AGRUMI, SOCIAL FARMING, SABATO A RIBERA PRIMO SEMINARIO GRATUITO SU GESTIONE ACQUE

Come rendere più efficiente e quali soluzioni offrono le tecniche e le tecnologie moderne per l’uso delle acque irrigue negli agrumeti siciliani? È questo il tema che si propone di affrontare il seminario “La gestione delle acque nella filiera agrumicola siciliana”, che si svolgerà a Ribera (Ag), sabato 24 febbraio dalle ore 10 alle ore 14 nella Sala Convegni ESA – Sopat 75 – in corso Regina Margherita 238.

Si tratta del primo dei nove seminari formativi, gratuiti e aperti a tutti, del progetto “Social Farming. Agricoltura sociale per la filiera agrumicola siciliana 2.0”, realizzato dal Distretto Agrumi di Sicilia e Alta Scuola Arces con il contributo non condizionato di The Coca-Cola Foundation.

L’obiettivo è rafforzare le conoscenze e le competenze degli operatori agricoli relative a metodi e tecnologie innovative per migliorare l’efficienza degli impianti irrigui e salvaguardare la qualità dei corpi idrici. E illustrare possibili soluzioni e analizzare le problematiche, ci saranno relatori di primo piano: Antonino Marco Cancelliere, professore ordinario di Costruzioni Idrauliche e Marittime e Idrologia (ICAR02) al Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura, nell’Università di Catania; Giuseppe Pasciuta, dirigente UOS Agrometeorologia, Ricerca applicata e servizi innovativi Assessorato Reg. Agricoltura e Presidente del Consorzio di tutela dell’arancia di Ribera DOP, Corrado Vigo, libero professionista e Presidente Federazione Regionale degli Ordini dei Dottori Agronomi e Forestali della Sicilia.

Nel corso del seminario saranno trattati nello specifico i seguenti argomenti: sistemi di invaso e distribuzione delle acque ad uso irriguo; il Sistema Informativo Agrometeorologico Siciliano (SIAS); rapporto tra clima e necessità irrigue delle colture agrumicole; la qualità delle acque per l’irrigazione degli agrumeti; moderne tecniche di irrigazione finalizzate all’uso più efficiente delle risorse idriche.




CONFAGRICOLTURA: AGRUMI D’ITALIA, PATRIMONIO AMBIENTALE ED ECONOMICO

«Cosa c’è dietro un agrume? Senza dubbio un paesaggio, un patrimonio ambientale e culturale importante, in grado di essere apprezzato dai cittadini e dai turisti, capace di innescare una spirale positiva, di benessere fisico ed economico.  Ma ci sono anche il lavoro e la passione degli agricoltori. E’ importantissimo promuovere interventi di recupero, manutenzione e salvaguardia degli agrumeti caratteristici per tutelare l’ambiente, difendere il territorio ed il suolo e conservare i paesaggi tradizionali, ma è altrettanto importante salvaguardare le nostre produzioni con una politica economica adeguata». Lo ha sottolineato Gerardo Diana, presidente della federazione nazionale agrumicola di Confagricoltura alla tavola rotonda “Agrumi d’Italia. Mercati e paesaggi” organizzata dal Fai a Milano.

#####

Il settore agrumicolo – osserva Confagricoltura – è una produzione d’eccellenza per l’elevato profilo qualitativo dei suoi prodotti in termini organolettici e nutrizionali. Sessantaduemila aziende producono 2,8 milioni di tonnellate (di cui 1,6 di arance che rappresentano il 57% del paniere agrumicolo) con un valore che sfiora il miliardo di euro. E l’80% del prodotto viene da Calabria e Sicilia.

«Numeri importanti per questo settore – ha spiegato Gerardo Diana – caratterizzato da diversi punti di forza: produzione concentrata in areale ristretto, vocazione produttiva territoriale, forte legame tra territorio e produzioni tipiche (Dop, Igp); elevato profilo qualitativo del prodotto sia in termini organolettici che nutrizionali, elevata professionalità degli imprenditori agricoli, salubrità del prodotto».

#####

Il comparto – rimarca Confagricoltura – deve fare i conti con diversi problemi: la difficoltà ad esportare sui mercati esteri, i pochi limiti che impone l’Europa alle merci in ingresso, creando il rischio di importare fitopatie. Occorre anche un’adeguata politica economica per promuovere la competitività delle nostre imprese.

«Il settore – ha concluso Diana nel suo intervento – è sottoposto ad una forte concorrenza da Paesi con condizioni di produzione spesso molto vantaggiose, costi notevolmente più bassi dei nostri e norme ambientali, di sicurezza e di qualità meno rigorose. I problemi per le nostre imprese si potranno risolvere solo in un’ottica di sistema, attraverso scelte nazionali ed europee che rispettino il principio di precauzione e quello di reciprocità».




