“ALTROMARE” di AGCI Agrital vince al Ferrara Film Corto Festival 2021

Il mondo della pesca professionale italiana descritto da “AltroMare” trionfa al Ferrara Film Corto Festival 2021. Il cortometraggio “AltroMare”, prodotto da AGCI Agrital (Associazione Generale Cooperative Italiane – Settore Agro Ittico Alimentare) è stato premiato dalla giuria del Festival estense nella Categoria “Ambiente è Musica” il 12 giugno scorso, proprio nella giornata nazionale di protesta indetta dall’Alleanza Pesca con l’hashtag #SalviamoLaPesca.

Il docufilm di 20’ – realizzato nell’ambito del progetto “Pesca professionale per la biodiversità” con il contributo di Mipaaf PO Feamp 2014/2020 e con la collaborazione di ICR (Istituto Cooperativo di Ricerca) – rappresenta il profondo legame tra pescatori e ambiente marino e testimonia le culture e le tradizioni che compongono il mondo della pesca. Un patrimonio immateriale vivo che oggi è messo a rischio di estinzione e a divenire materia esclusivamente museale per politiche incapaci di favorire il ricambio generazionale, e che anzi compromettono il futuro del settore anche a breve termine. È di questi giorni la protesta della pesca #SalviamoLaPesca che ha attraversato l’Italia per rivendicare il diritto al lavoro che norme comunitarie di fatto negano, limitando i giorni di pesca annui al di sotto di quelli minimi per consentire la redditività delle imprese. L’Alleanza delle Cooperative Italiane della pesca ha richiamato l’attenzione delle Istituzioni e della politica per evitare l’estinzione della categoria e con essa la civiltà della pesca, che il docufilm premiato egregiamente ritrae: la pesca professionale italiana, un mondo composito di persone, culture e tradizioni che garantiscono l’approvvigionamento di cibo di qualità alle nostre tavole, in un Paese che fonda la propria cultura culinaria soprattutto sul pesce, e di sostegno reddituale a migliaia di famiglie. La nostra pesca, così come gli addetti ai lavori, rappresentano un ramo fondamentale del Made in Italy e vanno preservati con tutte le forze.

 

“AltroMare”, per la regia di Stefano Romano, è un documentario sulla pesca professionale per la tutela e la salvaguardia della biodiversità, che rischia di scomparire a causa dei cambiamenti climatici e delle azioni scellerate dell’uomo se non saranno prese decisioni a livello sistemico. Il messaggio di “Altromare”, veicolato attraverso le immagini dei pescatori al lavoro sulle imbarcazioni, del mare in tempesta, delle riprese subacquee dei fondali marini, è che “un’alternativa è ancora possibile, ma solo se ripartiamo uniti da quel senso di umanità che ogni giorno solca le onde del nostro mare”. Il regista interpreta creativamente le storie dei pescatori professionali, racconta vite reali, come quelle di Gianpiero, Cataldo e Giuseppe, che ogni giorno lottano contro le minacce di un inquinamento che sembra inarrestabile. Segue le giornate dei pescatori in mare tra la Campania, la Puglia e la Calabria, realtà molto diverse tra loro, dalla pesca gestita dalle grandi cooperative alla piccola pesca locale: in comune c’è il progetto ambizioso di raccolta e stoccaggio della plastica per pulire i mari.

 

https://www.pescaprofessionalebiodiversita.it/




I sette giorni ‘agricoli’ della Camera. Tutti gli appuntamenti

Si apre una settimana intensa di lavori per la commissione Agricoltura della Camera. A partire dagli Obiettivi del Piano strategico nazionale nel quadro della nuova politica agricola comune, per cui è prevista un’audizione

Nel corso della settimana la Commissione svolgerà l’audizione informale, in videoconferenza, del Presidente del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA), professor Carlo Gaudio, sugli obiettivi del Piano strategico nazionale nel quadro della nuova politica agricola comune.

