Registro cereali, Mipaaf al lavoro su decreto: entrata in vigore prorogata al 2022. Subito su base volontaria e sperimentale

Una proroga che sposta l’entrata in vigore nel 2022 con una partecipazione su base volontaria per il periodo afferente al 2021. Sarebbe questo da quanto apprende AGRICOLAE, in sintesi, il contenuto del decreto Mipaaf in via di definizione relativo al Registro Cereali, meglio conosciuto come Granaio Italia.

Una misura, quella del Registro Cereali, che ha generato forti preoccupazioni all’interno della filiera a causa degli ulteriori oneri burocratici a carico delle imprese, di alcuni gap relativi al cambio di peso degli stock dipendente dalla presenza o meno di umidità e soprattutto alla soglia delle 5 tonnellate. Cosa che costringerebbe persino i supermercati a tenere il Registro telematico.

La filiera resta in attesa del decreto attuativo e delle modifiche richieste a gran voce unanime. Il già sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe L’Abbate aveva promesso, prima che cadesse il governo, di rivedere anche quel vincolo.

Tutto è nato dall’inserimento, last minute, di un emendamento di Luciano Cillis, M5S, alla legge di Bilancio. Emendamento inserito senza però un preventivo confronto con i soggetti interessati.

Era già stato scritto:

Cereali, Cillis: norma su monitoraggio non ha intenti punitivi. Presto tavolo per decidere insieme tempi e modi condivisi

Registro cereali, dopo promesse di modifica di L’Abbate, associazioni ora scrivono a Patuanelli. Burocrazia che danneggia settore. La lettera e cosa ne pensa la filiera

Cereali, Centinaio, Bergesio, Vallardi e Sbrana, Lega: Registro telematico è inutile aggravio burocratico oneroso

Registro Cereali, Battistoni (FI): Prorogare entrata in vigore. Troppo aggravio per aziende agricole

Registro cereali, L’Abbate, Mipaaf: pronti a lavorare insieme per superare ostacoli. Compresa soglia 5t.

Registro Cereali, Confagricoltura: prorogare per modificare escludendo agricoltori e allevatori. Attuale testo prevede obbligo anche per Supermercati

Registro cereali, Alleanza cooperative: Correggere testo, altrimenti a rischio origine materia prima

Registro cereali, Copagri: giusto il merito, meno il metodo

Registro Cereali, Cia: bene trasparenza ma avviare percorso condiviso. Tutto si può discutere

Registro cereali, Cai: pronti a dare il nostro contributo. Bene la retromarcia del Mipaaf e apertura L’Abbate




Imprese agricole: da commercialisti, associazioni di categoria e cassa di previdenza le linee guida per il loro risanamento. Il documento

Salvare le tante imprese agricole – uno dei principali pilastri del sistema economico del Paese – alle prese con la gestione di uno stato di crisi e con processi di risanamento con i quali favorire la continuità aziendale. Per rispondere a questo obiettivo, tanto più urgente in mesi in cui l’emergenza Covid sta colpendo anche questo settore, arriva il documento “Linee guida per il risanamento delle imprese agricole”, definito dal Consiglio nazionale dei commercialisti nel Tavolo di lavoro istituito sulle procedure delle crisi da sovraindebitamento con la collaborazione delle associazioni maggiormente rappresentative degli imprenditori agricoli (CIA, Coldiretti, Confagricoltura, Alleanza Cooperative Italiane, AnBi) e con l’Ente Nazionale di Previdenza per gli Addetti e per gli Impiegati in Agricoltura (ENPAIA). Il settore vale il 12% del PIL del nostro Paese e dà lavoro a oltre 1 milione di persone.

 

La situazione di difficoltà che vivono oggi molte aziende agricole si inserisce nel quadro di emergenza economica generata dalla pandemia. Un quadro di disagio sociale ed economico allarmante, nel quale proliferano le mafie e le organizzazioni criminose che si propongono ai piccoli imprenditori offrendo denaro ad usura.

 

Il documento messo a punto dai commercialisti con la collaborazione delle associazioni degli imprenditori agricoli, individua linee guida e modelli a supporto dei professionisti coinvolti nella gestione di queste crisi. Il decreto Ristori ha del resto recentemente integrato la legge n. 3/2012 con disposizioni volte a facilitare l’accesso e la riuscita delle procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento, in considerazione anche del periodo dell’attuale pandemia.