AGRUMI, PARTITI PER LA POLONIA I PRIMI TIR COL BRAND RETE DI IMPRESE “PEOPLE OF SICILY

Sono partiti alla volta della Polonia i primi due carichi di agrumi siciliani col brand “People of Sicily”, per un totale di circa 42 tonnellate. E presto ne seguiranno altri. Ad esportarli, grazie ad un accordo siglato con la catena della GDO polacca Biedronka, è l’omonima Rete d’Imprese nata in seguito alla missione di internazionalizzazione promossa dal Distretto Agrumi di Sicilia con l’Istituto del Commercio Estero tra fine 2016 e inizio 2017: prima in Polonia per incontrare i rappresentanti della GDO polacca, poi in Sicilia con l’accoglienza agli operatori polacchi per far loro conoscere i territori di produzione e le nostre eccellenze.

«Per la filiera agrumicola siciliana è un grande risultato, la dimostrazione che l’unione fa la forza soprattutto se si vogliono affrontare i mercati esteri e che le attività messe in campo dal Distretto danno frutti concreti – commenta con soddisfazione Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia -. Sia chiaro che la mission del Distretto non è la commercializzazione, ma la costruzione di opportunità per le imprese aderenti tessendo rapporti, favorendo occasioni di incontro e dialogo con altri mercati, mettendo in campo azioni di comunicazione, incentivando l’aggregazione fra gli operatori della filiera agrumicola siciliana. In tal senso, l’avere favorito la nascita della Rete d’Imprese “People of Sicily” cedendole anche il brand creato e utilizzato dal Distretto per la campagna di comunicazione di Expo 2015, è la dimostrazione di quanto proficua sia stata l’attività messa in campo. Andremo avanti su questa strada per far nascere nuove opportunità, ma va fatto un plauso alle imprese partecipanti alla missione di internazionalizzazione in Polonia per essersi poi mosse autonomamente per chiudere gli accordi che oggi hanno portato ad avviare l’export».

Della Rete d’Impresa “People of Sicily” fanno parte le OP Agrisicilia, Bella Rossa, Le Buone Terre, Rosaria, Rossa di Sicilia e la cooperativa Alba Lemon Bio (per una superficie agrumetata totale di circa 6.000 ettari, dei quali circa 1.800 di produzione IGP, DOP e Bio), tutte affiliate al Distretto Agrumi di Sicilia. «Questo primo importante carico partito alla volta della Polonia – spiega Franco Tumale, presidente della Rete d’Imprese People of Sicily e consigliere cda del Distretto Agrumi di Sicilia – è davvero la prova che insieme si possono raggiungere nuovi e importanti traguardi, arrivare a mercati che prima sembravano molto lontani. Il supporto del Distretto in questo è stato fondamentale e ci auguriamo che missioni di internazionalizzazione, proficue come quella in Polonia, possano essere nuovamente riproposte anche su altri mercati».




AGRUMI, DISTRETTO LANCIA CALL FOR IDEAS PER PUNTARE SU INNOVAZIONE FILIERA

I giovani come risorsa, le idee come valore aggiunto per il futuro degli agrumi siciliani e italiani. Il Distretto Agrumi di Sicilia ha appena lanciato la call “Agrorà Innovation” per “scovare” idee e progetti d’impresa innovativi per la filiera agrumicola. Il bando si è appena aperto e c’è tempo per fare “application” sino al 31 marzo.

Si tratta di una delle iniziative che fanno parte dell’edizione 2.0 del progetto “Social Farming. Agricoltura sociale per la filiera agrumicola siciliana“, realizzato dal Distretto Agrumi di Sicilia e Alta Scuola ARCES, con il contributo non condizionato di The Coca-Cola Foundation e volto a favorire l’inclusione sociale dei soggetti più svantaggiati sul mercato del lavoro: giovani, donne, migranti e disoccupati in primis, ma anche ricercatori precari e aspiranti imprenditori. «Quest’anno vogliamo puntare anche sull’innovazione  chiamando a raccolta idee e progetti che possano accrescere la competitività del comparto e favorire l’ingresso di nuova imprenditoria nella filiera agrumicola», spiega Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia. Una spinta all’innovazione della filiera, dunque, come mai era stato fatto prima, per la quale il Distretto si avvarrà del supporto operativo di Confcooperative Sicilia, COF&P (Centro Orientamento, Formazione & Placement) dell’Università di Catania e Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali dell’Università di Palermo, tutti sottoscrittori e/o partner del Patto di Sviluppo del Distretto.

