Filiera latte, Guarneri (Alleanza Cooperative): la cooperazione raccoglie valore e lo distribuisce in modo equo. VIDEOINTERVISTA

“La filiera lattiero casearia italiana ha attraversato un triennio di grande trasformazione. I costi di produzione sono aumentati sia alla stalla che nella fase di trasformazione. Quindi il percorso di questi due anni è stato quello di riposizionare il livello dei prezzi dei prodotti lattiero caseari per mantenere il valore all’interno della filiera, affinché possa permettere a tutti gli anelli, produzione di latte e allevamento, di poter avere le risorse per investire in sostenibilità e sviluppo tecnologico”.

Così ad AGRICOLAE Giovanni Guarneri, settore latto-caseario Alleanza Cooperative agroalimentari, in occasione dell’evento conclusivo del progetto “Think Milk, Taste Europe, Be Smart” promosso dal settore Lattiero Caseario dell’Alleanza delle Cooperative e realizzato da Confcooperative.

“Questa dinamica ha creato delle tensioni all’interno. La filiera lattiero casearia cooperativa è uno strumento che permette agli allevatori di avere la massima remunerazione del latte possibile e dato che le cooperative esercitano un’influenza sull’equilibrio lattiero caseario italiano, queste sono uno degli strumenti indiretti che il mercato ha per mantenere dei livelli di prezzo alla stalla elevati.

Naturalmente, essendo un operatore che opera all’interno del mercato, influenza il mercato e laddove ci sono delle strutture di filiera che non riescono a esprimere questo valore, ovviamente si creano delle situazioni di di conflitto più accentuato rispetto al passato. Però lo snodo fondamentale collegato al fatto che la cooperazione raccoglie il valore e lo distribuisce in modo equo all’interno della filiera e influenza il mercato diventando un operatore che paga il latte il cinque il 10% in più rispetto alla media e quindi ha un effetto positivo rispetto all’equilibrio generale.

Se non ci fosse una struttura cooperativa è inevitabile che il livello di competizione porterebbe a un prezzo del latte più basso, quindi l’effetto è un effetto indiretto”.




Pnrr: Alleanza Cooperative, ok nuove regole su governance, da migliorare norme su appalti, lavoro e transizione 5.0

Bene le novità sulla governance per il PNRR e il PNC, sulle disposizioni per l’accelerazione dell’attuazione del piano, sulla previsione di più controlli sugli appalti, mentre alcuni correttivi si rendono necessari su appalti, lavoro e transizione 5.0
È la posizione espressa dall’Alleanza delle Cooperative nel corso dell’audizione alla commissione Bilancio della Camera dei Deputati, sul decreto legge 19/2024.
In particolare l’Alleanza ha segnalato l’urgenza del ripristino, per tutte le tipologie di contratto nell’ambito del PNRR, delle norme sulle anticipazioni e sulla possibilità di incremento della misura stessa, nei limiti e compatibilmente con le risorse annuali stanziate per ogni singolo intervento a disposizione della stazione appaltante.
Inoltre, l’Alleanza si rende disponibile ad offrire il proprio contributo al neo costituendo Commissario Straordinario previsto per il progetto sui Beni Confiscati e con le neo costituende cabine di coordinamento a livello provinciale, nell’ottica di aumentare il grado di collaborazione e condivisione delle scelte necessarie ad attuare il piano entro i prossimi due anni.
In relazione alle parti sulla sicurezza sul lavoro: “Riteniamo condivisibili – hanno aggiunto i rappresentanti dell’Alleanza – quelle parti del decreto che innalzano i livelli dei controlli, mentre rinveniamo, nelle parti che definiscono la disciplina applicabile agli appalti, alcune criticità significative che, a noi, non sembrano procedere nella stessa direzione”.
In particolare l’Alleanza delle Cooperative ha chiesto che venga mantenuto il riferimento ai “contratti collettivi nazionali e territoriali in vigore per il settore e per la zona nella quale si eseguono le prestazioni di lavoro, stipulati dalle associazioni più rappresentative sul piano nazionale tra le associazioni datoriali e sindacali strettamente collegate con le attività oggetto dell’appalto”, in luogo del riferimento a un singolo contratto collettivo “maggiormente applicato”.
Inoltre ha proposto che si assicuri la possibilità per l’operatore economico che, nell’ambito di un appalto o subappalto esegua prestazioni distinte e autonome da quella principale di applicare il CCNL pertinente per tali attività sempre tra quelli siglati dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.
Si chiarisca dettagliatamente il concetto di “trattamento economico complessivo”, al fine di evitare dubbi interpretativi e difficoltà applicative.
Pone molte attese l’attuazione del nuovo incentivo Transizione 5.0 vista la dotazione di risorse, oltre 6,3 miliardi e la novità dell’incentivo, che lega obbiettivi tecnologici e obiettivi ambientali nell’ottica di premiare le realtà che riescono a produrre maggiore efficienza ambientale.
Tra gli aspetti da approfondire si segnalano le modalità di certificazione della riduzione dei consumi energetici, da presentare con apposite certificazioni rilasciate da un valutatore indipendente. Una quota non particolarmente elevata della formazione riconosciuta nel limite del 10% degli investimenti presentati e fino a 300 mila euro. “Quota che invece – ha concluso l’Alleanza – dovrebbe essere aumentata”.



Dalle cooperative un corso per giornalisti sul ruolo di latte e derivati nella dieta degli sportivi

“Latte e derivati nella dieta degli sportivi: falsi miti, consumi, benefici ed opportunità” è il corso di formazione per giornalisti promosso dalla filiera lattiero casearia dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari che, nell’ambito del progetto triennale “Think Milk, Taste Europe, Be Smart”, intende fornire una serie di approfondimenti, spunti di riflessione e case history sui benefici di latte e derivati nell’ambito della dieta di uno sportivo o di chi, in generale, è alla ricerca del benessere in tavola.

Il corso, accreditato dall’Ordine, si rivolge a giornalisti professionisti e pubblicisti che, nella loro attività professionale, si interessano di nutrizione, salute e stili alimentari in relazione alla pratica sportiva. La partecipazione è gratuita e le iscrizioni si effettuano registrandosi sul sito www.formazionegiornalisti.it. L’iniziativa, organizzata e promossa da ICN – Italia Consulting Network e Confcooperative, si svolgerà il 13 marzo, dalle 16:00 alle 18:00in presenza presso Hotel de la Ville a Roma e online. Il corso prevede il rilascio di 2 crediti formativi.

