Vino, consumo equilibrato parte della dieta mediterranea. INTERVENTI E VIDEOINTERVISTE DI: Lollobrigida, Centinaio, Carloni, Vaccari (Crea), Frescobaldi (Uiv)

Si è svolto quest’oggi il convegno “Bere mediterraneo. Gli effetti sulla salute di un consumo moderato del vino” promosso dal vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio. Al centro dell’incontro gli effetti del consumo di alcol sulla salute umana e le differenza tra uso e abuso. Molti i temi affrontati dalle virtù della dieta mediterranea, patrimonio dell’Unesco, alla questione etichettatura dell’Irlanda fino alla tutela del Made in.

Di seguito gli interventi: 

Vino, Lollobrigida: cittadini devono essere informati, liberi di scegliere e non condizionati dal mercato. VIDEO

Vino, Lollobrigida: Irlanda vuole mettere etichetta? Aggiunga che vino nuoce alla salute di chi non lo beve

Vino, Centinaio: abuso di alcol limitato in Italia. Vino parte della dieta mediterranea, patrimonio dell’Unesco. VIDEOINTERVISTA

Vino, Centinaio: Tutelare il Made in, facendo alleanza con Spagna, Francia e Germania. Centrale il lavoro di squadra

Vino, Carloni: atteggiamento discriminatorio di alcuni paesi europei, colpevolizzare è sbagliato

Vino, Vaccari (Crea): da alcuni terrorismo scientifico ma il vino perfettamente compreso nella dieta mediterranea

Vino, Frescobaldi (Uiv): Cucina e vino made in Italy protagonisti nel mondo. Bene coesione politica

Per saperne di più: 

Vino, Lancet pubblica ricerca del Global Burden of Disease: dosi moderate migliorano la salute e riducono mortalità. Considerare intero profilo epidemiologico. Lo studio

Vino, Georgofili: Distinguere tra abuso e consumo responsabile. Scienza ha dimostrato presenza di sostanze utili alla salute

Vino, Comagri Camera. Bizzarri (La Sapienza): consumo moderato riduce incidenza cancro e tumore (anche del 60%)

Vino, Linee guida Usa: 2 drink al giorno per l’uomo e 1 per la donna. Ma in alcuni casi sarebbe meglio evitare. La ricerca

Francia, Istituto Nazionale Tumori: Alcol, anche a bassi dosi favorisce sviluppo di cancro e tumori. Nessuna differenza tra vino, birra o whisky

Vino e Nutriscore, Hercberg attacca Governo e Sistema Italia. Maggioranza e Opposizione fanno squadra: le reazioni

 

 




Vino e whisky equiparati. Lancet pubblica studio Oms pochi giorni prima ok Ue a etichetta Irlanda. La stessa che promuove “Dittatura alimentare” ed è in piattaforma affari multinazionali

Solo pochi giorni prima della norma che dà il via libera in Irlanda all’etichettatura volta a disincentivare il consumo per vino, birra e liquori – con avvertenze  quali “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati”- l’Organizzazione mondiale della sanità (WHO) aveva pubblicato una dichiarazione su The Lancet Public Health (The Lancet, ovvero la stessa che vuole imporre la Dieta Unica Universale): quando si tratta di consumo di alcol, non esiste una quantità sicura che non influisca sulla salute.

Cade dunque la differenza tra uso e abuso di alcol. Qualunque sia la quantità di vino o birra che andiamo a bere questa andrà a influire sulla nostra salute, con rischi di sviluppare cancri o tumori.

