Auguri per la nomina e buon lavoro all’assessore dell’Agricoltura Gianfranco Satta dal Consorzio di tutela del Pecorino Romano

Il Consorzio di tutela del Pecorino Romano DOP, che oggi si è riunito nel primo consiglio d’amministrazione dopo la riconferma del mandato al presidente Gianni Maoddi per i prossimi tre anni, esprime a Gianfranco Satta sinceri auguri per la nomina alla carica di assessore regionale dell’Agricoltura, augurandogli buon lavoro in un settore chesoprattutto in Sardegna è fondamentale per il presente e strategico per il futuro.

 

“Da parte del consiglio d’amministrazione, di tutti i soci e dellintera struttura consortile c’è la massima disponibilità a collaborare e interagire nell’unico interesse di un comparto portante dell’economia della Sardegna, e non solo all’interno della realtà agroalimentare”, dice il presidente Maoddi.

 

Nel comparto del Pecorino Romano sono coinvolte dodicimila aziende e 25mila addetti, per una ricaduta economica di 600 milioni di euro all’anno.

 

“Numeri che rivelano l’enorme valore che il nostro prodotto, esportato e apprezzato in tutto il mondo, riveste per l’economia dell’isola e più in generale delle zone di produzione. Per questo siamo pronti a mettere in campo, in piena collaborazione con l’assessore, tutte le strategie di ulteriore valorizzazione di questo patrimonio unico. Auguriamo intanto buon lavoro all’assessore Satta – conclude Maoddi – oggi chiamato a rispondere a sfide importanti per il futuro della nostra regione”.




Gli auguri di buon lavoro del Centro Studi Agricoli al neo assessore all’agricoltura Gianfranco Satta

Il Centro Studi Agricoli con il suo Presidente Tore Piana, esprime  i migliori auguri di buon lavoro al neo Assessore regionale all’Agricoltura On.Gianfranco Satta, persona che riteniamo preparata, seria e competente per ricoprire la carica di Assessore regionale all’Agricoltura. Il Centro Studi Agricoli conferma la piena collaborazione con l’On. Gianfranco Satta  mettendogli  a disposizione gratuitamente la propria struttura . Convinti che le annose problematiche che in questi ultimi periodi hanno colpito il comparto agricolo Sardo, possano essere risolte e si possa guardare il futuro dell’Agricoltura  e dell’allevamento Sardo  con ottimismo e fiducia e si possa così guardare al vero rilancio economico di tutta l’agricoltura e l’allevamento Sardo in modo particolare l’Agroalimentare . A breve come Centro Studi Agricoli chiederemo un incontro con l’Assessore Satta per analizzare insieme le problematiche ma anche le azioni di rilancio del comparto, proposte dal CSA stesso, conclude Tore Piana




Pecorino Romano Dop in Sardegna. I primi dati della campagna 2023/24. Focus del Centro Studi Agricoli

Prima analisi , del Centro Studi Agricoli , sui dati dei primi 5 mesi delle produzioni del Pecorino Romano Dop per la stagione 2023/2024. Una stagione che ha segnato per alcune zone della Sardegna un situazione di marcata siccità ( vedasi la Baronia ed alcune zone dell’Ogliastra)  dove non piove da mesi e dove l’erba dei pascoli non è cresciuta e gli allevatori di questi territori sono ancora oggi costretti a alimentare il proprio bestiame esclusivamente con mangimi azzerando il margini del guadagno, pur avendo un prezzo del latte di pecora soddisfacente. Mentre in altri territori della Sardegna, le piogge sono state soddisfacenti e i pascoli sono ricoperti di erba.  In questi primi 5 mesi ( ottobre 2023/Febbraio 2024) i dati  certificati dal Consorzio Pecorino romano DOP, registrano un aumento del 9% delle produzioni di latte di pecora e del 14,5%  le produzioni del Pecorino romano DOP, ( 124.570 Qli al 29 Febbraio 2024 contro i 109.290 Qli del 2023) . Mentre la resa, in questi primi 5 mesi di produzioni appare leggermente inferiore del 1,4%  ( 5,89 litri per 1 Kg Pecorino Romano Dop nel 2024 rispetto ai 5,84 litri per 1 Kg di PR Dop nel 2023) . Il prezzo  del pecorino Romano DOP a 5 mesi, secondo i dati del CLAL appaiono stabili da oltre due mesi a Euro 12,15 al Kg.  E resta ancora superiore di oltre 2 euro al Kg sul Parmigiano Reggiano DOP a 12 mesi,  Il Prezzo del latte di pecora nel sistema Industriale si attesta sui €. 1,40/1,50 litro mentre nel sistema Cooperativo dovrebbe attestarsi a fine campagna in oltre 1,70/ 1,80 litro.

