Agricoltura, Cerreto (FDI): approvata in UE la riforma alle modifiche PAC, primo passo importante

“È stata approvata ieri al Parlamento europeo la riforma della Politica Agricola Comune. L’Italia, grazie all’incessante lavoro del ministro Lollobrigida, è stata capofila della coalizione degli Stati membri che, unanimamente, hanno voluto le modifiche per alcuni aspetti del comparto agricolo. È questo un primo fondamentale passo e, come ha sostenuto il ministro, c’è ancora molto da fare, ma con queste prime modifiche il segnale che abbiamo lanciato è chiaro: vogliamo politiche agricole giuste e più rispettose del ruolo dell’agricoltore. Il Governo Meloni ha da sempre sostenuto questa linea e difeso la qualità dei nostri prodotti tutelando e garantendo le imprese agricole.” Lo ha dichiarato l’on. Marco Cerreto, capogruppo Commissione Agricoltura



Agricoltura, Coldiretti: bene semplificazione Pac, ora piu’ risorse per il settore

La semplificazione della Pac è un primo passo che va ora rafforzato con un alleggerimento ancora più netto dei troppi adempimenti che gravano sulle spalle delle aziende, costrette a spendere un terzo del proprio tempo per stare dietro alle “carte”. E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione dell’approvazione della proposta di modifica della Politica agricola comune da parte del Parlamento Europeo, aggiungendo che è necessario aumentare le risorse a sostegno delle aziende agricole.
La revisione della Pac è il risultato delle mobilitazioni pacifiche della Coldiretti che hanno portato migliaia di agricoltori in piazza a Bruxelles, ottenendo anche la proroga degli aiuti di stato, nell’ambito del quadro temporaneo per l’Ucraina. Una misura necessaria per arrivare a una moratoria dei debiti per le imprese agricole colpite dall’aumento costante dei costi di produzione e un corrispondente calo dei prezzi agricoli.
Oltre all’esenzione dei controlli condizionalità – spiega Coldiretti – per i piccoli agricoltori con meno di 10 ettari, i più colpiti dall’aggravio di inutile adempimenti burocratici, sono importanti le deroghe alle norme di condizionalità per Bcaa 5 (lavorazione terreni), 6 (copertura minima del suolo), 7 (rotazione delle colture), 8 (terreni a riposo) e 9 (divieto aratura prati permanenti in zone Natura 2000).




Agricoltura, Lollobrigida: Mai come oggi al centro del sistema economico italiano

“Abbiamo fatto cose enormi per l’agricoltura, anche grazie al collegamento con i ministri precedenti. Mai come oggi l’agricoltura è centrale nel sistema economico taliano, mai così alti gli stanziamenti. Nessuna associazione si è aggiunta a quelle in protesta a Bruxelles, e tutte, vi diranno che sono soddisfatte del nostro lavoro. Questo conta, per me”. A dirlo in un’intervista al Corriere della Sera, il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.




Agricoltura. Lollobrigida: dove non c’è agricoltura c’è spopolamento

“Il Governo Meloni pone grande attenzione al mondo dell’agricoltura e della produzione, affinché l’aggressione subita dagli agricoltori negli ultimi anni, dipinti come nemici del territorio, venga smentita nei fatti. Dove non c’è agricoltura c’è spopolamento e abbandono del territorio. Dall’altra parte interveniamo con un sostegno attivo. Mai come in questi diciotto mesi c’è stato tanto riguardo allo sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento, con il Masaf protagonista in termini di stanziamenti economici e attenzione a questo comparto.” Così il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, a margine dell’incontro con gli agricoltori e gli allevatori della provincia di Rieti presso il Centro Polivalente a Fiamignano organizzato dal Gruppo di azione locale Salto Cicolano.



Giornata della Terra, dalla salvaguardia dell’ambiente al ruolo dell’agricoltura. I COMMENTI

Si è celebrata oggi la giornata della Terra (Earth Day), al centro dell’evento che ha coinvolto tutte le nazioni l’ambiente e la salvaguardia del pianeta Terra. Le Nazioni Unite celebrano questa ricorrenza ogni anno, un mese e un giorno dopo l’equinozio di primavera, il 22 aprile.

Di seguito i commenti alla giornata:

Giornata Terra. Lollobrigida: uomo protagonista dell’ambiente in agricoltura

Giornata Terra, D’Eramo: Ruolo agricoltori fondamentale, soprattutto in aree interne

Giornata terra: Coldiretti, in mezzo secolo scomparsa area agricola grande come l’Austria

Anbi. Il regalo della terra: scoperta una rara orchidea nel giardino di una scuola toscana

Giornata della terra, Procaccini (FdI): ambientalismo non sia bandiera politica

Giornata della terra, Romano (Aiab): Puntare sul bio per abbattere inquinamento e tutelare salute del pianeta

Giornata Mondiale della Terra. Pierluigi Sassi (Earth Day Italia): Necessario cambiare attuale modello di sviluppo

 

 

 

 

 

 

 

 




Lollobrigida: agricoltura interesse strategico fondamentale in testo conclusioni Consiglio Ue

“Nelle conclusioni del Consiglio europeo straordinario, che si è svolto nei giorni scorsi a Bruxelles, si legge che «Un settore agricolo competitivo, sostenibile e resiliente rappresenta un interesse strategico fondamentale per l’Unione europea». Un passaggio fondamentante che deve diventare un punto di partenza della prossima legislatura dove auspichiamo un Europa diversa, più realista e pragmatica e meno ideologica”.

