Foreste, interrogazione Tassinari (FI Camera): su sblocco prodotti per contrasto a diffusione bostrico tipografico

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-01155

presentato da

TASSINARI Rosaria

testo di

Mercoledì 17 aprile 2024, seduta n. 281

TASSINARI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

il bostrico tipografo (Ips typographus), è un coleottero lignivoro che scava gallerie nella corteccia delle conifere ed è il più importante parassita forestale d’Europa. Attacca il legno fresco di conifere forestali e predilige, tra i suoi bersagli, l’abete rosso, anche se può potenzialmente interessare anche pini e larici. Ai sensi della nuova normativa fitosanitaria dell’Unione europea, di cui al regolamento (UE) 2016/2031 e al regolamento (UE) 2019/2072, è individuato come organismo nocivo;

in Italia il bostrico è un organismo oramai endemico, la cui diffusione cresce considerevolmente con l’aumentare del numero di piante indebolite, a causa ad esempio del cambiamento climatico, del forte impatto antropico o di un evento traumatico (qual è stato la tempesta Vaia). Sta provocando pesantissime ripercussioni ambientali, economiche e paesaggistiche;

nella legge di bilancio del 2022 sono state previste misure per il contenimento del bostrico nei territori alpini, con lo stanziamento di 6 milioni di euro (3 milioni annui per il biennio 2022-2023) per l’istituzione di un fondo finalizzato all’adozione di misure di tutela del territorio e per la prevenzione delle infestazioni per le zone colpite. Alle procedure di contrasto si applicano le misure di accelerazione e semplificazione previste dal decreto-legge n. 77 del 2021;

per contrastare la diffusione del bostrico è stata intrapresa nel 2022-2023 una sperimentazione denominata push and pull (respingo e catturo). Proposta per la prima volta nel 2020 dall’università agraria di Padova, in collaborazione con la regione Friuli-Venezia Giulia, questa sperimentazione prevede l’impiego di repellenti semiochimici a base alcolica prodotti in Canada;

risulta all’interrogante che i prodotti necessari per le attività 2024 siano ancora in fase di sdoganamento nonostante la primavera già avanzata, e che in particolare si attende il via della competente direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del Ministero della salute –:

se i Ministri interrogati non intendano intervenire per accelerare le procedure di sblocco dei prodotti descritti in premessa, anche in considerazione del fatto che detti prodotti hanno specifiche di conservazione molto stringenti, le quali impongono tempi rapidi di utilizzo.
(3-01155)




Foreste. Masaf, al via nuovo Sistema Informativo Forestale Nazionale (SINFor)

Nasce il nuovo Sistema Informativo Forestale Nazionale (SINFor), promosso dal MASAF e realizzato dal Centro Politiche e Bioeconomia e dal Centro Foreste e Legno del CREA, in collaborazione con il Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN), con l’obiettivo di raccogliere tutte le informazioni statistiche, amministrative, cartografiche e ambientali inerenti alla materia forestale.
“Il nuovo Sistema Informativo Nazionale è uno strumento importante. Un mezzo per approfondire il nostro prezioso patrimonio forestale, parte fondamentale del paesaggio storico e culturale italiano, che grazie al contributo congiunto di più attori oggi è diventato una realtà. Un ringraziamento alla dottoressa Alessandra Stefani e alla Direzione generale dell’economia montana e delle foreste del Masaf”. Così il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.
Il SINFor è il prodotto di un costante processo partecipato tra le istituzioni, gli enti e i soggetti pubblici e privati, che a vario titolo producono e utilizzano dati e informazioni relativi al settore forestale, con l’impegno comune di mettere a disposizione, in un unico sistema organizzato e aggiornato nel tempo, i dati e le informazioni del vasto patrimonio di conoscenze disponibile in materia forestale.
Il Sistema è articolato in due ambienti interconnessi di indagine, la Carta forestale nazionale e il Database foreste: la prima raccoglie ed armonizza tutte le informazioni territoriali inerenti al patrimonio forestale nazionale, fornendo un servizio innovativo a supporto delle scelte politiche e di programmazione, gestione e pianificazione forestale; il secondo raccoglie dati e informazioni strutturati in 147 indicatori, funzionali a soddisfare le necessità conoscitive sullo stato del patrimonio boschivo e del settore forestale nazionale, a garantire un progressivo monitoraggio sull’attuazione della Strategia Forestale Nazionale e adeguate risposte alle esigenze di reporting a livello nazionale e internazionale.
Il SINFor, in costante aggiornamento in base ai dati forniti dai vari attori coinvolti,  è consultabile al seguente indirizzo: https://sinfor.sian.it



Fedagripesca: esaltare e tramandare il valore sociale ed economico delle foreste

“L’Italia è un paese che non sa di essere un paese forestale, con un patrimonio boschivo che supera gli 11 milioni di ettari, un’estensione analoga alla superficie agricola e che necessita di essere curata e gestita al meglio. Sottolineare l’importanza delle foreste in occasione della ricorrenza di oggi è sicuramente importante, ma è fondamentale che si lavori per ripristinare una vera e propria cultura forestale che ancora manca nel nostro paese.”.

Così il presidente del Settore Forestale di Fedagripesca Confcooperative Mario De Angelis a commento della Giornata internazionale delle foreste.