Seguendo questo trend di produzioni, le proiezioni calcolate dal Centro Studi Agricoli portano a calcolare a fine anno, Luglio 2024,  una produzione totale in aumento rispetto ai  QLi di pecorino romano DOP, in pasta, prodotti nella precedente annata. Una produzione della DOP Sarda, dove le produzioni di anno in anno appaiono sempre in crescita e dove il mercato appare assorbire  l’intera produzione, garantendo un prezzo stabile sia del PR Dop e conseguentemente del prezzo del latte pagato al Pastore Sardo. Oggi comunque, afferma Tore Piana Presidente del Centro Studi Agricoli, non bisogna assolutamente abbassare la guardia, vi è la necessità di monitorare costantemente la situazione delle produzioni, proseguire con le produzioni elevando  la  qualità del PR DOP abbassando la percentuale di sale, promuovendo verso nuovi mercati il consumo del PR Dop. Dobbiamo riconoscere, senza il minimo dubbio che il mercato si è stabilizzato grazie alle proteste dei pastori sardi del 2019  e grazie alle azioni attuate dal Consorzio Pecorino Romano a favore sia della qualità che nella ricerca dei nuovi mercati. Inoltre a livello Regionale continuiamo a insistere, come CSA  nel dover attivare le funzioni dell’Organismo Professionale OILOS. Organismo inspiegabilmente congelato e inattivo dal giorno del suo riconoscimento.

Secondo sempre Tore Piana, Vi è la necessità che il nuovo Assessore Regionale all’Agricoltura Sardo che verrà nominato nei prossimi giorni, costituisca un tavolo latte Sardegna a regia Regionale, dove si confrontino tutti gli attori della filiera delle tre tipologie produttive, latte di pecora, latte di capra e latte vaccino, almeno una volta ogni tre mesi. A preoccupare il CSA appaiono le possibili conseguenze di eventuali introduzioni di DAZI in USA nel caso ci fosse la vittoria a Presidente degli Stati Uniti di Trump, nel mese di Novembre 2024. Per Tore Piana è urgente che  si avviino le procedure per riconoscere lo stato di siccità e calamità naturale, in quei territori dove le piogge sono state quasi inesistenti, conclude Tore Piana

 




Pecorino Romano, gli auguri del Consorzio di Tutela alla presidente Alessandra Todde

Il Consorzio di tutela del Pecorino Romano DOP si complimenta per la vittoria e augura buon lavoro alla neoeletta presidente della Regione Alessandra Todde, garantendo sin da subito la massima disponibilità e collaborazione necessaria per la valorizzazione di un comparto fondamentale per l’economia della Sardegna e all’interno della realtà agroalimentare.

“Ci auguriamo di poter incontrare al più presto la presidente, certi di trovare in lei numerosi motivi di condivisione nell’analisi dell’attuale situazione e nel mettere a punto le strategie utili, da individuare insieme, per il superamento delle criticità e il rilancio di una realtà produttiva che coinvolge decine di migliaia di famiglie”, dice il presidente Gianni Maoddi. “Auguriamo intanto buon lavoro alla presidente Todde, chiamata a rispondere a sfide importanti per il futuro della nostra regione”.

 

Nel comparto del Pecorino Romano sono coinvolte dodicimila aziende e 25mila addetti, per una ricaduta economica di 600 milioni di euro all’anno.




UCI, Serpillo augura buon lavoro ad Alessandra Todde, nuova Presidente della Regione Sardegna

Il Presidente dellUCI Mario Serpillo saluta la nuova Presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, prima donna a governare la regione, augurandole un buon lavoro e auspicando che lAmbiente, lAgricoltura e la Pesca siano temi centrali del suo mandato. La Sardegna ricca di un patrimonio naturale e paesaggistico unico al mondo, la cui biodiversità costituisce un bene prezioso da preservare e valorizzare, conserva tuttoggi tradizioni secolari della sua cultura che affondano le loro radici nel mondo rurale, agricolo e pastorizio.   LUnione Coltivatori Italiani (UCI) – sottolinea il Presidente Mario Serpillo -particolarmente impegnata per la salvaguardia delle arre interne e disagiate, esposte al rischio di abbandono, chiede alla neoeletta Presidente della Regione un profondo impegno al fine di rendere sempre più attrattive le risorse ambientali, agricole e culturali della Sardegna per le giovani generazioni, offrendo loro opportunità occupazionali in una prospettiva di sviluppo sostenibile.




Sardegna, Satta: grazie a lavoro con imprese e territorio riconosciuto valore produzioni sarde. Pecorino Romano in bando indigenti

In vista delle prossime elezioni regionali AGRICOLAE intervista gli assessori uscenti all’Agricoltura per chiedere loro cosa è stato fatto per il settore e quale il programma che si potrebbe attuare in caso di prosecuzione dell’esperienza governativa.

A poche ore dal voto in Sardegna la parola a Valeria Satta, assessore regionale sardo all’Agricoltura e Riforma agro-pastorale.

Quali sono stati i principali risultati raggiunti nel corso del suo mandato e quali le misure che è riuscita a realizzare?

“Un anno e due mesi ad ascoltare il territorio, a visitare le imprese agricole e dell’allevamento, ma anche della pesca, a sentire i bisogni e le esigenze delle persone, dei nostri lavoratori, dei nostri produttori. Penso che questa sia la cosa principale e più importante che una persona che ricopre un ruolo politico deve fare. Quindi con senso del dovere siamo andati in giro per il territorio di tutta la regione.