Vino, ecco perché Oms vuole più tasse e meno promozione, come per la carne. Nell’interesse di quanto previsto da Eat Foundation e multinazionali

Vino, con fine moratoria via libera Ue a Irlanda per etichettatura che paragona consumo di vino e birra a sigarette. Le reazioni

Scrivono i ricercatori Oms: 

Nell’UE, il consumo di alcol da leggero a moderato (<20 g di alcol puro al giorno, che equivale al consumo di circa <1,5 L di vino [12% di alcol in volume; ABV], <3,5 L di birra [5% ABV], o <450 ml di superalcolici [40% ABV] a settimana) è stato associato a quasi 23.000 nuovi casi di cancro nel 2017, pari al 13,3% di tutti i tumori attribuibili all’alcol e al 2,3% di tutti i casi dei sette tipi di cancro correlati all’alcol. Quasi la metà di questi tumori (circa 11.000 casi) erano tumori al seno femminili. Inoltre, più di un terzo dei casi di cancro attribuiti al consumo da leggero a moderato (circa 8500 casi) erano associati a un livello di consumo leggero (<10 g al giorno).
Aggiungono inoltre: 
Non è possibile stabilire una quantità sicura di consumo di alcol per i tumori e la salute. I consumatori di alcol dovrebbero essere oggettivamente informati sui rischi di cancro e di altre condizioni di salute associate al consumo di alcol.
Di seguito AGRICOLAE pubblica il testo in Pdf della dichiarazione Oms apparsa su The lancet: 
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La dichiarazione da parte dei ricercatori Oms è apparsa su The Lancet. Opportuno allora ricordare come il via libera dato dal Parlamento Ue al Cancer Plan sul vino fosse basato sullo studio Eat Lancet del 2018 contestato da buona parte della comunità scientifica. Una decisione in linea con il report Eat-Lancet del 2019 EAT-Lancet_Commission_Summary_Reportche voleva imporre la dieta unica universale e portare i Governi a tassare le aziende che non producevano cibo “sano”, secondo criteri stabiliti da Lancet e dalle multinazionali di cui è partner e che fanno parte della piattaforma “di affari” (WBCSD). 

Vino, ok da PE a Cancer Plan basato su studio Lancet controverso. Più tasse ad aziende che producono “cibo malsano” come vuole Eat-Lancet

Vino, Cancer Plan, CEEV – Comité européen des entreprises vins: basato su studio Lancet criticato da scienza per difetti analisi

Per saperne di più:

No libertà di scelta consumatori e piu tasse per aziende, questo il piano del capo Onu al Food Systems Summit per i consumi alimentari. I documenti Eat della ‘Dittatura alimentare’

Ecco il nuovo Countdown di Lancet su futuro Pianeta secondo cui si deve mangiare vegetali: carne inquina e mette a rischio resa colture. E chi la mangia muore prima. Il documento

Dieta universale, Lancet la mette sul piano economico: quella a base animale costa di più, fa male e mette a rischio il Pianeta. Lo studio




Vino, nuovo stop dall’Oms: Ridurre consumo alcol del 10% entro 2025, no a promozione e tassazione più alta. Ecco il documento e le prime reazioni