L’art. 9, comma 3, della legge n. 3/2012, impone all’imprenditore che intenda accedere all’accordo di composizione il deposito delle scritture contabili degli ultimi tre esercizi, proprio al fine di rendere possibile all’Organismo di composizione della crisi o all’attestatore di comprendere al meglio la realtà aziendale e la situazione di partenza e le valutazioni si cui si fonda il piano di risanamento.

Tenuto conto della complessità della raccolta dei dati contabili in un’azienda agricola tipo, non obbligata alla stesura dei bilanci, la redazione quantomeno di una situazione patrimoniale che rappresenti la realtà aziendale secondo criteri di correttezza, veridicità e chiarezza, in un contesto e per fini diversi da quelli a cui gli imprenditori agricoli sono abituati, può essere opportuna, tanto più se si considera che su tale documentazione e su un piano economico – finanziario prospettico di corredo il creditore, specie quello bancario, potrà riporre il proprio affidamento. Inoltre, si registrano maggiori probabilità di successo se la ristrutturazione è accompagnata da nuova finanza, ma l’accesso al credito da parte dell’impresa agricola, anche con la finalità di risanamento, risulta notevolmente faticoso, non potendo fare affidamento l’interlocutore bancario, nella maggior parte dei casi, sulle scritture contabili dell’impresa.

 

Assume notevole importanza anche il chiarimento relativo alla disposizione del Codice della crisi di impresa in base al quale le cooperative soggette a liquidazione coatta amministrativa non possono accedere alla procedura di sovraindebitamento, fermo restando ovviamente l’assoggettamento alle procedure di allerta, al concordato e agli altri strumenti di regolazione della crisi alternativi alla liquidazione). In ogni caso, l’opera di analisi non si esaurisce con le presenti Linee Guida in quanto sono già programmati ulteriori approfondimenti volti a dettagliare gli orientamenti in materia alla luce delle peculiarità del modello cooperativo.

 

Proprio con l’obiettivo di individuare un percorso che possa facilitare il finanziamento dell’impresa agricola sono state elaborate le Linee guida, utili sia all’imprenditore agricolo e al suo consulente, sia agli Organismi di composizione della crisi e ai gestori, qualora essi accedano alla composizione della crisi tramite gli strumenti individuati nella legge n. 3/2012.

 

Le linee guida forniscono utili raccomandazioni per la redazione di una situazione patrimoniale e finanziaria aggiornata dell’impresa agricola e avanzano la proposta di affidare il rilascio di un’asseverazione della veridicità e dell’attendibilità delle informazioni a professionisti indipendenti iscritti all’Albo dei Commercialisti e al registro dei revisori legali. L’intervento da parte di professionalità esperte nella “compilazione” e nelle verifiche di documenti a evidenza contabile contribuisce a fornire maggiore credibilità agli occhi degli stakeholders e dell’interlocutore bancario in particolare.

 

IN ALLEGATO IL DOCUMENTO INTEGRALE 

Doc_Linee guida risanamento impresa agricola

 




Consultazioni, Alleanza Cooperative italiane: Pieno sostegno, ora lavorare a riforme su fisco, lavoro e giustizia

“Abbiamo espresso al presidente incaricato il pieno sostegno della Cooperazione al lavoro che sta svolgendo al fine di formare un nuovo governo. L’auspicio è che il programma che sta definendo possa trovare un ampio consenso in parlamento, essenziale per mettere il nuovo esecutivo nelle condizioni di rispondere con efficacia alle sfide future.”

Così spiega a margine dell’incontro col presidente incaricato Mario Draghi, il presidente di Legacoop e Alleanza delle cooperative italiane Mauro Lusetti, a nome anche di Confcooperative e Agci.

“Ci aspettiamo risposte all’altezza delle difficoltà che sta attraversando il paese, a cominciare da un piano che consenta il pieno utilizzo delle risorse Ue. Dobbiamo fare preso, come ci ha ricordato oggi anche il presidente dell’Europarlamento.

