Presidente Carloni (Lega) incontra giovani agricoltori Agia Cia

Roma, 21 feb. – “Costruttivo l’incontro di questa mattina con i giovani agricoltori. Le loro richieste sono chiare. Decontribuzione under 41 per 36 mesi, istituzione di una Banca Nazionale delle Terre Agricole e di un ‘Parlamento Rurale’ e la reintroduzione dei voucher per i lavori stagionali, tra le altre. In un momento come quello attuale, permeato da una forte asimmetria informativa, è essenziale ascoltare le richieste dei ragazzi. Dobbiamo disegnare, con l’intermediazione delle associazioni, le politiche migliori. La Lega ce la sta mettendo tutta con azioni concrete come l’intervento sull’Irpef agricola voluta dal nostro capogruppo Molinari o la Pdl a prima firma Bergamini per i giusti prezzi dei prodotti agricoli. Ora avanti tutta con la Pdl della Lega per i giovani imprenditori, che in parte i ragazzi di Cia hanno contribuito a scrivere, perché la terra è il nostro futuro”.
Così il presidente della commissione Agricoltura Mirco Carloni, a margine dell’incontro con i giovani agricoltori di Agia.



Olio: Agia-Cia, Guido Cusmai esperto Ceja nell’Osservatorio Ue di settore

L’imprenditore agricolo pugliese, socio Agia-Cia, Guido Cusmai, nominato dal Ceja rappresentante esperto per l’“European Commission Market Observatory Olive Expert”.

“Un traguardo importante per l’Associazione dei giovani imprenditori agricoli di Cia e, ancora di più, nell’ambito di un settore, quello olivicolo, estremamente strategico per l’Italia -commenta il presidente nazionale Enrico Calentini-. La nostra soddisfazione arriva a consolidare il valore di un impegno concreto di Agia-Cia in Europa, fatto di interventi mirati che portiamo avanti da anni su temi cruciali per l’agricoltura degli under 40. C’è un progetto di lungo periodo a sostenerlo, che sul tracciato trova le azioni per il Data Act e la legge sul ricambio generazionale, e che va avanti nei Gruppi di dialogo civile e nel confronto costante con le istituzioni europee a partire dagli eurodeputati italiani. Soddisfatti che il Ceja, con questa nomina, abbia nuovamente riconosciuto competenza e autorevolezza tra le professionalità di Agia”.

“In un momento storico molto delicato, ringrazio Agia e Cia per avermi dato nuovamente fiducia -ha aggiunto lo stesso Guido Cusmai-. Rappresentare per il Ceja, da giovane olivicoltore, un intero comparto nel cuore pulsante d’Europa è personalmente sfidante, ma anche una grande responsabilità se pensiamo al ruolo emblematico dell’olivicoltura per il Made in Italy agroalimentare. Accolgo l’incarico e l’obiettivo di lavorare insieme per essere sempre più un punto di riferimento affidabile per il comparto e per tutelarne gli interessi sui mercati e nelle politiche Ue”.

Guido Cusmai, 34 anni, pugliese di Vico del Gargano, quarta generazione alla guida dell’azienda olivicola di famiglia: circa 50 ettari di ulivi, trasformazione in frantoio e laboratorio di imbottigliamento olio extravergine di oliva, sotto il brand “Mimmo Cusmai”. L’azienda esporta in tutta Europa e in altri Stati come USA ed Emirati Arabi. Nella linea di prodotti, inserite da circa 4 anni, le confezioni monodose da 10 ml, pratiche per le pause fuori casa, ma soprattutto per la ristorazione. Due i punti vendita e un centro aziendale in via di realizzazione con i Psr Regione Puglia.

Guido Cusmai è da due anni presidente Agia-Cia Puglia e di APO Foggia, organizzazione che, a livello provinciale, rappresenta circa 2000 olivicoltori seguiti in tutte le fasi fenologiche fino alla commercializzazione, in tutto il mondo, di olio e olive.




Digitale: Agia-Cia, governance Ue dati sia più equa e inclusiva per agricoltori

Il Data Governance Act presentato dalla Commissione Ue includa e valorizzi il ruolo del settore agricolo, riconosca il valore della fonte dei dati, ovvero del mondo produttivo agroalimentare, e garantisca loro adeguati benefici nel rispetto del principio di equità. Questo il messaggio lanciato all’Europa da Agia, l’associazione dei giovani imprenditori agricoli di Cia-Agricoltori Italiani, in occasione del terzo, e ultimo, webinar del ciclo di incontri dedicati all’agricoltura digitale e con focus su produzione dei dati in agricoltura, processo di regolamentazione circa l’uso, tutela ed equità. Occasione per presentare e vedere accolte diverse delle proposte al documento Ue.

Per Agia-Cia, infatti, era urgente soffermarsi sul tema, oltremodo sollecitati dalla proposta della Commissione Ue di stabilire un quadro giuridico comune intervenendo su condivisione, raccolta e trattamento dei dati messi a disposizione per scopi altruistici. Il primo regolamento sulla governance europea dei dati rappresenta, infatti, secondo i giovani di Cia, un passo storico non solo nel campo dei big data, ma anche nel processo di realizzazione di un’agricoltura più innovativa e sostenibile.