Inoltre, la Commissione svolgerà l’audizione informale, in videoconferenza, di rappresentanti di ASeS (Agricoltori solidarietà e sviluppo) – CIA-Agricoltori italiani, dell’Ufficio agricoltura sociale di Confagricoltura, della Rete di agricoltura sociale di Campagna amica – Coldiretti, dell’Associazione nazionale bioagricoltura sociale, della Sezione agricoltura sociale di Copagri e del comparto agricoltura sociale di Alleanza delle cooperative italiane-agroalimentare (Agci-Agrital, Fedagri-Confcooperative e Legacoop Agroalimentare), nell’ambito dell’esame delle proposte di legge C. 2049 Spena e C. 2930 Cenni, recanti disposizioni per la promozione dell’imprenditoria e del lavoro femminile nel settore agricolo, della pesca e dell’acquacoltura.

In sede referente, proseguirà l’esame delle abbinate proposte di legge C. 175 Paolo Russo e C. 1650 Incerti recanti Norme per favorire interventi di ripristino, recupero, manutenzione e salvaguardia dei castagneti (Rel. Cenni, PD).

Infine, svolgerà interrogazioni a risposta immediata, su questioni di competenza del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali.




Siglato il rinnovo del contratto delle cooperative agricole

È stato siglato dalle centrali cooperative Agci-Agrital, Confcooperative-Fedagripesca e Legacoop Agroalimentare e dalle organizzazioni sindacali Fai – Cisl, Flai – Cgil e Uila – Uil, il rinnovo del Contratto Collettivo nazionale per i lavoratori dipendenti delle cooperative e consorzi agricoli.

L’accordo, che è stato firmato dopo una trattativa negoziale lunga e complicata, ha una durata di quattro anni e decorre dall’1 gennaio 2020 al 31 dicembre 2023 

Con grande senso di responsabilità, le Parti sono giunte alla sigla del rinnovo di un Contratto Collettivo Nazionale che si caratterizza per il fatto di essere applicato da un’ampia ed eterogenea platea di cooperative, per dimensioni e per settore merceologico. Si è raggiunto un equilibrio tra le esigenze di aumenti salariali per i lavoratori e la sostenibilità economica per le imprese cooperative agricole che, a causa della difficile congiuntura economica del momento, stanno affrontando nuovi ed ulteriori costi e devono fare fronte ad un mercato sempre più instabile ed in continua evoluzione.

Per quanto concerne la parte economica, l’accordo prevede un aumento retributivo di 66 euro al parametro 111,00 corrispondente ad un aumento a regime del 4,55%, che verrà erogato in quattro trance: euro 10,00 al 1 dicembre 2020; euro 18,00 al 1 dicembre 2021; euro 19,00 al 1 ottobre 2022; euro 19,00 al 1 novembre 2023.

Per quanto riguarda la parte normativa, si è data priorità a quelle materie che, in questo particolare momento storico, sono sembrate più bisognose di un intervento delle parti stipulanti, confermando così anche il forte valore sociale di questo Contratto Collettivo Nazionale: sul tema della maternità, ad esempio, consci del problema della natalità che affligge in nostro Paese, si è proceduti ad una rivisitazione della disciplina dell’integrazione della maternità obbligatoria per le operaie a tempo determinato, che è stata resa più efficace e semplice da applicare. Grande attenzione è stata riservata anche al capitolo sicurezza sul lavoro, attraverso un aumento delle ore di agibilità delle RLS (Rappresentanze dei lavoratori per la sicurezza) nelle cooperative con più di 15 dipendenti, nonché la possibilità di un aumento delle ore di formazione eventualmente con modalità e-learning. In tema di assistenza ai famigliari anziani e ai parenti bisognosi di cure, è stato disciplinato l’istituto delle ferie solidali, la possibilità di fruire di 8 ore di permesso retribuito annue per assistenza dei genitori anziani, la possibilità di prevedere al secondo livello di contrattazione la convertibilità di ore di straordinario, permessi o altre indennità non continuative in ore di permesso per l’assistenza di familiari non autosufficienti.

