Giornata della terra, Romano (Aiab): Puntare sul bio per abbattere inquinamento e tutelare salute del pianeta

“La Giornata della Terra non può essere solo un appuntamento sul calendario, ma deve trasformarsi un momento di seria e attenta riflessione sullo stato di salute del nostro pianeta. Non possiamo pensare che guerre e crisi sanitarie non abbiamo gravi ripercussioni anche sulla crisi ambientale che stiamo vivendo, anzi subendo”.


E’ quanto dichiara Giuseppe Romano, presidente dell’Associazione Italiana di Agricoltura Biologica (AIAB) in occasione della Giornata mondiale della Terra che si celebra oggi.


“Non possiamo nascondere che il nostro pianeta – aggiunge Romano – è sempre più in difficoltà perché sfruttato e inquinato da produzioni industriali che devono soddisfare i bisogni di una popolazione in continuo aumento. Le stime prevedono che nel 2050 ci saranno 9 miliardi di persone ad abitare questo pianeta. Una bella sfida dare da mangiare a tutti e soddisfare i bisogni di tanta umanità senza fare grandi danni. L’umanità utilizza oggi circa il 60% in più di quanto la terra è capace di offrire”. 

“In questo quadro così fosco – continua Romano – si avvisano i primi segnali di risveglio e di presa di coscienza di quanto sta accadendo. Infatti, si sta diffondendo una sempre maggiore attenzione alla tutela dell’ambiente e della propria salute e da parte dei consumatori, che  ha portato a un’ampia diffusione di prodotti biologici negli ultimi 20 anni. Di conseguenza, le coltivazioni biologiche in Italia sono raddoppiate rispetto a due decenni fa. Il cibo biologico permette di evitare, tra le altre cose, i pesticidi chimici che possono rappresentare un rischio per la salute. Gli alimenti provenienti da agricoltura biologica hanno un contenuto di antiossidanti tra il 20 e il 70% più elevato rispetto a quelli provenienti dall’agricoltura tradizionale”.

“L’agricoltura biologica – sottolinea Romano – è una tipologia di coltivazione che si muove nel perfetto rispetto della natura. Questo vuole dire che non vengono utilizzati pesticidi chimici potenzialmente devastanti per la salute del consumatore. È sempre più frequente la scelta delle persone di acquistare alimenti biologici al posto di quelli convenzionali, una scelta dovuta a una precisa voglia di ritornare a una situazione più naturale e “salutare” rispetto a quelle proposte negli ultimi decenni dai metodi di produzione industriali. Ma questo grande cambiamento di rotta non è solo del pubblico, sono infatti anche numerosissimi i piccoli produttori che decidono di rinnovare i propri metodi di produzione, puntando con forza sul fattore biologico”.

“Il settore Bio – spiega ancora Romano – è in grande crescita, con un +5,1% di superficie per i terreni biologici, per un totale di 16,9 milioni di ettari di bio nei paesi dell’UE. In particolare, siamo molto soddisfatti dell’incremento della superficie agricola utilizzata nel contesto europeo. Soprattutto è bene rilevare come l’Italia sia stabilmente tra i paesi più biologici in Europa, con 2,3 milioni di ettari di terreni bio. Perciò vogliamo evidenziare come sia assolutamente necessario non avere paura di credere e investire in questo tipo di agricoltura, che rappresenta uno degli strumenti più importanti per uscire dalla gravissima crisi climatica che stiamo affrontando e che vede ormai il sistema agricolo quasi al collasso”.

“Bisogna quindi spingere – conclude Romano – verso una transizione agro-ecologica dell’agricoltura, che non è più procrastinabile, anche se comporta scelte importanti e difficili. Sappiamo che l’Italia è tra i paesi più forti da questo punto di vista, e quindi sappiamo che siamo in grado di vincere la sfida. Fondamentale, però, è operare in stretta collaborazione con gli agricoltori, favorendo così le attività di accompagnamento alla crescita di questo settore. Questa è l’unica strada percorribile per salvare la nostra terra”.




Agroalimentare, Romano (Aiab): Controllo Icqrf fondamentale per tutela prodotti eccellenza italiani anche in settore bio

“Un’attività fondamentale e necessaria quella dell’ICQRF perchè non solo tutela in primo luogo i consumatori, ma aiuta tutte le realtà del settore che sono in regola ad essere sempre più competitive. Dobbiamo pensare che in un mercato globalizzato e spesso  stressato la garanzia della qualità è l’unica via per sostenere e rilanciare soprattutto i prodotti agroalimentari di eccellenza del nostro Paese”.
 