“È a nostro avviso fondamentale – prosegue De Angelis – lavorare affinché venga riconosciuto ed esaltato il valore sociale e culturale dei nostri boschi”, aggiunge De Angelis. “Le foreste non sono infatti importanti soltanto perché trattengono CO2e perché riducono gli effetti dei cambiamenti climatici, bensì perché rivestono una valenza economica e culturale in un’ottica di tutela e valorizzazione delle aree interne. Una attività costante e continuativa di gestione delle foreste può ridurre l’incidenza di incendi e attenuare il dissesto idrogeologico. Non solo, la gestione sostenibile delle foreste aiuta a trattenere le persone nei territori contrastando lo spopolamento delle zone boschive. Ecco perché in un momento in cui le aree interne montane subiscono l’abbandono delle nuove generazioni, occorrerebbe sostenere la gestione forestale affinché continui ad evolversi come ha fatto con successo negli ultimi decenni”.

“È proprio questo importante valore sociale delle foreste che va difeso e tramandato alle generazioni successive”, conclude il presidente De Angelis.




Giornata foreste; Pezzoli (Odaf Roma), nella Capitale 300mila alberi, in area metropolitana copertura forestale 136mila ettari

“Roma è una delle città più green d’Europa. Con un patrimonio – per citare solo quello comunale – di oltre 300 mila alberi e più di 42 milioni di metri quadrati di verde, custodisce alberi storici di particolare bellezza e rarità. Ma non solo. Anche il territorio metropolitano di Roma presenta un patrimonio arboreo, dei grandi alberi che rappresentano un elevato valore non soltanto dal punto di vista strettamente botanico ma anche storico-culturale e paesaggistico.  Nell’area metropolitana le foreste si estendono per oltre 136 mila ettari”.

E’ quanto dichiara Flavio Pezzoli, Presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali di Roma e provincia, in occasione della Giornata internazionale delle foreste che si celebra oggi.

“Censiti in tale contesto – aggiunge Pezzoli –  186 esemplari arborei appartenenti a 30 specie, 22 generi, 16 famiglie. Tra i più diffusi: leccio (Quercus ilex),  (Pinus pinea), cedro del Libano (Cedrus libani) , roverella (Quercus pubescens), cipresso (Cupressus sempervirens). Insomma, un patrimonio incredibile da tutelare”.

“Dobbiamo occuparci delle foreste – continua Pezzoli – non solo quando cade un albero, o scoppia un incendio in un bosco, ma deve essere uno vero e proprio stile di vita, che metta al centro la tutela dell’ambiente e del nostro patrimonio arboreo. In questo è fondamentale partire dalle scuole per aiutare le nuove generazioni ed essere sempre più green”.



Giornata foreste, Conaf: abbiamo un testo unico per le foreste e una strategia, ora completiamo il percorso applicandolo

Il settore forestale nazionale deve proseguire il percorso intrapreso con il Testo Unico in materia di Foreste e Filiere forestali (TUFF) e con la redazione della Strategia Forestale Nazionale, che hanno dato una visione complessiva ed ecosistemica della materia, così da non lasciare a metà il lavoro. Con questa lettura propositiva, l’ordine dei dottori agronomi e forestali celebra la giornata internazionale delle foreste.

Le foreste rappresentano il massimo livello di organizzazione dell’ambiente naturale; da sempre hanno ospitato le attività dell’uomo, ma ciò non ha impedito di arrivare a creare complessi forestali di grande bellezza e funzionalità.

Infatti, per natura le foreste sono multifunzionali ovvero proteggono il suolo, assorbono CO2, conservano la biodiversità, contribuisco alla mitigazione dei cambiamenti climatici, oltre a produrre beni per le economie delle comunità locali, tramite la produzione di legno da opera, da ardere e prodotti del sottobosco.

Dobbiamo ricordare, infatti, che oggi le aree forestali nazionali ricoprono quasi il 40% della superficie territoriale e il trend appare in crescita, con il prelievo della biomassa legnosa largamente inferiore alla produzione stimata, sia a livello locale che nazionale.

Agronomi e forestali sono presenti da sempre nel territorio: in tempi di cambiamento climatico e di utilizzo critico delle risorse naturali, possono aiutare a delineare la strategia e la visione ecologica delle azioni politiche, economiche e finanziarie.” – dichiara Daniele Gambetti, coordinatore Dipartimento foreste, selvicoltura ed economia montana del CONAF – “Quello che è importante è attuare una gestione forestale sostenibile, sviluppata secondo una specifica pianificazione. Con l’obiettivo di migliorare la stabilità e la resilienza dei boschi, traendo nel contempo profitto dal legname e assicurando la funzione ecologica, paesaggistica e fruitiva.”

Questo è quello che indicano strumenti quali il TUFF e la Strategia Forestale Nazionale: accrescere l’utilizzo di strumenti quali la pianificazione e la gestione forestale, per migliorare la capacità multifunzionale del bosco, accompagnandola da una precisa e consapevole assunzione di responsabilità.

La redazione del TUFF e la Strategia Forestale Nazionale hanno finalmente dato una “legge quadro”, coerente con l’economia, la società, le istituzioni e l’ambiente di oggi. Purtroppo, non sono ancora totalmente applicati in tutte le loro forme.

Un secolo fa non si parlava di crediti di carbonio; non vi erano terreni abbandonati e il pascolo in montagna insidiava il bosco. E, soprattutto, non vi era la burocrazia che oggi tutto complica, compresa la gestione forestale.