#####

La call for ideas “Agrorà Innovation” vuole individuare idee e progetti che favoriscano innovazione di prodotto, di processo e di commercializzazione nell’ambito della filiera agrumicola (dalla terra al consumo del prodotto fresco o trasformato sino al riutilizzo degli scarti di lavorazione e alla multifunzionalità dell’impresa agricola). L’obiettivo generale è innovare il settore, individuare nuove opportunità per la produzione, valorizzare il territorio coltivato ad agrumi, favorendo un’idea di impresa “sociale” che viene dal basso e impiega tecnici e professionisti del settore e/o soggetti svantaggiati sul mercato del lavoro (giovani, donne, immigrati, disoccupati), trovare potenziali investitori anche tra le imprese della filiera agrumicola.

#####

Per la call sono stati definiti cinque ambiti – emersi da una analisi delle esigenze della filiera agrumicola – in cui chiamare a raccolta nuove idee e progetti di impresa: Produzione e coltivazione; Conservazione con metodologie sostenibili (finalizzata alla commercializzazione anche verso l’estero); Valorizzazione e commercializzazione dei prodotti della filiera (fresco e/o trasformato); Valorizzazione del territorio agrumetato (turismo rurale, etc..); Reimpiego scarti di produzione.

Le modalità e il form di partecipazione sono disponibili nell’apposita sezione del sito agrora.distrettoagrumidisicilia.it, nato per favorire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro nella filiera agrumicola.  La prima fase della call si chiuderà il 31 marzo. Poi una giuria tecnica valuterà i progetti pervenuti, quindi selezionerà le migliori due idee per ciascun ambito. I selezionati saranno quindi invitati a presentare più in dettaglio le loro proposte davanti a una platea di aziende e potenziali investitori del comparto, il 31 maggio 2018. In quella data saranno decretati i vincitori, che saranno accompagnati alla progettazione definitiva per la ricerca di fonti di finanziamento e investimenti.




TAVOLO AGRUMI: INCONTRO TRA CONFAGRICOLTURA E MIPAAF PRESSO REGIONE SICILIA

Qualche spiraglio di luce sembra aprirsi sul versante della crisi agrumicola”. E’ questo il parere espresso dai rappresentanti di Confagricoltura regionale a conclusione del tavolo tecnico sull’agrumicoltura che si è riunito, per la seconda volta a Palermo, presso la Presidenza della Regione Siciliana.

Secondo il presidente Ettore Pottino è significativo il fatto che il presidente della Regione, Nello Musumeci sia sceso personalmente in campo per la soluzione di un problema che si trascina da diverso tempo e che ciclicamente, anche a causa di eventi atmosferici avversi, mostra in modo drammatico tutte le sue fragilità.

“L’altra novità – gli fa eco Gerardo Diana, presidente nazionale della Federazione Agrumicola di Confagricoltura – è che finalmente sembra essersi rafforzata quella sinergia tra governo nazionale e regionale per non disperdere le poche risorse disponibili a favore del settore”.

Nei prossimi giorni è infatti prevista una nuova riunione regionale per la definizione delle iniziative da realizzare utilizzando gli strumenti messi in campo nell’ultima finanziaria nazionale.

“Speriamo – ha aggiunto Diana – che dalla Sicilia venga finalmente la spinta decisiva per la definizione del Piano Agrumicolo Nazionale di cui la nostra Regione ha un grande bisogno, specialmente per avviare quel processo di riconversione varietale necessario per contrastare la grave emergenza provocata dal virus della tristeza”.




LAVORO NERO, CENSIS-CONFCOOPERATIVE: IL RECORD A QUOTA 3,3 MLN LAVORATORI E’ TRA LE MURA DOMESTICHE (CONTRO 100MILA DELLE FALSE COOPERATIVE

Più lavoro nero, così il sommerso ha fatto cassa con la crisi: oltre 3,3 milioni i lavoratori vessati in tutti i settori produttivi del Paese. Maglia nera a Calabria, Campania e Sicilia»

Più lavoro nero. È così che in Italia l’economia sommersa ha sfruttato la crisi cambiando gli equilibri delle sue variabili principali stringendo la sua morsa sulla parte più esposta e meno difesa: i lavoratori che a causa della difficoltà hanno accettato un lavoro a ogni costo. Nel periodo 2012-2015 (ultimi dati disponibili), mentre l’occupazione regolare si è ridotta del 2,1%, l’occupazione irregolare è aumentata del 6,3%, portando cosi a oltre 3,3 milioni i lavoratori che vivono in questo cono d’ombra non monitorato.

«Attraverso questo focus – dice Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative – denunciamo ancora una volta e diciamo basta a chi ottiene vantaggio competitivo attraverso il taglio irregolare del costo del lavoro che vuol dire diritti negati e lavoratori sfruttati. Se le false cooperative sfruttano oltre 100.000 lavoratori, qui fotografiamo un’area grigia molto più ampia che interessa le tantissime false imprese di tutti settori produttivi che offrono lavoro irregolare e sommerso a oltre 3,3 milioni di persone».

