Nutriscore, Piccinini, Alleanza Cooperative Agroalimentari: non ha un approccio educativo e deprime le aspettative sulla capacità di comprensione dei consumatori

“Faremo il possibile per scongiurare che la scelta dell’Europa ricada alla fine proprio sul Nutriscore. Orientare le scelte dei cittadini europei solo attraverso l’automatismo dei colori del semaforo non ha a mio avviso nulla a che vedere con l’informazione e l’educazione”.

Così ad AGRICOLAE il presidente dell’Alleanza delle cooperative Agroalimentari Carlo Piccinini commentando il documento redatto dall’Eupha, l’Associazione della Salute pubblica Ue, con la quale si individua il sistema di etichettatura francese l’unica strada percorribile e si chiede alla Commissione Ue di agire in fretta per fare una legge ed imporlo a tutti gli Stati Membri.

“Il concetto semaforico – prosegue – è un sistema che non fa pensare, ma si limita a generare meccanismi e scelte comportamentali pressoché immediate o di impulso, come quando si è alla guida e scatta il semaforo. Ma se ciò va bene quando si circola per strada, è inaccettabile che siano i colori a guidare le scelte alimentari (questo lo mangio perché è verde, questo lo scarto perché è rosso). Occorrerebbe piuttosto un approccio educativo, che passi attraverso sistemi di etichettatura pensati per dare il quadro più ampio possibile di informazioni sulle caratteristiche dei singoli nutrienti di un prodotto.
E’ questo ciò di cui i consumatori hanno bisogno per fare scelte consapevoli in una materia come quella delle scelte alimentari che sono più complesse di come l’Europa dimostra di volerle affrontare.
L’alimentazione è un comportamento complesso che non può essere banalizzato. Dobbiamo educare il consumatore a fare le migliori scelte di consumo sulla base della raccolta di informazioni riscontrabili e complete, non spingerlo a scegliere nel minor tempo possibile sulla base di un colore.
“È necessario sì semplificare, – conclude Piccinini – ma il nutriscore deprime le aspettative sulla capacità di comprensione dei consumatori circa i valori nutrizionali dei prodotti. Ne va della cultura alimentare delle future generazioni e della loro salute”.

Nutriscore, Associazione Ue Salute pubblica, Eupha (di cui fa parte Ricciardi): unica opzione possibile, Commissione faccia legge per imporlo a tutti gli Stati membri. Il documento e le reazioni




2022-2023, l’editoriale di Carlo Piccinini: programmazione a lungo termine la sfida più grande

Ci stiamo lasciando alle spalle anni veramente complicati, nei quali è stato come vivere sull’ottovolante dovendo fronteggiare emergenze e problemi di enorme portata, dalla pandemia su scala mondiale alla guerra tra Russia e Ucraina con il pesante impatto economico e i forti rincari dell’energia e delle materie prime.

Il primo auspicio che sento di formulare per il nuovo anno è dunque quello di provare a dare risposte alle nostre imprese con una programmazione di lungo periodo e un orizzonte temporale ampio, non dettato dalle emergenze. È questa a mio avviso la sfida più grande.

Nonostante nelle ultime settimane ci siano stati alcuni segnali rassicuranti sui costi dell’energia, è evidente che non stiamo ancora fuori dalle difficoltà. L’aumento dei costi sta determinando crisi di liquidità nelle nostre imprese e all’orizzonte si profila la minaccia di serie difficoltà nella realizzazione degli investimenti assistiti dalle risorse del PNRR.

Con il conflitto tra Russia e Ucraina abbiamo poi compreso quanto sia importante per l’Unione Europea e per i singoli Stati membri avere produzioni primarie e non essere dipendenti da Paesi Extra UE. Emblematico il problema della carenza dei fertilizzanti, con un approvvigionamento dall’estero che ha dimostrato tutti i suoi limiti. Con lo scoppiare della guerra, sono emersi con tutta la loro evidenza tutte le fragilità di un equilibrio minato dall’instabilità di infrastrutture e trasporti marittimi. È bastato poco per metter in crisi un modello produttivo come il nostro che per anni ha continuato ad esternalizzare svariati fattori produttivi, dalle materie prime, al vetro ai fertilizzanti, pertantoora dobbiamo necessariamente tendere ad essere più indipendenti nelle forme di approvvigionamento.

Per la prima volta, a 60 anni di distanza dall’introduzione della PAC, abbiamo dovuto fare i conti con le fragilità strutturali e gli effetti di una globalizzazione dei mercati non sempre regolamentata con accortezza. Si è avuta la sensazione che ad essere minacciata fosse la stessa Food Security, così faticosamente conquistata nell’Unione Europea. 

