Piscine agriturismi, obbligo svuotamento da 1 a 3 anni. Soddisfazione Cia Toscana: Risultato importante e auspicato

Le piscine degli agriturismi potranno essere svuotate ogni tre anni e non più obbligatoriamente ogni anno. Soddisfazione per Cia Toscana e per Turismo Verde Toscana per una novità importante, come quella annunciata dalla giunta regionale, con il via libera alla proposta di legge per la modifica della norma in materia di requisiti igienico-sanitari delle piscine private ad uso pubblico, nelle quali rientrano le piscine degli agriturismi.

L’attuale disposizione, del 2006, prevede l’obbligo di svuotare completamente le vasche una volta all’anno. “La proposta di legge – sottolinea il presidente Cia Toscana, Valentino Berni – è un importante risultato raggiunto dalla nostra organizzazione, e grazie al lavoro di squadra delle altre associazioni agricole – ma anche artigianato e commercio, industria e settore alberghiero – a vantaggio di tutti gli agriturismi della Toscana. La proposta risponde alle sollecitazioni di Cia Toscana fatte negli ultimi anni e ribadite nelle ultime settimane, anche negli incontri che abbiamo avuto con il presidente Eugenio Giani, la vicepresidente e assessore all’agricoltura Stefania Saccardi e l’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini. Si tratta di una risposta adeguata al cambiamento climatico, che permette di non sprecare un bene prezioso come l’acqua, ma consente anche agli agriturismi di poter svolgere la propria attività nel migliore dei modi”.

La deroga della giunta regionale, passando da 1 a 3 anni per l’obbligo di svuotamento delle piscine, non pone rischi per la sicurezza di chi le frequenta, oltre – come ricordato – a permettere un uso più razionalizzato dell’acqua. Autocontrollo e analisi periodiche – ricorda la Cia Toscana – consentiranno di tenere sotto controllo il livello igienico delle acque delle piscine, con benefici per l’ambiente e le imprese ma con lo stesso livello di garanzia igienico sanitaria per gli utenti. La nuova norma – per come sembra emergere –, potrà garantire una maggiore semplificazione per gli agriturismi, evitando comunque di sprecare acqua, bene primario per l’agricoltura toscana sempre più soggetto alla siccità. “Dopo questo passo auspicato – conclude Berni – ora ci aspettiamo che il Consiglio regionale proceda in tempi rapidi con l’approvazione della legge, con i dovuti miglioramenti possibili. Come Cia Toscana stiamo analizzando la proposta di legge e ci riserviamo di proporre le nostre modifiche”.




Agroalimentare, interrogazione Bergamini (Lega Camera): su estensione sostegni ad agriturismi

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02187

presentato da

BERGAMINI Davide

testo di

Giovedì 21 marzo 2024, seduta n. 267

DAVIDE BERGAMINI, CARLONI, BRUZZONE e PIERRO. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

i decreti del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste del 24 gennaio 2024, pubblicati lo scorso 8 febbraio 2024 sulla Gazzetta Ufficiale n. 32 dell’8 febbraio 2024, relativi all’attuazione dei decreti 4 luglio 2022 e 21 ottobre 2022 «Recante la definizione dei criteri e delle modalità di utilizzazione del “Fondo di parte corrente per il sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare italiano”» sono stati emanati ai sensi dell’articolo 1, comma 868, della legge 30 dicembre 2021, n. 234 (legge di bilancio 2022), che ha destinato il Fondo al sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare italiano;

gli incentivi previsti nei suddetti decreti però sono stati limitati alle sole imprese di ristorazione aventi il codice Ateco 56.10.11, (oltre a quelle della produzione di pasticceria fresca – codice Ateco 10.71.20, gelaterie e pasticcerie – codice Ateco 56.10.30), escludendo di fatto le imprese di ristorazione connesse alle aziende agricole che hanno, come noto, un differente codice Ateco (56.10.12);

a parere dell’interrogante, tale esclusione sembra essere ingiustificata e non in linea con le previsioni di legge che non danno indicazioni specifiche in merito alla selettività dei soggetti beneficiari del provvedimento;

a parere dell’interrogante, il rischio di questa impostazione è che non solo si vadano ad escludere gli agriturismi con ristorazione, ma si vadano a finanziare, anche strutture di ristorazione poco collegate con gli obiettivi generali della misura;

si ricorda, peraltro, che un provvedimento similare emanato nel 2020 relativo ai «Fondo per la filiera della ristorazione» (decreto ministeriale del 27 ottobre 2020), diretto a riconoscere un contributo per gli acquisti effettuati nel periodo Covid, comprovati da idonea documentazione fiscale, di prodotti provenienti dalle filiere agricole e alimentari, inclusi prodotti vitivinicoli, della pesca e dell’acquacoltura, anche DOP è IGP, valorizzando la materia prima di territorio, aveva previsto l’applicazione del contributo anche gli agriturismi oltre ai ristoranti, pizzerie, mense, servizi di catering, agli alberghi con somministrazione di cibo;

visti gli obiettivi dell’articolo 1, comma 868, della legge di bilancio 2022, è difficile ipotizzare l’esclusione di luoghi della ristorazione fortemente connessi con le produzioni DOP, IGP, SQNPI, SQNZ e biologiche, punto di riferimento dell’enogastronomia italiana e del turismo collegato, visto che le aziende agrituristiche in base alle diverse leggi regionali, devono utilizzare nella ristorazione prodotto proprio o del territorio nella quasi totalità –:

se non intenda prevedere, anche tramite circolare interpretativa, l’inserimento del codice Ateco 56.10.12, delle aziende agricole che praticano la ristorazione connessa alle attività di coltivazione e/o allevamento, tra le aziende beneficiarie del bando di accesso agli incentivi previsti dell’articolo 1, comma 868, della legge di bilancio per il 2022.
(5-02187)




