Governo Draghi nato nel segno dell’unità parte divisivo. E Garofoli chiede ai leader “lista” tra cui scegliere i sottosegretari. Ma partiti non ci stanno

Governo dell’unità ma per ora divisivo negli intenti e nei fatti.

Nel discorso il Premier è stato chiaro: no a sovranismi nazionali, no a Russia a causa del mancato rispetto per i diritti umani, e si all’Alleanza Atlantica e alla ‘sovranità condivisa” in Europa.

E non ha mancato di dire che la pandemia è una punizione di Dio: “Le tragedie naturali sono la risposta della terra al nostro maltrattamento. Siamo stati noi a rovinare l’opera del Signore”, ha detto al Senato.

Ma non solo.

Il governo Draghi è partito con alcuni screzi e braccio di ferro all’interno della propria compagine. A partire dal veto su Teresa Bellanova che era destinata al ruolo di ministero per il Sud per essere ‘scambiata’ – all’ultimo minuto – con Mara Carfagna facendo arrabbiare lo stesso Berlusconi (che aveva chiesto Bernini e Tajani) e facendo uno sgarbo a Renzi. Superidimensionato.

Anche il Turismo a Massimo Garavaglia sembra essere stata una polpetta avvelenata: tra le scarse risorse, la tempistica per la messa a punto del neonato ministero e la scelta del titolare che all’interno della Lega non si è mai occupato del settore quanto di Economia, sembra un altro modo per dimostrare chi è che decide e dove si vuole andare. Senza contare che con il titolo V sul turismo a decidere sono le regioni e il ministero appena nato rischia di essere solo un osservatore di prestigio.

E non finisce qui. Il braccio di ferro si sta consumando in queste ore anche sulla partita dei viceministri (10 caselle da riempire) e sui sottosegretari.

Da quanto apprende AGRICOLAE sembrerebbe che nonostante gli accordi con i partiti politici prevedessero che la decisione sui ministri era di esclusiva assoluta del Premier e le nomine dei sottosegretari e dei viceministri di prevalenza politica, il neonominato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Roberto Garofoli abbia chiesto ai leader di partito una “lista di nomi tra cui scegliere”. Come si usa per un colloquio di lavoro. Lista che alcuni partiti, sempre da quanto si apprende, si sarebbero rifiutati di consegnare proprio a fronte dei precedenti patti presi.

Insomma, il governo Draghi, nato per “il bene del Paese” sta sconquassando il centro destra e inizia con la forza di chi dice: a decidere sono solo io.

Ma gli screzi ci sono stati anche con il Pd. A Draghi non è affatto piaciuta infatti l’iniziativa del neoministro del lavoro Andrea Orlando di convocare i sindacati prima ancora del discorso al Senato e alla Camera per la fiducia.

Per non parlare del Movimento Cinque Stelle che rischia di evaporare tra le scintille all’interno del movimento stesso.

Unico felice sembra essere Dario Franceschini, da sempre vicino al Quirinale.

 




Governo, tutte le ipotesi aperte. Mentre le aziende impegnate a sopravvivere alla Politica, criminalità gongola

Molte le ipotesi per la guida del prossimo governo. E molte le questioni sul tavolo, dall’emergenza Covid e dalla mancanza dei vaccini che avrebbero permesso di stoppare il diffondersi del virus prima della sua mutazione, al problema economico delle aziende che – chiuse – sono nel mirino della criminalità organizzata. Pronta a subentrare.

Tanto che finanche le Procure sono in allerta per un Paese il cui tessuto produttivo rischia di finire tutto nelle mani della criminalità che agisce sempre meno in strada e sempre piu negli uffici.

E mentre si decidono cambi di poltrona, doppi voltagabbana, inversioni di direzione politica a gomito e a volte persino a U, costituzioni di neogruppi Parlamentari in un Parlamento a rischio, bisticci personali che si traducono in discussioni ‘politiche’ per il bene del Paese, le aziende piangono.

Le stesse aziende che stanno loro malgrado ‘finanziando’ lo spettacolo circense che si sta svolgendo nei Palazzi.

Conte si, Conte no, Di Maio premier, Gentiloni, tutti i leader dentro, governo di larghe intese, tecnico, a maggioranza Ursula, di Unità nazionale, Franceschini al Colle, voto, non voto. E il tempo passa e il Recovery Fund latita.

