Agrotecnici. Agea, Caa e Professionisti: finalmente un raggio di sole!

Non cè nulla di ufficiale ma lorizzonte è meno cupo per i liberi professionisti che operano (operavano, sarebbe meglio dire) nei CAA-Centri di Assistenza Agricola.

Infatti lemendamento (qui allegato),proposto dal Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati,allart. 7 dellemanando Decreto di riforma del settore sembra sia stato accolto, pertanto così rimuovendo la totale e radicale esclusione dei liberi professionisti dai CAA.

In altri termini lincompatibilità non sarà più totale ma limitata -e questo è giusto- alla prevenzione dei casi di conflitti diinteresse (una linea di separazione portata avanti con forza dal Direttore di Agea, Dott.Fabio VITALE e quanto mai necessaria).

Anche il Ministero dellAgricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, guidato dallOn. Francesco LOLLOBRIGIDA ha lavorato per recuperare, nei limiti del possibile, i liberi professionisti, e di ciò va dato atto.

Il testo del DM, emendato, fra pochi giorni sarà portato al confronto con le Regioni e quindi allapprovazione definitiva.

Restano aperti ancora due temi: quello del numero minimo di fascicoli per ciascun Operatore (che è stato ridotto a 200, rispetto ai 350 inizialmente previsti) e della percentuale minima di fascicoli che ciascun CAA deve avere per essere autorizzato ad operare in ogni ambito territoriale doveesiste un OP-Organismo Pagatore (cioè alcune Regioni mentre AGEA è Organismo Pagatore nazionale); è evidente che una soglia numerica anche minimamente elevatametterebbe fuori gioco i CAA di origineprofessionale, che sono vere e proprie boutique della consulenza agraria.

Se quanto oggi noto sarà confermato possiamo dirci davvero soddisfatti afferma Roberto Orlandi, Presidente del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati-. Non potevamo certo pensare di modificare il giudicato del Consiglio di Stato del 2022 (sentenze n.ri 2271, 2272, 2277, 2369 e 2721), che hastabilito lobbligo del rapporto di dipendenza per essere Operatori del CAA, ma abbiamo ottenuto limportante risultato di definire compiutamente la casistica dei conflitti di interesse in modo che vi sia ancora spazio per i liberi professionisti.Anche sul problema del numero dei fascicoli e sulle percentuali per poter operare siamo confidenti: continuiamo infatti linterlocuzione con MASAF ed AGEA. Anzi per noi questo dialogo è fondamentale anche per i futuri sviluppi della questione.

Quello che pareva dover essere latto di esclusione definitiva dei liberi professionisti dai CAA si sta trasformando nellinizio delloro rientro.

 

 

 

 

 




Agea esclude i laureati in Scienze agrarie da concorso. Va avanti nel frattempo la causa su Convenzione Caa, a febbraio in Consiglio di Stato

L’Agenzia per le erogazioni in agricoltura indice un concorso ed esclude i laureati in agricoltura, ovvero gli agrotecnici.

Con la determinazione n.53 del 26 agosto 2021, con cui viene indetto il concorso pubblico per titoli ed esami per il reclutamento di sei dirigenti di seconda fascia per i ruoli dirigenziali dell’agenzia all’articolo 2 relativo ai “requisiti generali per l’ammissione” alla lettera C viene richiesta la laurea in Scienze economiche e gestione aziendale, Scienze dei servizi giuridici e Scienze politiche. Ma niente Scienze agrarie.

Premesso che la scelta è di assoluta discrezionalità della Pubblica amministrazione come una serie di precedenti giudiziari dimostra, si tratta di un caso anomalo.

Lo stesso Concorso per titoli ed esami per la copertura di 3 posti dirigenziali a tempo indeterminato di seconda fascia infatti indetto il 25 ottobre del 2011 con la DGU 2011.221 includeva – come di consueto – anche i laureati in Scienze agrarie.

Va avanti intanto la querelle tra il direttore generale Gabriele Papa Pagliardini e i liberi professionisti, i periti agrari e gli agrotecnici a causa dell’esclusione dalla Convenziona Caa dal poter operare all’interno del sistema Sian.

Dopo che il Tar ha dato ragione ai liberi professionisti, ora Agea ha fatto ricorso in appello. La partita si giocherà il prossimo febbraio al Consiglio di Stato.

Era già stato scritto:

Convenzione Caa-Agea. Tar dà torto a Pagliardini: “interpretazione Antitrust insussistente in fatto”. La sentenza e le reazioni

Per saperne di più:

Caa-Agea, in tribunale 1milione e 650mila professionisti per dire ‘no’ a Convenzione. Alla prima udienza del 26 anche i notai, i giornalisti, gli ingegneri, gli architetti, i chimici, etc etc




Cassa di previdenza agrotecnici. Piu’ welfare e pensioni piu’ alte con il nuovo regolamento previdenziale

Dopo un lungo iter, durato molti mesi, i Ministeri del Lavoro e dell’Economia hanno definitivamente approvato importanti modifiche al Regolamento previdenziale della Cassa degli Agrotecnici ed Agrotecnici laureati (Presidente Giorgio PIAZZA, VicePresidente Sergio RETINI, Coordinatore Alessandro MARASCHI, Direttore Generale Roberto DIACETTI), inclusa nella Fondazione ENPAIA, che innova profondamente, ed in meglio, le regole cui sono previdenzialmente soggetti i liberi professionisti. Vediamo in sintesi i punti salienti:

–   a partire dal 1 gennaio 2022 il contributo integrativo (quello dovuto dai clienti dei professionisti, da questi ultimi riscosso e poi riversato alla Cassa previdenziale) passa dal 2% al 4%. Le maggiori somme che così entreranno saranno destinate interamente a vantaggio dei professionisti previdenti, con misure di welfare attivo, che così ne godranno pienamente senza dover pagare un solo euro in più rispetto ad ora;

