Agroalimentare, interrogazione Murelli (Lega): su proroga adeguamento formaggi per export Giappone

Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-01040

presentata da

ELENA MURELLI
giovedì 21 marzo 2024, seduta n.172

MURELLI, CENTINAIO, BERGESIO – Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. – Premesso che:

il 1° febbraio 2019 è entrato in vigore l’accordo di partenariato economico (EPA, Economic partnership agreement) UE-Giappone con l’obiettivo di favorire il rafforzamento del legame tra i due partner, attraverso un maggiore accesso ai rispettivi mercati per merci, servizi e appalti pubblici, l’eliminazione delle barriere non tariffarie (BNT), la tutela delle indicazioni geografiche e dei diritti di proprietà intellettuale, la protezione degli standard della UE, l’armonizzazione normativa tra le due economie;

l’agroalimentare è tra i settori oggetto dell’accordo, con il riconoscimento di 205 indicazioni geografiche europee che potranno beneficiare in Giappone dello stesso livello di tutela garantito nella UE; di queste, 45 sono italiane;

per l’Italia il Giappone è la seconda destinazione extra europea più importante per formaggi, con 11.000 tonnellate annue per un valore di oltre 100 milioni di euro, ed in constante crescita, tanto che nel 2023 il comparto è risultato tra quelli il cui export è maggiormente aumentato (14,9 per cento in più);

l’accordo prevede in particolare una specifica deroga per i formaggi con denominazione di origine protetta per i quali è consentita l’esportazione in forme intere ed il successivo porzionamento e confezionamento nel Paese di destinazione, sotto stretto controllo dei consorzi di tutela; la scadenza della deroga è fissata al 1° febbraio 2026;

nel periodo transitorio le imprese casearie italiane avrebbero dovuto adeguare le proprie produzioni alle richieste del mercato Giapponese con riguardo ai formati delle confezioni, ma gli accadimenti degli ultimi anni hanno ritardato gli investimenti in nuovi impianti che rispondessero ai canoni del mercato di destinazione;

sarebbe auspicabile un intervento da parte del Governo italiano finalizzato ad estendere il periodo temporale della proroga, evitando l’introduzione di aggravi per le imprese italiane e al contempo l’utilizzo degli impianti di confezionamento sul territorio giapponese per la produzione di prodotti non certificati, che vanno ad alimentare il fenomeno dell’Italian sounding,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della problematica esposta e se non ritenga di aprire prontamente un dialogo con le competenti istituzioni europee, al fine di giungere ad una soluzione nella sessione annuale di rinnovo dell’accordo EPA, che coincida con la necessità per il nostro Paese di adottare un più graduale adattamento delle imprese ai canoni produttivi richiesti dal mercato giapponese.

(3-01040)




Agroalimentare, interrogazione Bergamini (Lega Camera): su estensione sostegni ad agriturismi

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02187

presentato da

BERGAMINI Davide

testo di

Giovedì 21 marzo 2024, seduta n. 267

DAVIDE BERGAMINI, CARLONI, BRUZZONE e PIERRO. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

i decreti del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste del 24 gennaio 2024, pubblicati lo scorso 8 febbraio 2024 sulla Gazzetta Ufficiale n. 32 dell’8 febbraio 2024, relativi all’attuazione dei decreti 4 luglio 2022 e 21 ottobre 2022 «Recante la definizione dei criteri e delle modalità di utilizzazione del “Fondo di parte corrente per il sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare italiano”» sono stati emanati ai sensi dell’articolo 1, comma 868, della legge 30 dicembre 2021, n. 234 (legge di bilancio 2022), che ha destinato il Fondo al sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare italiano;

gli incentivi previsti nei suddetti decreti però sono stati limitati alle sole imprese di ristorazione aventi il codice Ateco 56.10.11, (oltre a quelle della produzione di pasticceria fresca – codice Ateco 10.71.20, gelaterie e pasticcerie – codice Ateco 56.10.30), escludendo di fatto le imprese di ristorazione connesse alle aziende agricole che hanno, come noto, un differente codice Ateco (56.10.12);

a parere dell’interrogante, tale esclusione sembra essere ingiustificata e non in linea con le previsioni di legge che non danno indicazioni specifiche in merito alla selettività dei soggetti beneficiari del provvedimento;

a parere dell’interrogante, il rischio di questa impostazione è che non solo si vadano ad escludere gli agriturismi con ristorazione, ma si vadano a finanziare, anche strutture di ristorazione poco collegate con gli obiettivi generali della misura;

si ricorda, peraltro, che un provvedimento similare emanato nel 2020 relativo ai «Fondo per la filiera della ristorazione» (decreto ministeriale del 27 ottobre 2020), diretto a riconoscere un contributo per gli acquisti effettuati nel periodo Covid, comprovati da idonea documentazione fiscale, di prodotti provenienti dalle filiere agricole e alimentari, inclusi prodotti vitivinicoli, della pesca e dell’acquacoltura, anche DOP è IGP, valorizzando la materia prima di territorio, aveva previsto l’applicazione del contributo anche gli agriturismi oltre ai ristoranti, pizzerie, mense, servizi di catering, agli alberghi con somministrazione di cibo;

visti gli obiettivi dell’articolo 1, comma 868, della legge di bilancio 2022, è difficile ipotizzare l’esclusione di luoghi della ristorazione fortemente connessi con le produzioni DOP, IGP, SQNPI, SQNZ e biologiche, punto di riferimento dell’enogastronomia italiana e del turismo collegato, visto che le aziende agrituristiche in base alle diverse leggi regionali, devono utilizzare nella ristorazione prodotto proprio o del territorio nella quasi totalità –:

se non intenda prevedere, anche tramite circolare interpretativa, l’inserimento del codice Ateco 56.10.12, delle aziende agricole che praticano la ristorazione connessa alle attività di coltivazione e/o allevamento, tra le aziende beneficiarie del bando di accesso agli incentivi previsti dell’articolo 1, comma 868, della legge di bilancio per il 2022.
(5-02187)




Cibus 2024. Agroalimentare, l’export continua a sostenere il settore

Per continuare a crescere l’agroalimentare made in Italy deve guardare all’estero e al futuro. Sta emergendo infatti un mix di fattori che possono rappresentare un rischio ma anche una opportunità per le nostre imprese: volatilità materie prime, costi energetici, polarizzazione dei canali distributivi. Un made in Italy sempre più presente sulle tavole di tutto il mondo e consapevole di un ruolo guida sul piano della qualità e sostenibilità si presenterà al gran completo in occasione della 22esima edizione di Cibus (Fiere di Parma, 7 -10 maggio), come illustrato oggi al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, alla presenza del Ministro Francesco Lollobrigida.