Oggi, sottolinea Agia-Cia, si dice che i dati digitali siano il petrolio del XXI secolo. In questo contesto, le aziende agricole sono, dunque, un giacimento inesauribile. Inoltre, se è la sfida green ad attenderci, è tempo che si realizzi il passaggio da una logica estrattiva a una generativa, con il comparto agricolo già ampiamente protagonista. Ogni lavorazione che le macchine svolgono in azienda, ogni controllo che viene effettuato nei campi, ogni comunicazione nei confronti dell’amministrazione pubblica, dei consorzi di tutela e di quant’altro, per non parlare dei satelliti, produce una mole di dati incredibile, molto spesso a insaputa degli agricoltori stessi. Dunque, per Agia-Cia occorre, grazie all’occasione presentata dalla Commissione Ue, rivendicare la proprietà dei dati. L’uso che ne viene fatto deve coinvolgere non solo chi è in grado di aggregarli e gestirli, ma anche chi li produce nei campi con i proprio macchinari.

Con il confronto rilanciato tra agricoltura e digitale, Agia-Cia si è, dunque, messa in ascolto dei più avanzati attori della innovazione tecnologica e dei legislatori in materia di big data, per rinnovare l’impegno del comparto a voler essere parte attiva nella gestione dei dati e senza subalternità.

“Tutela ed equità -ha spiegato il presidente di Agia-Cia, Stefano Francia- sono stati volutamente i temi al centro dell’ultimo incontro della rassegna dedicata all’agricoltura digitale. Inserirli nel Data Governance Act vuol dire non permettere che l’agricoltura subisca processi che la vedono in realtà molto coinvolta. E’ fondamentale che le grandi aziende del digitale, i provider che assemblano e generano nuovo valore, riconoscano, anche in questo ambito, i diritti degli agricoltori”.

“Abbiamo in modo proficuo avviato un lavoro importante con esperti e istituzioni per definire una strategia ad hoc in tal senso -ha aggiunto Francia-. Le voci raccolte anche attraverso i webinar sono, infatti, già state recepite nei documenti e nel dibattito dei provvedimenti sul tema del governo dei dati del digitale, in corso di approvazione a livello comunitario. Si tratta di un’azione concreta da parte di Agia-Cia, a garanzia del settore e delle produzioni alimentari, che consideriamo un punto di partenza sul fronte big data in agricoltura e un tassello chiave della sua transizione ecologica”.

Rivedi il terzo webinar: https://youtu.be/2KZ1bZzapsY, primo: https://youtu.be/8v4ZO8J50wY e secondo:  https://youtu.be/yEQWOLdW4f0

Sono intervenuti nel III webinar: Giovanni Ziccardi, Docente di filosofia del Diritto Università degli Studi di Milano; Giovanni Crea, Direttore Rivista DETEP dell’Istituto Italiano per la Privacy; Vanni Rinaldi, Legacoop; Salvatore Iaconesi, President at HER; Elena Lizzi, Europarlamentare e Relatore ombra proposta di regolamento Governance europea dei dati; Franco Vazio, Vicepresidente Commissione Giustizia Camera dei Deputati; Massimo Fiorio, Responsabile rapporti istituzionali Cia.




Innovazione: Agia-Cia, svolta green con giovani e meccanizzazione agricola

Green Deal Ue, aree interne e formazione, sono queste le grandi sfide, del dopo Covid, che possono guidare agricoltura e agroalimentare verso la sostenibilità economica, sociale e ambientale attesa da tempo. A sostenerlo è Agia, l’Associazione dei giovani imprenditori agricoli di Cia-Agricoltori Italiani, intervenuta a EIMA Digital Preview 2020 di FerdUnacoma, con quattro webinar dedicati al futuro della meccanizzazione quale asset strategico della transizione verde del settore agricolo su scala globale.

Per Agia-Cia, infatti, sono maturi i tempi per fare della crisi socioeconomica scatenata dalla pandemia, un’occasione di crescita del comparto in chiave innovativa, ancor più tenuto conto del ruolo riconosciuto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, a progetti che contemplino investimenti in mezzi e tecnologie per l’agricoltura.

In quest’ambito, sono i giovani a trainare il cambiamento con le imprese agricole italiane under 35 cresciute negli ultimi 5 anni oltre il 15%, fino a quota 60 mila e rappresentando un record in Europa, quasi l’8% sul totale. A guidarle i nativi digitali promotori dell’agricoltura 4.0, che in Italia cresce del 22% su base annua, e protagonisti della sperimentazione sul campo di software gestionali, sistemi di monitoraggio e mappatura, trattamenti con i droni e piattaforme per la tracciabilità alimentare. Sono imprenditori di realtà strutturate e multifunzionali che affrontano il mercato per lo più attraverso la tecnologia.