Così il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.  “L’obiettivo del Governo Meloni resta quello che abbiamo portato avanti in questi 18 mesi, ossia, proteggere il nostro modello di sviluppo, prima culturale poi economico e sociale, ricollegare in maniera corretta il rapporto tra agricoltore, primo ambientalista del pianeta, e l’ambiente. Restituire il giusto reddito all’agricoltore. L’Italia vuole essere protagonista delle politiche europee. Spetta all’Unione Europea cambiare rotta e prospettive, riconsiderare alcuni passaggi della Politica agricola comune e perseguire la sovranità alimentare e la sicurezza alimentare, puntando sulla qualità, l’identità e le tradizioni che esprimono e producono i nostri territori”, ha concluso il ministro.




Ppe, il futuro dell’agricoltura in Europa. VIDEOINTERVISTE E INTERVENTI: Tajani, De Meo, Dorfmann, Nevi, Battistoni

Si è svolta oggi a Roma la conferenza dal titolo: “Il futuro dell’agricoltura in Europa: la visione del PPE”. Al centro dell’incontro la risposta del Gruppo PPE alle ingenti sfide che attendono il futuro dell’agricoltura europea, tra sostenibilità e produzione.

Di seguito gli interventi:

Ue, Tajani: sostenere industria e agricoltura, siamo ambientalisti ma al centro vi sia l’uomo. Tutelare Made in Italy

Ue, De Meo: agricoltura e ambiente sono alleati. Occorre approccio pragmatico su sostenibilità. VIDEOINTERVISTA

Ue, Dorfmann: su cambiamenti climatici troppa ideologia a Bruxelles. Conciliare produzione e sostenibilità. VIDEOINTERVISTA

Ue, Nevi (FI): lavoro politico per armonizzare ambiente ed economia in agricoltura. VIDEOINTERVISTA

PPE, Battistoni (FI): Calarsi nella dimensione europea fondamentale per raggiunge traguardi




Ue, Nevi (FI): lavoro politico per armonizzare ambiente ed economia in agricoltura. VIDEOINTERVISTA

“Assolutamente sì. Bisogna lavorarci, fare un lavoro politico, essere presenti sui tavoli che contano, all’interno delle istituzioni, con il Governo nazionale in modo coordinato”. Risponde così ad AGRICOLAE l’onorevole Raffaele Nevi circa la possibilità di armonizzare, a livello europeo, la sostenibilità ambientale con quella economica delle imprese agricole.

“Noi ci stiamo provando: Forza Italia su questo ha le idee chiare. Noi pensiamo che ci voglia più produzione agricola, di maggiore ancora qualità per sostenere anche le nostre straordinarie industrie di trasformazione in un prodotto che sia sempre più 100% italiano e che possa ancora di più incrociare il consenso di tanti consumatori in giro per il mondo”, aggiunge Nevi.




Vinitaly, Meloni: Giornate complesse ma ci tenevo a essere qui. Made in Italy pezzo fondamentale nostra identità

“Sono giornate un po’ complesse. Eppure io ci ho tenuto particolarmente a essere qui oggi, facendo uno sforzo significativo in queste curiose giornate, per diverse ragioni. La prima è ribadire ancora una volta il valore e la centralità che questo governo attribuisce al mondo dell’agricoltura, che attribuisce alla capacità e alla possibilità per i nostri agricoltori di continuare a produrre eccellenze vedendo riconosciuto il giusto prezzo per il lavoro che fanno ogni giorno. Perché quelle eccellenze sono un pezzo estremamente significativo del nostro made in Italy. E noi siamo in un tempo nel quale a problemi strutturali – costi di produzione che aumentano, prezzi di vendita che diminuiscono – si sono aggiunte anche una serie di letture. Il ministro Lollobrigida faceva riferimento all’Europa, che noi abbiamo abbiamo cercato di smontare, che stiamo lavorando per smontare. Banalmente – lo dirò con la franchezza che da sempre mi contraddistingue – chi ha pensato che si potesse difendere la natura non tenendo conto del lavoro degli agricoltori o addirittura pensando di farlo contro gli agricoltori, semplicemente non sapeva di cosa stava parlando. Perché gli agricoltori sono i primi bioregolatori. Noi dobbiamo ricordarci che per difendere l’ambiente è fondamentale l’opera dell’uomo. Chi pensa che per difendere l’ambiente bisogna cacciare l’uomo, immagina un mondo che non esiste. Il mondo reale nel mondo reale. Noi abbiamo bisogno dell’opera dell’uomo per difendere la nostra natura e per difendere anche la nostra capacità di trasmetterla alle giovani generazioni”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante il suo intervento al Vinitaly di Verona.

