Alleanza cooperative, all’agricoltura biologica italiana serve subito una legge

“Non si può arrivare sempre in ritardo rispetto alle esigenze del mondo della produzione, alle necessità dei consumatori ed alle richieste dell’Europa. Il biologico è un settore che sta acquisendo sempre più importanza sia per i consumatori che per le imprese. L’Italia è al primo posto in Europa come numero di operatori e fra i primi per estensione delle superfici investite a biologico; sono dati che ci dicono chiaramente che c’è la necessità di una legge che dia certezza giuridica agli agricoltori e che supporti le peculiarità delle produzioni biologiche Made in Italy. Non si può più aspettare. Questa legge è di fondamentale importanza anche perché mette a sistema alcuni strumenti necessari alla produzione biologica, quali le associazioni di produttori, le filiere e i distretti biologici, insieme al rafforzamento della ricerca e della formazione”.

Così il Coordinatore del settore Biologico dell’Alleanza Cooperative Agroalimentari Francesco Torriani interviene sui tempi lunghi del Disegno di Legge sull’Agricoltura biologica, al quale i due rami del Parlamento stanno lavorando ormai da diversi anni. Approvato con un voto unanime due anni fa, a fine maggio è passato alla Camera per l’approvazione finale.




Suolo: Cia, difesa e valorizzazione puntando sull’agricoltura biologica

ciaperilsuolo.it 

“Impegno di Cia-Agricoltori Italiani -è intervenuto Cristiano Fini delegato per il biologico della Giunta nazionale- è sollecitare l’Europa per più semplificazione e competitività attraverso la nuova Pac e con il prossimo governo nazionale, tornare al confronto quanto prima affinché gli agricoltori del bio siano al centro del PNRR, con investimenti in ricerca e digitalizzazione nel settore cui oggi va solo lo 0,5% dei fondi. L’approvazione anche alla Camera della legge sul biologico -ha aggiunto- resta una priorità, contiene misure importanti per favorire l’ulteriore crescita di un settore chiave sotto il profilo economico e ambientale”.

ciaperilsuolo.it, nuova piattaforma dedicata alla formazione dell’agricoltore biologico per diventare “custode della terra”, mentre il singolo cittadino può certificarsi “amante della terra” seguendo il percorso ad hoc fatto di schede e video, tra l’altro anche su politiche e opportunità offerte dalla Pac per la sostenibilità. In pochi mesi sono più di 500 gli accessi già registrati, mentre la newsletter mensile raggiunge quasi 3.000 agricoltori. 

Mipaaf: oltre 4 mln in progetti di ricerca in agricoltura biologica. Firmato il Bando. Bellanova: Italia all’avanguardia, con 80 mila agricoltori impegnati

Oltre 4 milioni per la ricerca in agricoltura biologica.
Sono quelli del bando appena pubblica per i progetti di ricerca in tema di agricoltura biologica, cui viene destinato un massimo di 300mila euro per singolo progetto.

Raggio d’azione dei progetti: miglioramento delle produzioni biologiche, innovazione dei processi produttivi delle imprese biologiche e garanzia del trasferimento tecnologico, fruizione e diffusione dei risultati raggiunti, diffusione dei benefici e vantaggi dell’agricoltura biologica.

“Negli ultimi dieci anni le superfici coltivate a bio nel nostro Paese, come evidenziano i dati del Sinab, sono aumentate del 79per cento, superando il 15per cento dell’incidenza di superficie sul totale coltivato”, dice la Ministra Teresa Bellanova. “I produttori che scelgono di coltivare con il metodo biologico le nostre campagne, i nostri paesaggi e il nostro ambiente oggi hanno superato quota 80 mila: nessun altro Paese in Europa vanta un numero di agricoltori bio così elevato. E, dato non indifferente, siamo al primo posto anche per gli ettari coltivati a cereali, ortaggi, agrumi e olivo. Facile comprendere dunque come la ricerca assuma un ruolo privilegiato e vada assolutamente sostenuta. Una sfida su eccellenza e qualità produttiva e ambientale che ci vede coinvolti con grande determinazione, anche alla luce della grande solidità dimostrata da questo segmento nei mesi di crisi sanitari ed economica”.