–   in particolare l’ulteriore 2% integrativo verrà destinato: nella misura dell’1,50% ad incrementare i “montanti contributivi” (cioè la somma individuale di ciascun previdente che serve a determinare l’assegno pensionistico), l’effetto sarà quello di avere pensioni finali significativamente più alte (maggiormente ove continui, anche nei prossima anni, la politica degli extra-rendimenti dei montanti contributivi che la Cassa Agrotecnici, prima in assoluto a farlo, applica dal 2012) altresì rafforzando il principio della solidarietà collettiva. La restante aliquota dello 0,50% servirà ad incrementare il “Fondo di assistenza sanitaria integrativa” da poco costituito;

–   detto “Fondo sarà accessibile a tutti i previdenti in regola con gli adempimenti contributivi ed il Comitato Amministratore della Gestione previdenziale è intenzionato ad utilizzarne le risorse per offrire, fra l’altro, polizze collettive, integrative alle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale;

–   con il nuovo “Fondo di solidarietà per provvidenze straordinarie”, inoltre, il Comitato Amministratore della previdenza degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati intende prevedere benefici agli iscritti, nonchè ai loro coniugi e ai familiari fiscalmente a carico, che vengano a trovarsi in condizioni di particolari necessità o bisogno (come quelle, ad esempio, determinate da decesso, malattia o infortunio gravi, pandemia ed eventi naturali imprevedibili, ovvero per la nascita dei figli e per sostegno nel percorso scolastico-universitario).

”L’approvazione governativa di queste modifiche al Regolamento previdenziale -ricorda Alessandro Maraschi, Coordinatore del Comitato Amministratore- realizza uno degli obiettivi strategici, rispetto ai quali l’attuale Comitato si è battuto sin dal suo insediamento; al riguardo deve essere rimarcato come l’aumento del contributo integrativo al 4% non sia a carico dei professionisti, ma a loro vantaggio In quanto pagato dalla clientela, sia pubblica che privata. Dunque i nostri professionisti non pagheranno un solo euro in più, mentre le risorse aggiuntive saranno tutte utilizzate in loro favore.

Rammento -prosegue Maraschi- che siamo la prima Cassa di previdenza nel panorama italiano ad aver ottenuto nel 2014, con sentenza del Consiglio di Stato, la possibilità di rivalutare i contributi versati in misura maggiore rispetto agli indici di legge, così aumentando le pensioni dei nostri iscritti, anche in questo caso senza richiedere loro nemmeno un euro in più rispetto a quanto pagavano prima. La nostra è una modalità così performante da essere stata poi “copiata” da altre Casse previdenziali.”.

Anche il Presidente del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati, Roberto Orlandi, si è detto molto soddisfatto del risultato “Poter avere una Cassa di previdenza forte e capace di policy innovative è fondamentale per garantire il futuro dei nostri professionisti. Peraltro la concertazione fra Albo e Cassa ha consentito in questi anni di realizzare politiche comuni e raggiungere la primazia nel settore agrario; da 9 anni l’Albo degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati è ininterrottamente il primo come numero di candidati agli esami abilitanti ed altrettanto, da 9 anni, la Cassa di previdenza Agrotecnici/ENPAIA è di gran lunga la prima come numero di giovani che si avviano alla professione per la prima volta. L’incremento è infatti del 6,40% all’anno, per nove anni ininterrottamente. Possiamo perciò dire, senza tema di smentita, che insieme Albo e Cassa generano lavoro e ricchezza per i propri iscritti, come nessun altro.”

 

Conclude Maraschi ritenendo questo risultato “un ottimo biglietto da visita” anche per chi in questi giorni si accinge a partecipare all’esame di Stato per l’abilitazione alla professione: il termine per presentare la domanda di partecipazione agli esami abilitanti alla professione di Agrotecnico ed Agrotecnico laureato scade il 26 agosto 2021 (tutte le informazioni al sito www.agrotecnici.it).




Esami abilitanti, Bianchi rompe gli indugi e firma ordinanza a poche ore da ultimatum della denuncia annunciata. Mai così tardi nella storia

Il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi alla fine ha rotto gli indugi e da quanto apprende AGRICOLAE ha firmato questa mattina l’ordinanza per gli esami abilitanti degli agrotecnici.

L’ultimatum era previsto per domani quando, il presidente degli agrotecnici, avrebbe denunciato il ministro dopo averlo diffidato qualche giorno fa.

Un ritardo anomalo che non si era mai ripetuto prima. Negli ultimi anni le Ordinanze sono state pubblicate nelle seguenti date: 

 20 2019 maggio
 2019 7 maggio
 2018 25 maggio
 2017 28 aprile
 2016 15 aprile
 2015 8 maggio
 2014 9 maggio
La motivazione del ministero, da quanto apprende AGRICOLAE, sembra che fosse riconducibile al fatto che, dopo anni e anni (circa una ventina) il ministero si fosse accorto dell’esigenza di un ulteriore decreto mai prima d’ora concepito e di cui non si comprende la ragione, visto che, ad esempio, il “corrispondente” Ministero dell’Università, guidato dalla Prof.ssa Maria Cristina Messa (e che gestisce un maggior numero di esami professionali abilitanti) ha regolarmente pubblicato alle normale scadenze tutte le ordinanze dei propri esami abilitanti, ovviamente da svolgere con modalità da remoto, in relazione all’epidemia da COVID 19.
Era già stato scritto:

Esami, per ministro Bianchi i predecessori (e relative strutture) hanno sempre sbagliato. E Agrotecnici lo diffidano

Esami abilitanti 2021. Ultima chiamata: se venerdi’ 23 non esce l’ordinanza scattera’ la denuncia a ministro Bianchi




L’Abbate (M5S): Agronomi e agrotecnici potranno redigere perizie per credito d’imposta 4.0

“I dottori agronomi e forestali, gli agrotecnici laureati e i periti agrari potranno redigere le perizie tecniche per accedere al credito d’imposta Agricoltura 4.0. È stato, infatti, approvato l’emendamento del MoVimento 5 Stelle al Dl Semplificazioni e Governance del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)”. Lo dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate, esponente M5S in commissione Agricoltura.

