Agricoltura, Patuanelli (M5S): “Taglio Agricoltura 4.0 scelta che pagheremo a lungo”

“Tra i tanti tagli che sono stati imposti al mondo delle imprese dal governo Meloni, il peggiore, quello che porterà le maggiori conseguenze sul lungo termine, è stato il depotenziamento di Transizione 4.0″. Così su Facebook il capogruppo M5s al Senato Stefano Patuanelli.

“È stato il più grande investimento che avevamo progettato nel PNRR – prosegue Patuanelli -, usando i crediti d’imposta al posto di super e iperammortamento per estendere i benefici degli incentivi a tutte le aziende. Comprese ovviamente quelle agricole; prima ne erano ingiustamente tagliate fuori. Una misura che aveva un moltiplicatore economico certo e che consentiva agli agricoltori d’investire. Era maggio 2022 quando l’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano e dell’Università degli Studi di Brescia consegnava un report sorprendente, che certificava una crescita del mercato dell’agricoltura 4.0 del +196% e un volume d’affari che arrivava a toccare gli 1,6 miliardi di Euro. Perché si sono volute tarpare le ali al mondo delle imprese resterà, per me, il più grande mistero di questo governo”.




Agricoltura 4.0, Fondazione Leonardo. Patuanelli: Innovazione garantisce qualità e quantità delle produzioni agroalimentari, senza rinunciare a distintività

“L’innovazione è uno strumento, non è il fine, e come tale ci pone una domanda: dove vogliamo portare l’agricoltura nei prossimi trent’anni? I temi sono quelli dell’accesso al cibo, della produzione e della necessaria transizione ecologica. Dobbiamo allora garantire una produzione di cibo sempre maggiore assicurando prezzi accessibili, prodotti sicuri e con meno input ambientali. L’innovazione allora diventa il principale strumento per raggiungere questi obiettivi.

Chiedersi se esiste una dicotomia tra una agricoltura vista come omologazione e produzione di commodities e un’agricoltura che punta invece alla distintività e alla multifunzionalità ha molto senso, perché è un conflitto che esiste.”

Così il ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli nel corso della I Conferenza nazionale sull’Agricoltura di Precisione, promossa da Fondazione Leonardo–Civiltà delle Macchine, Politecnico di Bari e Università degli Studi di Bari Aldo Moro.

“Oggi abbiamo una guerra non del grano, ma del prezzo del grano perché le quantità non ci mettono in difficoltà. Desta preoccupazione la speculazione finanziaria invece. Si tratta però di commodities, mentre noi dobbiamo confermare il valore della distintività delle produzioni agroalimentari che possiede l’Italia.

Aver costruito un pacchetto di misure chiamato transizione 4.0 e aver consentito all’agricoltura di accedere alle risorse del 4.0 mi rende molto orgoglioso. I dati e gli effetti positivi sono noti, registriamo infatti l’aumento costante degli investimenti e l’attrattività che il 4.0 ha sul mondo agricolo. Quello agricolo è un settore conservatore da un lato ma profondamente innovatore dall’altro, ha infatti capito che deve fare un percorso di innovazione anche per consentire ai giovani di arrivare all’agricoltura.

La micro impresa, che rappresenta l’ossatura del sistema produttivo italiano, ha difficoltà ad investire in alcuni settori come la ricerca/sviluppo e l’innovazione. Bisogna allora implementare degli strumenti che possano portarci ai controterzisti dell’innovazione, cioè a chi mette a disposizione anche del più piccolo agricoltore gli strumenti dell’innovazione. Si tratta di servizi da mettere a disposizione in maniera condivisa con tutti i produttori, servono dunque le organizzazioni e le associazioni di produttori, i comuni, i consorzi, le associazioni di categoria. Serve inoltre investire di più in ricerca e sviluppo ed il ruolo del Crea e delle Università in questo è fondamentale. Penso alle Nbt che sono altra cosa rispetto agli ogm e che possono portare all’obiettivo di aumentare la capacità produttiva in un contesto climatico sempre più complesso.

Centrale poi è il tema della formazione, rischiamo di avere tecnologie molto avanzate e nessuno che sappia usarle. Questo è un tema su cui confrontarsi, altrimenti rischiamo di perdere occasioni importanti. Per questo ricordo che è disponibile il pacchetto formazione 4.0.

Infine c’è il tema della redditualità degli imprenditori agricoli e del trasferimento del valore lungo tutta la filiera. Lo vediamo anche in questo periodo con la Grande distribuzione che riconosce alla trasformazione l’aumento dei costi dei fattori della produzione, ma questo non sempre arriva poi all’agricoltore.

Stiamo perciò lavorando sul tema della diversificazione del reddito, penso alle agroenergie ad esempio o al biogas e biometano.”