Bisogna pensare in termini propositivi, anche in una logica di contrasto allo spopolamento delle aree montane, dove boschi e foreste giocano un ruolo strategicoOccorre accrescere il campo di applicazione della pianificazione forestale, che deve diventare prassi consueta per garantire una gestione sostenibile e una precisa assunzione di responsabilità nella conservazione di questo grande patrimonio nazionale.” – afferma Mauro Uniformi, presidente CONAF – “In quanto sistema complesso, le aree forestali necessitano di attività coordinate e scientificamente valide. Un compito al quale possono assolvere i professionisti con preparazione ed esperienza specifica (ecologica, biologica, pedologica, economica, estimativa) quali sono i dottori agronomi e i dottori forestali.”




Giornata foreste, Coldiretti: boschi coprono 38% Italia, SOS gestione. Il nostro paese al secondo posto in Europa

Il 38% della superficie nazionale è coperta da foreste che nel giro di un trentennio sono aumentate del 20% dimostrandosi però molto vulnerabili al degrado e agli incendi con i boschi che, a causa dell’incuria e dell’abbandono, sono diventati vere giungle ingovernabili. A lanciare l’allarme sono Coldiretti e Federforeste in occasione della Giornata internazionale delle Foreste istituita dall’Onu che si celebra il 21 marzo. Con 11,4 milioni di ettari è il secondo grande Paese europeo per copertura forestale dopo la Spagna, secondo l’analisi della Coldiretti su dati Iuti.

Per difendere il bosco italiano occorre creare le condizioni – rileva Coldiretti – affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli, i veri custodi dell’ambiente, in una situazione in cui due boschi su tre sono di prorpietà priovata. Peraltro il tasso di prelievo forestale in Italia si aggira su una media stimata del 27% contro il 64% degli altri paesi europei, secondo l’analisi di Federforeste. Il 60% viene usato come legname da ardere. Un’opportunità può dunque arrivare proprio dall’aumento del prelievo del legno dai boschi con lo sviluppo di filiere sostenibili in grado di tutelare l’ambiente e creare occupazione se si considera che – precisa la Coldiretti – l’Italia importa dall’estero più dell’80% del legno necessario ad alimentare l’industria del mobile, della carta o del riscaldamento.

Il lavoro di gestione sostenibile e pulizia dei boschi – sottolinea la Coldiretti – è determinante per l’ambiente e la sicurezza della popolazione in particolare sul fronte della tenuta idrogeologica considerato che lungo la penisola più di 9 comuni su 10 (93,3%) sono a rischio per frane, smottamenti o alluvioni. Ma agricoltori e dei boscaioli sono anche importanti sentinelle contro gli incendi che devastano ogni anno centinaia di ettari di foreste con danni incalcolabili dal punto di vista ambientale ed economico per riparare i quali – sottolinea la Coldiretti – ci vogliono almeno 15 anni.

Gli oltre diecimila, fra boscaioli e aziende agricole forestali, che in Italia si dedicano alla buona gestione degli alberi e alla prima lavorazione dei tronchi in tutta Italia, sono la colonna portante – continua la Coldiretti – di una filiera del legno e del mobile Made in Italy minacciata però dalla concorrenza sleale delle importazioni straniere. Nel 2023 sono arrivati dall’estero – spiega Coldiretti – 11,3 miliardi di chili di legname, tanto che ormai la maggior parte dei mobili venduti in Italia è fatta con assi straniere senza che il consumatore lo sappia. In un anno le importazioni sono costate al sistema italiano del legno – evidenzia Coldiretti – quasi 5,8 miliardi di euro, secondo dati Istat.

Per difendere l’economia del Paese e garantire ai consumatori la possibilità di una scelta consapevole anche sull’arredo che si mettono in casa – sottolineano Coldiretti e Federforeste – è necessario arrivare, come avviene con le etichette d’origine per il cibo che mettiamo nel piatto, a una carta d’identità del legno che permetta al consumatore di essere informato sulla provenienza ma anche sulla sostenibilità del legname impiegato per i mobili o per il riscaldamento perché dietro a ogni tavola utilizzata – concludono Coldiretti e Federforeste – vive un mondo fatto di territori e persone con un’intera filiera composta da agricoltori boscaioli, segherie, trasportatori, industrie e artigiani.




Foreste. Masaf lancia il concorso “Radici”, foto e storie degli Alberi monumentali d’Italia

In occasione della Giornata internazionale delle Foreste, che si celebra il 21 marzo, il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste lancia il concorso “Radici”.

L’iniziativa, curata dalla Direzione generale dell’economia montana e delle foreste del Masaf, ha l’obiettivo di sensibilizzare alla conoscenza e al rispetto del patrimonio forestale italiano, mettendo al centro le immagini e le storie di alcuni dei suoi esemplari più significativi: gli Alberi monumentali d’Italia (AMI).

Simboli di vetustà, maestosità, magnificenza e dell’equilibrio istituito tra uomo e natura, nonché spesso elementi identitari dei luoghi di appartenenza, gli alberi monumentali sono anche rappresentativi della grande ricchezza di biodiversità del territorio nazionale.