“Questa è una delle prime questioni. Vogliamo ribadire quella centralità che ci ha fatto fare in questo anno e mezzo un grande lavoro sul tema dell’agricoltura a livello nazionale. Cito solamente l’aumento delle risorse per il comparto agricolo da 5 a 8 miliardi con la revisione del PNRR”, prosegue Meloni ricordando le battaglie portate avanti in Europa “sulle quali l’Italia ha avuto il coraggio di porre delle questioni, e piano piano tante altre nazioni hanno cominciato a seguirci. Perché quando dici cose serie, quando dici cose di buon senso, quando sei pragmatico, quando sei credibile, beh è possibile che tu possa anche fare da apripista. E’ quello che è accaduto su molti dossier sui quali abbiamo lavorato, è accaduto anche grazie al sistema Italia. Lo dico perché qui vedo tante associazioni, tante realtà che ci hanno aiutato a fare questo lavoro di moral suasion”.

“La seconda questione”, continua la premier, “è che oggi non è una giornata come le altre. La seconda ragione per la quale sono molto contenta di essere qui e che oggi è la Giornata nazionale del made in Italy. E’ la prima giornata nazionale del made in Italy istituita con un disegno di legge su un sul made in Italy che questo governo ha voluto per sostenere il il valore che il made in Italy ha per la nostra economia. E non solo per la nostra economia, ma anche per il nostro nome: la qualità dei nostri prodotti, la grandezza dei nostri prodotti fanno un pezzo fondamentale di come l’Italia è vista all’estero. Fatevelo dire da qualcuno che gira il mondo in lungo e in largo”, ribadisce Meloni, la quale sottolinea che questo nome “è costruito dall’innovazione, dal genio, dall’intelligenza, dalla ricerca dei nostri produttori del comparto del made in Italy. E non è un caso che noi abbiamo voluto istituire questa Giornata nel giorno che ricorda la nascita di quello che forse è il più grande genio italiano, Leonardo da Vinci, per ricordare proprio questo: per ricordare che attraverso il made in Italy passa un pezzo fondamentale della nostra identità, del nostro genio”.

“In quel disegno di legge sul made in Italy, noi abbiamo fatto tante cose”, ricorda la presidente del Consiglio. “Abbiamo messo risorse per sostenere le filiere strategiche, abbiamo lavorato sulla valorizzazione del made in Italy al femminile, abbiamo immaginato una serie di misure di protezione dalla concorrenza sleale, dall’Italian sounding, dalla contraffazione. Guardate che non è solamente un problema economico: la contraffazione, l’Italian sounding ogni anno drenano dal sistema Italia decine di miliardi di euro, e nel fare questo purtroppo compromettono anche la qualità della nostra eccellenza e del nostro nome. Perché quando tu non distingui cosa sia italiano e cosa non lo sia, quando il livello di produzioni che vengono vendute come italiane ma italiane non sono, perché non hanno il livello delle produzioni che si portano avanti in Italia, purtroppo questo compromette anche il nostro nome. Noi dobbiamo essere implacabili contro chi pensa di poter usare il nome italiano per produrre, per portare avanti e vendere prodotti che non hanno neanche lontanamente l’eccellenza che l’Italia può vantare. Intendiamo farlo a ogni livello”.

Meloni evidenzia poi la terza questione, affermando che “nella legge quadro sul made in Italy c’è anche l’istituzione del Liceo del made in Italy. E questa è la ragione per la quale io sono molto contenta, anche quest’anno, di incontrare soprattutto gli studenti. Perché c’è un tema delle competenze, chiaramente, in tutto il grande settore del nostro made in Italy. C’è una difficoltà da parte delle aziende spesso di trovare lavoratori qualificati. A monte di questo problema c’è soprattutto una questione culturale, quella per la quale qualcuno ci ha venduto nel tempo l’idea che l’istruzione tecnica in buona sostanza quasi fosse un’istruzione di serie B: se tu volevi essere una persona di un certo livello nella vita dovevi andare al liceo, non dovevi seguire l’istruzione tecnica. Allora l’abbiamo chiamato Liceo del made in Italy. E sapete perché? Perché non c’è identità italiana senza il made in Italy, non c’è cultura italiana senza il made in Italy. E non è un caso che il made in Italy il pezzo fondamentale della nostra identità”.