Agricoltura 4.0, Fondazione Leonardo. Giorgetti (Mise): Settore primario può tornare a ricoprire ruolo chiave. Spingere su tecnologie e infrastrutture

“Ricollocare al centro delle politiche economiche le filiere produttive è la priorità del nostro ministero ed una rinnovata dinamica di sviluppo del settore primario, che rafforzi le prospettive di collaborazione lungo le catene del valore, è un elemento necessario per accrescere i livelli di benessere del paese, oltre che di sicurezza degli approvvigionamenti.

Nell’attuale congiuntura economica e geopolitica vi sono spazi perché il settore agricolo possa tornare a ricoprire un ruolo chiave nell’economia del paese.”

Così il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti nel corso della I Conferenza nazionale sull’Agricoltura di Precisione, promossa da Fondazione Leonardo–Civiltà delle Macchine, Politecnico di Bari e Università degli Studi di Bari Aldo Moro.

“Nei primi anni 2000 abbiamo assistito ad un rallentamento dello sviluppo della struttura imprenditoriale agricola, a seguito anche di alcuni fattori come l’incremento della popolazione mondiale a fronte della diminuzione delle superfici coltivabili. Ma anche l’intensificarsi della concorrenza internazionale e gli effetti della limitata dimensione delle imprese agricole.

In questo contesto si inseriscono oggi profondi cambiamenti che investono il sistema produttivo, come la pandemia e la guerra che sta incidendo drammaticamente sui costi energetici e sulle catene di approvvigionamento agricolo. Si possono creare tuttavia le occasioni per la diversificazione dei canali di distribuzioni e approvvigionamento. Una tendenza che è destinata a rafforzarsi in ragione della collocazione dell’Italia nella direttrice strategica che collega l’Ue a enormi mercati emergenti come l’Africa.

La nuova sfida industriale per il settore agricolo si gioca pertanto in un quadro articolato dal punto di vista delle condizioni strutturali e dei fattori contingenti, questo deve indurci ad affrontare con concretezza e realismo opportunità e rischi di questa nuova fase.

L’intersezione tra le tecnologie di industria 4.0 e l’agricoltura di precisione costituisce un riferimento nuovo per implementare soluzioni complesse che permettano un miglioramento dei prodotti. Nell’ultimo biennio gli investimenti in tecnologie di agricoltura 4.0 hanno registrato una crescita evidente, passando da un fatturato di circa 500 mln euro nel 2019 a oltre 1,5 mld euro a fine 2021, con oltre il 60% delle aziende agricole che hanno dichiarato di adottare almeno una soluzione di agricoltura 4.0. L’Italia è tra i primi 10 paesi per il numero di start up agricole innovative.

La sfida si gioca sulla capacità di tenere insieme interventi orizzontali con misure ad hoc a supporto della filiera alimentare. Il Pnrr interviene su questi fronti, il Mise ha concentrato le risorse gestite, oltre 24 mld, su un numero limitato di interventi a sostegno degli investimenti produttivi. È stato rifinanziato il piano di transizione 4.0 e potenziati i contratti di sviluppo.

C’è poi il piano riguardo lo snellimento dei procedimenti amministrativi e la riorganizzazione degli incentivi.

Il prossimo 23 giugno si chiuderà presso il ministero il bando della misura “investimenti innovativi delle imprese agricole”, che dimostra la nostra attenzione al settore, sebbene le risorse stanziate non sono probabilmente sufficienti.

Per la diffusione delle tecnologie di precisione ci sono ancora ampi margini. Sono infatti ancora troppo basse le percentuali di superficie agricola coltivata sulla quale è impiegata la tecnologia 4.0, pari a poco più del 5%. C’è poi lavoro da fare sul piano delle infrastrutture, la copertura con banda larga nelle aree rurali è pari solo al 40%.”




Agricoltura 4.0, Abaco Group e Perleuve lanciano Abaco4Grapes, la nuova soluzione di smart agricolture

Abaco Group, player di riferimento europeo nella fornitura di soluzioni software per la gestione e il controllo delle risorse territoriali orientate all’agricoltura di precisione e alla sostenibilità ambientale, e Perleuve, società di consulenza vitivinicola fondata nel 2012 dall’agronomo Giovanni Bigot, hanno lanciato oggi, a Fieragricola, Abaco4Grapes, l’innovativa piattaforma di smart farming dedicata al settore vitivinicolo. La nuova soluzione nasce dalla collaborazione tra due realtà d’eccellenza nel mondo agricolo e agronomico che hanno unito le proprie esperienze per metterle al servizio di un settore sempre più centrale nel sistema produttivo italiano, quello del vino.

Grazie all’utilizzo di Abaco4Grapes, è possibile ridurre del 30% l’utilizzo dei prodotti fitosanitari, ottimizzare l’utilizzo di risorse idriche e aumentare il potenziale qualitativo del vigneto. La nuova soluzione consente inoltre di gestire la produzione viticola in tutti i suoi aspetti, dai modelli previsionali delle malattie alla disponibilità idrica, dalla fertilità dei suoli all’andamento meteorologico, dalla programmazione delle operazioni colturali alla gestione dei costi. Tutte le informazioni sono fruibili in un unico punto, ovunque ci si trovi, grazie all’utilizzo di indici, dati e di un sofisticato sistema di allerta. Attraverso l’indice di valutazione del potenziale qualitativo del vigneto (v. Indice Bigot), i viticoltori possono salvaguardare la produzione e migliorarne la qualità.