Sono state infine introdotte nel rinnovo contrattuale alcune disposizioni di valenza politica quali la costituzione di una Commissione paritetica nazionale con lo scopo di esaminare e contrastare le fenomenologie di lavoro irregolare in agricoltura anche attraverso le potenzialità dello strumento cooperativo, nonché il recepimento dell’Accordo Interconfederale dello scorso 30 gennaio 2020 in tema di discriminazioni e per il contrasto delle molestie e delle violenze di genere nei luoghi di lavoro, insieme al riconoscimento di una disciplina ad hoc per le lavoratrici donne vittime di violenza di genere.




Mercuri, congratulazioni a Buonfiglio per la sua riconferma a presidente AGCI-Agrital

“Esprimo a nome di tutta la federazione e della cooperazione agroalimentare e della pesca rappresentata dall’Alleanza le congratulazioni a Gianpaolo Buonfiglio per la sua riconferma per il prossimo triennio alla guida di AGCI Agrital, il settore Agro Ittico Alimentare dell’Associazione Generale Cooperative Italiane. Con Buonfiglio lavoriamo da anni in seno all’Alleanza cooperative, seguendo tutte le principali questioni che riguardano il rafforzamento della filiera agroalimentare, della pesca e acquacoltura: sono sicuro che proseguiremo ancora con il massimo impegno la nostra azione di lobbying nell’interesse delle nostre cooperative associate”.

 

Così il presidente di Fedagripesca – Confcooperative e Alleanza Cooperative Agroalimentari Giorgio Mercuri nel suo messaggio di auguri al presidente Gianpaolo Buonfiglio, che oggi il congresso di AGCI Agrital ha confermato alla guida della centrale cooperativa.




AGCI Agrital, Buonfiglio confermato Presidente nazionale. Bellanova: Il piano nazionale di ripresa e resilienza avrà un cuore agricolo

Accorciamento e integrazione delle filiere, diversificazione delle attività, flessibilità nelle linee produttive e nell’organizzazione aziendale, innovazione (anche digitale) e certificazione di qualità dei prodotti, aumento delle dimensioni aziendali attraverso aggregazioni e fusioni. Questa la “ricetta” ribadita da AGCI Agrital – settore Agro Ittico Alimentare (Agr.It.Al) dell’Associazione Generale Cooperative Italiane – nel Congresso svoltosi questa mattina a Roma, per affrontare al meglio il futuro con tutte le sue incertezze. Un futuro in cui le cooperative dovranno poter fare reddito, non sopravvivere aspettando aiuti, che saranno sempre troppo pochi e in ritardo rispetto a qualsiasi emergenza. Una direttrice di azione associativa in perfetta linea con le politiche istituzionali illustrate dalla Ministra delle politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova nel suo videomessaggio di saluto: “Non c’è futuro se non assumiamo per intero la responsabilità di avere cura di questo presente. Il piano nazionale di ripresa e resilienza deve avere un cuore agricolo, con macro obiettivi precisi: competitività del settore attraverso il potenziamento e il rafforzamento delle filiere agricole e della pesca e dell’acquacoltura, infrastrutture logistiche per favorire l’export delle nostre piccole e medie imprese agroalimentari e della pesca, rigenerazione sistemi produttivi, miglioramento della capacità di adattamento ai cambiamenti climatici e alla prevenzione del dissesto idrogeologico, rigenerazione e riqualificazione delle aree interne anche quelle a fallimento di mercato. Un impianto ambizioso, davanti al quale non vogliamo e non possiamo arretrare”.

“Crediamo sia ragionevole domandarci se quanto accaduto nel 2020 non debba portarci a ripensare i nostri modelli di sviluppo, i nostri sistemi di produzione, la logistica, il modo di raggiungere il mercato e di proporvisi”, ha detto Giampaolo Buonfiglio, presidente AGCI Agrital, nella sua relazione programmatica. Ripensare, innovare, riorganizzare  sarà dunque il compito principale dell’associazionismo cooperativo per aiutare le proprie cooperative ad evolvere e crescere, utilizzando tutte le opportunità, gli strumenti e le competenze disponibili. La novità di questa lezione rispetto al passato è che tutti i buoni propositi non sono semplicemente un optional per sviluppare l’impresa, ma un imperativo per poterla rendere capace di sopravvivere e difendersi dalle piccole e grandi crisi adeguandosi alle fluttuazioni dei costi di produzione e della domanda. “Occorrono politiche mirate, risorse, incentivi, per attivare un processo che passi da pochi esempi virtuosi ed azioni pilota ad una scala più vasta in grado di cambiare numeri e tendenze, mantenendo il cambiamento sui binari della sostenibilità. In questo senso, i contratti di filiera rappresentano lo strumento più appropriato che andrà rafforzato”, ha sottolineato Buonfiglio.