Si sono risolte delle istanze importanti, come l’emergenza delle cavallette, che avevano purtroppo danneggiato i raccolti dei nostri agricoltori e anche danneggiato con serie difficoltà i nostri allevatori. Una vertenza che è stata risolta. Quindi abbiamo sicuramente lavorato con la nostra agenzia ad un progetto ambizioso, un progetto con la FAO, che è stato poi riconosciuto nei risultati da parte di tutti i sindaci, delle associazioni di categoria. Una collaborazione importante, che ha visto un lavoro costituito e fatto da tutta la Regione Sardegna e questo è stato premiato ed è stato vincente.

Un’altra emergenza è la questione della PAC, che per la Regione Sardegna purtroppo ha portato l’ammanco di 115 milioni di euro, che noi attendiamo dal Governo, e per la quale ho sollecitato il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida.

Quello che chiediamo è la riapertura del tavolo ed è quello che in questi giorni dovrebbe avvenire al Ministero. I 115 milioni sono stati comunque anticipati dal Governo regionale con un emendamento, quindi ci saranno 23 milioni l’anno per compensare le mancanze per il nostro comparto primario.

Intanto è arrivato l’inserimento del Pecorino Romano Dop tra i formaggi a pasta dura nell’elenco dei prodotti destinati agli indigenti. 

Sono molto soddisfatta che il Ministro ci abbia ascoltato e che ci sia stato l’inserimento del Pecorino Romano sui bandi vigenti di Agea, importantissimo riconoscimento per la nostra Regione. Quindi ringrazio anche il presidente del Consorzio Pecorino Romano, Gianni Maoddi, per la collaborazione, perché insieme, istituzioni, presidenti di consorzi, di cooperative, di produttori, di allevatori, nonché anche i nostri bravissimi pescatori, possiamo realmente fare la differenza e si può agire in cooperazione con istituzioni e produttori.

Quali sono stati i suoi ultimi provvedimenti da assessore all’Agricoltura della Regione Sardegna?

Abbiamo lavorato sulle ultime delibere di questa legislatura sul bando per i bovini da carne, il bando per le razze autoctone in via di estinzione, per noi fondamentali e tante altre azioni che concluderanno questa legislatura con fatti concreti.

Che importanza riveste il settore primario per la Sardegna? 

L’agroalimentare è importantissimo per tutta l’Italia, è fondamentale per l’economia del nostro Paese, e per quella della nostra regione. L’agroalimentare sardo ha avuto, in quest’ultimo anno, un’importanza e un riconoscimento veramente importante, non solo in Italia ma anche all’estero partecipando a numerosi eventi e fiere presenti in tutto il mondo. Siamo andati a Chicago con i nostri vini, i nostri produttori, i nostri consorzi. Abbiamo partecipato a quasi tutte le fiere del formaggio, l’olio, il biologico e tutto quello che concerne i nostri prodotti meravigliosi e di qualità eccellente. Questa è una priorità. La Regione Sardegna ha come focus, come obiettivo principale, quello di investire sulla promozione del territorio”.

Il Pecorino Romano nell’elenco dei formaggi destinati agli indigenti, fornitura per 3,3 milioni




Il 2023 annata nera per l’agricoltura sarda. Centro Studi Agricoli prende posizione

Il Centro Studi Agricoli, forte della manifestazione di protesta organizzata Venerdì scorso, sui ritardi dei pagamenti  dei fondi PAC nello specifico le misure CSR e gli Eco Schemi, prende atto che grazie agli interventi di protesta, stanno andando a soluzione quasi tutte le anomalie codificate  con codice MAN sul carico degli UBA ( capi bestiame a Ettaro) . Ma questo non basta, CHIEDIAMO alla politica regionale il pagamento di tutti gli aiuti previsti dalla PAC entro la data massima del 31 Gennaio 2024 e non a fine Febbraio o Marzo come è stato dichiarato in particolare per le misure CSR ( Biologico- Benessere animale e altre misure) . Gli agricoltori e gli allevatori Sardi, dichiara Tore Piana, sono stremati e rischiano di non farcela ad aspettare Febbraio o Marzo, per ricevere aiuti dovuti già dal mese di Ottobre. Si rischia il collassamento economico di molte aziende, che non riescono a pagare i fornitori, le rate di mutuo, le tasse i cui pagamenti erano stati programmati entro la fine dell’anno. Un fatto questo gravissimo, continua Tore Piana, che la politica Sarda non ha tenuto conto. Serve dare dignità a allevatori e agricoltori della Sardegna ed è per questo che chiediamo con forza il pagamento a Saldo di tutti gli  aiuti PAC, entro il 31 Gennaio . Anche gli aiuti previsti per i maggiori costi dovuti alla guerra dell’Ucraina al settore agricoltura, come Oliveti, Vigneti, Grano, Carciofi, Agrumicoltura, Frutticoltura, dove sono stati stanziati 30 milioni sono in ritardo e non si capiscono i motivi, anche questi aiuti dovevano essere pagati entro Dicembre 2023.  Cosi come gli indennizzi dai danni alle cavallette per gli anni 2021/2022. Ad aggravare la situazione la siccità che ha colpito alcune parti della Sardegna, come la Baronia e l’Ogliastra dove le prime piogge sono arrivate pochi giorni fa e dove nessuno poteva seminare e dove i pascoli sono ancora oggi inesistenti di erba. Per questo chiediamo all’Assessore Regionale all’Agricoltura di decretare lo stato di calamità per siccità per quelle zone. Inoltre la grave situazione del blocco della movimentazione dei capi Bovini sta creando grossissime difficoltà economiche agli allevatori di bovini da carne, che vedono l’impossibilità delle vendite dei propri capi e conseguentemente il deprezzamento economico degli stessi capi destinati alla vendita fuori regione. Continua Tore Piana. Insomma un fine anno triste per agricoltori e allevatori della Sardegna, troppe sono le situazioni negative che hanno investito l’agricoltura Sarda in questi ultimi mesi. Da qui  facciamo un forte appello alla politica regionale Sarda, tutta, affinché dimostri maggiore attenzione all’agricoltura e allevamento della Sardegna e riconosca al comparto DIGNITA’  e la giusta attenzione come una  attività strategica per il rilancio della Stessa Sardegna, conclude Tore Piana a nome del Centro Studi Agricoli.