Il taglio dei parlamentari terrorizza gli stessi che lo hanno voluto a fronte di possibili elezioni in un contensto in cui Renzi ha messo tutto in discussione davanti a un decreto – una bozza mai approvata – che avrebbe costituito di fatto un governo sopra al governo rispondente direttamente al Premier. Sei superman che avrebbero deciso ogni cosa riguardo a quei 209 miliardi di euro da spendere. Senza necessariamente passare attraverso i dicasteri preposti e competenti e malgrado eventuali niet da parte delle regioni.

E gli acquisti delle siringhe e i contratti sui vaccini non fanno da buon esempio.

Senza contare i diretti interessati, ascoltati – quando ascoltati – al volte pro forma.

Pnrr, ecco il decreto della discordia. Un governo sopra il Governo con più poteri dei ministri e delle regioni e che risponde direttamente al Premier

 

Il Recovery messo in discussione all’interno della Maggioranza (ex) e poi biasimato dall’Ue, in realtà risulta essere – come appreso da AGRICOLAE da fonti interne e come già scritto in precedenza – una miscellanea di progetti obsoleti chiusi da anni nei cassetti dei vari ministeri. Senza presentare alcuna idea innovativa basata sulla reciprocità della sostenibilità ambientale in grado di rilanciare il volano occupazionale ed economico del Paese all’insegna della salvaguardia ambientale. Vecchie idee vincolate da nuovi parametri di cui però i Paesi da cui importiamo sono esenti.

Recovery Plan, ecco la sintesi del puzzle di vecchi progetti nel cassetto dei ministeri. E ci rimette la Rivoluzione green. Agricoltore promotore della vita sul pianeta

Un piano verticale che si inclina sempre di più. Ma il governo discute di seggi, percentuali e ‘intenzioni’. Ma soprattutto in gioco è il Colle, importante per decidere la partita post elezioni che prima o poi si giocherà.

Nel frattempo le aziende si trovano a dover sopravvivere alla politica. Facendo spesso i conti con provvedimenti inseriti senza confronto con i diretti interessati e che creano ulteriore burocrazia, oneri e problemi.

Soprattutto per quelle aziende, quelle agricole, che sono vocate a garantire l’approvvigionamento del cibo anche nei periodi di emergenza e che si ritrovano a dover lavorare sempre meno la terra e sempre di più la carta.

E nella maggior parte dei casi i soldi finiscono prima dei fogli dei carteggi.

 

 

 




Governo, Pd gioca su due tavoli. ‘Catenaccio’ con IV? Pronti a sacrificare Conte Ter ma non Maggioranza

La soluzione all’impasse della crisi del governo? sacrificare il Conte Ter.

Da quanto apprende AGRICOLAE infatti sembrerebbe che il Partito Democratico stia giocando una partita su due tavoli differenti: la prima a sostegno del Premier, manifestata dal segretario Nicola Zingaretti; la seconda quella volta a creare tutti i presupposti per la sostituzione di Giuseppe Conte.

Una ‘partita’, la seconda, che non si esclude sia nata da un accordo ‘non detto’ tra Renzi e Franceschini per far fuori Conte e alcuni dei suoi fedeli. Un “catenaccio politico” che potrebbe essere ben accetto anche da Di Maio che dall’Annunziata è stato chiaro. Il ministro degli Esteri ha testualmente detto: “Il presidente Conte ha detto chiaramente che qualora Renzi staccava la fiducia al governo non ci sarebbe stata la possibilità di ritornare con Renzi”. Ribadendo il fatto che “lo ha detto Conte e noi siamo con Conte”.

E se Conte si dovesse dimettere? Evidentemente l’accordo con Renzi tornerebbe ad essere possibile. E il governo ‘salvo’.

Si metterebbe così fine a un’inversione di tendenza che non piace ai dem e a Italia Viva: il fatto che non siano i partiti – e quindi il voto dei cittadini – ad esprimere il Premier, ma sia il Premier – anche con la costituzione di un partito ad hoc – ad esprimere i partiti e la maggioranza di governo.

Inversione che si traduce nei fatti nella delegittimazione dei partiti politici in linea con quanto sempre espresso dal Movimento Cinque Stelle. Che non a caso si chiama ‘Movimento’.

Cio nonostante Palazzo Chigi sembra stia ancora lavorando per trovare i voti necessari per ottenere l’ok in Parlamento per la relazione sulla Giustizia del ministro Bonafede. Voti però che sembra per ora non esserci.