“Si tratta di una opportuna modifica normativa – prosegue – che fa sì che le imprese del comparto primario possano continuare ad affidarsi ai propri tecnici di fiducia anche per ottenere i benefici connessi al credito d’imposta 4.0, esteso alle azioni di investimento delle aziende agricole grazie alla Legge di Bilancio 2020. Sino ad oggi, infatti, per accedere al beneficio le imprese dovevano produrre una perizia asseverata che poteva essere rilasciata solo da un ingegnere o da un perito industriale, iscritti nel rispettivo albo professionale. Non appena il Dl Semplificazioni e Governance sarà convertito definitivamente in legge, invece, le aziende agricole potranno contare su figure professionali che meglio conoscono le caratteristiche del comparto primario come dottori agronomi e forestali, agrotecnici laureati e periti agrari” conclude.




Ministro Bianchi: Tre mesi per una firma, e gli esami non si celebrano. Gli agrotecnici perdono la pazienza e lo diffidano

L’inerzia del Ministro costringe migliaia di giovani a presentare la domanda di abilitazione professionale nella settimana di Ferragosto. Mai peggio di così (alla faccia del Recovery plan!).

Si sperava che l’arrivo del Prof. Patrizio BIANCHI, che vanta significative esperienze gestionali (è stato anche Assessore alla formazione, ricerca ed università della Regione Emilia-Romagna, per due mandati. E rettore dell’Università di Ferrara), al Dicastero di viale Trastevere portasse un miglioramento nell’efficienza dell’attività ed invece è successo il contrario: gli atti a firma del Ministro non sono mai stati così in ritardo come adesso.

Il caso degli esami abilitanti all’esercizio delle professioni di Agrotecnico, Geometra, Perito agrario e Perito industriale rappresentano un caso macroscopico ed eclatante. Le Ordinanze di ciascun esame sono state condivise fra la struttura tecnica del Ministero (peraltro, sempre più carente di risorse umane, che non vengono rimpiazzate) e gli ordini professionali fin dal 16 aprile, con la previsione di essere poi pubblicate nel mese di maggio, come sempre avvenuto.

I giovani laureati e diplomati che intendono avviarsi al mondo del lavoro autonomo hanno infatti 30 giorni di tempo, dalla pubblicazione dell’Ordinanza, per presentare domanda di partecipazione agli esami, mentre gli Albi professionali debbono poi controllare ed istruire tutte le domande pervenute (il cui numero determina anche la composizione delle Commissioni giudicatrici).

Negli ultimi anni le Ordinanze sono state pubblicate nelle seguenti date:

− 2020

− 2019

− 2018

− 2017

− 2016

− 2015

− 2014

19 maggio 7 maggio 25 maggio 28 aprile 15 aprile 8 maggio 9 maggio

e mai la pubblicazione è avvenuta oltre il mese di maggio.

Per quanto riguarda l’Albo degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati c’è poi un ulteriore vincolo, il Decreto n. 176/1997 prevede espressamente che la specifica Ordinanza debba essere comunque emanata “non oltre il 30 giugno” d’ogni anno; un termine che ha natura “perentoria” ed il cui superamento, pertanto, potrebbe integrare l’omissione di atti d’ufficio.

Arrivate sul tavolo del Ministro Bianchi fra aprile e maggio, le Ordinanze lì si trovano tuttora a prendere polvere, perché il Ministro non le ha ancora firmate.

Ed a nulla sono valsi i molti solleciti -informali ed infine formali- rivolti dall’ordine professionale sicché, superata anche la data “limite” del 30 giugno senza ricevere alcuna certa informazione, al Collegio Nazionale degli Agrotecnici -per tutelare gli oltre 1.200 giovani candidati ai propri esami- altro non è restato che procedere (il 9 luglio scorso) a diffidare il Ministro Bianchi ad emanare il provvedimento, perché dovuto, avvisandolo che se non lo avesse fatto entro 10 giorni (cioè entro il prossimo 19 luglio) si sarebbe proceduto a segnalare l’omissione alla Procura della Repubblica di Roma, contemporaneamente chiedendo la nomina di un Commissario ad acta che adotti l’Ordinanza in luogo del Ministro inadempiente.

In ogni caso, anche ove l’Ordinanza venisse firmata e pubblicata nei termini della diffida, per migliaia di giovani diplomati e laureati il 2021 sarà un anno davvero complicato, perché il termine di presentazione delle domande coinciderà con la settimana che comprende Ferragosto!

Tutto questo avviene senza che il Ministero abbia mai benché minimamente informato gli Albi professionali coinvolti che si paventava un così lungo ritardo sicché, in assenza di qualunque informazione, i candidati sono stati precipitati nella più totale incertezza e molti di loro hanno già rinunciato ad abilitarsi: andranno forse ad ingrossare la fila dei NEET (coloro che non studiano più nè lavorano) dando così magari al Ministro l’occasione di farci un bel Convegno sopra.

“Siamo mortificati ed amareggiati -ha dichiarato il Presidente del Collegio Nazionale, Roberto ORLANDI- dal vedere tanto disinteresse e trascuratezza per il destino di migliaia di giovani che chiedono semplicemente di poter accedere al mondo del lavoro, perciò obbligati a sostenere un esame abilitante, che viene loro reso incredibilmente disagevole, fino ad indurli a rinunciarvi. Ma la più grande amarezza è vedere che tutto questo avviene per mano di un Ministro di cui avevamo stima.”

Con prove di efficienza come questa, come si può immaginare che il nostro Paese sia in grado di spendere in maniera decorosa le molte risorse del Recovery fund, che destina al Ministero di Patrizio BIANCHI ben 31,9 miliardi di euro?