“Questo momento di approfondimento, rivolto ai professionisti dell’informazione, corona un percorso articolato fatto di aggiornamenti e lotta alle fake news, tracciato dal progetto “Think Milk, Taste Europe, Be Smart” realizzato da Confcooperative e cofinanziato dalla Commissione Europea”, spiega Giovanni Guarneri del Settore lattiero-caseario di Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, nonché relatore del corso. Crediamo che fare formazione, in primo luogo a chi detiene il potere e la responsabilità di trasmettere informazioni corrette e adeguate, sia una tappa importante della nostra campagna, in modo da fornire quegli strumenti conoscitivi fondamentali per comprendere l’interezza e la complessità di una filiera che rappresenta, ad oggi, uno dei principali capisaldi nella nostra economia”.

Il corso prevede la partecipazione della giornalista Elisabetta Esposito che si focalizzerà sulla comunicazione delle notizie legate al latte e derivati e sul fenomeno fake news che spopolano in rete soprattutto in tema di diete e piani alimentari. Ad avvalorare, attraverso studi ed evidenze scientifiche, l’effettivo ruolo dei prodotti lattiero caseari all’interno di un’alimentazione bilanciata e orientata alla pratica sportiva sarà la dottoressa Elisabetta Bernardi che approfondirà, in particolare, i benefici delle proteine del latte e dei derivati nella dieta post allenamento di uno sportivo. Spazio poi alla testimonianza diretta di chi pratica sport a livello professionale e inserisce i latticini nel suo piano alimentare con l’intervento di Giuliano Razzoli, sciatore alpino italiano, specialista dello slalom speciale e Medaglia d’oro ai XXI Giochi olimpici invernali. Giovanni Guarneri fornirà una panoramica sul reale impatto della filiera lattiero casearia in termini ambientali, economici e sociali, con un focus dedicato alla specificità del sistema cooperativo, un’importante realtà, profondamente radicata nei territori di riferimento, con oltre 600 cooperative, oltre 13.000 addetti e 17.000 stalle associate.

Maggiori informazioni sulla campagna, che fa leva su alcuni valori fondamentali del latte e dei latticini prodotti nell’Unione Europea (sicurezza, tracciabilità, qualità, proprietà nutrizionali, sostenibilità) sono disponibili sul sito www.thinkmilkbesmart.eu.




Piccinini (Alleanza Cooperative): positivo il pacchetto di misure per l’agricoltura, ma cambiamenti reali solo attraverso revisione politiche europee

“Apprezziamo il pacchetto di misure per il comparto agricolo presentato oggi dal Governo, in particolare la necessità di modificare la Politica Agricola Comune che ha bisogno di un radicale cambiamento di rotta, improntato ad una maggiore semplificazione e alla riscoperta dei suoi principi istitutivi. Le scelte pseudoambientaliste imposte finora dall’Europa hanno dimostrato tutti i loro limiti, specie nell’impatto sulla capacità produttiva europea”. Lo sottolinea il copresidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari Carlo Piccinini al termine dell’odierno vertice a Palazzo Chigi con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

“Le misure presentate oggi – continua Piccinini – sono tutte condivisibili, a partire dagli interventi in materia di pratiche sleali proposte con determinazione dal Ministro Francesco Lollobrigida e che prevedono la definizione dei costi medi di produzione delle principali filiere agroalimentari da parte di Ismea con l’obiettivo di giungere ad un riequilibrio nella catena del valore. Positivo anche il maggiore impegno annunciato dal Governo in tema di contrasto alle importazioni dai paesi terzi con un nuovo piano di controlli. Così come di prioritaria importanza è a nostro avviso anche la messa in campo annunciata oggi di un sostegno al credito delle imprese attraverso uno stanziamento di 80 milioni di euro per le operazioni di credito agrario. Tutto il mondo agricolo ha bisogno di aiuti nel rapporto con il credito ed in particolare le cooperative la cui specificità non è sempre correttamente valutata rispetto al merito creditizio”.

“Quelle avviate dal Governo, pur lodevoli, – conclude il copresidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari – sono azioni tuttavia che non possono essere risolutive, poiché un reale miglioramento della redditività per il mondo agricolo passa necessariamente attraverso una netta riformulazione delle politiche agricole comunitarie, sulle quali il Governo ha garantito di continuare a prestare massima attenzione ed impegno”.




Fieragricola, Maretti: innovazioni su genetica tassello importante per il settore. VIDEOINTERVISTA

“Non sono momenti facili nel 2023 e nell’inizio del 2024, lo vediamo dalle proteste degli agricoltori e lo abbiamo visto nei dati preliminari dell’ISTAT sulle produzioni agricole. Sicuramente oggi qui a Verona abbiamo fatto il punto della situazione e abbiamo anche – affianco a certezze e negatività come il cambiamento climatico e gli effetti nocivi sulle nostre produzioni – trovato un relatore che, rimettendo al centro le scelte di genetica che possono essere fatte per il mondo agricolo, può trovare in quel percorso, in quell’attività un tassello per sperare di avere uno strumento in più per resistere alla crisi climatica e dare una prospettiva migliore anche ai redditi degli agricoltori, che sicuramente nel 2023 e non solo hanno sofferto particolarmente.”

Così Cristian Maretti, Co-presidente Alleanza delle cooperative agroalimentari italiane a margine dell’evento di apertura di Fieragricola.




Pac, Lollobrigida scrive a presidenti organizzazioni: tavolo per individuare strategie e soluzioni. LA LETTERA

Mentre in Europa montano le proteste degli agricoltori contro le politiche Ue, accusate di sostenere la sostenibilità ambientale a scapito della redditività del settore agricolo, in Italia il ministro delle politiche agricole e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, chiama a raccolta le rappresentanze agricole per fare il punto sulla situazione.

Nella lettera inviata dal ministro alle Organizzazioni agricole maggiormente rappresentative (Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri, Alleanza Cooperative)  si legge la volontà di istituire “un tavolo politico e operando anche attraverso un gruppo tecnico coordinato dal Capo di Gabinetto che consenta di individuare tempestivamente soluzioni efficaci”.

Di seguito AGRICOLAE pubblica in pdf e forma testuale la lettera inviata alle organizzazioni agricole:

MASAF-2024-0030280-LETTERAMINISTROalleorganizzazioniagricole_signed

“Cari Presidenti,

dopo un anno di applicazione del nuovo Piano strategico nazionale della Politica agricola comune è necessario un confronto politico e tecnico sulle scelte fatte.

La Pac rappresenta uno degli elementi di difesa del reddito dei nostri agricoltori, ai quali si chiede sempre di più un presidio ambientale del territorio che dobbiamo saper valorizzare in ogni sede.

In Europa stiamo costruendo un dialogo con gli altri Stati membri anche in questo senso e continueremo a difendere gli interessi nazionali anche con la Presidenza del G7. Allo stesso tempo ci stiamo battendo a Bruxelles per un nuovo modello di tutela della sovranità alimentare europea. Abbiamo segnalato nel Consiglio dei Ministri dell’agricoltura UE, come Italia, la necessità di valorizzarlo anche in considerazione di uno sviluppo più ampio dell’attrattività dell’agricoltura nelle aree interne, che deve prevedere una serie di interventi non solo sul piano agricolo ma anche dei servizi, oltre che di reddito.