Abaco4Grapes unisce la profonda esperienza sul campo all’utilizzo di modelli predittivi in grado di valutare il rendimento delle uve, con l’obiettivo di offrire agli agricoltori nuove strategie preventive volte a migliorare la qualità e la resa del raccolto, nell’ottica dell’agricoltura di precisione e della digitalizzazione aziendale.

Abaco4Grapes nasce dalla volontà di rispondere alle esigenze di produttività e sostenibilità delle più importanti filiere del Made in Italy. Grazie a questa piattaforma, la tecnologia e i dati diventano uno strumento di supporto oramai indispensabile per gestire un processo produttivo di alta qualità – ha dichiarato Antonio Samaritani, Ceo di Abaco  Siamo orgogliosi della collaborazione con Perleuve e siamo certi che il prodotto che abbiamo presentato oggi sia solo il primo tassello di un percorso molto più ampio che ci consentirà di diventare il punto di riferimento dei viticoltori in questa fase di trasformazione del settore”.

“Sono particolarmente entusiasta di questa collaborazione – ha commentato l’agronomo Giovanni Bigot, fondatore di Perleuve – perché finalmente abbiamo trovato un partner altamente specializzato in agricoltura, con molta esperienza e un’importante base di dati. Condividiamo la stessa visione, ovvero fornire alle aziende vinicole una soluzione concreta per aumentare la qualità, con precisione e rispetto dell’ambiente. Fin dall’inizio abbiamo percepito professionalità e semplicità, che sono valori in cui anche noi crediamo”.

 

Link alla piattaforma: www.abaco4grapes.it




Agricoltura 4.0: Abaco sbarca a Roma e assume nuovi esperti digitali

Abaco Group, player di riferimento europeo nella fornitura di soluzioni software per la gestione e il controllo delle risorse territoriali orientate all’agricoltura di precisione e alla sostenibilità ambientale, sbarca a Roma, in Via Magenta 5, con una nuova sede di 500 mq, inaugurata oggi, che ospita già 50 collaboratori di cui 20 assunti durante il lockdown. Esperti di intelligenza artificiale, big data specialist e sviluppatori, il cui numero aumenterà nei prossimi due anni con l’obiettivo di arrivare a oltre un centinaio di risorse.

 

Con l’apertura della sede romana, il Gruppo, che ha il proprio headquarter a Mantova e una sede a Reading (UK), intende rafforzare il proprio business italiano ed europeo consolidando il legame con le Istituzioni, con il mondo dell’Università e della ricerca e con gli altri player dell’ecosistema dell’innovazione e del digitale.

 

“L’innovazione tecnologica e digitale rappresenta uno dei capisaldi del nuovo modello di sviluppo dell’agricoltura”, ha dichiarato Antonio Samaritani, Ceo di Abaco. “L’impiego di soluzioni innovative – IoT, intelligenza artificiale, big data – diventa il fattore abilitante che consentirà al comparto agrifood di garantire cibo a sufficienza per una popolazione mondiale in continua crescita. Solo impiegando in maniera intelligente le risorse a disposizione, assicurando sempre più la produzione di qualità e lavorando a soluzioni che consentano di ridurre il consumo di acqua e suolo, saremo nelle condizioni di rispettare gli obiettivi di sostenibilità e produttività che sono stati definiti a livello planetario. È proprio in questo contesto – ha aggiunto Samaritani – che emerge sempre più la necessità di una maggiore osmosi tra ricerca e mercato per il settore primario e per tutti gli attori della filiera produttiva”.

 

Quest’anno, Abaco ha lanciato “Abaco Farmer R2U (Ready to Use)”, una piattaforma particolarmente innovativa che grazie alla valorizzazione di dati territoriali e agronomici può accompagnare le piccole imprese agricole a intraprendere un modello produttivo più efficiente e sostenibile consentendo un monitoraggio più semplice di questo tipo di aziende, e “Abaco Agri”, la soluzione software destinata ai governi nazionali e locali per la gestione del nuovo ciclo della Politica Agricola Comune (PAC), nata anche grazie ai contributi tecnico scientifici sviluppati nel corso dei lavori del Think Tank Agritech Innovation (TAI), creato da Abaco in collaborazione con il Centro per lo sviluppo agricolo e rurale (CESAR) dell’Università di Perugia.

 

Il Gruppo, che nel 2019 aveva realizzato un fatturato pari a 8.4 mln di euro, chiuderà il 2021 superando i 14 mln, con una crescita del 70% nel corso dell’ultimo biennio. Il piano per il 2022 è quello di andare oltre la soglia dei 20 mln confermando la spiccata matrice internazionale dell’azienda, la cui quota di ricavi provenienti dall’estero corrisponde a circa il 60%.