“Pensate al vino”, rimarca la premier. “Il vino a ogni latitudine – e ringrazio anche qui il lavoro che è stato fatto anche all’interno del Vinitaly, nel quale ogni anno attraverso il lavoro del Masaf, vengono allestite anche opere d’arte – è stato cantato nelle poesie, nella letteratura, è dipinto nei quadri, è scolpito nelle nostre sculture. È un pezzo fondamentale della nostra identità. Però se questo noi non riusciamo a trasmetterlo alle giovani generazioni, se non lo capiscono i nostri ragazzi, tutte le le norme che noi possiamo portare avanti non faranno la differenza. È importante che i giovani ci credano con noi”, in quello che “attraverso per esempio il vino, attraverso l’agricoltura, attraverso tutti gli altri settori del made in Italy viene raccontato dell’Italia. Testa, cuore, mani: questo è quello che ha fatto il made in Italy. Ma senza la testa, senza la cultura di base, senza l’attaccamento alla propria identità, senza la consapevolezza e la conoscenza del proprio trascorso, delle proprie radici, della propria storia, di quello che qualcuno è stato grande a costruire prima di noi e che noi dobbiamo essere grandi per trasferire a qualcun altro, tutto questo semplicemente scomparirà. E allora trasmetterlo alle giovani generazioni fa la differenza. Dal canto nostro, chiaramente noi dobbiamo garantire una istruzione sempre migliore, e ringrazio il ministro Valditara per il lavoro che abbiamo fatto sugli istituti tecnici, sulla formazione professionale, e anche sul liceo del made in Italy, perché questo è un pezzo fondamentale di quel lavoro”.

“Ma ricordatevi ragazzi: possono dire quello che vogliono, ma alla fine la cultura e l’identità italiana la tenete in piedi voi, la terrete in piedi voi con quello che avete scelto di studiare per mandare avanti la grandezza dell’Italia nel mondo. Quindi grazie soprattutto a voi per quello che di straordinario farete per raccontare l’Italia nel mondo”, ha concluso la presidente Meloni.




Ue, De Meo: agricoltura e ambiente sono alleati. Occorre approccio pragmatico su sostenibilità. VIDEOINTERVISTA

“Il momento di confronto che questa mattina col PPE, insieme a Forza Italia ha voluto organizzare va proprio nella direzione di capire in che modo questi obiettivi di sostenibilità, che sono condivisibili, devono però essere delineati e attuati in maniera pragmatica.” – così l’eurodeputato e membro della Commissione “Agricoltura e sviluppo rurale” Salvatore De Meo a margine dell’incontro “Il futuro dell’agricoltura in Europa”, promosso dal Gruppo PPE a Roma – “Questa è la linea di divisione che spesso ha visto un dibattito molto ideologizzato.

Noi dobbiamo avere un approccio pragmatico, dobbiamo avere gli agricoltori al nostro fianco e non contro: Agricoltura e ambiente sono alleati e non avversari. Ed è il motivo per cui dobbiamo insistere per raggiungere sì degli obiettivi di sostenibilità, dove però la sostenibilità deve avere una declinazione non solo ambientale ma anche sociale, produttiva, economica.

Il Partito Popolare sta organizzando appuntamenti come questo in tutti gli Stati membri per lanciare un appello forte perché la prossima Commissione sappia continuare a guardare all’ambiente, ma con questo approccio molto concreto, molto pragmatico e soprattutto con gli agricoltori che devono essere messi in condizione di poter raggiungere questo risultato. Rendendo cioè sempre più competitiva la nostra agricoltura, evitando di essere dipendenti dai Paesi terzi e soprattutto facendo in modo che gli agricoltori ribaltino una narrativa che nel corso dei decenni li ha visti invece penalizzati come un settore di seconda categoria.

Questo è l’obiettivo che il Partito Popolare e soprattutto Forza Italia ha preteso, ossia che nel prossimo programma elettorale ci siano degli elementi chiari su quella che è la nostra visione di un’agricoltura che deve essere protagonista nella lotta ai cambiamenti climatici. “




Il futuro dell’agricoltura in Europa: la visione del PPE. Il 15 aprile conferenza a Roma

Il prossimo 15 aprile alle ore 9 si terrà a Roma, presso l’hotel Shangri-La, la conferenza dal titolo: “Il futuro dell’agricoltura in Europa: la visione del PPE”. L’evento ha l’obiettivo di presentare e condividere con gli agricoltori la risposta del Gruppo PPE alle ingenti sfide che attendono il futuro dell’agricoltura europea. I lavori si concluderanno con l’intervento del Vicepresidente del Consiglio dei Ministri, Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Segretario Nazionale di Forza Italia, Antonio TAJANI.