Stiamo lottando contro i cibi artificiali, che rischiano di minare il legame millenario tra agricoltura e alimentazione, sostituendo gli agricoltori con i bioreattori. In questo abbiamo fatto da pionieri con la nostra legge nazionali, ma stiamo trovando sempre più alleati, avendo sottoscritto un documento con Austria e Francia, ad oggi sostenuto anche dalle delegazioni ceca, cipriota, greca, ungherese, lussemburghese, polonia, maltese, rumena e slovacca. È in gioco il futuro della democrazia alimentare del pianeta, ed è positivo che sempre più Stati membri se ne stiano rendendo conto.

Il nostro impegno resta massimo, così come ci continueremo a battere in Europa per una politica agricola davvero comune e all’altezza delle esigenze del nostro modello produttivo. Non vogliamo agricoltori che vivano di sussidi, ma imprenditori agricoli che siano messi in condizione di produrre e creare ricchezza.

Per continuare a dare risposte concrete alle aziende agricole, ora dobbiamo verificare i dati a disposizione sull’attuazione del Piano strategico, confrontarci sulle criticità emerse e lavorare per migliorare tutti gli strumenti a disposizione, semplificando il più possibile. Per farlo è mia intenzione avviare una più intensa collaborazione con le Organizzazioni agricole maggiormente rappresentative, istituendo un tavolo politico e operando anche attraverso un gruppo tecnico coordinato dal Capo di Gabinetto che consenta di individuare tempestivamente soluzioni efficaci.
A tale riguardo vi chiedo di indicare due nominativi che dovranno far parte del suddetto gruppo tecnico, per arrivare rapidamente alla convocazione delle riunioni.”

Pac troppo ‘green’ va in violazione del Trattato Ue: reddito agricoltori, stabilizzazione mercati e cibo per tutti

Lollobrigida: politiche Ue sono state folli, crollate le produzioni e terre incolte. Governo Meloni al fianco di agricoltori

Agricoltura, protesta si estende da Germania a Italia. Trattori in città contro le politiche UE su cibi sintetici e farine insetti: “se muore il contadino muore il Paese”

Germania, protesta degli agricoltori contro i tagli ai sussidi: blocchi autostradali e convogli di trattori verso le maggiori città

 

 

 

 




Manovra, Alleanza Cooperative: tagliare costo lavoro e favorire accesso al credito. Confermare risorse su wbo. Rivedere servizio civile, abrogare plastic e sugar tax

“Rilanciare la competitività delle imprese con un’attenzione per gli effetti sociali della congiuntura” È il filo conduttore che i rappresentanti dell’Alleanza Cooperative hanno espresso alla premier durante l’incontro a Palazzo Chigi tra governo e associazioni imprenditoriali.
Lavoro Potenziare il regime premiale applicabile in materia di produttività e welfare integrativo, per favorire una riduzione del carico fiscale complessivo gravante sul lavoro, detassare gli aumenti contrattuali; esonero del vincolo contrattuale per le assunzioni a tempo determinato effettuate da cooperative sociali che riguardino persone svantaggiate.
Misure in materia ambientale Si va verso un mero slittamento dell’entrata in vigore delle norme sulla plastic tax e sulla sugar tax che non risultano imposte finalizzate ad una reale trasformazione in chiave ecologica o di sicurezza alimentare dei processi produttivi o di consumi, ma sono nate, sin dall’origine, con una impostazione solo finalizzata a prelievo di cassa. È necessario giungere da subito alla loro definitiva abrogazione, cogliendo al contempo l’occasione della riforma fiscale per una riscrittura dei principi di fiscalità ecologica.
Salvaguardia dell’occupazione nelle crisi aziendali Gli interventi finalizzati a garantire la continuità aziendale delle PMI ha ottenuto risultati positivi significativi che hanno contribuito direttamente alla creazione e/o al mantenimento di ben 5.150 occupati, di cui la metà in imprese cooperative “workers buy out”. Sarebbe quindi necessario garantire le risorse per dare concreta attuazione agli ulteriori e distinti obiettivi fissati dal legislatore e contribuire a dare continuità alle PMI supportando il trasferimento delle stesse, in cessione o in affitto, ai lavoratori medesimi.
Misure contro l’austerity monetaria a favore del mercato del credito privato Sarebbe importante prevedere, un impegno delle banche a concedere, in modo “automatico”, nel caso ne venga fatta richiesta da parte delle imprese, una ridefinizione del piano di ammortamento dei finanziamenti concessi con garanzia SACE, con un allungamento della durata fino al 2029 e ragionare anche di una moratoria.
Contratti pubblici e inflazione Il Governo e il Parlamento sono meritoriamente intervenuti con misure volte a mitigare l’impatto degli incrementi di costi nel settore dei contratti pubblici di lavori ma non è stato fatto lo stesso per il settore dei servizi e per alcune tipologie di concessioni a forte impatto sociale (ospedali, tramvie, asili).
Ricostruzione post alluvione: Per non aggravare ulteriormente la posizione finanziaria delle imprese colpite dall’alluvione occorre rendere più fruibili i crediti di imposta, prevedendo esplicitamente la loro compensazione anche con i contributi previdenziali e anche in un tempo più lungo.
Servizio civile la Legge di Bilancio per il 2024 prevede 150 milioni di euro che purtroppo permetteranno di avviare solo 20.000 giovani rispetto ai 71.000 dello scorso anno. Bene quindi il reperimento delle risorse mancanti dalle modifiche al Pnrrappena approvate dalla UE.
Riforma fiscale Come già esposto nel corso delle audizioni tenute innanzi alle Commissioni parlamentari, la soppressione dell’ACE produce un notevole effetto negativo sulla fiscalità delle imprese, con una maggiorazione del prelievo IRES, a regime, che si assesta in media al 10,5%. Si tratta per giunta di oneri fiscali aggiuntivi non compensati dai nuovi istituti (ad es. mini-Ires sui neoassunti), anche considerando l’operatività di nuovi regimi della riforma non ancora disciplinati (ad es. mini-Ires su investimenti qualificati).  Anche la soppressione dell’ACE avrà effetti sicuramente mortificanti sulle imprese di territorio quali le cooperative e i vari soggetti dell’economia sociale.
Politica della casa  e Superbonus Condividiamo la necessità di chiudere la stagione del Superbonus 110% per aprire una riflessione seria e strutturale sul futuro dell’efficientamento degli edifici in Italia, in particolare per le famiglie meno abbienti, seguendo due linee di intervento. Regolare i conti con il “passato”, portando a definizione gli interventi avviati e non pregiudicando le imprese. Nel medio-lungo periodo, procedere a una sostanziale rivisitazione delle agevolazioni agli interventi di riqualificazione energetica degli edifici. Riteniamo vada trovata con urgenza una soluzione per gli interventi di riqualificazione ed efficientamento energetico degli immobili degli ex IACP, delle Onlus e delle cooperative edilizie di abitazione.