La crisi ha prodotto un abbassamento della soglia di continuità, permanenza e stabilità del reddito e del lavoro che per molti si è tradotto in una rincorsa affannosa a “un lavoro a ogni costo”, all’accettazione di condizioni lavorative peggiorative e, nello stesso tempo, alla diffusione di comportamenti opportunistici che hanno alimentato l’area dell’irregolarità nei rapporti di lavoro, l’evasione fiscale e contributiva, il riemergere di fenomeni di sfruttamento del lavoro.

La metà dei disoccupati della crisi risucchiati nell’illegalità Nel periodo 2012-2015 mentre nell’economia regolare venivano cancellati 462 mila posti di lavoro (260mila riconducibili a lavoro svolto alle dipendenze e 202mila nell’ambito del lavoro indipendente), la schiera di chi era occupato illegalmente cresceva di 200 mila unità, arrivando a superare quota 3,3milioni. All’espansione del lavoro non normato ha contribuito in maniera prevalente l’occupazione dipendente (+7,4%), mentre sul fronte dell’occupazione regolare è la componente indipendente che, in termini relativi, ha subito un maggiore ridimensionamento (-3,7%).

Lavoro domestico, alle famiglie il record del nero, tra le mura domestiche irregolari 6 su 10. La graduatoria delle attività a più ampio utilizzo di lavoro sommerso vede ai primi posti quelle legate all’impiego di personale domestico da parte delle famiglie, secondo un tasso di irregolarità – dato dal rapporto fra occupati irregolari e il totale degli occupati – che sfiora ormai il 60% (quasi quattro punti in più nel 2015 rispetto al 2012, tab. 2). «Va fatta una distinzione tra i livelli di irregolarità di una badante e quella di un lavoratore sfruttato nei campi o nei cantieri o nel facchinaggio. Il primo – aggiunge Maurizio Gardini – seppur in un contesto di irregolarità, fotografa le difficoltà delle famiglie nell’assistere un anziano, un disabile o un minore. Le famiglie evadono per necessità. Negli altri casi si tratta di sfruttamento dei lavoratori che nasce solo per moltiplicare i profitti e mettere fuori gioco le tantissime imprese che competono correttamente sul mercato».

 

pos. Attività economica 2012 2015 Diff. ass. 2012-2015
1 Attività delle famiglie come datori di lavoro per personale domestico 54,6 58,3 3,7
2 Agricoltura, silvicoltura e pesca 21,9 23,4 1,5
3 Attività artistiche, di intrattenimento e divertimento, e altre attività di servizi 22,1 22,7 0,5
4 Servizi di alloggio e di ristorazione 16,3 17,7 1,4
5 Costruzioni 14,7 16,1 1,4
6 Trasporti e magazzinaggio 10,3 10,6 0,3
7 Commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli e motocicli 9,2 10,3 1,1
8 Industrie tessili, confezione di articoli di abbigliamento e di articoli in pelle e simili 9,0 9,0 0,1
9 Attività immobiliari, attività professionali, scientifiche e tecniche, attività amministrative e di servizi di supporto 8,5 9,0 0,5
10 Industria estrattiva 8,6 8,9 0,3
11 0,6
  0,9

Fonte: elaborazione Censis su dati Istat

A seguire, ma con tassi più che dimezzati, è nell’ambito delle attività agricole e del terziario che permane uno stock di occupati non regolari: nel primo caso il tasso è del 23,4%, mentre nel secondo caso – e nello specifico delle attività artistiche, di intrattenimento e di altri servizi – risulta di poco inferiore (22,7%). Piuttosto elevata la quota di irregolari nel settore alloggi e ristorazione, con il 17,7%, e nelle costruzioni (16,1%).

Più contenuti rispetto alla media riferita al totale delle attività economiche (13,5%), ma in ogni caso in crescita nel 2015 rispetto al 2012, i valori relativi a trasporti e magazzinaggio (10,6%), al commercio (10,3%).

Calabria, Campania, Puglia e Sicilia le regioni “sommerse”

Sul piano territoriale, e riguardo all’incidenza del lavoro irregolare sul valore aggiunto regionale, Calabria e Campania registrano le percentuali più alte (rispettivamente il 9,9% e l’8,8%), seguite da Sicilia (8,1%), Puglia (7,6%), Sardegna e Molise (entrambe con il 7,0%).