Il made in Italy è l’insieme delle migliori qualità che possiamo offrire. Dobbiamo raccontare al resto del mondo l’eccellenza del sistema agroalimentare italiano facendo conoscere sempre di più i nostri prodotti. L’export rappresenta un asset primario per l’economia della Nazione, per questo è fondamentale creare occasioni, in cui incontrarsi e discutere dei nuovi scenari e delle nuove strategie per il settore. Cibus, che ho avuto modo di presentare a inizio marzo in Giappone insieme al presidente dell’Agenzia ICE Matteo Zoppas e all’ambasciatore Gianluigi Benedetti, rappresenta senz’altro un momento per affermare il nostro modello alimentare come riferimento globale“, dichiara il Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida.

Nel 2023 l’export, secondo i dati Istat, nonostante un leggero calo dei volumi ha registrato un valore pari a oltre 52 miliardi di euro, con un aumento del +6,6% rispetto al 2022.

L’orizzonte del settore è molto incerto a livello globale per l’incertezza degli scenari internazionali, ma anche delle normative intra ed extra UE. Nonostante la riduzione dei margini e del reddito disponibile, il rischio di nuovi dazi e di legislazioni iper restrittive, le aziende del settore continuano ad investire e innovare guardando con crescente attenzione alle esigenze del consumatore e del pianeta, come dimostrano le migliaia di prodotti che saranno esposti a Cibus 2024 per ridare valore a categorie messe a dura prova dalle guerre e dalla crisi climatica.

Federalimentare è onorata di contribuire, insieme a Fiere di Parma, alla realizzazione di Cibus 2024. Un’edizione che si preannuncia da record, come dimostra il numero dei partecipanti. Per la Federazione si tratta di un’importante occasione in quanto l’industria alimentare, oltre a generare prodotti e occupazione, con le sue attività contribuisce alla sicurezza alimentare e al benessere degli italiani, a dimostrazione del suo elevato valore sociale. L’industria alimentare italiana, inoltre, si presenta a Cibus 2024 come un comparto sano, in costante crescita e che gode di grande fiducia da parte dei consumatori. Tale fiducia si riflette anche all’estero, dove l’industria alimentare italiana sta conquistando sempre più mercati, contribuendo ad esportare il Made in Italy e lo stile di vita italiano nel mondo”, dichiara il Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino.

I prezzi alimentari al consumo purtroppo per fattori esogeni alle imprese – secondo i dati di Federalimentare – corrono così più dell’inflazione: una tendenza che contraddice le antiche doti calmieratrici del settore e che si evidenzia anche nei primi mesi del 2024. Nel 2023, a fronte di un’inflazione media del 5,7%, i prezzi al consumo del comparto si sono attestati al +9,8% e questi aumenti non riusciranno a coprire l’impennata dei costi di produzione.

Segnali ulteriori di vulnerabilità emergono guardando anche le macro quotazioni internazionali delle materie prime agricole, che nel decennio 2014 – 2024 sono tutte cresciute a doppia cifra (Fonte Banca Mondiale).

Elementi che si sommano, secondo Federalimentare, alle tensioni delle importazioni cerealicole che – anche a causa del conflitto ucraino – sono ad alto rischio con evidenti conseguenze sulla volatilità dei prezzi dei prodotti che sono alla base della dieta mediterranea.

Un caso emblematico, per esempio, è rappresentato dall’olio extravergine di oliva, dove il raddoppio dei costi della materia prima, e quindi l’aumento esponenziale dei prezzi del prodotto finito, ha costretto un consumatore italiano su 3 a ridurne il consumo, come ha rilevato una recente ricerca presentata in occasione del Cibus Lab a Bitonto lo scorso 8 marzo.

C’è una mutazione negli assetti fieristici e nella loro internazionalizzazione che vanno cavalcati perché altrimenti rischiamo di restare indietro rispetto agli altri paesi; non è solo questione di dove possiamo arrivare sfruttando questi mutamenti ma dove rimarremmo se non lo facessimo. Sia un esempio di quanto sta accadendo nel panorama delle piattaforme fieristiche fuori dall’Italia legate al mondo del vino. Eventi come Cibus sono molto importanti per fare il punto sulla situazione dei mercati domestici ed internazionali, ma anche l’opportunità, soprattutto per le PMI, per iniziare o accrescere il proprio percorso di internazionalizzazione, rafforzando la presenza e individuando nuove opportunità e nuovi mercati”, afferma Matteo Zoppas, Presidente di ICE.

“Le fiere – continua – sono il punto di incontro tra buyer esteri, che arrivano in italia anche grazie all’Agenzia ICE, e gli imprenditori italiani, soprattutto quelli delle PMI, che hanno la possibilità di stringere i rapporti e concludere contratti che in alcuni casi potrebbero far raddoppiare il fatturato in pochi anni. 
Stiamo assistendo a una forte accelerazione di tutto il Sistema paese, attraverso l’intensa collaborazione tra ICE, CDP, Sace e Simest, sotto la guida dei ministeri coinvolti che anche loro stanno serrando i ranghi, nel sostegno agli imprenditori che vogliono andare all’estero. Un esempio della capacità di far sistema è senza dubbio l’operazione che ha portato la pasta italiana nello spazio e che rappresenta un’opportunità promozionale incredibile per la cucina italiana soprattutto se la colleghiamo alla candidatura a Patrimonio immateriale UNESCO promossa dai ministri Sangiuliano e Lollobrigida. Dobbiamo essere bravi a sfruttare queste attività di promozione perché la cucina italiana non è solo valore numerico ma ha un ruolo e un valore strategico per l’Export italiano nel mondo“, conclude Zoppas.