 

Di seguito la Pec di diffida degli Agrotecnici al Min. Bianchi: 

Comunicato Stampa 15.7.2021 – Allegato Diffida Ministro Bianchi – VERSIONE GIORNALISTI




Esami, per ministro Bianchi i predecessori (e relative strutture) hanno sempre sbagliato. E Agrotecnici lo diffidano

Il Collegio degli Agrotecnici ha diffidato il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Motivo del contendere: la mancata firma dell’ordinanza per poter svolgere gli esami di abilitazione.

Da fonti interne al Ministero di viale Trastevere AGRICOLAE apprende che l’ordinanza ministeriale che avvia la sessione 2021 degli esami abilitanti alla professione, che sarebbe dovuta uscire tre mesi fa, è ancora ferma presso il Gabinetto del Ministro, diretto dal Consigliere Luigi Fiorentino, in quanto sembrerebbe che ci sia uno stallo all’interno del ministero, soprattutto considerato che negli ultimi anni le Ordinanze sono state pubblicate sempre entro il mese di maggio (al più tardi).

Da quanto apprende AGRICOLAE infatti, sembrerebbe che ci sia uno stallo all’interno del ministero, soprattutto considerato che negli ultimi anni le Ordinanze sono state pubblicate sempre entro il mese di maggio (al più tardi).

Precisamente: nel 2020 il 19 maggio; nel 2019 il 7 maggio; nel 2018 il 25 maggio; nel 2017 il 28 aprile; nel 2016 il 15 aprile; nel 2015 l’8 maggio e nel 2014 il 9 maggio.

Ora, dopo anni e anni (circa una ventina) il ministero sembra essersi accorto che serve un ulteriore decreto mai prima d’ora concepito e di cui non si comprende la ragione, visto che, ad esempio, il “corrispondente” Ministero dell’Università, guidato dalla Prof.ssa Maria Cristina Messa (e che gestisce un maggior numero di esami professionali abilitanti) ha regolarmente pubblicato alle normale scadenze tutte le ordinanze dei propri esami abilitanti, ovviamente da svolgere con modalità da remoto, in relazione all’epidemia da COVID 19.

Ci si chiede pertanto se questo “ulteriore” decreto sia davvero necessario oppure si tratta di un semplice stallo e/o dimenticanza, da così giustificare.

Fatto sta che – da quanto si legge nella diffida di cui AGRICOLAE è entrata in possesso- sembra che la strada sia quella dell’autorità giudiziaria. A meno il Ministro Bianchi non provveda a quanto deve entro il 19 luglio, cioè nei 10 giorni concessi dalla diffida degli Agrotecnici.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la diffida:

DIFFIDA




Convenzione Caa-Agea, Agrotecnici: al Tar Pagliardini perde ancora

Con la sentenza n. 6940/2021, pronunciata a seguito del ricorso del CAA “CANAPA” (il Centro Agricolo di Assistenza di riferimento per gli Agrotecnici e gli Agrotecnici laureati), il TAR Lazio ha annullato la delibera di AGEA che escludeva i liberi professionisti dal settore dei CAA, esclusione perpetrata tramite il diabolico marchingegno di inibire ai liberi professionisti l’accesso al SIAN (il Sistema Informativo Agricolo Nazionale), consentendolo invece ai soli dipendenti dei CAA, in questo modo peraltro “consegnando” l’intero settore al monopolio dei CAA delle Organizzazioni datoriali/sindacali agricole.

 

La violenta e brutale emarginazione dei liberi professionisti, pervicacemente voluta dal Direttore di AGEA Gabriele PAPA PAGLIARDINI, era in se emblematica, perchè la posta in gioco non erano soltanto i 2.500 posti di lavoro dei liberi professionisti in tal modo esclusi e la possibilità dei CAA di professionisti di continuare ad esistere come tali -comunque non poco-, ma era soprattutto la libertà di iniziativa economica ed il “diritto al lavoro”, garantito costituzionalmente.

 

Per questo il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati si era fermamente battuto per impedire questo scellerato disegno, per garantire ai professionisti il legittimo esercizio del diritto a svolgere la loro attività, contro la nascita di un monopolio di fatto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Adesso il TAR con la sentenza n. 6940/2021 (la terza di questo tipo, dopo quelle riferite ai CAA Liberi professionisti e SAE, di identico contenuto) ha rimesso le cose al loro posto, annullando la delibera del Direttore PAPA PAGLIARDINI che imponeva la totale emarginazione dei liberi professionisti dai CAA, peraltro da costui curiosamente adottata mentre era azionista di una Società riconducibile ad una Organizzazione datoriale “che beneficia dei fondi comunitari erogati da AGEA”, circostanza a tutti ignota e resa nota da una interrogazione parlamentare del Sen. Saverio DE BONIS ed altri (a seguito di quella rivelazione il Direttore di AGEA vendette precipitosamente le sue quote).

 

I Giudici amministrativi hanno basato la decisione di annullamento della delibera di AGEA sui seguenti principi, che rappresentano certamente una garanzia anche per il futuro:

 

–  non esiste (come affermato dal Direttore di AGEA) “una superiorità di un modello organizzativo (dei CAA) basato sui lavoratori dipendenti rispetto ad una struttura che si basi su collaborazioni con liberi professionisti”;

 

–  l’ordinamento richiede ai liberi professionisti “requisiti più stringenti di quelli chiesti ai dipendenti”;

 

–  la maggior efficienza del modello organizzativo “solo dipendenti” è priva di motivazioni per cui “non risulta sussistere in fatto”;

 

–  il modello organizzativo “solo dipendenti”, imposto dal Direttore PAPA PAGLIARDINI “non risulta congruente con la perseguita finalità di consentire un processo di efficientamento dei CAA e, per il tramite di questo, di AGEA”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Al netto della prosecuzione della lite giudiziaria nei successivi gradi di giudizio -dichiara Roberto Orlandi, Presidente del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati-, ora che la verità è stata ripristinata alcune riflessioni sono necessarie, e riguardano tutte il ruolo dell’attuale Direttore di AGEA, che per 18 mesi ha impegnato l’Agenzia in uno scontro frontale con i liberi professionisti cercando di letteralmente “eliminarli” dal SIAN, così oggettivamente favorendo i CAA di emanazione datoriale/sindacale.