I partecipanti potranno inviare brevi storie, aneddoti, curiosità, leggende o particolarità relativi ad uno, o più, alberi o gruppi di alberi monumentali dei circa 4.300 censiti e accolti nell’Elenco nazionale degli alberi monumentali d’Italia, corredando i testi (massimo 1000 battute spazi inclusi) con una foto orizzontale che metta in risalto il valore dell’esemplare arboreo nel proprio contesto topografico.

Immagini e racconti, spesso custoditi dalle singole comunità locali, possono contribuire a preservare la memoria storico-culturale dei ‘monumenti verdi’ nazionali e diffondere il senso di affezione nei loro riguardi.

“I nostri alberi monumentali sono un orgoglio nazionale. Il censimento e l’inclusione di questi esemplari nell’Elenco ufficiale è un’azione fondamentale di riconoscimento, tutela e valorizzazione, uno strumento che invita a conoscere questi ‘monumenti verdi’ contribuendo alla sensibilizzazione verso il patrimonio forestale italiano”. Lo sottolinea il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

Il 21 novembre, in occasione della ricorrenza della Giornata nazionale degli Alberi, verranno pubblicati sul sito Masaf i tredici contributi giudicati più meritevoli e significativi, valutati sulla base di un giudizio complessivo tra testo e fotografia; questi lavori andranno a comporre il “Calendario Alberi monumentali d’Italia 2025” che sarà liberamente scaricabile sul sito del Ministero da fine 2024.

Inoltre, tutti i testi e le fotografie ritenuti idonei andranno ad arricchire le schede dei relativi alberi, o gruppi di alberi, geolocalizzabili sulla mappa “Alberi monumentali d’Italia” che la Direzione generale dell’economia montana e delle foreste del Masaf cura e aggiorna su Google Maps.

I contributi potranno essere inviati fino al 21 settembre 2024, all’indirizzo e-mail [email protected] e p.c. [email protected].

Per ulteriori informazioni:

Concorso “Radici”

https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/21182

Mappa “Alberi Monumentali d’Italia”

https://www.google.com/maps/d/edit?mid=1tLHZ2paaloRnSssDTWUoP43nSJIhdBc&usp=sharing




Giornata mondiale delle foreste, Confagricoltura: un patrimonio che va gestito e valorizzato

Valorizzare il patrimonio forestale nazionale e ottimizzarne la gestione ai fini di una maggiore sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Questo il messaggio di Confagricoltura in occasione della Giornata mondiale delle Foreste, che ricorre il 21 marzo, quest’anno dedicata all’innovazione.

 

Le foreste italiane si estendono su oltre 11 milioni di ettari, un valore che è raddoppiato negli ultimi 50 anni ed è pari a quasi il 40% del territorio nazionale. Soltanto negli ultimi 10 anni la superficie boschiva è aumentata del 4,9% (fonte: Masaf). Una crescita – sottolinea Confagricoltura – che però non è frutto di specifiche politiche attive di rimboschimento, bensì dell’abbandono delle attività primarie e dello spopolamento di aree montane e collinari.

 

“Le foreste rappresentano un enorme patrimonio per il nostro Paese – rimarca Enrico Allasia, presidente della FNP Risorse boschive e Coltivazioni legnose di Confagricoltura – Basti pensare ai servizi ecosistemici che mettono a disposizione e alla sempre maggiore fruizione da parte dei cittadini, che ne riconoscono il valore, come anche al valore economico delle filiere legno-energia. Occorre una migliore programmazione gestionale del patrimonio forestale – aggiunge Allasia – favorendone la valorizzazione anche attraverso l’introduzione di innovazioni tecnologiche, sia a livello tecnico-produttivo, sia di prodotti finali, con l’obiettivo di incrementarne la produttività, dando maggiore forza alle filiere per ridurre i costi, generare reddito ed esternalità positive per la società e l’ambiente”.

 

Oggi soltanto il 18% della superficie forestale italiana è soggetta a piani di gestione e, sebbene la produzione di legno e di altri prodotti rimanga stabile, diminuiscono le segherie e le infrastrutture per le utilizzazioni in bosco.

 

Il patrimonio boschivo è inoltre fondamentale per l’assorbimento di CO2. Per tale motivo Confagricoltura auspica che le disposizioni europee ed italiane in materia possano effettivamente dare la possibilità di valorizzare i crediti di carbonio prodotti dalle superfici forestali italiane.

 

“Siamo stati il primo Paese ad applicare la Strategia Forestale europea, che ha tra i principali obiettivi una gestione forestale sostenibile, l’efficientamento dell’impiego delle risorse naturali, lo sviluppo di conoscenze multidisciplinari per la tutela delle foreste, attraverso attività di ricerca, formazione professionale e promozione dei prodotti forestali – conclude Allasia – Abbiamo quindi tutti gli strumenti per migliorare nella gestione di questa enorme ricchezza”.




Foreste, Mecacci (Legacoop Agroalimentare): Dal bosco risorse in chiave economica e sostenibile

Le foreste come fonte di reddito e di sostenibilità ambientale. È quanto emerso oggi in occasione di Progetto Fuoco iniziativa organizzata da Aiel e Cia a Verona Fiere e alla quale sono intervenuti tutti i principali attori della filiera forestale a livello nazionale. Tra gli altri, Lilia Orlandi per Legacoop Agroalimentare ha sostenuto l’importanza dei servizi ecosistemici derivati dalle foreste, in grado di generare crediti di sostenibilità in ottica Esg per le aziende.