E’ quanto dichiara Giuseppe Romano, presidente di AIAB in merito al report presentato da parte dell’Icqrf, il dipartimento dell’ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari del Masaf. 


“Nel settore BIO – aggiunge Romano – l’attività dell’ICQRF ha testimoniato il fatto che le irregolarità si attestano attorno al 10% su 5500 controlli, molto al di sotto della media nazionale che si attesta al 15% su 15.500 controlli”.
 
“Siamo dell’idea – conclude Romano  Romano – che le attività di controllo sia sempre più necessarie non in uno spirito vessatorio, ma anzi al contrario di tutela di quanti desiderano lavorare in maniera corretta e con le regole. Il BIO ancora una volta è in vetta anche in questo con una bassa percentuale di irregolarità”.




Salute: grazie a certificazione “Bio Eco Saloni Aiab” consumatori tutelati, mercato cosmesi bio vale 2,8 mld di euro

Anche nel settore dei saloni di bellezza la salute dei clienti deve essere al primo posto soprattutto nell’utilizzo di prodotti cosmetici sicuri e certificati. Per questo motivo è nata la certificazione “Bio Eco Saloni AIAB” il nuovo disciplinare, all’avanguardia a livello europeo, redatto da AIAB (Associazione Italiana di Agricoltura Biologica) e Phitofilos che permette di garantire l’utilizzo preponderante di prodotti Bio Eco Cosmesi AIAB nei saloni di bellezza, assicurare una formazione costante e adeguata del personale, promuovere l’adozione di pratiche sostenibili nella gestione ambientale dei saloni, offrire ai clienti una consulenza personalizzata e informazioni dettagliate sui prodotti utilizzati.

La certificazione richiede inoltre ai saloni di acconciatura professionale che almeno il 50% dei prodotti utilizzati per la colorazione dei capelli corrisponda a erbe e miscele tintorie 100% vegetali, regolarmente registrate al CPNP, come da Regolamento (CE) 1223/2009.
L’attenzione dei consumatori verso la cosmesi bioeco e sostenibile è in costante crescita. Non si tratta di un trend passeggero, ma di una rivoluzione in atto che coinvolge l’intero settore: i prodotti a connotazione naturale e sostenibile hanno un forte impatto sul mercato italiano con un peso sul totale dei consumi di cosmetici del 25%, pari a oltre 2.890 milioni di euro. 

Da un lato c’è infatti la volontà diffusa tra produttori e consumatori di rispettare sempre più il nostro Pianeta, attraverso scelte etiche e consapevoli, dall’altro un forte orientamento degli acquirenti nella scelta di INCI trasparenti e quanto più possibile rispettosi della naturale bellezza di ognuno di noi. Questo cambiamento coinvolge anche i saloni professionali di acconciatura e di estetica che già a fine 2021 generavano il 18% del fatturato della cosmetica naturale e sostenibile in Italia. Sono infatti sempre di più i saloni che scelgono di abbandonare la cosmesi tradizionale a beneficio di prodotti bioeco e trattamenti totalmente plant-based.
Il disciplinare e la relativa certificazione “Bio Eco Saloni AIAB” sono già disponibili a beneficio di tutti i professionisti che desiderino attuare realmente la trasformazione sostenibile, impegnandosi ad adottare buone pratiche di sostenibilità nel proprio salone. Tintorius a Milano è la prima realtà certificata.
“Siamo molto contenti – dichiara GIUSEPPE ROMANO, presidente di AIAB – di partecipare a questo evento nel primo salone italiano che ha scelto di avvalersi del protocollo che abbiamo pensato e redatto insieme a Matteo Pantani di Phitofilos. I prodotti certificati bioeco cosmesi AIAB si basano sull’utilizzo di materie prime di origine vegetale e biologica, ed è per questo importante riconoscere in maniera ufficiale l’impegno di chi sceglie di avvalersi di prodotti sostenibili certificati”.
“Il biologico – aggiunge ROMANO –  si sta affermando sempre di più nel nostro Paese, la grande maggioranza degli italiani ha fiducia e sceglie ogni giorno prodotti bio, e per questo vogliamo che diventi sempre più facile compiere questa scelta, non soltanto in ambito alimentare ma anche in quello cosmetico”.
“Il disciplinare  – sottolinea MATTEO PANTANI, AD di Phitofilos  – rappresenta un importante passo verso la regolamentazione della cosmetica professionale sostenibile. Nello scenario attuale, per rispondere a una domanda sempre più alta di prodotti e servizi green per i saloni di bellezza, l’offerta è in costante aumento. Negli ultimi anni la conseguenza di ciò è stata la crescita del mercato che, però, non è andata di pari passo con un’adeguata e corretta informazione e formazione dei professionisti. Questo quadro è perfettamente evidente per chi come me, in qualità di socio AIAB, operatore del settore e fondatore della prima Accademia italiana per coloristi vegetali, dialoga ogni giorno con i parrucchieri, rilevando come ancora oggi si trovino confusi su cosa sia effettivamente sostenibile e certificato come tale. L’obiettivo di questo disciplinare è, perciò, quello di settare uno standard, facendo chiarezza su quali prodotti possano garantire alta qualità, sicurezza e tutelare il benessere dei professionisti, della loro clientela e del Pianeta”.



