Pasqua sold-out in Agriturismo: dal mare alla campagna le mete preferite per il ponte pasquale secondo l’Osservatorio AgrieTour

Si prevede circa mezzo milione di italiani in agriturismo per il ponte di Pasqua, a cui si sommeranno gli agrituristi del lunedì che già hanno prenotato il pranzo o il picnic in una struttura verde per arrivare a oltre un milione di presenze. Sono le previsioni fatte dall’Osservatorio AgrieTour, il Salone nazionale dell’agriturismo che per il 2024 tornerà dal 25 al 27 ottobre ad Arezzo Fiere, che monitora i flussi della vacanza in campagna anche in questo particolare periodo nel quale moltissime strutture approfittano per la riapertura annuale. Degli oltre 12 milioni di italiani che sicuramente si sposteranno, almeno 600 mila turisti hanno scelto una soluzione in campagna, come rileva l’Osservatorio AgrieTour, sia per il pranzo di Pasqua che per le attività legate alla Pasquetta. Tra le motivazioni più frequenti, la riscoperta delle tradizioni popolari del periodo legate proprio alla campagna, ma soprattutto le attività esperienziali offerte dagli agriturismi, oltre alla scelta enogastronomica che ancora una volta rappresenta uno tra i primi criteri di scelta. Si viaggia in famiglia e il target è ancora under 50.

Le attività da fare in agriturismo per Pasqua. Al primo posto dei servizi richiesti dagli agrituristi, secondo una indagine condotta da agriturismo.com, portale di riferimento del settore, in collaborazione con l’Osservatorio AgrieTour, i corsi di cucina, seguiti da escursioni, a piedi o in bicicletta, quindi attività agricole interattive, fattoria didattica e equitazione. Il tutto a basso impatto ambientale visto che il 73% delle strutture agrituristiche abbia adottato soluzioni tecnologiche di risparmio energetico, mentre stenta a decollare l’agritech dal momento che l’81% del campione non utilizza ancora soluzioni tecnologiche innovative nella produzione agricola. Il 53% delle aziende offre servizi di ristorazione, e il 55% si occupa della trasformazione dei prodotti, altro elemento fortemente ricercato dall’agriturista.

Gli otto elementi che cercano gli agrituristi. Sono 8 i fattori che fanno scegliere la vacanza in agriturismo. L’esigenza di scappare in un luogo tranquillo, sicuro, ma anche abitato, non deserto ed isolato; il buon cibo, la buona cucina e la convivialità, la scoperta dei luoghi e delle bellezze di un territorio. Ma anche il richiamo degli spazi aperti, la voglia di libertà dal chiuso degli spazi cittadini e la possibilità di trascorrere del tempo con gli agricoltori e le loro famiglie. A questo si somma la scoperta delle strutture da parte delle scuole grazie a laboratori e pacchetti che si rivolgono in particolare al ciclo della scuola primaria e secondaria, il luogo ideale per la vacanza delle famiglie con bambini, e l’interesse per l’ambiente e per la sostenibilità.

I numeri del settore. L’agriturismo continua a rappresentare uno dei comparti più dinamici e vivaci dell’agricoltura italiana e trasversalmente del turismo. Il numero di aziende agrituristiche in Italia, infatti, ha continuato a crescere durante tutto il periodo pandemico: +1,3% nel 2021 rispetto al 2020 e +3,3% rispetto al 2019, per arrivare nel 2023 a 25.390 aziende. Una crescita anche in termini di valore della produzione, tornata sopra il miliardo di euro: ovvero 1 miliardo e 162 milioni di euro +44,8% sul 2020. L’agriturismo, per valore, rappresenta dunque l’1,9% dell’intera branca agricoltura e il 22,6% delle attività secondarie.

AgrieTour, Salone nazionale dell’agriturismo e dell’agricoltura multifunzionale, è la fiera di riferimento del settore. La 22° edizione si svolgerà ad Arezzo Fiere e Congressi dal 25 al 27 ottobre 2024. Punto di forza dell’appuntamento la borsa dell’agriturismo, unica in Italia, con l’incontro tra l’offerta e la domanda rappresentata da centinaia di tour operator presenti da tutto il mondo.




Pasqua, Coldiretti, agriturismo, 1,5 milioni di presenze tra cibo e natura

Saranno una Pasqua e Pasquetta all’insegna dell’Agriturismo, con un milione e mezzo di presenze complessive (65% sono italiani), tra pernottamenti, pranzi e visite, che sceglieranno di passare i giorni di festa riscoprendo la bellezza delle campagne e la bontà del cibo contadino gustato tra i paesaggi mozzafiato offerti dalla nostra magnifica Italia. Tra questi, 300 mila sceglieranno i ristori con menù sostenibili a km zero, molti dei quali proposti dai cuochi contadini degli agriturismi di Campagna Amica promossi da Terranostra.

Secondo le stime Terranostra di Coldiretti, gli italiani pernotteranno durante le vacanze pasquali una media di 2 notti, con oltre 150 mila stranieri, prevalentemente tedeschi, svizzeri, olandesi, francesi e statunitensi, che in media soggiorneranno almeno 4 giorni.

La conferma di questa scelta, oltre che dai numeri, arriva anche dalla tendenza delle ricerche di Google, dove tra quelle più frequenti in tema di agriturismo, c’è quella di “trova quella più vicino a me”, a significare di come gli italiani puntino sulla vacanza tricolore tra le eccellenze del nostro territorio.

Campagna Amica e la rete delle esperienze. “Il turismo nelle aziende agricole e nelle aree rurali sta vivendo un periodo di grande fermento e innovazione-  conferma la presidente di Terranostra Dominga Cotarella –  Con Campagna Amica stiamo costruendo una rete nazionale di esperienze nelle aziende agricole che non solo ha lo scopo di accrescere la presenza di turisti nelle aree rurali, ma anche contribuire a rendere più attrattiva l’offerta turistica del nostro paese grazie alla promozione di territori, bellezze naturalistiche, architettoniche, buon cibo, prodotti enogastronomici di eccellenza ed esperienze contadine autentiche che sono una grande ricchezza italiana”. ll successo degli agriturismi è spinto anche dalla riscoperta del valore storico, culturale e ambientale dei piccoli borghi che ospitano – sottolineano Coldiretti e Terranostra – appena il 16% della popolazione nazionale, ma rappresentano il 70% del numero totale dei comuni italiani e il 54% dell’intera superficie italiana. Gli agriturismi rappresentano una ottima base di partenze per visitare queste realtà dove nasce il 92% delle produzioni tipiche nazionali (indagine Coldiretti/Symbola).

Toscana, Trentino e Lombardia tra le mete più ambite. In Italia sono 25849 le aziende agrituristiche (dati Istat al 2022), quasi il doppio del 2014 (+84%) mentre – sottolinea Coldiretti – il valore della produzione agrituristica sale a 1,5 miliardi di euro grazie a 15,5 milioni di presenze, di queste ben il 58% composto da agrituristi stranieri (elaborazione Coldiretti su dati Istat). Tra le regioni prescelte con maggior numero di presenza per le vacanze durante tutto l’anno, sul podio Toscana, Trentino Alto Adige, e Lombardia seguite da Veneto, Lazio e Umbria

I cammini tra turismo lento e natura. E saranno anche tanti i turisti che per Pasqua sceglieranno la via dei cammini, visto che secondo le stime Coldiretti oltre 300 mila appassionati (compresi nel milione e mezzo complessivo) punteranno su passeggiate, pedalate o percorsi a cavallo visitando cantine, frantoi, fattorie e birrifici agricoli.

I cammini sono sicuramente la nuova frontiera del turismo lento, brevi vacanze alla scoperta dei territori italiani. Cammini, ciclovie, ippovie, sentieri, vie di pellegrinaggio formano una fittissima rete di percorsi alla scoperta degli angoli più segreti del Belpaese. In particolare cresce il numero di cammini, 49 riconosciuti dal ministero del turismo e di “credenziali”, ovvero di passaporti che attestano lo status di viaggiatore lento: questi sono oggi oltre 59 mila, mentre nel 2017 erano circa 23 mila. In 5 anni sono quasi triplicati. E si si stima che realmente siano molti di più. (su www.campagnamica.it è possibile trovare gli itinerari creati in collaborazione con Fitrec Ante, Fiab e Nordic Walking turismo a cavallo, in bici e a piedi).

Sosta in fattoria tra oleoturismo ed enoturismo. Campagna Amica e Terranostra con la rete di oltre 7mila fattorie diffuse sul territorio, 1000 mercati circa di cui 70 coperti nei capoluoghi di provincia, 2500 agriturismi, 900 fattorie sociali può divenire punto di riferimento al servizio dei viaggiatori, pellegrini e non, con servizio di ristorazione e accoglienza e diffusione della cultura contadina

Basti pensare che ad esempio lungo la famosa via Francigena insistono circa 61 Mercati e 105 Agriturismi. Queste strutture possono funzionare come luoghi di ristoro e accoglienza per la notte e fornire servizi di varia natura.

A Pasqua sarà possibile anche conoscere alcun dei circa 1500 prodotti della biodiversità agricola, i sigilli di Campagna Amica, con 400 agricoltori custodi aderenti al progetto che propongono alla vendita consentendo la preservazione e la diffusione delle tipicità agroalimentari a rischio estinzione. In particolare attraverso l’oleoturismo, l’enoturismo e il brassiturismo è possibile venire a contatto con una realtà produttiva che vede l’Italia tra i paesi più dinamici e impegnati.




Agriturist Piacenza: workshop il 13 marzo per condividere e sviluppare le opportunità

Agriturist Piacenza organizza un workshop tematico per le aziende agrituristiche piacentine mercoledì 13 marzo a partire dalle 09.30 presso l’agriturismo Boschi Celati di Fossadello.

All’ordine del giorno ci sarà l’esposizione del bando regionale aperto per le aziende che intendono avviare o implementare l’attività agrituristica, ad illustrarne i dettagli sarà Lara Sartori – referente tecnica di Confagricoltura Piacenza per il settore. Seguirà un focus sulla figura del manager sportivo in agriturismo.

“Sport in Agriturismo è il progetto di   Coni Emilia-Romagna nato su iniziativa del magazine Makemeitaly.it e sostenuto anche da Agriturist per promuovere lo sport e valorizzare il turismo nelle aree rurali dell’Emilia-Romagna – spiega Montesissa -. Attraverso un corso di formazione di manager sportivo nelle aziende agrituristiche, la Scuola dello Sport del Coni Emilia-Romagna, con la collaborazione delle federazioni sportive, intende trasferire competenze tecniche dalle decine di attività praticabili in campagna nella realizzazione di impianti regolamentari, dalla fiscalità sportiva alla sana alimentazione, dal marketing turistico alla comunicazione”. “Le nostre campagne – spiega Montesissa – offrono scenografie e spazi dove liberare energie e passioni, alimentando un turismo sano e rispettoso dell’ambiente, che si completa con una serie di attività come lo sport, tant’è che le nostre aziende fanno anche parte del circuito Agricycle di cui parleremo”. Nel corso del Workshop saranno anche illustrate le convenzioni attivate da Agriturist Piacenza per i propri associati, il lavoro impostato e affrontato in sede di consiglio nazionale dell’associazione e dopo le conclusioni del presidente regionale di Agriturist Gianpietro Bisagni, è stato organizzato un percorso immersivo nell’agriturismo per condividere la testimonianza diretta dello sviluppo dell’attività portata avanti da Giovanna Montesissa. Un’occasione preziosa di scambio per mettere a sistema particolari e competenze specifiche del mestiere tra aziende alleate per promuovere insieme agriturismo, prodotti agricoli, territorio e per valorizzare le nuove forme di turismo lento ed esperienziale. “Apro le porte della mia azienda ai colleghi – spiega Giovanna Montesissa – desidero che si sentano coinvolti e protagonisti di una crescita che deve essere condivisa e comune per tutto il settore”. L’appuntamento è rivolto a tutte le aziende agrituristiche che sono già operative all’interno dell’Associazione, alle imprese interessate ad associarsi e anche quelle interessate allo sviluppo di questa attività”.




Enogastronomia, Agriturist (Confagricoltura): comprende le difficoltà legislative ma confida in future azioni di sostegno per il settore

Dispiace l’esclusione dal bando degli agriturismi. Tuttavia, Agriturist comprende l’azione del MASAF, tesa a non perdere i 76milioni di euro destinati alla promozione del patrimonio agroalimentare italiano. Continuiamo a chiedere l’inclusione di una rete di attività fondamentale per la valorizzazione dell’enogastronomia italiana e della tutela del nostro paesaggio, ma comprendiamo che i criteri fissati nel 2022 erano contenuti in un decreto già approvato e registrato alla Corte dei Conti. Confidiamo, quindi, in future azioni di sostegno specifiche per gli agriturismi, che rappresentano un settore fortemente connesso con le produzioni DOP, IGP e bio, divenute punto di riferimento dell’enogastronomia e del turismo ad essa collegato, conclude Agriturist.




Agriturist oggi in consiglio nazionale: a Roma la coordinatrice piacentina

La coordinatrice piacentina di Agriturist Giovanna Montesissa è a Roma per la due giorni (ieri e oggi) di consiglio nazionale dell’associazione che raggruppa gli agriturismi di Confagricoltura insieme al presidente regionale Agriturist Emilia Romagna, Gianpietro Bisagni.