Era questa la prima e la principale necessità di AGEA? Un Ente spesso protagonista -come vittima- di frodi milionarie di contributi europei avrebbe forse dovuto dedicare a questo fronte ogni sforzo!

Un Ente oggetto di critiche quotidiane da parte degli imprenditori agricoli e dei suoi fruitori per inefficienze e ritardi non avrebbe forse dovuto impegnarsi a migliorarsi? Va ricordato, ad esempio        -uno fra i tanti-, che dopo oltre 4 anni e mezzo dalla sua indizione (avvenuta nel settembre 2016) la gara per la gestione del SIAN di AGEA non risulta ancora interamente conclusa (e lo sarà, forse, nel 2022): oltre cinque anni per concludere una gara che prevede una durata del servizio di cinque anni!

Tutto questo mentre l’impegno del Direttore di AGEA è apparentemente soprattutto rivolto ad “eliminare” dal SIAN i liberi professionisti.

Invito il Direttore Papa Pagliardini -prosegue Orlandi- a trarre le debite conseguenze dei risultati dei suoi atti, dimettendosi. Ed ove egli non abbia questa sensibilità istituzionale dovrebbe essere il Ministro Stefano PATUANELLI, persona degnissima e lontanissima da queste vicende, ad accompagnarlo alla porta.”




Agrotecnici più forti del Covid. Approvato oggi il bilancio della Cassa di previdenza: occupati + 5,40% entrate + 9,60%

Non tutta l’Italia è stata piegata dalla crisi economica indotta dall’epidemia di COVID-19; non ovunque c’è disoccupazione crescente. Esistono “isole” di resistenza dove l’occupazione cresce, nonostante il settore di riferimento arretri.

Un miracolo? No, tutt’altro. Solo un esempio di cosa si possa ottenere quando un Albo è realmente al servizio dei propri iscritti. Oggi infatti la Cassa di previdenza degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati (presso ENPAIA) ha licenziato il bilancio consuntivo 2021 (che è stato poi approvato dalla principale Fondazione ENPAIA), che presenta risultati a dir poco straordinari. Quello più eclatante è relativo al numero degli occupati (che, trattandosi di una Gestione previdenziale di liberi professionisti, si misura con il numero delle nuove P.IVA aperte), aumentato del + 5,40% rispetto all’anno precedente.

Sembra incredibile, ma nell’anno del COVID gli Agrotecnici liberi professionisti in attività crescono ancora di oltre il 5%; nessuna altra professione, e certamente del settore agrario, ha fatto altrettanto.

Nemmeno può dirsi che il risultato sia frutto di eventi straordinari favorevoli, perchè la Cassa previdenziale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati vede aumentare i propri occupati ininterrottamente da ormai nove anni; di seguito il dato:

Saldo netto (nuove P.IVA aperte, diminuite di quelle chiuse) degli iscritti alla Cassa Agrotecnici ed Agrotecnici laureati

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2019

Media annuale

2020

+6,03% +5,25% +5,56% +7,87% +8,88% +5,30% +6,97% +6,93%

+6,60%

+5,40%

Significativo anche il saldo delle entrate previdenziali, cresciuto del + 9,60% rispetto al 2019; va comunque detto che questo dato non riflette ancora pienamente gli effetti della crisi economica sui redditi dei professionisti.

Per il particolare meccanismo che riguarda tutte le Casse di previdenza dei professionisti, infatti, la dichiarazione reddituale perviene sfalsata di due anni, e quindi l’aumento delle entrate riflette più che altro l’andamento economico del 2019 -ed il forte incremento dell’occupazione registrato nel 2020-, anche se rimane un ottimo viatico per il futuro.

Continua a rimanere pressochè irrilevante il numero dei pensionati, che sono appena il 2,36% del totale degli iscritti, presentando il rapporto più basso in assoluto fra tutte le Casse di previdenza dei professionisti, a dimostrazione della giovane età degli Agrotecnici.

Soddisfazione per i risultati è stata espressa dal Coordinatore del Comitato Amministratore della Gestione previdenziale, Agr. Dott. Alessandro MARASCHI “Il 2020 è stato un anno veramente difficile, noi abbiamo dato il massimo, rimanendo vicino a tutti i nostri iscritti, senza trascurare nessuno, ed i risultati ci hanno dato ragione. I professionisti Agrotecnici si riconoscono nelle policy gestionali e nelle costanti sinergie con l’Albo professionale. Una cosa è certa -conclude Maraschi- gli Agrotecnici sono una categoria professionale capace di creare ricchezza e lavoro. E’ probabilmente anche per questa ragione che l’Albo degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati è da molti anni il primo nel settore agrario come numero di candidati, nell’ultimo biennio raccogliendo addirittura oltre il 50% delle preferenze dei giovani diplomati e laureati che scelgono una professione agraria”.

Il bilancio sarà pubblicato nel sito della Cassa di previdenza (link: https://gestioneagrotecnici.enpaia.it/) nei prossimi giorni.




Lavoro, domani l’udienza di merito nel ricorso dell’Albo degli Agrotecnici contro l’esclusione dei liberi professionisti dai CAA

Ancora 24 ore. Poi lo scontro fra i professionisti del settore agrario ed AGEA, l’Agenzia statale che governa le risorse per l’agricoltura (e che, incredibilmente, vuole escludere i liberi professionisti dalla possibilità di presentare domande per le imprese agricole), prenderà forma nelle aule del TAR Lazio.

Ma con una evidente anomalia. Se gli Albi professionali del settore agrario sono tre (Agrotecnici ed Agrotecnici laureati, Dottori Agronomi e Forestali, Periti agrari) solo uno di loro si è opposto in giudizio all’assurda pretesa di AGEA, proponendo un diretto ricorso al TAR: l’Albo degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati.