Biologico, Aiab: bene certificazione di gruppo per altopiano dei 7 comuni. Strumento concreto per sostenere sviluppo aree marginali

“Abbiamo accolto con grande soddisfazione la notizia della certificazione biologica di gruppo dell’Altopiano dei Sette Comuni di Asiago, la prima di questo tipo in Europa. Si tratta di un’altra suggestione di AIAB, dopo quella dei biodistretti, che diventa realtà, poiché da oltre quindici anni abbiamo iniziato a parlare di certificazione di gruppo, con le prime sperimentazioni nel 2009, e siamo quindi contenti di vederla finalmente applicata in un contesto importante, dopo che è stata normata dal Regolamento Comunitario”.  


È quanto dichiara Giuseppe Romano, presidente dell’Associazione Italiana di Agricoltura Biologica (AIAB).

“I percorsi di certificazione di gruppo – prosegue Romano – consentono l’aumento dell’agricoltura biologica certificata soprattutto nelle aree cosiddette marginali, perché sono strumenti concreti di lavoro, sicuramente migliorabili sotto diversi punti di vista, ma che di fatto già aiutano i territori a crescere, soprattutto quando si parla di piccole realtà, che altrimenti non avrebbero modo di sostenere la burocrazia e i costi di certificazione”.

“Parliamo quindi – conclude Romano – di strumenti per la gestione corretta delle aree marginali, in cui il bio è la chiave di volta di un sistema agro-silvo-pastorale che può portare alla valorizzazione delle zone montane e dei loro prodotti e al ripopolamento delle aree rurali e allo sviluppo di economie locali”.



Biologico, Romano (Aiab): Tavolo ministeriale strategico, ecco le nostre proposte

Il presidente dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (AIAB), Giuseppe Romano, ha partecipato oggi alla riunione indetta dal sottosegretario Luigi D’Eramopresso il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste sullo stato dell’arte del Piano di azione del settore biologico e sulle criticità operative e le proposte inerenti al settore dell’agricoltura biologica.

“Ringraziamo – ha detto Romano – il sottosegretario D’Eramo per la convocazione di questi tavoli, che sono strategici e utili per dare le linee guida del settore anche da un punto di vista politico e non solo tecnico. Noi come AIAB abbiamo portato degli spunti di miglioramento per il sistema, in primis sul processo di informatizzazione: è necessario investire per spostare il biologico sui sistemi informatici grafici, anziché su quelli attuali alfanumerici, perché questo consentirebbe una riduzione importante della burocrazia per l’agricoltore e per chi fa assistenza tecnica alle aziende. La nostra richiesta al sottosegretario è stata quindi quella di interloquire quanto prima con AGEA Coordinamento affinché il biologico possa essere gestito in un sistema in real time tra le amministrazioni, così da garantire un miglioramento del monitoraggio da parte di tutti gli enti di controllo e le autorità competenti, ma anche per velocizzare quanto più possibile il pagamento dei contributi comunitari per il biologico alle aziende”.

“Abbiamo inoltre sottolineato – continua Romano – la necessità che il mondo del biologico assuma una posizione quanto più unitaria possibile sulle questioni sollevate dalle manifestazioni dei trattori, ribadendo con forza che il biologico e il green deal non sono il problema della mancanza di reddito degli agricoltori, ma sono anzi una delle strade per uscire da questa crisi. Il bio è la punta di diamante del sistema agricolo nazionale e tale deve rimanere con coraggio e dando prospettive di medio lungo termine al settore. AIAB ha sollecitato il Ministero a monitorare sull’organizzazione interprofessionale, strategico per dare risposte al settore, che sia uno strumento inclusivo e partecipato.”

“Altro tema che abbiamo toccato – aggiunge Romano – è stato quello di un comportamento etico di approccio alle comunicazioni. Questo perché servizi fuorvianti, come ad esempio quello di cui si sta parlando in questi ultimi giorni che ha gettato fango sul sistema, disintegrano centinaia di migliaia di euro di fondi di investimenti pubblici sulla comunicazione del bio. È invece importante continuare a promuovere campagne di informazione verso i consumatori sui valori dell’intera filiera del biologico, quindi ambientali ma anche sociali e di impegno nella garanzia del reddito dell’agricoltore”.