«A seguito delle più recenti direttive comunitarie aumenta il numero delle aziende interessate a migliorare la loro impronta green, ma che possono essere interessate anche ad investimenti in campo ambientale caratterizzati da valori economico-finanziari particolarmente interessanti», spiega Orlandi.

Nell’incontro è stato evidenziato come tali investimenti siano in grado di determinare ricadute positive sulla collettività. Sia in termini ambientali, sia sociali. «Il comparto forestale italiano, valorizzando l’approccio a cascata derivato dalla Gestione Forestale Sostenibile e Responsabile, può porsi al centro delle nuove politiche ambientali, per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e sviluppare nuova economia circolare nelle aree montane», ha spiegato Patrizio Mecacci responsabile coordinamento forestale di Legacoop Agroalimentare. «L’utilizzo di un approccio tecnico-scientifico credibile e rigoroso permette di ottenere risultati tangibili, a beneficio dell’ambiente, nell’ottica della transizione energetica e con soluzioni gradite anche al comparto made in Italy», ha concluso. Erano presenti all’iniziativa, anche Marco Perrino, Ugo Fragassi Gianni Tarello e Rino Talucci.




Aiel. Rilanciare l’economia del legno: nuovi strumenti per le foreste del futuro

L’Italia è il Paese europeo con il più basso tasso di prelievo di legname dalle proprie foreste: la risorsa legnosa italiana è sottoutilizzata e mal utilizzata, un problema strutturale che danneggia lo sviluppo economico delle aree interne e montane del Paese. È necessario adottare al più presto un modello italiano di sviluppo della bioeconomia, non copiando i modelli del Nord Europa dominati dalle grandi centrali di raffinazione a biomassa, ma puntando a costruire un sistema forestale fondato sulla selvicoltura di qualità, sulla gestione forestale sostenibile e l’uso a cascata del materiale forestale. Oggi ci sono le condizioni per costruire una filiera virtuosa che opera su volumi inferiori, derivati dal territorio, e che può portare vero valore aggiunto al Paese attraverso strumenti come segherie di medie dimensioni, impianti all’avanguardia, legname ingegnerizzato e green communities.

L’appello, rilanciato da Davide Pettenella, Professore dell’Università di Padova presso il Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali e Presidente di Cluster legno Italia, arriva dal Convegno “I nuovi strumenti per la foresta del futuro. Istituzioni, filiere e imprese finalmente insieme” organizzato da AIEL, Associazione italiana energie agroforestali, in collaborazione con CIA, Confederazione agricoltori italiana, in occasione di Progetto Fuoco, la principale Fiera di settore dedicata al riscaldamento domestico a legna e pellet.

 “Condividiamo l’importanza di lavorare ad un rilancio della filiera forestale in un’ottica di sviluppo delle aree interne e montane, fondamentali per sostenere la crescita di tutto il Paese – ha dichiarato Luigi D’Eramo, Sottosegretario del MASAF –. La filiera del legno è assolutamente strategica in questo: non solo dal punto di vista energetico ma anche per quanto riguarda l’uso del legno nel settore dell’arredamento italiano. Oggi, poco più del 15% della superficie forestale italiana (che corrisponde a oltre 11 milioni di ettari) è soggetto a piani di gestione forestale: all’interno del contesto interno e montano lo sviluppo socioeconomico passa anche da un maggiore impegno nella gestione e valorizzazione del nostro patrimonio forestale”.

Come ha ricordato Luigi Torreggiani, giornalista di Compagnia delle Foreste e moderatore dell’incontro, solo dieci anni fa gli strumenti a disposizione della filiera forestale erano molto più limitati: non esistevano documenti fondamentali come il Testo Unico delle Foreste, la Strategia forestale nazionale, il Position Paper, condiviso dai principali attori del settore e dal MASAF, che delinea la strategia della filiera forestale per rilanciare l’economia del legno.

Un altro strumento innovativo, lanciato a dicembre 2023, è il nuovo Sistema Informativo Forestale, osservatorio sulle biomasse forestale e gli usi energetici che raccoglie dati e informazioni aggiornate e affidabili, fondamentali per costruire una strategia forestale basata su dati oggettivi e condivisi.

Partendo dalla consapevolezza che tutti i settori collegati alla filiera forestale hanno un ruolo strategico per valorizzare la bioeconomia del nostro Paese, Annalisa Paniz, Direttrice generale di AIEL, ha presentato il position paper “Gestione forestale e sostenibilità degli usi energetici delle biomasse forestali documento che ha proposto per la prima volta una nuova strategia condivisa da tutti i settori che operano all’interno della filiera forestale (edilizia, arredamento, carta, energia ecc…) per rilanciare in modo sistemico l’economia del legno secondo un modello di sostenibilità, circolarità e sviluppo economico. “Il Position Paper è il risultato del riconoscimento da parte di tutto il settore forestale che, nell’ambito di una gestione circolare delle risorse con valorizzazione dell’uso a cascata del legno, non esiste una competizione tra valorizzazione energetica dei biocombustibili e uso industriale del legno – ha spiegato Paniz nel suo intervento –. Gli strumenti per una selvicoltura responsabile esistono già ma è importante continuare a sostenere le imprese forestali e  l’associazionismo, gli “accordi di foresta” e la pianificazione forestale: l’unica via per valorizzare la risorsa rinnovabile locale rappresentata dal legno portando valore aggiunto per il territorio e i cittadini”.

