Coldiretti, Krifca (Min. Agricoltura Albania): creare joint venture con Italia per creare etichette congiunte

L’Italia è  un partner commerciale molto importante per l’Albania. In anni recenti abbiamo assistito un aumento notevole del partnernariato nel settore alimentare. Di diversi partner che ho incontrato che hanno rilocalizzato, mi hanno detto che già oggi l’Albania è casa della miglior pizza del mondo, del miglior espresso o della miglior pasta del mondo. Voi siete i campioni, ma anche noi ormai abbiamo eccellenze. Io vedo nel futuro etichette congiunte “prodotto in Italia e Albania”, immagino joint venture che traggono vantaggio dall’essere sulle due sponde dell’adriatico: noi abbiamo una forza lavoro molto competente, tasse molto basse, settore agricolo molto esteso. Offriamo competenze, lavoro e conoscenza per produrre eccellenza italo-albanese, dobbiamo aumentare valore congiunto beni finali, non in ottica di rivalità.

Così Frida Krifca Ministro dell’Agricoltura Albania, nel corso dell’incontro organizzato da Coldiretti in occasione della giornata della biodiversità.

“Sto parlando di cose già successe, noi stiamo producendo prodotti di altissima qualità, molto call center sono oramai in Albania per il mercato italiano e funzionano da decenni. Noi dobbiamo seguire il percorso tracciato da molto agricoltori italiani e seguirne l’esempio.

Questo è il momento del Carpe Diem per la nostra agricoltura e questo vale anche per voi, è il settore in maggior crescita della nostra economia, abbiamo circa 300 giorni di sole l’anno, questo aumenta qualità dei prodotti e dell’economia albanese. I finanziamenti della UE hanno dato la possibilità di aver sviluppato industrie fiorenti, la parità di genere è importante per noi nel lavoro, stiamo incrementando il modello agroturistico su quello italiano. Io oggi voglio mostrarvi il mio sostegno e imparare qualcosa in ottica di partnerariato. Per raggiungere 1 mld di esportazione verso il 2030 non possiamo non collaborare, noi siamo il Far West delle opportunità per le vostre aziende, so che dobbiamo aumentare il nostro fascino, perché per noi albanesi ricordate “Italian do it Better”.




ALBANIA, “L’ALBA DEI DIRITTI”: INIZIATIVA DELLA CIA PER ESPORTARE SERVIZI VIRTUOSI

Cia, Albania

La Cia-Agricoltori Italiani in missione a Tirana per un progetto molto articolato che va dagli aspetti commerciali all’export, dall’agricoltura sociale alle opportunità per i giovani e ai servizi per agricoltori e cittadini

La Cia-Agricoltori Italiani in missione a Tirana per un progetto molto articolato che va dagli aspetti commerciali all’export, dall’agricoltura sociale alle opportunità per i giovani e ai servizi per agricoltori e cittadini. Tutti asset importanti su cui il sistema Cia vanta un alto grado di specializzazione ed esperienza.

Da qui l’approccio sinergico con Inac, giovani di Agia e Kash, ovvero Il Consiglio albanese per l’Agribusiness (32 associazioni agroindustriali indipendenti). La missionappare chiara per la Cia: cogliere le occasioni positive che può offrire l’Albania, un Paese prossimo all’ingresso in Europa e in rapido sviluppo.

Tra l’altro, si tratta di una nazione molto vicina all’Italia e dove molti nostri connazionali hanno costruito le loro imprese, lavorano e vivono. Non a caso il Servizio Civile italiano prevede l’interazione sul territorio albanese. Quindi, per la Cia, si tratta di esportare quei modelli che stanno risultando vincenti in Italia, come nel caso dell’agricoltura sociale.

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Queste tematiche sono stati oggetto di un confronto pubblico a Tirana, presso l’International Hotel, con gli interventi di Cinzia Pagni, vicepresidente vicario Cia;Antonio Barile presidente dell’Inac; Maria Pirrone, presidente di Agia; Agim Rrapaj, presidente di Kash. Con loro Irena Xhani dell’Ufficio Inac Albania; Corrado Franci, direttore generale Inac e i volontari del Servizio Civile che stanno operando in quel territorio.

Ma per contestualizzare i servizi, bisogna mostrare l’attuale fotografia dell’Albania, in particolare sul fronte agroalimentare, partendo dal tema degli investimenti esteri che possono aiutare a superare i problemi legati alla mancanza di marketing e di distribuzione e conservazione (congelamento e stoccaggio), il controllo di qualità, la mancanza di integrazione verticale, la mancanza di capitale. Ugualmente, il processo di lavorazione e il confezionamento saranno in grado di beneficiare dagli accordi commerciali preferenziali con l’Unione europea per aumentare le esportazioni.

Processi che possono essere raggiunti con partnership come quelle che sta attivando la Cia. Il primo step dovrà necessariamente essere quello legato alla formazione, all’assistenza e consulenza alle imprese associate per il rafforzamento della posizione degli agricoltori nella filiera; lo sviluppo delle attività e dei servizi per rafforzare il welfare agricolo nelle aree rurali; la valorizzazione dell’azienda familiare multifunzionale e ruolo delle imprenditrici agricole; l’assistenza per la creazione e sviluppo di un’associazione di giovani imprenditori.