 

Il Direttivo dell’Assemblea congressuale AGCI Agrital ha confermato  Giampaolo Buonfiglio Presidente nazionale per il nuovo triennio. Vice Presidenti sono Giovanni Basciano, Roberto Arciprete, Gianni Stival, Enrico Casola, Pasquale Pappalardo, Angelo Candita.

Di seguito il messaggio inviato dalla Ministra Teresa Bellanova al Congresso AGCI AGRITAL di oggi:

Buongiorno a tutte e a tutti voi, saluto il PresidenteAGCI Agrital, le delegate e i delegati e vi ringrazio per l’invito a condividere questo momento della vostra vita associativa che chiama a raccolta un pezzo importante dell’agro ittico alimentare italiano. 

Futuro è una delle parole con più frequenza ormai usata da mesi che abita le nostre riflessioni, una parola che va maneggiata con cura, non c’è futuro se non assumiamo per intero la responsabilità di avere cura del presente, di questo presente, indicando con grande chiarezza le direttrici lungo cui noi stiamo orientando le nostre politiche associative come istituzionali, le nostre strategie, la nostra stessa idea del futuro che ci attende e che ci misurerà. È la ragione per cui in questi giorni ho detto con molta chiarezza: la materia complessa del Recovery Found, in cui ognuno di noi ha legittimamente riposto molte aspettative, non può essere delegata a formule, noi  e mai questo noi ha avuto un senso più forte e più vero  saremo misurati sulla capacità di utilizzare bene e nei tempi giusti le tante risorse a disposizione. Concentriamoci sulle priorità, chi risponderà della bontà complessiva dell’impianto nella spesa come alla Governance sarà la politica e il Governo nel suo insieme. La politica non può dimettersi dalleproprie responsabilità, soprattutto queste risorse non sono un bancomat da scaricare sulle spalle delle nuove generazioni, ma devono perseguire obiettivi certi e misurabili e altrettanta capacità di spesa per garantire realmente al Paese il rilancio di cui ogni giornoinvochiamo l’urgenza. Buona programmazione, buona realizzazione e capacità di spesa vanno insieme e vanno di pari passo qualità dei progetti in campo della pubblica amministrazione, un passaggio determinante, sono queste le parole d’ordine che devono orientare il processo, per quanto ci riguarda lo abbiamo già detto, il Piano Nazionale di ripresa e resilienza deve avere un cuore agricolo. E abbiamo indicato nella strategia su cui siamo al lavoro i macro obiettivi, competitività del settore, attraverso il  potenziamento e rafforzamento delle filiere agricole e della pesca e dell’acquacoltura, infrastrutture logistiche per favorire l’export delle nostre piccole e medie imprese agroalimentari e della pesca, rigenerazione dei sistemi produttivi, miglioramento della capacità di adattamento ai cambiamenti climatici e alla prevenzione del dissesto idrogeologico, rigenerazione e riqualificazione delle aree interne anche quelle a fallimento di mercato. Un impianto ambizioso, davanti al quale non vogliamo e non possiamo arretrare, ecco perché in questi mesi, abbiamo lavorato, e sono importanti i passaggi nella vostra relazione a tal proposito, esclusivamente per mettere in sicurezza agricoltura, pesca, acquacoltura, filiera alimentare. Lo abbiamo fatto attraverso un rapporto costante, con l’intero settore e il mondo delle Associazioni, per monitorare costantemente lo stato delle cose e rendere adeguate le risposte alle criticità. Mettendo in campo modelli innovativi di intervento, risorse e investimenti per circa 4 miliardi di euro puntando a garantire liquidità, sostegno, tutela, in una parola: la messa in sicurezza dell’intera filiera, incluso il mondo della ristorazione. Lavorando sui tavoli europei dove, non dimentichiamolo, abbiamo sostenuto l’esigenza di un Piano straordinario con risorse extra PAC. Portiamo avanti tra le altre una battaglia sull’etichettatura di origine e sulle etichettature nutrizionali, abbiamo chiuso il negoziato sulla PAC post 2020, con esiti fortemente positivi, continuiamo ad indicare come obiettivo irrinunciabile la tutela del reddito degli agricoltori perché le due strategie Farm to Fork e Biodiversità concorrono realmente a realizzare quel futuro verde su cui tutti siamo impegnati. Adesso siamo al lavoro sulla Legge di Bilancio, con cui destiniamo al settore ben oltre un miliardo confermando le priorità su cui vogliamo continuare a scommettere e la cui rilevanza abbiamo affermato in tutti questi mesi, filiere, investimenti, infrastrutture, insieme alla riconferma di politiche essenziali, come quelle mirate a moltiplicare la presenza delle donne e delle nuove generazioni in questa filiera, un impianto solido, il cui obiettivo è agire come elemento di congiunzione con il lavoro sulla nostra strategia nel Piano Nazionale di ripresa e resilienza è quello che ci attende sul Piano Nazionale in vista della PAC post 2020. Su cui già lo sapete intendiamo aprire quanto prima il Tavolo di confronto e costruzione, sarà quello un luogo decisivo. Ecco i passaggi attraverso cui ci ripensiamo il futuro, c’è una condizione ineludibile, il futuro non è in mano a una persona sola, non può esserlo. Quando dico che è necessario liberare il campo da furbizie, schemi desueti e ormai logori o all’ipoteca della difesa di eventuali rendite di posizione, mi riferisco a questo. Vogliamo pensarlo e realizzarlo non da soli ma insieme all’intero settore, a tutti i protagonisti di questa straordinaria filiera al mondo che voi rappresentate con numeri rilevanti che attestano l’importanza della Cooperazione nel nostro Paese. Fondamentale perché garantisce capillarità, ma anche diffusione di buone pratiche e innovazione, nuova e buona economia, solidarietà, consapevolezza, sempre più precisa sul ruolo cruciale che oggi agricoltura, pesca, agroalimentare rivestono. Sarà necessario nutrire i luoghi di confronto in modo serrato, franco e costruttivo per un’altrettanto rigorosa operatività. Ed è con questo auspicio e questo impegno che auguro a tutte e a tutti voi, buona continuazione dei lavori e ottima discussione.