Manovra, Alleanza Cooperative: preoccupazione per il rallentamento dell’economia. Contrastare credit crunch. Ridurre cuneo fiscale e contributivo

Nell’esprimere preoccupazione per il rallentamento internazionale dell’economia e per i tagli lineari alla spesa pubblica generati dal mancato assorbimento dell’inflazione, l’Alleanza delle Cooperative avanza alcune proposte in vista della legge di bilancio.

 

Uscire dal Credit crunch

In un anno e mezzo siamo passati da un costo del denaro negativo al +4,5% con il tasso sui prestiti che veleggia ben oltre il 5%. Abbiamo registrato un pesantissimo aggravio dell’inflazione e dei costi delle materie prime ed energetiche per le imprese soprattutto di produzione e trasformazione, anche causa speculazioni di posizioni di mercato dominanti di alcuni fornitori. Siglare il patto anti-inflazione è stato un gesto di grande responsabilità. Ora sono necessari interventi per mitigare la contrazione dei prestiti e l’elevato costo del denaro, anche attraverso un potenziamento del sistema delle garanzie pubbliche. E occorre estendere almeno per 3 anni la “garanzia Sace” e rimodularne la disciplina in modo da contenere il costo delle operazioni che con i tassi attuali è andato fuori controllo ed è diventata inutilizzabile”. Lo dicono i rappresentanti dell’Alleanza  intervenendo all’incontro con il governo a palazzo Chigi sulla manovra.

Lavoro, riduzione del cuneo fiscale e contributivo. Detassazione produttività e welfare

Occorre sia confermare il taglio del cuneo contributivo per i lavoratori con l’auspicio di una misura finalmente strutturale pur consapevoli dell’alto costo circa 10 miliardo sia iniziare a estendere il taglio del cuneo anche alle imprese, per avere una misura di politica economica capace di incidere sulla crescita complessiva dell’economia del Paese. Sono però necessari provvedimenti che intercettino tutte le tipologie di imprese non solo quelle industriali. A questo andrebbero affiancate la detassazione e la decontribuzione per aumenti contrattuali, produttività e welfare. In aggiunta a un ripristino dei limiti di deduzione dei fringe benefits fino a 3.000 euro e dal fatto che i lavoratori dipendenti abbiano o non abbiano figli a carico. Per favorire una riduzione del carico fiscale complessivo gravante sul lavoro, auspichiamo un intervento strutturale di ampio respiro con: l’estensione della platea di riferimento del regime di tassazione agevolata del premio di produttività da 80 mila euro a 100 mila reddito anno; l’innalzamento del premio detassabile da 3.000 euro a 5.000; l’abbattimento totale dell’aliquota ridotta oggi applicabile da 5% a 0; il ripristino della decontribuzione per le imprese di queste stesse somme oggetto di detassazione in misura piena e senza particolari condizioni.

Fisco: bene sull’aliquota IRES ma si dovranno compensare gli incentivi alla capitalizzazione se verranno soppressi, e tenere conto delle diverse tipologie di impresa e dei diversi regimi fiscali. Insomma no alle misure su imprese a taglia unica, ma valorizzare il pluralismo economico. Va poi salvaguardata la specificità fiscale per le comunità energetiche in forma di impresa non lucrativa

Appalti: occorre prorogare al 2024 l’operatività del fondo (art. 26, DL 50/22 decreto Aiuti) che consente di finanziare un regime speciale di revisione dei prezzi degli appalti da bandire e in corso di esecuzione. L’attuazione della nuova disciplina “a regime” sulla revisione dei prezzi va attentamente monitorata poiché stanno emergendo delle prassi applicative che vanificano il fondamentale passo fatto con la riforma del codice (che finalmente prevede obbligo di inserimento di clausole revisione prezzi nei contratti).

Comunità energetiche: salvaguardare specificità fiscale per le comunità energetiche in forma non lucrativa

Plastic tax: occorre sopprimere definitivamente la plastic tax nazionale, definendo, piuttosto, nuovi sistemi di sostegno e di incentivo alle attività di raccolta e di recupero dei rifiuti.




Stati Generali del Vino, scenari e prospettive del settore vitivinicolo. INTERVENTI E VIDEOINTERVISTE DI: Lollobrigida, Frescobaldi, Antinori, Rigotti, Prandini, Giansanti, Battista, Dorfmann

Si sono svolti oggi a Roma gli Stati generali del vino. Molti i temi affrontati nel corso dell’incontro, dal quadro regolamentare alle politiche UE per promuovere la competitività del settore e la sua attrattività turistica fino alla questione etichettatura.

Di seguito gli interventi: 

Stati Generali del Vino, Lollobrigida: anticipare strategie per contrastare effetti cambiamento clima. VIDEOINTERVISTA

Vino, Frescobaldi (Uiv): si a raccomandazioni in etichetta, no a babele allarmistica. Pronti a lavorare con Ue

Federvini, Stati Generali del Vino. Albiera Antinori : Auspichiamo regole chiare e certe per la crescita del comparto vitivinicolo italiano

Stati generali del vino, Lollobrigida: vino gioiello italiano e prodotto strategico. Governo ha adottato provvedimenti in aiuto filiera

Stati generali del vino, Albiera Antinori (Federvini): criticità legate a etichettature e Farm to Fork ideologica, prevalga il buon senso. VIDEOINTERVISTA

Stati generali del vino, Giansanti: fitosanitari necessari per produrre, serve pragmatismo. Ripensare sistema vino per prossime sfide. VIDEOINTERVISTA

Stati generali del vino, Rigotti (Alleanza Cooperative): prodotto vino demonizzato, proibizionismo non risolve problemi. VIDEOINTERVISTA

Stati generali del vino, Frescobaldi (Uiv): calati in quantità ma vendemmia di buona qualità. Ora ripensare a posizionamento vino italiano. VIDEOINTERVISTA

Stati Generali del vino, Dorfmann: sostenibilità del settore non deve riguardare solo l’ecologia, ma anche parte economica. VIDEOINTERVISTA

Stati generali del vino, Prandini: torni strategia nazionale su internazionalizzazione. Lavorare su posizionamento e collocamento vino italiano

Stati Generali del Vino, Battista: migliorare promozione verso paesi terzi e puntare sull’enoturismo. VIDEOINTERVISTA

 

 

 




Pnrr, Alleanza Cooperative: fiducia nel governo ma occorre chiarezza su rimodulazione risorse