“Proprio stanotte”, prosegue la Ministra Bellanova, “abbiamo raggiunto un’intesa generale tra i Ministri dell’agricoltura europea sulla Pac post 2020, che segna un’evoluzione storica dell’impianto tradizionale della politica agricola europea e si dà come traguardo ambizioni rilevanti anche su sostenibilità e contrasto ai cambiamenti climatici. D’altra parte la Strategia Farm to Fork dà come obiettivi entro il 2030, il 25per cento delle superfici agricole condotte in regime biologico, e la riduzione contestuale dei fitofarmaci di sintesi e degli antibiotici come fertilizzanti chimici.
Dopo i 5 milioni di euro per favorire la diffusione degli alimenti biologici nelle mense scolastiche, questo ulteriore stanziamento è un altro passo di grande importanza.  Ricerca e Innovazione sono infatti nel DNA dell’agricoltura biologica, un settore sempre alla ricerca di strategie tecnico-agronomiche innovative per rispondere alle problematiche che i produttori si trovano quotidianamente ad affrontare. Soluzioni innovative che non di rado si diffondono all’intero settore agricolo.

L’agricoltura biologica assume dunque un ruolo prezioso e trainante rispetto a un’agricoltura, quella italiana, che nel suo insieme è all’avanguardia in tema di sostenibilità delle tecniche produttive. L’impegno è dare continuità a questo percorso dinamico di miglioramento e innovazione che non può e non deve arrestarsi.
Abbiamo sempre più bisogno che l’innovazione si traduca in soluzioni operative “testate” in campi reali e non solo nei siti di ricerca e sperimentazione.
Ed è proprio per questo che uno dei requisiti obbligatori del bando è la partecipazione effettiva di aziende biologiche e biodinamiche. Come altro elemento essenziale è che i risultati siano resi fruibili in maniera semplice ed immediata ad agricoltori, tecnici e altri soggetti interessati”.

NOTA TECNICA

I progetti di ricerca devono perseguire miglioramento delle produzioni biologiche, dell’innovazione dei processi produttivi delle imprese biologiche e devono garantire il trasferimento tecnologico, la fruizione e diffusione dei risultati della ricerca, nonché la diffusione dei benefici e vantaggi dell’agricoltura biologica.
Potranno essere presentati da Università, Enti pubblici e Enti privati che hanno tra gli scopi statutari la ricerca e la sperimentazione e che non perseguono scopo di lucro, avvalendosi anche di più siti operativi, dovranno avere la caratteristica della “concretezza”, con il coinvolgimento diretto di aziende agricole biologiche o biodinamiche (che non devono avere ricevuto, negli ultimi due anni, alcun provvedimento sanzionatorio o di non conformità), favorendo così l’applicazione dei risultati della ricerca alla realtà produttiva.

Le aziende individuate dovranno essere coinvolte sin dalla fase della predisposizione della proposta progettuale, ossia il loro coinvolgimento non potrà essere limitato alla messa a disposizione dell’Ente che promuove la ricerca delle strutture aziendali.

Le tematiche di ricerca che potranno essere oggetto di cofinanziamento sono: miglioramento genetico in Agricoltura Biologica; riduzione degli input esterni nella Produzione Biologica; trasformazione dei prodotti biologici; Florovivaismo biologico; Piante officinali biologiche e piante aromatiche biologiche; agroecologia nell’azienda biologica; Meccanizzazione; Sviluppo sostenibile del territorio e tutela ambientale, forestale e paesaggistica.
La definizione delle tematiche e l’approccio partecipato previsto dal bando sono frutto di un percorso di condivisione con il settore biologico, attraverso il coinvolgimento del “Comitato permanente di coordinamento per la ricerca in agricoltura biologica e biodinamica”. Il Comitato, istituito nel 2016 con funzioni di indirizzo strategico per i progetti di ricerca nel settore biologico, prevede la partecipazione delle Regioni, delle rappresentanze di settore e degli Enti vigilati dal Ministero.
I progetti presentati, della durata massima di 3 anni, dovranno prevedere attività di sperimentazione svolta anche presso le aziende coinvolte e garantire la più ampia diffusione possibile dei risultati ottenuti.

