Interviste07/03/2023 11:03

Stagionali, Prandini: aprire due finestre per un totale di almeno 100mila unità. Impiegare anche disoccupati e chi oggi percepisce reddito di cittadinanza

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"Il Decreto flussi è di fondamentale importanza", spiega ad AGRICOLAE il presidente di Coldiretti Ettore Prandini "prendendo atto di quello che non ha funzionato negli ultimi anni" e delle difficoltà cui si è andati incontro con i corridoi chiusi e le lentezze che ci sono state nel 2022 per quanto riguarda le aperture necessarie per le imprese. Lentezze, spiega Prandini, che hanno portato beneficio agli altri paesi "mentre i nostri comparti hanno pagato uno scotto rilevante". Con il prodotto disponibile in campo che non è stato raccolto interamente.
 
"Il lavoro con i ministri Lollobrigida e Calderone si è attivato fin dalle prime battute dell'Esecutivo", prosegue il presidente Coldiretti. "Il ruolo centrale lo ha il ministro degli Interni ma la proposta che la Coldiretti mette in campo è quella di avere delle aperture differenziate nell'arco dell'intero anno. Una prima finestra per circa 40 mila persone e una seconda finestra successiva che non può essere inferiore alla prima in termini di volumi. L'Italia ha bisogno - per quanto riguarda l'agricoltura - di 100mila unità per soddisfare le esigenze del comparto Primario".
 
Il presidente Coldiretti ricorda come, oltre al decreto flussi, "siamo riusciti grazie a un lavoro importante con il ministro Calderone a prevedere meno burocrazia e meno costi con la possibilità di impiegare in agricoltura anche pensionati, giovani, disoccupati e coloro che oggi percepiscono il reddito di cittadinanza. L'intento - conclude - è quello di continuare a lavorare per dare risposte concrete e nei giusti tempi alle imprese".

Secondo quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Idos in riferimento al click day che scatta il 27 marzo 2023 per l’arrivo in Italia dei lavoratori extracomunitari previsti dal decreto flussi con il nuovo Dpcm (Decreto del presidente del Consiglio dei ministri), in Italia un prodotto agricolo su quattro viene raccolto da mani straniere con 358mila lavoratori regolari provenienti da ben 164 Paesi diversi che sono impegnati nei campi e nelle stalle fornendo più del 30% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore.

I lavoratori stranieri occupati in agricoltura – sottolinea la Coldiretti – sono per la maggior parte provenienti da Romania, Marocco, India e Albania, ma ci sono rappresentanti di un po’ tutte le nazionalità. Si tratta soprattutto di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese spesso stabilendo delle durature relazioni professionali oltre che di amicizia con gli imprenditori agricoli.

Sono molti i “distretti agricoli” dove i lavoratori immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso – spiega la Coldiretti – della raccolta delle fragole nel Veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte fino agli allevamenti da latte in Lombardia dove a svolgere l’attività di bergamini sono soprattutto gli indiani. Settori che lo scorso anno sono andati in difficoltà per colmare la mancanza di manodopera che ha duramente colpito le campagne con la perdita rilevante dei raccolti agricoli nazionali anche – rileva la Coldiretti – per le difficoltà agli spostamenti dei lavoratori alle frontiere per effetto della pandemia.

Il nuovo Dpcm di programmazione transitoria dei flussi stabilisce 82.705 ingressi, in aumento rispetto ai 69.700 dell’anno precedente ma le quote per lavoro stagionale, attese principalmente nelle campagne, ammontano a 44.000 unità (contro le 42.000 dello scorso anno) delle quali 1.500 riservate alle nuove richieste di nullaosta stagionale pluriennale, ingressi che di fatto consentono all’impresa negli anni successivi di non essere vincolata ai termini di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Dpcm per avere accesso all’autorizzazione.

La vera ed importante novità di questo decreto è la riconferma – continua la Coldiretti – del rilascio di quote stagionali di ingresso riservate alle Associazioni di categoria per i propri associati nella misura di 22.000 unità (erano 14.000 l’anno prima), a dimostrazione del fatto che i tempi sono maturi per rendere strutturale la norma sperimentale introdotta dal decreto semplificazione (Dl 73/2022), sostenuta dalla Coldiretti. Le richieste presentate dalle organizzazioni professionali dei datori di lavoro, che avranno priorità sulla generalità delle istanze, saranno preventivamente verificate dalle organizzazioni professionali stesse che – evidenzia Coldiretti – assumono anche l’impegno a sovraintendere alla conclusione del procedimento di assunzione dei lavoratori, di fatto accelerando l’intero iter della procedura d’ingresso.

Il nuovo Decreto – conclude la Coldiretti – sarà anche l’occasione per sperimentare il superamento del nullaosta, sostituito da una comunicazione allo sportello unico per l’immigrazione da parte del datore di lavoro contenente la proposta di contratto di soggiorno per lavoro subordinato, che verrà immediatamente trasmesso all’ambasciata italiana all’estero per più tempestivo rilascio del visto di ingresso.

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