Anbi: Nascerà nuova rete irrigua per garantire produzione carciofo sardo

Quindici milioni di euro nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), 2.200.000 euro da finanziamenti regionali ed un anno di tempo per fornire acqua al comprensorio della Valle dei Giunchi dove, con una programmazione a lungo termine, si potrebbe arrivare a quintuplicare l’area di una delle zone più produttive del NordOvest della Sardegna, oggi estesa su circa 170 ettari, conosciuti soprattutto per la coltivazione del carciofo spinoso DOP: è questo l’obbiettivo delConsorzio di bonifica della Nurra con il restyling completo della condotta irrigua dall’invaso del Bidighinzu.

“Un’infrastruttura ormai obsoleta – spiega il Presidente dell’ente consortile e di ANBI Sardegna, Gavino Zirattu – L’iter è stato lungo e complicato, eppure siamo riusciti a chiudere la pratica, aggiudicando le opere nei tempi stabiliti.”

L’intervento di efficientamento irriguo fornirà l’acqua ad un’area agricola tra Ittiri, Usini, Ossi e Florinas, consentendo di risparmiare circa la metà della risorsa idrica finora utilizzata, vale a dire 700.000 litri sul milione e mezzo attualmente immesso in rete.

“In Sardegna si è saputo fare sistema ed avviare un progetto in tempi brevissimi, rispettando il cronoprogramma del P.N.R.R.”sottolinea Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).

Conclude soddisfatto il Sindaco di Ittiri, Antonio Sau: “Gli agricoltori avranno finalmente la certezza di poter fare programmazione dopo anni davvero difficili.”




Anbi: Sardegna ad Alghero dimenticati 5 milioni di euro

Italia, Paese di santi, poeti, navigatori e… opere incompiute (o dimenticate): stavolta non si tratta di un ponte o di un ecomostro, ma di un lavoriero, cioè uno sbarramento per imprigionare i pesci adulti (anguille, cefali, orate…) nelle valli da pesca.

Il tutto accade in Sardegna dove, per la laguna del Calich, sono stati spesi circa 5 milioni di euro di fondi pubblici, ma il lavoriero non è mai entrato in funzione e ora necessita di un radicale intervento di ripristino: a denunciarlo è Gavino Zirattu, Presidente di ANBI Sardegna e del Consorzio di bonifica della Nurra, protagonista di importanti interventi per la salvaguardia ambientale dello stagno di Alghero e la valorizzazione del potenziale produttivo dell’attigua zona umida.

Il tutto prende avvio nel 1996, quando la Regione Sardegna incaricò l’ente consorziale di provvedere al riassetto della laguna, finanziando l’opera con 5 miliardi di vecchie lire. La prima fase del progetto prevedeva la costruzione di un lavoriero in prossimità del canale di foce e la creazione di una zona umida di interfaccia fra le acque dolci, veicolate prevalentemente dal rio Barca e quelle salmastre del piccolo bacino.

Due anni dopo, la Regione Sardegna stanziò ulteriori 4 miliardi e mezzo di lire per la bonifica dei sedimenti sul fondo: ancora una volta delegò i lavori all’ente consortile che, sotto la guida del Dipartimento di Scienze Zootecniche della Facoltà di Agraria dell’Università di Sassari, eliminò il primo strato di fondale ricoperto da depositi di gusci di molluschi morti, che impedivano una corretta ossigenazione della laguna.

Nel 2017 furono investiti ulteriori 100.000 euro per un restyling di alcune parti deteriorate del manufatto.

Ora il Consorzio di bonifica della Nurra ha deciso di accendere i riflettori sulla vicenda, evidenziando la necessità di completare un’opera essenziale per consentire una pesca sostenibile all’interno dell’area umida.