La seconda sessione del convegno ha focalizzato l’attenzione sui contatti di filiera nel settore forestale, con l’intervento di Pietro Oieni, Direzione generale dell’economia montana e delle foreste del MASAF, che ha raccontato il percorso che ha portato al primo Bando nazionale sui contratti di filiera nel settore forestale: un primo passo che verso la strutturazione di una filiera più compatta e unita, con l’obiettivo generale di finanziare programmi di investimento sostenibili dal punto di vista ambientale e innovativi dal punto vista tecnologico, rafforzando le relazioni intersettoriali lungo le catene di produzione, trasformazione e commercializzazione, attraverso l’aggregazione dei produttori e la creazione di responsabilità solidale delle imprese della filiera, migliorando la posizione dei beneficiari nella catena del valore.

Tutti i principali attori della filiera si sono confrontati nel dibattito in cui è stata condivisa la necessità di attivare un Tavolo Interministeriale permanente tra il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy per garantire la condivisione e il coordinamento delle politiche che riguardano le filiere industriali ed energetiche collegate al settore forestale, anche attraverso una specifica attività di ricerca, formazione e innovazione.

In questi dieci anni abbiamo lavorato tanto per costruire, quasi da zero, delle opportunità di sviluppo per il settore forestale italiano. Dieci anni fa non esisteva una Direzione Forestale Nazionale – ha spiegato in chiusura Alessandra Stefani, Direttore Direzione generale dell’economia montana e delle foreste del MASAF – da qui non torneremo indietro. Abbiamo aperto con uno spunto interessantissimo: il sottosegretario D’Eramo ha manifestato la volontà politica di costruire un Tavolo di confronto interministeriale, riconoscendo l’importanza di ampliare ulteriormente gli interlocutori per essere più incisivi. È fondamentale però fare un passo ulteriore e scendere a livello regionale per declinare su base territoriale le iniziative e gli indirizzi individuati a livello nazionale”.

 




Foreste: Cia, rafforzare filiera bosco-legno-energia per valorizzare potenzialità aree interne

“Il rafforzamento della filiera bosco-legna-energia può contribuire a valorizzare le potenzialità che il patrimonio forestale del nostro Paese è in grado di garantire in termini di sviluppo, occupazione e salvaguardia ambientale delle nostre aree interne”. Così oggi il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, nel suo intervento a Veronafiere per “Progetto Fuoco”. La selvicoltura può rappresentare uno dei settori più dinamici della green economy, dare valore al bosco italiano significa anche rimettere in moto un’economia forestale in grado di attivare occupazione e valorizzazione delle risorse locali.

Il basso tasso di prelievo di legno e legname comporta una forte dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento l’industria nonché per l’importazione di legna da ardere, pellet e cippato. Paradossalmente, a fronte di settori industriali solidi e competitivi su scala internazionale legati ai prodotti a base di legno e cellulosa, la domanda di materie prime legnose, semilavorati in legno e biocombustibili legnosi non è soddisfatta -se non parzialmente- dalle risorse forestali nazionali.

Secondo Cia, è necessario un cambio di paradigma: grazie alla gestione forestale sostenibile è possibile attivare uno sviluppo economico locale finalizzato a creare posti di lavoro nella produzione forestale e nella prima lavorazione per la creazione di materiali grezzi e semilavorati, da utilizzare a fini strutturali, artigianali ed energetici.  In questo ambito il ruolo delle imprese boschive è fondamentale. Attualmente, il tasso medio globale di prelievo di legname dai nostri boschi è uno dei più bassi d’Europa. Per Cia è, dunque, necessario favorire accordi interprofessionali pluriennali su scala territoriale e la creazione di reti d’impresa tra chi produce, utilizza e trasforma il legno. “Una vera e propria integrazione orizzontale e verticale della filiera del legno che condividiamo con Aiel, l’Associazione italiana energie agroforestali promossa da Cia”, aggiunge Fini-. In questo contesto, le biomasse legnose possono offrire un contributo significativo anche per la sicurezza energetica del Paese e per garantire il raggiungimento degli obiettivi di de-carbonizzazione fissati dall’Ue al 2030 e 2050”.




Ambiente. De Carlo (FdI): Gestire i boschi per dare loro futuro e reddito per le imprese

“Basta con la visione pseudo-ecologista dei boschi, che li vuole come realtà statiche e intoccabili: i boschi vanno gestiti con conoscenza e visione, per far sì che si possano coniugare sostenibilità ambientale, durabilità per le prossime generazioni e reddito per le imprese che vi operano”: così il senatore Luca De Carlo,  presidente della IX Commissione Senato – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, questa mattina al convegno “I boschi del Nord Est tra bostrico e cambiamenti climatici” organizzato nell’Aula Magna di Agripolis a Legnaro (Padova).

