda di prenotazione irrigua utilizzando l’acqua della diga di San Giuliano».

Intanto, sarebbero imminenti specifici lavori sulla condotta: lungo il percorso, infatti, sarebbe stata individuata una rottura che potrebbe aver determinato la presenza di terriccio e fango a valle e quindi nel territorio occidentale della provincia di Taranto.

Su quest’ultimo argomento è intervenuto il direttore dell’area Due Mari della Cia Vito Rubino: «La rottura, mi auguro in tempi brevi, verrà risolta senza dubbio ma i problemi resteranno perché parliamo di una infrastruttura realizzata negli anni ’60 mai oggetto di ammodernamento. Sarebbe opportuno reperire fondi (un esempio sono gli 8 milioni di euro derivanti da una delibera CIPE mai revocata fermi al ministero) per intubare l’intero canale adduttore. A nostro avviso, bisognerebbe concentrare maggiori sforzi economici per realizzare nuove infrastrutture su gran parte del territorio occidentale della provincia di Taranto. L’agricoltura avanzata ha bisogno di infrastrutture irrigue moderne e per questo è necessario, prima che sia troppo tardi, metterci subito al passo con i tempi».




Masserie sotto le stelle: decima edizione da incorniciare, A sorpresa anche i Terraross in concerto

Musica della tradizione, buon cibo, masserie misteriose: per la decima edizione di “Masserie sotto le Stelle”, l’area Due Mari di Cia Agricoltori Italiani di Puglia ha letteralmente stupito i partecipanti. Circa 400, distribuiti in 6 pullman con partenze da Castellaneta e Castellaneta Marina.

 

Venerdì 11 agosto, per uno degli eventi più attesi dell’estate, la perfetta organizzazione ha “giocato” ancora con l’agricoltura locale e lo ha fatto per scoprirne le eccellenze.

 

Un territorio che dolcemente si è svelato anche stavolta, soprattutto agli occhi di chi ci vive quotidianamente non conoscendone tutte le sue sfaccettature. Così, il piccolo miracolo di “Masserie sotto le stelle” anche quest’anno si è rivelato con stupore e meraviglia, grazie ad ingredienti semplici ma dal sapore intenso.

 

Per la sua decima edizione, il tour segreto ha toccato due tappe del Tarantino: la prima è stata Masseria Cicerone della famiglia D’Onghia, un agriturismo ubicato nel territorio di Massafra, frutto di amore, passione, tradizione e rispetto per la terra.

 

Una volta scesi dai pullman, i partecipanti hanno potuto immergersi nel rilassante silenzio della natura, visitare la struttura e degustare prodotti tipici, a chilometro zero, preparati sapientemente con rispetto e amore smisurato.

 

Masseria Cicerone è un’azienda zootecnica in cui si allevano cavalli, mucche e pecore. Qui tutti gli animali pascolano liberamente nei prati e nelle campagne circostanti, a garanzia di carne e prodotti caseari di assoluta qualità.

 

Un caseggiato centrale e due trulli maestosi, una vecchia stalla trasformata in sale accoglienti in cui è facile sentirsi a casa: Masseria Cicerone è avvolta da 100 ettari di bosco e sita a pochi chilometri da Mottola, Martina Franca e Massafra.

 

Niente male come inizio, ma il proseguo poco dopo ha letteralmente incantato: prima del tramonto, la verde carovana festosa della Cia si è infatti spostata di qualche decina di chilometri, raggiungendo per la tappa finale di “Masserie sotto le Stelle” l’agro mottolese. Una dolce sorpresa il luogo in cui tutto si è compiuto: Masseria Quisisana, un’accogliente e articolata struttura rurale che strizza l’occhio al biologico, caratterizzata da trulli, muretti a secco, ulivi secolari e tanti pascoli.

 

Masseria Quisisana, gestita dalla famiglia Ortolani, è composta da un corpo principale dove è collocata l’abitazione di famiglia, da ampi locali a piano terra che un secolo fa erano adibiti a fienili e stalle per cavalli e un grande piazzale che oggi ospita anche un particolare museo della civiltà̀ contadina, nel quale si possono ammirare oggetti di ampio uso domestico, utensili di piccolo artigianato, attrezzi utilizzati per il lavoro nei campi e per la vinificazione.

Di grande interesse storico e culturale sono i due trulli presenti nel complesso architettonico e le due grandi aie gemelle in cui avveniva pesatura e ventilazione del frumento, dei cereali e dei legumi.