 

 

Abaco

Abaco, nata nel 1990, vanta un’esperienza trentennale nello sviluppo di software per la gestione del territorio. Grazie alla propria vocazione all’innovazione, la società ha permesso di anticipare le esigenze di un mercato in evoluzione e di diventare partner di fiducia di soggetti pubblici e privati che affrontano quotidianamente la sfida dello sviluppo sostenibile della tracciabilità e della produttività. In particolare, Abaco è stata scelta dal governo UK per sviluppare la piattaforma per la gestione dei sussidi previsti dalla PAC e continuerà a farlo durante il periodo di uscita della Gran Bretagna dalla Ue. Da giugno 2019, Abaco è una società partecipata da Taste of Italy, fondo italiano specializzato nel settore agroalimentare gestito da DeA Capital Alternative Funds SGR. Nel 2021 ABACO è stata inclusa nel rapporto “Food traceabilitymarket (technology& software) global forecast to 2025” di Markets and Markets, una tra le più importanti società al mondo di Ricerche di Mercato. A partire da aprile 2021 Abaco fa parte del Private Sector Guiding Group, che ha l’obiettivo di coinvolgere alcuni dei principali attori del settore privato nella preparazione del Food System Summit delle Nazioni Unite. L’headquarter del Gruppo è a Mantova. L’azienda ha sede anche a Roma e nel Regno Unito.




Agricoltura 4.0, Selvetti: Consorzi agrari d’Italia mette a disposizione dei soci e clienti Dino, il robot che ‘pulisce’ i campi evitando la chimica. VIDEOINTERVISTA

“I Consorzi agrari d’Italia investe sull’innovazione che rappresenta il filo rosso che attraversa tutta la filosofia aziendale insieme ai servizi e ai mezzi tecnici. Ricerca a livello mondiale le migliori tecnologie che possano affiancare le aziende agricole per renderle più sostenibili e più efficienti”.

Così ad AGRICOLAE Serena Selvetti, responsabile agricoltura 4.0 di Cai nel corso della presentazione, a Castenaso (Bologna) di Dino, un robot con quattro motori elettrici che sfrutta i satelliti per muoversi automaticamente tra vigneti, frutteti e campi di ortaggi per pulire i terreni nel pieno rispetto dell’ambiente e senza l’utilizzo di prodotti chimici.

“Dino è una macchina di produzione francese, di una start up di giovani ingegneri alla quale stiamo partecipando per quanto riguarda il settaggio e la commercializzazione.

Consorzi agrari d’Italia mette a disposizione di tutti i soci e clienti su tutti i territori”, conclude.




Agricoltura 4.0: Abaco lancia “Abaco Agri”, la soluzione software per la gestione della nuova politica agricola comune

Abaco Group, player di riferimento europeo nella fornitura di soluzioni software per la gestione e il controllo delle risorse territoriali orientate all’agricoltura di precisione e alla sostenibilità ambientale, ha lanciato “Abaco Agri”, la nuova soluzione software destinata ai governi nazionali e locali per la gestione del Sistema Integrato di Gestione e Controllo dei pagamenti di fondi per l’agricoltura. La piattaforma è nata anche grazie ai contributi tecnico scientifici sviluppati nel corso dei lavori del Think Tank Agritech Innovation (TAI), creato da Abaco in collaborazione con il CESAR (Centro agricolo per lo sviluppo rurale dell’Università di Perugia) per studiare e tracciare le linee guida dell’agricoltura del futuro.

L’obiettivo della nuova piattaforma è quello di rendere più snelli i processi di gestione grazie all’implementazione di un sistema di monitoraggio degli indicatori ambientali, valido ai fini della rendicontazione dei risultati richiesti per l’erogazione dei fondi e strutturali nell’ambito della nuova PAC 2023-2027 al fine di promuovere buone pratiche in linea con gli obiettivi posti dalla strategia comunitaria.

Abaco Agri permette di semplificare il rapporto tra gli organismi pagatori e i beneficiari dei fondi (agricoltori, imprese agroalimentari, enti pubblici) e di gestire in sicurezza le attività preposte per tutte le tipologie di operatori, consentendo di aggiornare, correggere e monitorare lo scambio delle pratiche agricole, agevolando così una più moderna e innovativa amministrazione delle risorse. Questo alla luce dell’importanza che riveste con la nuova programmazione europea, il monitoraggio di risultati e la performance, che – se non raggiunti – incidono sull’erogazione dei finanziamenti.