L’OMS/Europa ha convocato la 72a sessione del suo Comitato regionale (RC72) dal 12 al 14 settembre 2022 in Israele. Sono stati invitati tutti i 53 Stati membri d’Europa e dell’Asia centrale, insieme a una varietà di partner sanitari. In tutto, circa 500 partecipanti sono venuti a Tel Aviv per RC72, con altri 200 partecipanti online.Risultato? I delegati -scirve l’Oms-  hanno anche approvato un quadro per affrontare i danni causati dall’alcol nella regione, dove 2500 persone muoiono ogni giorno a causa di malattie legate all’alcol, il più alto onere di questo tipo al mondo.
Al centro del dibattito di organizzazioni di categoria, produttori e mondo politico è finito dunque l‘European framework for action on alcohol 2022-2025, approvato dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) – Regione Europa, che ha come obiettivo il contrasto al consumo dell’alcol e la riduzione del 10% del consumo pro capite entro il 2025.
Di seguito AGRICOLAE pubblica il documento Oms “European framework for action on alcohol 2022–2025”:
European framework for action on alcohol 2022–2025
Si legge su Twitter del Who Europe: 
“La regione europea dell’OMS ha il più alto livello di #alcohol consumo pro capite nel mondo e la più alta percentuale di bevitori nella popolazione.  #Alcohol è una sostanza tossica, psicoattiva ed è collegata a molteplici malattie, tra cui 7 tipi di cancro. Il quadro d’azione europeo sull’alcol 2022–2025 si basa sulle prove più recenti e migliori sui danni causati da #alcohol e su come abbassare il rubinetto dell’alcol. #RC72TLV ha approvato il quadro d’azione europeo su #alcohol 2022–2025.”
Qui di seguito il video dell’Oms: 
https://youtu.be/ASzay8sDVis
“Ambizioso, lungimirante, pratico” scrive l’Oms ma il documento mette ancora una volta sotto accusa un comparto di eccellenza del Made in Italy, che vale oltre 7 miliardi di euro di export e occupa 1,2 milioni di persone in Italia, e resta miope di fronte alla differenza tra uso moderato e abuso di alcol. Un nuovo proibizionismo dunque, che si attua mediante una strategia ben precisa che prevede aumento della tassazione, divieto di pubblicità, promozione e di qualsiasi azione di marketing e obbligo di health warming in etichetta.
Di seguito le reazioni: 
“È semplicemente folle accostare il vino alle sigarette in termini di pericolosità per la salute umana”: dichiara all’Ansa il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, dopo che l’Organizzazione mondiale della sanità ha adottato il documento “European framework for action on alcohol”. “È l’ennesimo attacco scriteriato al nostro mondo, ma metteremo in atto tutte le azioni necessarie per contrastarlo. Ci sono decine di pubblicazioni scientifiche che attestano non solo che il vino, se consumato consapevolmente e con moderazione, non è nocivo, ma addirittura fa bene alla salute”.
Le organizzazioni di Francia, Italia (Alleanza delle Cooperative Italiane Agroalimentari, Assoenologi, CIA – Agricoltori Italiani, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri, Federdoc, Federvini, FIVI e Unione Italiana Vini) e Spagna hanno espresso forte preoccupazione per la nuova ondata di “proibizionismo”. I prossimi mesi saranno cruciali, in quanto la Commissione europea lavorerà su alcune importanti iniziative legislative: le delegazioni hanno chiesto di tenere conto di quanto espresso dal Parlamento europeo nel parere sul Piano europeo di lotta contro il cancro la scorsa primavera, di concentrarsi sulla lotta all’abuso di alcol e evitare politiche sproporzionate – come la recente norma irlandese – che minano le comunità e i territori produttori di vino, il patrimonio immateriale dell’umanità, l’arte di vivere europea e la cultura gastronomica, di cui il vino è parte inestricabile.

Devono essere sostenute, in particolare, tre linee di indirizzo:• salvaguardare la politica di promozione come strumento per garantire la competitività dei vini;

• preservare le norme sull’etichettatura nutrizionale e sulla lista degli ingredienti già decise nel quadro dei regolamenti PAC, inclusa l’etichetta digitale;

• chiedere agli Stati membri e alla Commissione europea di opporsi alla proposta irlandese sugli health warnings, presentando un parere circostanziato nel quadro della procedura TRIS.