A poca distanza si trovano le stalle, accessibili tramite un apposito percorso, dove dimorano gli animali che fanno parte dell’allevamento aziendale: equini, suini, caprini e animali di bassa corte.

Ad accogliere i partecipanti, una sorpresa nella sorpresa: I Terraross, celebri suonatori e menestrelli della Bassa Murgia.Dominique Antonacci e tutti i componenti del gruppo, corpo di ballo compreso, hanno condiviso l’intera serata con gli ospiti, esibendosi poi in un coinvolgente concerto sotto le stelle.

 

Due spettacoli curati dalla Falconeria Bergamotti, uno diurno e l’altro in notturna, hanno poi incantato grandi e piccini: esibizioni di rapaci in volo emozionanti ed educative, arricchite da aneddoti e preziose narrazioni.

 

Gli ospiti, poco dopo, si sono amabilmente tuffati nei tempi che furono, partecipando ad una sorta di rievocazione storica della trebbiatura: un’attività esaltata dall’accensione e l’utilizzo di un antico trattore Landini.

 

Poi, la grande cena finale sotto le stelle: i circa 400 partecipanti hanno degustato prodotti tipici a chilometro zero. Dall’antipasto aidue primi piatti, dalla tradizionale carne al fornello alla frutta di stagione. La torta finale, la classica quadriglia comandata in dialetto castellanetano e strepitosi fuochi pirotecnici sono state le ciliegine sulla torta di una serata da incorniciare, durante la quale, recandosi in una postazione dedicata con telescopio astronomico, è stato anche possibile ammirare Saturno ed ascoltare consigli e spiegazioni dell’esperto Agostino Lamanna.

 

Tra i tanti ospiti, c’era anche il consigliere regionale Antonio Paolo Scalera, il deputato della Repubblica Vito De Palma e l’arciprete di San Lorenzo Martire, la chiesa più antica di Massafra, don Giuseppe Ciaurro.

 

Per Cia Agricoltori Italiani di Puglia c’era invece il vicepresidente regionale vicario Giannicola D’Amico, i direttori delle aree Due Mari e Capitanata Vito Rubino e Nicola Cantatore e il direttore regionale Inac Cia Puglia Giuseppe Notarangelo.

 

Per la perfetta organizzazione della decima edizione di Masserie Sotto le Stelle, la Cia ringrazia i gestori delle due masserie visitate per accoglienza ed ospitalità, Angelo Emilio Bergamotti e la sua famiglia, I Terraross, le aziende Ludovico Domenico, Valledoro e Di Cristo, Emergenza Castellaneta, Pasticceria Conforti, Agostino Lamanna di Dolce Miele, il gruppo Vivi, la tipolitrografiaPolicarpo, il gruppo Fiat 500 Club Italia di Cassano Murge e tutti i partner storici che hanno collaborato.

 

L’appuntamento, senza dubbio, è per la prossima edizione.




Confagricoltura Puglia: vendemmia 2023, momento cruciale per il settore vitivinicolo pugliese

La vendemmia 2023 sarà un passaggio cruciale nel settore vitivinicolo pugliese, presentando sfide significative a causa di un’annata complessa e delle difficoltà legate alla peronospora. Nonostante ciò, l’impegno e la professionalità dei produttori pugliesi stanno mitigando gli effetti negativi e la qualità del vino prodotto si preannuncia di buon livello nonostante il calo di produzione.

Il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro e il presidente della Federazione regionale vitivinicola Alessandro Candido, evidenziano come “la regione abbia subito un calo del 50% nelle produzioni di uve da vino, con picchi ancora più alti, dell’80% – 90%, per i produttori che seguono metodi biologici. Tale situazione ha avuto un impatto negativo sul bilancio della vendemmia 2023, con un ammanco stimato in decine di milioni di euro nelle tasche dei produttori pugliesi. A differenza delle regioni del Nord, che hanno registrato in alcuni casi un aumento di produzione del 5% – 10% rispetto al 2022, la Puglia ha subito significative perdite. Questo contrasto è dovuto alla varietà climatica dell’Italia, con alcune regioni del Nord che hanno beneficiato di condizioni più favorevoli rispetto al Sud, dove la situazione è stata più complessa”. Per Lazzàro e Candido quindi “La Regione Puglia deve affrontare subito l’emergenza, considerato che non ha ancora richiesto lo stato di calamità per le uve da vino e non ha attivato le misure a superficie (biologico e integrato)”

Malgrado le difficoltà, i produttori pugliesi stanno dimostrando grande impegno e professionalità nel cercare di salvare l’annata 2023 del vitivinicolo pugliese, poiché il settore è uno dei principali dell’economia regionale. Le aziende vinicole della Puglia hanno dimostrato negli anni una grande capacità di adattamento e innovazione, investendo in tecnologie avanzate e migliorando i processi di produzione per mantenere alti standard qualitativi dei propri vini.