Nel suo intervento, De Carlo ha evidenziato il prezioso ruolo degli operatori boschivi, anche in relazione alle norme recentemente approvate dal Parlamento e ai loro obbiettivi futuri: “Penso ad esempio alle scelte effettuate dal Governo in campo forestale e boschivo con il mio emendamento per l’eliminazione del doppio vincolo per il taglio dei boschi o con l’istituzione del registro dei crediti di carbonio agroforestali. Il nostro proposito è quello, attraverso la buona gestione di boschi e foreste possibile grazie anche a queste nuove normative, di poter gestire – e quindi curare e mantenere – anche i boschi caratterizzati da scarsa economicità. L’equilibrio tra tutti i fattori della sostenibilità – ambientale, economica e sociale – è per noi l’obbiettivo primario”.




Agrifish, Lollobrigida. Dal cibo sintetico ai grandi carnivori, dalla pesca alle foreste fino alla crisi idrica. GLI INTERVENTI

Si è svolto oggi a Bruxelles il Consiglio Europeo Agrifish. Molti i temi al centro dell’incontro in cui è intervenuto il ministro Masaf Francesco Lollobrigida, dalla crisi idrica al cibo sintetico, dai grandi carnivori fino alle criticità del settore pesca e acquacoltura.

Di seguito gli interventi:

Carne coltivata. Lollobrigida: Italia avanguardia e non isolata in Ue

Agrifish, Lollobrigida: Acqua, occorre piano strategico Ue e fondi destinati a sviluppo tecnologie

Agrifish, Lollobrigida: grandi carnivori in eccesso, tutelare settore agricolo senza pregiudizi ideologici

Agrifish, Lollobrigida: l’Italia sostiene la proposta per un nuovo regolamento per il monitoraggio delle foreste europee

Pesca, Lollobrigida: Sostegno pieno al settore ittico

Agrifish, Lollobrigida: in UE perse il 24% delle aziende agricole in 10 anni. Unione sviluppi sovranità alimentare e autosufficienza

Agrifish, ecco il documento italiano sulla carne sintetica: salvaguardare la produzione alimentare primaria. IL TESTO

Per saperne di piu: 

Gates compra terreni, Zuckerberg punta su zootecnia. Per big dei Data cibo sintetico per tutti e quello vero solo per i ricchi

 

 

 




Agrifish, Lollobrigida: l’Italia sostiene la proposta per un nuovo regolamento per il monitoraggio delle foreste europee

“L’Italia sostiene la proposta per un nuovo regolamento per il monitoraggio delle foreste europee. La conoscenza in tempo reale della consistenza dello stato vitale delle nostre foreste è la base indispensabile per l’applicazione di moderne politiche di gestione forestale sostenibile, nonché per affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici. Il principale valore aggiunto della proposta riguarda la scala continentale del monitoraggio proposto, che consentirà di conoscere lo stato delle risorse forestali dell’intera Unione europea in tempo reale, consentendo agli Stati membri di pianificare, anche congiuntamente, attività di gestione ordinarie e straordinarie, anche in risposta agli effetti dei cambiamenti climatici”.

Così Francesco Lollobrigida, Ministro dell’agricoltura, nel corso del Consiglio europeo Agrifish in corso a Bruxelles.

“Il punto di forza di questo sistema è rappresentato dall’armonizzazione delle modalità di monitoraggio, che permetterà l’immediato confronto tra realtà geografiche differenti. Occorrono però risorse finanziarie supplementari. Questo è un punto, evidentemente al quale crediamo tanto quanto agli altri, perché diversamente sarà molto difficile per gli Stati membri implementare attività di monitoraggio aggiuntive rispetto a quelle attualmente in uso. Anche noi ci siamo dotati di strumenti idonei con un piano, una strategia forestale, che lo prevede, ma se dovessero arrivare regolamentazioni più stringenti o modalità nuove, chiediamo siano accompagnati da sostegni economici che mettano in condizione di sviluppare le tecnologie idonee senza caricarle sulle imprese o su Stati che in questi settori hanno già sofferenze”, termina il Ministro.




Foreste, Lollobrigida: Italia all’avanguardia su strategia forestale. Stop dicotomia uomo-ambiente, agricoltori e allevatori sono i primi ambientalisti

“Come ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste cerchiamo di fare del nostro meglio per seguire le indicazioni che arrivano dalla scienza e dalla ricerca e che la politica deve provare ad attuare con una visione di carattere strategico. Io credo che sia stata un po’ questa la criticità alla quale si sta cercando di porre riparo, con una attenzione attiva all’interno dell’Unione europea certamente. Ma l’Italia è all’avanguardia, è sempre stata la prima nazione a dotarsi di una strategia forestale, secondo le linee guida che l’Unione europea aveva fornito, ma non basta, perché il quadro evidentemente è mondiale.”

Così il ministro Masaf Francesco Lollobrigida nel corso della Conferenza internazionale “The Forest Factor” organizzata dall’Arma dei Carabinieri in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente.

“Ma non basta. Bisogna riportare l’attenzione a quel fattore foresta che tanta importanza riveste in uno sviluppo compatibile tra l’ambiente e la sua sostenibilità e la sostenibilità produttiva che deve provare a viaggiare di pari passo rispetto a questo obbiettivo. E lo può fare esclusivamente se c’è un progetto e una attenzione verso entrambi i fattori che insieme garantiscono quell’equilibrio sociale a cui l’uomo deve dedicare la propria attenzione e la propria riflessione, senza visioni ideologiche preordinate e pregiudiziali, ma con una capacità di ascolto, di attenzione, di valutazione dei parametri.