Secondo Unione italiana vini (Uiv), quanto disposto ieri a Tel Aviv nel documento Oms “European framework for action on alcohol 2022-2025” si discosta da quanto previsto dalla Global alcohol strategy approvata lo scorso maggio dalla stessa OMS e dalla votazione al Cancer plan da parte del Parlamento europeo che avevano rimarcato l’esigenza di focalizzare l’azione sul consumo dannoso di alcol. Le linee guida, accolte integralmente senza alcuna opposizione da parte delle delegazioni – anche quella italiana -, prevedono un contrasto al consumo tout court dell’alcol come priorità di azione, con un obiettivo di riduzione del 10% pro-capite entro il 2025. Tra le politiche che l’organizzazione proporrà ora ai Paesi interessati, l’aumento della tassazione, il divieto di pubblicità/promozione/marketing in qualsiasi forma, la diminuzione della disponibilità di bevande alcoliche, l’obbligo di health warning in etichetta e un nuovo approccio alla concertazione delle politiche che vedrebbe totalmente escluso il settore dal dibattito.
“Ormai è chiaro che quella contro l’alcol è la nuova crociata, che va portata avanti senza se e senza ma, proprio come è accaduto in passato per la carne rossa. Dimenticando che solo pochi mesi fa a Strasburgo dai paesi Ue è stata respinta la tesi che l’alcol sia dannoso a prescindere e che sia stata rimarcata la differenza fra l’abuso e il consumo moderato, l’Oms presenta un piano all’insegna del proibizionismo, che mette all’indice i superalcolici così come vino e birra” sottolinea il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio. 
“Ciò che è stato illustrato dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel documento “European framework for action on alcohol 2022-2025”, possiamo consideralo un attacco sconsiderato al vino italiano e ad un comparto leader a livello mondiale per etichette Igp e Dop”. E’ quanto dichiara in una nota il sottosegretario al Mipaaf, Francesco Battistoni commentando il quadro d’azione sull’alcol 2022-2025 illustrato a Tel Aviv nella 72esima sessione del Comitato regionale per l’Europa dell’Oms.
“Dopo i tentavi di imporre in Italia il Nutriscore e altre procedure lesive dell’agroalimentare italiano – aggiunge – siamo esterrefatti dal vedere come un’Istituzione internazionale per promuovere i corretti stili di vita imponga, indiscriminatamente, un proibizionismo su larga scala non facendo alcuna distinzione di sorta, ma colpendo, invece, a 360 gradi il comparto vitivinicolo italiano”.
“Colpire il nostro vino – aggiunge Battistoni – oltre a produrre effettivi economici negativi a livello nazionale, colpisce il nostro made in Italy, la nostra dieta mediterranea e il nostro turismo. Non a caso, ogni anno, oltre 15 milioni di enoturisti, come segnala l’Associazione nazionale Città del Vino, vengono in Italia per vivere la cultura del nostro Paese unendo le nostre unicità vitivinicole che rappresentano storia, tradizione e territorialità oltre a identificare le eccellenze provenienti dalla nostra geografia enogastronomica”.
“Da tempo, come Italia e come membri dell’Ue, stiamo conducendo battaglie di diritto, fondate sul merito e sul metodo contro il Nutriscorse. Questo ulteriore attacco promosso da sempliciste deduzioni elaborate dall’Oms – prosegue – ci impone di fare quadrato e di difendere il nostro vino, i nostri produttori, le associazioni e le realtà territoriali. Non possiamo permettere che un settore strategico del nostro Paese venga demonizzato e colpito da scelte affrettate e prive di reali riscontri che pongono su un piano ideologico ciò che è sano da ciò che non lo è, senza applicare distinzioni necessarie”, conclude Battistoni.
“Si dovrebbero fare le opportune distinzioni tra i superalcolici e il vino o la birra nonché bisognerebbe differenziare l’approccio in funzione delle modalità di consumo, il rischio così è di trattare con lo stesso metro di giudizio il consumo e l’abuso. Forse all’OMS non hanno ancora compreso che il vino non è alcol etilico e che è la dose che fa il veleno” dichiara invece  il presidente della commissione Agricoltura della Camera, Filippo Gallinella (Impegno Civico).
Le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità contro l’alcolismo rischiano di portare alla demonizzazione del comparto vitivinicolo nazionale. È un errore associare la produzione vitivinicola, così importante in termini economici e paesaggistici, all’alcolismo. L’alcolismo è una piaga che deve essere affrontata come una emergenza nazionale, ma non lo si fa generalizzando. Così facendo si rischia di mettere nel mirino un intero settore, strategico per i nostri territori e per il Paese.”
Così la senatrice del Partito Democratico Caterina Biti. 