“Infine – conclude Romano – abbiamo voluto sottolineare l’assoluta necessità di continuare a investire e promuovere la ricerca nel bio. Una ricerca fatta al fianco degli agricoltori e con gli agricoltori per il bene del settore e che consenta quindi al settore bio di essere sempre più innovativo e avanzato”.



Biologico, il presidente di Aiab alla conferenza nazionale sull’agricoltura del Pd: ripensare paradigma produttivo con il bio al centro

Il presidente dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (AIAB), Giuseppe Romano, ha preso parte alla Conferenza Nazionale sull’Agricoltura promossa dal Dipartimento delle Politiche Agricole del Partito Democratico, alla presenza anche della segretaria Elly Schlein.

 
“Abbiamo presentato – spiega Romano – le nostre istanze, sottolineando in particolare l’importanza del mondo del biologico come asset strategico dell’agricoltura. Abbiamo anche voluto indicare in questa sede l’importanza di dover fare scelte coraggiose e strategiche per ampliare l’interlocuzione e uscire dalle solite dinamiche della rappresentanza chiusa nelle stanze delle organizzazioni professionali. Il mondo dell’agricoltura è tanto di più e bisogna perciò avere il coraggio di cambiare il paradigma produttivo”.

“Il biologico – aggiunge Romano – è una delle chiavi fondamentali per cambiare questo paradigma, per mettere in piedi un sistema produttivo che dia certezze economiche, di mercato, di capacità tecniche e di gestione delle difficoltà. Un paradigma che tenga insieme sostenibilità economica delle aziende, sostenibilità ambientale col biologico al centro e sostenibilità sociale con la tutela e la giusta dignità dei lavoratori del settore. Non bisogna, quindi, aver paura di investire e di credere in questo settore, così da avere una vera visione di sviluppo”.

“Al centro delle proposte – conclude Romano – c’è anche la parte di ricerca e di innovazione, delle filiere garantite, in cui ci sia la reale rappresentanza del mondo agricolo e che abbia pari dignità con gli altri soggetti, quindi vogliamo filiere che in qualche modo siano supervisionate garantite e strutturate a tutela dell’agricoltore. Infine, non possiamo non tener conto della situazione ambientale: è quindi necessario dire basta alle deroghe alla PAC, basta alle deroghe sugli eco-schemi, basta a tutte quelle deroghe che vanno a smontare gli strumenti programmatici”.



Biologico, Aiab: per l’ennesima volta le denuncie mediatiche contro il settore si sono rivelate infondate

«Abbiamo assistito in questi giorni a un ennesimo caso di mala-informazione circa il biologico. Una nota trasmissione aveva dedicato un anno fa un servizio che parlava di presunte truffe in una grande azienda bio, e solo recentemente è arrivata una retromarcia, relegata a pochi minuti a fine puntata, nulla di paragonabile al risalto che era stato dato al primo servizio».

È quanto dichiara Giuseppe Romano, presidente dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (AIAB).

«Questo fatto – aggiunge Romano – ci fa dire innanzitutto che è inammissibile gettare in pasto alle cronache un’azienda quando è il caso di colpirla, per poi non dare la giusta evidenza alle eventuali smentite. Inoltre, viene ribadito ancora una volta come il biologico sia un sistema assolutamente sicuro dal punto di vista dei controlli, con le autorità che vigilano sull’operato degli organismi di controllo e delle aziende, il che lo rende garantito al 100% per i consumatori».

«È evidente – conclude Romano – che chi aveva passato le informazioni ai giornalisti era qualcuno vicino al settore che aveva intenzione di delegittimare tutto il sistema. Anche questa volta, però, il tutto si è tradotto in un nulla di fatto, poiché le autorità competenti hanno registrato la correttezza dei comportamenti dell’azienda. Da un lato ne siamo felici, dall’altro vorremmo che situazioni del genere accadano sempre meno spesso e che le testate giornalistiche pongano maggiore attenzione e diano più spazio anche al diritto di replica».




Biofach, Aiab: dati sul bio positivi per il nostro paese. Buone prospettive e centrale il ruolo degli agricoltori

“I dati sul biologico in Europa che sono stati presentati questa mattina a Biofach 2024 evidenziano ancora una volta come il settore sia in grande crescita, con un +5,1% di superficie per i terreni biologici, per un totale di 16,9 milioni di ettari di bio. In particolare, siamo molto soddisfatti dell’incremento della superficie agricola utilizzata nel contesto europeo”.
 