“Abbiamo fiducia nelle intenzioni del Governo di mantenere nel complesso investimenti e risorse in attuazione del PNRR, senza disperdere le progettualità, e, al contempo, impegnarsi per il raggiungimento di obiettivi effettivamente realizzabili, senza creare problemi di finanza pubblica o di mancato incasso delle rate di rimborso del Piano nei prossimi anni». Così oggi Maurizio Gardini, presidente dell’Alleanza delle Cooperative, anche a nome dei copresidenti Simone Gamberini e Giovanni Schiavone durante l’incontro con il ministro Fitto sul Pnrr, ha ribadito la sua posizione sulla proposta di rimodulazione finanziaria che riguarda 9 Misure del PNRR per un totale di 15,9 Mld

“Per Alleanza delle Cooperative –aggiunge Gardini- occorre definire chiaramente quali fondi e per quali importi, con quali autorità competenti e con quali tempistiche, anche nel rispetto della clausola del 40% di risorse al Mezzogiorno, ogni spostamento di risorse e/o riduzione del target di riferimento dovrebbe rispettare questa clausola, definendo maggiormente nel dettaglio tempistiche, amministrazioni competenti, ammontare di risorse assegnate e da quale fondo (con modalità gestionali diverse) Pur comprendendone le ragioni per finanziare il repowerEU”.

L’Alleanza delle Cooperative ha avanzato inoltre proposte sulle singole misure di stretto interesse per le cooperative.

Ecco quali nel dettaglio

”Transizione 4.0”, misura di rilevante interesse per le imprese cooperative che andrebbe potenziata nel tempo.

«Sui beni confiscati – nella nota l’Alleanza ha precisato che – i progetti non hanno particolari problematiche tecniche nell’attuazione in ragione di ciò si richiede un supplemento di attenzione, oltre che la possibilità che si possa maggiormente coinvolgere nell’attuazione il terzo settore e il mondo cooperativo, più di quanto fatto e indicato nella prima fase. Perciò, si ritiene importante mantenere comunque la dotazione finanziaria iniziale di 300 milioni sul Pnrr per non provocare slittamenti nell’attuazione».

Sulla “Promozione rinnovabili per le comunità energetiche e l’auto-consumo” l’Alleanza chiede di non ridurre e depotenziare lo strumento che anzi va rafforzato nell’ottica di assicurare la realizzazione di un modello energetico sostenibile, distribuito, democratico, partecipato, cooperativo. Risulta strategico ampliare le risorse e la platea dei soggetti beneficiari delle misure PNRR dedicate alla costituzione delle comunità energetiche, aumentando la dotazione attuale, superando il limite dei 5000 abitanti anche in linea con quanto indicato nella Comunicazione Repower EU, prevedendo l’applicazione della misura a tutti i comuni delle aree interne.

Per quanto riguarda le misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico si richiede un supplemento di valutazione: le criticità del territorio italiano, i rischi ai quali sono esposti cittadini ed imprese, le fragilità che ci riconsegnano continui stati di emergenza ci impongono di “non rinunciare” a queste risorse aggiuntive e straordinarie. Proprio la recente Alluvione, che ha colpito la regione Emilia Romagna, ci ricorda dell’importanza di questi investimenti.

Del “Piano per asili nido e scuole infanzia” l’Alleanza apprezza il rifinanziamento della misura di 900 milioni, lo spostamento dell’obiettivo intermedio e la pubblicazione del nuovo bando per gli interventi non ancora aggiudicati, tuttavia ricorda l’importanza delle tempistiche e della necessità di cogliere il target della misura, ossia la copertura del 33% degli utenti potenziali, 264 mila (in ottemperanza anche alla clausola del 40%). A quest’ultimo proposito, l’invito è a coinvolgere la cooperazione sociale che è la più grande rete sussidiaria del Paese ed è disponibile a investire in project financing.

In riferimento alla proposta di rimodulazione finanziaria riguardante le 9 Misure del PNRR, si ritiene opportuno rendere evidente le modalità di rifinanziamento con altre fonti e le relative tempistiche. Si evidenzia, in particolare, una preoccupazione per i progetti riguardanti: interventi per la resilienza, valorizzazione del territorio ed efficienza energetica dei Comuni; la proposta di rimodulazione dei finanziamenti agli interventi di competenza dei Comuni, spesso già avviati, genera una forte incertezza sia per i Comuni stessi sia per le imprese incaricate di realizzare le opere (definanziamento 6 Mld €); investimenti in progetti di rigenerazione urbana (definanziamento di 3,3 Mld €); Piani urbani integrati (-2,5 Mld €); Aree interne, potenziamento servizi e infrastrutture sociali; Valorizzazione beni confiscati alle mafie.

Infine la rimodulazione dei target relativi a Ospedali e Case della Comunità ridotte dal Piano (da 400 a 304, -24% i primi; da 1350 a 936, -30%, le seconde), oltre a imporre una riflessione sulla distribuzione territoriale di tale riduzione, in generale incrementa i dubbi sulla reale capillarità di tali presidi e sull’accessibilità da parte degli utenti, soprattutto per i soggetti in condizioni di fragilità sociosanitaria (anziani soli, disabili privi di sostegno familiare, etc.) e i residenti in aree svantaggiate oppure lontane dai principali centri urbani. In questo senso si ribadisce che i numerosi presidi del SSN già esistenti, ai quali si affiancano la medicina generale, la farmacia dei servizi, le strutture ed i servizi offerti dal privato e, in particolare, dal Terzo Settore, costituiscono un patrimonio da valorizzare. Per questa ragione si ritiene necessario allargare l’orizzonte oltre il perimetro del pubblico interconnettendo le case di Comunità con i modelli realizzati dal privato in un’ottica di complementarità e sussidiarietà con il SSN, avvalendosi di forme avanzate di collaborazione pubblico-privata.




Granchio blu, Alleanza cooperative scrive a Giorgia Meloni, Lollobrigida, Musumeci, Pichetto Fratin, Zaia e Bonaccini: dichiarare Stato emergenza nazionale

L’emergenza Granchio blu non si ferma e l’Alleanza delle Cooperative prende carta e penna e scrive al premier Giorgia Meloni, al ministro del Mare Nello Musumeci, al ministro Masaf Francesco Lollobrigida, al ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, al presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, per chiedere la dichiarazione di stato di emergenza nazionale secondo quanto previsto dall’ex art. 24, D.Lgs. 1/2018.

Il problema relativo al granchio blu, specie invasiva in numerosi ecosistemi, caratterizzata da una alta capacità di adttamento e di resistenza anche in condizioni estreme o di bassa qualità ambientale, e da elevata voracità e aggressività, si presenta ormai da settimane nella zona del Delta del Po, con particolare riferimento alle aree denominate Sacca di Goro, Sacca degli Scardovari, Laguna di Caleri e Laguna di MarineJa, ricadente nelle province di Ferrara e Rovigo e rientra nella lista delle 100 IAS molto dannose del Mediterraneo.

