Cibo sintetico, UK vuole accelerare approvazione e modificare norme: “prova definitiva sicurezza prodotti non sempre disponibile al momento autorizzazione”
Il Regno Unito, tra i paesi più attivi sul fronte cibo sintetico e alternative vegetali, starebbe riflettendo su come velocizzare l’approvazione dei novel food e modificare la regolamentazione dei nuovi alimenti. Il rapporto commissionato dalla FSA (Food Standards Agency) a Deloitte ha esaminato l’attuale quadro normativo sui nuovi alimenti (basato sulla legislazione dell’UE) e identificato opportunità di riforma.
Tra le modifiche attuabili vi potrebbe essere “l’autorizzazione condizionata e il monitoraggio continuo”. Il modello -sottolinea il rapporto- tiene conto del fatto che “la prova definitiva della sicurezza di alcuni prodotti non è sempre disponibile al momento dell’autorizzazione. Dato il ritmo dell’innovazione e che le prove sulla sicurezza possono svilupparsi nel tempo, si giungerebbe a un modello di autorizzazione e supervisione condizionato, simile a quello utilizzato in altri settori come come prodotti farmaceutici”.
Inoltre, giacchè l’innovazione alimentare è globale e rapida, la FSA potrebbe autorizzare nuovi alimenti ricorrendo a prove o decisioni delle autorità di regolamentazione alimentare di altre giurisdizioni e/o l’attribuzione di maggiori responsabilità all’industria.
Affidandosi dunque ad una comprensione condivisa della sicurezza dei nuovi alimenti e riconoscendo che l’innovazione alimentare è globale, la FSA potrebbe sfruttare le opportunità per collaborare in modo più formale con altre autorità di regolamentazione, il mondo accademico e altre organizzazioni.
Una scelta che non sorprende e che fa parte di una più grande strategia da parte del Regno Unito, che ha recentemente annunciato l’investimento di 12 milioni di sterline in un centro di ricerca sulle proteine sostenibili e la carne coltivata. L’investimento fa parte di un più ampio piano da 120 mln di sterline -che AGRICOLAE aveva messo in evidenza al suo annuncio- inaugurato con la strategia alimentare del governo britannico pubblicata il 13 giugno.
Con la Brexit il Regno Unito ha infine la possibilità di aggiornare i propri regolamenti senza dover ottenere il consenso di altre nazioni dell’UE. Le normative sui nuovi alimenti possono così essere adattate meglio per soddisfare le esigenze del Regno Unito, si legge nella sintesi del rapporto Deloitte pubblicato dalla FSA.
Alla base della decisione del Regno Unito non solo la maggiore attenzione dei consumatori verso opzioni alimentari sostenibili e più rispettose dell’ambiente, ma soprattutto una ampia fetta di mercato da conquistare.
Come evidenzia anche lo stesso report Deloitte c’è un aumento degli investimenti in nuovi alimenti, con le aziende globali di proteine alternative che si assicurano 5 miliardi di dollari di investimenti dichiarati nel 2021, che è il 60% in più rispetto al 2020 e cinque volte l’importo raccolto nel 2019.
E il volume delle domande di nuovi alimenti potrebbe aumentare in modo significativo nel prossimo periodo.
Di seguito i punti messi in maggiore evidenza dal rapporto Deloitte:
- Le mutevoli circostanze del settore richiedono un approccio diverso– Negli ultimi 10 anni c’è stata più innovazione rispetto ai precedenti 40 e i nuovi prodotti potrebbero non avere precedenti.
- La sicurezza ha molteplici definizioni– Potrebbe esserci l’opportunità di rivedere la posizione del Regno Unito sulla sicurezza alimentare, che si tratti di una ragionevole certezza di assenza di danni (USA), di un principio di precauzione (UE, EFSA) o una via di mezzo.
- Valutazioni del rapporto rischio-beneficio rispetto alle sole valutazioni del rischio– Sebbene la sicurezza alimentare sia fondamentale, ci sono opportunità per considerare anche vantaggi sociali più ampi (ad es. sostenibilità, impronta di carbonio).
- Anche le autorità di regolamentazione hanno il compito di educare il pubblico– Le autorità di regolamentazione alimentare hanno l’opportunità di aiutare a educare e plasmare la narrativa pubblica e potrebbero anche concentrarsi sull’aiutare i consumatori a fare scelte informate (ad esempio requisiti di etichettatura chiari) invece di fare la scelta per loro approvando/non approvando nuovi alimenti specifici.
“Il processo di gestione del rischio, così come attualmente stabilito dai regolamenti, non consente una ponderazione sufficiente dei potenziali benefici per la società in generale, dimostrando la necessità di rivederlo in un contesto rinnovato dell’industria alimentare” conclude il report.
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