Costituiscono elementi qualificanti, nonché requisiti premianti, il conferimento, da parte del ‘Soggetto proponente’, di borse di studio nell’ambito dell’attività progettuale nonché il coinvolgimento, nell’attività progettuale di: studenti delle scuole superiori ad indirizzo agrario; aziende biologiche ubicate nelle isole; aziende biologiche ubicate in territori montani; aziende biologiche ubicate nei biodistretti; aziende biologiche facenti capo a giovani imprenditori (meno di 40 anni); associazioni che, senza finalità di lucro, abbiano tra gli scopi statutari la ricerca in agricoltura.

Le procedure di presentazione delle proposte progettuale, di valutazione delle stesse e di concessione del contributo sono descritti nel dettaglio nel testo dell’avviso pubblico che sarà a breve pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana e sul sito internet del Mipaaf www.politicheagricole.it  e del SINAB www.sinab.it.

Sui medesimi indirizzi saranno pubblicate le graduatorie e tutte le informazioni relative allo svolgimento ed alla finalità di ciascun progetto di ricerca.




Consumi, Covid spinge a 3,3 mld il Bio in Italia. Coldiretti: E’ record. Borriello, Ismea: puntare su materia prima italiana certificata

I consumi domestici di alimenti biologici raggiungono la cifra record di 3,3 miliardi per effetto di una crescita del 4,4% nell’anno terminante a giugno 2020 sotto la spinta della svolta green degli italiani favorita dall’emergenza Covid. E’ quanto emerge dal rapporto “Bio in cifre 2020” presentato dell’Ismea all’incontro organizzato dalla Coldiretti per la presentazione del rapporto annuale del SINAB (Sistema di Informazione Nazionale sull’agricoltura biologica) che registra i principali numeri del settore in Italia: mercato, superfici, produzioni del biologico italiano con le tendenze e gli andamenti storici.

 

La situazione emergenziale – sottolinea la Coldiretti – ha consolidato una tendenza alla crescita del settore che va avanti da oltre un decennio. Si conferma la spinta che la grande distribuzione organizzata (GDO) sta imprimendo al mercato biologico mostrando, durante il lockdown, un incremento delle vendite nei supermercati dell’11%. Gli italiani tendono a premiare il biologico nel fresco con aumenti del 7,2% per gli ortaggi e in alcune categorie specifiche come le uova che crescono del 9,7% nelle vendite secondo l’Ismea.

 

Sul piano produttivo l’Italia è nel 2019 il primo Paese europeo per numero di aziende agricole impegnate nel biologico dove sono saliti a ben a 80643 gli operatori coinvolti (+2%) mentre anche le superfici coltivate a biologico sono arrivate a sfiorare i 2 milioni di ettari (+2%). L’incidenza della superficie biologica nel nostro Paese ha raggiunto nel 2019 il 15,8% della Superficie Agricola Utilizzata (SAU) a livello nazionale, e questo posiziona l’Italia di gran lunga al di sopra della media UE, che nel 2018 si attestava all’8%, e a quella dei principali Paesi produttori come Spagna (10,1%), Germania (9,07%) e Francia (8,06%).

 

Da sottolineare peraltro l’aumento delle importazioni di prodotti biologici da Paesi extracomunitari con un incremento complessivo del 13,1% delle quantità totali nel 2019 rispetto all’anno precedente. I cereali, le colture industriali e la frutta fresca e secca sono le categorie di prodotto biologico più importate, con un’incidenza rispettivamente del 30,2%, 19,5% e 17,0%. I tassi di crescita delle importazioni bio piu’ rilevanti si sono avuti per la categoria di colture industriali (+35,2%), di cereali (16,9%) e per la categoria che raggruppa caffè, cacao, zuccheri, tè e spezie (+22,8%).