“Grazie ad un’esperienza pluriennale, sia a livello nazionale che internazionale, oggi il nostro Gruppo è già partner d’eccellenza di diversi governi”, ha dichiarato Antonio Samaritani, Ceo di Abaco Group. “Abbiamo scelto di investire in una nuova piattaforma per anticipare i requisiti della nuova PAC in termini di attenzione alla performance e alla capacità di monitoraggio di indicatori relativa alla sostenibilità ambientale in modo da garantire ai nostri clienti e al mercato di avere una soluzione pronta quando la nuova politica agricola comune entrerà in vigore. Il nostro know how nella digitalizzazione dei processi in campo si è dimostrato prezioso nel disegno della nuova piattaforma e siamo certi si dimostrerà fondamentale per ridurre le percentuali di errore relative al monitoraggio degli indicatori richiesti, che andranno raccolti e comunicati a Bruxelles per capire se gli Stati membri avranno speso i fondi in maniera corretta”.




Agricoltura 4.0 e credito di imposta. Conaf: ottima intuizione, approvare emendamento per avere perizie tecniche per corretto funzionamento

La legge di Bilancio 2020 ha segnato un cambio di passo importante per le imprese agricole: anche il settore primario può accedere alle agevolazioni, grazie alla trasformazione in crediti di imposta dei precedenti regimi di aiuto del superammortamento e iperammortamento.

Un cambio positivo, afferma in una nota il CONAF (Consiglio dell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e Forestali), ma che per funzionare necessita di tecnici che conoscono le peculiarità del mondo agricolo.

Il CONAF è intervenuto avviando un confronto con le istituzioni affinché si apportasse una modifica alla norma attualmente vigente (articolo 1, comma 1062, della legge di bilancio 2021), che limita la redazione della perizia tecnica asseverata esclusivamente a ingegneri o periti industriali iscritti nei rispettivi albi professionali.

Tale previsione normativa diviene fortemente limitante se applicata al settore primario ove gli elaborati richiesti necessitano di una profonda conoscenza specialistica del settore agricolo.

Da qui la richiesta a tutte le forze politiche di approvare l’emendamento al decreto legge Semplificazioni e Governance del PNRR, avanzato dal deputato Giuseppe L’Abbate, membro della commissione Agricoltura.

Riteniamo che l’estensione del credito di imposta al settore primario sia stata un’ottima intuizione del Governo, poiché consente alle imprese agricole di sfruttare importanti agevolazioni utili a stimolare gli investimenti e favorire la transizione digitale” – dichiara il Presidente CONAF Sabrina Diamanti –
“Seguiamo con attenzione l’iter dell’emendamento al decreto legge Semplificazioni e Governance, in questi giorni al vaglio delle commissioni, perché allargando la platea dei professionisti abilitati si consentirebbe di avere perizie tecniche realizzate da specialisti con una profonda conoscenza di un settore peculiare com’è quello agricolo. Confidiamo, perciò, nell’unanime approvazione da parte di tutte le forze politiche.”

Cosa dice la legge

La norma attualmente vigente consente all’impresa agricola di ottenere un credito che varia in relazione al tipo di bene acquisito e alla data di investimento.

Si può passare da un “rimborso” che, per il 2021, è pari al 10% per gli investimenti in beni materiali e immateriali diversi “generici” (diversi da quelli di cui agli allegati A e B della legge n. 232/2016) al 20% per beni immateriali 4.0 (compresi nell’allegato B della legge 232/2016) e sino al 50% per beni materiali 4.0 (compresi nell’allegato A della legge 232/2016).

Per accedere ai benefici predetti, le imprese che effettuano investimenti superiori a 300.000 euro in beni (previsti negli allegati A e B) sono tenute ad acquisire una perizia tecnica asseverata attestante che il bene possiede caratteristiche tecniche tali da includerlo negli elenchi di cui all’allegato A o B, ma soprattutto che è un bene interconnesso al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura.




Confeuro: agricoltura 4.0, investire in formazione e ricerca per favorire la transizione digitale

La transizione ecologica deve essere accompagnata da quella digitale. Quest’ultima può infatti fornire alle imprese agricole gli strumenti per lavorare nel rispetto dell’ambiente, risparmiando risorse e incrementando al tempo stesso i profitti – dichiara Andrea Michele Tiso, presidente nazionale Confeuro. Nel suo intervento all’Earth Tech Expo, il ministro delle Politiche agricole Patuanelli ha sottolineato come l’innovazione tecnologica e la transizione digitale siano punti centrali da sviluppare nel Pnrr del Governo.

Il ministro ha giustamente sottolineato l’importanza dell’Agricoltura 4.0 per rendere l’attività degli agricoltori sempre più sostenibile – continua Tiso. Modernità e tradizione sono due elementi cruciali destinati a integrarsi nell’agricoltura che verrà. Per fare una reale differenza in termini di sostenibilità, le nuove tecnologie devono essere accessibili a tutti gli operatori, anche a quelli più piccoli. Solo in questo modo il cambiamento potrà essere capillare e tutte le aziende saranno messe in condizione di competere ad armi pari sul mercato.

