Agricoltura06/03/2023 17:21

Stagionali, Battista (Copagri): fondamentale manodopera qualificata. Occorre formazione in azienda e vincolo di due anni

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“In agricoltura il fabbisogno di manodopera dipende sempre dalle annate perché, diversamente dall’industria, non c’è la certezza della produzione. Ad esempio in caso di eventi calamitosi questo fabbisogno di manodopera può anche ridursi. Speriamo e crediamo che quest’annata agricola sarà migliore della precedente, il 2022 con l’aumento dei prezzi è stato difatti molto difficile per il settore. Abbiamo però sempre il problema del riconoscimento del prezzo del prodotto, dobbiamo cercare di invertire la rotta."

Così ad AGRICOLAE il presidente di Copagri Tommaso Battista in merito alla necessita di manodopera nel settore primario e all'annata agricola 2023.

"Abbiamo intrapreso il tavolo sull’olio extravergine d’oliva col sottosegretario La Pietra, qui si prevede un’annata di carico, dunque molto interessante al netto delle calamità. Così anche per l’ortofrutta, abbiamo avuto un incontro col sottosegretario D’Eramo e qui il problema è legato ad esempio al prezzo dell’uva da tavola, specie per Puglia e Sicilia. Se parliamo di produzione abbiamo però di fronte una annata buona sia dal punto di vista della quantità che della qualità. Se manteniamo i livelli standard avremo perciò bisogno di manodopera.

Serve però, in merito ai prezzi, strutturarci meglio con aggregazione e promozione in paesi dove ancora non è arrivato il nostro prodotto per ottenere risultati e prezzi migliori.

Sulla manodopera e il decreto flussi. È vero che quest’anno c’è una semplificazione che ha accorciato i tempi per il rilascio dei permessi di soggiorno però bisogna migliorare questo aspetto. Stiamo insistendo molto, come Copagri, sul tema della formazione dei lavoratori. Ci occorre manodopera qualificata e specializzata, per questo abbiamo presentato una richiesta con dei progetti al Governo in modo che ci sia data la possibilità, da quando ottengono il permesso di soggiorno, di poter formare i lavoratori presso le nostre aziende. Ci dovrebbe però essere un vincolo affinché rimangano in agricoltura per un periodo minimo di due anni. Serve dunque questa progettazione di ampio respiro, per noi è fondamentale.”

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