“Tra i punti discussi in consiglio nazionale – spiega Bisagni – l’esclusione degli agriturismi dall’accesso ai contributi del “Fondo di parte capitale per il sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare italiano” attivato proprio con bando del ministero dell’Agricoltura che prevede uno stanziamento complessivo di 76 milioni di euro e ha l’obiettivo di valorizzare il patrimonio enogastronomico italiano. È inconcepibile – rimarca Bisagni – che non veda coinvolte le aziende agrituristiche impegnate ogni giorno nella somministrazione di alimenti autoprodotti e tipici. Agriturist Emilia Romagna chiede di correggere quest’anomalia grave e inaccettabile”.

In sede di Consiglio è stato deciso di attivare tavoli di lavoro per rispondere meglio alle differenti alle necessità delle aziende agrituristiche e di assegnare deleghe tematiche ai componenti di Giunta. Il piacentino Bisagni avrà delega per le attività sindacali.

“I temi affrontati sono stati diversi – spiega Giovanna Montesissa ad assise appena conclusa – condividere novità e opportunità abbiamo pensato di organizzare un workshop tematico per le aziende piacentine direttamente in agriturismo”. L’incontro si terrà il 13 marzo a partire dalle 09.30 presso l’agriturismo Boschi Celati di Fossadello.

“Apro le porte della mia azienda ai colleghi – spiega Giovanna Montesissa – desidero che si sentano coinvolti e protagonisti di una crescita che deve essere condivisa e comune per tutto il settore”. L’appuntamento è rivolto a tutte le aziende agrituristiche che sono già operative all’interno dell’Associazione, alle imprese interessate ad associarsi e anche quelle interessate allo sviluppo di questa attività”.

All’ordine del giorno ci sarà l’esposizione del bando regionale aperto per le aziende che intendono avviare o implementare l’attività agrituristica,0 ad illustrarne i dettagli sarà Lara Sartori – referente tecnica di Confagricoltura Piacenza per il settore. Seguirà un focus sulla figura del manager sportivo in agriturismo.

“Sport in Agriturismo è il progetto di   Coni Emilia-Romagna nato su iniziativa del magazine Makemeitaly.it e sostenuto anche da Agriturist per promuovere lo sport e valorizzare il turismo nelle aree rurali dell’Emilia-Romagna – spiega Montesissa -. Attraverso un corso di formazione di manager sportivo nelle aziende agrituristiche, la Scuola dello Sport del Coni Emilia-Romagna, con la collaborazione delle federazioni sportive, intende trasferire competenze tecniche dalle decine di attività praticabili in campagna nella realizzazione di impianti regolamentari, dalla fiscalità sportiva alla sana alimentazione, dal marketing turistico alla comunicazione”. Sulla piattaforma del Coni www.sportellodellosportemiliaromagna.it sono disponibili tutte le informazioni e il modulo di iscrizione digitale – I primi corsi si terranno dal 5 al 27 marzo 2024. La scadenza per le iscrizioni è fissata al 25 febbraio.

“Le nostre campagne – spiega Montesissa – offrono scenografie e spazi dove liberare energie e passioni, alimentando un turismo sano e rispettoso dell’ambiente, che si completa con una serie di attività come lo sport, tant’è che le nostre aziende fanno anche parte del circuito Agricycle di cui parleremo”. Nel corso del Workshop saranno infine illustrate le convenzioni attivate da Agriturist Piacenza per i propri associati e dopo le conclusioni del presidente regionale di Agriturist si terrà un percorso immersivo nell’agriturismo per condividere la testimonianza diretta dello sviluppo dell’attività portata avanti da Giovanna Montesissa. Un’occasione preziosa di scambio per mettere a sistema particolari e competenze specifiche del mestiere tra aziende alleate per promuovere insieme agriturismo, prodotti agricoli, territorio e per valorizzare le nuove forme di turismo lento ed esperienziale”.




Agriturismo, Istat: aziende in costante aumento. Al Sud si consolida l’imprenditoria femminile

Nel 2022 le aziende agrituristiche attive sono 25.849 (+1,8% rispetto al 2021); la crescita maggiore si verifica nel Nord-ovest (+2,7%) e nel Nord-est (+2,4%).

In Toscana il tasso di attivazione (nuove aziende autorizzate/totale aziende) più alto (30%), in Sicilia il tasso di cessazione più basso (10%).

In leggero aumento (+o,7% rispetto al 2021) la presenza delle donne imprenditrici, che sono più di un terzo di tutti i conduttori.

Sono pari al 64% i Comuni “agrituristici”. Dal 2004, il loro numero cresce in media del 2,2% l’anno e nel Nord-ovest addirittura del 4%.

La sorprendente “lunga marcia” del settore agrituristico

Nel 2004 le aziende agrituristiche(i) erano poco più di 14mila, oggi il loro numero è pressoché raddoppiato. Il tasso di crescita(ii) medio annuo è del 3,8% ed è praticamente omogeneo per tutte le macroaree, con valori che vanno dal 5,5% e 4,3% del Nord-ovest e del Centro, al 3,6% e al 3% delle Isole e del Sud fino al 2,8% del Nord-est.

Se si guarda all’offerta economica, sempre nel periodo 2004-2022, aumentano le strutture con il servizio di degustazione, per le quali il tasso medio annuo di variazione è +4,5%. Questo risultato è probabilmente dovuto anche alla connessione del settore agrituristico con quello dei prodotti di qualità DOP e IGP. Nello stesso arco temporale crescono le aziende con alloggio e ristorazione, con tassi medi annui, rispettivamente del 3,4% e del 3,2%.

Degustazione, alloggio e ristorazione rappresentano il core dell’offerta economica e, per molti versi, rispecchia e connota le diverse peculiarità territoriali del Paese.

Il tasso medio anno di crescita dell’offerta di degustazione è maggiore al Nord-est e nelle Isole e per entrambe le macroaree è del 6%. La crescita della ristorazione è maggiore nel Centro (5,3%) e quella dell’alloggio è più alta nel Nord-ovest (4,5%) e nelle Isole (4,1%).

La positiva performance economica e la crescente diffusione territoriale sono due indicatori del successo e dalla solidità del settore agrituristico. Per quanto riguarda il primo aspetto, rispetto al 2004, il valore della produzione del settore è aumentato al ritmo del 4,2% all’anno, triplicando in termini assoluti la capacità produttiva del settore. Per avere un dato di confronto, nello stesso arco temporale il tasso medio anno di crescita del comparto agricolo è dello 0,51%. Questo è sicuramente un indicatore del dinamismo performativo del settore e della crescente abilità imprenditoriale dei conduttori nell’intercettare la domanda e mettere in campo adeguate strategie di risposta.

Sotto l’aspetto della diffusione territoriale, va segnalato che nel 2004 i Comuni che ospitavano almeno un agriturismo (Comuni agrituristici) erano 3.352, tra il 2004-2022 si sono aggiunti 1.677 nuovi Comuni “agrituristici”, portando il totale ad oltre 5.029 Comuni (quasi il 64% dei Comuni italiani).

Il tasso medio annuo di variazione della diffusione territoriale è del 2,2% e raggiunge il 3,8% al Nord-ovest, mentre per tutte le altre macroaree varia tra l’1,7% del Centro e l’1,4% del Nord-est.

AZIENDE AGRITURISTICHE IN ITALIA, I NUMERI CHIAVE

Anni 2021 e 2022, valori assoluti e variazioni percentuali

 

 

RIPARTIZIONE

GEOGRAFICA

AGRITURISMI PER TIPO DI ATTIVITÀ CONDUTTORE PER GENERE
Ristorazione Degustazione Alloggio Maschi Femmine
2022 var % 2022/2021 2022 var % 2021/2021 2022 var % 2022/2021 2022 var % 2022/2021 2022 var % 2022/2021
Nord-ovest 2.382 1,9 1.117 2,8 2.682 3,2 2.532 3,6 1.424 1,3
Nord-est 3.122 0,8 552 6,8 5.606 2,9 5.606 2,4 1.848 2,4
Centro 3.705 1,1 2.770 2,4 8.334 0,7 5.999 2,8 3.365 -0,3
Sud 2.565 0,7 1.151 1,7 2.807 0,9 1.776 0,7 1.547 0,8
Isole 1.145 -0,6 702 4,9 1.553 0,6 1.116 0,8 636 -1,2
ITALIA 12.919 0,9 6.292 3,0 20.982 3,0 17.029 2,4 8.820 0,7

Migliora la performance economica e supera l’impatto della crisi pandemica

Nel 2022 il valore corrente della produzione agrituristica(iii) è di poco inferiore a 1.517milioni di euro
e contribuisce per il 4,4% alla formazione del valore economico dell’intero settore agricolo, sul quale gli agriturismi incidono per poco più del 2,3%. Rispetto al 2021 il valore economico del comparto aumenta del 30,5% e sembra aver così superato la forte flessione dovuta alla crisi sanitaria da Covid-19, in controtendenza rispetto all’intero comparto agricolo.

Il 76,8% dell’intero valore economico è prodotto dalle aziende del Nord-est e del Centro, con quote rispettivamente pari al 39,9% e al 36,9%. Ben al di sotto si posizionano il Nord-ovest (11%), il Sud (9,9%) e le Isole (2,3%). Questo divario territoriale, tuttavia, è bilanciato – aspetto questo non secondario – da una crescita omogenea in tutte le macroaree geografiche che, rispetto allo scorso anno, è del 32,5% per il Nord-est, del 30,5% per il Nord-ovest, il Sud e le Isole e del 28,4% per il Centro.

Il valore medio della produzione per azienda (valore economico del settore diviso numero delle aziende agrituristiche) nel 2022 supera i 50mila euro (era circa 45.700 nel 2021), ma rimane ancora molto al di sotto dei 63mila euro del 2019. Da segnalare che il valore medio della produzione nel Nord-est è di circa 81mila euro (+18.400 euro rispetto allo scorso anno).

Fino al 2019 il settore delle aziende agrituristiche con alloggio segue, anche se con fluttuazioni più contenute, quello delle presenze e del ciclo economico. Nel 2020, in seguito all’emergenza sanitaria, si registra una differenziazione tra il valore economico, le presenze e il numero di agriturismi che aumenta di pochissimo. Gli effetti del lockdown a distanza di due anni sembrano oramai superati.

 

Si rafforza il network geo-economico delle aziende agrituristiche

Seguendo un trend oramai consolidato, anche per il 2022 si conferma la crescita, se pure con livelli diversi per macroarea geografica, del numero delle aziende agrituristiche, che aumenta di 459 unità (+1,8%) rispetto allo scorso anno. La crescita maggiore si registra nelle regioni del Nord-ovest (+2,7%) e del Nord-est (+2,4%). Pressappoco in linea con il dato nazionale è quella del Centro (+1,7%) e molto più bassa la crescita nel Mezzogiorno (+0,5%).

A livello regionale, l’aumento maggiore, rispetto allo scorso anno, è in Liguria (+6,6%), Toscana (+4,7%) e in Trentino-Alto Adige/Südtirol (+4,2%).

Oltre il 53% delle strutture agrituristiche si localizzano nelle aree collinari, il 31% in quelle montane e il 16% in pianura. Rispetto al 2021, per ciascuna di queste tre zone altimetriche la crescita è stata rispettivamente del 2,3%, dell’1,9% e dello 0,5%.

Aumenta anche la densità (numero di strutture per 100km2) che passa da 8,4 a 8,6. Nelle zone di collina la densità è 10,7 e in quelle montane e in pianura è rispettivamente pari a 8,2 e 5,4. Il dato sulla densità, in particolare nelle aree montane, sicuramente più problematiche sotto il profilo logistico, è anche un indicatore sia delle abilità imprenditoriali dei conduttori e sia della forte vocazione all’accoglienza che è trasversale alla configurazione morfologica del paese.

Il dato sulla densità è sicuramente un indicatore indiretto della presenza e dell’ampiezza della connessione geo-economica tra le aziende. Seguendo questa chiave interpretativa, il Trentino-Alto Adige/Südtirol (28,7 strutture per 100 Km2), la Toscana (24,5), l’Umbria (15,3), la Liguria (13,8) e le Marche (12) sono le regioni dove è maggiore l’intelaiatura spaziale della rete agrituristica.

Dei 7.904 Comuni nei quali è attualmente suddiviso il territorio nazionale, quasi il 64% ospita almeno un’azienda (erano il 41,4% rispetto agli 8.101 Comuni nel 2004). Sempre con riferimento al 2022, i nuovi Comuni “agrituristici” sono 23.

Tra i Comuni “agrituristici” (con almeno un’azienda agrituristica), il 35% ospita una sola struttura (erano 44,1% nel 2004), l’11,6% accoglie tre strutture, l’1,1% ha 10 strutture e sono 4,6% (erano 2,9 % nel 2004) i Comuni con almeno 20 strutture. Infine, sono 11 i Comuni con almeno 100 aziende (Appiano sulla strada del vino, Assisi, Caldaro sulla strada del vino, Castelrotto, Cortona, Grosseto, Manciano, Montalcino, Montepulciano, Noto, San Gimignano).

 

Toscana prima Regione per nuove attivazioni

Nel 2022 le nuove attivazioni sono 1.386, di queste il 46,5% sono avvenute nel Centro, il 42,8% nel Nord (significativo il 13% della Provincia autonoma di Bolzano/Bozen) e il 10,6% nel Mezzogiorno (con la Sicilia che supera il 5%). Il tasso di attivazione (nuove autorizzazioni/totale aziende attive) è del 5,5% e sale al 7% nel Centro e al 2,9 % nel Mezzogiorno con la Sicilia che si attesta al 5,3% nelle isole Sempre nello stesso anno le aziende che escono dal mercato sono 943, di queste il 52,1% operano nelle regioni del Centro, dove incide in modo significativo l’Umbria (30%) e in misura minore nella Toscana (16%). Le cessazioni nel Nord sono 33,7%, nel e nel Mezzogiorno il 14,2%.