Il vino pugliese ha guadagnato sempre più riconoscimenti a livello nazionale e internazionale grazie alla sua eccellenza e alla particolare identità conferita dalle uve autoctone coltivate nella regione. Queste varietà, insieme alle tecniche di vinificazione tradizionali, contribuiscono a rendere i vini pugliesi unici e apprezzati.

La Puglia è stata una delle regioni italiane con una produzione costante negli ultimi 5 anni, mediamente producendo 13 milioni di quintali di uve da vino (l’11% del valore nazionale) e posizionandosi come la seconda regione produttrice d’Italia, dopo il Veneto. A livello globale, l’Italia è il maggiore produttore di vino, contribuendo a circa il 18,5% della produzione mondiale.

La produzione della regione ha un valore complessivo di 395 milioni di euro, attestandosi come un settore economicamente rilevante e contribuendo significativamente all’export regionale. Nel 2022, nonostante gli embarghi verso la Russia, le aziende pugliesi hanno esportato vino in tutto il mondo per circa 210 milioni di euro, dimostrando la capacità di conquistare mercati internazionali.




Vino: le riduzioni delle rese previste dalla delibera di Giunta Regionale Puglia sono solo un indirizzo politico

La Delibera di Giunta Regionale n. 843 del 14/06/2023 pubblicata sul BURP in data 31/07/2023 avente ad oggetto “Prime disposizioni per fronteggiare la crisi strutturale del settore vitivinicolo” ha individuato, nelle more del perfezionamento dell’iter previsto dalla legge, la riduzione delle rese per ettaro delle diverse IGP presenti sul territorio pugliese.

La pubblicazione della delibera ha creato non poca confusione tra i produttori.

Si tratta di una delibera indicativa e non vincolante per dare impulso alle proposte di modifiche dei predetti disciplinari. Infatti, in sede di Comitato vitivinicolo tutte le OO.PP. agricole, le Associazioni di rappresentanza delle Cantine Sociali Cooperative, i Consorzi e gli altri attori del comparto vitivinicolo hanno condiviso, unitamente all’assessore Pentassuglia, la volontà di modificare le rese contenute negli attuali disciplinari di produzione con particolare riferimento alle produzioni vinicole IGP: IGP Puglia, IGP Salento, IGP Valle d’Itria, IGP Daunia, IGP Murgia e IGP Vini “Tarantino”.

La modifica delle rese ha come obiettivo di mitigare le crisi di mercato dovute essenzialmente ad un’offerta di produzione molto elevata con la conseguenza di ricorrenti crolli dei prezzi alla produzione. In questo senso la delibera di giunta sopra richiamata è solo una indicazione ma la modifica dei disciplinari è un percorso complesso che va inoltrata al Ministero supportata da una rappresentatività del 20% dei vitivinicoltori pugliesi e che coinvolga almeno una pari percentuale di superficie vitata. Il percorso è avviato e si spera di portarlo a compimento nella campagna 2024/2025.

 Firmato

CIA Puglia – COLDIRETTI Puglia – CONFAGRICOLTURA Puglia – COPAGRI Puglia – UCI Puglia – ASSOENOLOGI Puglia – FEDAGRIPESCA CONFCOOPERATIVE PUGLIA –  AGCI Puglia – LegaCoop Puglia




La giunta Emiliano dà il via libera al nuovo Consorzio Unico. Copagri Puglia: decisione senza coinvolgere le Organizzazioni

“Una decisione unilaterale presa senza il coinvolgimento preventivo delle organizzazioni agricole pure più volte sollecitato, puntualmente promesso ma mai avvenuto”. Così la Copagri Puglia boccia la decisione della giunta regionale di costituire, a partire da gennaio dell’anno prossimo, il Consorzio di Bonifica unico con l’elezione degli organi sociali dopo oltre 20 anni di gestione commissariale.