Esempi che evidenziano nel complesso come l’Industria alimentare nazionale, nonostante sia strutturalmente “ostaggio” dei trader internazionali per circa un terzo delle materie prime, continua a competere e a crescere grazie ad una straordinaria flessibilità e creatività che ha consentito ai consumatori italiani di non impoverire troppo il proprio carrello della spesa e ai distributori internazionali adattare rapidamente i propri assortimenti per non perdere troppi volumi.

Il futuro del Made in Italy Alimentare – afferma Antonio Cellie, Amministratore Delegato di Fiere di Parma – dipenderà dalla sua capacità di continuare ad innovare e investire restando fedele a tradizioni e territori. Dall’osservatorio privilegiato di Cibus siamo molto fiduciosi rispetto alla consistenza delle nostre imprese e dei nostri prodotti. Negli ultimi anni abbiamo ulteriormente incrementato il value for money della nostra offerta che diventa sempre più interessante per le principali geografie del nostro export a tutto vantaggio della bilancia commerciale e delle varie filiere”.

In questa chiave Cibus ha promosso e realizzato un Osservatorio sul settore food, che Fiere di Parma svilupperà in collaborazione con il CERSI, Centro di Ricerca per lo Sviluppo Imprenditoriale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Un Monitor per offrire a imprenditori, manager e policy-makers un quadro costantemente aggiornato sull’andamento internazionale del settore food, fornendo indicazioni utili ai fini della ricerca di opportunità di sviluppo commerciale nei mercati esteri attraverso una metodologia comparata e costantemente aggiornata.

Già in occasione del salone verrà presentato in anteprima un primo nucleo di dati della ricerca volta ad analizzare i trend della competitività delle principali regioni del mondo (Europa, America, Asia). Uno studio che vedrà la sua piena realizzazione in autunno, con l’analisi dei dati sulle esportazioni di 11 Paesi chiave: Italia, Germania, Spagna, Portogallo, Polonia Belgio, Paesi Bassi, USA, Cina, Brasile e Thailandia. L’obiettivo è fare un assessment sulla competitività internazionale di ciascun paese, attraverso l’analisi dell’evoluzione della posizione competitiva negli ultimi cinque anni e dei principali mercati di destinazione dei prodotti alimentari.

CIBUS 2024. IL FORMAT

La manifestazione di riferimento per il settore agroalimentare Made in Italy, frutto della consolidata collaborazione tra Fiere di Parma e Federalimentare, presenta una 22esima edizione che quest’anno supererà ogni altra per numero di espositori (oltre 3.000 brand e una lista di attesa di 600 aziende) e per la presenza di buyer della grande distribuzione italiana e internazionale – ad oggi quasi 2.000 già registrati – provenienti da mercati come Stati Uniti, Germania, Spagna, Francia, Regno Unito e Medio Oriente. Il 2024 sarà inoltre l’anno dei Paesi dell’area Asean, con il ritorno della Cina, la grande assente durante la pandemia, e un’importante delegazione dal Giappone.

Cibus – 120mila mq di superficie espositiva distribuita su 8 padiglioni – offrirà uno spaccato completo del settore alimentare italiano, presentando in fiera tutto il meglio dei principali settori dell’Agroalimentare Made in Italy: formaggi e derivati del latte, carni e salumi, gastronomia e prodotti surgelati, oltre alla sezione grocery, con pasta, dolci, conserve e condimenti, pilastro del nostro export agroalimentare.

A Parma, grazie alla collaborazione con Agenzia ICE, saranno infatti presenti buyer, category manager e responsabili acquisti delle più importanti catene di supermercati, tra cui hanno già aderito Loblow e Metro Canada, Albertsons, Central Market, H-E-B, Hy-Vee, Walmart, Whole Foods Market USA (dal Nord America); Grupo Pao de Açucar, Alkosto, Tottus e Cencosud (dal Sud America); Billa, Rewe, Spar, Colruyt, Metro, Iki, Maxima, Hanos, Jumbo Supermarkten, Auchan Retail, Sonae, Eroski, Manor, Migros, Marks & Spencer, Ocado, Waitrose (dall’Europa); Aeon, Itochu, Kato Sangyo, Ok Corporation, City Super Shanghai, Hyundai Green Food, Lotte Mart, Nongshim (dall’Asia); Lulu Group, Shufersal (dal Medio Oriente), Pick n Pay, Woolworths, Coles da Sud Africa e Australia.

Saranno altresì presenti le realtà di riferimento a livello internazionale per l’horeca, così come gli importatori e i distributori chiave per il Made in Italy nel mondo, tra questi per esempio Kehe Distributors, US Food, Baldor, Atalanta, Sysco, Bidfood, Angliss, Classic Fine Food, Sodexo, Winterbotham Darby, AMS Sourcing, Dagab, Haugen Gruppen, Coop Trading, Sligro, Transmed, Choitrams, Truebell, Ali bin Ali, Bright View, COFCO, Emporium Corporation, Giraud Restaurant System, Monte Bussan Global Pacific Victory, Gourmet Partner, Food Gallery Limited, Jagota.

Una nutrita presenza internazionale, risultato del roadshow che Cibus ha sviluppato nell’ultimo anno nei principali mercati insieme ad Agenzia ICE. Un tour globale che ha già toccato Colonia, Shanghai, Las Vegas e che vedrà tra le prossime tappe Dubai e Tokyo, per concludersi tra giugno e ottobre a New York (USA) e Parigi.