È quanto dichiara Giuseppe Romano, presidente dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (AIAB).
 
“Soprattutto – aggiunge Romano – è bene rilevare come l’Italia sia stabilmente tra i paesi più biologici in Europa, con 2,3 milioni di ettari di terreni bio. Perciò vogliamo evidenziare come sia assolutamente necessario non avere paura di credere e investire in questo tipo di agricoltura, che rappresenta uno degli strumenti più importanti per uscire dalla gravissima crisi climatica che stiamo affrontando e che vede ormai il sistema agricolo quasi al collasso”.
 
“Bisogna quindi spingere – conclude Romano – verso una transizione agro-ecologica dell’agricoltura, che non è più procrastinabile, anche se comporta scelte importanti e difficili. Sappiamo che l’Italia è tra i paesi più forti da questo punto di vista, e quindi sappiamo che siamo in grado di vincere la sfida. Fondamentale, però, è operare in stretta collaborazione con gli agricoltori, favorendo così le attività di accompagnamento alla crescita di questo settore. Questa è l’unica strada percorribile”.



Biofach, Aiab: “dati sul bio positivi per il nostro paese. Buone prospettive e centrale il ruolo degli agricoltori”

“I dati sul biologico in Europa che sono stati presentati questa mattina a Biofach 2024 evidenziano ancora una volta come il settore sia in grande crescita, con un +5,1% di superficie per i terreni biologici, per un totale di 16,9 milioni di ettari di bio. In particolare, siamo molto soddisfatti dell’incremento della superficie agricola utilizzata nel contesto europeo”.
 
È quanto dichiara Giuseppe Romano, presidente dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (AIAB).
 
“Soprattutto – aggiunge Romano – è bene rilevare come l’Italia sia stabilmente tra i paesi più biologici in Europa, con 2,3 milioni di ettari di terreni bio. Perciò vogliamo evidenziare come sia assolutamente necessario non avere paura di credere e investire in questo tipo di agricoltura, che rappresenta uno degli strumenti più importanti per uscire dalla gravissima crisi climatica che stiamo affrontando e che vede ormai il sistema agricolo quasi al collasso”.
 
“Bisogna quindi spingere – conclude Romano – verso una transizione agro-ecologica dell’agricoltura, che non è più procrastinabile, anche se comporta scelte importanti e difficili. Sappiamo che l’Italia è tra i paesi più forti da questo punto di vista, e quindi sappiamo che siamo in grado di vincere la sfida. Fondamentale, però, è operare in stretta collaborazione con gli agricoltori, favorendo così le attività di accompagnamento alla crescita di questo settore. Questa è l’unica strada percorribile”.



Trattori, Romano (AIAB): rabbia giusta, ma veri responsabili sono prezzi bassi, scarsa produzione e l’emergenza climatica

“Le proteste di questi giorni sono l’esplosione di un malcontento che covava da decenni. La rabbia degli agricoltori, che noi comprendiamo, deve però essere indirizzata verso i reali responsabili dei loro disagi: chi fa il prezzo, chi strozza le filiere e chi determina i dazi su entrate e uscite anche con accordi scellerati e rapporti economici con altri paesi extra Ue”.

Così Giuseppe Romano, presidente di AIAB (Associazione Italiana di Agricoltura Biologica) sulle proteste degli agricoltori che stanno infiammando l’Europa.

“Il problema – aggiunge Romano – non sono tanto le politiche green dell’Europa che anzi rappresentano oggi una delle strade da seguire se si vuole salvare la produzione del futuro, ma chi in tanti anni non ha tutelato i produttori, a partire dalle organizzazioni professionali. Il vero colpevole è infatti una politica dei prezzi iniqua dettata da logiche di mercato a cui tutti si sono piegati e che negli ultimi decenni ha obbligato i produttori a vendere a prezzi più bassi di quelli di produzione”.

“Una politica che spesso, in modo fuorviante,  è stata chiamata “filiera” ma che di fatto strozza l’anello più debole della catena: l’agricoltore, già stritolato dalle maglie della burocrazia e oggi dell’aumento del prezzo del carburante e dell’energia”.

“Sul fronte invece della Politica agricola comune – continua  Romano – qualche cosa da rivedere ci sarebbe. Ad oggi la PAC rappresenta circa il 30% del bilancio comunitario, una parte decisamente rilevante delle risorse a disposizione. A beneficiarne, però, sono soprattutto le grandi aziende e non certo i piccoli produttori”.