BILANCIO 2017, Alleanza cooperative pesca: per il settore chiaro e scuro

BILANCIO 2017 PESCA

L’Alleanza delle cooperative della pesca tira le somme facendo una dettaglaita analisi su quanto è abdato a buon fine e quanto è rimasto in sospeso

Per la pesca italiana l’anno che si sta chiudendo ci offre una fotografia in chiaro-scuro. Secondo AGCI AGRITAL, CONFCOOPERATIVE – FEDERCOOPESCA e LEGACOOP AGROALIMENTARE – Dipartimento Pesca, riunite nel Coordinamento nazionale Pesca dell’Alleanza delle Cooperative Italiane, è difficile – spiegano ad AGRICOLAE – dire se con più luci o più ombre; in Europa sicuramente sono più ombre. Meglio in Italia anche se sul giudizio pesa la mancata approvazione della proposta di legge sulla pesca (il cd. testo unificato).

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Oltre confine – dichiarano i presidenti Buonfiglio, Petruzzella e Tiozzo – a tenere banco è stata soprattutto la questione delle quote legate alla pesca del tonno e del pesce spada. Se per il tonno rosso c’è stato un aumento delle quote su base triennale, che consente di dare stabilità al comparto in un’ottica di crescita bilanciata, dobbiamo però registrare per l’Europa un meno 4% nella chiave di ripartizione dei quantitativi massimi di cattura da distribuire tra i vari Paesi; conseguenza, questa, di un infelice negoziato condotto in sede ICCAT dall’Ue lo scorso novembre a Marrakech.