“Il Gruppo PPE – spiega l’On. Salvatore DE MEO, Membro della Commissione “Agricoltura e Sviluppo rurale” al Parlamento europeo e promotore dell’iniziativa – si batte per una politica agricola dell’UE più forte e concreta, lontana da approcci ideologici, che sappia coinvolgere e rendere protagonisti i nostri agricoltori nella lotta ai cambiamenti climatici senza pregiudicare la nostra sicurezza ed autonomia alimentare; una politica agricola innovativa sostenuta da finanziamenti adeguati soprattutto per le piccole e medie imprese, quelle giovani e quelle familiari”. La conferenza si compone di due panel con esponenti illustri del mondo imprenditoriale agricolo e relatori di eccellenza tra cui il capo delegazione di Forza Italia al Parlamento europeo, Fulvio MARTUSCIELLO, il coordinatore PPE della Commissione “Agricoltura e Sviluppo rurale” al Parlamento europeo, Herbert DORFMANN, il Segretario della Commissione “Agricoltura” della Camera dei deputati, Raffaele NEVI, il Vicepresidente della Commissione “Ambiente, territorio e lavori pubblici” della Camera dei deputati, Francesco BATTISTONI. L’evento, inoltre, è arricchito dalla partecipazione di esponenti del Gruppo PPE di nazionalità straniera quali il Vicepresidente Siegfried MUREŞAN, l’eurodeputata Membro della Commissione “Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare” e della Commissione “Agricoltura e Sviluppo rurale” Christine SCHNEIDER e l’eurodeputato Membro della Commissione “Agricoltura e Sviluppo rurale”, Colm MARKEY.
I giornalisti, i telecineoperatori, e i fotografi, per partecipare alla conferenza stampa, dovranno mandare una email con richiesta di accredito all’indirizzo di posta elettronica: [email protected] entro le ore 18 di domenica 14 aprile. La email dovrà riportare – oltre ai dati anagrafici e agli estremi di un documento di riconoscimento valido – i riferimenti delle attrezzature di ripresa.




Confeuro, Tiso: intervenire su giusta remunerazione e burocrazia per salvare imprese. Ripensare la Pac. Sì alle Tea. VIDEOINTERVISTA

La remunerazione dei prodotti agricoli. È questo il tema. Il 4% della messa a riposo, la condizionalità sono degli elementi, ma non sono l’elemento principale. Le problematiche del settore primario sono due: la giusta remunerazione dei prodotti agricoli e la burocrazia. Allora, se interveniamo bene su questi due aspetti, a questo punto potremmo cercare di risolvere e sicuramente andare a salvare una buona parte delle piccole e medie aziende italiane che poi sono quelle che producono realmente qualità e made in Italy”.


Così Andrea Tiso, presidente di Confeuro, ai microfoni di AGRICOLAE, a margine del Consiglio Nazionale in svolgimento in queste ore.

“Se non riusciamo a intervenire su questo avremo delle serie difficoltà anche in futuro. La protesta si è placata ma i problemi non sono risolti: assolutamente no. A tal proposito, mi farebbe piacere avere dai partiti politici – proprio in questo periodo elettorale di avvicinamento alle elezioni europee – alcuni chiarimenti proprio in termini di politiche europee. Quali sono le loro intenzioni, quali loro, quali sono i loro progetti e le loro proposte per il settore agricolo? Perché sappiamo tutti che il settore agricolo in Italia è fondamentale, è settore primario, nel nostro Paese è una colonna portante.

La PAC che abbiamo oggi, per via del fatto che ci sono stati dei cambiamenti a livello mondiale,  ci sono due conflitti uno alle porte dell’Europa tra la Russia e l’Ucraina che poi riguarda un pò tutta l’Europa fondamentalmente, e poi c’è il conflitto israelo palestinese, ebbene: chiaramente queste condizioni geopolitiche mondiali cambiano anche la geografia e l’economia delle merci e delle produzioni agricole e questa cosa non può essere trascurata assolutamente.

La politica agricola comune è una politica comunitaria che guarda all’Europa ma non si può guardare solo all’Europa: bisogna guardare all’Europa in un contesto globale e quindi la PAC oggi non è più attinente alla realtà, è già vecchia anche con le modifiche che sono state fatte con urgenza nell’ultimo periodo.

La PAC va ripensata, va studiata completamente e non è possibile che l’80% delle risorse della PAC vada per il 20% alle macro aziende agricole europee. Dovrebbe essere il contrario, dovrebbe andare all’80% a micro e piccole aziende.

Questa è la nostra proposta, ma allo stesso tempo anche nella PAC il sostegno al reddito va bene, ma la prima cosa è pagare adeguatamente i prodotti agricoli. La produzione europea è una produzione di qualità. Gli standard produttivi europei e qualitativi europei sono elevati, non hanno nulla a che vedere con i prodotti che arrivano dalla Turchia, dalla Russia, dall’Ucraina o dal Canada.

Per cui se noi vogliamo qualità e vogliamo stare tranquilli anche dal punto di vista della salute, quando mangiamo dobbiamo pagarla questa qualità e soprattutto dobbiamo puntare ai principi di reciprocità. Perché se un prodotto europeo deve essere prodotto secondo determinati standard qualitativi, quello che importiamo deve avere gli stessi standard qualitativi.

Sul problema delle catastrofi naturali. È un tema ormai centrale anche per l’agricoltura perché si connette anche all’instabilità nelle produzioni, alle quantità di prodotto che sono sempre più basse, alla qualità degli stessi prodotti. I cambiamenti climatici hanno praticamente alterato anche le stagioni e i prodotti agricoli, così le produzioni agricole ne risentono. Questo è un tema importantissimo e non si può fare demagogia.