Inoltre, ricorda Agia-Cia, sono i giovani imprenditori agricoli tra i cittadini più attenti al benessere del pianeta, generazione che ha scoperto il ruolo della sostenibilità crescendo di pari passo con la definizione degli obiettivi dell’Agenda 2030 Onu. Loro, dunque, secondo l’Associazione, ad aver segnato la rotta per un’agricoltura protagonista del Green Deal Ue che fa dell’innovazione meccanica e di processo, come dell’ammodernamento del parco macchine, la chiave di volta per essere più competitivi, ma anche rispettosi dell’ambiente.

Per cogliere appieno la sfida lanciata dall’Europa con le strategie Farm to Fork e Biodiversity, necessario poi, per Agia-Cia, superare il gap tra mondo della scuola e imprenditoria agricola e sanare lo svantaggio delle aree rurali e interne d’Italia sul fronte delle infrastrutture fisiche e digitali.

Realizzare e accelerare la transizione verde e hi-tech dell’agricoltura è, dunque, per i giovani di Agia-Cia non solo urgente, ma anche possibile. A dimostrarlo, attraverso i webinar proposti a EIMA Digital, è l’attenzione riservata all’associazione da FerdeUnacoma, ma anche la collaborazione per attività di training portate avanti con l’Ente Nazionale per la Meccanizzazione (ENAMA) e la risposta entusiasta della Rete degli Istituti Agrari Senza Frontiere (RIASF) con la quale Agia ha attivato il secondo contest ‘La macchina agricola che vorrei!’. Chiude il cerchio, il ruolo di Agia nel Ceja e il confronto a livello europeo di cui i giovani di Cia si fanno promotori.

“Siamo fieri dello scambio costruttivo con FederUnacoma e degli incontri online realizzati per EIMA Digital, coinvolgendo istituzioni ed esperti, mettendo a fattore comune tante interessanti case history. Tutto ciò è parte del nostro contributo affinché si concretizzino progetti innovativi e di sviluppo in ambito agricolo. Il nostro appello è al Governo perché i fondi del Recovery Fund arrivino davvero a incentivare e sostenere i giovani e gli investimenti nella meccanizzazione agricola”.




ALBANIA, “L’ALBA DEI DIRITTI”: INIZIATIVA DELLA CIA PER ESPORTARE SERVIZI VIRTUOSI

Cia, Albania

La Cia-Agricoltori Italiani in missione a Tirana per un progetto molto articolato che va dagli aspetti commerciali all’export, dall’agricoltura sociale alle opportunità per i giovani e ai servizi per agricoltori e cittadini

La Cia-Agricoltori Italiani in missione a Tirana per un progetto molto articolato che va dagli aspetti commerciali all’export, dall’agricoltura sociale alle opportunità per i giovani e ai servizi per agricoltori e cittadini. Tutti asset importanti su cui il sistema Cia vanta un alto grado di specializzazione ed esperienza.

Da qui l’approccio sinergico con Inac, giovani di Agia e Kash, ovvero Il Consiglio albanese per l’Agribusiness (32 associazioni agroindustriali indipendenti). La missionappare chiara per la Cia: cogliere le occasioni positive che può offrire l’Albania, un Paese prossimo all’ingresso in Europa e in rapido sviluppo.

Tra l’altro, si tratta di una nazione molto vicina all’Italia e dove molti nostri connazionali hanno costruito le loro imprese, lavorano e vivono. Non a caso il Servizio Civile italiano prevede l’interazione sul territorio albanese. Quindi, per la Cia, si tratta di esportare quei modelli che stanno risultando vincenti in Italia, come nel caso dell’agricoltura sociale.

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Queste tematiche sono stati oggetto di un confronto pubblico a Tirana, presso l’International Hotel, con gli interventi di Cinzia Pagni, vicepresidente vicario Cia;Antonio Barile presidente dell’Inac; Maria Pirrone, presidente di Agia; Agim Rrapaj, presidente di Kash. Con loro Irena Xhani dell’Ufficio Inac Albania; Corrado Franci, direttore generale Inac e i volontari del Servizio Civile che stanno operando in quel territorio.

Ma per contestualizzare i servizi, bisogna mostrare l’attuale fotografia dell’Albania, in particolare sul fronte agroalimentare, partendo dal tema degli investimenti esteri che possono aiutare a superare i problemi legati alla mancanza di marketing e di distribuzione e conservazione (congelamento e stoccaggio), il controllo di qualità, la mancanza di integrazione verticale, la mancanza di capitale. Ugualmente, il processo di lavorazione e il confezionamento saranno in grado di beneficiare dagli accordi commerciali preferenziali con l’Unione europea per aumentare le esportazioni.

Processi che possono essere raggiunti con partnership come quelle che sta attivando la Cia. Il primo step dovrà necessariamente essere quello legato alla formazione, all’assistenza e consulenza alle imprese associate per il rafforzamento della posizione degli agricoltori nella filiera; lo sviluppo delle attività e dei servizi per rafforzare il welfare agricolo nelle aree rurali; la valorizzazione dell’azienda familiare multifunzionale e ruolo delle imprenditrici agricole; l’assistenza per la creazione e sviluppo di un’associazione di giovani imprenditori.