Il pronunciamento dell’OMS attacca un prodotto con una storia millenaria e colpisce un settore strategico del Made in Italy agroalimentare con 12 miliardi di euro di fatturato offrendo un importante contributo all’economia e all’occupazione dell’intero Paese, considerato che il comparto offre opportunità di lavoro a 1,3 milioni di persone dalla vigna alla tavola. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare il documento adottato dall’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms) – Regione Europa: “European framework for action on alcohol 2022-2025”.

E’ del tutto improprio – sottolinea la Coldiretti – assimilare l’abuso di superalcolici tipico al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità ed a più bassa gradazione come la birra e il vino che è diventato l’emblema di uno stile di vita “lento”, attento all’equilibrio psico-fisico che aiuta a stare bene con se stessi, da contrapporre proprio all’assunzione sregolata di alcol.

Aumento della tassazione, divieto di pubblicita’ o promozione e obbligo di health warning in etichetta rischiano in modo fuorviante di assimilare in consumo del vino alle sigarette con effetti disastrosi sui consumi con quasi un italiano su quattro (23%) che smetterebbe di bere o ne consumerebbe di meno, secondo il sondaggio on line sul sito www.coldiretti.it. Ma a preoccupare sono soprattutto gli effetti sulle esportazioni, che superano i consumi interni, per un valore destinato a sfondare per la prima volta quota 8 miliardi di euro, secondo le proiezioni di Coldiretti.

“Ancora una volta vince il proibizionismo sulla corretta informazione” così Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia sull’approvazione durante 72a sessione del Comitato regionale dell’OMS dell'”European framework for action on alcohol 2022-2025″, piano che ha come obiettivo il contrasto al consumo dell’alcol e la riduzione del 10% del consumo pro capite entro il 2025.

Da Filiera Italia fanno notare “quella spaccatura insanabile, anche a livello europeo, tra chi è favorevole alla criminalizzazione di singole eccellenze frutto di tradizioni millenarie mostrandosi favorevole invece ad una omologazione sintetica della dieta e chi invece comprende la differenza tra uso ed abuso, e l’importanza di una dieta equilibrata”.

“Useremo il buonsenso – chiosa il consigliere – e i consolidati dati scientifici esistenti per bloccare questi tentativi a cui si prestano organismi internazionali come l’OMS o europei come la Commissione che vorrebbe escludere vino e prodotti carnei dai programmi di promozione”.

https://agricolae.eu/vino-centinaio-mipaaf-contro-alcol-nuova-crociata-non-e-con-proibizionismo-che-si-tutela-la-salute/
https://agricolae.eu/vino-battistoni-mipaaf-da-oms-attacco-sconsiderato-al-vino-italiano/
https://agricolae.eu/vino-gallinella-ic-allibito-da-scelta-oms-e-la-dose-che-fa-il-veleno/
https://agricolae.eu/uiv-con-voto-oms-nasce-nuovo-proibizionismo-in-europa-oms-europa-dispone-linee-guida-choc-su-consumi-di-alcol/
https://agricolae.eu/vino-biti-pd-indicazioni-oms-contro-alcolismo-rischiano-di-demonizzare-comparto-vitivinicolo/
https://agricolae.eu/vino-coldiretti-da-oms-attacco-a-lavoro-di-13-mln-di-italiani/
https://agricolae.eu/vino-filiera-italia-oms-sceglie-il-proibizionismo-rispetto-allinformazione/



OSSERVATORIO NUTRIZIONALE GRANA PADANO: ECCO I DANNI DELL’ALCOL ALLA SALUTE E IMPATTO SUI GIOVANI

Nel mondo 1 persona su 3 consuma regolarmente bevande alcoliche (pari a 2,4 miliardi di persone, delle quali 1 miliardo e mezzo uomini e 900 milioni donne): questo il risultato di un recente studio, pubblicato ad agosto sulla rivista scientifica Lancet, che ha esaminato 694 studi sul consumo di alcol nel mondo e valutato i rischi per la salute associati al consumo di bevande alcoliche in 195 nazioni. Dallo studio emerge che il consumo di una bevanda alcolica al giorno (10 g di alcol) aumenta dello 0,5% il rischio di sviluppare problemi di salute e del 7% in chi ne consuma due.