Agricoltura, Pd: su agriturismi centrodestra ha preso abbaglio

“Gli agriturismi italiani sono esclusi dai fondi Masaf per la promozione dell’enogastronomia per scelta dell’attuale governo. Infatti nel 2022, prima applicazione del decreto di assegnazione dei fondi, per scelta del governo Draghi fu apportata una correzione che consentì a molti agriturismi associati a presentare con successo le domande di agevolazione. Così non è stato nel 2023 ed ora nel 2024 per scelta del ministro Lollobrigida. Gli esponenti del centrodestra che contestano il PD di aver sollevato la questione, assegnando la responsabilità al precedente governo, hanno preso dunque un abbaglio. Anziché fare gli avvocati difensori perdendo l’ennesima causa, si impegnino invece a convincere il loro ministro a trovare le soluzioni necessarie. Il resto sono solo chiacchiere di nessun senso”.

Lo dichiarano i deputati PD della Commissione Agricoltura, Andrea Rossi, Antonella Forattini, Stefania Marino e il capogruppo Stefano Vaccari.




Coldiretti Toscana, negli agriturismi prezzi calmierati per le famiglie con iniziativa “aggiungi un posto a tavola”

Gli agriturismi toscani “aggiungono un posto a tavola che c’è un bambino in più”. Prezzi calmierati e menu dedicati ai più piccoli negli agriturismi per favorire l’accesso alla ristorazione alle famiglie, in particolar modo quelle numerose con figli a carico, paralizzate dal caro-vita che le ha costrette a rinunciare al pranzo o alla cena fuori. Una rinuncia che accomuna un toscano su due secondo un sondaggio online di Coldiretti Toscana. Sono una ventina le strutture agrituristiche di Campagna Amica Terranostra di Coldirettispecializzate nella ristorazione a filiera corta che hanno aderito all’iniziativa del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Forestecongiuntamente ai Ministeri della Salute, del Turismo e con il Dipartimento per le politiche della famiglia presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e che fino al 30 giugno 2024applicheranno nei turni infrasettimanali menu con prezzi calmierati e su misura speciali per i bambini.

L’obiettivo del progetto “Aggiungi un posto a tavola che c’è un bambino in più” è quello disostenere le famiglie e promuovere allo stesso tempo il turismo ed il Made in Tuscany a tavola, valorizzare la nostra ricca tradizione culinaria fatta di cibo locale, stagionalità delle materie prime, rispetto per l’ambiente. “La nostra battaglia per garantire dignità e giusto reddito agli agricoltori, aprendo le porte ai consumatori con l’attenzione all’alimentazione delle giovani generazioni, si ritrova appieno in una iniziativa che ha alla base la valorizzazione della qualità dei prodotti che nascono nei campi e nelle stalle ma anche il bisogno di riportare normalità nella vita di tante famiglie. – spiega Marco Masala, Presidente Terranostra Toscana – Il rally dei rincari che ancora ci sta perseguitando ha obbligato molte famiglie a dover tirare la cinghia e a dover scegliere se pagare le bollette o fare la spesa. Hanno tagliato tutto il superfluo e per molte il superfluo è un pranzo fuori. Le imprese agricole ed i nostri cuochi contadini dimostrano ancora una volta la loro grande sensibilità nel sostenere concretamente le famiglie, soprattutto quelle numerose, a ritrovare quella normalità un po’ perduta nell’ultimo periodo”.

Ecco l’elenco delle strutture che hanno aderito all’iniziativa in Toscana: Agriturismo Podere Violino (Sansepolcro – Arezzo), Il Gallo Birichino (Borgo San Lorenzo – Firenze), Palazzo Vecchio (Borgo San Lorenzo – Firenze), I Colli di Marliano (Lastra a Signa – Firenze), Il Poggio alle Ville (Borgo San Lorenzo – Firenze), Ristorante Antica Porta di Levante (Vicchio – Firenze), Gualdo Del Re (Suvereto – Livorno), Il Giardino di Manipura (Massarosa – Lucca), Oasi Agrituristica Baugiano (Quarrata – Pistoia), Canto di Primavera del Sogno Antico (Quarrata – Pistoia), Il Fosso (Località Melo – Pistoia), Podere Gori (Montecatini – Pistoia), Azienda Agricola Casati Riccardo (Monteroni d’Arbia – Siena), Agriristoro Le Crete (Asciano – Siena), Le Roncacce (Cutigliano – Pistoia), Podere Santa Rita (Serravalle Pistoiese – Pistoia),

Per consultare la lista completa con gli indirizzi ed il contatto vai al ling https://www.mimit.gov.it/it/aggiungi-un-posto-a-tavola/elenco-aderenti

Per saperne di più sull’iniziativa https://www.mimit.gov.it/it/aggiungi-un-posto-a-tavola




Eccellenze Agroalimentari, Piloni-Carra (Pd): piattaforma malfunzionante, Beduschi intervenga per far inserire anche agriturismi

I consiglieri regionali del Pd Matteo Piloni e Marco Carra, segretario e capodelegazione in commissione Agricoltura, hanno scritto oggi all’assessore Alessandro Beduschi per sollecitare un suo intervento presso il Ministero in merito al “Fondo per il sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare italiano” appena uscito.