Secondo la Commissione europea (2014), le specie alloctone invasive (o IAS – Invasive Alien Species) sono animali o piante esotiche introdotte accidentalmente o deliberatamente in luoghi al di fuori del proprio habitat naturale, associate sia ad impatti negativi significativi sulla biodiversità che a conseguenze socio- economiche.

“Questa specie ha letteralmente invaso tutti gli ambienti di transizione dell’Adriatico Nord-occidentale, dalla Laguna di Venezia fino a Ravenna, con effetti nefasti sugli ecosistemi e sulle attività di pesca, e addirittura catastrofici sulla venericoltura e sulla molluschicoltura in genere”, scrive l’Alleanza nella lettera.
“Come è stato constatato da sopralluoghi effettuati anche da ISPRA, la situazione è senza precedenti e sta compromettendo un’intera comunità di pescatori raccolta in oltre un centinaio di cooperative e consorzi per oltre 4.000 cooperatrici e cooperatori; oltre al “danno emergente” caratterizzato dalle spese sostenute giornalmente per raccogliere e smaltire il più alto numero possibile di granchi blu (diverse decine di tonnellate di esemplari al giorno, avviate agli inceneritori riconosciuti) ciò che preoccupa è il cd “lucro cessante” che si s8ma possa privare di reddito migliaia di nuclei familiari per i prossimi 12/24 mesi”.
Sono andate in fumo, infatti, tutte le semine fatte durante la primavera nelle sacche, oltre alle specie già pronte per la commercializzazione.
“Per tale motivo – scrive l’Alleanza – chiediamo che, ai sensi delle disposizioni di cui al decreto legislativo 2 gennaio 2018, n. 1, il Governo voglia valutare l’opportunità di procedere alla proclamazione dello stato di emergenza”.




Alluvione E. Romagna, aumentare risorse e velocizzare interventi. Uila dona idrovore ad aree colpite. INTERVENTI E VIDEOINTERVISTE DI: Mantegazza, De Gasperis, Mammi, Battista, Fini, Piccinini, Bertinelli, Piazza, Vincenzi

Si è svolta oggi la cerimonia di consegna di quattro idrovore in provincia di Faenza, zona colpita dalla recenti alluvione della Romagna, organizzata da Uila Uil. A seguito dell’alluvione che ha colpito l’Italia centro settentrionale il 2 maggio scorso, la Uila ha lanciato una sottoscrizione tra i suoi associati e con il ricavato ha scelto di destinare la somma raccolta all’acquisto di 4 idrovore (Idrofoglia mod. KZV050-831BG/SP) da donare ai Consorzi di Bonifica “Renana”, “Romagna”, “Romagna occidentale” e “Pianura di Ferrara”.

Di seguito gli interventi

Alluvione, Mantegazza (Uila): doniamo 4 idrovore per aiutare il territorio, ma perplessi dalla nomina del commissario per un solo anno. VIDEOINTERVISTA

Alluvione, De Gasperis (Filbi Uil): parole chiave solidarietà e lavoro. Ripartire da norme e consorzi di bonifica per sicurezza territori. VIDEOINTERVISTA

Alluvione, Mammi: velocizzare e concretizzare sostegni. Occorrono più risorse e procedure speciali. VIDEOINTERVISTA

Alluvione, Battista: consegna idrovore rilancia fiducia nel mondo agricolo, ma serve tempestività sui ristori per il territorio romagnolo. VIDEOINTERVISTA

Alluvione, Fini: con consegna idrovore giornata di solidarietà e pragmatismo. Emilia-Romagna cuore pulsante del settore

Alluvione, Piccinini (Confcooperative – Fedagripesca): donazione idrovore conferma solidarietà verso territorio colpito, cardine settore agroalimentare

Alluvione, Bertinelli (Coldiretti Emilia-Romagna): idrovore segnale di riconoscenza verso consorzi di bonifica. Ora però servono risorse. VIDEOINTERVISTA

Alluvione, Piazza (Enpaia): focus per questi territori devono essere ripartenza e risarcimento. Aspettiamo interventi del Governo

Alluvione, Vincenzi (Anbi): centrale costruire opere e invasi per tutela territorio e agroalimentare. VIDEOINTERVISTA

 




Biologico, Italia leader in Ue. Vicino obiettivo 25% superfici ma consumi in frenata. VIDEOINTERVISTE DI: Lollobrigida, D’Eramo, Proietti (Ismea), Federbio, Assobio, Anabio-Cia, Alleanza Cooperative, Assocertbio

Il biologico italiano è ormai lanciato verso il target del 25% di superfici investite a bio, previsto dalla Strategia Farm to Fork al 2030, con già 6 regioni che hanno oltrepassato questo traguardo. In parallelo il numero degli operatori (produttori, trasformatori e importatori) prosegue la sua crescita a un ritmo piuttosto sostenuto, confermando l’Italia al primo posto in Europa per numero di aziende agricole biologiche certificate e sui gradini del podio anche per estensione della Sau biologica. I consumi però stentano a recuperare slancio e la spesa domestica, seppur in ripresa su un deludente 2021, non soddisfa appieno le aspettative, crescendo a un ritmo inferiore all’agroalimentare complessivo e al tasso di inflazione.

Questi alcuni dati dall’ultimo rapporto Bio in cifre relativo al 2022, realizzato da ISMEA e da Ciheam Bari e presentato in anteprima oggi all’Aquila, presso il Palazzo dell’Emiciclo, durante il convegno “Appuntamento con il bio”.

Di seguito gli interventi: 

Appuntamento con il Bio, Lollobrigida: strategico per sostenibilità economica e ambientale. Masaf impegnato in valorizzazione e sostegno settore

Appuntamento con il Bio, D’Eramo: Creeremo marchio Bio per certificare la grande qualità dei prodotti italiani. VIDEOINTERVISTA

Appuntamento con il Bio, Proietti (Ismea): nostro istituto sempre più vicino al mondo agricolo. VIDEOINTERVISTA

Appuntamento con il Bio, Maffini (Assobio): Momento economico difficile con consumi in calo. Puntare su comunicazione. VIDEOINTERVISTA

Biologico, Alleanza Cooperative: Torriani, per aumentare offerta e domanda di prodotti bio fondamentale puntare su filiere cooperative

Appuntamento con il Bio, Cozzo (Assocertbio): Per il Bio 7 proposte su certificazione e controlli. Tra gli obiettivi ridurre la burocrazia per la filiera. VIDEOINTERVISTA

Assocertbio, le 7 misure per migliorare e semplificare controlli e certificazione nel biologico