“Pur previsto da una legge regionale del 2017, il provvedimento – spiega in una nota il presidente regionale della Copagri Puglia Michele Palermo – prima di essere adottato andava discusso nel merito con le organizzazioni agricole così come concordato il 22 maggio scorso dopo la manifestazione di protesta organizzata a Bari insieme alla Cia. Il tavolo di confronto promesso allora – sottolinea il presidente della confederazione dei produttori agricoli pugliesi – non è mai stato avviato.

Prima di passare alla nuova gestione con l’autogoverno da parte delle associazioni agricole, la Copagri Puglia ritiene sia indispensabile risolvere alcune questioni dirimenti da cui dipende il definitivo rilancio della funzione di Bonifica integrale in Puglia.

“Innanzitutto – elenca la Copagri – la definizione della debitoria pregressa dei consorzi commissariati che ammonta a 130 milioni senza creare aggravi finanziari a carico degli associati ai consorzi; un meccanismo di incentivazione e stralcio delle sanzioni e degli interessi sui crediti oggi vantati dai consorzi nei confronti dei propri soci in considerazione delle annualità non ancora riscosse e ancora in fase di riparto; un piano di classifica che deve vedere la compartecipazione nei costi non solo delle aziende agricole ma anche di tutti i proprietari di terreni e immobili che ricadono nelle zone oggetto di bonifica pur non essendo agricoltori; un piano industriale e un assetto organizzativo condivisi; affidare al nuovo consorzio unico la piena e prioritaria gestione della risorsa idrica privilegiando la funzione irrigua come avviene nelle altre regioni favorendo l’ammodernamento degli impianti; favorire l’esodo incentivato del personale; rilanciare tutte le azioni progettuali per intercettare i finanziamenti disponibili nell’ambito europeo, nazionale e regionale.

“Senza queste risposte non ci potrà essere alcuna riforma dei consorzi di bonifica”, conclude il presidente della Copagri Puglia Michele Palermo che ribadisce la disponibilità ad un confronto immediato con il governatore Emiliano e l’Assessore Pentassuglia.




Confagricoltura Puglia: no al Consorzio di bonifica unico. I consiglieri regionali si prendano la responsabilità di difendere il territorio

“Un consorzio di bonifica unico del centro sud Puglia va fermato e ridiscusso perché così come pensato non può che rendere ancora più gravosa una situazione che si trascina faticosamente da anni, con danni oramai incalcolabili per il territorio e gli imprenditori agricoli della regione che devono sostenere e pagare il prezzo di scelte sbagliate”. Attraverso il presidente Luca Lazzàro, Confagricoltura Puglia rimarca il proprio no al consorzio unico di Bonifica che andrà a sostituire i 4 attuali Consorzi di bonifica commissariati Terre d’Apulia, Stornara e Tara, Arneo, Ugento Li Foggi, progetto della Regione Puglia in dirittura d’arrivo.

L’ente ha ultimato gli adempimenti e si attende a breve la delibera di Giunta regionale. “L’accorpamento sta avvenendo attraverso un iter – precisa Confagricoltura Puglia – che non ha visto il coinvolgimento delle organizzazioni di categoria che avrebbero potuto portare significativi contributi in termini di idee”. Attualmente i sei consorzi pugliesi Terre d’Apulia, Stornara e Tara, Arneo, Ugento Li Foggi, Consorzio di Bonifica Montana del Gargano e della Capitanata gestiscono un territorio di oltre un milione di ettari, circa 1200 km di canali e opere di irrigazione che coprono una superficie di circa 210mila ettari.

Tuttavia, in merito ai consorzi commissariati, Confagricoltura Puglia ha in più occasioni dimostrato con fotografie e documenti come molti canali non esistono più e andrebbero ricostruiti e lì dove ci sono ancora, sono pieni di erbacce e detriti, ciò con gravi problemi in caso di alluvioni o incendi. “Per l’importanza strategica che i consorzi svolgono – conclude – è fondamentale che i consiglieri regionali dicano no al Consorzio unico portato avanti dal governo regionale, in modo da riaprire il dibattito con le organizzazioni di categoria e pensare insieme alla soluzione migliore per il territorio e l’agricoltura: un percorso, quest’ultimo, che dovrebbe vedere tutte le associazioni, non solo la nostra, partecipare superando rendite di posizione ideologizzate e miopi che non giovano all’agricoltura e alla Puglia stessa”.