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Pur aumentando per tutti il totale ammissibile di catture, all’Europa spetterà infatti una fetta più piccola rispetto al passato: il 55,05%, contro il 59,24% dello scorso anno. Una decisione che penalizza le flotte italiane, spagnole e francesi, quelle dei principali paesi produttori nella Ue.

Sul fronte pescespada, invece, dobbiamo dare una bocciatura senza appello visto che il quantitativo assegnato dall’Ue al nostro paese è al di sotto di quanto tradizionalmente pescato dalla flotta nazionale, la più importante per la pesca al pesce spada nel Mediterraneo. Per questo apprezziamo il ricorso del Governo italiano in Corte di Giustizia dell’Unione europea per impugnare il quantitativo assegnato al nostro paese nel 2017, che con il nuovo anno vedrà ridursi ulteriormente di un 3% le possibilità di pesca. Per non parlare del pasticcio fatto con il regolamento 2107 del novembre scorso che ha recepito norme ICCAT non più in vigore, sia in materia di calendario di pesca che di taglia minima (errori per i quali l’Ue sta correndo ai ripari con un po’ di pezze a colori...). Segnali, questi, di un’Europa che volge purtroppo lo sguardo verso altre coste e altri mari, con poca attenzione per la nostra penisola.

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Sempre sul fronte europeo attendiamo con una certa apprensione le scelte che saranno fatte nella gestione della risorsa “piccoli pelagici” . Una materia sulla quale l’Alleanza, con un grande sforzo di ascolto e confronto con le marinerie, ha indicato possibili soluzioni di mediazione tra visioni diverse esistenti tra le imprese

Così come chiediamo grande attenzione ai parlamentari europei, nei prossimi mesi, sulle “misure tecniche” per il grande impatto che avranno sulle flotte e sulle procedure di gestione delle risorse

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Se dal contesto comunitario volgiamo poi lo sguardo alla cornice nazionale, due temi in primo piano: legge di bilancio e testo unificato. In una situazione ancora delicata per l’economia nazionale, abbiamo apprezzato gli sforzi fatti per i pescatori italiani con importanti misure sociali inserite nella legge di stabilità licenziata dal Parlamento lo scorso 23 dicembre. Da segnalare infatti le risorse destinate al sostegno del reddito dei pescatori e dei soci delle cooperative di pesca (16 milioni di euro + 5 dal 2019 a regime) così come quelle, ancorché insufficienti, per il fondo di solidarietà della pesca, che vedrà però incrementare di 1 milione di euro la sua dotazione (attualmente a 0) solo nel 2019. Una situazione, quella degli interventi a sostegno delle imprese colpite da calamità naturali, che non può più essere rinviata; basti mettere a confronto il settore agricolo con quello ittico per rendersi conto delle profonde differenze. Ragion per cui chiediamo l’attivazione urgente degli strumenti forniti dal FEAMP, ai quali occorrerà tuttavia aggiungere anche un adeguato livello di risorse nazionali, anche compartecipando le spese tra Stato e Regioni.

Analoga considerazione agrodolce riguarda il programma triennale pesca, unico strumento di governo del settore, che tuttavia riceverà un sostegno, sebbene significativo, soltanto tra 12 mesi, sperando che nel frattempo non sopraggiungano tagli.

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Con soddisfazione accogliamo poi l’accesso dei lavoratori marittimi dal 2018 all’ape sociale, l’anticipo dell’uscita previdenziale per i lavori gravosi. Una scelta peraltro in linea con il riconoscimento dei pescatori nella categoria dei lavoratori che non subiranno l’aumento a 67 anni dell’età di pensione nel 2019.

Giudizio positivo anche per l’istituzione di un fondo contro il bracconaggio ittico nelle acque interne: 3 milioni di euro per il triennio 2018-2020. Uno strumento prezioso per contrastare la pesca illegale e la tutela delle risorse e del lavoro dei pescatori.