Ismea, Bio italiano si avvicina al target del 25% delle superfici, ma i consumi non tengono il passo

 

Appuntamento con il Bio, De Noia (Anabio – Cia): Vogliamo il biologico diffuso per i consumatori. E’ tempo di un patto etico e sociale a salvaguardia della filiera. VIDEOINTERVISTA

Appuntamento con il Bio, Mammuccini (Federbio): agricoltori bio in aumento, ora lavorare su aumento consumi. VIDEOINTERVISTA

Per saperne di più: 

Tea, politica, Ricerca e organizzazioni agricole a favore, mondo del Biologico contro: “come gli Ogm. Da Bruxelles scelta senza basi scientifiche e valutazione rischio”. IL DOCUMENTO UE

Il Bio a raccolta, Coldiretti e Cia insieme per settore strategico per agroalimentare e made in Italy. VIDEOINTERVISTE E INTERVENTI DI: D’Eramo, Prandini, Mammuccini (Federbio)

 

 

 




Pnrr. Lollobrigida: via libera da Commissione Ue a decreto Parco Agrisolare, 1 miliardo di finanziamenti. LE REAZIONI

“La Commissione Europea ha dato il via libera al nuovo decreto del bando Agrisolare. Questa misura del Pnrr, che ha un fondo di un miliardo di euro, prevede finanziamenti a fondo perduto fino all’80% per la realizzazione di impianti fotovoltaici. Una percentuale che, in alcuni casi, risulta raddoppiata rispetto al precedente provvedimento”. Lo dichiara il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

“Il decreto che ho firmato, e che a breve sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale, istituisce il nuovo regime di aiuti per interventi su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale. L’obiettivo è favorire lo sviluppo delle energie rinnovabili e la riduzione dei costi di produzione delle imprese. Le spese per l’approvvigionamento energetico, infatti, in media rappresentano oltre il 20% dei costi variabili a carico delle aziende. La possibilità di autoprodurre energia da fonti rinnovabili utilizzando i propri fabbricati, e quindi senza alcun consumo di suolo, è non solo un grande passo verso la sostenibilità del comparto ma anche un’occasione per abbassare le spese di produzione e, allo stesso tempo, di crescita, in competitività, della nostra Nazione”.

Il dettaglio delle misure del decreto “Interventi per la realizzazione di impianti fotovoltaici da installare su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale:

–              80% di contributo a fondo perduto per le imprese agricole di produzione primaria su tutto il territorio nazionale nei limiti dell’autoconsumo, con la nuova fattispecie dell’”autoconsumo condiviso”. Dotazione finanziaria pari a circa 700 milioni di euro;

–              fino all’80% di contributo a fondo perduto e possibilità di vendita dell’energia prodotta sul mercato, senza vincolo di autoconsumo, per le imprese di trasformazione di prodotti agricoli. Dotazione finanziaria pari a circa 150 milioni di euro;

–              30% di contributo a fondo perduto (con maggiorazioni per piccole e medie imprese e per aree svantaggiate) e possibilità di vendita dell’energia prodotta sul mercato, senza vincolo di autoconsumo, per le imprese agricole di produzione primaria. Dotazione finanziaria pari a circa 75 milioni;

–              30% di contributo a fondo perduto (con maggiorazioni per piccole e medie imprese e per aree svantaggiate) e possibilità di vendita dell’energia prodotta sul mercato, senza vincolo di autoconsumo, per le imprese della trasformazione da agricolo in non agricolo;

–              raddoppio della potenza massima installabile che passa da 500 kw/p a 1.000 kw/p;

–              raddoppio della spesa ammissibile per accumulatori che passa da euro 50.000 ad euro 100.000;

–              raddoppio della spesa ammissibile per dispositivi di ricarica che passa da 15.000 a 30.000;

–              raddoppio della spesa massima ammissibile per beneficiario che passa da euro 1.000.000,00 ad euro 2.330.000,00 incluse le spese accessorie (es. rimozione amianto.

Era stato scritto:

Elon Musk: energia solare garantisce stile di vita agricoltori, 1 GW per Kmq. Così diventano proprietari energetici

Di seguito le reazioni: 

Pnrr: Coldiretti, via libera a pannelli fotovoltaici su 20mila stalle. VIDEOINTERVISTA

Ue: Cia, ok a decreto Parco Agrisolare accelera transizione green agricoltura

Ue, Alleanza cooperative, bene decreto parco agrisolare, superate criticità vecchio bando

Agrisolare, Confagricoltura: bene il via libera della Commissione Ue al nuovo decreto sul bando agrisolare

Pnrr, Bergesio, Lega: Con il Parco Agrisolare un miliardo di finanziamenti per i settori agricolo, zootecnico e agroindustriale

Agrisolare, Caretta (FdI), agricoltura valorizzata da parco agrisolare

Il Presidente UCI, Mario Serpillo: Bando Agrisolare, imperdibile opportunità per la nostra agricoltura

 

 




Ocm vino, filiera scrive a Masaf: ecco i nostri suggerimenti. LA LETTERA. Masaf: li valutiamo positivamente e apprezziamo responsabilità mostrata

In vista della Conferenza Stato Regioni del 7 giugno nel corso della quale si dovrà discutere e approvare il prossimo decreto sull’Ocm vino Promozione terzi, l’Alleanza delle Cooperative Italiane-agroalimentare, Assoenologi, CIA – Confederazione italiana agricoltori, Confagricoltura, Copagri, Federdoc, Federvini e Unione Italiana Vini scrivono una lettera agli uffici Masaf con cui inviano i propri suggerimenti.

Le organizzazioni esprimono “vivo apprezzamento” – nella bozza di lettera intercettata da AGRICOLAE – per la possibilità di ritenere ammissibili le spese effettuate, per i soggetti inseriti nella graduatoria definitiva, anche prima della stipula del contratto.

Come ritengono positiva la possibilità di consolidamento degli sbocchi di mercato e la pubblicazione, da parte di AGEA, di un manuale dei controlli.

Restano alcuni punti su cui – secondo la filiera – c’è ancora da lavorare come la questione delle Associazioni temporanee, i criteri di valutazione, gli elementi dei progetti e i progetti multiregionali.

Il ministero, interpellato da AGRICOLAE, “sottolinea ed apprezza la responsabilità dimostrata dalla filiera e accoglie positivamente i suggerimenti espressi”.