Tantissimi i Top Buyer che potranno vivere l’esperienza immersiva dei Cibus Destination, un programma di retail e technical tour altamente coinvolgenti, organizzati nel territorio e all’interno delle aziende della Food Valley.
Previsti anche tour on site, tra gli stand di Cibus, con  visite e degustazioni dedicate alle richieste ed esigenze specifiche dei top buyer italiani ed esteri.
Prodotti regionali, fuori casa, innovazione, prodotti di nicchia e per il segmento fine dining: sono solo alcuni percorsi di scoperta che guideranno i visitatori professionali tra gli stand della fiera.

Lo spazio, collocato strategicamente all’ingresso del padiglione 7 (ingresso Ovest), ospiterà alcune aree di successo di Cibus, come l’Innovation Corner – la vetrina espositiva delle novità di prodotto presentate in fiera dagli espositori – e la Startup Area nata in collaborazione con Le Village di Crédit Agricole.

Per la prima volta a Cibus “T-OWN”: un progetto che, in modo originale, presenterà le idee e le iniziative messe in campo dalle aziende agroalimentari per informare i consumatori finali delle caratteristiche sociali, energetiche e nutrizionali dei singoli prodotti.
Una call for ideas progettata dallo spin off T_OOL.

Tra le anticipazioni, anche un ricco programma di convegni e iniziative dedicato all’Authentic Italian Food&Beverage. Il focus interesserà tre grandi filoni tematici: i nuovi equilibri tra distribuzione e industria di marca, esplorando le ricadute sulla filiera dopo i recenti patti anti-inflazione; la protezione e valorizzazione del patrimonio gastronomico tradizionale attraverso il confronto delle diverse esperienze e best practice dei consorzi nazionali ed esteri; i percorsi tematici negli spazi di Cibus dedicati agli operatori dell’Ho.Re.Ca.

 




Mar Rosso, oggi al Mimit incontro tra Lollobrigida e Urso per le conseguenze sul settore agroalimentare e agroindustriale italiano

“Oggi a Palazzo Piacentini si è tenuta una riunione con il Ministro Adolfo Urso, per approfondire gli effetti della crisi del Mar Rosso per il settore agroalimentare e agroindustriale italiano.

Abbiamo vagliato, con i nostri staff tecnici, i possibili sviluppi e le ipotesi di intervento, a breve e medio termine, per supportare le imprese che maggiormente subiscono gli impatti di questa situazione che resta fluida e incerta.
A stretto giro seguiranno degli incontri con gli altri attori coinvolti”.
Così Francesco Lollobrigida, Ministro Masaf, in un post sul suo profilo ufficiale Facebook



Agroalimentare, interrogazione Casu (Pd Camera): su comando carabinieri a tutela

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02124

presentato da

CASU Andrea

testo di

Venerdì 8 marzo 2024, seduta n. 258

CASU. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

il 28 dicembre 2022 il Comando generale dell’Arma dei carabinieri ha indetto il corso di specializzazione in «Addetto al Comando CC tutela agroalimentare», diretto a 119 militari appartenenti ai ruoli ispettori, sovrintendenti, appuntati e carabinieri, ivi compresi i Carabinieri forestali;

il 9 marzo 2023 ha preso il via il citato corso, che si è svolto presso la Scuola forestale carabinieri di Cittaducale (Rieti) e che si è concluso il 27 aprile del 2023;

i frequentatori del corso erano da destinare ai reparti carabinieri agroalimentari già esistenti e ai nuclei di Bergamo, Bari, Verona, Oristano, Firenze, Avezzano e Reggio Calabria, in via di istituzione;

il 12 giugno 2023, il Comando generale arma ha determinato il trasferimento dei militari specializzati «in data certa nelle sedi preesistenti», e «ad avvenuta attivazione» negli istituendi nuclei;

la Legge di bilancio 2023 (legge n. 197 del 2022), all’articolo 1, commi 666-667, ha previsto il potenziamento dei reparti della specialità agroalimentare a decorrere dal mese di settembre 2023;

notizie di stampa informano che alla fine del 2023 non sarebbero ancora stati disposti i trasferimenti nei nuovi nuclei, nonostante, sempre da notizie di stampa, si apprenda che essi sarebbero logisticamente già pronti ma non ancora attivi per carenza di fondi da utilizzare allo scopo. Al momento sarebbero settantadue i militari che dovrebbero esser trasferiti e che attenderebbero ancora la propria destinazione;

se confermato, il ritardo in oggetto sarebbe inspiegabile sia per i disagi cui sarebbero sottoposti i militari, sia per la mancanza di importanti risorse volte alla tutela del made in Italy, al contrasto alle frodi comunitarie, alla Politica agricola comune (Pac) e alle normative di settore riferite ai controlli delle diverse filiere (vitivinicola, olearia, lattiero casearia eccetera) –:

se ai Ministri interrogati consti quanto sopra esposto ed, in caso affermativo, quali iniziative intendano adottare per risolvere una questione che appare francamente inspiegabile, stante la sicura importanza dell’opera che andrebbero a svolgere quelle che dalla stampa sono state definite «sentinelle della qualità agroalimentare».
(5-02124)




Aretè. Il sistema agroalimentare Ue dipendente dalle importazioni di alcuni fattori produttivi essenziali. Lo studio

Areté, specialista nell’analisi di policy per l’agrifood, ha condotto per il Parlamento Europeo uno studio, ora pubblico, sulla dipendenza del sistema agroalimentare UE dalle importazioni di alcuni fattori produttivi essenziali, tra cui soia e derivati, fertilizzanti fosfatici e minerali ferrosi. Partnershipstrategiche con i Paesi terzi principali esportatori di materie prime, innovazione tecnologica per aumentare l’efficienza nell’uso dei fattori, l’attento “dosaggio” delle misure PAC, vengono indicate come le principali soluzioni al problema.