Nel lungo periodo (2004-2022), le attivazioni sono complessivamente 28.819 e le cessazioni 17.140, si ha quindi un saldo positivo sia a livello nazionale che a livello di macroarea geografica. Sempre nei 19 anni considerati il tasso di attivazione varia tra il 12,2% del 2006 e il 4,4% del 2021, mentre quello di cessazione è compreso tra il 6,3% del 2018 e il 2,3% del 2004. Il tasso medio annuo di attivazione è dell’8%, quello di cessazione è 4,1%. Il Mezzogiorno ha il tasso più alto sia di attivazione (9,4%), sia di cessazione (6,1%).

Il tasso di variazione medio anno, che consente una lettura dinamica della nati-mortalità, è 3,7% e sfiora il 4% al Centro, mentre scende al 3,4% nel Mezzogiorno e al 3,1% nel Nord.

La permanenza sul mercato delle aziende al 2022 è in media di 11,4 anni (era di oltre 23 anni nel 2004). Questa forte riduzione, (in media -0,7 anni all’anno) è sicuramente dovuta anche alla maggiore concorrenza tra le aziende che, rispetto al 2004, sono aumentate del 94%.

Le aziende più longeve sono quelle del Nord-est (13 anni) e quelle del Sud (11 anni). Nel Centro e nel Nord-ovest la permanenza sul mercato è rispettivamente di 10,9 e 10,4 anni.

La probabilità di sopravvivenza (metodo Kaplan-Meier) per le aziende agrituristiche a tre anni dall’attivazione è del 98% e scende a 77% a cinque anni, al 59% a 10 anni, a 32% a 20 anni e, infine, è del 4% dopo 30 anni.

La probabilità di sopravvivenza a cinque anni è pressoché simile per le cinque macroaree, a partire da 10 anni le probabilità di sopravvivenza più elevate si registrano nel Nord-est e nel Centro.

 

Grande ritorno degli agrituristi stranieri

Nel 2022 gli arrivi nelle strutture agrituristiche hanno superato i quattro milioni, registrando quindi un forte recupero non solo rispetto al 2021 (+35%), ma anche rispetto al 2019 (+8,5%), l’anno
pre-pandemia.

Dal confronto con lo scorso anno gli agrituristi italiani aumentano dell’11,5% e quelli stranieri  oltre il 73%. Il 3,4% dei turisti sceglie l’“agriturismo” per trascorrere le vacanze. Nel leggere questo dato si tenga presente che le strutture con alloggio sono poco più del 9,5% del totale delle strutture ricettive.

Complessivamente le aziende agrituristiche del Centro e del Nord-est ospitano il 73% degli agrituristi (rispettivamente il 40,3% e il 32,9%). Tra le regioni si conferma la forza attrattiva della Toscana (28,8%) e del Trentino-Alto Adige/Südtirol (16,9%) con la forte incidenza sul totale nazionale della Provincia autonoma di Bolzano/Bozen (13,5%). Per tutte le altre regioni la quota di agrituristi è inferiore del 10% e variano tra 9,5% del Veneto e 0,3% della Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste.

Rispetto al 2021 crescono gli arrivi in tutte le cinque macroaree geografiche. In particolare, sono le Isole, con il 44,5%, a registrare la variazione più alta. Segue il Nord-est (+41%) il Nord-ovest (+33,3%), il Centro (+32%) e il Sud (+25%). Sempre rispetto allo scorso anno l’aumento maggiore di stranieri si registra nelle Isole (+45,4%), mentre nel Nord-est aumentano gli agrituristi italiani (+22%).

Il rapporto tra agrituristi italiani e stranieri è 11 a 10 (era di 17 a 10 lo scorso anno). A livello regionale questo indice segnala una forte prevalenza degli italiani in Molise (6,6), Basilicata (4,2) e Abruzzo (4). Al contrario, gli stranieri prevalgono nella Provincia autonoma di Bolzano/Bozen (0,6), in Toscana (0,8) e nella Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (0,9).

Le presenze superano i 15,5 milioni (+29,2% rispetto il 2021), di queste il 58% è composto da agrituristi stranieri (lo scorso anno erano il 47%). La durata media della permanenza nelle strutture in generale è 3,8 giorni, per gli stranieri 4,6 e per gli italiani 3,1 giorni.

 

Sempre più ampia l’offerta agrituristica

L’ampliamento dell’offerta economica – con l’integrazione tra i tradizionali servizi di ristorazione, alloggio e degustazione con altre attività, alcune delle quali di notevole rilevanza sotto il profilo sociale, come le fattorie didattiche, o culturale-paesaggistico (escursioni, trekking, ecc.) – è uno degli aspetti più significativi della “metamorfosi” in atto nel settore.

Rispetto al 2021, anche se in misura diversa, aumentano le strutture con alloggio, ristorazione e degustazione: servizi questi che formano il nucleo più tradizionale dell’offerta agrituristica.

Tra queste tre attività la degustazione registra la crescita maggiore (+3%); un dato che mette in evidenza la sempre più forte connessione tra il settore agrituristico e quello del vasto e variegato “mondo” dei prodotti di qualità: due settori, questi, che contribuiscono al successo del made in Italy. L’aumento delle aziende con degustazione riguarda tutte le aree del Paese e varia tra il 6,8% nel
Nord-est e l’1,7% delle Sud.

Sempre rispetto al 2021, aumentano anche le strutture con alloggio (+1,6%) e quelle con ristorazione (+0,9%), con gli incrementi maggiori di quest’ultimi sono nel Nord-ovest (+1,9%) e nel Centro (+1,1%).

Tra i servizi non direttamente connessi alle attività di alloggio e ristorazione si segnala la forte crescita delle strutture con fattorie didattiche (+7,4%). Scendendo nel dettaglio dell’articolazione territoriale dell’offerta economica, la combinazione: fattorie didattiche-equitazione-mountain bike connota maggiormente le aziende del Nord-ovest; fattorie didattiche-alloggio-attività sportive quella del
Nord-est; degustazione-trekking-corsi vari quella delle strutture del Centro; trekking-osservazione naturalistica-equitazione le aziende del Sud; escursione-trekking-attività sportive quella delle Isole.

Le aziende con l’attività di equitazione si concentrano principalmente in Sicilia (17,9%) e in Lombardia (14,5%), quelle con escursioni in Sicilia (21,1%) e nella Provincia autonoma di Bolzano/Bozen (16,1%). L’osservazione naturalistica è più diffusa in Campania (33,5%) e Piemonte (11,1%), il trekking in Campania (24,9%) e Toscana (17,8%) e la mountain bike in Piemonte (17%) e Toscana (15,1%).

Le fattorie didattiche sono maggiormente presenti in Piemonte, Lombardia e nella Provincia autonoma di Bolzano/Bozen con valori intorno al 12%.

 

Tradizione e innovazione: il binomio della multifunzionalità

Le aziende multifunzionali (strutture che offrono almeno tre servizi) sono oramai una realtà acquisita e rappresentano sicuramente uno degli aspetti più significativi del cambiamento di questo settore e del comparto agricolo nel suo complesso.

Nel 2022 le aziende agrituristiche multifunzionali sono poco meno di una su tre (+43% rispetto al 2004) e rappresentano il 28,2% di tutte le strutture attive. Quelle che svolgono almeno due attività (bifunzionali) o un’attività (monofunzionali) sono rispettivamente il 24,7% e il 44.1%.

Il 28,1% delle multifunzionali si localizza al Centro, il 24,7% nel Nord-est, il 19,9% nel Nord-ovest, il 16,3% nel Sud e l’11% nelle Isole.

Se si considera l’incidenza sul totale delle aziende agrituristiche per macroarea geografica il primato spetta alle Isole (45,8%), seguite dal Nord-ovest (37%), dal Sud (35,7%), dal Centro (21,8%) e dal Nord-est (24,8%).

Tra le aziende multifunzionali quelle che non offrono alloggio e ristorazione sono il 31,3%. Di queste poco meno del 30% sono nelle regioni del Sud, il 21,6% in quelle del Centro, il 17,1% nel Nord-ovest e il 16,3% nelle Isole.

Le strutture che abbinano all’alloggio e alla ristorazione almeno un altro servizio sono il 15,5% e di queste il 32,4% si localizza nel Nord-est, il 28,9% nel Centro, il 27,4% nel Nord-ovest, l’8,2% nel Sud e solo il 3,1% nelle Isole.

Se si considerano le strutture gestite da donne, quelle multifunzionali sono poco meno di una su tre, mentre tra quelle gestite da maschi il 27,8%.

L’età media del conduttore delle aziende multifunzionali è 49 anni (era 55 anni nel 2004), quella delle conduttrici è di 48 anni.

Il 40,3% dei conduttori delle “multifunzionali” ha un’età compresa tra 50 e 64 anni e di questi poco meno del 33% sono donne. Sono il 15,1% quelli con meno di 41 anni dei quali il 38,7% sono donne

Migliora il valore socio-culturale degli agriturismi con le fattorie didattiche

Le aziende con fattorie didattiche rappresentano sicuramente una “novità” di successo (erano poche decine all’edizione del 2004) e per il ruolo che svolgono hanno una notevole rilevanza
socio-pedagogica. Nel 2010 le “fattorie” rappresentavano il 3,9% del totale delle aziende agrituristiche, nel 2022 il loro peso relativo è pari all’8,2%. Il 58% di queste strutture si localizza nel Nord (il 29,5% nel Nord-est e del 28,8% nel Nord-ovest). Sono il 18,8% quelle situate nel Centro, 14,4% nel Sud e 8,5% nelle Isole. Per valutare non solo la crescita, ma anche la loro diffusione, si tenga presente che nel 2010 oltre l’88% delle “fattorie” si localizzava nel Nord, l’8,8% nel Centro e solo il 2,8% nel Mezzogiorno.

Fatto 100 il totale delle aziende agrituristiche di ciascuna macroarea, l’incidenza delle “fattorie” è del 15,5% nel Nord-ovest, del 10,3% nelle Isole, del 9,3% nel Sud, dell’8,4% e del 4,3% rispettivamente nel Nord-est e nel Centro.

Vale la pena, evidenziare che, tra le strutture gestite da donne quelle con fattoria didattica sono il 9,4%, mentre tra quelle con conduttore maschio sono il 7,2%.

Il tasso di crescita medio annuo delle “fattorie” con conduttore maschio e femmina è rispettivamente del 4,1% e del 3,9%.

Infine, il 72% delle “fattorie” è gestito da un conduttore con meno di 50 anni, rappresentano il 24% quelle con conduttore di età compresa tra i 18 e 40 anni.

Stabili gli agri-ristoranti, in aumento le strutture con attività di degustazione

Le aziende agrituristiche che svolgono attività di ristorazione sono poco meno di 13mila (circa il 50% del totale) e rispetto allo scorso anno sono pressoché stabili (+0,9%), la crescita più alta è nel
Nord-ovest e non supera il 2%.

Circa il 29% degli agri-ristoranti si localizzano nelle regioni del Centro, il 24,2% in quelle del Nord-est, il 19,8% nel Sud, il 18,4% nel Nord-ovest e l’8,9% nelle Isole. La Regione con la maggior dotazione di queste strutture è la Toscana (16,2%) seguita, a lunga distanza, dal Veneto (7,2%) e dal Piemonte (6,8%).

Tra le aziende che offrono anche ristorazione, quelle con sola ristorazione sono il 14,2% (erano il 12,8% lo scorso anno). Di esse il 57,6% si trova nel Nord-est, il 19,9% nel Nord-ovest, il 12,2% nel Sud, il 10,5% nel Centro e il 5,6% nelle Isole. Tra quelle che fanno anche ristorazione il 72,6% combina questo servizio con quello dell’alloggio; queste strutture sono ripartite pressoché in modo equo tra il Nord, il Centro e il Mezzogiorno. A livello regionale, delle oltre 9.300 strutture con alloggio e ristorazione, quasi il 19,3% si trova in Toscana, segue a grande distanza da Puglia, Piemonte, Lombardia e Sicilia con valori compresi tra il 6,6% e il 6%. Per tutte le altre regioni le percentuali sono al di sotto del 5%.

Le aziende che oltre alla ristorazione offrono altri servizi (equitazione, escursionismo, sport, corsi ecc.), sono oltre 7.200, il 28% sul totale di tutte le aziende e il 55,9% di quelle con ristorazione. Il 34,3% e il 24,3% delle aziende con questa articolazione dell’offerta commerciale sono rispettivamente nel Centro e nel Sud, il 18,2% e il 15,8% nel Nord-ovest e nel Nord-est e il 9,8% nelle Isole.

Infine, sono poco inferiori a 6.300 le aziende con degustazione (+3% rispetto al 2021). L’aumento più consistente, sempre rispetto allo scorso anno, di queste strutture, 2021, è nel Nord-est (+6,8%) e nelle Isole (+4,9%). Questo tipo di servizio è maggiormente presente tra le aziende del Centro (44%) dove spicca la Toscana (27,8%), del Nord-ovest (26,5%) con il Piemonte che conferma la propria importanza (12,4%), del Sud (29,5%) con la Puglia (7%), e delle Isole (11,2%) con il grande contributo della Sicilia (9,5%) e, per finire, del Nord-est (8,8%) con il Trentino-Alto Adige/Südtirol (6,7%).