“Esperienza di autogoverno democratico del territorio, il Consorzio di bonifica è ancora una volta interprete attivo delle istanze locali, coinvolgendo autorità e portatori d’interesse – sottolinea Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI). Quanto sta accadendo in Sardegna ne è un esempio, perché non può esserci sostenibilità ambientale, se non è anche economica e sociale.” 

“Siamo i primi a sostenere la necessità di nuove infrastrutture idrauliche per migliorare la resilienza dei territori, ma contestualmente segnaliamo la necessità di ottimizzare, prima di tutto, l’esistente ad ogni livello – conclude Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – Per questo, il nostro Piano di Efficientamento della Rete Idraulica prevede 858 interventi, tra cui il completamento di 16 invasi e la pulizia di altri 90 per recuperare il 10% della loro capacità complessiva.”




Aic/Centro Studi Agricoli su diffusione Blu Tongue in Sardegna: Regione preveda misure urgenti di indennizzi per allevatori colpiti

Pareva che l’annata estiva  2023 il ricordo del  virus delle Blu Tongue fosse solo un ricordo per gli allevatori dell’isola, invece con l’attenuarsi delle altissime temperature estive il virus in Sardegna ha ripreso circolare ed il mese di Ottobre 2023 è stato un mese di diffusione e di circolazione dell’insetto vettore , che ha provocato ben 41 focolai attivi certificati e ben 15 focolai in attesa di verifica ( sospetti) i capi morti accertati di Ovini sono a oggi oltre 100 ed investita pare siano le zone del Nuorese, Ogliastra, Bassa Gallura, Sulcis e anche nel Sassarese. Questo nonostante si sia provveduto ad eseguire le vaccinazioni sui capi di rimonta, vaccinazioni obbligatorie ed eseguite dai servizi veterinari pubblici. Come Associazione Agricola , afferma Tore Piana , siamo molto preoccupati per la situazione che si sta verificando, e sino a oggi pare siano casi del sierotipo 4 . cioè quello su cui si dispone dei vaccini, ma la preoccupazione resta anche per altri eventuali sierotipi, come ad esempio il 3 di cui pare non si disponga di vaccini. Ora confidiamo molto sulla prevenzione e sul calo delle temperature, che rallenterebbe la circolazione dell’insetto vettore.  Come Associazione chiediamo agli Assessorati  Regionali alla Sanità e Agricoltura di predisporre tutte le misure di indennizzi previste dalla Legge, per tutte quelle aziende agricole colpite dal virus che hanno avuto danni accertati dal Virus della Blu Tongue, conclude il Presidente Tore Piana.

 




Pesca-Economia ACLI TERRA: a Castelsardo (SS) domani mattina la salvaguardia della pesca in Sardegna

Sabato 14 ottobre 2023 a Castelsardo (Sassari), in Piazza Novecento dalle ore 10.00, si svolgerà l’incontro-dibattito “La salvaguardia della pesca in Sardegna”, organizzato da ACLI TERRA SARDEGNA.

ACLI TERRA con tutte le sue articolazioni locali, regionali e centrale, prosegue anche in Sardegna i confronti territoriali sui temi fondamentali – per rilevanza economica e sociale -, esaltando il peculiare profilo nazionale che assumono i diversi luoghi e realtà produttive e lavorative dell’isola. E in questa occasione mettendo al centro gli operatori della pesca e della filiera ittica.

Dopo i recenti appuntamenti di Acli Terra nazionale e territoriale a Giulianova, Trapani, Orbetello e Gaeta, anche domani, sabato 14 ottobre, è allestito un significativo panel di relatori nell’incontro-dibattito “La salvaguardia della pesca in Sardegna” a Castelsardo, in provincia di Sassari.

Qui saranno, tra l’altro, ribaditi i sei punti programmatici proposti dall’associazione professionale aclista che tutela e promuove gli operatori delle marinerie e del mondo rurale, punti che sono tutti finalizzati a migliorare la qualità della vita dei lavoratori, oltre che la salvaguardia della loro dimensione socio-economica, nella filiera ittica e nelle medesime marinerie.

Nico Ruiu, dirigente nazionale della Sardegna sottolinea: “Abbiamo voluto riunire a Castelsardo le donne e gli uomini impegnati nella filiera ittica e nelle marinerie perché in ACLI TERRA crediamo nel confronto come strumento per una evoluzione delle marinerie nel rispetto di tre sostenibilità in equilibrio: quella sociale, ambientale ed economica. L’assemblea di Castelsardo è un appuntamento strategico per le marinerie sarde, troppo spesso dimenticate nei ragionamenti politici regionali, ma riserva anche un messaggio nazionale, visti gli ospiti che rivestono ruoli apicali nelle rappresentanze italiane”.

Per Stefania Valentini, Vice Presidente H.Opes Foundation: “l’Uomo è la più grande risorsa per la protezione del mare e come pescatori e marittimi lo conosciamo profondamente e dipendiamo quotidianamente dal suo sostegno. Grazie al mare nutriamo i nostri sogni, le nostre speranze, le nostre famiglie e le nostre comunità. Dobbiamo diventare attori che partecipano attivamente al cambiamento perché custodi del mare, perché il nostro lavoro non significa ‘distruzione’”.