Gli altri hanno deciso di non citare AGEA in giudizio (risulterebbe -ma non abbiamo conferme- un ricorso dei Periti agrari, tuttavia presentato “ad adiuvandum”, cioè “in aggiunta”, “a sostegno” di un altro ricorso, proposto da un CAA privato. E dunque senza un’azione diretta).

Vanno invece segnalati altri tre ricorsi “ad adiuvandum”, i primi due, rispettivamente presentati uno dall’EPAP, la Cassa pluricategoriale che comprende anche gli Agronomi (unico Ente di quella categoria a sostenere i professionisti in questa battaglia) e l’altro dalla Cassa AGROTECNICI/ENPAIA, a sostegno del ricorso principale del relativo Collegio Nazionale; il terzo ricorso è del CUP, il Comitato Unitario dei Professionisti (la principale organizzazione delle professioni italiane), che ha inteso dar sostegno al ricorso principale degli Agrotecnici.

Al riguardo si deve evidenziare come, in questa vicenda, le Casse di previdenza ed il CUP non siano nella condizione di diritto di poter direttamente ricorrere e pertanto, per loro, il ricorso “ad adiuvandum” -unica possibilità consentita- non è una fuga dalle responsabilità ma, al contrario, la piena assunzione di esse.

La posta in gioco nel ricorso di domani.

Formalmente all’esame dei giudici amministrativi ci sarà la “Convenzione”, imposta da AGEA a tutti i CAA, che entrerà a pieno regime il 30 settembre 2021 e che fa divieto ai liberi professionisti di poter operare e gestire uffici dei CAA accedendo al SIAN-Servizio Informativo Agricolo Nazionale. Da quella data infatti l’accesso sarà riservato solo a lavoratori dipendenti (nonostante essi siano mediamente assai meno qualificati e competenti rispetto ai liberi professionisti).

L’effetto dell’entrata in vigore della “Convenzione” imposta da AGEA sarà di espellere dal settore 2.500-3.000 liberi professionisti, i quali non potranno infatti più presentare domande accedendo al SIAN, di fatto impossibilitati a proseguire l’attività. Ma la vera posta in gioco non è (solo) rappresentata da 2.500 nuovi disoccupati, per mano di una Agenzia governativa. La posta in gioco è ben più alta: è il diritto al lavoro, la libertà di poter svolgere la propria attività (teoricamente garantita dall’art. 4 della Costituzione), a fronte del precipizio di un monopolio sindacale che priva le imprese della possibilità di scegliere il consulente di fiducia od il migliore servizio di assistenza. Concorrenza e libertà di attività economica da un lato, monopolio oscurantista e coercizione dall’altro.

Questo è il vero oggetto dello scontro giudiziario che si svolgerà domattina al TAR ed a combatterlo direttamente, in prima persona, senza timori reverenziali verso nessuno, solo un Albo professionale: quello degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati.




Pnrr, Agrotecnici: Bene tutela territorio e acque. Ottimo il potenziamento degli ITS e soppressione esame abilitante accesso agli Albi.

E’ un giudizio ampiamente positivo, quello del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati sul PNRR, il cui contenuto intercetta certamente tutti i principali temi legati al cambiamento climatico ed alla salvaguardia del territorio.

“Siamo consapevoli -afferma Roberto ORLANDI, Presidente del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati- che il PNRR non è la panacea, non è la soluzione per tutti i problemi del nostro Paese, ma va dato atto che l’impostazione data dal premier Mario DRAGHI è quella giusta”.

Gli Agrotecnici infatti giudicano significativa l’attenzione dedicata alla lotta al cambiamento climatico, alla tutela della biodiversità ed alla sicurezza nell’approvvigionamento idrico, che è fondamentale nell’attività agricola. L’attenzione all’ambiente, nel PNRR, è ovunque molto alta; fra l’altro, la Misura di investimento 3.1 è dedicata espressamente alla “Tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano”, con uno specifico investimento di significativo importo.

“Sposiamo totalmente -prosegue Orlandi- l’attenzione che il Governo ha dedicato al tema dell’Istruzione e della Ricerca, che significa più forza agli ITS-Istituti Tecnici Superiori, nei quali abbiamo sempre creduto, ed un maggior legame fra mondo del lavoro e delle professioni ed i sistemi di formazione ed istruzione. Ci auguriamo pertanto che vengono riviste e cancellate le riforme degli ultimi 15 anni, che hanno licealizzato e distrutto l’istruzione tecnica e professionale italiana.

Benissimo la soppressione dell’esame di Stato abilitante; così com’è fatto oggi serve davvero a poco, non risultando affatto idoneo a selezionare i più vocati alla libera professione. In compenso impegna per molti mesi i futuri professionisti ed altresì risorse ingenti da parte degli Ordini professionali.

Confidiamo che il PNRR sia anche l’occasione per rivedere le -poco utili- “lauree professionalizzanti”, che si pongono in concorrenza con gli ITS e non aggiungono nulla all’ampia flessibilità della didattica universitaria, oggi garantita dall’autonomia degli Atenei. Del resto, se tutte le lauree diventano “abilitanti”, a che serve mai una laurea “professionalizzante”, che ha l’unico pregio di essere “abilitate” e così far direttamente accedere ad una professione ordinistica?”

Sul tema del superamento dell’esame di Stato abilitante gli Agrotecnici, nei mesi scorsi, avevano fatto pervenire al Governo proposte normative.

Il PNRR così come costituito rappresenta davvero una occasione per cambiare in meglio l’Italia: propone riforme di sistema; taglia antichi nodi gordiani; razionalizza i sistemi della formazione e della ricerca; introduce concorrenza, in particolare nel settore degli ordini professionali. Bisognerà tuttavia vigilare perchè i molti buoni propositi enunciati non si disperdano sotto l’aggressione dei mille interessi particolari, dei piccoli e grandi centri di potere tesi a conservare lo status quo.