“Se dopo 60 anni di politiche – aggiunge il presidente di AIAB – gli effetti sono questi, probabilmente lo strumento deve essere fortemente riformato, mettendo al centro dello sviluppo la sostenibilità, declinata in tutti i suoi aspetti, a cominciare da un maggiore sostegno al settore del biologico che rappresenta oggi l’unica certificazione valida che garantisce qualità delle materie prime e tutela del prezzo”.

“Un situazione complessa – sottolinea ancora – che si sovrappone alla grave emergenza climatica che, tra siccità, alluvioni, temperature che non seguono più il normale ciclo delle stagioni, rende quasi impossibile mantenere una produzione che resti in campo per 7-8 mesi.   L’agricoltura è strettamente legata a un sistema produttivo arrivato al collasso. Basti pensare che, come sottolineato durante l’ultima Cop28, la produzione di cibo è responsabile, a livello globale, di un terzo delle emissioni che provocano il riscaldamento climatico che a sua volta genera siccità e fenomeni estremi che danneggiano i raccolti.

“L’agricoltura italiana – prosegue Romano – va sostenuta dalla collettività, nelle piazze, certo, ma soprattutto nel carrello. Bisogna fare molta attenzione a fare la spesa oggi. Compriamo prodotti biologici che tutelano il territorio, la biodiversità, contrastano il cambiamento climatico, e cercano di garantire il giusto prezzo e quindi la dignità del settore”.

L’auspicio è che da questa situazione possa derivare una reale e innovativa politica del cibo”.

“Le proteste –  conclude Romano – dovrebbero uscire dalla limitata ottica delle rivendicazioni di categoria e spingere verso un reale cambio di passo di tutto il sistema, chiedendo all’Europa in primo luogo di premiare chi garantisce la sostenibilità certificata dei prodotti e di scoraggiare e disincentivare chi produce inquinando”.




Giornata sprechi alimentari, Aiab: ridurre eccedenze significa valorizzare il prodotto e pagare il giusto. Il bio una soluzione

In occasione dell’XI Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare, che si celebra il prossimo 5 febbraio 2024, il presidente dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (AIAB), Giuseppe Romano, esprime le sue preoccupazioni riguardo agli sprechi alimentari che, oltre a rappresentare un problema ambientale, influenzano negativamente anche la fase di produzione.

“La gestione consapevole del cibo – dichiara Romano – non riguarda solo il rispetto ambientale ma coinvolge direttamente il territorio, le attuali produzioni, il giusto prezzo dei prodotti e il valore del lavoro dei contadini”.

“Sappiamo – aggiunge Romano – che fra gli alimenti maggiormente sprecati si trova la frutta, della quale buttiamo via quasi 1 kg per ogni abitante in un anno, ma anche l’insalata, le verdure, l’aglio e le cipolle. In generale, lo spreco di cibo casalingo vale complessivamente oltre 6 miliardi di euro. A questo si aggiunge lo spreco nella filiera, che nel 2022 è stato di oltre 4 milioni di tonnellate di cibo. Sono dati preoccupanti, per mitigare i quali bisogna innanzitutto imparare a comprare meglio, soffermarsi di più sui prodotti che scegliamo e informarci sulla loro provenienza e la loro qualità”.

“Una soluzione, da questo punto di vista, – conclude Romano – può essere quella di rivolgersi a filiere corte e a produzioni biologiche, che già in partenza prevedono una migliore gestione delle risorse e quindi un minore spreco di prodotto. Sono attenzioni come queste che possono fare la differenza, perché cattive abitudini come quella degli sprechi sono una delle cause dei problemi ambientali che stiamo affrontando. È necessario quindi fare tutto il possibile per evitarle e diventare consumatori virtuosi”.



Tea, politica, Ricerca e organizzazioni agricole a favore, mondo del Biologico contro: “come gli Ogm. Da Bruxelles scelta senza basi scientifiche e valutazione rischio”. IL DOCUMENTO UE

La ricerca è la soluzione per garantire produttività, reddito e cibo per tutti ad un costo accessibile e garantendo la tutela dell’ambiente. In questa ottica le Tea sono state individuate come la soluzione del futuro ma se le organizzazioni agricole – in primis Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Filiera Italia – e la politica festeggiano grazie all’apertura dell’Europa sulle Tea – a seguito della presentazione da parte della Commissione Ue di una nuova proposta di regolamento relativa al miglioramento genetico delle piante – il biologico protesta, dichiarando le Tea “equivalenti agli Ogm e chiedendo a Governo ed Europarlamentari di schierarsi contro una proposta priva di qualsiasi base scientifica”. Un dissenso che ricalca nei fatti quanto già avvenuto all’indomani della norma, approvata dalla Camera, che rendeva possibile in Italia la coltivazione in campo, per ricerca e sperimentazione, delle Tea.