 

La dipendenza del sistema agroalimentare UE dalle importazioni di fattori produttivi

È stato pubblicato il rapporto dello studio The dependency of the EU’s food system on inputs and their sources, che Areté ha condotto per il Parlamento Europeo con la collaborazione di S&P Global Commodity Insights. Lo studio indaga il grado di dipendenza del sistema agroalimentare UE dall’importazione di fattori produttivi e materie prime, analizzando le principali vulnerabilità che derivano da un’elevata dipendenza dalle importazioni, specialmente se provenienti da un numero molto ridotto di Paesi terzi. I casi più eclatanti riguardano la soia ed i suoi derivati, i fertilizzanti fosfatici ed i minerali ferrosi. L’84% dei semi di soia impiegati nell’UE sono importati da paesi terzi: il 50% delle importazioni proviene dal Brasile, il 35% dagli USA. La dipendenza dalle importazioni raggiunge il 97% degli impieghi per le farine di soia, considerando anche quelle ottenute nell’UE da semi importati. Il 68% dei fertilizzanti fosfatici impiegati nell’UE deriva direttamente o indirettamente da importazioni (provenienti in prevalenza dal Marocco, che pesa per il 28% sul totale delle importazioni, e dalla Russia, col 23%).

 

Criticità e possibili soluzioni

Lo studio individua anche i principali fattori esterni che possono ulteriormente aggravare queste vulnerabilità, come ad esempio le recenti difficoltà dei sistemi logistici globali a seguito della situazione nel Mar Rosso. Ma indaga anche gli strumenti più interessanti e percorribili per ovviare a queste vulnerabilità, formulando una serie di raccomandazioni per aumentare la resilienza del sistema agroalimentare UE e ridurre la sua dipendenza dalle importazioni di commodity da Paesi terzi. Queste includono lo sviluppo di partnership strategiche con i Paesi terzi principali fornitori di materie prime, la promozione di innovazioni tecnologiche (come le tecnologie di evoluzione assistita – TEA) che aumentino la produttività senza un maggiore impiego di mezzi di produzione, ed un sostegno rafforzato della PAC alla coltivazione di piante proteiche e a quanti scelgano di adottare pratiche agricole a basso impiego di inputs.

 

In conclusione

“Veniamo da anni che ci hanno dimostrato in modo plateale quanto una dipendenza rilevante da Paesi terzi per materie prime strategiche possa rivelarsi pericolosa in presenza di situazioni di mercato particolari. Lo abbiamo visto chiaramente durante il Covid, ma in realtà anche successivamente, in presenza di eventi di altro tipo – problemi geopolitici, difficoltà di logistica, rilevanti difficoltà produttive legate a fattori meteo, ed altro – che hanno intaccato pesantemente la disponibilità di diverse materie prime, facendo schizzare in alto i prezzi ma anche, in diversi casi, mettendo realmente in discussione la capacità dell’industria europea di approvvigionarsi di alcune materie prime. Questo studio tocca un tema cruciale in un momento cruciale: è fondamentale che le misure di policy europea e le scelte strategiche dei prossimi anni tengano conto di questi aspetti per tutelare la sostenibilità delle filiere alimentari dell’UE”. È il commento di Enrica Gentile, AD di Areté.

La sintesi dello studio, in inglese, è consultabile a questo link: https://research4committees.blog/2024/03/04/publication-the-dependency-of-the-eus-food-system-on-inputs-and-their-sources/

Il rapporto integrale dello studio, sempre in inglese, è scaricabile da questa pagina web: https://www.europarl.europa.eu/thinktank/en/document/IPOL_STU(2024)747272




Agricoltura, De Carlo (FdI): positivi i primi risultati della cabina di Regia interforze sui controlli agroalimentari

“I risultati del primo report della Cabina di Regia interforze sui controlli agroalimentari sono decisamente positivi. Si tratta di un’operazione fondamentale per garantire la sicurezza dei cittadini, ma anche per difendere l’integrità delle imprese italiane che lavorano con impegno e serietà”: il senatore Luca De Carlo, presidente della IX Commissione Senato – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, commenta così i dati relativi al primo rapporto settimanale sull’attività della Cabina voluta dal Governo Meloni e dal Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

“I controlli sul grano duro destinato all’alimentazione umana e quelli nei porti sulla tracciabilità dei prodotti consentono infatti l’arrivo di merci di qualità, tutelando i consumatori e punendo chi cerca di aggirare le regole. Quando parliamo di agroalimentare, parliamo certo di lavoro, di economia, di produzione, ma soprattutto parliamo di salute, di ambiente e di benessere: questo tipo di verifiche permette di mantenere alto il livello di qualità dei prodotti che arrivano sulle nostre tavole”, conclude De Carlo.

Il programma straordinario di controllo “Grano duro” ha portato al controllo di 19 motonavi e di 11 operatori; 21 i campioni prelevati, quasi tutti corrispondenti alle norme vigenti, ad eccezione di un campione di origine turca, risultato non conforme ai limiti previsti per l’agricoltura biologica. I controlli per il contrasto delle pratiche commerciali sleali e a tutela del made in Italy hanno invece interessato i porti di Bari, Catania, Palermo, Pozzallo e Olbia, con controlli di tracciabilità su 15 operatori; ortofrutta, carni, prodotti lattiero-caseari e oleari le merci interessate”.




Pratiche commerciali sleali. Commissione Ue invita agricoltori a condividere esperienze nella filiera alimentare

La Commissione europea invita gli agricoltori e tutti gli operatori della filiera alimentare a condividere le loro opinioni sulle loro esperienze con pratiche commerciali sleali. Fino al 15 marzo 2023 è disponibile online in tutte le lingue dell’UE un’indagine rivolta specificamente agli agricoltori e ai piccoli fornitori dell’UE che operano nella filiera agricola e alimentare, coprendo diverse fasi della produzione e della distribuzione . Gli intervistati possono indicare se si sono imbattuti di recente in pratiche commerciali sleali o se la legislazione attuale offre loro una protezione sufficiente contro gli acquirenti economicamente più forti.