Occorre quindi avviare una profonda riflessione sugli stessi paradigmi delle politiche di sviluppo economico nazionali ed europee. Sono convinto, ad esempio, che nel 2023 occorrerà rimettere mano al Piano strategico nazionale. L’Italia non ha a mio avviso risposto appieno, attraverso il proprio Piano strategico, alle carenze del sistema agricolo italiano individuate dalla Commissione stessa in termini di “elevata frammentazione e carenza di relazioni verticali o di filiera” ed è per questo che sarà necessario aprire alla possibilità di estendere le OCM settoriali a comparti ad oggi esclusi, come il settore zootecnico e quello lattiero-caseario.

Anche nell’ottica di una revisione di metà mandato della Politica Agricola Comune, è necessario un vero e proprio cambio di passo per sostenere e rafforzare un’agricoltura italiana ed europea che è molto cambiata rispetto agli anni in cui è stata scritta e pensata la nuova Pac. Auspichiamo che torni un po’ di realismo e si comprenda che certe direttive e indicazioni non possano più essere perseguite e che su temi come la riduzione dei fitofarmaci, la direttiva delle emissioni e la riforma del packaging l’Europa faccia meno voli pindarici, assumendo decisioni così impattanti sulla vita delle nostre imprese, facendosi guidare da un sano realismo e non da pure ideologie. 

Sul fronte nazionale, il nostro obiettivo è rendere l’agricoltura italiana più moderna ed efficiente, con uno sguardo che miri al mercato del 2030 e non del 2000. Andranno implementate politiche per lo sviluppo dell’agricoltura nazionale che a mio avviso passa attraverso il rafforzamento di filiere integrate cooperative. Le dimensioni aziendali medie delle aziende agricole restano ancora piccole, occorre dunque incentivare l’aggregazione di allevatori e produttori, per rafforzarne il potere contrattuale nei confronti dell’industria e della distribuzione, e migliorare nel contempo la competitività, la sostenibilità e la qualità del comparto agroalimentare.

Al fine di evitare l’abbandono delle attività agricole e lo spopolamento delle aree interne, occorrerà poi attuare misure efficaci che contrastino la frammentazione aziendale: il rilancio della cooperazione di conduzione associata dei terreni può rappresentare ad esempio una soluzione, in quanto agevola l’aggregazione in forma mutualistica delle terre.

Carlo Piccinini

Presidente Alleanza Cooperative agroalimentari




Vinitaly and city, a piazza dei signori va di scena Vivite, la prima enoteca di etichette cooperative

Un’enoteca nel centro storico di Verona interamente dedicata alle eccellenze vitivinicole delle cantine cooperative italiane. Si chiama ViVite, l’Enoteca dei vini cooperativi ed è stata inaugurata ieri in Piazza dei Signori, nell’ambito del fuori salone Vinitaly and City, in programma nella città scaligera fino all’11 aprile 2022.

“Siamo orgogliosi di portare per la prima volta il racconto alla scoperta dei vini cooperativi – commenta Luca Rigotti, Coordinatore Vino Alleanza Cooperative Agroalimentari – in un contesto come quello di Vinitaly and City che, con il suo ricco programma di degustazioni, masterclass, showcooking, musica e talk tematici, ha riscontrato in questi anni un crescente interesse da parte del pubblico di winelovers e appassionati”.

“La cooperazione vitivinicola – conclude Rigotti – oltre a rappresentare volumi estremamente significativi, pari al 58% di tutta la produzione italiana, si è resa protagonista negli ultimi decenni di un importante percorso di accrescimento qualitativo delle proprie produzioni, con particolare attenzione a progetti virtuosi in tema di sostenibilità e innovazione”.

Nell’enoteca ViVite saranno messe in degustazione una selezione di oltre 100 etichette, suddivise in bianchi, rossi, spumanti, che costituiscono uno spaccato altamente rappresentativo dell’ampio bacino varietale e territoriale nonché della qualità del vino cooperativo. Il carnet di biglietti per la degustazione è acquistabile online, sul sito ufficiale della manifestazione (www.vinitalyandthecity.it) o in alternativa nel box allestito in piazza dei Signori.

A completare il percorso alla scoperta delle etichette cooperative, lunedì 11 aprile alle ore 19.00 avrà luogo una masterclass di vini rossi cooperativi, condotta dal giornalista e critico gastronomico Paolo Massobrio. La masterclass, alla quale è possibile partecipare dietro prenotazione con ingresso gratuito, si svolgerà alla Loggia antica, una location storica unica e normalmente chiusa al pubblico, a pochi metri dall’enoteca allestita a piazza dei Signori.

All’Alleanza Cooperative Agroalimentari aderiscono 379 cooperative, con oltre 9mila addetti e 110mila soci aderenti e un giro d’affari di 4,8 miliardi di euro, il 40% del totale del fatturato del vino nazionale.