Il numero sempre maggiore di giovani che decidono di lavorare nel settore agricolo favorirà la digitalizzazione dell’agricoltura, ma occorre uno sforzo aggiuntivo per promuovere l’adozione delle nuove tecnologie. Una spinta in questa direzione può venire anche dalla creazione di poli di ricerca agricola che abbiano tra i loro obiettivi la formazione di operatori e aziende attraverso iniziative diffuse sul territorio. Sulla scorta di quanto sta accadendo a Milano, dove l’area dell’Expo è destinata a diventare un polo di innovazione, uno dei centri che possono ospitare un tale progetto nel Mezzogiorno è Foggia, città sede di una prestigiosa università agraria che vanta numerose produzioni agricole di qualità.




Copagri Marche: i produttori agricoli sono pronti a raccogliere la sfida dell’agricoltura 4.0, a partire dall’utilizzo dei droni

La ricerca, l’innovazione e il trasferimento delle nuove tecnologie in agricoltura sono temi molto sentiti dai produttori agricoli, in quanto offrono sensibili possibilità di incrementare la redditività e soddisfano appieno la spinta comunitaria verso la riconversione ecologica e una maggiore sostenibilità del settore. È quanto emerso durante i lavori del partecipato webinar “La sfida dell’agricoltura 4.0: dialogo a partire dalla Proposta di Legge sull’uso dei droni in agricoltura”, tenutosi oggi e promosso dalla Copagri Marche attraverso la sua società di servizi, l’Agenzia di Sviluppo Rurale.

L’agricoltura 4.0, la blockchain e l’utilizzo dei droni nel comparto primario sono stati solo alcuni dei temi eviscerati durante l’iniziativa, alla quale hanno offerto il loro autorevole contributo, davanti a una platea virtuale composta perlopiù da agricoltori e addetti ai lavori, diversi rappresentanti delle istituzioni e numerosi esponenti del mondo accademico e della ricerca.

“Nell’ambito del PNRR e delle innovazioni su cui dobbiamo puntare per rendere sempre più sostenibile la nostra agricoltura, ritengo importante intervenire normativamente per assicurare la possibilità di impiegare i droni per la distribuzione di agrofarmaci. Ho presentato più volte un emendamento a riguardo e sono certo che, a breve, troveremo una risoluzione definitiva, magari anche prevedendo incentivi per le imprese. Gli aeromobili a pilotaggio remoto si caratterizzano per la limitata quota di volo, per il ridotto carico utile, per l’elevata precisione di posizionamento e per la possibilità di muoversi anche in spazi ristretti; ciò permetterà una drastica riduzione dell’impronta ecologica dell’uso dei fitofarmaci, con un guadagno economico e ambientale”, ha osservato il presidente della Commissione Agricoltura della Camera Filippo Gallinella.

“I droni permettono agli agricoltori di risparmiare tempo e lavoro oltre a migliorare la qualità dell’ambiente, del prodotto finale e della vita, perché l’irrorazione del fitosanitario avviene direttamente sulla coltura evitando dispersione di prodotti nocivi. Non ha senso continuare a impedirne l’uso in nome di una norma emanata quando c’erano a disposizione solo aerei ed elicotteri che, per l’impossibilità di agire a breve distanza, disperdono sostanze. Preso atto che il cropspraying con i droni è veloce e di grande precisione, perché si limita ad irrorare esclusivamente la coltura, ci siamo subito attivati perché innovazione e sostenibilità non siano solo uno slogan, ma un binomio per identificare l’agricoltura del terzo millennio”, ha evidenziato l’onorevole Tullio Patassini, primo firmatario di una PdL per l’utilizzo dei droni in agricoltura.

“La Regione Marche crede molto nell’innovazione e nell’importanza di trasmetterla al comparto agricolo di un territorio che da questo punto di vista è già all’avanguardia; voglio infatti ricordare che le Marche, conosciute anche come la regione delle mille agricolture, è prima in Europa in termini di superfici coltivate a biologico. E’ proprio con questo spirito che abbiamo messo in campo, grazie ai fondi del Programma di Sviluppo Rurale, l’innovativo progetto S.F.ID.A., che punta molto proprio sull’utilizzo dei droni per lo sviluppo e la crescita del settore primario”, ha poi fatto notare il vicepresidente della Regione Marche Mirco Carloni, che ha, fra le altre, anche la delega in materia di agricoltura.

“I produttori agricoli sono pronti a raccogliere la sfida dell’agricoltura 4.0, a partire dall’utilizzo dei droni; è per questo che abbiamo accolto con entusiasmo l’iniziativa della Regione Marche, che ha messo in campo il progetto S.F.ID.A., il quale prevede l’uso dei droni nella gestione delle coltivazioni, con sperimentazione già avviate sugli oliveti, irrorati con prodotti biologici destinati a combattere la mosca dell’ulivo. Inserire questa tecnologia nelle coltivazioni, oltre a ridurre in maniera importante l’impatto ambientale, consente di contenere i costi di produzione, andando al contempo a incrementare la marginalità dell’imprenditore agricolo, che è da sempre uno degli obiettivi primari dell’operato della Copagri”, ha affermato il presidente della Copagri Marche Giovanni Bernardini, concludendo i lavori dell’iniziativa.