Dopo aver presentato, il 22 febbraio, opzioni di semplificazione volte a ridurre l’onere per gli agricoltori dell’UE, la Commissione sta anche lavorando su azioni volte a migliorare la posizione degli agricoltori nella catena alimentare e a migliorare la lotta contro le pratiche commerciali sleali. A marzo la Commissione presenterà agli Stati membri diverse azioni che potrebbero affrontare questioni quali la trasparenza del mercato nella catena del valore, l’attuazione della direttiva sulle pratiche commerciali sleali e la sua applicazione, i costi di produzione o un controllo più uniforme delle norme esistenti sui prodotti agricoli importati .

Ciò terrà conto dei risultati della consultazione mirata, che sarà avviata a marzo, che identificherà le principali fonti di preoccupazione e comprenderà le fonti degli oneri amministrativi e della complessità. La Commissione incoraggia inoltre tutte le parti interessate a condividere le loro opinioni sugli oneri amministrativi che potrebbero essere collegati alla direttiva sui nitrati.




Pasqua, dall’azienda Witor’s due uova speciali: ‘Trolls 3’ e ‘Curioso come George’

La festa di Pasqua si sta avvicinando e il dolce più atteso dai bambini di tutta Italia è sicuramente l’uovo di cioccolato. La dolcezza del cioccolato Witor’s, azienda italiana celebre per i suoi 60 anni di eccellenza nel settore del cioccolato e per la creazione di prodotti innovativi, ha unito la gioia dei Trolls e la curiosità della scimmietta George in due uova di Pasqua uniche nel loro genere.

Trolls 3 – Una nuova avventura piena di colori e di gusti!

Preparatevi a immergervi in un mondo di allegria e musica con l’uovo di Pasqua ispirato al film d’animazione “Trolls 3”.  Il mondo magico dei Trolls è un luogo ricco di musica e colori ma che, come cita il nome del terzo capitolo della popolare serie cinematografica animata “Trolls 3 – tutti insieme”, parla anche dell’importanza dell’amicizia, della famiglia e dell’amore: un mix perfetto per un giorno importante come quello di Pasqua.

Curioso come George – Un’avventura tutta da gustare!

Ma non è finita qui! Witor’s ha creato un’edizione speciale per tutti i bimbi curiosi: l’uovo di Pasqua ispirato al famoso cartone animato “Curioso come George”. Questo delizioso uovo di Pasqua è un tributo all’amicizia, alla curiosità e all’avventura, valori fondamentali che il cartone animato trasmette ai suoi piccoli spettatori.

Con una simpatica sorpresa al loro interno, le due divertenti uova renderanno la Pasqua ancora più speciale e memorabile per i bambini di tutte le età. Entrambe le uova sono realizzate con 150 grammi di finissimo cioccolato al latte, per la gioia di grandi e piccini.

 




Agroalimentare, interrogazione Orrico (M5S Camera): su operatività carabinieri anti-frodi

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02362

presentato da

ORRICO Anna Laura

testo di

Martedì 20 febbraio 2024, seduta n. 248

ORRICO e CARAMIELLO. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

con la legge di bilancio per l’anno 2023, la n. 197 del 2022, veniva disposto l’incremento di 120 unità del contingente di personale dell’Arma dei carabinieri per la tutela agroalimentare, le cosiddette «sentinelle della qualità»;

nel medesimo provvedimento normativo era previsto l’inizio della operatività del nuovo contingente di personale di cui sopra a decorrere dal 1° settembre 2023;

il Comando generale dell’Arma dei carabinieri, fra il marzo e l’aprile 2023, predisponeva il corso di formazione per consentire ai militari prescelti di conseguire la specializzazione necessaria a ricoprire l’incarico in questione;

sempre nel corso del 2023 sono state predisposte le sedi dei futuri nuclei agroalimentari, mediante la realizzazione di lavori edili di ristrutturazione degli immobili e l’acquisto dell’arredamento d’ufficio;

solo una parte dei militari nel frattempo specializzati è stata destinata alle sedi prescelte, dove già erano attivi i reparti agroalimentari, ovvero Torino, Parma, Roma, Salerno e Messina;

ad oggi rimangono 72 specializzati in materia agroalimentare che non hanno ricevuto comunicazioni circa le tempistiche e le motivazioni dei ritardi per la piena operatività delle nuove sedi di Bergamo, Bari, Verona, Oristano, Firenze, Avezzano e Reggio Calabria;

sono state stanziate risorse pubbliche sia per la formazione dei militari che per l’adeguamento della logistica;

il contrasto alle frodi nel settore agroalimentare è un’attività impegnativa e gli unici reparti oggi attivi devono coprire zone estese, con inevitabile aggravio in termini di tempo e costi e con una conseguente minore efficacia dell’azione di tutela dei cittadini –:

quali iniziative di competenza intendano intraprendere i Ministri interrogati per verificare le reali tempistiche entro le quali i 72 militari specializzatisi in materia agroalimentare potranno prendere servizio presso le nuove sedi di Bergamo, Bari, Verona, Oristano, Firenze, Avezzano e Reggio Calabria.
(4-02362)




CNA Agroalimentare: un mercato da 700 milioni in costante crescita, premiati i prodotti artigianali con radicamento territoriale

Settecento milioni di euro. A tanto ammonta il giro d’affari dei dolci di Carnevale, ormai prodotti fin dalle prime settimane di gennaio. Un mercato in costante aumento che in tre anni è cresciuto di oltre il 25 per cento. A stimarlo una indagine di CNA Agroalimentare tra i suoi iscritti di tutta Italia.

Si potrebbe dire quindi che “a Carnevale ogni frittella vale”, parafrasando il noto proverbio. Ma non è così, spiegano gli artigiani di CNA Agroalimentare. Proprio il gusto e la qualità dei prodotti artigianali, infatti, fanno la differenza. Sempre più apprezzata dai consumatori insieme alla tipicità di questi autentici presidi territoriali, corollario indispensabile alla festa più colorata e allegra dell’anno.