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ViVite, l’enoteca dei vini cooperativi osserverà gli stessi orari di apertura della manifestazione, ovvero:

  • sabato e domenica: dalle 11.00 a mezzanotte.
  • lunedì: dalle 17.00 a mezzanotte;

L’elenco dettagliato sulle etichette in degustazione e sulle cantine espositrici è disponibile sul sito: www.vivite.it

 




ANAPROBIO, Torriani (Alleanza Cooperative): Servono progetti di aggregazione per i produttori bio

“Il bio deve aggregarsi, ma per fare cosa? Si tratta di investire nella prima fase della filiera, quella della produzione agricola, un aspetto non scontato che però va integrato con altre fasi successive, come stoccaggio, trasformazione e distribuzione. Così una parte del valore finale tornerà a chi fa la produzione primaria. Serve quindi una strategia coerente, con progetti sostenibili all’interno di un distretto coerente con il PNRR. Per quanto riguarda i progetti di aggregazione serve una progetto e una vision, tutto unito dalla serietà. Sotto questo punto di vista la politica agricola è contraddittoria. C’è comunque spazio per la cooperazione nel settore primario, ma dobbiamo ricordarci che più il biologico cresce più la filiera con le relative sfide va accettata”. Così Francesco Torriani, coordinatore del settore biologico dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, in occasione del webinar organizzato da ANAPROBIO Italia di Copagri dal titolo “Agricoltura biologica e PNRR, quali opportunità per le imprese?”.




Governo, Draghi, Alleanza cooperative agroalimentari: “auguri di buon lavoro al ministro Patuanelli”

“A nome di tutta la cooperazione agroalimentare formuliamo le nostre congratulazioni e i migliori auguri di buon lavoro al nuovo ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli. Siamo pronti ad offrire al neo Ministro tutta la nostra collaborazione per contribuire allo sviluppo e alla crescita dell’agroalimentare italiano, che passi per l’innovazione, la sostenibilità e il rafforzamento del made in Italy sui mercati internazionali. Abbiamo già avuto modo di conoscere ed apprezzare il Ministro Patuanelli quando era al Dicastero dello Sviluppo Economico e siamo sicuri che saprà portare la sua esperienza e la sua conoscenza delle principali esigenze delle imprese per dare maggior dinamismo al settore agroalimentare, lavorando sulla semplificazione burocratica, sugli strumenti di capitalizzazione e di accesso al credito e sulle forme di aggregazione e concentrazione dell’offerta”. Così il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari Giorgio Mercuri commenta la nomina del neomimistro delle Politiche Politiche Agricole Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli, che ha giurato questa mattina alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella.

“Estendiamo il nostro augurio di buon lavoro – prosegue Mercuri – anche all’intera compagine governativa, a partire dal Presidente del Consiglio Mario Draghi e a tutti gli altri ministri, in particolare quelli dello Sviluppo Economico, degli Esteri, della  Transizione ecologica e della Transizione digitale, che potranno a nostro avviso svolgere un ruolo fondamentale nel dare la giusta rilevanza all’agroalimentare all’interno del processo di ammodernamento e di crescita del Paese, in un’ottica di sviluppo sostenibile, che sarà al centro del Recovery Plan”. 

Il Presidente Mercuri ringrazia anche la ministra uscente Teresa Bellanova, “che ha saputo gestire ed affrontare, in una situazione assai complessa come quella dell’emergenza pandemica, problemi complessi e di non facile soluzione non mancando mai di affermare e far riconoscere in ogni sede l’importanza della filiera agroalimentare”. 




Covid, Alleanza Cooperative Sociali: urgente riconoscere ruolo educatori socio pedagogici. Si rischia blocco attività

L’approvazione dell’articolo 33 nella legge di Conversione del decreto legge “Agosto” è un passaggio importante ed indispensabile nel definire l’attività degli educatori professionali socio-pedagogici e, soprattutto, per garantire concretamente l’integrazione socio sanitaria. Va evitato il blocco delle attività». Lo sostiene l’Alleanza delle Cooperative Sociali «gli educatori che lavorano con minori, persone disabili, con problemi di salute mentale, tossicodipendenti e con altre persone fragili sono una risorsa importante da valorizzare per il bene del welfare del Paese».
«Ricordiamo che queste figure professionali sono storicamente la stragrande maggioranza di coloro che offrono servizi lle categorie più fragili, e qualora non potessero esercitare le funzioni che sono loro riconosciute dalla legge, si creerebbero vuoti paurosi nelle strutture con l’aggravante della disoccupazione. L’Alleanza delle Cooperative Sociali – si legge nella nota – è pronta a dare il proprio contributo in questo percorso a partire dall’esperienza concreta del lavoro svolto quotidianamente dagli educatori delle cooperative sociali e dei percorsi di formazione che abbiamo portato avanti negli ultimi anni».
«Il decreto del Ministero della Salute – continua la nota – d’intesa con il Ministero dell’Università e della Ricerca, che definirà le funzioni dell’educatore professionale socio pedagogico nei presìdi socio-sanitari e della salute dovrà riconoscerne il ruolo, nei tempi previsti dall’art. 33 bis, senza alzare steccati ideologici, in un’ottica che miri da una parte a valorizzare le loro competenze, dall’altra a definire i requisiti professionali che rispondano realmente ai bisogni delle persone».
«In questo momento di forte crisi economica legata al Covid, è ancor più grave e irresponsabile penalizzare centinaia di migliaia di operatori socio pedagogici e tantissimi giovani che hanno intrapreso percorsi di formazione e specializzazione frapponendo ostacoli pretestuosi e corporativi alla loro giusta necessità di poter esercitare le funzioni di propria competenza anche nelle strutture socio sanitarie».