Non si può pensare poi che l’agricoltura inquini, l’agricoltore è il primo custode dell’ambiente ed è stata fatta in Parlamento anche una legge nell’ultimo periodo. Su questo discorso però non si può creare la dicotomia agricoltura ambiente, agricoltura e ambiente sono la stessa cosa, infatti gli agricoltori sono i primi a tutelare l’ambiente perché se l’ambiente sta bene i loro prodotti agricoli saranno buoni, saranno ottimi. Se l’ambiente è malato anche i prodotti della terra non saranno buoni.

Le TEA non sono gli OGM, le Tea sono tecniche di evoluzione assistita e sono sostanzialmente costituite dal DNA della stessa pianta, mentre gli OGM non erano così. Per cui noi siamo favorevoli allo sviluppo tecnologico alla ricerca alla ricerca soprattutto anche applicata in campo e quindi siamo favorevoli alle Tea, siamo favorevoli a all’investimento in questo senso. Perché purtroppo i cambiamenti climatici ci costringono, in un modo o in un altro, a cambiare anche le metodologie e gli stessi prodotti che noi andiamo a coltivare.

E se non interveniamo da questo punto di vista sarà difficile poter garantire ai prossimi 9 miliardi di persone che popoleranno il mondo, la giusta alimentazione, la giusta quantità di cibo. È questa una via obbligata. Non abbiamo grosse alternative. Se oggi il pianeta ci dice che coi cambiamenti climatici ci dobbiamo adeguare, dobbiamo adeguare anche le produzioni che stiamo coltivando e quindi più ricerca, più investimenti in questo senso sicuramente ci potranno dare un’arma in più.”




I ministri europei dell’Agricoltura si sono riuniti a Limburg per lavorare sull’alimentazione come settore strategico per l’Europa