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Tuttavia avremmo preferito chiudere l’anno brindando all’approvazione della proposta di legge sul testo unificato. Ma i nostri calici resteranno tristemente vuoti. Dobbiamo registrare purtroppo una grande occasione mancata per modernizzare la filiera ma, soprattutto, per mettere finalmente mano alle sanzioni. Il grande assente di questa fine di legislatura è proprio la mancata riforma del sistema sanzionatorio, prima entrata e poi incomprensibilmente uscita dalla manovra, nell’estremo tentativo di salvare il lavoro fatto nell’ultimo anno. Un vero peccato, difficile da spiegare agli occhi delle imprese di pesca italiane. Ci siamo impegnati a lungo e con tenacia affinché il testo unico venisse approvato. Per questo non ci spieghiamo come un lavoro così lungo e ben studiato possa venire buttato via così: è come affrontare una scalinata di 500 gradini e tornare in dietro a 490 perché si è stanchi.

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Nota dolente anche per il mancato utilizzo quest’anno di 8 milioni di euro per misure sociali che non si è riusciti ad attivare a causa di scelte legislative non idonee. La nostra attenzione ora è puntata sull’attivazione del fondo 2017 dei cosiddetti “30 euro al giorno” per la cui erogazione già si registrano numerose criticità per le procedure amministrative adottate. Ritardi e difficoltà che stanno allarmando l’intera categoria e per i quali come Alleanza delle Cooperative, assieme alle organizzazioni sindacali, abbiamo scritto ai ministri Poletti, Martina e Padoan, per chiedere spiegazioni.

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E per il prossimo anno chiediamo da subito di concordare meglio e più in fretta le procedure di spesa per la nuova misura (nel complesso potremo infatti contare su 16 milioni di euro), evitando lunghe attese per gli equipaggi. Le lungaggini registrate quest’anno sono intanto costate ai pescatori un taglio di oltre 1,5 milioni di euro, per effetto di un paio di “manovrine” di aggiustamento dei conti pubblici registratesi durante l’anno. Chiediamo di attivare una procedura totalmente differente, “a sportello”, alla cui definizione intendiamo prendere parte: la categoria chiede più partecipazione ed è pronta a condividere scelte e responsabilità per ridurre le distanze fra istituzioni e cittadini.

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Queste criticità indicano anche l’urgenza di un intervento per rafforzare l’apparato amministrativo che governa il settore pesca. Il ritardo con cui vengono attuate importanti misure di sostegno al settore stanno creando gravi problemi alle imprese. Prime fra tutte il mancato completamento del pagamento del fermo pesca 2015 e di quello 2016, quest’ultimo ancora nemmeno iniziato.

Altra profonda novità introdotta con la recente legge di stabilità riguarda il divieto di pagamento in contanti di qualunque cifra, anche in acconto, per le retribuzioni di qualsiasi rapporto di lavoro. Nella pesca questa novità rappresenta per molti aspetti una vera rivoluzione poiché i nostri equipaggi sono abitualmente liquidati settimanalmente mediante acconti; cosa, questa, che non avviene nella gran parte degli altri lavori. La lotta al lavoro nero, in qualunque forma si manifesti, è una battaglia di assoluta civiltà ma le soluzioni vanno calibrate con maggiore attenzione verso la realtà evitando talvolta inutili appesantimenti burocratici ed amministrativi.

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Così come chiediamo una riflessione, a un anno di distanza, sull’efficacia del decreto ministeriale che ha individuato una nuova classificazione della “piccola pesca” e delle conseguenti norme per la costituzione di consorzi di gestione. Continuiamo a ritenerla una occasione mancata per avviare forme di gestione sostenibile delle risorse di quell’area di mare cosiddetta “sotto costa” fortemente aggredita da fattori esterni alla pesca.

Il 2018 sarà caratterizzato da una nuova legislatura. Il nostro impegno, come sempre, sarà puntuale e costante per portare al centro dell’agenda del governo che nascerà i temi fondamentali per dare un futuro alla pesca italiana, ai suoi pescatori ed alle cooperative di pesca, soggetti indispensabili per una gestione sostenibile delle risorse del mare.