Qui in breve i 6 punti programmatici proposti da ACLI TERRA:
1) Strumenti di welfare calibrati per i pescatori, compresa la classificazione di mestiere usurante.E senza dimenticare sostegni specifici per la conciliazione con la genitorialità, visti i gravosi tempi di lavoro degli operatori; 2) Dare concreta dignità istituzionale al comparto con la creazione, in tutte le nostre Regioni costiere, di uno specifico assessorato alla Pesca, nettamente separato dall’Agricoltura; 3) Piano nazionale organico di sviluppo dell’acquacoltura; 4) Classificazione legislativa del pescatore quale “Custode dell’ambiente” con relativo finanziamento della funzione; 5) Incentivazione dell’innovazione tecnologica per la sicurezza dei lavoratori e per accorciare al massimo la filiera tra pescatori e consumatori; 6) necessità dei ripopolamenti ittici, come ad esempio, quello per gli astici.

Programma del convegno
Sabato 14 ottobre 2023 a Castelsardo (Sassari), “La salvaguardia della pesca in Sardegna”, Piazza Novecento, dalle ore 10.00

ORE 10.00 – Gianni Ruiu Presidente Provinciale Acli Terra Sassari

ORE 10.15 – Antonio Maria Capula Sindaco di Castelsardo

ORE 10.30 – Salvatore Sanna Presidente Provinciale delle Acli

ORE 10.45 – Mauro Carta Presidente Regionale delle Acli

ORE 11.00 – Silvia Vagnoni Direttore Patronato Acli

ORE 11.15 – Roberto Balzano Presidente S.CooP.R.L. Coop. Pescatori Castelsardo

ORE 11.30 – Edoardo Bianco Vice Presidente Consorzio Pescatori Golfo dell’Asinara.

ORE 11.45 – Gianni Pintus Presidente Provinciale Sassari AGCI

ORE 12.00 – Stefania Valentini Vice Presidente H.Opes Foundation

ORE 12.15 – Annamaria Mele Direttrice A.N.A.P.I. Pesca

ORE 12.30 – Confronto con i pescatori

ORE 12.45 – Giovanni Loi Presidente Regionale AGCI

ORE 13.00 – Silvio Lai Presidente Regionale Acli Terra

ORE 13.30 – Nicola Tavoletta Presidente Nazionale Acli Terra




Centro Studi Agricoli: Alla Sardegna il primato in Italia per allevamento di capre ma il settore è trascurato

La Sardegna ancora una volta, dopo l’allevamento ovino,si aggiudica la regione con maggiore  numero di capi Caprini allevati, che con i suoi 281.434 capi è al primo posto, seguita dalla Calabria con 109.425 capi e dalla Sicilia con 96.964 capi allevati. In Sardegna ( dati ufficiali della Banca Dati Nazionale) sono presenti ben 4.246 allevamenti e si producono circa 17 milioni di litri di latte all’anno. Il prezzo pagato sia dagli Industriali sia dal sistema delle cooperative, nel 2023 si aggira su 1,08 euro litro, un prezzo che viene considerato, dagli allevatori di capre,  troppo basso per poter sostenere i costi di produzione e rendere soddisfacentemente remunerativo l’allevamento caprino da latte. Oggi, afferma Tore Piana, l’allevamento della capra, in Sardegna è da sempre visto come marginale, rispetto all’allevamento ovino, mentre meriterebbe molta più attenzione, senza nulla togliere all’allevamento ovino. Oggi per rendere soddisfacente remunerativo l’allevamento caprino, il latte dovrebbe essere pagato almeno a 1,30 euro/litro, continua Tore Piana. Si consideri che il latte di capra, viene anche consumato fresco per uso alimentare oltre a produrre formaggi molli o stagionati e yogurt, ampliando quindi il ventaglio del suo utilizzo. Eppure oggi, il prezzo per litro alla stalla, resta nettamente inferiore e penalizzato rispetto a quello ovino, quando nel passato veniva calcolato con un 20% inferiore a quello pagato al latte di pecora. Oggi, sostiene il Centro Studi Agricoli, se andiamo ad acquistare formaggi caprini sia a pasta molle che stagionati, nei banchi della grande distribuzione, il prezzo si discosta di poco rispetto a quelli pecorini. Eppure, continua il CSA il prezzo pagato al litro è nettamente inferiore, se si considera che le capre hanno quasi la stessa alimentazione delle pecore, foraggi, erba fresca, mangimi e la stessa razione giornaliera equivale alla pecora.  Tore Piana, presidente del Centro Studi Agricoli, lancia un appello a tutti gli allevatori di capre, organizziamo una riunione a Tramatza e discutiamo insieme le criticità del settore caprino e nel contempo lanciamo la proposta di costituire un comitato promotore per avviare l’iter del riconoscimento del “ Capretto di Sardegna IGP”. Sarebbe il primo passo per iniziare a valorizzare un importante comparto, sino a oggi trascurato e penalizzato, di cui la Sardegna detiene il primato e che vale circa 53 milioni di indotto anno, conclude Tore Piana.