“Il bando è stato aperto venerdì scorso, ma la piattaforma ha subito creato problemi, non consentendo il caricamento delle domande” sottolineano Piloni e Carra che hanno voluto segnalare questa problematica all’assessore “affinché la possa usare presso il ministero per chiedere di recuperare anche gli agriturismi e i venditori diretti che, inspiegabilmente, sono stati stralciati dai beneficiari del bando”.

“Una scelta, dal nostro punto di vista, sbagliata – concludono i consiglieri dem – in quanto anche gli agriturismi partecipano alla vendita e alla promozione delle eccellenze gastronomiche e agroalimentari dei nostri territori”.




Agriturismi esclusi dai fondi ministeriali per l’agroalimentare. Confagricoltura Milano Lodi Monza Brianza: Anomalia ingiustificabile

Agriturismi esclusi dai finanziamenti ministeriali per il sostegno alle eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare. L’apertura del bando è prevista domani (1°marzo). Per il mondo agricolo, un’amara sorpresa, infatti, se non ci saranno cambiamenti, le aziende del settore non potranno beneficiare dei 76 milioni di euro stanziati dal decreto del 24 gennaio scorso, in attuazione del decreto ministeriale 4 luglio 2022.

«La ristorazione deve essere incentivata ad utilizzare filiere corte del territorio, ma è insensato non ammettere al bando anche le imprese agricole – afferma Alessandro Bricchi, vicepresidente di Confagricoltura Milano Lodi Monza Brianza e presidente della sezione interprovinciale AgriturismoUn’anomalia incomprensibile, considerando che questi contributi vengono dal Ministero dell’Agricoltura e devono rimanere al settore. Ci rivolgiamo all’assessore regionale all’Agricoltura Alessandro Beduschi perché intervenga sul ministro e solleciti una soluzione tempestiva: questo stanziamento rappresenta un’opportunità di sostegno importante per gli agriturismi dei hanno il grandissimo merito di presidiare il territorio d’origine di prodotti di alta qualità, accorciando la distanza tra produttore e consumatore, e di diffondere la cultura del Made In Italy in tutto il mondo, diventando un punto di riferimento per il turismo collegato».

Forte disappunto e preoccupazione sono stati espressi a tutti i livelli da Confagricoltura, Agriturist e dalla stessa Federazione regionale di prodotto lombarda che hanno chiesto un’estensione della previsione di accesso agli incentivi. Risulta infatti difficile giustificare l’esclusione di luoghi della ristorazione fortemente connessi con le produzioni Dop, Igp, Sqnpi, Sqnz e biologiche, a fronte del finanziamento di strutture di ristorazione poco collegate con gli obiettivi generali della misura.

«Un’anomalia inconcepibile – rimarca Gianluigi Vimercati, presidente della sezione regionale Agriturismo di Confagricoltura -. Possono beneficiare dei fondi i ristoranti e le gelaterie, che utilizzano il 20% di prodotti tipici, e non gli agriturismi lombardi che, in base alla norma regionale, lavorano per l’80% con prodotti agroalimentari locali. Ci auguriamo che si tratti di una svista e che ci sia la possibilità di sanarla nelle prossime ore:basterebbe una circolare interpretativa per reinserire il codice Ateco escluso, come del resto è già avvenuto con un bando nel 2021. Perdere questa occasione significherebbe togliere alle imprese la possibilità di sostituire macchinari in cucina con contributi per il 70% a fondo perduto e frenare la spinta all’innovazione di molte delle nostre attività».




Agriturismi esclusi da bando Masaf. Agriturist ER: “Siamo soli. Dove sono finite le altre associazioni agricole?“

«Dove sono finite le altre associazioni agricole a soli due giorni dall’apertura del bando?Strano davvero, pure i loro agriturismi associati non possono accedere ai contributi stanziati. È un silenzio innaturale quello che ruota attorno all’esclusione delle strutture agricole e agrituristiche dal bando ministeriale per il sostegno alle eccellenze agroalimentari». Si stupisce il presidente di Agriturist Emilia Romagna, Gianpietro Bisagni, e torna sull’anomalia del decreto 24 gennaio 2024 – di attuazione del decreto Mipaaf del 4 luglio 2022 recante i criteri e le modalità di utilizzazione del “Fondo di parte capitale per il sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare italiano” -, che inserisce tra i soggetti beneficiari solo le attività di ristorazione con codice Ateco 56.10.11 ma non quelle connesse alle aziende agricole: codice Ateco 56.10.12.