Apprezziamo la scelta di aver voluto consultare anche le parti sociali, l’ascolto delle proposte di chi ogni giorno è impegnato nell’economia e nella società rappresentano un contributo importante per affrontare e risolvere le problematiche del paese. Abbiamo espresso piena disponibilità a collaborare alla definizione del piano nazionale di ripresa e resilienza per l’avvio di riforme da tempo attese come il fisco, la pubblica amministrazione, la giustizia e il lavoro.

Possiamo inoltre contribuire alla logistica per l distribuzione dei vaccini e al rafforzamento della medicina territoriale, presidio essenziale per contrastare la diffusione del contagio. Confidiamo che la nostra disponibilità possa essere accolta e trovi il modo di esprimersi concretamente nel contesto di un confronto costante con le parti sociali.”




Aefi, Federcongressi e CFI: emergenza lavoro, prolungare casa integrazione per fiere e congressi

È allarme rosso per i settori di fiere e congressi. I due settori più colpiti dall’epidemia Covid-19 rischiano clamorosamente e incomprensibilmente di essere esclusi dalla proroga della cassa integrazione Covid in deroga (Cig Covid) per i settori fortemente in crisi allo studio dei tecnici dei ministeri del Lavoro e dell’Economia.

La proroga della cassa integrazione, come si evince in una nota inviata ai ministeri competenti dalle 3 associazioni di categoria (Aefi, Cfi e Federcongressi&eventi), è una misura indispensabile per evitare una perdita di occupazione mai vista per i settori fondamentali per la ripresa del sistema produttivo ed economico del Paese che stanno affrontando una crisi strutturale di dimensioni senza precedenti.

I settori di fiere, congressi ed eventi sono i naturali beneficiari della cassa integrazione in deroga: da marzo 2020 – data della prima chiusura a oggi le aziende dei comparti hanno potuto lavorare solo per un breve periodo tra settembre e ottobre ma in totale mancanza di domanda. L’apertura dei settori, poi, non ha comportato un’immediata ripresa dei ricavi: di fatto la filiera di fiere, congressi ed eventi aziendali è ferma dal primo lockdown generale.

Per il Presidente Aefi, l’Associazione esposizioni e fiere italiane, Maurizio Danese: “Le fiere, assieme ai congressi, rappresentano il settore italiano che secondo il Cerved ha sofferto di più nel 2020, con perdite del fatturato attorno all’80%. Da epicentro dell’emergenza economica nello scorso anno, la meeting industry vuole diventare simbolo della ripartenza del prodotto Italia nel 2021 non appena sarà consentito. Per questo riteniamo sia necessario poter accedere ai nuovi strumenti di sostegno allo studio per rafforzare e prolungare la Cassa Covid. Un atto a nostro avviso dovuto non solo a tutela degli addetti e del know how del comparto, ma anche a beneficio del rilancio delle 200mila imprese made in Italy che partecipano alle nostre manifestazioni, che nel75% dei casi rappresentano l’unica piattaforma di visibilità internazionale per il business delle Pmi italiane”.

 

L’industria dell’organizzazione di eventi aziendali, convegni e congressi ha subito nel 2020 una riduzione dell’80% dei ricavi dovuti alle cancellazioni degli eventi già in calendario con una perdita per il comparto di ricavi per 28,5 miliardi di euro”, commenta Alessandra Albarelli, Presidente di Federcongressi&eventi, l’associazione italiana dell’industria dei congressi e degli eventi. “Siamo in una situazione di blocco totale della domanda con conseguente azzeramento di potenziali ricavi almeno fino al 30 giugno 2021. Senza dubbio, poi, anche la seconda metà dell’anno non sarà a pieno regime (ammesso che la situazione epidemiologica migliori) ed è quindi prevedibile una perdita di ricavi anche per il 2021 di oltre il 70%. I costi del personale rappresentano per noi il 75% del totale dei costi generali: perdere gli ammortizzatori sociali significa perdere il reale strumento di supporto e ristoro delle imprese”.