I ministri dell’Agricoltura federali e regionali belgi hanno invitato i loro colleghi europei in Belgio per discutere del cibo, e in particolare delle proteine, come settore strategico per il futuro dell’Europa. L’Unione europea è determinata a raggiungere un’autonomia strategica più aperta in importanti settori politici. Il contesto odierno è caratterizzato dalle proteste degli agricoltori e dai cambiamenti geopolitici, oltre che economici. La sovranità alimentare diventa quindi ancora più importante. I ministri si sono riuniti nella provincia del Limburgo in un contesto informale. Oltre alla riunione plenaria di martedì, il programma prevedeva visite in loco interregionali e pranzi con prodotti locali.
Il ministro federale belga dell’Agricoltura: “L’autonomia strategica in agricoltura è una delle priorità del Belgio per la sua presidenza del Consiglio Agrifish, quindi era importante continuare queste discussioni. Per la presidenza belga una delle soluzioni previste è la produzione europea di proteine ​​per il settore animale. È importante garantire un’agricoltura competitiva e sostenibile nel senso pieno del termine, cioè produttiva, remunerativa per gli agricoltori e la cui parola d’ordine è la qualità nutrizionale, preservando l’ambiente. I recenti conflitti geopolitici hanno inoltre dimostrato l’importanza di mantenere un elevato livello di sicurezza alimentare. Per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo incoraggiare l’innovazione di fronte alle grandi sfide che l’agricoltura deve affrontare”.
Ministro vallone dell’Agricoltura: “La sicurezza alimentare e la sovranità sono aspetti chiave della nostra politica agricola. La crisi attuale ci ricorda l’urgente necessità di agire per rafforzare la nostra sovranità alimentare e garantire un approvvigionamento sicuro per tutti, nonché un reddito per i nostri agricoltori. Lavorare per una strategia proteica europea e rafforzare la nostra capacità di nutrire i nostri cittadini ci consentirà di consolidare la nostra indipendenza economica”.
Ministro fiammingo dell’Agricoltura: “ I nostri agricoltori sono strategici, l’agricoltura è strategica. Oggi più che mai dobbiamo parlare di come garantire la posizione strategica della nostra agricoltura e di fornire ai nostri agricoltori gli strumenti giusti per mantenere la loro posizione strategica. Ecco perché è un onore invitare i miei colleghi ministri dell’Agricoltura qui a Limburgo per mostrare le nostre migliori pratiche, in particolare nel settore alimentare, e per discutere su come possiamo continuare a sostenere i nostri agricoltori, soprattutto in questi tempi difficili”.
Perché lavorare su cibo e proteine ​​come elementi strategici per il futuro dell’Europa?
Soprattutto in un contesto di incertezze e tensioni geopolitiche, l’Unione europea vuole agire in modo più indipendente in ambiti politici importanti e strategici. Il cibo può essere considerato uno di questi interessi strategici, e le proteine ​​ne costituiscono una parte cruciale.
Oggi l’Europa fa (fortemente) affidamento sulle importazioni per le sue fonti di proteine ​​vegetali, sia per il consumo animale che per quello umano. Questa dipendenza dalle importazioni non ha solo un impatto economico, ma anche ambientale, climatico (anche attraverso il cambiamento dell’uso del suolo nel paese di origine) e sanitario. Per questi motivi è auspicabile un’autonomia strategica più aperta sulle proteine ​​a livello europeo. Ciò non può essere raggiunto a livello degli Stati membri ma dovrebbe essere raggiunto e coordinato a livello europeo. L’Unione Europea ha bisogno di un approccio più strategico nei confronti della politica alimentare.
Anche i nostri agricoltori possono trarre vantaggio dalla produzione di proteine ​​vegetali (o nuove) come fonte alternativa di reddito. A tal fine, è fondamentale affrontare l’intera catena proteica nelle pertinenti strategie politiche (europee, nazionali e regionali) con l’obiettivo di aggiungere valore a ciascun anello della catena, garantendo al tempo stesso condizioni di parità sia all’interno dell’UE che con i paesi dell’UE. soci in affari.
I ministri europei dell’Agricoltura hanno lavorato per trovare risposte a queste domande. Questo incontro informale ha aggiunto conoscenze e input alle future strategie alimentari e proteiche europee, nazionali e regionali. I ministri hanno voluto cogliere le opportunità per l’UE, gli agricoltori, l’ambiente, il clima e la salute: ritengono cruciale un approccio sistemico e interdisciplinare per raggiungere questo obiettivo. Ciò significa anche considerare la domanda di proteine. Dopotutto, tutto inizia con la (futura) domanda del consumatore, dopodiché l’intera catena del valore si basa su questa domanda per fornire un’offerta sufficiente.
Le conclusioni preliminari dell’incontro, che sicuramente porteranno ad altri passi, sono:
  • Garantire l’autonomia strategica nella produzione di proteine ​​è essenziale e sarà necessario adottare misure per aumentare l’indipendenza dell’UE in questo settore.
  • Sarà necessario diversificare le fonti delle proteine, promuovere la produzione in Europa e valorizzare maggiormente i sottoprodotti.
  • Le sfide dovranno essere affrontate in modo trasversale e intersettoriale, dai produttori ai consumatori.
  • Sia che siano impegnati nella produzione di proteine ​​vegetali o animali, sarà inoltre fondamentale garantire che i settori produttori di proteine ​​in Europa siano in grado di beneficiare di sbocchi commercialmente validi per i loro prodotti.
  • Anche la ricerca e l’innovazione giocheranno un ruolo chiave nello sviluppo del settore.
  • Gli aiuti accoppiati costituiranno un incentivo che aiuterà a sviluppare la coltivazione delle proteine ​​vegetali in relazione alla coltivazione dei cereali.
Oltre all’incontro vero e proprio, i ministri dell’UE hanno avuto un assaggio di ciò che il Belgio ha da offrire. Il buon cibo e le buone bevande fanno parte di questo, quindi sono stati degustati diversi prodotti locali. Ove possibile, i produttori locali erano presenti per spiegare il loro processo alimentare e parlare con i visitatori europei. Naturalmente è stato visitato il paesaggio rurale sia della parte fiamminga che della parte vallone ed era il momento giusto: i fiori stavano facendo la loro magia. I ministri europei hanno visitato un’azienda agricola dove si produce la tipica carne blu belga, hanno visto gli alberi da frutto fiorire nello splendido paesaggio di Haspengouw e hanno visitato il centro di ricerca Fruit, pcfruit, che ha presentato le sue ultime innovazioni.
Negli ultimi mesi abbiamo assistito a grandi proteste degli agricoltori nella maggior parte dei paesi europei, anche in Belgio. Tutti e tre i ministri belgi apprezzano molto la voce degli agricoltori. Martedì mattina è stato quindi previsto un incontro con le organizzazioni degli agricoltori. Ascoltando nuovamente le loro esigenze, sia la presidenza belga che la Commissione europea potrebbero lavorare per trovare risposte alle esigenze degli agricoltori durante la riunione dei ministri.



Agricoltura: Carloni (Lega), attenzione a incombere in mera ideologia ‘green’

“Quando è stato insediato il parlamento, sicuramente i padri costituenti erano quasi tutti allevatori, agricoltori o, comunque, conoscevano bene la terra. Lo scenario sociologico di oggi è certamente diverso, ma non possiamo dimenticarlo. Andrebbe fatta una profonda riflessione sul concetto di ‘sostenibilità’ perché si rischia di incombere in mera ideologia ‘green’. A pagarne le conseguenze poi non sono solo gli agricoltori, ma tutti noi. Basti pensare che, all’indomani di un’alluvione, la Lega ha dovuto fare una legge per permettere di raccogliere la legna, pericolosissima, dal greto dei fiumi. Il ricambio generazionale e la remuneratività dell’impresa agricola rimangono le priorità della Lega”.
Così il presidente della commissione Agricoltura, il deputato della Lega Mirco Carloni, a margine della conferenza alla Camera ‘Generazione Formaggi’.