Convenzione Agea-Caa: anche la Calabria dice “No”

Ad un mese dall’udienza di merito al TAR Lazio, che deciderà i destini dei circa 2.500 liberi professionisti espulsi dai CAA (e perciò destinati alla disoccupazione), per volontà del Direttore di AGEA Gabriele PAPA PAGLIARDINI, anche la Calabria prende posizione e ne contesta le scelte.

 

Con la mozione n. 53, approvata dal Consiglio Regionale della Calabria il giorno 11 marzo scorso, l’organo politico ha deliberato di:

“chiedere al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali di intervenire al fine di scongiurare l’esclusione dei liberi professionisti dal Centri di Assistenza Agricola, chiedendo la modifica della Convenzione tra AGEA e i CAA.”

 

La Calabria è la quarta Regione ad essersi schierata contro AGEA ed in difesa del diritto al lavoro dei liberi professionisti; prima di lei lo hanno fatto le Marche, l’Emilia-Romagna e la Sicilia, ed altre seguiranno perchè i Collegi territoriali degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati, coordinati dal Collegio Nazionale, stanno ovunque sensibilizzando gli eletti nelle Regioni.

“Rinnovo l’invito -ha dichiarato Roberto ORLANDI, Presidente Nazionale degli Agrotecnici- al nuovo Ministro delle Politiche Agricole, Sen. Stefano PATUANELLI, di intervenire con urgenza, anzitutto rinviando l’entrata in vigore della Convenzione AGEA, previsto per il 31 marzo prossimo, perlomeno in attesa che si conosca l’esito del ricorso presentato dal Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati e che sarà discusso il 27 aprile prossimo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Poi il Ministro dovrà affrontare seriamente la questione della compatibilità circa la permanenza di PAGLIARDINI alla guida AGEA, un Ente con compiti rilevatissimi, anche alla luce dei potenziali conflitti di interesse evidenziati dalla vicenda “AGRI.REVI” e dei pesanti rilievi mossi alla gestione di AGEA dalla Corte dei Conti nell’ultimo referto”.

 

La mozione della Regione Calabria è stata presentata dal Consigliere Giuseppe GRAZIANO (Unione di Centro), a cui va il ringraziamento di tutti gli Agrotecnici italiani, e votata compattamente dai Gruppi consiliari di FORZA ITALIA, JOLE SANTELLI PRESIDENTE, CASA DELLE LIBERTA’, FRATELLI D’ITALIA, LEGA SALVINI, UNIONE DI CENTRO, MISTO.




Esclusione dei professionisti dai Caa: agrotecnici chiedono a Patuanelli di rinviare la scadenza del 31 marzo

Torna di attualità l’arci-nota vicenda dell’esclusione dei liberi professionisti dai CAA-Centri Agricoli di Assistenza, che comporterà la chiusura dei CAA professionali e precipiterà nella disoccupazione 2.000-2.500 liberi- professionisti (a tutto vantaggio dei CAA sindacali, che ne raccoglieranno la clientela), tutto per volontà dell’attuale Direttore di AGEA Gabriele PAPA PAGLIARDINI.

E’ infatti ormai prossima l’entrata in vigore la nuova disciplina: il 31 marzo. A quella data la metà degli operatori dei CAA dovranno essere dipendenti, il che significa che i CAA dei professionisti dovranno espellere e chiudere le utenze alla metà dei loro operatori.

Una cosa all’evidenza gravissima ed insensata, contro la quale il Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati si è opposto con tutte le sue forze trascinando in giudizio AGEA.

L’udienza del ricorso degli Agrotecnici si terrà al TAR Lazio il 27 aprile prossimo (quindi dopo l’entrata in vigore delle nuove e penalizzanti regole volute da PAGLIARDINI), per questa ragione il Presidente del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati Roberto ORLANDI ha formalmente chiesto al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Stefano PATUANELLI di rinviare l’applicazione delle nuove regole volute da AGEA a dopo la pubblicazione della sentenza.

Si tratta solo di pochi mesi, che non cambierebbero nulla nelle pretese di AGEA (ammesso che il TAR gliele confermi), ma che invece risultano fondamentali per garantire ai CAA di poter svolgere in serenità l’attività di presentazione delle domande della campagna PAC 2021(che scade il 15 maggio prossimo). Va da se che eventuali problemi o malfunzionamenti dei CAA nella presentazione delle domande di aiuto danneggerebbero le imprese agricole italiane, facendo perdere loro finanziamenti, in un momento in cui sono già pesantemente colpite dagli negativi effetti economici della pandemia.

“Sono certo -ha dichiarato il Presidente Orlandi- che il Ministro Patuanelli vorrà porre un freno alla pericolosa deriva di AGEA, continuamente agli onori della cronaca per disfunzioni ed indagini su frodi, ed ultimamente anche pesantemente censurata dalla Corte dei Conti che, fra le altre cose, ha evidenziato il compenso eccessivo del Direttore Pagliardini”.

Non è invece possibile fare previsioni sull’esito dell’udienza di merito al TAR del 27 aprile, in quanto gli Agrotecnici sono stati l’unico Albo professionale ad avere direttamente impugnato la Convenzione AGEA (dopo le defezioni sia degli Agronomi che dei Periti agrari, che non hanno impugnato direttamente gli atti di esclusione dei professionisti), comunque registrando in loro soccorso i ricorsi “ad adiuvandum” della Cassa di previdenza AGROTECNICI/ENPAIA e del CUP-Comitato Unitario delle Professioni.

Una parte del mondo ordinistico si è dunque schierata, senza timori reverenziali, a difesa del diritto al lavoro dei liberi professionisti, lavoratori come gli altri (e spesso, sia consentito dirlo, più degli altri, perchè devono contare solo su se stessi in caso di necessità).

Lo spostamento dell’entrata in vigore della nuova Convenzione AGEA dal 31 marzo alla pubblicazione della sentenza del TAR (circa metà giugno) consentirebbe di evitare a migliaia di liberi professionisti di perdere la fonte del loro lavoro.