Ma quali sono i dolci di Carnevale più apprezzati? Premesso che i fritti dominano il panorama, senza rivali sono le chiacchiere nelle loro varie denominazioni. Chiacchiere appunto in Lombardia, Piemonte, Campania, Sicilia e quasi tutto il Mezzogiorno. Frappe a Roma e nel Lazio. Cenci in Toscana. Bugie in Liguria. Ciarline in Emilia. Fiocchetti in Romagna. Crostoli in Friuli Venezia Giulia. Fritte della tradizione, al forno o “senza glutine”, magari bagnate nella cioccolata o in altre creme, valgono ben oltre la metà del mercato. Sono diventate insomma il dolce nazionale di Carnevale, come il panettone o il pandoro a Natale, la colomba a Pasqua.

Accanto al dolce simbolo del Carnevale, praticamente come i “mille campanili” ogni area del nostro Paese sfoggia, e gusta, il “suo” dolce di Carnevale. Con le chiacchiere solo le castagnole (classiche, alla crema, alla ricotta, al cioccolato, allo zabajone) hanno una diffusione sovraregionale.

Tra i prodotti localmente più diffusi si registrano tortelli, ravioli, tagliatelle dolci e torte di riso (nelle regioni settentrionali); fritole, galani, rufioli in Veneto; il bujarnik friulano; i chifelini di Trieste; berlingozzo, frati fritti e schiacciata in Toscana; i limoncini marchigiani; la Crescionda di Spoleto; il migliaccio napoletano; gli strufoli o struffoli praticamente in tutto l’ex Regno delle Due Sicilie con varianti quali la cicerchiata nelle regioni centrali e la pignolata in Sicilia; i taralli al naspro lucani; frati fritti e zeppole in Sardegna.




Italmercati: la Borsa della Spesa si allarga per un acquisto consapevole e sostenibile dei prodotti agroalimentari

Si allarga La Borsa della Spesa, il servizio rivolto interamente ai consumatori, realizzato da BMTI e Italmercati, in collaborazione con Consumerismo No Profit. Da oggi, infatti, il servizio non includerà più solo il comparto ortofrutticolo ma darà indicazioni utili anche per quanto riguarda il comparto ittico, le carni e gli altri comparti del settore agroalimentare (olio di oliva, formaggi, cereali). L’obiettivo resta quello di fornire ai consumatori preziose indicazioni per fare la spesa in maniera facile e consapevole, facendo chiarezza sulle dinamiche di mercato, partendo dai prezzi all’ingrosso e scegliendo prodotti convenienti, in termini di rapporto qualità-prezzo dei prodotti e sostenibili, considerando l’attenzione rivolta anche all’ambiente trattandosi di prodotti stagionali e locali.

Nel dettaglio, questa settimana, tra i prodotti consigliati troviamo le arance tarocco che, nel pieno della loro campagna presentano una buona qualità, caratterizzata anche da una corretta pigmentazione del prodotto e prezzi stabili grazie alla regolarità della produzione. Per i prodotti di pezzatura media si va da 1,10 a 1,30 euro/Kg.  Presenti in grande quantità anche quelle piccole, da spremuta intorno a 0,60-0,80 cent.

” Le arance rosse, sono ideali per supportare le difese immunitarie, migliorare il microcircolo e aumentare l’assorbimento di Ferro – consiglia la Dott.ssa Ida Liotti, nutrizionista e dietista – Ricche anche di pectina (parte bianca dell’arancia) utile nell’aumentare il senso di sazietà e ridurre l’assorbimento di zuccheri e colesterolo. Ottime consumate in associazione a carne o pesce per assimilare maggiormente il Ferro alimentare”.

Quotazione stabili ma ancora medio-alte per le mele a causa di una produzione al di sotto delle attese. Per le mele Golden di pezzatura medio-grande i prezzi vanno da 1,40 a 1,60 euro/Kg. Sebbene il livello di produzione non sia alto, la domanda è coperta pienamente.

Prezzi regolari che vanno da 1,00 a 1,50 euro/Kg anche per i finocchi, presenti in grandi quantità nei mercati, soprattutto per quanto riguarda il prodotto campano che presenta una buona qualità. Consigliate le lattughe e altri ortaggi a foglia come indivie e bietole poichè presentano un’ottima scaturita dall’assenza di gelate notturne. Per tutte le varietà di lattuga (cappuccio, gentile e romana) i prezzi vanno da 1,20 a 1,60 euro/Kg.

Per quanto riguarda il settore ittico, il buon tempo favorisce una buona attività di pesca.

Tra i pesci consigliati questa settimana, troviamo la gallinella molto presente nei mercati soprattutto di pezzatura medio-grande e con prezzi in calo intorno ai 23,00 euro/Kg a fronte dei 28,00 euro/Kg che si registravano alla fine del 2023. Ottimo rapporto qualità-prezzi anche per la palamita, della famiglia dei tonni, con prezzi in calo che vanno dai 5,00 ai 6,00 euro/Kg, contro i 10,00 euro/Kg delle scorse settimane. In questo periodo, nei mercati, troviamo soprattutto prodotto proveniente dal Mar Tirreno e in grandi quantità. Inoltre, tra le diverse varietà di tonno, è certamente uno tra i più gustosi e con una carne chiara e di alta qualità.

Ottimi i prezzi delle vongole o lupini che, a differenza di quelle veraci che costano molto, presentano prezzi convenienti che vanno dai 3,00 euro/Kg per la pezzatura minore fino a 6;00 euro/Kg per la pezzatura più grande.




Nomisma: presentazione ricerca “La transizione ecologica-energetica nel settore agroalimentare”. Il 30 gennaio a Roma

Martedì 30 gennaio 2024 a partire dalle ore 11 Nomisma in collaborazione con Philip Morris Italia organizza l’evento istituzionale “La transizione ecologica-energetica nel settore agroalimentare: strumenti, best practices, politiche a supporto”.