EURISPES, SUPERFICIE BIO AUMENTA DEL 20% IN UN ANNO. PUGLIA, CALABRIA E SICILIA DETENGONO IL 46% DEL TOTALE NAZIONALE

BIOLOGICOItaliani ‘bioappassionati’. Secondo quanto emerge dal Rapporto Italia dell’Eurispes, il 78% delle famiglie italiane ha acquistato nell’ultimo anno un prodotto biologico. Sei italiani su 10 sono utenti abituali, ovvero consumano alimenti bio almeno una volta a settimana. Un terzo può essere coonsiderato bio affezionato. Dalla tavola alla cosmesi ai prodotti per l’infanzia, il biologico fa ormai parte della quotidianità di molti italiani. Il settore più noto del bio è certamente  quello agricolo e alimentare. All’inizio del 2017 le terre coltivate con metodo bio in Italia sono aumentate del 20,4 per cento rispetto all’anno precedente arrivando ad occupare 1.796.363 ettari. In un anno sopno stati convertiti al biologico 300mila ettari coltivati a foraggio pascoli, cereali, olivo. Il Sud detiene il primato con la Sicilia in resta seguita da Puglia e Calabria. Da sole queste tre regioni detengono quasi la metò 46% dell’intera superficie biologica nazioanle.




AGRUMI: AL VIA PROGETTO SOCIAL FARMING 2.0 E CONCORSO PER IDEE D’IMPRESA INNOVATIVE

 

Corsi e seminari di formazione finalizzati all’inclusione sociale dei soggetti deboli sul mercato del lavoro e ad accrescere le competenze degli operatori della filiera agrumicola; il potenziamento della piattaforma Agrorà per favorire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro; una call for ideas per progetti d’impresa innovativi nella filiera agrumicola: prende il via la versione 2.0 del progetto “Social Farming. Agricoltura Sociale per la filiera agrumicola siciliana”, promosso da Distretto Agrumi di Sicilia e Alta Scuola Arces con il contributo non condizionato di The Coca-Cola Foundation e presentato oggi nell’Aula Magna della Città della Scienza di Catania. Come nella precedente edizione, cuore del progetto Social Farming sono i percorsi formativi, suddivisi in corsi e seminari, rivolti a chi è meno avvantaggiato nell’accesso al mercato del lavoro (giovani, donne, disoccupati, migranti) e al contempo anche a imprenditori agricoli, tecnici (agronomi, periti agrari, agrotecnici), gestori di OO.PP. (Organizzazioni dei Produttori). I CORSI sono cinque, tutti gratuiti, della durata di 80 ore (40 in d’aula e 40 di pratica in azienda) e hanno la finalità di creare professionalità specializzate per la filiera agrumicola siciliana; a ciascun corso possono partecipare 15 allievi in presenza e 50 allievi attraverso piattaforma webinar (solo per le lezioni teoriche). I SEMINARI sono invece nove: a ognuno possono accedere 30 partecipanti in presenza e 25 attraverso piattaforma webinar. Per tutti i corsi e seminari verranno riconosciuti i crediti formativi mediante partenariato con la federazione dei Dottori Agronomi e Forestali della Regione Sicilia.

#####

IL POTENZIAMENTO DELLA PIATTAFORMA “AGRORÀ” E LA CALL FOR IDEAS “AGRORÀ INNOVATION”. La piattaforma di incontro fra domanda e offerta di lavoro “Agrorà” (www.agrora.distrettoagrumidisicilia.it), realizzata al termine della precedente edizione di Social Farming, si arricchisce di nuove funzionalità: le aziende potranno inserire le proprie ricerche di personale e nasce una sezione dedicata all’auto-imprenditorialità in agricoltura, con una guida a tutte le opportunità e agli incentivi esistenti per avviare una nuova impresa agricola. Novità di quest’anno, che arricchirà ulteriormente il portale, è la call for ideas “Agrorà Innovation”, per individuare idee e progetti che favoriscano innovazione di prodotto, di processo e di commercializzazione nell’ambito della filiera agrumicola. L’obiettivo generale è innovare il settore, individuare nuove opportunità per la produzione, valorizzare il territorio coltivato ad agrumi, favorire un’idea di impresa “sociale”.  Agrorà Innovation è realizzata nell’ambito di Social Farming 2.0 con il supporto operativo di Confcooperative Sicilia, COF&P (Centro Orientamento, Formazione & Placement) dell’Università di Catania e Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali dell’Università di Palermo, in quanto sottoscrittori e/o partner del Patto di Sviluppo del Distretto Agrumi di Sicilia.

#####

“La versione 2.0 del progetto “Social Farming” – sottolinea Federica Argentati, Presidente del Distretto Agrumi di Sicilia – punta a consolidare quanto fatto l’anno scorso e, al contempo, fornire nuove opportunità alla filiera agrumicola siciliana. Posto che le attività di formazione previste proseguono nel solco di unire le esigenze di personale specializzato del comparto agrumicolo a quelle della coesione sociale, vogliamo puntare sull’innovazione, chiamando a raccolta idee e progetti che possano accrescere la competitività del comparto e favorire l’ingresso di nuova imprenditoria nella filiera agrumicola. Infine, l’accento sulla certificazione etica è uno step ulteriore del Distretto nel perseguire l’aggregazione all’interno del comparto, elemento fondamentale per il suo sviluppo e la sua crescita. Per la realizzazione del Progetto Social Farming 2.0 saranno punti di riferimento le imprese socie e i partner, i Consorzi di tutela Dop e Igp delle produzioni agrumicola siciliane (Arancia di Ribera Dop, Arancia Rossa di Sicilia Igp, Limone di Siracusa Igp, Limone Interdonato Igp), le associazioni e i consorzi di produzioni in attesa di riconoscimento (Mandarino Tardivo di Ciaculli e Limone dell’Etna), il mondo dell’agrumicoltura biologica e quello della multifunzionalità e del turismo relazionale integrato (Gusto di Campagna e GAL), la Federazione dell’Ordine degli Agronomi e Forestali della Sicilia, il mondo della ricerca scientifica e delle organizzazioni di categoria (Cia, Confagricoltura e Confcooperative Sicilia) partner del Distretto Agrumi di Sicilia”.