Era stato già scritto il 20 01 2021:

Governo, banco di prova settimana prossima su Giustizia. Non escluso ritorno in house di Italia Viva

 

 

 




Governo, mentre Bellanova si batte per ristori operatori cresce insofferenza Mattarella vs Conte. Ma Franceschini frena e guarda al Colle

Mentre il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova batte i pugni sul tavolo di Conte per il ristoro immediato da destinare alle attività colpite dal lockdown di Natale (e ipoteca la tenuta del governo), cresce l’insofferenza – da quanto apprende AGRICOLAE da fonti del Quirinale – del presidente della Repubblica nei confronti dell’operato del Premier.

Un’insofferenza tale – già manifestata a più riprese in passato – che potrebbe aprire la strada a un vero e proprio rimpasto di governo.

Se infatti fino a pochi giorni fa sembrava stesse prendendo piede l’ipotesi di una o più dimissioni tra i ministri che avrebbero dato vita a un Tetris di poltrone senza provocare però una crisi di governo (considerata pericolosa data l’incertezza politica), ora sembra che il rimpasto di governo – con l’eventuale caduta di Conte e la possibile entrata in corsa di Forza Italia – sia più plausibile.

Contrario – sempre da quanto si apprende – il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini a cui piacerebbe Roberto Fico candidato a Napoli per concorrere al posto di presidente della Camera per poi volare al Colle.

Un rimpasto vero e proprio potrebbe tradursi in un effetto al pari di un muro di mattoni che cadono.




Turismo: Centinaio (Lega), ripartire da turismo colto? Da Franceschini solite parole a vanvera, si dimetta

“Le parole di Franceschini, pronunciate ieri alla IX Cabina di regia per l’Italia internazionale confermano, ancora una volta, come il ministro sia l’uomo sbagliato nel posto sbagliato. Con un settore allo sbando, con alberghi, parchi a tema, eccellenze della ricettività e della enogastronomia prostrate dalla crisi economica e, sempre più spesso, con ridotte prospettive di riapertura, Franceschini non trova di meglio che fare lo snob, indicando nel turismo che lui definisce “colto”, il comparto su cui puntare per la ripartenza post pandemia. Parole a vanvera, senza alcuna conoscenza della crisi epocale che si è abbattuta sul nostro turismo, che aspetta ancora i finanziamenti da lui promessi e mai arrivati, e che senza quelle risorse difficilmente potrà tornare a recitare quel ruolo fondamentale che aveva prima della crisi economica scatenatasi con la pandemia. Un ministro che non sa che l’Italia è fatta di turismi capaci di fare sintesi e sistema, che parla senza competenza, è un ministro inadatto che dovrebbe trarre le conseguenze del suo scarso operato e togliere il disturbo velocemente”.

Così il senatore della Lega Gian Marco Centinaio, già ministro del Turismo e capodipartimento Turismo del partito.




Recovery plan: Centinaio (Lega), basta mance da Franceschini, si dimetta

“Dopo le promesse estive di Conte e Franceschini, che un giorno sì e l’altro pure garantivano come il turismo italiano avrebbe avuto le necessarie risorse per ripartire, ecco la doccia fredda contenuta nel Recovery Plan: solo 3,1 miliardi di euro a fronte dei 196 complessivi per uno dei settori trainanti della nostra economia, capace da solo garantisce il 13% del PIL. Ecco cosa riesce a produrre questo governo di incapaci: ritardi, burocrazia e pochezza di finanziamenti, una “mancetta” che aggrava ulteriormente la crisi di un settore a cui è stata negata visione, strategie ed adeguato sostegno. Basta promesse, basta chiacchiere sulla pelle di un comparto che non ha mai chiesto nulla: se Franceschini non capisce che il piano va riqualificato ed integrato significa che, oltre alle parole, non ha null’altro da offrire ai tanti imprenditori del settore. Un ministro così, però, non serve al Paese e agli italiani e dovrebbe trarre le giuste conclusioni: rassegnare le dimissioni”.

Così il senatore della Lega Gian Marco Centinaio, già ministro del Turismo e capodipartimento Turismo del partito.