L’appuntamento, in programma a Roma presso Palazzo Rospigliosi, offre un dialogo tra Istituzioni e Organismi di rappresentanza settoriali sulle esigenze delle imprese agroalimentari e gli strumenti – attuali e futuri – a loro supporto, favorendo uno scambio attivo sulle azioni di sistema per un’adeguata evoluzione della filiera agroalimentare in Italia. Ad introdurre e moderare il dibattito istituzionale sarà il Presidente del Comitato Scientifico Nomisma Paolo De Castro.

Durante l’evento è prevista la partecipazione del Responsabile Agroalimentare Nomisma Denis Pantini per presentare la prima parte della ricerca “La transizione ecologia ed energetica e gli investimenti in innovazione nelle imprese agroalimentari italiane”. Tra i temi affrontati dall’indagine vi sono gli strumenti e le competenze a disposizione delle imprese, gli investimenti fatti in termini di transizione ecologica-energetica e gli ostacoli che ne hanno impedito lo sviluppo. La ricerca, infatti, vuole mettere in luce lo stato dell’arte della transizione eco-energetica nelle aziende agroalimentari italiane, raccogliendo informazioni sui processi in corso e, soprattutto, sulle esigenze future.

Programma

Introduce e Modera:

Paolo DE CASTRO | Presidente Comitato Scientifico NOMISMA

 

Presentazione della ricerca Nomisma “La transizione ecologia ed energetica e gli investimenti in innovazione nelle imprese agroalimentari italiane”:

Denis PANTINI | Responsabile Agroalimentare NOMISMA

 

La testimonianza delle imprese:

Mariateresa MASCHIO | Presidente FEDERUNACOMA

Federico VECCHIONI | Amministratore Delegato BONIFICHE FERRARESI Spa

Gennarino MASIELLO | Presidente ONT Italia e Vicepresidente nazionale COLDIRETTI

Cesare TRIPPELLA | Head of Leaf EU PHILIP MORRIS ITALIA

 

Tavola rotonda istituzionale:

Mario PEZZOTTI | Commissario Straordinario CREA

Luca DE CARLO | Presidente Commissione Agricoltura del SENATO

 

Conclusioni

Patrizio Giacomo LA PIETRA | Sottosegretario di STATO

 




I sette giorni ‘agricoli’ del Senato. Tutti gli appuntamenti

Si apre una settimana intensa di lavori per le commissioni Industria e Commercio e del Lavoro del Senato.

In 9ª COMMISSIONE (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare)

Martedì 23 gennaio

ore 15:00
Plenaria (n. 96)
AULA 9ª COMMISSIONE

SINDACATO ISPETTIVO
Interrogazioni
3-00784 sulle misure per tutelare la produzione di sughero dall’organismo nocivo “Coraebus undatus”
3-00816 sul nuovo regolamento europeo relativo all’etichettatura obbligatoria di vini e prodotti aromatizzati
SEDE REFERENTE
Esame
ddl 986 (d-l 4/2024 – Amministrazione straordinaria delle imprese di carattere strategico)
SEDE REDIGENTE*
Seguito della discussione
ddl 316 (Contrasto del bracconaggio ittico) – Relatrice: BIZZOTTO
ddl 931 (Imprenditoria giovanile nel settore agricolo), approvato dalla Camera dei deputati – Relatore: BERGESIO
SEDE CONSULTIVA
Seguito dell’esame congiunto
ddl 969 (Legge di delegazione europea 2022-2023), approvato dalla Camera dei deputati
Doc. LXXXVI n. 1 (Relazione programmatica 2023)
Doc. LXXXVII n. 1 (Relazione consuntiva 2022)
Relazione e pareri alla 4ª Commissione – Relatore: PAROLI
ore 16:30
Assemblea (n. 148)

Mercoledì 24 gennaio

ore 9:30
Plenaria (n. 97)
AULA 9ª COMMISSIONE

SEDE REFERENTE
Esame
ddl 986 (d-l 4/2024 – Amministrazione straordinaria delle imprese di carattere strategico)
SEGUITO ARGOMENTI NON CONCLUSI

al termine
Ufficio di Presidenza Integrato (n. 82)
AULA 9ª COMMISSIONE

PROGRAMMAZIONE LAVORI
ore 10:00
Assemblea (n. 149)

Giovedì 25 gennaio

ore 10:00
Assemblea (n. 150)




Ciocca (Lega): Inaccettabile che Ue e sinistra europea criminalizzino settore agroalimentare spingendo per diete vegane

Mentre l’Europa affronta gravi questioni interne, come il rallentamento delle industrie e dell’inflazione dilagante a causa di fattori geopolitici che ci vedono assenti sui grandi scenari internazionali, siamo costretti ad assistere ad un’Unione che perde tempo a discutere di fantasmi del passato e di Nutriscore. Un’Europa che ancora una volta ci impone la necessità di cambiare le abitudini alimentari prediligendo diete vegane al posto di quelle basate su proteine animali. Forse il deputato dei Verdi Francisco Guerreiro, che ha realizzato il documentario dal titolo “Carne: l’impronta insostenibile”, dimentica che la nostra dieta mediterranea è già la più apprezzata al mondo in termini di sostenibilità e salubrità. È inaccettabile che l’Europa e la sinistra europea ignorino le crescenti tensioni nel settore agricolo in tutta Europa, permettendo il prevalere delle multinazionali energetiche a discapito della produzione alimentare, favorendo il consumo di cibi sintetici e prodotti in laboratorio. L’Unione Europea si è allontanata totalmente dalla realtà e dai bisogni dei cittadini. È giunto il momento di una rivoluzione a partire dal 9 giugno. Basta con le imposizioni dall’alto e con una transizione verde ideologia e strumentale in grado solamente di danneggiare i cittadini. Basta ad un’Europa che criminalizza gli agricoltori, veri garanti del territorio. Rivoluzioniamola!”.

Così, Angelo Ciocca, europarlamentare della Lega, membro della commissione agricoltura, invita l’Europa a riflettere sulle sue priorità e a concentrarsi su temi reali e preoccupanti, invece di distrarre l’attenzione con tematiche che non rispondono ai reali bisogni dei cittadini.