#####

“In linea con gli obiettivi della Strategia Europa 2020 – evidenzia Giuseppe Rallo, Direttore Alta Scuola ARCES -, le attività formative promosse da Social Farming 2.0 rispondono a specifiche esigenze professionali che il comparto agrumicolo ritiene indispensabili per attuare una crescita innovativa, intelligente e sostenibile. La scelta di mettere in campo i servizi per il lavoro attraverso il portaleAgrorà intende scongiurare il mismacht tra lavoratori e operatori economici e valorizzare le eccellenze che la nostra terra riesce ad offrire. Abbiamo ritenuto necessario integrare le attività formative con i servizi di orientamento e accompagnamento al lavoro per supportare tutti gli allievi verso la definizione di un percorso professionale che possa offrire loro concrete possibilità di lavoro o autoimpiego”.

#####

“The Coca-Cola Foundation – afferma Cristina Broch, Direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali Coca-Cola Italia –  crede fortemente in Social Farming e la scelta di sostenerlo anche per la seconda edizione ne è la prova. Siamo convinti che l’inclusione sociale passi anche attraverso la creazione di nuove opportunità di formazione e di lavoro, affinché tutti possano trovare il proprio ruolo all’interno della comunità, e da sempre promuoviamo iniziative e progetti che valorizzino e diano nuovi impulsi ai territori in cui siamo presenti. Il sostegno a Social Farming 2.0 è inoltre un’occasione per ribadire e rinnovare il legame di Coca-Cola con l’Italia: un legame tutto speciale, visto che proprio qui è nata Fanta, un prodotto il cui succo è 100% italiano”.

 

 

 

 




AGRUMI, DISTRETTO AGRUMI PRESENTA “SOCIAL FARMING 2.0

Una nuova edizione di corsi e seminari di formazione finalizzati all’inclusione sociale e ad accrescere le competenze degli operatori della filiera agrumicola, il potenziamento della piattaforma Agrorà per favorire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro, una call for ideas, “Agrorà Innovation”, per progetti d’impresa innovativi nella filiera agrumicola,

E’ quanto prevede la versione 2.0 del progetto “Social Farming. Agricoltura Sociale per la filiera agrumicola siciliana”, promosso da Distretto Agrumi di Sicilia e Alta Scuola ARCES con il contributo non condizionato di The Coca-Cola Foundation, che sarà presentato oggi alle ore 10, nel corso di una conferenza stampa nell’Auditorium della Città della Scienza dell’Università degli Studi di Catania, in via Simeto (zona Stazione Centrale).

Interverranno:
Federica Argentati, Presidente del Distretto Agrumi di Sicilia

Giuseppe Rallo, Direttore dell’Alta Scuola Arces

Cristina Broch, Direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali Coca-Cola Italia

Modera Martino Ragusa, Consulente gastronomo “Linea Verde”, RAI




AGRUMI, 30 GENNAIO A CATANIA PRESENTAZIONE “SOCIAL FARMING 2.0” 

Una nuova edizione di corsi e seminari di formazione finalizzati all’inclusione sociale e ad accrescere le competenze degli operatori della filiera agrumicola, il potenziamento della piattaforma Agrorà per favorire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro, una call for ideas, “Agrorà Innovation”, per progetti d’impresa innovativi nella filiera agrumicola, E’ quanto prevede la versione 2.0 del progetto “Social Farming. Agricoltura Sociale per la filiera agrumicola siciliana”, promosso da Distretto Agrumi di Sicilia e Alta Scuola ARCES con il contributo non condizionato di The Coca-Cola Foundation, che sarà presentato martedì 30 gennaio, alle ore 10, nel corso di una conferenza stampa nell’Auditorium della Città della Scienza dell’Università degli Studi di Catania. Interverranno:  Federica Argentati, Presidente del Distretto Agrumi di Sicilia; Giuseppe Rallo, Direttore dell’Alta Scuola Arces; Cristina Broch, Direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali Coca-Cola Italia. Modera Martino Ragusa, Consulente gastronomo “Linea Verde”, RAI