Fabiano Spera




Turismo, Centinaio a Franceschini: fondo insufficiente e con vincoli. Agenzie Viaggi e Tour Operator esclusi da Decreto Ristoro

“È inutile che Franceschini ci giri intorno, Agenzie Viaggi e Tour Operator sono o non sono esclusi dal ‘Ristori Bis’? Stop con le menzogne! La verità è che il ministro si è completamente dimenticato di migliaia di agenzie viaggio e quando si nasconde dietro al fondo da 625 mln non spiega che si riferisce ai solo mesi di marzo, maggio, giugno e luglio. Non solo, il fondo è stato vincolato al Durc escludendo quindi molti operatori che non hanno potuto accedervi per l’impossibilità di regolarizzare le posizioni vista la chiusura degli uffici INPS  o per mancanza di liquidità”.

Lo dichiara Gian Marco Centinaio, senatore leghista già ministro del turismo.

“Centinaia di agenzie aperte nel 2019 o che hanno effettuato un cambio di ragione sociale non hanno potuto richiedere il fondo perduto né quello di aprile, altre ancora per motivi tecnici e per  le modalità di presentazione della richiesta non sono riuscite a presentare la domanda prima della breve scadenza dalla pubblicazione del bando. Il fondo perduto – spiega Centinaio – si riferisce al fatturato e non al volume d’affari che visto il particolare tipo di fatturazione del settore per la maggior parte delle agenzie vedrà arrivare dei ristori insignificanti in rapporto alle perdite subite. Parliamo di operatori fermi completamente o con cali di fatturato fino al 90% da marzo e lo saranno chissà per quanto con la prospettiva del Natale e del Turismo invernale azzerati. Stiamo dando voce a un settore inascoltato – conclude Centinaio – nessuna volontà di polemica, solo quella di dare una sveglia a Franceschini”.




Covid: Lega, agenzie turistiche e tour operator esclusi da decreto ristoro. Perché Franceschini così ingiusto verso settore?

“Ci chiediamo perché Franceschini sia così ingiusto nei confronti di agenzie di viaggio e tour operator. Scopriamo oggi che questi comparti del settore turismo restano completamente esclusi dal nuovo decreto ristoro. Nella notte hanno stralciato i loro codici ateco e persino chi opera nelle neo decretate ‘zone rosse’ non vedrà un euro tra quelli sbandierati dal Governo. Sono proprio gli operatori del settore turismo ad essere tra i più duramente colpiti dalla crisi economica conseguente alla pandemia. Perché il governo non li tiene in considerazione? Vogliamo che il Governo accolga le nostre proposte anche in materia di turismo. Parliamo di lavoratori disperati dalle scadenze INPS, da quelle fiscali di novembre e dagli affitti. Conte/Franceschini sveglia, fuori dal Palazzo c’è un Paese che muore per la crisi economica”.

Lo dichiara Gian Marco Centinaio, senatore leghista già ministro del Turismo e oggi a capo del dipartimento del Partito.




Turismo: Centinaio, necessaria apertura corridoi turistici per rilancio settore

“ È ora che Franceschini cominci ad occuparsi di turismo. L’interesse pari a zero dell’esecutivo è presto spiegato: all’unica fiera mondiale del turismo egregiamente organizzata in Italia nel 2020 che segna numeri straordinari il governo è stato assente. Al TTG noi abbiamo ascoltato gli operatori di un comparto martoriato – quello del turismo – che è però caposaldo dell’economia Italiana, lo faccia anche il ministro! Serve l’apertura immediata di corridoi turistici esattamente come fanno altri Paesi europei, una soluzione celere che insieme agli aiuti economici può rilanciare il settore”.

Lo dichiara il senatore della Lega Gian Marco Centinaio già ministro all’Agricoltura e al Turismo.




TTG: Centinaio, Franceschini fugge, serve politica al comparto

“Anche oggi al TTG tanta passione per l’Italia, tante ottime proposte, tanto coraggio per ripartire e riprendersi il posto che la nostra filiera del turismo merita; anche oggi, però, un grande assente: il ministro Franceschini. Più che la mancanza fisica, pesa la totale freddezza e l’imperdonabile distacco che il ministro manifesta verso chi, col proprio lavoro, contribuiva al nostro Pil per il 14%. Eppure basta davvero poco: venga, Franceschini non fugga, si prenda le recriminazioni o i consensi, ma venga, ci metta la faccia, dia speranza e vicinanza. La Lega non è scappata, è venuta ad ascoltare, a raccogliere indicazioni, a cercare soluzioni: questo fa la politica quando serve la politica”. 

Così il senatore della Lega Gian Marco Centinaio, capodipartimento Turismo della Lega e già ministro del Turismo.