Con uno stanziamento di 76 milioni di euro il ministero dell’Agricoltura mira a valorizzare il patrimonio enogastronomico italiano precludendo l’accesso ai fondi proprio alle aziende agricole e agrituristiche. «Un non senso che assume caratteristiche straordinarie se accompagnato dal mutismo delle altre associazioni agricole, convinte promotrici del cibo made in Italy e a chilometro zero – non ci sta il presidente regionale di Agriturist: prima associazione agrituristica d’Italia, costituita dalla Confagricoltura nel 1965 – «persino i ristoranti etnici hanno già precompilato le domande sulla piattaforma in attesa del click day previsto per l’1 marzo, invece noi imprenditori agrituristici – continua Bisagni – non possiamo farlo. Noi che somministriamo alimenti autoprodotti e tipici, che abbiamo a cuore il territorio d’origine di prodotti famosi in tutto il mondo. E dire che ci siamo mossi tentando tutte le vie possibili, con lettere indirizzate al capo di gabinetto del Masaf e comunicazioni a mezzo stampa in varie regioni: Veneto, Lombardia, Marche, Umbria, Lazio e altre ancora».

Agriturist Emilia Romagna chiede ancora una volta, con forza, di inserire tra i soggetti beneficiari le attività di ristorazione connesse alle aziende agricole (codice Ateco 56.10.12), in virtù dell’effettivo lavoro svolto dagli agriturismi nel promuovere sapori e saperi locali soprattutto nelle aree rurali, oggi meta sempre più ambita dai turisti anche stranieri. Bisagni ricorda che nel 2022, primo anno di applicazione del suddetto decreto, fu apportata tale correzione su richiesta di Agriturist sicché molti agriturismi associati riuscirono a presentare con successo le domande di agevolazione. «Invece nel 2023 la nostra richiesta rimase inascoltata – e conclude – Basta errori!».




“Anomalia inaccettabile: agriturismi esclusi dal bando eccellenze agroalimentari”. Agriturist ER chiede la modifica

«Non c’è due senza tre – incalza il presidente di Agriturist Emilia Romagna Gianpietro Bisagni -. Constatiamo infatti, con profondo rammarico, come il decreto 24 gennaio 2024 di attuazione del decreto Mipaaf del 4 luglio 2022, recante i criteri e le modalità di utilizzazione del “Fondo di parte capitale per il sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare italiano”, escluda gli agriturismi dall’accesso ai contributi».

Il bando prevede uno stanziamento complessivo di 76 milioni di euro e ha l’obiettivo di valorizzare il patrimonio enogastronomico italiano. «È inconcepibile – insiste Bisagni – che non veda coinvolte le aziende agrituristiche impegnate ogni giorno nella somministrazione di alimenti autoprodotti e tipici, realtà in prima linea nella diversificazione che presidiano il territorio d’origine di prodotti famosi in tutto il mondo, che custodiscono qualità e storia concorrendo a diffondere la cultura del cibo e del vino made in Italy».

Agriturist Emilia Romagna chiede di correggere quest’anomalia grave e inaccettabile inserendo tra i soggetti beneficiari anche le attività di ristorazione connesse alle aziende agricole (codice Ateco 56.10.12 e non solo il codice Ateco 56.10.11 che peraltro include anche i ristoranti etnici), in virtù dell’effettivo lavoro svolto dagli agriturismi nel promuovere sapori e saperi locali soprattutto nelle aree rurali, oggi meta sempre più ambita dai turisti anche stranieri.

Bisagni ricorda che nel 2022, primo anno di applicazione del suddetto decreto, fu apportata tale correzione su richiesta di Agriturist sicché molti agriturismi associati riuscirono a presentare con successo le domande di agevolazione.

Non andò così nel 2023. Ovverossia, «la nostra richiesta – spiega Bisagni – rimase inascoltata nonostante avessimo segnalato l’anomalia. Ci auguriamo che non si ripeta nuovamente lo stesso sbaglio nel 2024. Bisogna intervenire subito: l’1 marzo apre il bando».




Agriturismi, Cia Toscana: Da oggi 1 giugno meno restrizioni e fiducia per vera ripartenza

Riaprono le porte dei 4.500 agriturismi toscani. Finalmente. Da oggi 1 giugno, dopo molti mesi di chiusura forza e poi di limitazioni nei weekend (compreso il coprifuoco serale), meno restrizioni per gli agriturismi e fiducia in una vera ripartenza economica.

 

Turismo Verde Cia Toscana ricorda che, con i dati in miglioramento e l’accelerazione delle vaccinazioni, si allentano le misure restrittive: un addio al coprifuoco in zona gialla in tre step: spostamento alle ore 23, già dallo scorso 19 maggio e a mezzanotte dal 7 giugno prossimo. Eliminazione a partire dal 21 giugno prossimo.

 

Da oggi, 1° giugno, i ristoranti aprono anche il servizio al chiuso: salta il limite dei 4 commensali non conviventi che possono sedere allo stesso tavolo (nelle nuove linee guida nessuna traccia), anche se andrà sempre definito il numero massimo di presenze in sala. Resta il metro di distanza tra i tavoli e l’obbligo di utilizzo della mascherina per andare in bagno, pagare il conto, entrare o uscire dalla sala. Favorire la consultazione online del menu tramite soluzioni digitali, oppure predisporre menu in stampa plastificata, e quindi disinfettabile dopo l’uso, oppure cartacei a perdere.

La data di ripartenza per poter svolgere le feste e i ricevimenti successivi a cerimonie civili o religiose è fissata al 15 giugno, ma solo a determinate condizioni. Sarà ad es. indispensabile l’esibizione del cosiddetto green pass, una certificazione che attesti: di essere stati vaccinati contro il Covid-19, o di essere guariti dall’infezione o aver ottenuto un risultato negativo al tampone.