 

La crisi pandemica – dichiara il Presidente CFI Massimo Goldoni – ha inciso fortemente sullo svolgimento delle manifestazioni che sono state calendarizzate nel corso del 2020, con la cancellazione di 47 eventi di forte rilievo internazionale, con rilevanti perdite economiche da parte degli Organizzatori e più ancora da parte delle imprese espositrici che hanno perso la tradizionale occasione di incontro con la clientela. L’ipotesi di una riapertura immediata delle attività fieristiche programmate per il 2021 – prosegue Goldoni – appare oggi problematica per cui si rende necessario disporre di tutte le misure, economiche e sociali, che il Governo deve assicurare per garantire al sistema efficienza nel momento della auspicata ripartenza. Tutti riconoscono il valore del patrimonio imprenditoriale costituito dalle fiere per il sostegno alle imprese nei loro processi di sviluppo e di internazionalizzazione– conclude il presidente di CFI – nonché per l’importante apporto economico di ricaduta sui territori. Sostenere adeguatamente il sistema fieristico deve essere inteso come investimento per garantire futuri positivi ritorni all’economia nazionale”.

 

Per aiutare concretamente nell’immediato i lavoratori e le imprese i settori delle fiere e dei congressi chiedono di estendere la durata degli ammortizzatori sociali per l’emergenza Covid 19 e, nello specifico, l’istituto della cassa integrazione sino al 30 giugno 2021, fatte salve ulteriori necessarie proroghe determinante dall’andamento epidemiologico. Non solo: a prescindere dall’utilizzo della Cig, è essenziale prevedere per tutto l’esercizio 2021 l’esonero totale dal versamento dei contributi fiscali e previdenziali (ad eccezione dell’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche) a carico dei datori di lavoro.

 

 

I numeri di fiere e congressi

Le fiere danno origine al 50% dell’export delle imprese italiane che vi partecipano e, ogni anno, sono in grado di generare affari per 60 miliardi di euro. Le fiere coinvolgono ogni anno 200mila espositori e richiamano 20milioni di operatori nazionali e internazionali.

L’industria dei congressi e degli eventi aziendali genera un volume di affari di più di 65,5 miliardi per un impatto diretto sul PIL di 36,2 miliardi e dà lavoro a oltre 570.000 persone.

L’appello di AEFI, CFI e Federcongressi&eventi è sostenuto dalle Associazioni dell’industria dei congressi e degli eventi:ADMEI – Association of Destination Management Executives International, Alleanza Cooperative Italiane, Associazione Internazionale Interpreti di Conferenza in Italia, Associazione Nazionale Banqueting e Catering, Club degli Eventi e della Live Communication, Convention Bureau Italia, Filiera degli Eventi Unita, Federazione Relazioni Pubbliche Italiana, ICCA Italian Committee, MPI- Meeting Professionals International Italia Chapter, SITE – Society for Incentive Travel Excellence – ItalyChapter, UNA – Aziende della Comunicazione Unita.

 




Alleanza Cooperative Italiane, Lavoro: va rafforzata la lotta alle false imprese, non tollerabili riforme che penalizzino la cooperazione genuina

Le proposte di legge in esame trattano temi di grande importanza e meritano, al di là di alcune necessarie specificazioni, una valutazione sostanzialmente positiva per le parti relative alla semplificazione amministrativa, alla tutela del lavoro, al lavoro femminile e agli incentivi alla produttività. Le maggiori criticità riguardano, invece, la trattazione del rapporto tra il socio lavoratore e la cooperativa in vista dell’obiettivo di contrastare le false cooperative.

«È quanto hanno sottolineato i rappresentanti dell’Alleanza delle Cooperative nel corso dell’audizione presso la Commissione Lavoro Pubblico e Privato della Camera, sulle proposte di legge C. 1818 Murelli e altri recante “Disposizioni in materia di lavoro, occupazione e incremento della produttività” e C. 1885 De Maria recante “Modifiche all’art. 29 del Dlgs. 10 settembre 2003, n° 276, in materia di responsabilità solidale del committente».