 

Nel Sud e nel Centro prevale la pensione completa, nel Nord-est il solo alloggio

Le aziende con alloggio sono poco più 20.900 (78% di tutte le strutture attive), di queste poco meno del 40% si trovano nel Centro, circa il 27% nel Nord-est, il 13,4% nel Sud, il 12,8% nel Nord-ovest e il 7,4% nelle Isole. Rispetto al 2021 le aziende con alloggio aumentano dell’1,6%. La crescita maggiore si registra nel Nord-ovest (+3,2%) e nel Nord-est (+2,9%).

La Toscana, con il 24,3% è la Regione con la maggior dotazione di agriturismi con alloggio, seguita dalla Provincia autonoma di Bolzano/Bozen (13,6%) e dall’Umbria (6%). Per tutte le altre regioni la quota di queste aziende varia tra il 5,1% del Veneto e lo 0,2% della Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste.

Le aziende con solo alloggio sono oltre 6.700, pari al 32,2% delle strutture che combinano l’alloggio anche con altri servizi. Il 14% si trova nel Centro, il 13,2% nel Nord-est, il 2,8% nel Nord-ovest e il 2,2% nel Mezzogiorno.

Rispetto alle strutture con alloggio di ciascuna macroarea geografica, quelle con solo alloggio sono il 49,4% nel Nord-est, il 35,3% nel Centro, il 21,7% nel Nord-ovest, il 10,9% nel Sud ed il 9,4% nelle Isole.

Sono poco più di 9.500 le aziende che offrono il solo pernottamento, il 46% di quelle con alloggio, e sono così ripartite: il 57,7% al Centro, il 22,9% nel Nord-est, l’8% nel Nord-ovest, il 7% nel Sud, il 4,4% nelle Isole.

L’incidenza del solo alloggio rispetto alle aziende che offrono alloggio più altri servizi, è il 26,3% nel Centro, il 10,5% nel Nord-est ed è inferiore al 5% in tutte le altre macroaree.

Infine, sono circa 4.500 le aziende che offrono pensione completa, circa il 22% di quelle con alloggio. Oltre i 2/3 di queste strutture si trovano nel Sud (35,3%) e nel Centro (24,3%). Le tre regioni con la maggiore presenza di questo tipo di offerta sono la Campania (12,3%), la Sicilia (10,6%) e l’Emilia-Romagna (10,3%).

Continua la crescita delle aziende a guida femminile nel Sud

Le donne alla guida delle aziende agrituristiche sono oltre 8.800 (34,1%) e sono in leggero aumento rispetto allo scorso anno (+0,7%). La quota maggiore di conduttrici è al Sud (46,6%) con valori che sfiorano il 50% in Basilicata, in Campania (48%) e Calabria (47%). Nel Centro sono il 36%, con il Lazio e l’Umbria entrambi al 45% e, a livelli più contenuti, e la Toscana al 31%. Pressoché simile la quota di conduttrici nelle Isole (36%) e nel Nord-ovest (36%), dove primeggia la Liguria con il 50% di aziende guidate da donne.

L’indice di prevalenza di genere (aziende con conduttore/aziende con conduttrice) segnala una maggiore propensione all’imprenditoria femminile in Basilicata (100 maschi ogni 96 donne), Liguria (105 maschi ogni 100 donne), Campania (110 maschi ogni 100 donne). Mentre è decisamente bassa nel Trentino-Alto Adige/Südtirol (6 maschi ogni donna), Piemonte (4 maschi ogni donna) e
Friuli-Venezia Giulia (tre maschi ogni donna).

L’età media dei conduttori è di poco inferiore a 50 anni (era di 55,6 anni nel 2004) ed è pressoché uguale per gli uomini e le donne. Il periodo 2004-2022 è connotato da una progressiva riduzione dell’età media del conduttore che sembrerebbe confermare la crescente attrattività di questo settore nei riguardi di soggetti più giovani.

I conduttori con meno di 40 anni sono il 34% (erano appena il 4,1% nel 2004), quelli tra 40 e 50 anni sono il 20% (erano il 3,5% nel 2004), quelli tra 51 e 64 anni sono il 40,2% (erano il 17,2% nel 2004) e infine, dato molto significativo, la contrazione dei gestori con più di 64 anni, che passa dal 78,7% del 2004 al 25,8%.

Rispetto alle macroaree geografiche, la percentuale più alta di conduttori con più di 64anni è nel Centro (34,1%), quella dei conduttori tra 51 e 61 anni nel Nord-ovest (44,65), mentre sono nel Nord-est le aziende gestite da imprenditori con meno di 40 anni (23,1%).

I Comuni-polo dell’“agriturismo” regionale

Due aspetti ai quali si è fatto più volte riferimento sono il radicamento, che dà conto della lunga tradizione “agrituristica” presente in diverse aree del Paese, e la diffusione territoriale di queste strutture, che mette in evidenza la vocazione, oramai nazionale, di questo tipo di ospitalità.

Seguendo questa traccia, e partendo da sei indicatori, si è identificato per ciascuna Regione il Comune che può essere considerato il “polo agrituristico”. Alcuni di questi indicatori sono ottenuti come rapporti di composizione e danno conto della dotazione di strutture (agriturismi-comune/agriturismi-regione), della specializzazione (agriturismi-comune/aziende agricole-comune) e dell’attrattività (agrituristi-comune/agrituristi-regione). Altri indicatori sono rapporti di coesistenza e registrano la copertura territoriale della rete agrituristica (agriturismi-comune/superfice-comune), la ricettività (agrituristi-comune/agriturismi-comune) e la propensione all’ospitalità (agriturismi-comune/abitanti-comune).

A partire da questi indicatori, e assegnando il rango più alto al valore più elevato, si sono costruite altrettante graduatorie e si è rapportato il rango ottenuto da ciascun Comune in ogni graduatoria alla somma dei punteggi ottenuti dallo stesso Comune in tutte le sei graduatorie. In tal modo è possibile valutare il peso di ciascuna delle sei dimensioni. Infine, si è calcolato un indice sintetico di vocazione “agrituristica” dei Comuni utilizzando la media geometrica dei ranghi ottenuti da ciascun Comune nelle sei classifiche.

Nel 2022, nei 20 Comuni individuati, uno per ciascuna Regione, si localizza il 4,3% delle aziende agrituristiche (negli stessi Comuni le aziende agricole sono il 2,3%). Rispetto al totale delle aziende agrituristiche presenti in ciascuna Regione, l’indice di dotazione strutturale varia tra il 14,3% di Noto (Sicilia) il 7% di Larino (Molise) e Otranto (Puglia) e l’1,6% e l’1,4% rispettivamente di Asti (Piemonte) e Monzambano (Lombardia).

L’incidenza delle aziende agrituristiche sul totale delle aziende agricole (specializzazione), sempre nei venti Comuni, è pari al 5,3% e varia tra il 11% di Castelrotto (Provincia autonoma di Bolzano/Bozen) e di Grosseto (Toscana), il 5,4% e il 5,2% di Imperia e Perugia e lo 0,6% di Corigliano-Rossano (Calabria) e di Otranto (Puglia).

La copertura territoriale della rete delle aziende agrituristiche, nei 20 Comuni “polo” è di 5,3 strutture ogni 100 km2 e si caratterizza per l’elevata variabilità che va da 124 aziende per 100 km2 di Castelrotto, a 86 di Otranto, a 80 di Monzambano (Lombardia) per scendere al 5,2 di Ravenna e al 3,3 di Matera.

In questi 20 Comuni, sempre nel 2022, gli agrituristi rappresentano il 4,4% del totale degli
agrituristi-Italia. Rispetto al totale degli agrituristi che arrivano in ciascuna Regione, il livello di attrattività più significativo è quello di Matera (33,3%), seguito a lunga distanza da Alghero (14%), Otranto (9,4%), Aosta (9%), Roseto degli Abruzzi (9%) e Corigliano-Rossano (8,7%).

Il rapporto tra agrituristi e aziende agrituristiche, che dà conto dei flussi turistici sulla capacità recettiva, è di 162 agrituristi ogni 100 strutture, e sale a 418 nel Comune di Matera, 402 in quello Verona e a 303 ad Aosta e Monzambano. Mentre è pari a 82,8 per Comune di Noto, a 77,6 per quello di Corigliano-Rossano e a 71 per Urbino. I valori più bassi di questo indice si registrano, a Larino (Molise) (14), Montalto di Castro (Lazio) (7,3) e Benevento (4,4).

Sempre per i Comuni “polo”, il rapporto tra agrituristi e popolazione residente (dati Censimento popolazione 2022), che consente di valutare la propensione all’ospitalità, è complessivamente pari a circa 16 agrituristi ogni 100 abitanti. Anche questo indice presenta una notevole variabilità, con valori pari a 341, 318 e 151 rispettivamente per Castelrotto (Trentino-Alto Adige/Südtirol) Otranto, e Monzambano e valori inferiori a 50 per i rimanenti Comuni con Corigliano-Rossano, Larino e Benevento dove questo rapporto è inferiore a tre.




Caldo, Coldiretti: spinge 1 mln di presenze in agriturismo a settembre

Non solo mare, montagna e citta’ d’ arte, il ritorno del caldo spinge ad oltre un milione le presenze in agriturismo a settembre, particolarmente apprezzato da quanti cercano il relax e la tranquillità ma vogliono anche approfittare dei risparmi possibili con l’arrivo della bassa stagione. E’ quanto stima la Coldiretti nel sottolineare che con l’estate settembrina si registra un aumento del turismo legato alla natura in montagna, nei parchi e nelle campagne con la possibilità di assistere alle tradizionali attività di settembre come il rito della raccolta dell’uva o passeggiare nei boschi alla ricerca dei porcini, finferli e trombette.

 

Se la cucina a chilometri zero resta la qualità più apprezzata, a far scegliere una delle 25mila aziende agrituristiche presenti in Italia – sottolinea la Coldiretti – è la spinta verso un turismo più sostenibile che ha portato le strutture ad incrementare anche l’offerta di attività con servizi innovativi per sportivi, e ambientalisti, oltre ad attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici o wellness. Nelle aziende agricole sono sempre più spesso offerti programmi ricreativi come l’equitazione, il tiro con l’arco, il trekking ma non mancano – continua la Coldiretti – attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici ma anche corsi di cucina o di orticoltura.

 

Gli agriturismi rappresentano anche una ottima base di partenze pe visitare uno dei circa 5500 piccoli borghi presenti in Italia capaci di offrire – sottolinea la Coldiretti – un patrimonio naturale, paesaggistico, culturale e artistico senza eguali. Senza dimenticare l’enogastronomia con il 92% delle produzioni tipiche nazionali che secondo l’indagine Coldiretti/Symbola nasce proprio nei piccoli borghi italiani con meno di cinquemila abitanti. Un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari.

 

Complessivamente sono 9,8 milioni gli italiani che hanno scelto di trascorrere almeno parte delle vacanze estive nel mese di settembre, in aumento dell’11% rispetto allo scorso anno, spinti dal ritorno del caldo e anche dalla possibilità di combattere il caro prezzi approfittando della cosiddetta bassa stagione, secondo l’analisi Coldiretti/Ixe’ dalla quale emerge che dopo il mese di agosto si verifica infatti una riduzione dei listini che può superare anche il 30% per i viaggi, i soggiorni ed anche gli svaghi e che risulta particolarmente appetibile in un momento di difficoltà economica.  Per molti si tratta in realtà di un bis della vacanza, anche per pochi giorni – conclude la Coldiretti – prima di arrendersi al ritorno alla quotidianità del lavoro.




Agriturismi, Istat: settore in costante crescita, multifunzionalità fondamentale. Ecco il report

Nel 2021 le aziende agrituristiche attive sono 25.390 (+1,3% rispetto al 2020). la crescita maggiore è nelle Isole (+8,2%) e al Sud (+1,5%).

Le aziende agrituristiche multifunzionali (che offrono almeno tre servizi) sono il 38% (+21,3% rispetto al 2011) e ancora una volta sono le Isole a registrare l’incremento più elevato (+51,5% rispetto al 2011).

Il 63,3% dei comuni italiani ne ospita almeno una ma si arriva a oltre il 98% in Toscana e Umbria.

Le strutture condotte da donne sono 8.762(34,5% del totale), in aumento dell’1,3% rispetto al 2020.

Agriturismo, un settore in costante crescita

L’agriturismo(i), indipendentemente dalla sua ubicazione geografica, rappresenta da sempre un “luogo” dove è possibile scoprire“sapori”, usi e costumi delle tradizioni locali che per molti versi rappresentano l’intelaiatura della storia nazionale.

In tale ottica, l’agriturismo alimenta, ed è a sua volta alimentato, da uno specifico modello culturale che fa della “sicurezza” e della “sostenibilità” due delle parole d’ordine che, ancora di più dopo la crisi sanitaria dovuta alla pandemia, fanno da guida alle strategie degli imprenditori che operano in questo settore.

I dati del 2021 danno infatti conto della ripresa di questo settore siain termini di una positiva dinamica demografica delle aziende, sia in relazione al numero di agrituristi ospitati nelle strutture, sia infine per la crescita del valore economico delle aziende stesse.

Per una migliore lettura del “fenomeno agriturismi sembra opportuno comparare i dati del 2021 sia con quelli dell’anno precedente, che consentono di valutare la “capacità” di resilienza di queste strutture, sia con quelli di lungo periodo, che descrivono la “lunga marcia” compiuta dagli operatori di questo settore nell’ultimo decennio.

L’importanza della rete agrituristica all’interno del mondo rurale è evidente non solo in termini di crescita del numero di strutture, ma anche per la loro diffusione e densità territoriale a livello comunale.