 

“L’Italia è uno dei maggiori importatori di alimenti biologici da Paesi extracomunitari da dove nel 2019 ne sono arrivati ben 210 milioni di chili di cui quasi 1/3 dall’ Asia” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel precisare che “occorre dare al più presto seguito alla raccomandazione della Corte dei Conti europea che invita a rafforzare i controlli sui prodotti biologici importati che non rispettano gli stessi standard di sicurezza di quelli Europei. “E’ necessario intensificare le attività di controllo e certificazione del prodotto biologico in entrata da paesi extracomunitari anche con un maggiore coinvolgimento delle autorità doganali, al fine di garantire sia i consumatori finali rispetto alla qualità delle produzioni, sia una corretta concorrenza tra produttori intra ed extra Ue” conclude Prandini nel sottolineare che “l’immissione di prodotti biologici sia subordinata non solo a verifiche documentali, ma anche a ispezioni fisiche e controlli analitici”.

 

“L’agricoltura biologica rappresenta un tassello sempre più importante dell’agroalimentare italiano di qualità” ha affermato il Direttore Generale dell’ISMEA Raffaele Borriello. Promuovere il ricorso a materia prima italiana certificata riducendo i volumi delle importazioni – ha precisato – potrà inoltre fornire un ulteriore stimolo di crescita al comparto e concorrere al raggiungimento del target del 25% di superficie investita a coltivazioni biologiche, indicato nella strategia Farm to Fork, uno dei pilastri del New Green Deal. Un’occasione – ha concluso Boriello – da non perdere, visto anche il boom di domanda di prodotto 100% italiano a cui abbiamo assistito negli ultimi anni”.

 




COMAGRI CAMERA, AUDIZIONI SVILUPPO AGRICOLTURA BIOLOGICA

Martedì 6 novembre, la Commissione Agricoltura, nell’ambito dell’esame delle proposte di legge recante disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare e dell’acquacoltura ottenuta con metodo biologico, svolge le seguenti audizioni:

ore 12 Andrea Comacchio, capo del Dipartimento politiche competitive, della qualità agroalimentare, ippiche e della pesca (Diqpai) del Mipaaft;
ore 12.45 Stefano Vaccari, capo del Dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela e della qualità e repressioni frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf) del Mipaaft;
ore 13.30 rappresentanti dell’Associazione piscicoltori italiani (Api) e dell’Associazione mediterranea acquacoltori (Ama).

L’appuntamento viene trasmesso in diretta webtv.




AGRICOLTURA BIOLOGICA, FIRMATO DECRETO MIPAAFT PER LA RICERCA. MANZATO: PER IMPORTO COMPLESSIVO DI 3 MLN DI EURO

È stato firmato il decreto direttoriale che avvia la selezione pubblica per la concessione di contributi finalizzati allo sviluppo del settore dell’agricoltura biologica attraverso la realizzazione di progetti rispondenti alle tematiche di Ricerca e Innovazione individuate nel “Piano strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologico”.

L’importo totale delle risorse disponibili per il finanziamento dei progetti di ricerca è pari a  € 3.000.000.00.

“Mi ritengo molto soddisfatto. È un passo importante per cominciare a costruire una nuova strategia di settore. La filiera ha chiesto a gran voce lo sblocco del provvedimento, fermo da tempo. Il provvedimento ha tenuto conto delle indicazioni proposte da tutti gli stakeholder, in particolare prevedendo la partecipazione, in tutte le fasi progettuali, di almeno un’azienda biologica, al fine di agevolare l’applicazione concreta dei risultati della ricerca alla realtà produttiva. La ricerca in agricoltura biologica risulta fondamentale per fornire risposte ad un settore che continua a crescere sia in termini di superfici che di fatturato” ha dichiarato il Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo On. Franco Manzato con delega all’agricoltura biologica




CAI: AGROMECCANICI INSOSTITUIBILI NELL’AGRICOLTURA BIOLOGICA

 