Gli esperti dell’Osservatorio nutrizionale Grana Padano hanno intervistato 6250 adulti italiani indagando l’abitudine all’utilizzo di alcolici, soprattutto nei ragazzi maggiorenni con età inferiore ai 21 anni. Dallo studio dell’Osservatorio è emerso che il 74% degli intervistati utilizza alcolici e, mediamente, consuma circa 10,2 g di alcol al giorno (14,2 g gli uomini e 6,3 g le donne). Il 26% degli intervistati ha l’abitudine di consumare un aperitivo la settimana e di solito l’alcol è accompagnato da un buffet (21%). L’abitudine all’aperitivo è prevalentemente dei giovani, infatti, il 45% degli intervistati sotto i 21 anni riferisce di farlo almeno 1 volta a settimana, e il 62% dei giovani riferisce di recarsi al bar o al pub dopo cena una volta a settimana.

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Se si considera l’utilizzo di vino, il 30% degli intervistati dichiara di berne quotidianamente circa un bicchiere e il 20% dei ragazzi inizia a utilizzarlo prima dei 21 anni. La quantità di vino che bevono gli adulti intervistati corrisponde al consumo di riferimento standard dei LARN, lontana quindi da implicazioni sulla salute. Però, il campione dello studio mette in evidenza che l’utilizzo dell’alcol nel nostro Paese è precoce, si stima che i due terzi dei “bevitori” adulti inizi a utilizzare alcolici prima dei 21 anni e a rischio sono prevalentemente i maschi.

“L’utilizzo dell’alcool è un fattore di rischio per moltissime patologie – ha spiegato la dott.ssa Michela Barichella, Presidente di Brain and Malnutrition Association e membro del Comitato scientifico Osservatorio nutrizionale Grana Padano – e può compromettere la ‘maturazione’ del cervello, soprattutto in quelle aree coinvolte nel controllo degli impulsi. In adolescenza la maturazione del cervello non è completa, vi sono aree come quella limbica che matura dopo i 20 anni. Ecco perché in alcuni Paesi, per esempio negli Stati Uniti, si pone il divieto di utilizzo degli alcolici sotto i 21 anni”.

I danni dell’alcol non sono solo per il cervello, ma per tanti altri organi: è un fattore di rischio per molti tumori (fegato, cavo orale, gola, ecc.), l’organo maggiormente colpito è il fegato, ma risente dell’effetto tossico dell’alcol anche l’apparato cardiovascolare e gastrointestinale. Inoltre, chi abusa di alcol è più soggetto a ipertensione, ictus e cardiopatie. L’alcolismo causa malnutrizione, ma anche alterazioni della sessualità, diminuzione della libido, infertilità e impotenza, obesità.

 

GLI ESPERTI DELL’OSSERVATORIO GRANA PADANO HANNO EVIDENZIATO DIECI IMPORTANTI MOTIVI PER NON ABUSARE DELL’ALCOL:

 

  1. L’abuso di alcol crea dipendenza ed è paragonabile alle sostanze stupefacenti;
  2. L’alcol è cancerogeno e crea danni d’organo come la cirrosi epatica;
  3. Indebolisce il sistema immunitario e dà una maggiore sensibilità alle infezioni;
  4. Riduce l’assorbimento delle vitamine A, D ed E;
  5. Causa malnutrizione e alterazioni del peso corporeo;
  6. Modifica la produzione di ormoni, ha un’azione negativa sulla fertilità e non favorisce le prestazioni sessuali;
  7. In gravidanza può creare problemi al feto e al nascituro;
  8. Può interferire con le terapie farmacologiche in atto;
  9. Altera le funzioni cognitive ed è un fattore di rischio per il decadimento cognitivo;
  10. Altera l’attenzione, riduce i tempi di reazione e causa sonnolenza, per questo motivo l’alcol non va assunto se si guida.