Tra il 2011 e il 2021, le strutture agrituristiche sono aumentate del 24,4%. Il tasso medio annuo di crescita è del 2,0% e varia dall’1,3% del Nord-est al 2,6% del Centro. Rispetto allo scorso anno le nuove aziende sono 330. Se si considerano solo le strutture con alloggio che, per numero e importanza economica, formano il core di questo settore, la crescita rispetto al 2011 è del 23,2%, con un tasso medio annuo di crescita dell’1,9%.

Infine, le aziende agrituristiche che svolgono anche attività di fattoria didattica, una funzione socio- pedagogica che nel tempo ha acquisito grande importanza, sono aumentate del 76,6%, con un tasso medio annuo di crescita del 5,3%.

Degli 8.092 Comuni del 2011, il 58% di questi ospitava almeno una struttura agrituristica; nel 2021 i comuni si riducono a 7.904 e di questi il 63,3% ne ha almeno una nel proprio territorio.

Questa dinamica territoriale interessa tutte le macroaree geografiche. Nel 2021 i comuni del Centro che ospitano almeno una struttura sono l’84,7% (erano il 77% nel 2011), quelli del Nord-est sono il 78,6% (74,2% nel 2011), seguono le isole con il 62,6% (58,5%), il Sud con il 56,9% (53,4%) e il Nord-ovest con il 52,5% (46,5%).

Nel 2021 i comuni con una sola azienda agrituristica sono 2.483 (pari al 35,3% del totale), di cui 38 sono “nuovi comuni agrituristici”. Nel 54,7% dei comuni si localizzano da 2 a 10 aziende, nell’8,9% da 11 a 50, nel 2% più di 50. I comuni con almeno 100 di queste strutture sono 11 (Appiano sulla strada del vino, Assisi, Caldaro sulla strada del vino, Castelrotto, Cortona, Grosseto, Manciano,Montalcino, Montepulciano, Noto, San Gimignano).

Torna a crescere il valore economico delle aziende agrituristiche

Nel 2021 il valore corrente della produzione agrituristica è di poco superiore a 1.162 milioni di euro
e contribuisce per il 3,3% alla formazione del valore economico dell’intero settore agricolo nel quale le aziende agrituristicheincidono per il 2,2%.

Rispetto al 2020 il valore economico delle aziende agrituristiche (iii)cresce del 44,8% ma rimane ancora sotto il livello pre-pandemia del 2019 (-26%). L’incremento varia dal 51,7% del Nord-est al 44,8% del Nord-ovest, del Sud e delle Isole, fino al 38,3% delCentro.

Poco più 50% del valore economico è generato dalle aziende agrituristiche del Nord, in particolare da quelle del Nord-est (39,3%). Il contributo del Centro e del Mezzogiorno è pari rispettivamente al 37,5% e al 12,2%.

Il valore medio della produzione per azienda (valore economico del settore diviso numero delle aziende agrituristiche) è di poco superiore a 45mila euro (era 32mila nel 2020 e 63mila nel 2019).  L’incremento maggiore si registra nel Nord-est, che supera i 62mila euro (+20.800 euro rispetto allo scorso anno).

Fino al 2019 l’andamento del numero di aziende segue, anche se con fluttuazioni più contenute, quello delle presenze e del ciclo economico. Nel 2020, in seguito all’emergenza sanitaria, si registra una differenziazione tra il valore economico, le presenze e ilnumero di aziende. Il lockdown imposto per contenere la diffusione del Covid-19 ha prodotto effetti gravissimi sulle presenze e quindi sul valore economico, ma, al contempo, non ha inciso sullarticolazione e la solidità della rete agrituristica, che nel 2021 si è trovata pronta ad accogliere i turisti e a innescare una nuova fasedi crescita economica che ha superato i livelli pre-pandemia.


Ritornano gli agrituristi stranieri, si consolida la presenza di quelli italiani

Nel 2021 gli arrivi nelle strutture agrituristiche hanno superato i 3 milioni registrando un forte recupero rispetto al 2020 (+36,9%), ma non rispetto al 2019 quando gli arrivi erano stati 3,2 milioni. Gli agrituristi italiani aumentano del 23,6% e quelli stranieri del 68% (669mila nel 2020,1,2 milioni nel 2021). Complessivamente, nello stesso periodo, gli arrivi sono aumentati del 41,2%: l’incremento per gli italiani è del 32,1%, per gli stranieri del 62,9%.

L’incidenza dei turisti ospitati dalle aziende agrituristiche sul totale dei turisti è del 3,8%, percentuale che sale al 4,1% per gli agrituristi stranieri. Nel leggere questo dato si tenga conto che la rete delle aziende agrituristiche con alloggio rappresenta il 9,4% del totale delle strutture ricettive.

VALORE ECONOMICO DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE CON ALLOGGIO E PRESENZE

Anni 2007-2021, numeri indici a base mobile



Fonte: Conti economici dell’agricoltura (i valori relativi al 2018 e 2019 sono provvisori); movimento dei clienti negli esercizi ricettivi

Le strutture del Centro e quelle del Nord-est, con il 41,3% e il 31,5% di agrituristi, si confermano le più attrattive; spiccano la Toscana (28,8%) e la provincia autonoma di Bolzano (12,1%). Rispetto al 2020, gli arrivi variano tra il +24,1% del Nord-ovest e il+43,6% delle Isole.

In particolare, gli agrituristi dall’estero ospitati nelle strutture del Sud e del Centro sono più del doppio rispetto al 2020 (rispettivamente +109% e +107%). D’altra parte, sul fronte interno, l’aumento più significativo di agrituristi italiani si registra nelle Isole (+31,7%) e nel Sud (+21,9%).

Si riduce il divario tra italiani e stranieri ospitati nelle strutture agrituristiche: nel 2021 il rapporto tra agrituristi italiani e stranieri è di 17 a 10 (era di 23 a 10 nell’anno precedente); in particolare di 10 a 1 per il Molise e di 8 a 1 per Lazio e Basilicata, che sono le regioni con le aziende meno selezionate dai clienti. Le presenzesuperano i 12 milioni (+36,9% rispetto il 2020) e nel 53% dei casi si tratta di italiani (erano il 61% nel 2020).

La permanenza media (numero di notte trascorse) è circa 3,4 giorniper gli italiani e 5 giorni per gli stranieri (prima della pandemia 4,6giorni per gli stranieri e 3 per gli italiani).

Vincenti le strutture con un maggiore numero di servizi offerti

Tra il 2011 e il 2021 le attivazioni sono state 18.547 contro 13.270 cessazioni, con un saldo positivo di oltre 5.200 strutture. Sia i tassi di attivazione (aziende attivate nell’anno di riferimento/totale aziende presenti nello stesso anno) che quelli di cessazione (aziende cessate nell’anno di riferimento/totale aziende presenti nello stesso anno) registrano i valori più alti nel 2015(rispettivamente 11,4% e 9,2%) mentre nel 2021 i due tassi scendono a 4,4% e 3,2% (7,4% e 5,5% nel 2020). Sul territorio leattivazioni variano tra l’1,8% del Sud e l’8,4% delle Isole, lecessazioni tra lo 0,8% delle Isole e il 4,1% del Centro.

Il rischio di cessazione dipende anche dalla capacità del conduttore di intercettare e adeguare l’offerta di servizi alla domanda. Oltre all’alloggio, alla ristorazione e alla degustazione, che rappresentano l’offerta base, sono state rilevate altre sette tipologie di servizi (escursionismo, equitazione, fattorie didattiche, mountain bike, osservazioni naturalistiche, sport, trekking). Queste attività, che sono le più diffuse nel “mondo” delle aziende agrituristicheitaliane, sono per molti versi connesse alle peculiarità geografiche e alle tradizioni delle diverse località che ospitano le strutture e, al contempo, ne connotano sia la specificità economico-commercialeche quella socio-culturale.

DINAMICA DEMOGRAFICA DELLE AZIENDE AGRICOLE E OFFERTA DI SERVIZI

Anni 2011-2021

       

Sembra interessante mettere a fuoco alcuni aspetti della relazione tra articolazione dei servizi offerti dalle aziende agrituristiche e la permanenza delle stesse sul mercato. Anche in questo caso è opportuno analizzare la dinamica demografica di queste aziende nel lungo periodo.

Delle 13.270 aziende agrituristiche cessate negli ultimi 11 anni,circa il 25% aveva una bassa offerta economico-commerciale (nessuno o un solo servizio), oltre il 90% non offriva alloggio, ristorazione e degustazione e poco più dell’80% offriva non più di 3 servizi (offerta medio-bassa). Tra queste strutture solo 15 avevano unofferta medio-alta (6-7 servizi) e alta (8-10 servizi).

Nel 2021 le aziende agrituristiche che hanno cessato l’attività sono 818 (1.385 nel 2020). Il 91,3% di queste strutture non offriva alloggio, ristorazione e degustazione.

La permanenza media sul mercato è di 14 anni e varia tra i 12 anni nel Sud e i 16 nel Nord-est. Le imprese attive nel 2021 hanno una vita media di poco inferiore a 11 anni. Le aziende più longeve sonoquelle nel Nord-est, con 12 anni, quelle meno longeve sono invece localizzate nelle Isole, con una vita media di 9 anni.

Multifunzionalità: lavia italiana” alla resilienza delle aziende agrituristiche

L’agriturismo come “luogo” è il risultato di un lungo processo di radicamento territoriale e di innovazione imprenditoriale. In tal senso, la multifunzionalità è innanzitutto una strategia economico-imprenditoriale che ha notevoli ricadute sia in campo sociale (si pensi alle fattorie didattiche), sia in quello ecologico-naturalista.

La multifunzionalità sembra quindi caratterizzare questo settore,rendendolo ancora più peculiare nel panorama internazionale e sembra essere una delle vie italiane” alla modernizzazione dell’intero comparto agricolo.

Nel 2021 le aziende agrituristiche che offrono almeno 3 servizi (multifunzionali) sono 9.559 (+21,3% rispetto al 2011) e rappresentano il 37,6% delle strutture attive. Quelle che svolgono almeno due attività (bifunzionali) o una sola attività (monofunzionali) sono rispettivamente il 42,4% e il 19,9%. Dal 2011 il tasso medio annuo di crescita di queste ultime è dell1%, mentre è pari rispettivamente al 2,3% e al 2,2% quello delle bifunzionali e delle multifunzionali.

Nel 2021 l’incidenza maggiore di aziende agrituristichemultifunzionali si registra nelle Isole (51,5%), seguono Nord-ovest (42%), Sud (39,9%), Centro (36,4%) e Nord-est (32,5%).

Il tasso medio annuo di crescita delle attività multifunzionali nel periodo 2011-2021 è per le Isole del 5,4%, per il Nord-ovest del 4,3%, per il Sud del 4%, per il Centro del 2,6% e dell’1,3% per il Nord-est.

Tra le aziende agrituristiche che offrono alloggio il 48,1% è di tipomultifunzionale, quota che sale al 57% e al 61,5% tra le strutture che fanno servizio di ristorazione e degustazione, arriva oltre l’80% per le fattorie didattiche e supera il 90% per le altre attività.

INCIDENZA DELLE AZIENDE AGRITURISTICHE MULTIFUZIONALI PER TIPO DI ATTIVITÀ.

Anni 2011-2021, valori percentuali.

(*) Un’azienda autorizzata all’esercizio della degustazione può svolgere uno o più tipi di servizio

Circa il 38% delle aziende agrituristiche multifunzionali è condotto da donne (il 34,3% nel 2011), con un’età media di 50 anni (era superiore ai 55 nel 2011), circa due anni in meno rispetto alle conduttrici di aziende non multifunzionali. L’età media dei conduttori maschi è invece di poco superiore ai 52 anni, leggermente più bassa di quella dei conduttori di aziende non multifunzionali.

Il 37,7% delle aziende a conduzione femminile si localizza nel Centro, il 17,8% nel Nord-est, il 17,5% al Sud, il 16,8% nel Nord-ovest e il 10,2% nelle Isole.

Offerta di servizi molto diversificata sul territorio

La diversificazione dei servizi rimane un elemento strategico per l’attività agrituristica, ne sono una dimostrazione le performance di crescita del settore. Rispetto al 2020 le strutture che offrono la tradizionale attività di alloggio sono rimaste sostanzialmente invariate (+0,8%) mentre quelle con ristorazione sono cresciute del 2,8%. Il maggiore incremento (+5,5%) si registra nelle strutture cheoffrono “altre attività”, comprendenti equitazione, escursionismo, osservazioni naturalistiche, trekking, mountain bike, corsi, sport e attività varie. In particolare cresce l’offerta di mountain bike (+9,5%), osservazioni naturalistiche (+7,9%) ed escursioni (+7%).

Le tre attività che maggiormente connotano le aziende agrituristiche sul territorio sono per il Nord-ovest le fattorie didattiche (30,1%), l’alloggio (26,4%) e l’equitazione (22,3%); per il Nord-est l’alloggio (38,6%), la degustazione (35,1%) e la ristorazione (33,2%); per il Centro il trekking (47,8%), la ristorazione (44,4%) e la mountain bike (40,7%); per il Sud l’escursionismo (22%), l’equitazione (18,6%) e le attività sportive (18,2%); per le Isole l’osservazione naturalistica (34,9%), il trekking (28,5%) e l’equitazione (22,1%).

La Sicilia si conferma al primo posto nell’offerta di servizi di equitazione (coprendo il 16% dell’offerta nazionale di maneggio) e di escursioni (con una quota del 20% sottrae il primato detenuto fino al 2020 dalla Provincia autonoma di Bolzano). L’Umbria continua a primeggiare per offerta di trekking (22%), mountain bike (19%) e attività sportive (21%); Piemonte e Lombardia sono le regioni con il maggior numero di fattorie didattiche (insieme coprono il 26% dell’offerta nazionale); la Toscana punta invece su “attività varie” (25%).