“Siamo confidenti -ha concluso Orlandi- che il Ministro PATUANELLI accoglierà questa proposta di buon senso, che va nell’interesse delle imprese agricole italiane”.




Pec gratuite agli iscritti nell’albo degli agrotecnici, con capienza raddoppiata

Prosegue l’attività del Collegio Nazionale volta a fornire ai propri iscritti sempre maggiori servizi, compatibili con il processo di informatizzazione della PP.AA., che dovrebbe subire un forte impulso nei prossimi anni.

Così dunque il Collegio Nazionale non solo ha deciso di mantenere la gratuità delle caselle di PEC (con il dominio “pecagrotecnici”, che gli iscritti all’Albo possono attivare) ma dal 10 marzo ne ha raddoppiato la capienza, che adesso viene di base configurata a 2Gb, così permettendone una maggiore fruibilità; analogamente è raddoppiata la memoria delle PEC fornite dalla Cassa di previdenza AGROTECNICI/ENPAIA.

 

Il servizio resta sempre gratuito, sia per gli iscritti all’Albo che per gli iscritti alla Cassa di previdenza.

 

L’aumento della capienza delle caselle PEC comporta per l’Albo una spesa significativamente più alta, che tuttavia il Collegio Nazionale ha ritenuto di dover affrontare per fornire agli iscritti un miglior servizio, recuperando i maggiori costi con risparmi su altri capitoli di bilancio.

 

Le quote di iscrizione all’Albo degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati rimangono pertanto invariate anche per l’anno 2021, e sono le più basse in assoluto fra gli Albi di settore: la quota massima è infatti pari al massimo 120 euro/annuo (comprendendovi la quota nazionale e quella provinciale).

Conviene ricordare come la quota di iscrizione all’Albo venga determinata a livello provinciale, dai Collegi territoriali competenti, e che l’importo di 120 € sia appunto quello massimo non superabile.

Il Collegio degli Agrotecnici più parsimonioso è quello di Rovigo, che richiede ai propri iscritti appena 80 euro/annuo, ma vi sono altri sette Collegi territoriali (tutti posizionati nel Nord Italia) che richiedono la minima somma di 90 euro/annuo e ve ne sono ben 31 (la metà) che richiedono meno di 100 €.

 

La cifra media richiesta in Italia per essere iscritti all’Albo degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati è di soli 104 euro all’anno (nessun altro Albo riesce a fare meglio), con un offerta di servizi ed assistenza di prim’ordine.

 




Agea-Caa: Prime schermaglie al Tar. Rinvio al 9 nonostante opposizione Agea

Ieri si è svolta la prima udienza al TAR Lazio – Sezione Seconda Ter sulla vicenda relativa alla nuova Convenzione AGEA, che prevede l’espulsione di tutti i liberi professionisti da questo settore di attività.

Oltre al ricorso principale del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureato (l’unico Albo professionale del settore agrario ad essersi opposto in giudizio. Non hanno fatto altrettanto invece gli Albi dei Dottori Agronomi e dei Periti agrari), sono stati presentati ricorsi principali da parte dei CAA privati dei professionisti, mentre dovrebbero presto essere depositati anche i ricorsi ad adjuvandum (cioè “a sostegno” di un ricorso principale, ammissibile se chi lo presenta è titolare di un interesse “accessorio” a quello di un ricorso principale) di altri soggetti, fra questi certamente della Cassa di previdenza degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati (a sostegno del ricorso del relativo Collegio Nazionale), dell’EPAP-l’Ente di Previdenza Pluricategoriale che comprende i Dottori Agronomi (a sostengo di un CAA privato, visto che l’Ordine Nazionale non si è costituito); nulla invece da parte della Gestione previdenziale dei Periti agrari che, esattamente come il Collegio Nazionale di quella categoria, non ha presentato alcun ricorso.

 

Dovrebbero anche essere in arrivo ulteriori due ricorsi “ad adjuvandum”, uno del CUP-Comitato Unitario dei Professionisti (a sostegno del ricorso del Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati, che aderisce al CUP) e l’altro della RPT-Rete Professioni Tecniche (non è ancora chiaro a sostegno di chi, visto che i due Albi aderenti alla RPT, quelli dei Dottori Agronomi e dei Periti agrari non hanno ricorso).

Considerato che non tutti i ricorsi principali sono stati presentati contestualmente, gli attori più solleciti si sono visti fissare la data della discussione prima degli altri. Il CAA Liberi Professionisti è stato fra i primi a ricorrere e pertanto si è visto fissare l’udienza per il 26 gennaio mentre la discussione degli altri ricorsi è stata fissata per l’udienza del 9 febbraio.

Ciò evidentemente non era un bene, perchè l’eventuale valutazione negativa di un ricorso discusso prima degli altri, li avrebbe sostanzialmente travolti tutti nella valutazione negativa. Così nei giorni precedenti il 26 u.s. i legali di tutti i ricorrenti si sono incontrati decidendo di chiedere lo spostamento di tutte le udienze al 9 febbraio 2021.

Coerentemente il legale del CAA Liberi Professionisti, nell’udienza di ieri  ha chiesto lo spostamento al 9 febbraio, però registrando la decisa opposizione di AGEA, che ha chiesto di discutere questo primo ricorso subito, evidentemente temendo maggiormente le ragioni dei ricorsi successivi o volendo approfittare di discussioni parziali.

Fortunatamente il Presidente della Sezione Seconda Ter del Tribunale Amministrativo, Dott. Pietro MORABITO, ha correttamente accolto la richiesta di rinvio.

Il 9 febbraio prossimo, dunque, tutti i ricorsi saranno discussi, non è ancora chiaro se contestualmente o di seguito l’uno all’altro, ma comunque con una visione unitaria di tutti i motivi di ricorso.

E questo non piace ad AGEA. Perciò è una cosa buona.