Ricostruzione, Copragri: bene norme ma per agricoltura esplicitare concetto ‘bene’ e prevedere incentivi polizze assicurative

“Il tema per noi è fondamentale, soprattutto in questo periodo, anche per noi che rappresentiamo i produttori agricoli, perché è di tutta evidenza che negli ultimi anni i cambiamenti climatici stiano avendo un forte impatto sul nostro paese, portando a fenomeni meteorologici che fino a qualche decennio fa avvenivano in lassi temporali molto più lunghi. L’anno scorso l’Emilia-Romagna veniva duramente colpita e i danni diretti all’agricoltura sono stati quantificati in circa 1 miliardo di euro. La raccolta di queste norme in un testo coordinato è sicuramente da apprezzare perché è fondamentale per permettere una ripresa rapida dei territori che vengono colpiti dagli eventi catastrofali. È fondamentale anche perché le zone rurali, dove ovviamente agricoltura e zootecnia si sviluppano maggiormente, sono quelle che hanno strascichi più lunghi. Quindi queste norme sono fondamentali anche perché quel triste fenomeno che è lo spopolamento delle aree rurali non si acceleri ulteriormente, anzi potrebbe servire da incentivo a non abbandonare queste zone”. Lo ha detto Manfredi pacifici, in rappresentanza di Copagri, durante l’audizione presso la Commissione Ambiente della Camera nell’ambito dell’esame, in sede referente, dei progetti di legge recanti disposizioni per la gestione delle emergenze di rilievo nazionale e la ricostruzione post-calamità.

“Come Copagri apprezziamo lo sforzo fatto con questi testi”, ribadisce Pacifici. “E in particolare lo stato di ricostruzione di rilievo nazionale è importante non solo dal punto di vista meramente tecnico e organizzativo, ma anche perché secondo noi la proclamazione di uno stato del genere può permettere che si mantengano i riflettori accesi a livello nazionale su aree che vengono colpite da eventi meteorologici emergenziali, e quindi che l’attenzione non si limiti all’immediatezza dell’evento. Anche l’istituzione, con l’articolo 4, della cabina di coordinamento per l’attività di ricostruzione è sicuramente una misura importante perché permette a chi vive il territorio di far presenti le criticità e le difficoltà della vita quotidiana di questi territori”.

“Anche le misure per la ripresa dell’attività economica e produttiva sono fondamentali e importanti, come ad esempio i finanziamenti agevolati, soprattutto quelli con un periodo di ammortamento che dura per vari anni”, aggiunge il rappresentante Copagri. “In un settore come l’agricoltura la possibilità che questi finanziamenti siano ammortati per tre anni è fondamentale, perché quando per esempio viene colpito un arboreto, e quindi magari c’è la possibilità di sostituire piante morte, dilazionare il pagamento del finanziamento in tre anni permette anche la ripresa e il rispetto di quel ciclo biologico che è necessario per far tornare a fruttare e quindi un’azienda a produrre un determinato reddito e ripagare il finanziamento. Anche l’istituzione di una franca urbana, normata e generalizzata, è una norma che guardiamo con apprezzamento”.

Tuttavia, evidenzia Pacifici, “vorremmo fare alcuni rilievi a proposito della particolarità della nostra attività produttiva. Perché, per esempio, il termine ‘bene’, sia mobile che immobile, presenta per l’attività di produzione agricola ma anche zootecnica delle peculiarità che secondo noi necessitano di essere evidenziate. È ovvio che un testo normativo debba avere i caratteri della generalità e dell’astrattezza per poter essere replicato in un numero indefinito di casi, epperò prevedere quantomeno in modo esplicito le peculiarità dell’agricoltura sarebbe efficace se non altro per evitare incertezze sull’ambito applicativo della norma e delle misure che vengono emanate in base al riconoscimento della zona di interesse nazionale. Per esempio esplicitare, nel caso di bene immobile, anche la rimessa in sesto del territorio e del fondo rurale potrebbe evitare incertezze a livello di applicazione della norma”.

Ancora, prosegue il rappresentante di Copagri, “guardiamo anche con apprezzamento, sempre del testo 1632, l’articolo 23 sulla liquidazione anticipata del 30% del danno per chi ha sottoscritto un’assicurazione per i danni catastrofali. In agricoltura sono già molto usate, e c’è l’istituzione del fondo Agricat, ad esempio. Quindi, magari, beneficiare non solo chi ha sottoscritto una polizza assicurativa catastrofale ma anche chi può accedere a questi fondi, potrebbe rendere più efficace ed efficiente la misura. Inoltre, sempre nell’articolo 23, oltre a prevedere la predisposizione di schemi quadro per i contratti assicurativi, potrebbe essere utile prevedere misure incentivanti per la sottoscrizione delle polizze”.