Alcune province tendono a specializzarsi nell’offerta di specifiche tipologie di servizi: a Palermo il 62% delle aziende offre equitazione e il 97% escursioni, a Napoli il 74% propone osservazioni naturalistiche, a Catania il 97% mette a disposizione attività sportive, a Catania e Ragusa il 96% offre attività varie, a Caserta il 59% organizza trekking.

Territorializzazione e crescita della rete di strutture agrituristiche

La crescita del numero di aziende agrituristiche si attesta a +1,3% a livello nazionale rispetto al 2020, con differenze nelle diverse ripartizioni geografiche.

Come nel 2020 l’aumento maggiore riguarda il Mezzogiorno (+3,7%rispetto all’anno precedente) e in particolare la Sicilia (+16,1%). il numero di aziende è sostanzialmente stabile al Centro (+0,3%) con l’eccezione delle Marche dove la crescita è molto più consistente (+3,1%). Al Nord la dinamica è positiva e in linea con la media nazionale (+1,1%) con performance particolarmente positive inFriuli-Venezia Giulia (+4,3%) e nella Provincia autonoma di Trento (+3,3).

Stabile la distribuzione di queste strutture per zona altimetrica, il 53,3% è ubicato in zona collinare (53,3%). La Toscana, con 4.292 aziende agrituristiche, detiene il 32% delle 13.525 strutture collinari.

Il 30% delle aziende agrituristiche si trova invece in zone montuose: spicca in particolare la Provincia autonoma di Bolzano con le sue 3.253 aziende, che coprono il 42% del totale delle 7.788 strutture ubicate in montagna.

Il restante 16,1% delle strutture si situa in pianura (4.076 in totale), con Puglia ed EmiliaRomagna in testa (rispettivamente 559 e 467 aziende agrituristiche).  

La densità delle strutture sull’intera superfice italiana è di 8,3 strutture per 100 km2 (era 6,7 nel 2011).  I comuni con una densità maggiore di 100 aziende per 100 km2 sono 42.

La densità è particolarmente elevata nel Centro (16 aziende agrituristiche per 100 km2) dove è ancora una volta la Toscana, con ben 23 aziende per 100km2, a detenere il primato. Segue il Nord-est, con una densità di circa 12 strutture ogni 100 km2, dove la regione con più alta densità è il Trentino Alto-Adige (28 aziende agrituristiche per 100 km2).

Più imprenditrici al Sud, in calo nel Centro Italia

Le aziende agrituristiche condotte da donne sono 8.762, in aumento rispetto al 2020 dell’1,3%. La crescita più consistente si ha nel Mezzogiorno (+4,8%) e in particolare in Sicilia (+21,4%), segue il Nord-est con un incremento del 2,6% che interessa ilVeneto (+4.3%), il Friuli Venezia Giulia (+4,4%) e le Provinceautonome di Trento (+4%) e Bolzano (+4,2%). Si evidenzia invece un leggero calo nel Centro (-1,1%) che riguarda essenzialmente la Toscana (-2.8%).

La quota di partecipazione delle donne rimane pressoché invariata a livello nazionale rispetto al 2020 e si attesta al 35%, confermandosi particolarmente consistente al Sud, con picchi del 50,9% in Basilicata e del 47,6% in Campania. Nel Centro la quota femminile si attesta al 36,6%, con percentuali maggiori nel Lazio e in Umbria (circa il 46%) e più contenute in Toscana (31,3%).

L’area geografica dove la partecipazione delle donne stenta a prendere piede è il Nord-est: le Province autonome di Bolzano e Trento, che hanno una tradizione agrituristica consolidata e un numero di aziende consistente, nonostante l’incremento del numero di imprenditrici registrato nell’ultimo anno, mostrano una quota femminile ancora piuttosto esigua, rispettivamente del 13,8% e del 26%.  

Un contributo evidente viene dato dalle donne nella conduzione di strutture agrituristiche con fattorie didattiche, che rappresentano il 7,8% del totale e sono in costante crescita dal 2011. Nel 2021 si contano 1.986 fattorie, con un incremento del 77% rispetto al 2011 e del 4% rispetto al 2020. La quota di fattorie condotte da donne è del 39,6%, superiore quindi a quella relativa all’attività agrituristica in generale ed è sostanzialmente invariata.

Crescita degli agri-ristoranti e calo dell’attività di degustazione

Nel 2021 si registra una flessione delle aziende agrituristiche con degustazione che, rispetto al 2020, segnano una diminuzione del 4,7% attestandosi a 6.111 unità, ovvero il 24,1% del totale di quellepresenti a livello nazionale (25,6% nel 2020). Il calo è generalizzato e interessa in particolare il Veneto e la Sicilia.

In relazione all’attività di degustazione si configura un  quadro territoriale nel quale aumenta il peso del Centro Italia (44,3% del totale) grazie soprattutto alla Toscana (27%). Segue il Mezzogiorno, in cui si localizza quasi il 30% delle aziende con degustazione, di cui oltre il 9% solo in Sicilia. Nel Nord-ovest si conferma, come per il 2020, la maggior presenza in Piemonte (12,4%), mentre nel Nord-est il Veneto perde la sua ‘predominanza’ a favore del Trentino-Alto Adige (6,4%).

Oltre la metà delle aziende agrituristiche (50,4%) svolge attività di ristorazione, con una crescita del 2,8% rispetto al 2020. Il Nord si posiziona al primo posto con il 42,5% delle aziende che svolgono questa attività, segue il Mezzogiorno con il 28,9% e il Centro con il28,6%, dove si conferma il primato a livello nazionale della Toscana che, da sola, ospita il 15,6% di tutte le strutture con ristorazione.

Nel dettaglio, le aziende che offrono solo attività di ristorazione sono il 12,8% del totale delle aziende con ristorazione. Questa tipologia contraddistingue soprattutto il Nord (22,8%), in particolare il Nord-est (27,8%), con la predominanza del Veneto (43%), seguitodal Friuli Venezia Giulia (39,343%) e dalla Provincia autonoma di Bolzano (36,1%).

A livello nazionale la percentuale di aziende che alla ristorazione associano il servizio di alloggio è pari al 72,7% del totale delle aziende con ristorazione. Questa quota raggiunge l’84,9% nel Centro, alimentata soprattutto da Umbria (98,7%) e Toscana (87,5%);  nel Mezzogiorno è all’84,3% e nelle Isole arriva all’86,1% grazie all’importante contributo della Sicilia (95%); infine il Nord con il 56,7%.

Le aziende che propongono ‘altre attività’ oltre alla ristorazione(equitazione, escursionismo, sport, corsi ecc.) sono quelle più in crescita assieme alla sola ristorazione. Nel 2021 rappresentano quasi il 60% delle strutture con ristorazione, ma al Centro si arriva al 65,3% e nel Mezzogiorno al 66,2% grazie, anche in questo caso, al rilevante contributo della Sicilia, in cui il 95,5% delle aziende con ristorazione presenti nella regione associa a questo servizio l’offerta di ‘altre attività’.

Aziende con alloggio: nel Centro prevale il solo pernottamento

Nel 2021 resta pressoché invariata, rispetto al 2020, la quota nazionale di aziende con servizio di alloggio rispetto al totale di quelle presenti a livello nazionale (81,8% nel 2020 e 81,3% nel 2021). Scendendo nel dettaglio territoriale, questa quota sfiora il 90% nel Centro (91,3% in Toscana), e l’85,6% nel Mezzogiorno grazie soprattutto al contributo delle Isole (88,1%), in particolare della Sicilia (94,2%). Ne consegue che la maggior presenza di strutture con alloggio continua a registrarsi, come nel 2020, nel Centro (40,1%), con il 23,8% in Toscana.

Il solo pernottamento è un’attività svolta dal 44,7% delle aziende con alloggio; il 45,7% associa al pernottamento la prima colazione, il 22,1% all’alloggio unisce la pensione completa mentre il 13,2% offre anche la mezza pensione.

Il quadro che emerge in chiave territoriale conferma lo scenario del 2020. Le regioni del Centro Italia si contraddistinguono per la prevalenza di strutture con alloggio che propongono il solo pernottamento (63,1%); quelle del Nord-ovest offrono anche la possibilità di fruire di servizi di pernottamento e prima colazione (64,8%); il Sud ospita molte strutture che all’alloggio coniugano la mezza pensione (34,1%) o la pensione completa (57,8%).

Rete territoriale e localizzazione geografica facilitano la multifunzionalità

Sussistono alcuni aspetti che condizionano il processo di trasformazione delle aziende agrituristiche da monofunzionali o bifunzionali a multifunzionali (con almeno 3 attività).

Le aziende che nel 2011 non erano multifunzionali e che lo diventano nel 2021 sono 716, mentre ammontano a 1.089 quelleche si confermano multifunzionali nelle due annate.

A partire da questo sottoinsieme si è cercato di valutare, tramite un modello logistico, quali fossero i fattori che hanno guidato, in questo arco temporale, la trasformazione delle aziende da
non-multifunzionali a multifunzionali. A tale scopo è stata utilizzata una batteria di indicatori che descrivono: i) le caratteristiche della struttura (offerta di servizi, anni di attività) e del conduttore (genere ed età); ii) economie di localizzazione (densità aziende per 100 km2); iii) le macroaree geografiche che sono molto più che una semplice partizione territoriale, ma rappresentano una sorta di “contenitore” delle peculiarità geo-morfologiche e socio-economiche del territorio italiano.

Di seguito sono riportati gli indicatori statisticamente significativi (p-value <0,05) che agevolano o frenano il processo di multifunzionalità.

Rispetto ai comuni con una densità minore a 10 aziende per 100 km2, il passaggio da
non-multifunzionale a multifunzionale è circa 4 volte maggiore nei comuni con una densità di almeno 100 aziende per 100 km2, di 1,61 volte più elevato nei comuni con 50-99 aziende per 100 km2 e di 1,48 volte maggiore nei comuni con 25-49 aziende per 100 km2. Sembra quindi che la transizione verso la multifunzionalità sia favorita dalla localizzazione in aree caratterizzate dalla presenza di una fitta rete territoriale di aziende.

La probabilità delle aziende del Nord-est di diventare multifunzionali è 2,82 volte più elevata rispetto a quelle del Nord-ovest, mentre è dicirca 3 volte più bassa per le strutture localizzate nelle Isole. La probabilità che un’azienda non-multifunzionale diventi multifunzionale diminuisce con l’aumentare dell’età del conduttore. Infine, il passaggio alla multifunzionalità è meno probabile per le strutture che svolgono una tra le attività di mountain bike, trekking e osservazione naturalistica rispetto a quelle non monofunzionali che non offrono questi tre servizi.

 

 

 

 




Turismo, Coldiretti. Patuanelli: Modello agrituristico fondamentale per diversificare reddito, ma occorre semplificare e sburocratizzare

“Le fragilità del sistema agricolo sono meno forti nel sistema agrituristico perché la multifunzionalità permette di diversificare le fonti di reddito. L’implementazione di strumenti aggiuntivi, sempre più numerosi, nelle aziende agrituristiche sta a segnalare proprio la volontà di diversificare le fonti di reddito.”

Così il ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli nel corso della XXXIV Assemblea Nazionale Terranostra, l’associazione agrituristica della Coldiretti.

“Il modello agrituristico contiene al suo interno tutti quegli elementi che si cerca di ottenere dal sistema agricolo europeo. Quando nella nuova Pac si disegna l’architettura verde lo si fa applicando al modello agricolo alcuni elementi che nel modello agrituristico già ci sono da moltissimi anni.

Abbiamo la volontà di rafforzare il nostro modello, dando il contributo italiano all’Europa, così da individuare una possibilità di sviluppo dell’agricoltura che sia diversa da quella che ci porta verso la dieta universale. Vogliamo rafforzare anche la peculiarità del modello agrituristico, che da una parte è azienda agricola e dall’altra, non essendo tradizionalmente agricola, può diversificare le proprie attività e avere dei vantaggi dal regime de minimis o da altri elementi.

Si può migliorare nella consapevolezza che il modello agrituristico è forte, dobbiamo essere consci della incredibile diversità di attrazioni turistiche che il nostro paese offre. Questo si traduce anche in un elemento economico e di sviluppo, oltre che di traino delle nostre produzioni. Possiamo così penetrare in misura ancora maggiore nei mercati.

Il sud in questo è rimasto indietro e colpisce perché ha una attrazione paesaggistica, di tradizioni e culturale che si lega perfettamente col modello agrituristico. La nostra capacità dovrà essere allora di promuovere questo modello in quelle aree.

Ci sono però delle criticità, abbiamo infatti più di 150 norme che sottostanno al mondo agrituristico e che hanno un impatto sull’azienda. Questo non facilita il passaggio e l’implementazione dell’agriturismo come modello produttivo. Serve semplificare e sburocratizzare.

Gli strumenti di incentivo devono essere gestiti da un coordinamento nazionale e in questo ci viene in aiuto il piano strategico nazionale. Sulle risorse, la Csa (commissione agricoltura conferenza stato-regioni) ha dato l’intesa sul riparto Feasr dopo un anno di dibattito, ora manco l’ultimo passaggio formale. Questo ci consente di disegnare in modo più preciso tutti gli elementi del piano strategico, in particolare le misure dei Psr.

Benefici al comparto verranno poi dall’Agrisolare, così da rafforzare la capacità di diversificazione del reddito dell’agriturismo, che ricordo rimane sempre un’azienda agricola che offre servizi aggiuntivi”.