CAI: AGROMECCANICI INSOSTITUIBILI NELL’AGRICOLTURA BIOLOGICA

CAI: AGROMECCANICI INSOSTITUIBILI NELL’AGRICOLTURA BIOLOGICA

“In attesa che l’Unione europea approvi la riforma del biologico e che il percorso del Testo unico del bio a livello nazionale possa concludere il proprio iter legislativo, la Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani ribadisce il proprio impegno a sostenere la crescita tecnica e dimensionale di un settore ormai uscito da una stretta dimensione di nicchia e proiettato verso maggiori livelli di responsabilità, nel quadro più generale di sviluppo di un’agricoltura globale altamente sostenibile”.

Così afferma il presidente di Cai, Gianni Dalla Bernardina, mettendo in luce gli effetti positivi dell’agricoltura biologica in termini di lotta ai cambiamenti climatici e alla tutela del suolo.

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“L’impresa agromeccanica svolge un ruolo insostituibile nell’ambito dell’agricoltura biologica – dichiara il vicepresidente, Sandro Cappellini – sia in termini di operazioni in campo che nel sistema dei controlli, dove l’attività di controllo degli operatori agromeccanici può offrire un servizio supplementare di certificazione del prodotto”.

Nel cosiddetto “organic”, l’unica alternativa alla difesa chimica è costituita, infatti, dalle lavorazioni: dall’aratura per ridurre la carica infestante di semi e patogeni, alle sarchiature; dalle lavorazioni del terreno per l’eliminazione delle malerbe in pre-semina, alle erpicature con strigliatore, che richiedono – sottolinea però Cai – il rispetto puntuale dei tempi di intervento, in modo da operare un diserbo meccanico selettivo.

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Anche le coperture vegetali seminate (cover crops) possono essere un’alternativa, ma manca ancora una sperimentazione che consenta di contenerne i costi. Un aspetto sul quale i contoterzisti sono disponibili a condividere un percorso sperimentale mirato.

Resta una questione da risolvere, legata come sempre alle sperequazioni nei confronti degli agromeccanici. “Come al solito le nostre aziende dovranno investire al buio – critica Cai – perché l’attuale sistema di sostegno prevede che i contributi per il biologico vadano all’agricoltore, che è un soggetto ben diverso da quello che materialmente acquista le macchine.

I contratti di filiera possono essere utili,  ma bisogna arrivare a un rovesciamento positivo della prospettiva, sostenendo la catena agroalimentare  dall’inizio, cioè dalle lavorazioni e i relativi investimenti, e non dalla fine della parte produttiva, cioè dalla granella in tramoggia, come è stato inteso fino ad ora”.




AGRICOLTURA BIO E FITOFARMACI: NE PARLA IL CREA A FIRENZE IL 26 E 27 OTTOBRE

Agricoltura biologica e fitofarmaci: un binomio im-possibile? La risposta non è così scontata, stando agli ultimi orientamenti della ricerca. Di questo si parlerà in un’intensa due giorni, che si svolgerà a Firenze il 26 e il 27 ottobre, dal titolo Piano di Azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN): il ruolo dei PSR e dell’Agricoltura biologica. Le buone pratiche agronomiche basate su un ridotto impiego di fitosanitari, la loro sostenibilità in agricoltura e le diverse alternative disponibili sono ormai al centro del dibattito politico europeo sullo sviluppo rurale con azioni dirette a ridurre i rischi e gli impatti sulla salute umana, sull’ambiente e sulla biodiversità dovuti dall’uso di fitosanitari. Tale politiche poi dovranno essere declinate nei territori attraverso strumenti diversificati che risultano fondamentali per sostenere la diffusione e lo sviluppo dei metodi di produzione biologica, secondo gli obiettivi prioritari di sviluppo rurale dell’UE. L’evento, organizzato dal CREA Politiche e Bioeconomia nell’ambito della Rete Rurale Nazionale, è in collaborazione con il Mipaaf e il MATTM.