Immigrati: Coldiretti, arrivano pastori kirkisi salva Sardegna

Per salvare gli allevamenti e la tradizione agroalimentare della Sardegna ma anche per ripopolare città e campagne a rischio desertificazione, sono in arrivo nell’Isola giovani pastori kirkisi competenti nei lavori agricoli insieme alle loro famiglie. È questo il risultato dell’accordo raggiunto dalla Coldiretti In Kirghizistan, la repubblica ex sovietica più a est che si trova a seimila chilometri dall’Isola.

L’accordo alla firma del Ministero del lavoro del Kazakistan prevede di avviare un progetto pilota, professionale e sociale, con – sottolinea la Coldiretti – l’arrivo di un primo gruppo di un centinaio di kirghisi in Sardegna (di età tra i 18 e i 45 anni) con capacità professionali specifiche nel settore primario che seguiranno un percorso di formazione ed integrazione nel tessuto economico e sociale della Regione con opportunità anche per le mogli nell’attività dell’assistenza familiare.

Si tratta di una iniziativa da consolidare nel tempo che, oltre a rafforzare il tessuto produttivo punta a contrastare l’abbandono delle campagne e dei piccoli centri dove a pesare è anche il calo delle nascite e l’invecchiamento della popolazione. Si tratta di un progetto di medio – lungo periodo che porterà all’inserimento di migliaia stranieri, a seconda della domanda, con interventi in tre distretti rurali: Sassari, Barbagie e Sarrabus, con l’aiuto di mediatori culturali.

In Kirghizistan – precisa la Coldiretti – è fortemente presente l’attività allevamento con profonde conoscenze dell’attività casearia diffuse competenze soprattutto nella realizzazione di formaggio da latte di pecora ma anche nell’allevamento dei cavalli. Nel Paese sono allevate soprattutto pecore di razza karakul e argali che raggiungono per il maschio adulto sino a 80 chili di peso.

Lo sviluppo del progetto di integrazione sociale dei lavoratori del Kirghizistan in Sardegna è stato possibile grazie alla collaborazione con l’ambasciatore del Kirghizistan in Italia, Taalay Bazarbaev con l’obiettivo di creare opportunità di lavoro stabile e nel pieno rispetto della legalità sia in termini di servizi sociali che per il mondo produttivo, in particolare quello agro-pastorale. L’accordo – spiega la Coldiretti – prevede contratti di apprendistato e poi contratti a tempo indeterminato con la possibilità di occupare le tante case sfitte nei piccoli centri dell’Isola. Una prima selezione verrà fatta inizialmente dal ministero del lavoro kirghizo che preparerà i bandi per l’individuazione di personale per la Sardegna. Il tutto dopo la firma di un protocollo ufficiale tra Coldiretti e il governo kirghiso, naturalmente con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e di quello dell’agricoltura, della sovranità alimentare e foreste.

L’immigrazione legale è un valore per un Paese come l’Italia dove – sottolinea la Coldiretti – un prodotto agricolo su quattro viene raccolto da mani straniere con 358mila lavoratori regolari provenienti da ben 164 Paesi diversi che sono impegnati regolarmente nei campi e nelle stalle fornendo più del 30% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo il Dossier Idos. I lavoratori stranieri occupati in agricoltura – conclude la Coldiretti – sono per la maggior parte provenienti da Romania, Marocco, India e Albania, ma ci sono rappresentanti di un po’ tutte le nazionalità. Si tratta soprattutto di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese spesso stabilendo delle durature relazioni professionali oltre che di amicizia con gli imprenditori agricoli.




Centro Studi Agricoli: I primi dati ufficiali e certi delle produzioni latte ovi caprino in Sardegna

Finalmente si inizia ad avere conoscenza certa delle produzione del latte ovi caprino prodotto in Sardegna, questo grazie al  DM Mipaaf n. 0360338 del 6 agosto 2021 e del DM Mipaaf n. 0359383 del 26 agosto 2021 che obbliga i produttori a fare le dichiarazioni mensili delle produzioni. Ecco che oggi sul Portale SIAN AGEA troviamo i dati delle produzioni del latte prodotto dal comparto Ovicaprino, un risultato storico, afferma Tore Piana , perché sino ad oggi nessuno conosceva con certezza le produzioni che venivano calcolate solamente su ipotesi e non su dati certi. Oggi continua Tore Piana si ha il dato certo delle produzioni e si potrà fare programmazione seria e concreta per guardare al futuro del comparto con maggiori certezze. Oggi conosciamo il dato da Gennaio a Luglio 2023 regolarmente registrato a portale SIAN AGEA per 252 milioni di litri, anche se la campagna di produzione ha inizio dal mese di Ottobre e termina nel mese di Luglio di ciascun anno, se guardiamo la media delle produzioni registrate dal consorzio Pecorino Romano per i mesi da Ottobre a Dicembre, negli ultimi anni, dovremmo ipotizzare di aggiungere circa 15 milioni arrivando così a un totale di 267/268 milioni di litri di latte. Ora vi è la necessità di separare i dati delle produzioni dell’allevamento Ovino da quello Caprino, oggi i dati forniti  dal l SIAN AGEA risultano aggregati,  Se consideriamo di ipotizzare che  si producono in Sardegna circa 20 Milioni  litri di latte Caprino, le produzioni del solo latte ovino si attestano sotto i 250 milioni di litri  per l’annata 2023 ,in calo rispetto alle produzioni del latte Ovini degli anni precedenti, secondo i dati del Consorzio Pecorino Romano, ( che si allegano), questo significa che oggi è in atto in Sardegna,  una  attenta riflessione sul futuro, da parte degli allevatori di ovini ,che deve obbligatoriamente impegnare e mobilitare la politica regionale a salvaguardia dell’importante comparto, come ad esempio inserire l’ovi caprino nell’accesso dei contributi PAC nell’Eco Schema uno titolo 2, oggi inspiegabilmente restato escluso,  conclude Tore Piana Presidente del Centro Studi Agricoli