Riaprono i centri estivi, ma in tempi di pandemia i campi estivi vanno organizzati in modo speciale, anche per non caricare le famiglie di ansie aggiuntive: per questo i ministri della Salute e quello delle Pari opportunità hanno firmato un’ordinanza con precise linee guida per la riapertura dei centri.

La prima novità è che non ci sarà quest’anno, diversamente dall’anno scorso, un rapporto numerico prestabilito e fisso tra educatori-animatori e ragazzi, né la divisione rigida per età. L’accesso alle attività deve avvenire tramite iscrizione, ma il numero massimo di minori accolti deve tenere conto degli spazi e dell’area disponibile, delle raccomandazioni sul distanziamento fisico, nonché del numero di persone presenti nella stanza, del tipo di attività svolta e della durata della permanenza quando le attività si svolgono in spazi chiusi.

Inoltre – sottolinea la Cia Toscana – sul testo definitivo del Decreto Sostegni bis sono confermati i nuovi contributi a fondo perduto (sempre briciole), strutturati su tre diversi binari e che si chiuderanno a fine anno con l’erogazione degli aiuti a conguaglio. Preoccupa invece tanto il tentativo di cancellare il criterio del tempo lavoro per la valutazione del rapporto di connessione delle attività agrituristiche rispetto alle attività agricole. Vi è poi il rischio che le Regioni scelgano ognuna strade diverse.




Agriturismi senza stranieri per il ponte del 2 giugno. Agriturist E.Romagna Situazione allarmante, dall’estero arriva oltre il 25% delle presenze

La stagione decolla a stento, mancano soprattutto le prenotazioni degli stranieri negli agriturismi dell’Emilia-Romagna.

 

«Ospiteremo quasi esclusivamente italiani per il ponte del 2 giugno, gli arrivi da oltre confine infatti – spiega Gianpietro Bisagni, presidente di Agriturist Emilia Romagna, che riunisce gli agriturismi associati a Confagricoltura – riguardano esclusivamente un numero ristretto di camperisti, per lo più tedeschi o austriaci, ma le strutture con agri-campeggio in regione sono solo una settantina su 1200».  

 

A scoraggiare i turisti provenienti da altri paesi sono soprattutto le incertezze della situazione sanitaria, il calendario delle riaperture e, non ultimo, lo stop al coprifuoco slittato al 21 giugno. «Rischiamo di perdere una quota importante di turisti, oltre il 25% delle presenze annuali dell’agriturismo emiliano-romagnolo proviene dall’estero», avverte il presidente di Agriturist Emilia Romagna.

 

Di qui la svolta di Confagricoltura Emilia Romagna che mira ad attrarre il visitatore che esce dalle restrizioni imposte dalla pandemia e chiede di stare a contatto con la natura, di vivere il territorio in maniera attiva, contribuendo in prima persona attraverso workshop e nuove formule di turismo esperienziale. Un viaggiatore che pare prediligere i paradigmi del turismo slow e green. «Presto sarà pronta una nuova mappa degli itinerari enogastronomici – anticipa il presidente regionale di Agriturist – che lega gli agriturismi a cantine, caseifici e salumifici, a punti vendita aziendali di prodotti agricoli, con la possibilità di partecipare anche alle attività delle imprese associate a Confagricoltura in Emilia Romagna, lungo “cammini del cibo” a misura di bici e non solo, fra pianura, collina e montagna».

 

Le aziende agricole e agrituristiche socie di Confagricoltura, che sono capillari sul territorio, diventano così il perno attorno al quale far gravitare le ciclovie regionali – oltre 8.000 chilometri mappati in Emilia-Romagna e due Bike Park -, come pure quelle nazionali (Bicitalia) ed europee (Eurovelo).

 

Il Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2021 mette l’Emilia-Romagna al secondo posto tra le regioni più desiderate dai turisti enogastronomici (dopo la Sicilia), mentre Bologna risulta la città preferita “numero due” dopo Napoli. Fa proseliti lo slow travel, per i viaggiatori in bicicletta e a piedi. Nel 2020 le vendite delle due ruote in Italia hanno registrato un incremento annuale del + 17% e del + 44% nel solo settore delle e-bike, a pedalata assistita (fonte: Confindustria Ancma).




Confagricoltura Veneto: Agriturismi pronti a riaprire, ma c’è l’incertezza meteo

Gli agriturismi veneti si preparano a riaprire alla luce del nuovo decreto Covid, ma con molte incognite legate al meteo. Stanno ripartendo le prenotazioni, legate anche a cerimonie come battesimi e feste di laurea, ma i titolari delle strutture faticano a programmare il lavoro perché fa ancora freddo non solo in montagna e in collina, ma anche in pianura.

