Partita ieri l’edizione transumanza per il 2018. Dopo che l’Italia ha chiesto a Parigi – lo scorso 27 marzo – di inserirla nel Patrimonio Unesco con il sostegno di Austria, Francia, Grecia, Svezia, Spagna e Albania. Sei le regioni coinvolte, Molise, Abruzzo, Puglia, Lazio, Basilicata e Campania. Una organizzazione agricola: l’Unione coltivatori Italiani.
Tutto nasce da un accordo siglato lo scorso 15 gennaio al Ministero delle Politiche agricole tra i funzionari dello stesso Mipaaf e le sei regioni coinvolte, Assonautica, Asvir e l‘Uci di Mario Serpillo.
Documento di cui AGRICOLAE allega copia in PDF assieme a tutta la documentazione del caso.
foglio firme 15 gen 2018, mipaaf roma
Dopo la ‘vittoria’ dell’Uci e delle prime sei regioni, sono molti gli attori che hanno deciso di sostenere la causa: dalla regione Veneto che ha chiesto formalmente di essere inserito nella lista con i dieci comuni vicentini del ‘cammino’ della transumanza di Bressanvido, alla Coldiretti che ha plaudito all’iniziativa coinvolgendo la regione Sardegna.
“La candidatura della transumanza come patrimonio immateriale dell’Unesco è un passo importante che va accompagnato da un impegno concreto per salvare i pastori in Italia che conta su 60mila allevamenti, spesso concentrati nelle aree più marginali del Paese, per un patrimonio 7,2 milioni pecore, la maggioranza in Sardegna“, scrive l’organizzazione di Palazzo Rospigliosi in una nota del 27 marzo. Concludendo che “l’agnello è una presenza antica della tradizione gastronomica italiana”.
“Ogni anno la transumanza di Bressanvido mette in movimento circa 600 capi di bestiame che percorrono due volte il percorso, andata e ritorno, dalla pianura all’altopiano di Asiago, attraversando a primavera e in autunno, i comuni di Bressanvido, Pozzoleone, Schiavon, Marostica, Lusiana, Conco, Asiago, Gallio, Foza ed Enego, alla ricerca di pascoli verdi e di migliori condizioni climatiche”, aveva fatto sapere in una nota al regione Veneto, all’indomani della notizia.
TRANSUMANZA: ANCHE BRESSANVIDO E L’ALTOPIANO DI ASIAGO TRA I PERCORSI CANDIDATI A PATRIMONIO UNESCO.
Posted by Redazione× Pubblicato il 27/04/2018 at 12:42
Con l’edizione 2018 della transumanza, che si terrà nel mese di maggio, “si vuole richiamare – spiega l’Unione Coltivatori Italiania – l’attenzione sull’esistenza di un patrimonio storico, archeologico, antropologico e naturalistico di valore inestimabile: i Tratturi. Nel Meridione d’Italia essi risultano presenti ed integri nella loro originaria bellezza e larghezza di 60 passi napoletani (111.60 m) ancora per lunghi tratti. E’ doveroso da parte delle Istituzioni e dei privati, valorizzarli e proteggerli per farli diventare, non un semplice museo, ma una risorsa primaria che possa dare impulso allo sviluppo economico, agricolo, ambientale e turistico delle nostre Terre”, prosegue l’organizzazione agricola promotrice della candidatura Unesco. L’idea del progetto “è quella di integrare l’economia delle attività agricole promuovendo con la transumanza e i tratturi lo sviluppo di un turismo slow integrato, focalizzato dalla natura, dalla biodiversità, dal paesaggio e attento alle tradizioni, alla cultura, alla spiritualità, all’enogastronomia. Costruzione di itinerari, sui nostri territori, sicuramente meno conosciuti ma di grandissima suggestione paesaggistica e culturale. Un turismo responsabile – concludono dall’Uci – capace di fare un viaggio nell’anima delle piccole comunità locali, rispettando e apprezzando ciò che incontra.
Qui di seguito Agricolae pubblica la documentazione relativa alla candidatura UNESCO
Transhumance ICH-01-2015
Scheda Terre Rurali sintesi
52 uci
Gerardo Spera