Turismo: Centinaio a Franceschini, vieni a Rimini e basta bugie

“Non c’è peggiore sventura per un settore in crisi come quello del turismo che avere un governo di incompetenti con cui doversi confrontare. Come altro si possono definire il ministro assenteista Franceschini e il  sottosegretario Bonaccorsi che si smentiscono l’uno con  l’altra? È inconcepibile leggere le dichiarazioni di Franceschini rilasciate a  “Porta a Porta”, quando dice che estenderà il bonus vacanze ad oltre il 31 dicembre, mentre la Bonaccorsi annuncia che le rimanenze del bonus andranno ripartite al comparto: che imbarazzo! Si sveglino entrambi e sappiano che il bonus è stato un flop, come sostiene la categoria; che il comparto  produce il 14% del Pil nazionale: Franceschini venga a qui a Rimini a parlare con gli imprenditori che annaspano, sono disposto ad accompagnarlo personalmente negli stand del TTG. Troverá richieste concrete e precise domande, troverá eccellenze del comparto che vanno sostenute con soldi a fondo perduto e coraggio, non con bugie e colpevole menefreghismo”. 

Così il senatore della Lega Gian Marco Centinaio, capo dipartimento Turismo del partito e già ministro del Turismo a commento delle dichiarazioni del ministro Franceschini.




Recovery fund, Centinaio (Lega): da Franceschini solo parole, incontri comparto turismo

“Le bugie del governo sui fondi del Recovery Fund sono inaccettabili ma diventano insopportabili quando si riferiscono ad uno dei settori più dimenticati dai giallorossi: il turismo. Nei decreti passati la maggioranza ha concesso solo vere e proprie mance nonostante le rassicurazioni del ministro Franceschini, quasi dimenticando che il comparto produce il 14% del Pil; ce le ricordiamo bene le sue rassicurazioni quando garantiva fondi e soldi non appena fossero arrivati dall’Europa. Peccato, dimenticava di dire che i soldi che arrivano dall’Europa non possono essere utilizzati per quello che sta chiedendo il settore. Solo bugie, solo propaganda: se volessero invertire la rotta potrebbero farlo immediatamente e, come chiede la Lega, concedere fondi e soldi a fondo perduto, in favore di agenzie di viaggio e tour operator, necessari a rinnovare le infrastrutture ed a promuovere adeguata formazione nel settore del turismo. Franceschini parli con le associazioni di categoria, con gli imprenditori, ascolti i loro bisogni reali, come fa la Lega: a questo scopo sarò da domani e per tre giorni al TTG di Rimini, che con la Bit di Milano, rappresenta la kermesse più importante del comparto dove, mai come quest’anno, si ragionerà di strategia, investimenti e ripartenze. Venga anche Franceschini, ci metta la faccia per una volta e ragioni con chi lavora portando risposte”.

Così il senatore della Lega Gian Marco Centinaio, capodipartimento Turismo del partito e già ministro del Turismo.




GIACOMELLI ALL’AGCOM E SCORZA ALLA PRIVACY. PRIMO PASSO PER FRANCESCHINI AL COLLE

Antonello Giacomelli all’Agcom e Guido Scorza alla Privacy. Sono queste – da quanto apprende AGRICOLAE – le indicazioni di voto che aprono la strada – dopo vari slittamenti – all’accordo che potrebbe portare in futuro all’ascesa di Dario Franceschini al Colle.

Dietro l’elezione di Giacomelli, vicino a Franceschini, infatti in un posto strategico come l’Agcom, risiedono interessi importanti anche da parte degli azzuri di Forza Italia. Una stretta di mano che potrebbe dunque – da quanto si apprende da rumors di Palazzo – portare al placet da parte di Berlusconi a Franceschini come successore di Mattarella al Quirinale.




SI PENSA A GOVERNO DI EMERGENZA A FINE MARZO. CON DENTRO FRANCESCHINI, ORLANDO E I RESPONSABILI

Mal di pancia interni al governo per la gestione dell’Affaire Coronavirus. Da quanto apprende AGRICOLAE da fonti interne sembrerebbe che si stia già lavorando a un governo nuovo per fine marzo o inizio aprile. Da quanto si apprende l’idea sarebbe quella di un allargamento della maggioranza includendo nuovi attori di Camera e Senato.

L’obiettivo sarebbe quello di un governo nazionale di emergenza per far fronte alla situazione straordinaria cui si trova a far fronte il Paese.