“La voglia di riaprire è tanta dopo un anno in cui abbiamo lavorato poco o niente – sottolinea Leonardo Granata, presidente di Agriturist Veneto, l’associazione degli agriturismi di Confagricoltura e titolare dell’agriturismo Monte Sereo a Bastia di Rovolon (Padova)- e per noi la possibilità di allestire posti all’aperto è scontata, dato che disponiamo di spazi ampi in mezzo alla natura. La domanda che molti si fanno è: si potranno usare? Fa ancora freddo non solo sulle montagne, come le Dolomiti bellunesi o la Lessinia veronese, ma anche sulle colline come i Colli Euganei e anche in aperta campagna. Inoltre ci sono tante incognite come la pioggia e il vento, che possono mandare all’aria il pranzo e per i nostri agriturismi, messi in ginocchio da un’annata in cui le perdite sono state di oltre il 70 per cento, compiere investimenti come quelli di teloni e funghi riscaldanti è in questo momento impensabile. Per quanto ci riguarda c’è anche l’incongruenza degli ospiti in pernottamento che potranno restare all’interno, mentre gli altri dovranno stare all’aperto. Ci auguriamo che la campagna vaccinale prosegua speditamente in modo che la situazione si possa sbloccare in vista dell’estate. Per i nostri agriturismi è importante portare a casa almeno una stagione intera e recuperare. Anche perché c’è il capitolo ristori che non sta funzionando. Tantissime attività, pur dimostrando le perdite del 30 per cento, ad oggi non hanno ancora visto nulla”.

Tanti agriturismi stanno programmando di riaprire il 1° maggio, anche se all’insegna dell’incertezza. Spiega Alberto Faccioli, titolare dell’agriturismo Valgrande a Bagnolo di Po (Rovigo) e presidente di Agriturist Rovigo: “Noi stiamo mettendo fuori i tavoli perché riapriremo lunedì, ma è un terno al lotto. Noi stiamo ricevendo prenotazioni anche per Comunioni e altre cerimonie, ma la gente ci chiede: e se piove? Io ho un tendone, ma se c’è il vento o piove la temperatura diventa insopportabile. I funghi non li compriamo: abbiamo già speso troppi soldi per metterci a norma per l’emergenza Covid. Lavoreremo sicuramente, ma in maniera ridotta, anche perché la sera c’è pure il coprifuoco alle 22 e la gente non si sposta il sabato sera in campagna per tornare a casa così presto”.

In controtendenza qualche agriturismo cittadino di Verona, pronti a riaprire la settimana prossima: “Noi riapriamo giovedì 29 aprile con la formula dell’apericena, con l’idea di accogliere la gente dalle 18 in poi – spiega Giovanni Ederle, titolare dell’agriturismo Corte San Mattia di Verona -. Si tratta, in questo caso, soprattutto di giovani, più disponibili ad affrontare anche temperature non ottimali. Sabato e domenica a pranzo avremo invece quasi solo famiglie e inoltre disporremo di cestini picnic da distribuire agli escursionisti, che potranno consumarli dove vogliono in mezzo alla natura, tempo permettendo. In caso di pioggia ci arrangeremo con ombrelloni e impermeabili, altro non ci resta fare. Il paradosso è che abbiamo alcuni ospiti, che stanno pernottando, che ceneranno all’interno, mentre gli altri saranno all’esterno. Ma la situazione è questa e tocca essere comunque guardare avanti ed essere ottimisti”.

Nel Bellunese la situazione è più incerta. “Per il 1° maggio abbiamo richieste per un pranzo di battesimo, ma non sappiamo ancora come muoverci – spiega Daniele Simoni, che conduce la Cascina Dolomiti di Cesiomaggiore, in provincia di Belluno, con la moglie Valentina Guerriero. “Se piove cosa facciamo? Non abbiamo coperture esterne e inoltre c’è ancora freddo all’aperto, perché siamo vicini alle montagne innevate. Non siamo a Messina, come facciamo a organizzare il lavoro in queste condizioni? Ci sembra una presa in giro: è un anno che siamo chiusi e ora ci fanno aprire in queste condizioni. E per chi sta in malga la situazione è ancora più critica”.

Conferma Silvia Zatta, titolare dell’agriturismo Casera dei Boschi a Pedavena e Malga Vette Grandi a Sovramonte nel Parco delle Dolomiti: “A 1250 metri riaprire è un punto interrogativo. Basta una nuvola e fa freddo. E se piove la gente non viene proprio. Per noi è un disastro, perché abbiamo perso Pasqua dell’anno scorso e quella di quest’anno, oltre a tutta la stagione sciistica, vacanze di Natale comprese. Il Comune pretende sei mensilità anticipate di affitto e noi non abbiamo entrate ma solo spese: la caldaia deve stare al minimo perché altrimenti scoppiano i tubi, il personale è assunto per tutta la stagione, poi ci sono contributi e tasse. Siamo timorosi anche per l’estate, perché la montagna sembra morta, gli alberghi sono stati chiusi tutto l’inverno e chissà se i turisti avranno voglia di tornare”.di tornare”.

 




Covid, Coldiretti: apertura serale all’ aperto salva 24mila agriturismi

La possibilità di riaprire le attività di ristorazione serale sfruttando gli spazi all’aperto salva i 24mila agriturismi italiani che possono contare su ampie aree all’esterno per assicurare il necessario distanziamento a tavola. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l’ipotesi emersa dalla Cabina di Regia per l emergenza COVID con arrivo zone in giallo rafforzato a partire dal 26 aprile. Una misura attesa dopo che le chiusure a singhiozzo dall’inizio della pandemia hanno tagliato i redditi degli operatori con perdite di fatturato stimate alla Coldiretti in 1,2 miliardi di euro. Gli agriturismi, peraltro, spesso situati in zone isolate in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse – sottolinea la Coldiretti – i luoghi più sicuri dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche. L’agriturismo svolge un ruolo centrale per la vacanza Made in Italy post covid perché contribuisce in modo determinante al turismo di prossimità nelle campagne italiane per garantire il rispetto delle distanze sociali ed evitare l’affollamento” sottolinea Diego Scaramuzza presidente di Terranostra nel precisare che “nelle campagne italiane le distanze si misurano in ettari e non in metri”.