Ismea, agriturismo e multifunzionalità. Gli interventi di Frascarelli, Centinaio, Saccardi, Del Bravo, Angelini, Hausmann e Congionti

Agriturismo e multifunzionalità, scenari e prospettive future del settore. Questo il tema dell’evento organizzato a Firenze da Ismea per fare luce sul mercato dell’agriturismo, vera e propria eccellenza del made in Italy, sulla base delle evidenze emerse nell’ultima edizione del rapporto curato da ISMEA e Rete Rurale Nazionale.

In un contesto fortemente influenzato dagli accadimenti internazionali degli ultimi due anni, sono stati evidenziati i cambiamenti emersi nelle scelte del consumatore riguardo al tempo libero e ai viaggi e le conseguenti nuove strade intraprese dagli imprenditori agrituristici italiani, in costante equilibrio fra resilienza e volontà di innovazione.

Di seguito gli interventi: 

Ismea, agriturismo e multifunzionalità. Frascarelli: Toscana, Trentino Alto Adige e Lombardia sul podio. Settore che vale 1/5 dell’agricoltura italiana

Ismea, agriturismo e multifunzionalità. Centinaio: Settore trainante che valorizza aree rurali del nostro paese. Vero lusso è poter fare esperienze uniche

Ismea, agriturismo e multifunzionalità. Saccardi (Regione Toscana): agriturismo grande risorsa per l’agricoltura e per il presidio del territorio

Ismea, agriturismo e multifunzionalità. Angelini (Mipaaf): oltre 15 miliardi dal piano strategico per lo sviluppo rurale

Ismea, agriturismo e multifunzionalità. Del Bravo (Ismea): Con covid dimezzato valore produzione, ma settore ha tenuto. Green e sostenibilità parole chiave

Ismea, agriturismo e multifunzionalità. Congionti (Agriturist): sfruttiamo il 2022 per rilanciare gli agriturismi, volano dei territori

Ismea, agriturismo e multifunzionalità. Carlo Hausmann: riconoscere il modello agrituristico candidandolo all’Unesco

 

 




Ismea, agriturismo e multifunzionalità. Centinaio: Settore trainante che valorizza aree rurali del nostro paese. Vero lusso è poter fare esperienze uniche

“Gli Agriturismi hanno spesso un ruolo marginale rispetto al dibattito sull’agricoltura e sul turismo, sono un mondo che rimane a metà strada.

Voglio però ricordare come sia stata l’Italia nei G20 2018/19 a riuscire ad inserire il turismo in agricoltura, inteso come strumento per valorizzare le aree rurali del mondo. Quella parola, turismo, all’interno del mondo agricolo era diventata una novità in quei due G20 ed è una soddisfazione italiana.”

Così il Sottosegretario all’agricoltura Gian Marco Centinaio, nel corso del convegno organizzato da Ismea su agriturismo e multifunzionalità, scenari e prospettive future del settore

“Il dibattito di oggi ci ha dato una visione importante del mondo degli agriturismi, ma anche del comparto turistico e agricolo del nostro paese. Evidenzio inoltre l’entusiasmo dei relatori nel mandare messaggi importanti ad un settore che deve rendersi conto che è trainante per il nostro paese. Durante la pandemia quando eravamo tutti bloccati e barricati in casa era questo il settore che faceva sognare.

Abbiamo due date importante 2001 e 2020 crollo torri gemelle e covid, due momenti che hanno impedito di muoverci e che hanno instaurato la paura di andare oltre la porta di casa. La ripartenza è iniziata ogni volta dal turismo di vicinanza e dalle aree rurali. Questo è allora un nuovo momento di ripartenza e l’abbiamo visto in quest’ultimo periodo con il desiderio di fare esperienze diverse. La nostra mission è proseguire in questa direzione e dare un’offerta sempre diversa perché ogni agriturismo è unico, ognuno è diverso dagli altri.

Il vero lusso oggi non è infatti l’albergo cinque stelle ma fare una esperienza che nessun altro ha fatto. L’Italia è turismo di lusso e dobbiamo ricordarcelo.”




Epifania: Coldiretti, un milione di arrivi in meno in agriturismo

 

Con la ripresa dei contagi per l’Epifania si segnala una situazione difficile in agriturismo dopo che il 2021 si è chiuso con quasi un milione di arrivi in meno rispetto al prima della pandemia nel 2019, soprattutto per effetto del crollo delle presenze degli stranieri ma anche degli italiani . E’ quanto emerge dalla prima stima la Coldiretti influenzata anche la frenata dei flussi turistici di fine anno.

 

Negli agriturismi secondo www.campagnamica.it sono state previste numerose iniziative per salutare l’arrivo della Befana a tavola o negli alloggi situati in zone isolate della montagna o della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti  e con ampi spazi all’aperto dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio

 

Si è concluso dunque un anno ancora difficile dopo un 2020 drammatico con appena 2,2 milioni di arrivi (-41,3% rispetto al 2019), il numero più basso dal 2010. La composizione degli ospiti rispetto alla nazionalità ha visto la prevalenza degli italiani con 1,5 milioni, in calo di circa mezzo milione rispetto all’anno precedente, mentre gli stranieri sono stati poco più di 669mila, in calo di oltre 1,1 milioni rispetto al 2019. Il risultato – precisa la Coldiretti – è stato il dimezzamento del fatturato (-49%) che è sceso a 802 milioni di euro.  In difficoltà oltre 25mila strutture agrituristiche presenti in Italia lungo tutta la Penisola dove – sottolinea la Coldiretti – svolgono anche un importante ruolo di presidio ambientale del territorio e della biodiversità.

 

L’arrivo in questi giorni dei contributi previsti dal decreto del Ministero del turismo del 24 agosto 2021, a favore delle imprese turistico-ricettive, fortemente sostenuti da Coldiretti e Terranostra, per effetto della nuova crisi non è sufficiente a garantire la sostenibilità economica ed occupazionale delle strutture per le quali – conclude la Coldiretti – è necessario ora prevedere nuove misure di sostegno.

 




PNRR, ecco la bozza del decreto attuazione: spazio a turismo ed agriturismo: contributi, credito imposta, finanziamenti e compensazione

Contributi e credito di imposta per le imprese turistiche, garanzie per i finanziamenti nel settore turistico, Fondo rotativo imprese (FRI) per il sostegno alle imprese e gli investimenti di sviluppo nel turismo, e compensazione per le imprese agricole

Alta l’attenzione, nel Decreto-legge Pnrr recante disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano di Nazionale di Ripresa e Resilienza e la prevenzione delle infiltrazioni mafiose di cui AGRICOLAE è venuta in possesso, sul settore agricolo e sul settore agrituristico.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la bozza in PDF:

BOZZA DECRETO PNRR 27 ott Legge attuazione PNRR

ARTICOLO 1 – CONTRIBUTI E CREDITO DI IMPOSTA PER LE IMPRESE TURISTICHE

Introdotte, su richiesta del ministero del Turismo di Massimo Garavaglia, i contributi e il credito di imposta per le imprese turistiche.

All’articolo uno infatti figura la norma che prevede la concessione di un credito d’imposta e di un contributo a fondo perduto alle imprese. Gli incentivi saranno erogati fino ad esaurimento delle risorse stanziate, secondo l’ordine cronologico delle domande. L’esaurimento delle risorse sarà comunicato con avviso pubblico pubblicato sul sito istituzionale del Ministero del turismo.

Le imprese interessate sono:

imprese alberghiere;
strutture che svolgono attività agrituristica, come definita dalla legge 20 febbraio 2006, n. 96, e dalle pertinenti norme regionali;
strutture ricettive all’aria aperta;
imprese del comparto turistico, ricreativo, fieristico e congressuale, ivi compresi gli stabilimenti balneari, i complessi termali, i porti turistici, i parchi tematici;

Le condizioni e le modalità previste sono le seguenti:

Credito d’imposta

A decorrere dal periodo d’imposta in corso alla data di entrata in vigore della norma in commento e fino alla chiusura del periodo d’imposta in corso alla data del 31 dicembre 2024 è riconosciuto, in favore dei soggetti sopra riportati, un credito di imposta nella misura dell’80 per cento delle spese ammissibili sostenute per la realizzazione degli interventi riportati di seguito (incluso il corrispettivo per il servizio di progettazione):

interventi di incremento dell’efficienza energetica delle strutture e di riqualificazione antisismica;
interventi di eliminazione delle barriere architettoniche, in conformità alla legge 9 gennaio 1989, n. 13, e al decreto del presidente della Repubblica 24 luglio 1996, n. 503;
interventi edilizi di cui all’articolo 3, comma 1, lettere b), c) e d), del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, funzionali alla realizzazione degli interventi di cui alle lettere a) e b). Il riferimento è agli interventi di: manutenzione straordinaria; interventi di restauro e di risanamento conservativo; ristrutturazione edilizia, tutti funzionali all’efficientamento energetico, alla riqualificazione antisismica delle strutture ed all’eliminazione delle barriere architettoniche.    
realizzazione di piscine termali e acquisizione di attrezzature e apparecchiature per lo svolgimento delle attività termali, relativi alle strutture di cui all’articolo 3 della legge 24 ottobre 2000, n. 323;
spese per la digitalizzazione previste dall’articolo 9, comma 2, del decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2014, n. 106.

Gli interventi indicati in precedenza devono essere conformi agli obiettivi di sostenibilità ambientale dettati dal PNRR.

Il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione, ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, nei limiti di cui all’articolo 34, comma 1, della legge 23 dicembre 2000, n. 388 (2.000.000 per l’anno 2021, 700.000 mila euro per gli anni solari successivi per compensazione o rimborsi di crediti di imposta e contributi) e all’articolo 1, comma 53, della legge 24 dicembre 2007, n. 244 (250.000 euro per l’utilizzo dei crediti d’imposta da indicare nel quadro RU della dichiarazione dei redditi), ed è ripartito in quote costanti in ciascun periodo d’imposta e deve essere fruito a decorrere dal periodo di imposta successivo a quello in cui gli interventi sono stati realizzati ed entro i tre periodi di imposta successivi. Il credito d’imposta è cedibile, in tutto o in parte, con facoltà di successiva cessione ad altri soggetti, comprese le banche e gli altri intermediari finanziari.

Il credito d’imposta non concorre alla formazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi e del valore della produzione ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive e non rileva ai fini del rapporto di cui agli articoli 61 e 109, comma 5, del decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.

Nei casi di utilizzo illegittimo del credito d’imposta, ferma l’applicazione del regime sanzionatorio vigente, si provvede al recupero dei relativi importi.

Contributo a fondo perduto

Per i medesimi interventi che beneficiano del credito d’imposta, è riconosciuto un contributo a fondo perduto per un importo massimo pari a 40.000 euro fruibile anche indipendentemente dal credito di imposta stesso.

Il contributo è aumentato, anche cumulativamente, al ricorrere delle seguenti condizioni:

a) fino ad ulteriori 30.000 euro qualora l’intervento preveda una quota di spese per la digitalizzazione e l’innovazione delle strutture in chiave tecnologica ed energetica di almeno il 15 per cento dell’importo totale dell’intervento;
b) fino ad ulteriori 20.000 euro per l’imprenditoria femminile (articolo 53 del decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198), le società cooperative e le società di persone, costituite in misura non inferiore al 60 per cento da giovani, le società di capitali le cui quote di partecipazione sono possedute in misura non inferiore ai due terzi da giovani e i cui organi di amministrazione sono costituiti per almeno i due terzi da giovani, e le imprese individuali gestite da giovani, che operano nel settore del turismo;
c) fino ad ulteriori 10.000 euro, per le imprese la cui sede operativa è ubicata nei territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

L’ammontare del contributo a fondo perduto è erogato in un’unica soluzione a conclusione dell’intervento, fatta salva la facoltà di concedere, a seguito di apposita domanda del beneficiario, un’anticipazione non superiore al 30 per cento del contributo a fondo perduto a fronte della presentazione di idonea garanzia.

Disposizioni comuni alle suddette agevolazioni

Le agevolazioni in commento sono concesse per gli interventi avviati successivamente alla data di entrata in vigore del decreto-legge in commento e  per quelli avviati prima di tale data e non ancora conclusi.

Il credito d’imposta ed il contributo a fondo perduto sono riconosciuti, per ciascun beneficiario, nell’ammontare massimo di cui al regolamento (UE) n. 1407/2013 del 18 dicembre 2013 della Commissione europea (Regolamento de minimis) e al Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID-19.

In ogni caso, il riconoscimento del credito d’imposta e del contributo a fondo perduto, in relazione ai medesimi interventi agevolati, non può eccedere l’importo dei costi sostenuti.

La misura massima del contributo a fondo perduto non può superare il limite massimo di 100.000   euro e, comunque, non può essere superiore al 50 per cento dei costi dell’investimento.

Il credito d’imposta ed il contributo a fondo perduto non sono cumulabili con altri contributi, sovvenzioni e agevolazioni pubblici concessi per gli stessi interventi.

Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-leggein commento, il Ministero del turismo pubblica un avviso contenente le modalità applicative per l’erogazione delle suddette agevolazioni.

I soggetti interessati alle agevolazioni in parola presentano, in via telematica, apposita domanda in cui dichiarano il possesso dei requisiti necessari per la fruizione degli incentivi.

Per le spese ammissibili al credito d’imposta e al contributo a fondo perduto e non coperte da tali incentivi è possibile fruire anche del finanziamento a tasso agevolato previsto dal decreto interministeriale del 20 dicembre 2017 recante “Modalità di funzionamento del Fondo nazionale per l’efficienza energetica”, a condizione che almeno il 50 per cento di tali spese siano afferenti agli interventi di riqualificazione energetica, nel rispetto delle disponibilità a legislazione vigente e senza ulteriori oneri a carico delle finanze pubbliche.