 




L.BILANCIO, OLIVERO, MIPAAF: PASSI AVANTI. ‘AGGIUSTEREMO’ CERTIFICATI ANTIMAFIA. SEMPLIFICARE ETICHETTA SENZA BANALIZZARE E STOP CRIMINALIZZAZIONE ALCOL

OLIVERO

Il viceministro alle Politiche agricole Andrea Olivero fa, con AGRICOLAE, il punto della situazione delle ‘questioni agricole’ presenti nella legge di Bilancio. Dai distretti alimentari “per unire il prodotto al territorio” al Piano triennale della pesca. Ma non solo

Il viceministro alle Politiche agricole Andrea Olivero fa, con AGRICOLAE, il punto della situazione delle ‘questioni agricole’ presenti nella legge di Bilancio. Dai distretti alimentari “per unire il prodotto al territorio” al Piano triennale della pesca. Ma non solo: risponde anche all’appello della filiera del vino in merito al voto europeo sull’abuso di alcol portato avanti dalla presidenza estone e lancia un nuovo concetto di etichettatura “per non giocare in difesa, ma in attacco semplificando senza banalizzare”. E sul ‘guasto’ relativo all’emendamento nato per innalzare la soglia dei certificati antimafia a 25 mila euro al fine di non ingolfare le prefetture e bloccare i pagamenti Pac il viceministro spiega: “se c’è lo correggeremo nel passaggio alla Camera, si alla legalità ma no alla burocrazia”.

L.BILANCIO, OLIVERO, MIPAAF: UNIRE PRODOTTO A TERRITORIO CON DISTRETTI ALIMENTARI

“Si tratta di provvedimenti che completano il lavoro fatto in questi anni per il settore agroalimentare, come il piano sulla Pesca e il lavoro per accompagnare il passaggio generazionale dei nostri imprenditori agricoli e i piccoli produttori”. Così ad AGRICOLAE il viceministro all’Agricoltura Andrea Olivero in merito alle questioni ‘agricole’ della legge di Bilancio. Ma non solo opera di consolidamento. “Anche scelte strategiche – spiega – per unire territorio e prodotto andando ad accentuare il tema, oltre che della filiera, anche del distretto come elemento di sviluppo e di indentificazione del settore agroalimentare e dell’agricoltura”, conclude.

ETICHETTA, OLIVERO, MIPAAF: NO AL ‘SEMAFORO’ MA SEMPLIFICARE SENZA BANALIZZARE

Non basta l’origine della materia prima. Occorre “semplificare senza banalizzare” per evitare che “l’Italia si trovi a giocare in difesa a fronte di iniziative da parte di altri paesi come Francia e Inghilterra”. Così ad AGRICOLAE il viceministro delle Politiche agricole Andrea Olivero in merito all’etichetta a semaforo. “Certamente il tema va riaffrontato”, prosegue. “Oggi abbiamo la consapevolaezza che abbiamo tanti, troppi dati di cui il consumatore deve tenere in considerazione. Dobbiamo trovare forme che semplifichino senza banalizzare”. Ma il viceminstro è chiaro: “respingiamo la logica dell’etichetta a semaforo che mortifica la qualità del prodotto ma dobbiamo interrogarci su come rendere piu intelligibile per il cosnumatore le caratteristiche prorie del prodotto”, conclude.