Dentro la nuova compagine di governo dovrebbe esserci – da quanto emerge dai primi assetti – Dario Franceschini (che potrebbe andare al timone) e Andrea Orlando. Ma anche i responsabili con Renata Polverini.

Una quadratura del cerchio su cui ci sarebbe anche il placet di Matteo Renzi.

Fuori la Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia.

Ad accelerare i tempi sembra essere una certa insofferenza a causa della gestione complessiva del contesto sociale, economico e sanitario legato al Coronavirus che avrebbe creato attriti e tensioni che si sono aggiunte a quelle già in essere

Nel mirino il premier.

Inoltre, dopo lo slittamento del Referendum, non si esclude che a slittare siano anche le prossime regionali, tra cui figura la regione Puglia, Toscana, Veneto, Campania, e Liguria. Sebbene si stia trattando per le alleanze.

Ma non prima di aver presentato le nomine di Eni, Enel, Terna, Leonardo, SNAM è così via




XYLELLA, PROTOCOLLO INTESA MIPAAF DI BELLANOVA – MIBACT DI FRANCESCHINI – PUGLIA DI EMILIANO SU REIMPIANTO ULIVI. ECCO IL TESTO

Al via il protocollo d’intesa tra il ministero dei Beni culturali di Dario Franceschini, il ministero delle Politiche agricole di Teresa Bellanova e la regione Puglia di Michele Emiliano per l’espianto e il reimpianto degli ulivi infetti da Xylella.

Un accordo – si legge nella documantazione di cui AGRICOLAE è venuta in possesso – teso a creare una sinergia collaborativa tra i due ministeri e la regione della durata di sette anni.

Qui di seguito AGRICOLAE riporta il testo e a piè di pagina il documento in PDF:

Il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo – Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio(di seguito denominato Ministero), rappresentato dal Direttore generale, arch. Federica Galloni,

e

il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali – Dipartimento delle Politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale, rappresentato dal Capo Dipartimento, dott. Giuseppe Blasi,

e

la Regione Puglia,- Dipartimento Agricoltura, sviluppo rurale e ambientale, (di seguito denominata Regione),rappresentato dal Direttore del Dipartimento, prof. Gianluca Nardone,

Congiuntamente indicate “Parti”

PREMESSO CHE

• con la Decisione comunitaria 2352/2017 del 14 dicembre 2017 è venuto meno il dispositivo della Decisione di esecuzione (UE) 2015/789, che prevedeva il divieto di reimpianto di specie potenzialmente ospiti del batterio della Xylella nelle aree dichiarate infette, demandando agli Stati membri le modalità di attuazione dei nuovi impianti di olivi e specificando che “….lo Stato membro interessato privilegia le piante ospiti appartenenti alla varietà che si sono rivelate resistenti o tolleranti all’organismo specificato”;

• la disposizione europea è stata attuata con il D.M. 13 febbraio 2018 del Ministero delle politiche agricole alimentari forestali, n. 4999, “Misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l’eradicazione di Xylella fastidiosa nel territorio della Repubblica italiana”, che all’art. 8, co. 2 rimanda a successive disposizioni del Servizio fitosanitario regionale;

• con Determinazione del Dirigente della Sezione Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia, n. 274 del 04.05.2018, e successiva rettifica n. 280 del 17.05.2018 è stato disposto “di autorizzare nella zona infetta, ad eccezione della zona di 20 km della zona infetta in cui si applicano le misure di contenimento, l’impianto delle seguenti varietà di ulivo: Leccino e FS17 (favolosa), resistenti alla Xylella fastidiosa sottospecie pauca”

• la Regione Puglia-Dipartimento Sviluppo Rurale e Ambientale nell’ambito del Programma di sviluppo Rurale (PSR) 2014-2020 Puglia – approvato con Decisione di esecuzione della Commissione C(2015)84112 del 24 novembre 2015 – ha pubblicato un avviso per la presentazione di domande volte all’erogazione di “Sostegno a investimenti per il ripristino dei terreni agricoli e del potenziale produttivo danneggiati da calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici “ (BURP n. 73 del 31.05.2018) e che detto avviso ha attivato la Sottomisura 5.2 con riferimento esclusivo “all’evento calamitoso derivante dalla diffusione di Xylella fastidiosa nel territorio dell’UE, limitando gli interventi di sostituzione degli olivi danneggiati e/o distrutti con varietà di olivo riconosciute tolleranti/resistenti al batterio dalle autorità economiche”;

