Fine 2020, Mercuri: Agroalimentare ha dimostrato di essere Primario. Ma solo tra poco si capirà chi ce la farà a ripartire
“Chiudiamo un anno che nessuno poteva prevedere. Nulla di tutto quello che avevamo pensato a fine anno scorso si è potuto portare avanti nei ragionamenti in prospettiva. Il 2020 è stato vissuto alla giornata mettendo in campo interventi che il più delle volte non hanno neppure dato il risultato sperato: quello di tamponare l’emergenza”.
Così ad AGRICOLAE il presidente di FedagriPesca – Confcooperative e coordinatore dell’Alleanza delle cooperative agroalimentari Giorgio Mercuri facendo le somme del 2020. In vista del 2021.
“C’è da dire però che il sistema agroalimentare italiano ed europeo ha dimostrato di essere in grado di rispondere a tutte le emergenze senza nessuna defaillance. Dimostrando di rappresentare oggi più che mai un segmento Primario”, prosegue.
“Le risorse messe a diposizione dalla comunità Ue sono servite. Oggi ci siamo trovati di fronte a un’emergenza grave cui il comparto è riuscito a far fronte, soddisfando i bisogni primari dei cittadini e senza mettere nessuno in cassa integrazione. Un settore che ha resistito sia dal punto di vista produttivo, che sociale che occupazionale”.
In un 2020 così non è possibile però fare un bilancio. Va chiuso così come si chiuderà”, continua ancora Mercuri. “E anche se c’è chi ha fatto un fatturato superiore non è detto che anche gli utili siano maggiori, la marginalità è infatti spesso più bassa.
L’unica cosa bella veramente di questo anno è stata la capacità di fronteggiare le necessità di questa pandemia, anche in pieno lockdown e la cooperazione agroalimentare ha svolto un ruolo importante per dare risposta sia ai consumatori che ai propri soci e dipendenti”.
“La vera difficoltà – secondo il presidente FedagriPesca di Confcooperative, la dobbiamo ancora affrontare: quella in cui si capirà quante saranno le aziende in grado di ripartire e quelle che resteranno invece chiuse. Il tutto si tradurrà in disoccupazione”.
“Auspichiamo in un 2021 diverso nel corso del quale riprogrammare il futuro dell’agroalimentare italiano, utilizzare al meglio il Recovery, rimodulare la Pac, e attivarci al meglio per rispondere agli obiettivi prefissati dalla comunità Ue per la Farm to Fork”, conclude.