Di seguito AGRICOLAE pubblica il documento della Commissione Ue: 

gmo_biotech_ngt_proposal

Già allora Aiab, Assobio e FederBio denunciavano come “Il Governo e il Parlamento italiano stanno di fatto puntando alla deregolamentazione del settore, considerando le NGT assimilabili alle varietà tradizionali. Le TEA o NGT rappresentano una forma avanzata di manipolazione genetica di semi e piante alimentari. La Corte di giustizia europea ha emesso un giudizio in cui ribadisce come le NGT non possano essere considerate fuori dal perimetro della Direttiva 2001/18, che definisce e regola gli OGM“.

Adesso con la proposta di regolamentazione della Commissione Ue si stabilisce una procedura semplificata per la coltivazione e la commercializzazione delle piante ottenute attraverso le nuove tecniche.

Viene fatta una distinzione tra le TEA di categoria 1 (ovvero quelle che non superano le 20 mutazioni), che seguiranno una procedura autorizzativa semplificata assimilabile alle varietà vegetali convenzionali, e le TEA di categoria 2 (sopra le 20 mutazioni o selezionate per resistere agli erbicidi) che vengono di fatto assimilate ai vecchi OGM quanto a procedura autorizzativa, etichettatura e tracciabilità (con la differenza che gli Stati membri non potranno vietare la coltivazione delle TEA di categoria 2).

La Commissione vieta inoltre l’utilizzo di entrambe le categorie di TEA per l’agricoltura biologica.

Scrive la Commissione Ue:

Il regolamento sui prodotti biologici vieta l’uso di OGM e alimenti e mangimi geneticamente modificati nella produzione biologica. In base a questa proposta, il divieto continua ad applicarsi a tutti gli impianti NGT e agli alimenti e mangimi che rientrano nel suo campo di applicazione. Ciò è coerente con il regolamento sui prodotti biologici perché l’uso di nuove tecniche genomiche è incompatibile con l’attuale concetto di produzione biologica nel regolamento (CE) 2018/848 e l’attuale percezione dei consumatori dei prodotti biologici.”

Dunque, se da una parte l’agricoltura esulta per il cambio di passo dall’altra parte l’agricoltura biologica -attraverso la Coalizione Italia Libera da OGM (di cui fanno parte, tra le altre: Assobio, Federbio, Aiab, Slow food Italia, Legambiente e Wwf)“chiede agli Europarlamentari italiani e al governo di schierarsi contro questa proposta in tutte le sedi, anche in ossequio alle due sentenze già emesse dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea e alle posizioni contrarie già dichiarate da Austria e GermaniaLe NGT sono equivalenti agli OGM, pertanto devono essere regolamentate come OGM. I produttori devono essere tenuti a valutare il rischio, garantire la tracciabilità lungo tutta la filiera e indicare le modifiche genetiche in etichetta, a salvaguardia delle persone e dell’ambiente.”

Per il mondo del biologico si tratta quindi di una scelta arbitraria e priva di qualunque base scientifica. Nessuna solida valutazione del rischio, tracciabilità o etichettatura sarà richiesta, il tutto -denunciano- a favore dei big dell’industria alimentare. 

Coalizione Italia Libera da OGM: pericolosa la proposta Ue sulle Tea. Approccio approssimativo e incoerente

Era stato scritto: 

Commissione Europea apre alle TEA. De Carlo: Grande orgoglio. Italia ora si fa valere in Europa

Ue apre alle TEA. Dorfmann: Una svolta per la sostenibilità in agricoltura

Ue: Centinaio (Lega), segnale positivo su genomica in agricoltura

Ue: Coldiretti, bene via libera alla genetica green no ogm

Ricerca genomica, Confagricoltura: proposta Commissione Ue importante cambio di passo verso transizione ambientale e salvaguardia potenziale produttivo

Ue: Cia, avanti su nuove tecniche genomiche. Strategiche per agricoltura

Ue, Filiera Italia: Bene il via libera su Tea, tecniche sostenibili e innovative

TEA, Cibo per la mente: punto di svolta per l’agricoltura europea. Serve ora approvazione della proposta

Biotecnologie, De Castro: Ue recuperi terreno perso su innovazione

Tea, Aiab-AssoBio-FederBio: Biologico e libertà di scelta consumatori a rischio, Camera vara la deregulation sui prodotti agricoli geneticamente modificati

 

 

 

 

 




Giornata mondiale alimentazione: da Aiab “la spesa bio”, ogni settimana I consigli per gli acquisti più convenienti e salutari

In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2022 – che si celebra oggi-  nasce “LA SPESA BIO“, l’iniziativa dell’AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica) grazie alla quale ogni settimana verranno proposti i prodotti ortofrutticoli biologici più convenienti.