 

 

 

 

 




AGRUMI, DISTRETTO: FILIERA IN GRANDE DIFFICOLTA’, SINDACATI CGIL, CiSL E UIL CHIEDANO SOLUZIONI

Non c’è più tempo da perdere, il comparto agrumicolo è in grande sofferenza e bisogna agire subito. Il Distretto Agrumi di Sicilia, con Cia e Confagricoltura, chiede ai sindacati regionali di categoria Cgil, Cisl e Uil  di interessarsi immediatamente e attivare una interlocuzione politica su scala regionale e nazionale al fine di ottenere provvedimenti che consentano di far valere la nostra condizione di insularità e permettano di abbassare i costi della logistica, dell’energia e quelli del lavoro, per ciò che concerne gli oneri sociali.

«I danni causati da una prolungatissima siccità – spiega Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia – insieme con un costo degli oneri sociali sul lavoro divenuto insostenibile rispetto ai principali e agguerritissimi competitor esteri e una normativa che non ci tutela neanche sul fronte delle barriere fitosanitarie rispetto ai prodotti importati dall’estero, stanno mettendo in ginocchio l’intero comparto, dalla produzione alla commercializzazione. Bisogna fare presto – aggiunge Argentati – e trovare urgentemente delle soluzioni, perché in queste condizioni non è più possibile una gestione economicamente redditizia delle imprese della filiera agrumicola. Chiediamo ai tre principali sindacati regionali di farsi carico di questo grido di allarme che viene da tutta la filiera agrumicola, un comparto che, se messo in grado di competere,  può rappresentare un valore aggiunto per tutta la nostra economia».




AGRUMI, OLIVERIO, PD: BENE TAVOLO MIPAAF

Piena soddisfazione per la riunione, presso il Ministero delle politiche agricole, del tavolo del settore agrumicolo presieduto dal Sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole Giuseppe Castiglione e al quale ha partecipato il Capo di Gabinetto del MIPAAF Ferdinando Ferrara.
La riunione è stata promossa per affrontare con strumenti operativi la crisi del comparto, al fine di restituire competitività al comparto agrumicolo, da tempo in gravi difficoltà e di dare maggiore prospettive alla filiera agrumicola.
Ed è proprio per affrontare le annose difficoltà del settore, attraverso il ripristino del potenziale produttivo e il rinnovo varietale, che in sede di approvazione della Legge di Stabilità 2018, ho presentato un emendamento, elaborato con gli amici della Coldiretti, per assegnare ben 10 milioni di euro al Fondo Agrumicolo.
Ed è grazie anche a questo che oggi si sono potute definire alcune importanti azioni prioritarie, quali:
– Misure di emergenza: ritiro dal mercato da parte del Mipaaf, di 4500 tonnellate di arance e distribuzione agli indigenti;
– Ripristino del potenziale produttivo e rinnovo varietale al fine di supportare una strategia di ripristino del potenziale produttivo degli agrumeti colpiti dal virus Tristeza.
Messa a disposizione di piante indenni per realizzare il piano annuale di riconversione programmato, attraverso un investimento diretto del CREA;
– realizzazione del Catasto agrumicolo nazionale.
Il Fondo agrumicolo’ con una dotazione di 10 milioni di euro, realizzato per la grande determinazione del Capo di Gabinetto Ferrara, è finalizzato ad incentivare l’aggregazione, gli accordi di filiera, l’internazionalizzazione, la competitività e la produzione di qualità.
Finalmente per il settore Agrumicolo, particolarmente abbandonato dalla politica economica agraria negli anni passati, si prospettano misure importanti e reali, capaci di sostenere la filiera e rilanciarla. Il Partito Democratico, anche per il futuro, così come ha fatto in questa legislatura, sarà attento a verificare i risultati e a studiare nuove misure a sostegno della filiera Agrumicola per renderla sempre più competitiva.




TAVOLO AGRUMI, CONFAGRICOLTURA: “RISPOSTE PARZIALI PER UNA CRISI DEVASTANTE CHE HA BISOGNO DI CONGRUI INTERVENTI STRUTTURALI E CONTINGENTI”

“Il settore agrumicolo, che sta vivendo una crisi devastante con quotazioni in forte e continua flessione, con la plv di settore che registra -30% e con problematiche fitosanitarie, ha bisogno di un piano di intervento forte ed incisivo, in grado di promuovere e concentrare l’offerta di agrumi italiani e di sostenere la riduzione dei costi di produzione (ad esempio per quelli di irrigazione e per le forniture di elettricità)”. Lo sottolinea Gerardo Diana, presidente della Federazione nazionale di Prodotto di Confagricoltura, in relazione alla riunione del tavolo nazionale di settore indetto dal ministero delle Politiche agricole.