Agli interventi istituzionali hanno fatto seguito quelli dei rappresentanti del mondo accademico e della ricerca, per il quale hanno portato il loro contributo Pamela Lattanzi, docente dell’Università degli Studi di Macerata, Antonietta La Terza, docente dell’Università degli Studi di Camerino e Sandro Nardi, del Servizio Fitosanitario Regionale ASSAM Marche.

L’iniziativa, accreditata dall’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali delle Marche e dal Collegio dei Periti ed Agrotecnici Marchigiani, è stata realizzata grazie al cofinanziamento del PSR Marche 2014-2020 misura 16.1.




Agricoltura 4.0, Pugliese (Bonifiche Ferraresi): Indispensabile approccio integrato e sistemico tra mondo produttivo e agroindustriale

“È importante per noi poter dare il nostro punto di osservazione, quello cioè di operatori del settore che provano a far atterrare tutte quelle politiche nazionali ed europee che vengono introdotte” dichiara Francesco Pugliese, direttore IBF (Bonifiche Ferraresi) nel corso del convegno “Agricoltura di precisione: innovazione e sostenibilità” promosso dal sen. Ruggiero Quarto (M5S).

“L’agricoltura 4.0 ha visto, fino a qualche anno fa, le macchine come elemento distintivo. Dunque macchinari che erano dotati di qualche elemento di connettività che permetteva di avere delle automazioni importanti. Oggi però, nonostante un mercato italiano fatto da 450 mln di euro, la superficie digitalizzata del nostro territorio è sotto l’1%, il che significa che di passi in avanti occorre farne ancora tanti” sottolinea Pugliese.

“Come IBF abbiamo, insieme ad Ismea, costituito un soggetto per cercare di erogare servizi di agricoltura di precisione a tutto il mondo agricolo italiano, quindi anche ad aziende agricole meno strutturate che da sole non riuscivano a fare investimenti, specialmente sul lato di acquisizione di metodologie e competenze. Insieme anche ai nostri partner tecnologici abbiamo creato perciò il primo Hub tecnologico a servizio dell’agricoltura italiana” prosegue.

“I pilastri su cui si devono fondare le applicazioni pratiche sono tre: la conoscenza tecnologica, che permette una maggiore sostenibilità fondandosi su dati scientifici. La conoscenza agronomica, fatta dalle nostre competenze insieme a quelle di Ismea, ed infine la parte scientifica, intesa come conoscenze da acquisire.

L’approccio al mondo agricolo non può che essere a 360 gradi, dunque un approccio sistemico e integrato tra il mondo produttivo e quello agroindustriale che trasforma e genera” conclude.




Agricoltura 4.0, Vaccari (Crea): Innovare è un dovere, non una scelta. Sfruttare al massimo competenze e ricerche Crea

“Innovare è un dovere ed il Crea, il più grande ente di ricerca nell’agroalimentare, può offrire già delle soluzioni concrete. Siamo pronti per espandere queste esperienze” dichiara Stefano Vaccari, direttore Crea, nel corso del convegno “Agricoltura di precisione: innovazione e sostenibilità” promosso dal sen. Ruggiero Quarto (M5S).

“Innovare è un dovere, non una scelta. La prima finalità della Pac è di incrementare la produttività dell’agricoltura e questo si può fare solo sviluppando il progresso tecnico. La finalità, ci dice lo stesso trattato della Pac, è quella di assicurare così un genere di vita equo alla popolazione agricola. Non dobbiamo dimenticare che il nostro soggetto principale è l’imprenditore agricolo” sottolinea Vaccari.

“La risposta che il Crea offre, per potenziare sia l’agricoltura di precisione che lo sforzo dell’Italia a raggiungere gli obiettivi Ue, è proprio quello di aumentare la conoscenza per ridurre gli apporti cimici sui terreni. Abbiamo soluzioni per utilizzare meglio le risorse e per migliorare il potenziale dell’uomo, perché una visione innovativa dell’agricoltura di precisione è carente se non teniamo conto dello sforzo che l’imprenditore agricolo deve fare per cambiare il suo metodo di produzione” prosegue.

“Allora come Crea offriamo il progetto Agridigit, finanziato dal Mipaaf, col quale possiamo fornire sistemi previsionali per migliorare la difesa delle colture, simulazioni per migliorare l’ottimizzazione della risorsa irrigua, la previsione delle rese e l’agromeccanica digitale.

La rete del Crea è una rete di tecnici e scienziati che occorre sfruttare al massimo. I risultati della ricerca sono davvero a disposizione di tutti.”