Una vera e propria borsa della spesa per aiutare i consumatori a spendere meno e a mangiare bene puntando sul rapporto qualità/prezzo e sulla stagionalità dei prodotti. Le rilevazioni settimanali verranno effettuate grazie alla collaborazione con BIOSOLIDALE.


AIAB, dopo il vademecum per riconoscere in maniera chiara un prodotto BIO, lancia una nuova iniziativa per essere accanto ai cittadini nell’acquisto del prodotto biologico meno caro e di grande qualità.
Il servizio avrà la cadenza settimanale e verrà lanciato ogni venerdì sul sito (www.aiab.it) e sulla pagina Facebook dell’associazione (facebook.com/AIABFederale).

“In occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione– commenta Giuseppe Romano, presidente di AIAB – abbiamo pensato  che in questo momento così difficile per il nostro paese dovevamo fare qualcosa di più per essere accanto ai consumatori, proponendo ogni settimana i prodotti biologici più convenienti e salutari. Un vero e proprio servizio che abbiamo voluto ideare per proporre i prodotti biologici in base alla stagionalità, promuovendo la produzione locale. Un binomio questo che garantisce qualità ad un minore costo”.

“Acquistare prodotti biologici – aggiunge Romano – significa avere a cuore la tutela dell’ambiente e del clima, e contribuire a mantenere un alto livello di biodiversità. Inoltre, l’agricoltura bio permette di risparmiare anche a livello energetico, poiché consuma un terzo in meno dell’energia rispetto all’agricoltura convenzionale”.

 




Giornata Europea del Biologico, Aiab: Proposte e sfide per riportare Italia alla guida del BIO in Ue. VIDEOINTERVISTE DI: Romano, Frascarelli e Pallottini

In occasione della prima Giornata Europea del Biologico si è svolta quest’oggi la Conferenza Nazionale del Bio: “Proposte e sfide per riportare l’Italia alla guida del BIO in Europa”, promosso dall’AIAB (Associazione Italiana Agricoltura Biologica).

Molti i temi toccati, dal ruolo del biologico come strumento per uscire dalle crisi e affrontare la transizione ecologica, fino al ruolo dei mercati e della crescita della domanda, attualmente in fase di stagnazione.

Di seguito gli interventi: 

Biologico, Romano (Aiab): Bio strada obbligatoria per uscire da crisi e rendere sostenibile agricoltura. VIDEOINTERVISTA

Biologico, Frascarelli (Ismea): Fondamentale far crescere la domanda, ora fase di stagnazione. VIDEOINTERVISTA

Biologico, Pallottini (Italmercati): Far entrare il bio all’interno dei mercati e garantire consumo più diffuso. VIDEOINTERVISTA

 




Biologico, Pallottini (Italmercati): Far entrare il bio all’interno dei mercati e garantire consumo più diffuso. VIDEOINTERVISTA

“Il problema del biologico è garantire una logistica più vicina al consumo, una logistica di prossimità. Bisogna gestire e organizzare meglio l’ultimo miglio del biologico. Questa è una cosa che possono fare i mercati, queste grosse piattaforme che sono oggi i mercati all’ingrosso, perché c’è stata una evoluzione della loro funzione, sul modello di quanto successo in altri paesi europei come Parigi o Barcellona dove sono nati dei veri e propri punti di distribuzione del biologico, a disposizione anche degli operatori minori.”

Così ad AGRICOLAE Fabio Massimo Pallottini – Presidente Italmercati a margine della Conferenza Nazionale del Bio organizzata da Aiab in occasione della prima Giornata Europea del Biologico.

“L’Italia deve uscire da questa logica della concentrazione di queste grandi reti e insegne che distribuiscono e vendono il biologico, si deve invece lavorare perché ci sia un consumo più diffuso.

Il punto vendita all’interno del mercato all’ingrosso di Roma è un obiettivo su cui stiamo lavorando da tempo ed è interessante che ci siano già operatori che si sono fatti avanti per cogliere questa opportunità, perché la normativa oggi consente di avere all’interno dello stesso edificio punti vendita specializzati dedicati al biologico, vendendo prodotto sfuso, quindi non confezionato. Dobbiamo lavorare perché il biologico entri all’interno dei mercati. Importante è poi la rilevazione dei prezzi per rendere più chiara la formazione del prezzo dei prodotti biologici.”