Gli interventi contingenti annunciati al tavolo, per dare un sostegno immediato e congruo alle imprese agrumicole in gravissima difficoltà (come il ritiro di 4500 tonnellate di agrumi, in gran parte tutto ancora da definire, e il piano di comunicazione e promozione al consumo), ad avviso di Diana, sono assolutamente insoddisfacenti. Per non parlare delle risorse disponibili che per quest’anno ammontano a soli 2 milioni di euro. Troppo poco per le criticità con le quali si confrontano gli operatori in questa difficile campagna.

“Servono poi interventi strutturali diretti al rinnovamento degli impianti produttivi e vanno fronteggiati i problemi legati alle fitopatie e al Citrus  Tristeza Virus (CTV) – pone in evidenza il rappresentante di Confagricoltura -. In tal senso, ad esempio, avevamo proposto un fondo di garanzia Ismea per il preammortamento (di durata di quattro anni) per i reimpianti. E sarà fondamentale dar vita ad azioni a livello interprofessionale per definire la programmazione della produzione, nell’interesse dell’intera filiera”.

 

 




AGRUMI: COPAGRI: BENE LE INTENZIONI, MA NON BASTA

La crisi di mercato che colpisce gli agrumi rischia di diventare strutturale. Nel corso dell’incontro del tavolo di Agrumicolo presso il Mipaaf sono state messe in evidenza alcune delle problematiche più urgenti da affrontare, prima delle quali la grande quantità di prodotto di ridotta pezzatura che, anche a causa di una annata straordinariamente calda e siccitosa, rischia di restare sulle piante. La parte industriale continua a non offrire prezzi che portino reddito ai produttori.

#####

Deve essere apprezzato lo sforzo compiuto dal Ministero che prevede il ritiro di 500 tonnellate di prodotto e la predisposizione di bandi di distribuzione agli indigenti ma, va rilevato che tali misure rischiano di arrivare tardi se non si agisce con la massima tempestività. Per quanto riguarda le risorse da destinare ad azioni strutturali, i due milioni previsti sono pochi. Occorre quindi rilanciare la trattativa con la parte industriale per consentire un prezzo del prodotto destinato alla trasformazione che sia remunerativo e che valorizzi la elevata qualità degli agrumi italiani rispetto a quello importato, ma soprattutto è fondamentale dare gambe al Piano di settore attraverso il quale iniziare un processo di rinnovamento dell’agrumicoltura italiana che non è più procrastinabile.

 




AGRUMI, ALLEANZA COOPERATIVE: BENE IMPEGNO E MISURE STABILITE DA MIPAAF

L’Alleanza delle cooperative Agroalimentari esprime apprezzamento per gli esiti del tavolo agrumicolo presieduto dal Sottosegretario Giuseppe Castiglione svoltosi ieri al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, in particolare per il giusto approccio con cui sono state individuate sia alcune proposte operative nell’immediato per cercare di fronteggiare la crisi, sia le misure a breve e medio termine che sono indispensabili per affrontare con efficacia un rilancio complessivo del comparto.

La trasformazione e successiva distribuzione di succhi di arancia agli indigenti è “una misura che, attuata con la massima urgenza, potrebbe aiutare in qualche modo a tonificare il mercato che, a causa dei noti fattori climatici, è attualmente caratterizzato dalla presenza di frutti di piccolo calibro non idonei ad una valorizzazione nel mercato del fresco se non a scapito della redditività dei produttori”.

#####

Per quanto riguarda la realizzazione del catasto e del successivo programma di rinnovo varietale, l’Alleanza auspica che si riesca, attraverso l’approccio integrato tra Ministero e Regioni – finalizzato a reperire nella misura più ampia possibile le risorse disponibili a vari livelli – ad assicurare la migliore attuazione del piano di riconversione da tutti sollecitato.

Particolare apprezzamento viene espresso dall’Alleanza per l’impegno annunciato dal Mipaaf per favorire un incremento dell’export agrumicolo attraverso un rafforzamento delle attività per l’apertura di nuovi mercati.  Sarà essenziale anche una forte collaborazione e una attività di lobbying comune tra l’Italia e gli altri principali Paesi Produttori europei per difendere il settore dalle importazioni dai Paesi Terzi all’interno degli accordi di libero scambio, assicurando anche a livello nazionale l’obbligatorietà dell’indicazione di origine dei succhi trasformati a base di agrumi e maggiori controlli fitosanitari per evitare l’introduzione di organismi nocivi.

Positivo infine che l’istituzione del Fondo agrumicolo con uno stanziamento di 10 milioni di euro nella Legge di bilancio possa esser utilizzato anche per incentivare una più forte aggregazione ed organizzazione del comparto che sul piano commerciale resta la leva prioritaria e strutturale per assicurare ai produttori agrumicoli attraverso le Organizzazioni dei produttori una maggiore competitività sui mercati.