Copa, Mercuri, Alleanza Cooperative agroalimentari: bene Giansanti vicepresidente

“Esprimiamo le più vive congratulazioni al presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti che è stato eletto vicepresidente del Comitato delle organizzazioni agricole europee (COPA), al quale aderiscono le principali organizzazioni agricole dei Paesi membri dell’UE e di altri stati europei. Siamo convinti che Giansanti, che da quando è alla guida di Confagricoltura non ha mai mancato di evidenziare con convinzione la centralità dell’Europa e delle politiche comunitarie in tutte le questioni che riguardano la vita e la competitività delle imprese agricole, saprà svolgere al meglio il suo ruolo di vice presidente del Copa, riuscendo a far valere le priorità negoziali del nostro Paese su tutte le più importanti decisioni che ci attendono nei prossimi anni, dalle scelte in tema di bilancio comunitario, al nuovo quadro normativo della Politica Agricola Comune e del New Green Deal, fino alle delicate questioni che regolano gli scambi e il commercio internazionale”.

Con queste parole il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari Giorgio Mercuri ha commentato la nomina di Massimiliano Giansanti come vicepresidente del Comitato delle organizzazioni agricole europee (COPA).




BILANCIO 2017, Mercuri, ogni prodotto cooperativo comprato da qui da noi o gdo viene direttamente dall’agricoltore

BILANCIO 2017

Il presidente dell’Alleanza delle cooperative commenta quanto fatto finora dal governo

“Una ripresa dei consumi ha dato la sensazione di uscire dalla crisi. Questa si è letta anche nei dati di bilancio delle nostre cooperative he registrano un aumento dei prezzi e delle produzioni. Ma non solo, anche dell’occupazione che continua a crescere”. Così ad AGRICOLAE il presidente dell’Alleanza delle cooperative agroalimentari Giorgio Mercuri nel tirare le somme dell’anno che si sta per chiudere. “Con la chiusura dell’anno si chiude anche questa fase legislativa per cui in questi anni c’è stata un attenzione concreta al settore agricolo ed agroalimentare. E’ rimasto qualche cosa di incompleto – prosegue Mercuri – ma sono i tempi che limitano a volte l’iter previsto”. D’altronde, prosegue ancora il presidente dell’Alleanza, “siamo arrivati alla Legge di Bilancio con pochissime risorse disponibili”. La cosa che si può cogliere nel 2017 è la grande attenzione alla crescita delle filiere. Noi da sempre ci siamo considerati una filiera completa come mondo produttivo, dalla produzione alla trasformazione. Questa si è concretizzata nel 2017 con degli eventi concreti, come Vi.Vite”.

“Ma i nostri momenti di confronto con i consumatori avviene tutti i giorni”, precisa Mercuri. “Ogni volta che comprano un prodotto cooperativo, che sia preso da Qui da noi o nella Gdo, stanno comprando direttamente dai nostri agricoltori. Con una attenzione maggiore dato che gli agricoltori sono tenuti a rispettare una serie di norme sanitarie e sociali rigide”.

Ma non solo: “al prodotto di qualità siamo stati capaci in questi anni ad mantenere associati i famosi brand di cui l’Italia va fiera e che oggi sono tutti in capo al mondo cooperativo. Da Cirio a Pomi per quanto riguarda l’ortofrutta. I risultati ottenuti testimoniano la capacità di una filiera tutta agricola ed agroalimentare con brand tutti italiani”. Poi l’accordo sul grano duro: “siamo convinti che questo sia il modo per dare valore al made in Italy. Non si fa mettendosi contro qualcuno ma mettendosi insieme per far trarre vantaggio a tutti. Significa guardare avanti in modo innovativo”. E per il 2018? “Auspichiamo che per il 2018 ci sia una campagna elettorale fatta con i giusti toni politici e con una attenzione al settore primario adeguata”, conclude. “Che sia al primo posto dell’agenda”.