In particolare, precisa, valuta in maniera positiva:

la possibilità di prevedere che non tutti i soggetti partecipanti siano obbligati a espletare tutte le attività previste dal progetto, né ad andare necessariamente in tutti i Paesi target contemplati dal progetto e, dall’altra, per ampliare ulteriormente le opportunità per i beneficiari, che i paesi target vengano considerati per macro-aree, con la possibilità di differenziazione all’interno delle stesse;

l’importanza di ripristinare i due criteri che sono stati eliminati rispetto a quelli attualmente vigenti («soggetti che producono e commercializzano prevalentemente vini provenienti da uve di propria produzione o di propri associati»);

e infine di fissare una tempistica per AGEA entro la quale viene stipulato il contratto e liquidato l’acconto.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la lettera in formato PDF e a seguire in forma testuale:

OCM VINO SUGGERIMENTI FILIERA

“Egregio Capo Dipartimento,

facendo seguito alla lettera di filiera inviata il 3 maggio u.s. e in riferimento alla riunione concernente lo schema di decreto ministeriale in oggetto, svoltasi il 31 maggio u.s. presso codesto Ministero, siamo a riportare le osservazioni e i suggerimenti già espressi in sede di riunione.

Ci preme innanzitutto sottolineare nuovamente l’importanza e la strategicità che la misura OCM Promozione nei mercati dei paesi terzi riveste per le imprese operanti nel settore vitivinicolo, a maggior ragione in considerazione delle difficoltà connesse all’attuale congiuntura economica e geopolitica. Per tale motivo, riteniamo assolutamente prioritario rispettare delle tempistiche che permettano alle imprese vitivinicole italiane di avviare le attività promozionali a partire dalla data del 16 ottobre p.v., requisito essenziale per non perdere terreno rispetto ai nostri competitor europei.

A tale proposito, esprimiamo un vivo apprezzamento per la disposizione contenuta nello schema di decreto che prevede la possibilità di ritenere ammissibili le spese effettuate dopo tale data, per i soggetti inseriti nella graduatoria definitiva, anche prima della stipula del contratto (articolo 8, comma 4).

Un altro importante elemento di novità è la previsione della pubblicazione, da parte di AGEA, di un manuale dei controlli (articolo 14, comma 2), utile per i beneficiari della misura affinché siano preventivamente informati in merito alle corrette modalità di rendicontazione delle proprie attività progettuali.

Inoltre, valutiamo positivamente la previsione di cui all’articolo 6, commi 3 e 4, relativa alla possibilità di consolidamento degli sbocchi di mercato. Tuttavia, al fine di rendere davvero efficace e massimizzare i benefici di tale disposizione, crediamo che sia necessario specificare nel testo che il conteggio degli anni debba partire dalla presente annualità della misura, cioè dalla campagna 2023/2024. Come abbiamo avuto modo di segnalare durante la riunione, ci risulta, infatti, che tale previsione sia stata specificata anche nelle rispettive normative di altri Stati membri, e riteniamo pertanto che tale previsione – essendo il risultato di un lungo confronto condiviso a livello europeo – debba trovare adeguata rilevanza nell’articolato.

Di seguito riportiamo gli elementi che ci sembrano di maggiore criticità, con alcuni suggerimenti per una possibile revisione del testo.

  1. Associazioni temporanee: oggi, le ATI e ATS consentono la partecipazione anche alle imprese vitivinicole di minori dimensioni economiche, che altrimenti non avrebbero i requisiti minimi di accedere alla misura promozione. L’obiettivo, pertanto, è superare in maniera collettiva i vincoli e le soglie minime di investimento previste. Al riguardo, il combinato disposto tra l’articolo 3, comma 2 – che stabilisce che «i soggetti partecipanti a progetti di ATI, Consorzi, Associazioni, Federazioni, reti di impresa devono partecipare unitariamente alle attività previste per ciascun Paese terzo» – e l’articolo 5, comma 2 – cioè «i partecipanti possono presentare un solo progetto, anche al livello regionale»), avrebbe, a nostro avviso, l’effetto di ridurre drasticamente il numero di beneficiari dei progetti di promozione, soprattutto a discapito delle piccole e medie imprese – nonché delle tipologie di attività svolte e dei paesi target, a scapito della capacità promozionale dell’intero sistema paese. Prevedere che tutte le imprese partecipanti, indistintamente dalle categorie e dalle disponibilità di prodotto/budget, partecipino unitariamente a ciascun mercato del Paese terzo, per giunta con le stesse azioni (seppure diversificate), creerebbe difficoltà insormontabili nel portare avanti progetti collettivi, all’interno dei quali, ad oggi, convivono imprese di tutte le dimensioni economiche. Ciò, peraltro, sarebbe in contrasto con il criterio di valutazione volto a premiare i soggetti che presentano una forte componente aggregativa di piccole e/o micro imprese.

A tal proposito, al fine di dare in ogni caso seguito alle richieste di maggiore coerenza e omogeneità dei progetti presentati, si suggerisce da una parte di poter prevedere che non tutti i soggetti partecipanti siano obbligati a espletare tutte le attività previste dal progetto, né ad andare necessariamente in tutti i Paesi target contemplati dal progetto e, dall’altra, per ampliare ulteriormente le opportunità per i beneficiari, che i paesi target vengano considerati per macro-aree, con la possibilità di differenziazione all’interno delle stesse.

Con riferimento a tale punto, si segnala la necessità di modificare anche la definizione di ATI e ATS di cui all’articolo 3, comma 1, lett. h).

Anche in ragione di una restrizione delle modalità di partecipazione alle aggregazioni, si chiede la possibilità, per il singolo soggetto beneficiario, di poter partecipare a più di un progetto al livello regionale, sebbene con la definizione di un numero massimo (due o tre).

  1. Con riferimento ai criteri di valutazione (articolo 11), segnaliamo l’importanza di ripristinare i due criteri che sono stati eliminati rispetto a quelli attualmente vigenti («soggetti che producono e commercializzano prevalentemente vini provenienti da uve di propria produzione o di propri associati» ed i «progetti riguardanti esclusivamente vini a DOP e IGP»). Si tratta, infatti, dei due criteri a nostro avviso maggiormente qualificanti rispetto alla qualità del progetto e alla tipologia di beneficiario. Rispetto all’obiezione relativa alla difficoltà di dimostrare il requisito relativo alle uve di propria produzione, riteniamo che tale onere possa essere lasciato in capo ai singoli beneficiari, e che l’utilizzo del registro telematico SIAN possa essere un elemento centrale e a tal fine utile ai fini della gestione dei controlli.
  2. All’articolo 8 – Elementi del progetto – si ritiene opportuno fissare una tempistica per AGEA entro la quale viene stipulato il contratto e liquidato l’acconto.
  3. Con riferimento ai progetti multiregionali – di cui si valuta molto positivamente il mantenimento – non è ben chiaro il motivo per cui si passi ad una previsione in cui il soggetto proponente abbia sedi operative “in ciascuna delle Regioni” coinvolte nel progetto, anziché “in almeno due Regioni” come attualmente previsto. Inoltre, anche l’imposizione di un numero massimo di Regioni pari a quattro, ci sembra una limitazione non necessaria”.