Centro Studi Agricoli, Tore Piana: Indennizzi agricoltori sardi, pronti 30 milioni da spendere entro il 31 dicembre 2023

Nella riunione di ieri 9 Agosto, convocata dall’Assessore Regionale all’Agricoltura, si è discusso della proposta su come impegnare i 30 milioni per gli indennizzi agli agricoltori, messi a disposizione dalla Regione Sardegna e dall’Assessorato Regionale all’Agricoltura Dr.ssa Valeria Satta, riunione a cui ha partecipato il Presidente del Centro Studi Agricoli/AIC Tore Piana.  Da subito è emerso che la spendita dei 30 milioni a favore delle imprese agricole ha una scadenza che è quella del 31.12.2023, per non incorrere nel rischio di superare la soglia massima prevista sugli aiuti di Stato e rischiare di non poter ricevere gli indennizzi, per numerose aziende agricole Sarde. Come si sa sino al 31 Dicembre 2023 la Unione Europea ha autorizzato la soglia massima degli aiuti di stato in 250 mila euro a causa del conflitto Ucraina, per singola azienda agricola, dal 1 Gennaio 2023 la soglia massima ritorna ai 25 mila euro nel periodo dei 3 anni.  Per rispettare questa data, afferma Tore Piana, vi è la necessità di semplificare e sburocratizzare al massimo le procedure delle domande da parte degli allevatori, ed ecco che nella riunione ci si è soffermati ad analizzare tutte le possibilità per semplificare le procedure, come eliminare ad esempio l’obbligo della firma digitale da parte dell’agricoltore e la predisposizione di un’unica domanda per singola azienda agricola che comprenda tutte le colture. Per rispettare i tempi strettissimi, i bandi per presentare le domande dovranno essere pubblicati nei primi giorni del mese di Settembre. Come si sa la gestione dei 30 milioni e della istruttoria delle domande, è stata affidata all’Agenzia Regionale LAORE, che ha garantito il massimo impegno per rispettare i tempi. Si è discusso anche di come ripartire i 30 milioni di indennizzi fra le varie colture, e l’Assessore Valeria Satta  coadiuvata dal Direttore Generale dell’Assessorato Dott. Agostino Curreli ha ipotizzato una ripartizione fra le varie colture in: carciofo euro 550 a ettaro, pomodoro da industria 550 euro a ettaro, orticoltura in serra euro 9.588 ettaro, pesco euro 747 ettaro, agrumicolo euro 411 a ettaro, viticoltura 319 euro ettaro, olivicolo 233 euro a ettaro, floricoltura in serra euro 9.588 a ettaro, frutta a guscio 187 a ettaro, mais euro 104 ettaro, riso euro 157 ettaro frumento 69 ettaro, apicoltura euro 10,37 a arnia. Come Centro Studi Agricoli abbiamo richiesto un aumento dell’indennizzo sul frumento e l’inserimento delle piante officinali, continua Tore Piana.  Durante la riunione Tore Piana ha anche chiesto all’Assessore quando sarà pubblicato il bando degli indennizzi sul Bovino da Carne, l’unico ancora non indennizzato per la zootecnia, Piana ha ricevuto assicurazione che il bando per la presentazione delle domande sarà pubblicato ai primi del mese di Settembre. Voglio precisare che gli importi possono ancora essere modificati e si è prevista una riunione il prossimo 21 Agosto per definire le osservazioni discusse ed a tale riguardo, sono state richieste osservazioni scritte da parte delle associazioni entro tale data. Esprimiamo il nostro apprezzamento, nei confronti dell’impegno profuso da parte dell’Assessore Valeria Satta, che sta dimostrando nei confronti del  comparto agricolo. Al pari riteniamo che l’operato, in questo caso, dell’Agenzia LAORE e della Direttore Generale dell’assessorato all’agricoltura, sia molto positivo e che vada nella direzione giusta che noi tutti avevamo auspicato, conclude Tore Piana.