Ho potuto visitare questa eccezionale mostra che mette insieme arte – belle foto, belle immagini – con importantissimi contenuti e importantissimi metodi di innovazione che permettono di mettere in relazione gli eventi climatici, gli eventi umani che incidono sull’ambiente e le vicende che possono invece essere dei correttivi di cui l’uomo deve farsi carico. In realtà non è che abbiamo inventato granché in questo quadro. Quest’anno ricorrono cento anni dalla legge che io ritengo più importante in Italia: la legge Serpieri, che seguì la legge Luzzati del 1910, che aveva dato l’incarico al Corpo forestale il compito di manutenere il territorio. Il Corpo forestale aveva già una sua storica importanza, ma l’indicazione della Luzzati nel 1910 fu di curare il territorio. Però curare il territorio poneva dei quesiti: come farlo? E la legge Serpieri risponde a questo tipo di quesito, puntando proprio sulle foreste, sulla manutenzione, il rimboschimento, l’attenzione, la pianificazione, per contrastare un fenomeno che emergeva e del quale andavano codificati i parametri e trovate delle soluzioni che permettessero di arginare le criticità che ne derivavano, come il dissesto idrogeologico. E le connotazioni di quella norma davano degli spunti che mettevano in relazione molto attenta la forestazione da una parte, l’analisi, lo studio e la ricerca, e anche il coinvolgimento del mondo agricolo, per esempio nella manutenzione dell’alveo dei fiumi.

Ora noi, dopo cento anni, di fronte agli episodi che vediamo per esempio in Emilia-Romagna, ci poniamo questo quesito: se la manutenzione fosse corretta nei luoghi in cui gli epifenomeni alluvionali emergono, avremmo gli stessi danni, oppure ne avremmo di meno? La risposta che ci dobbiamo dare è esattamente questa? C’è la possibilità rispetto a modelli preordinati e prevedibili di eventi ormai ciclici di organizzare il sistema territoriale con una attenzione, una manutenzione che permetta di abbattere non le cause ma parte degli effetti? Io credo che la risposta sia abbastanza ovvia. C’è il problema delle frane, di quelle che ci sono state e di quelle che verranno. Sorvolando le colline emiliane è evidente che la cattiva penetrazione dell’acqua, un modello di attenzione al territorio produrrà altri effetti già visibili ai quali dobbiamo andare incontro in questa fase chiamata emergenziale ma poi con una visione strategica, e con una ricomposizione del territorio che metta in luce quanto sia importante tornare a investire in maniera coordinata e organizzata nella cura del territorio.

Per esempio una dicotomia che abbiamo voluto eliminare dal nostro Dna di governo è quella tra uomo e ambiente, anche quando cura l’ambiente. E io credo, per essere chiaro, che gli agricoltori siano, nella maggior parte dei casi, i primi ambientalisti, insieme agli allevatori. Lo dico con chiarezza. Bisogna ovviamente anche investire sul modello di agricoltura compatibile con il territorio, attraverso l’innovazione, attraverso la ricerca, certo non perseguendo pratiche distorte e distorsive di questo modello, ma valorizzando l’impegno, specie nelle aree interne, anche a volte sostenendo l’agricoltura a perdere, in termini di produttività (spesso le aree interne non sono redditizie), per permettere di tornare a una corretta manutenzione del territorio.
Per esempio in legge di stabilità, ampliandola nell’ultimo decreto legge, abbiamo permesso la raccolta della legna all’interno dell’alveo dei fiumi, e credo che in maniera organizzata si possa fare anche di più in termini di pulizia dell’alveo dei fiumi, dei fossi, per permettere il deflusso più ordinato delle acque che spesso sono la causa a valle di criticità che si presentano a monte per l’assenza di un certo modello agricolo.

Tra gli altri elementi importanti che abbiamo inserito in questi mesi, la possibilità finalmente di avere il registro dei crediti di carbonio volontari. Credo sia stato un risultato molto rilevante perché mette in condizione di incentivare anche gli interventi economici a sostegno di un modello di sviluppo, della forestazione, quindi della captazione di CO2 nell’atmosfera. Così come salutiamo con grande favore la creazione qui a Roma di un luogo fondamentale di dibattito e di pianificazione.

Io credo che si possa fare molto di più in termini di organizzazione e di un maggior coordinamento tra i vari settori della nostra ricerca, che spesso sono andati un po’ per conto proprio, autocentrando il proprio impegno e non valorizzando abbastanza le potenzialità di studio, che possono essere messe a disposizione di chi può fare il mero esecutore di strategie, che in questo caso è la politica. A nostro punto di vista non si può e non si deve mai sostituire chi ne sa di più con chi viene eletto per risolvere i problemi. C’è stato questo vizio nel tempo in cui i politici volevano insegnare ai docenti universitari come si insegnava, ai carabinieri come si faceva i carabinieri, ecc. In ogni caso non esistono sempre interessi convergenti, esistono anche interessi divergenti e la politica dovrebbe avere una visione per mettere insieme un puzzle e su quella provare a dare una soluzione. La nostra è di mettere l’Italia nella condizione di fare la sua parte anche a livello internazionale, la sua parte nella storia l’ha sempre fatta: di tornare a farla con la consapevolezza delle nostre potenzialità, cercando di efficientare il sistema e correggere gli errori delle dinamiche esistenti. Cercando di trovare norme e anche sostegno economico ad azioni di questa natura.”