Ulteriore credito d’imposta

Il comma 12 dell’articolo in commento prevede che gli interventi conclusi prima della data di entrata in vigore del decreto-legge in commento potranno beneficiare del credito d’imposta, utilizzabile esclusivamente in compensazione, nella misura del 65 per centodelle spese sostenute.

Il credito di imposta è riconosciuto per i periodi di imposta 2020, 2021 e 2022 nel limite di spesa annuo di 180 milioni di euro per il 2020, 200 milioni per il 2021 e 100 milioni per 2022 e deve essere fruito a decorrere dal periodo di imposta successivo a quello in cui gli interventi sono stati realizzati ed entro i tre periodi di imposta successivi.

Resta ferma la non cumulabilità del predetto credito con altri contributi, sovvenzioni ed agevolazioni pubblici concessi per gli stessi interventi.

ALL’ARTICOLO 2 – GARANZIE PER I FINANZIAMENTI NEL SETTORE TURISTICO

Al fine di attuare la Misura del Piano nazione di ripresa e resilienza (PNRR) a sostegno delle imprese del turismo, nell’ambito del Fondo di garanzia PMI viene istituita un’apposita “Sezione Speciale Turismo” con una dotazione di 100 milioni di euro per l’anno 2021, 58 milioni di euro per l’anno 2022, 100 milioni di euro per l’anno 2023 e 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024 e 2025, per la concessione di garanzie alle imprese di cui al precedente articolo 1, comma 4, ed agli under 35che intendono avviare un’attività nel settore turistico.

Le garanzie sono rilasciate su singoli finanziamenti o su portafogli di finanziamenti per interventi di riqualificazione energetica e innovazione digitale o per assicurare la continuità aziendale e garantire il fabbisogno di liquidità e gli investimenti del settore turistico.

In conformità alla decisione C(2020)2370 del 13 aprile 2020 con la quale la Commissione UE ha autorizzato il regime di aiuti a sostegno delle PMI (di cui all’articolo 13 del decreto-legge n. 23 del 2020 c.d. “decreto liquidità”), la garanzia è concessa con le seguenti caratteristiche:

a titolo gratuito;
l’importo massimo garantito per singola impresa è elevato a 5 milioni di euro;
sono ammesse alla garanzia le imprese con un numero di dipendenti non superiore a 499;
le percentuali di copertura della garanzia diretta o della riassicurazione sono determinate ai sensi della disciplina di cui al citato articolo 13.

Alla scadenza della predetta misura, la percentuale di copertura della garanzia diretta è stabilita nella misura massima del 70 per cento dell’ammontare di ciascuna operazione finanziaria, che può essere incrementata fino all’80 per cento dell’importo dell’operazione finanziaria mediante l’utilizzo dei contributi al Fondo di cui al D.M. 26 gennaio 2012 (Regioni, banche, SACE s.p.a. e altri enti ed organismi pubblici). La percentuale di copertura della riassicurazione, alla scadenza della predetta disciplina, è stabilita nella misura massima dell’80 per cento dell’importo garantito dai confidi o da altro fondo di garanzia, a condizione che le garanzie da questi rilasciate non superino la percentuale massima di copertura dell’80 per cento incrementabile fino al 90 per cento mediante l’utilizzo dei contributi di cui sopra.

possono essere coperti da garanzia anche i finanziamenti per operazioni di rinegoziazione del debito, purché il nuovo finanziamento preveda l’erogazione al medesimo soggetto beneficiario di credito aggiuntivo in misura pari ad almeno il 25 per cento dell’importo del debito in essere e a condizione che il rilascio della garanzia sia idoneo a determinare un minor costo o una maggior durata del finanziamento rispetto a quello oggetto di rinegoziazione;
per operazioni di investimento immobiliare la garanzia del Fondo è cumulabile con altre forme di garanzia acquisite sui finanziamenti;
la garanzia può essere richiesta anche per finanziamenti già erogati da parte del soggetto finanziatore da non oltre tre mesi. In tali casi, il soggetto finanziatore deve trasmettere al gestore del Fondo una dichiarazione attestante la riduzione del tasso di interesse applicata, sul finanziamento garantito, al soggetto beneficiario per effetto della sopravvenuta concessione della garanzia.
la garanzia è concessa senza applicazione del modello di valutazione di cui alla parte IX, lettera A, allegato D.M. 12 febbraio 2019), fermo restando quanto previsto all’articolo 6, comma 2, del D.M. 6 marzo 2017.

Viene inoltre previsto che la garanzia è concessa anche in favore di imprese che presentano, alla data della richiesta di garanzia, esposizioni nei confronti del soggetto finanziatore classificate come “inadempienze probabili” o “esposizioni scadute o sconfinanti deteriorate”, purché tale classificazione non sia precedente al 31 gennaio 2020, data di dichiarazione lo stato di emergenza.

Per quanto non direttamente disposto dall’articolo in commento, si applica il Regolamento recante criteri e modalità per la concessione della garanzia e la gestione del Fondo PMI (D.M. 31 maggio 1999, n. 248) e le disposizioni operative del Fondo.

All’attuazione della misura in commento possono concorrere Regioni e province autonome di Trento e Bolzano, oltre che l’Istituto per il credito sportivo, qualora rendano disponibili risorse addizionali, per l’incremento della misura della garanzia e della riassicurazione nei limiti suddetti – e, previo accordo con il Ministero del turismo e Mediocredito Centrale s.p.a., per l’istruttoria delle istanze di ammissione agli incentivi.

ARTICOLO 3 – FONDO ROTATIVO IMPRESE FRI PER IL SOSTEGNO ALLE IMPRESE E GLI INVESTIMENTI DI SVILUPPO NEL TURISMO

Nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è istituito il Fondo per gli investimenti nel settore turistico, a valere sul quale sono concessi contributi diretti alla spesa per gli interventi di riqualificazione energetica, sostenibilità ambientale e innovazione digitale di importo non inferiore a 500.000 euro e non superiore a 10 milioni di euro realizzati entro il 31 dicembre 2025.

Sono soggetti beneficiari le imprese alberghiere, le strutture che svolgono attività agrituristica, come definita dalla legge 20 febbraio 2006, n. 96, e dalle pertinenti norme regionali, le strutture ricettive all’aria aperta, nonché alle imprese del comparto turistico, ricreativo, fieristico e congressuale, ivi compresi gli stabilimenti balneari, i complessi termali, i porti turistici, i parchi tematici.

Possono beneficare dei contributi in parola anche le imprese titolari del diritto di proprietà delle strutture immobiliari in cui vengono esercitate le suddette attività imprenditoriali.

Il contributo spetta nella misura massima del 35 per cento delle spese e dei costi ammissibili.

A copertura della quota di investimenti non assistita dal suddetto contributo e dall’eventuale quota di mezzi propri o risorse messe a disposizione dagli operatori economici, è prevista la concessione di finanziamenti agevolati con durata fino a quindici anni, comprensivi di un periodo di preammortamento massimo di trentasei mesi, a valere sulle risorse del Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca di cui all’articolo 1, comma 354, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, in aggiunta a finanziamenti bancari, di pari importo e durata, concessi a condizioni di mercato.

Gli incentivi di cui al presente articolo sono alternativi a quelli previsti dall’articolo 1 e, comunque, non sono cumulabili con altri contributi, sovvenzioni e agevolazioni pubblici concessi per gli stessi interventi e sono riconosciuti nel rispetto della vigente normativa sugli aiuti di Stato e delle deroghe previste per il periodo di applicazione del Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID19.

Con decreto del Ministero del turismo, adottato di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono definiti i requisiti, i criteri, le condizioni e le procedure per la concessione e l’erogazione delle agevolazioni finanziarie di cui all’articolo in commento.

Le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, anche per il tramite delle rispettive finanziarie regionali e provinciali, nonché l’Istituto per il credito sportivo, possono rendere disponibili risorse addizionali rispetto a quelle stanziate dal Fondo in commento.

I finanziamenti attivati per il sostegno degli investimenti di cui al presente articolo, ivi inclusi quelli concessi a valere sul Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca, possono accedere alle garanzie di cui all’articolo 2, comma 1, lettera c), del decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 giugno 2020, n. 40, rilasciate da SACE s.p.a. nei limiti delle disponibilità di risorse a legislazione vigente.

Gli oneri derivanti dall’attuazione della disposizione in esameammontano ad euro 180 milioni.

ARTICOLO 34 – COMPENSAZIONE PER LE IMPRESE AGRICOLE

La norma sostituisce le disposizioni di cui all’articolo 01, comma 16, decreto-legge n. 2 del 2006 (convertito in legge n. 81 del 2006) in materia previdenza agricola.

Si prevede che ai fini dell’applicazione alle imprese agricole delle norme sulla certificazione di regolarità contributiva 1) per l’erogazione di finanziamenti comunitari,  2) per l’accesso a sovvenzioni comunitarie per la realizzazione di investimenti nonché 3) per l’applicazione delle disposizioni sulle semplificazioni procedurali per il rilascio del DURC, gli Organismi pagatori  sono autorizzati a compensare,  in sede di pagamento degli aiuti comunitari e nazionali, tali aiuti con i contributi previdenziali dovuti dall’impresa agricola beneficiaria, già scaduti alla data del pagamento degli aiuti medesimi, compresi gli interessi di legge a qualsiasi titolo maturati e le somme dovute a titolo di sanzione.

Non sono oggetto di compensazione gli aiuti derivanti da diritti offerti in pegno prima del momento in cui può operare la compensazione in parola.

Le innovazioni recate dall’articolo in esame attengono all’estensione e messa a regime delle norme sulla regolarità contributiva – ivi comprese quelle sulla semplificazione in materia di DURC – e sulla compensazione previdenziale che, quindi, non saranno più applicate limitatamente alle prestazioni lavorative effettuate a decorrere dal 1° gennaio 2006.

Le modalità procedurali per l’effettuazione della compensazione, in particolare i rapporti tra INPS e gli Organismi pagatori, rimangono quelli di cui all’originario comma 16 cit.  

   




Agrietour, Agriturismo: investire per un nuovo modello

 

 

 

 

 

Si torna, quasi, alla normalità. Seppure come detto sarà una versione on line, su specifica piattaforma, il salone dell’agriturismo si ripropone con gli appuntamenti più importanti, a partire dal workshop b2b, con l’incontro tra domanda internazionale e offerta. Come ogni anno saranno a disposizione delle imprese italiane i migliori tour operator internazionali e nazionali del settore selezionati dalla fiera con un sistema di “matching day” intelligente che permetterà di agevolare l’incontro tra le due parti. Torneranno poi i master formativi per gli operatori del settore che quest’anno saranno un vero e proprio “worklab”, dei laboratori incubatori non solo di informazioni, ma anche di idee e confronto per il miglioramento dell’offerta futura. In passato le tematiche affrontate sono state trasversali: dalla legislazione alla promozione via web, passando per le pratiche sostenibili fino ad arrivare all’agricoltura sociale, ancora approfondimenti sulle tecniche di analisi e valutazione della customer satisfaction e sui modelli di turismo esperienziale. In programma anche numerosi seminari “in pillole” con case history di successo a disposizione dei partecipanti.




Estate, Coldiretti, 1 straniero su 10 in agriturismo, svolta green

Quasi uno straniero su dieci in arrivo in Italia quest’estate sceglie la campagna e l’agriturismo con una decisa svolta green per le vacanze spinta del bisogno di libertà, sicurezza e voglia di stare all’aria aperta dopo le limitazioni dell’emergenza Covid. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati dell’indagine Demoskopika dalla quale emerge che ben l’8% dei turisti stranieri in Italia in arrivo da Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna e Usa tra giugno e settembre punta su campagna e l’agriturismo. Non e caso che anche il 17% degli italiani abbia scelto di trascorrere le vacanze estive 2021 in campagna, parchi naturali e oasi, tra verde ed enogastronomia, coniugando la voglia di normalità con la garanzia di stare in sicurezza senza rischiare gli affollamenti, secondo l’indagine Coldiretti/Notosondaggi sui cittadini che hanno deciso la destinazione delle ferie. La campagna è diventata così la seconda meta delle vacanze subito dopo il mare – sottolinea Coldiretti – proprio per effetto dell’emergenza sanitaria che ha fatto cambiare i programmi di una fetta consistente della popolazione nazionale. Gli agriturismi, peraltro, spesso situati in zone isolate in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse – sottolinea la Coldiretti – i luoghi più sicuri dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche. Una scenario importante per i 24mila agriturismi presenti in Italia dopo che le chiusure a singhiozzo dall’inizio della pandemia hanno tagliato i redditi degli operatori agrituristici con perdite di fatturato stimate alla Coldiretti in 1,2 miliardi di euro. La cucina è l’attività più apprezzata dagli ospiti degli agriturismi che conservano ricette della campagna tramandate da generazioni ma sono sempre più diffusi programmi ricreativi come l’equitazione, il tiro con l’arco, il trekking e non mancano – continua la Coldiretti – attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici. Per scegliere il posto giusto il consiglio della Coldiretti è quello di rivolgersi su internet a siti come www.campagnamica.it senza dimenticare il passaparola tra parenti e amici che è sempre molto affidabile. L’agriturismo svolge un ruolo centrale per la vacanza Made in Italy post Covid perché contribuisce in modo determinante al turismo di prossimità nelle campagne italiane per garantire il rispetto delle distanze sociali ed evitare l’affollamento in spiagge e città” sottolinea Diego Scaramuzza presidente di Terranostra.