Agricoltura 4.0, Diamanti (Conaf): Lavorare su formazione e competenze. Frammentazione aziende agricole problematica da risolvere

“Come tutte le attività rurali l’agricoltura consente la gestione e la tutela del nostro territorio, oltre a dare una connotazione paesaggistica, storico e culturale che tutto il mondo ci invidia. La difficoltà è però quella di andare incontro a tutte le tipologie di agricoltura e di gestione del nostro territorio. Uno dei problemi che abbiamo è infatti l’eccessiva frammentazione delle aziende agricole, da qui la difficoltà di riuscire ad attivare in queste realtà delle modalità di agricoltura innovativa. Dobbiamo ricordare poi che l’agricoltura deve rispondere a molte sfide, tra cui la necessità di sfamare una popolazione in costante aumento.”

Così Sabrina Diamanti, presidente Conaf, nel corso del convegno “Agricoltura di precisione: innovazione e sostenibilità” promosso dal sen. Ruggiero Quarto (M5S).

“Le sfide dell’agricoltura riguardano tutti i pilastri della sostenibilità, dunque quella sociale, economica e ambientale. L’agricoltura di precisione mette però a disposizione gli strumenti per raggiungere la sostenibilità e garantire tutti e tre questi pilastri.

Questo modello consente inoltre una razionalizzazione delle risorse umane, che non significa però riduzione. Bisogna utilizzare l’innovazione come uno strumento, aumentando le nostre conoscenze e competenze. Bisogna poi avere persone competenti in grado di interpretare i dati che provengono da questi strumenti, perciò è fondamentale avere professionalità preparate. Per questo motivo noi, come consiglio nazionale, stiamo lavorando molto su tale aspetto, investendo in formazione e ampliando il piano formativo”.




Agricoltura 4.0, Quarto (M5S): Sistema che coniuga maggiore redditività e competitività dei produttori con sostenibilità ambientale

“Oggi con l’agricoltura smart possiamo dare un senso più compiuto all’agricoltura di precisione, che tutela la terra e preserva la biodiversità” dichiara il sen. Ruggiero Quarto (M5S) nel corso del convegno “Agricoltura di precisione: innovazione e sostenibilità”.

“Grazie ai sensori smart integrati con le piattaforme digitali, grazie ai dati satellitari e alla banda larga possiamo permetterci alti standard qualitativi, oltre che un risparmio dal punto di vista ambientale ed economico per l’agricoltore. Parliamo dunque di un sistema che consente di ridurre gli sprechi a beneficio della qualità dei prodotti e preservando sempre l’ambiente” prosegue.

“Si tratta perciò di maggiore redditività e competitività coniugata alla sostenibilità ambientale. Un processo vantaggioso non solo per le grandi aziende, perché queste tecniche possono essere adoperate per tutte le tipologie di agricolture, anche e specialmente per quella biologica. Ne possono trarre vantaggio inoltre anche i piccoli produttori, ad esempio consorziandosi.

L’utilizzo delle tecniche di precisione è ciò che occorre realmente al settore perché questo comparto torni a trainare davvero il paese.

Inoltre lo sviluppo dell’innovazione e delle tecnologie consentirebbe di contrastare l’abbandono dei campi nelle aree interne, facendo sì che l’agricoltore diventi sempre più il primo custode del territorio” sottolinea Quarto.

“Non possiamo tacere poi sullo scempio costituito dai pannelli fotovoltaici sui terreni, favorevole invece a quello sui tetti. Occorre dunque finanziare la smart precision farming, investendo in ricerca e innovazione e creando più consorzi tra produttori, in modo che il primario si affacci con più forza ancora al digitale e alla ricerca.

Sottolineo infine come l’agricoltura di precisione sia sostenibile dal punto di vista sociale, creando lavoro nelle aree più svantaggiate. Ma anche ambientale perché limita l’impatto ambientale ed infine economico perché migliora la qualità dei prodotti e riduce gli sprechi” conclude.




Agricoltura 4.0, Fontana (Mite): Modello che permette di tutelare territorio e salute. Con la robotica pronti ad agricoltura 5.0

“Abbiamo voluto fortemente la nascita del ministero della transizione ecologica ed è ovvio che l’agricoltura deve essere centrale quando parliamo di transizione ecologica” dichiara Ilaria Fontana, sottosegretaria al Mite, nel corso del convegno “Agricoltura di precisione: innovazione e sostenibilità” promosso dal sen. Ruggiero Quarto (M5S).

“La smart farming consente di utilizzare i nostri terreni agricoli sfruttandoli e avendo una resa migliore ma senza per questo consumare suolo. Il supporto che può dare l’agricoltura di precisione è dunque fondamentale perché porta anche ad un risparmio idrico, oltre che economico.

Un altro punto fondamentale dell’agricoltura di precisione è quello che riguarda la riduzione nell’uso dei fertilizzanti e dei pesticidi, consentendo inoltre, attraverso l’uso di tecnologie innovative, una resilienza sempre maggiore ai cambiamenti climatici.

Siamo arrivati ad un punto talmente elevato in cui possiamo parlare anche di agricoltura 5.0 utilizzando la robotica e le tecnologie superiori, che può aiutare a mettere al centro una sostenibilità vera e propria.”