«L’Alleanza delle Cooperative – hanno spiegato – non ha mai contrastato riforme volte al rafforzamento della base legale della cooperazione genuina, ma non può tollerare riforme che rischiano di pregiudicarne la presenza nel mercato con disposizioni evidentemente discriminatorie rispetto ad altre forme societarie. E in questa direzione vanno alcune misure contenute nelle proposte in esame, come la norma, dal sapore incostituzionale, che prevede, in caso di appalto di opere o di servizi eseguiti da cooperative o da loro consorzi, di estendere la responsabilità solidale fino a cinque anni dalla cessazione dell’appalto, invece dei due anni previsti per gli altri tipi di impresa. Così come violano il principio costituzionale della parità di trattamento tra soggetti nel mercato alcune disposizioni previste per le cooperative di lavoro, sociali e di abitazione in tema di controllo interno».

Dall’Alleanza è stato ribadito che “l’obiettivo di contrastare con forza le false cooperative che danneggiano la reputazione di quelle sane è sicuramente importante, ma è altrettanto indispensabile lottare contro tutte le false imprese, perché il fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori e della concorrenza sleale riguarda tutte le forme societarie e, nella stragrande maggioranza dei casi, forme diverse da quella cooperativa. In modo particolare, ma non solo, le srl semplificate, che in cinque anni sono cresciute a dismisura, passando da 3.968 a 50.190, mentre le cooperative da 7.790 a 5.839”.

Tra l’altro, negli ultimi anni -anche come conseguenza della mobilitazione “Stop alle false cooperative” promossa dall’Alleanza delle Cooperative- sono intervenute importanti evoluzioni normative già nella legge di bilancio per il 2018, per rendere più efficace l’attività di vigilanza e ad ampliare gli strumenti sanzionatori. Senza dimenticare le misure straordinarie adottate dal sistema cooperativo, e che potrebbero essere mutuate anche per le altre forme di impresa, a partire dagli Osservatori provinciali della Cooperazione, dove Ispettorati Territoriali, associazioni cooperative e sindacati collaborano per contribuire a contrastare fenomeni distorsivi del mercato del lavoro.

L’Alleanza ha infine ribadito la necessità di contrastare “pratiche come il massimo ribasso o la distorsione delle offerte economicamente più vantaggiose strutturate solo in un’ottica di risparmio, che favoriscono i soggetti che ricorrono abitualmente all’evasione fiscale e contributiva e alla compressione del costo del lavoro” e di risolvere il problema dell’assenza di una certificazione della rappresentanza, testimoniato dagli oltre 800 contratti depositati al Cnel, dei quali meno della metà sono siglati dalle organizzazioni più rappresentative.




MADE IN ITALY, FILIERA AGROALIMENTARE AL CENTRO DI UNA NUOVA STRATEGIA. SE NE PARLA IL 18 OTTOBRE A ROMA CON GLI ATTORI DEL COMPARTO

Promuovere le produzioni italiane, difenderle dalla contraffazione e dall’Italian Sounding, rafforzare il nostro peso in Europa, rendere la filiera sempre più competitiva garantendo un’adeguata remunerazione per imprenditori e lavoratori, tutelare i consumatori con cibo sicuro e di qualità, migliorare l’export creando un sistema Paese più efficace. Far diventare la filiera agroalimentare un formidabile volano di sviluppo per il Made in Italy e per la crescita. Di tutto ciò, su iniziativa della casa editrice Edagricole che celebra i suoi 80 anni, discuteranno Giovedi 18 Ottobre alle ore 10, presso l’auditorium Santa Chiara a Roma, le istituzioni, il governo, le principali associazioni del mondo agricolo, gli industriali e i distributori. Uno studio di Nomisma preparato per l’occasione introdurrà il dibattito dove in Panel dedicati interverranno: il Sottosegretario alle politiche agricole forestali e del turismo Alessandra Pesce, il Vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro, il Presidente della Commissione agricoltura della Camera Filippo Gallinella, il Presidente della Commissione
agricoltura del Senato Giampaolo Vallardi, il Presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, l’industriale Cosimo Rummo, l’ex Ministro dell’agricoltura Nunzia De Girolamo, il Presidente di
Coldiretti Lazio David Granieri, il Presidente di Federdistribuzione Claudio Gradara, il Presidente della Cia Dino Scanavino, il Presidente di Copagri Francesco Verrascina, il Presidente di Alleanza Cooperative Italiane Giorgio Mercuri. A tirare le somme sarà il Ministro Gianmarco Centinaio intervistato dai giornalisti Alessandro Giuli e Fabrizio Ratiglia.