Agriturismi, Brunelli, Cia Toscana: nel 2021 strutture non hanno aperto un giorno. Rapidità per indennizzi da parte della Regione

L’avvio della liquidazione degli indennizzi alle imprese agrituristiche toscane è senz’altro una buona notizia per le aziende toscane. A sottolinearlo è la Cia Agricoltori Italiani della Toscana in seguito alla comunicazione della Regione Toscana della partenza dei contributi previsti dalla sottomisura 21.1 “Eccezionale aiuto temporaneo per agriturismi e fattorie didattiche particolarmente colpiti dalla crisi covid”.

«A questo punto – afferma Luca Brunelli, presidente Cia Toscana – è necessario dare un’accelerata e procedere con i pagamenti senza tentennamenti, completando il prima possibile i pagamenti alle aziende agrituristiche che dopo un anno di chiusure e di mancati fatturati, devono subire ulteriori restrizioni in questo mese di aprile, con la Pasqua saltata e con la Toscana in zona rossa per almeno altre due settimane. Serve immediata liquidità per dare almeno un minimo sostegno alle imprese toscane che nel 2021 non sono mai stati aperti al pubblico».

E’ previsto – ha comunicato la Regione Toscana – che entro la fine di questa settimana vengano liquidate 1700 aziende per le quali si sono conclusi i controlli obbligatori. Ed entro la fine di aprile sia completata la liquidazione della totalità delle 4.400 imprese che hanno richiesto l’indennizzo.

Se si escludono i mesi estivi 2020, il comparto agrituristico non ha mai lavorato, neppure con la ristorazione viste le ripetute chiusure. Inoltre alcuni settori, come quello vitivinicolo, sono stati ulteriormente penalizzati dalle chiusure di enoteche, wine bar e canale Horeca.  

Ovviamente per gli agriturismi non si sono fermate le spese fisse, ad esempio la Tari o il canone televisivo nonostante che le strutture siano rimase chiuse.

Fra le proposte di Cia Toscana: provvedere alla sospensione (orizzonte temporale di un anno) dei principali versamenti contributivi e previdenziali ma anche delle rate sui mutui e sui prestiti già in essere che rischiano di non poter essere evasi per mancanza di fatturato. Sarebbe necessario anche un Fondo settoriale nazionale per il risarcimento dei danni diretti aziendali (contributo a fondo perduto) assumendo la variazione di fatturato, tra il 2020 e al triennio 2017-2019, quale variabile per accertare le reali perdite reddituali. Incentivi per rilanciare il turismo attraverso l’adozione di specifici coupon-buoni che i turisti (italiani e stranieri) possono utilizzare a copertura parziale della spesa sostenuta presso le strutture agrituristiche presenti sul territorio nazionale, sotto forma di diritto alla detrazione fiscale del 19%.




Covid, Confagricoltura Puglia: Bloccare agriturismi e ristoranti permettendo viaggi all’estero è incomprensibile e dannoso 

“Gli italiani potranno passare Pasqua e Pasquetta all’estero ma non nei nostri agriturismi pugliesi attrezzati per accogliere i clienti in tutta sicurezza” a mettere in risalto la dannosa discrepanza è il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro. Il ministero dell’Interno ha chiarito che è permesso spostarsi, anche tra regioni, per raggiungere l’aeroporto per recarsi in vacanza nei Paesi non bloccati, ma non è possibile raggiungere agriturismi e alberghi italiani. A parte le maggiori restrizioni della zona rossa rinforzata in Puglia, a Pasqua e Pasquetta, dunque, tutta Italia sarà in zona rossa. Vietato quindi spostarsi per turismo in questi giorni festivi nel territorio regionale mentre sarà vietato spostarsi tra le regioni fino al 30 aprile se non per motivi di lavoro, salute e necessità.

“La Puglia, e più in generale il Paese, stanno perdendo una grande occasione attuando un lockdown che penalizza oltremodo inspiegabilmente gestori di attività agrituristiche, ristoratori, baristi e albergatori e invece adottano la linea morbida per i viaggi all’estero”, spiega. “Bloccare il settore horeca (hotel, ristoranti e caffè) vuol dire creare un danno a tutto il settore agroalimentare. Un danno enorme per tutti i produttori di vini, oli e prodotti di qualità della regione che proprio nella ristorazione e nei bar trovano maggior mercato”.