CERTIFICATI ANTIMAFIA, OLIVERO, MIPAAF: SE C’E’ ERRORE, INTERVERREMO ALLA CAMERA. SI A LEGALITA MA NO BUROCRAZIA

Sarebbe a rischio l’innalzamento della soglia per i certificati antimafia da 5mila a 25mila euro. Infatti – da quanto apprende AGRICOLAE – nell’emendamento presentato dal relatore si fa riferimento solo all’articolo 28 ma non viene menzionato l’articolo 25 che ne individua la fattispecie. Questo sta creando un vero e proprio caso politico in se3de di discussione della Bilancio, poco prima del voto, tra chi sostiene che non è necessario inbcludere anche l’articolo 25 e chi invece sostiene che la misura si annulla. “Il lavoro di molte notti probabilmente ha creato qualche guasto”, commenta con AGRICOLAE il viceminstro delle Politiche agricole Andrea Olivero. “D’altronde la lettura plurima dei testi consente – precisa – di correggere ed eventualmente interverremo nel passaggio alla Camera”. Olivero spiega che “l’elaborazione di questo emendamento è stata una scelta saggia da parte del Senato perché seppure abbiamo un grande interesse per la legalita, abbiamo anche interesse a non aumentare la burocrazia. Soprattutto – conclude – quanco non ci da particolare ulteriore sicurezza per il settore”.

VINO, OLIVERO, MIPAAF: NO CRIMINALIZZARE. CONOSCENZA RENDE CONSUMATORE CONSAPEVOLE

“Da tempo continuiamo a dire che il tema dell’abuso di sostenza alcoliche che da sempre è attentamente seguita dal nostro governo non deve portare a scelte affrettate e non efficaci rispetto agli obiettivi che vogliamo centrare”. Così ad AGRICOLAE il viceministro delle Politiche agricole Andrea Olivero in merito alla lettera inviata dalla filiera del vino a Gentiloni, Martina e Lorenzin con cui si chiede che non venga sostenuto dal voto dell’Italia il documento della presidenza di turno dell’Unione Europea (Estonia) che vuole limitare il libero commercio di bevande alcoliche all’interno dell’UE, “I nostri studi ci dicono che è la conoscenza del vino che rende il consumatore consapevole”, precisa il viceministgro. “Quindi non serve criminalizzare ma fare una campagna culturale destinata al consumatore finale”.

Per saperne di più:

FILIERA VINO SCRIVE A GENTILONI, MARTINA E LORENZIN: NO A DOCUMENTO PRESIDENZA UE SU BEVANDE ALCOLICHE

VINO

La Filiera del Vino italiana prende carta e penna e scrive una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni

La Filiera del Vino italiana prende carta e penna e scrive una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ai ministri per le Politiche agricole e Salute Maurizio Martina e Beatrice Lorenzin, con cui si chiede l’intervento del governo a Bruxelles a difesa del vino.

Si chiede che non venga sostenuto dal voto dell’Italia il documento della presidenza di turno dell’Unione Europea (Estonia) che vuole limitare il libero commercio di bevande alcoliche all’interno dell’UE, per motivi di salute pubblica. In questo modo si colpisce la filiera del vino che ha sempre sostenuto il consumo moderato.

Bruxelles deve tener conto della cultura del vino e più in generale della diversità dei contesti nazionali (i Paesi dove tradizionalmente si consuma più vino, infatti, sono quelli dove i danni da abuso di alcol sono minori).

Qui di seguito la lettera in PDF

2017_11_27_lettera Filiera_Estonia




FILIERA VINO SCRIVE A GENTILONI, MARTINA E LORENZIN: NO A DOCUMENTO PRESIDENZA UE SU BEVANDE ALCOLICHE

VINO

La Filiera del Vino italiana prende carta e penna e scrive una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni

La Filiera del Vino italiana prende carta e penna e scrive una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ai ministri per le Politiche agricole e Salute Maurizio Martina e Beatrice Lorenzin, con cui si chiede l’intervento del governo a Bruxelles a difesa del vino.

Si chiede che non venga sostenuto dal voto dell’Italia il documento della presidenza di turno dell’Unione Europea (Estonia) che vuole limitare il libero commercio di bevande alcoliche all’interno dell’UE, per motivi di salute pubblica. In questo modo si colpisce la filiera del vino che ha sempre sostenuto il consumo moderato.

Bruxelles deve tener conto della cultura del vino e più in generale della diversità dei contesti nazionali (i Paesi dove tradizionalmente si consuma più vino, infatti, sono quelli dove i danni da abuso di alcol sono minori).

Qui di seguito la lettera in PDF

2017_11_27_lettera Filiera_Estonia