In Puglia, secondo le stime più recenti ci sono circa 600 agriturismi e quasi 20mila attività di ristorazione (compresi i bar con cucina), mentre i bar (senza cucina) sono circa 8500. La Pasqua e i ponti del 25 Aprile e del 1° maggio segnano di solito l’inizio della stagione negli agriturismi italiani. Un comparto che occupa circa 100mila addetti e ospita, annualmente, 3/4 milioni di arrivi per un totale di 13,4 milioni di presenze. “Normalmente – conclude il presidente di Confagricoltura Puglia – le strutture lavorano cinque sei mesi a pieno ritmo e in Puglia in periodi normali si raggiunge il pienone proprio dalla fine di aprile, inizi di maggio e giugno. Al momento, nonostante siano attrezzate da mesi per accogliere in sicurezza i clienti, le attività non hanno guadagni concreti dall’estate scorsa mentre restano i problemi da affrontare, come quello della mancanza di liquidità, del notevole carico di tributi e un decreto ristori insufficiente che andrebbe rinforzato in quei settori che hanno più subito i danni economici della pandemia covid”.




Dl Sostegni: Turismo Verde-Cia, anche ad agriturismi il Fondo per lo sviluppo

La copertura del sostegno alle imprese è evidentemente troppo corta per la platea di reale interesse, ma nel Dl Sostegni ci sono interventi importanti che riguardano anche gli agriturismi. Non si escludano dal Fondo per lo sviluppo e il sostegno delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura. Così Turismo Verde-Cia commentando il primo Decreto del Governo Draghi e promuovendo l’agriturismo come filiera dell’ospitalità e della cultura contadina nelle aree interne.

Nel dettaglio, spiega l’Associazione di Cia, è positiva l’integrazione, pari a 150 milioni di euro, nel Fondo istituito presso il Mipaaf, occasione chiave anche per gli agriturismi, da considerare parte della filiera agricola con le vetrine dei prodotti agricoli sul territorio.

Le attese rispetto al Dl Sostegni, precisa Turismo Verde-Cia, erano alte anche nel comparto agrituristico, in ginocchio per la crisi scaturita dalla pandemia, così come era, però, chiaro che nessun tipo di sostegno o ristoro sarebbe stato sufficiente a compensare le perdite di un anno, o quasi, di “non lavoro”, con la sola eccezione dell’estate. Va detto però, precisa l’Associazione, che a fronte di imprese considerate molto piccole e frammentate, si mette poi un limite di 10 milioni di fatturato per accedere ai sostegni. O ancora, si dichiara che i contributi sono calcolati sulla perdita di fatturato annuo, ma in realtà si indennizza una sola mensilità media.

Una delle novità più significative è, però, sui contributi a fondo perduto dove non ci sono più, sottolinea Turismo Verde-Cia, i codici Ateco, ma è a favore dei soggetti titolari di partita IVA che svolgono attività d’impresa, arte o professione o producono reddito agrario. Non figura più come parametro, la perdita sul fatturato di aprile 2020 su aprile 2019, ma il calo del fatturato e dei corrispettivi medio mensile 2020 rispetto al 2019 (il calo deve essere inferiore almeno del 30%).

Circa i contributi, saranno poi modulati a seconda delle dimensioni delle aziende coinvolte: previste 5 fasce di ricavi con percentuali dei ‘sostegni’ differenziate che vanno dal 60% per le più piccole (la maggior parte delle nostre aziende con ricavi e compensi non superiori a centomila euro) al 20% per le più grandi. In ogni caso, però, tale importo non potrà essere inferiore a mille euro per le persone fisiche e a 2 mila per gli altri soggetti e non potrà essere superiore a 150 mila euro. Pertanto, ad esempio, un agriturismo che ha chiuso il 2020 con un fatturato di 30 mila euro, in calo di 50 mila euro rispetto agli 80 mila del 2019, riceverà un contributo a fondo perduto da 2.500 euro (fatturato 2020 = 30.000 euro; fatturato 2019 = 80.000 euro; variazione del fatturato = -50.000 euro; aliquota contributo a fondo perduto = 60%; importo contributo = 50.000 * 60% /12 = 2.500 euro).

Inoltre, riporta la nota di Turismo Verde-Cia, il calcolo del sostegno basato sulla perdita di fatturato fra 2019 e 2020 sulla mensilità media, è in grado di adattarsi alle variabili stagionalità, ma non siamo d’accordo sul calcolo. Chiediamo allora, che venga calcolato il calo sul fatturato e corrispettivi della sola attività agrituristica e non di tutta l’azienda agricola.

Attenzione, dice Turismo Verde-Cia, alle aziende agricole iscritte all’albo regionale delle fattorie didattiche per inserire anche loro tra i beneficiari, tenendo conto del calo di fatturato per questa sola attività (contributo ovviamente non cumulabile con altri).

L’Associazione attende, invece, circolari specifiche e un confronto interno più tecnico, quanto al prolungamento degli ammortizzatori sociali. Nel Dl Sostegni, infatti, viene garantito a gennaio l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali delle imprese operanti su tutto il territorio nazionale e appartenenti alle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura.

Infine, bene per Turismo Verde-Cia, quanto previsto per il canone Rai speciale. Dà seguito alle richieste dell’associazione, la riduzione del 30% nel 2021, prevista per le strutture ricettive nonché di somministrazione e consumo di bevande in locali pubblici o aperti al pubblico. Il bonus è fruibile anche come credito d’imposta nei casi di versamento già effettuato. Cruciali i prossimi passi, conclude Turismo Verde-Cia. Con l’organizzazione sarà importante continuare a essere parte attiva del dibattito istituzionale per tutelare anche il settore agrituristico nella fase attuativa del Dl.