• con Determinazione dell’Autorità di Gestione del PSR Puglia n. 274 del 10 dicembre 2018 (ratificata con Determinazione n. 293 del 20.12.2018) è stata approvata la graduatoria delle 426 domande ammesse e che le particelle interessate dalla Sottomisura 5.2 riguardano 1.718 ettari olivetati dei quali 781,70 ettari ricadono in aree vincolate ai sensi dell’art. 134 del D. lgs. 42/2004;

• la Regione Puglia ha posto come unica condizione per ottenere contributi pubblici ai fini del reimpianto che, laddove non sia documentata la disponibilità irrigua dell’azienda agricola, non sia superato il limite della densità di piantumazione utile per la condotta in asciutto del fondo, ovvero 300 piante per ettaro;

• la Commissione europea, a seguito delle ispezioni (“audit”) eseguite in Italia e in particolare in Puglia nel 2014 dove ha rilevato la ridotta attuazione delle misure stabilite dall’Unione per fronteggiare la diffusione della Xylella, ha avviato la Procedura di infrazione n. 2015/2174 che si è conclusa con la presentazione, in data 04.07.2018, alla Corte di Giustizia Europea del ricorso n. 2018-3843283 contro la Repubblica Italiana a cui è seguita la sentenza di condanna del 5 settembre 2019;

• la Decisione di esecuzione (UE) 2018/927 del 27 giugno 2018 che ha modificato la Decisione di esecuzione (UE) 2015/789 relativa alle misure per impedire l’introduzione e la diffusione nell’Unione della Xylella fastidiosa (Wells et al.), ridefinendo la “Zona cuscinetto” in Italia, e di conseguenza anche la “Zona infetta”, che nella “Parte A” della stessa Decisione di esecuzione (UE) 2018/927, viene indicata come comprensiva della provincia di Lecce, della provincia di Brindisi e di alcuni comuni situati nella provincia di Taranto, nonché del comune di Locorotondo nella provincia di Bari;

• il decreto-legge 29 marzo 2019 n. 27, recante “Disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi e del settore ittico nonché di sostegno alle imprese agroalimentari colpite da eventi atmosferici avversi di carattere eccezionale e per l’emergenza nello stabilimento Stoppani, sito nel Comune di Cogoleto”, convertito con modificazioni dalla legge 21 maggio 2019 n. 44, ha inserito – al fine di snellire le procedure di eradicazione delle piante infette e di assicurare il rispetto dei tempi imposti dalle disposizioni dell’Unione Europea – l’art. 18-bis nel D. Lgs. 19 agosto 2005, n. 214, disponendo, in via generale che “le misure fitosanitarie ufficiali e ogni attività ad esse connessa, ivi compresa la distruzione di piantecontaminate, anche monumentali, disposte da provvedimenti di emergenza fitosanitaria, sono attuate in deroga a ogni disposizione vigente, comprese quelle di natura vincolistica…”;

• l’art. 8-ter del citatodecreto-legge 29 marzo 2019 n. 27, nel dettare le misure per il contenimento della diffusione del batterio Xylella fastidiosa, ha previsto che “ … per un periodo di sette anni, il proprietario, il conduttore o il detentore a qualsiasi titolo di terreni può procedere, previa comunicazione alla regione, all’estirpazione di olivi situati in una zona infetta dalla Xylella fastidiosa, con esclusione di quelli situati nella zona di contenimento di cui alla decisione di esecuzione (UE) 2015/789 della Commissione, del 18 maggio 2015, e successive modificazioni, in deroga a quanto disposto dagli articoli 1 e 2 del decreto legislativo luogotenenziale 27 luglio 1945, n. 475, e ad ogni disposizione vigente anche in materia vincolistica, nonché in esenzione dai procedimenti di valutazione di  impatto ambientale e di valutazione ambientale strategica, di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e dal procedimento di valutazione di incidenza”;

• la Corte di Giustizia europea con la sentenza del 5 settembre 2019 ha condannato l’Italia, all’esito della procedura di infrazione avviata dalla Commissione, per non aver rispettato gli obblighi di monitoraggio della presenza del batterio, sia nella zona di contenimento che di cuscinetto, e di rimozione immediata degli alberi infetti nella zona di contenimento;

VISTE

• la nota prot.n. 28833 del 25 ottobre 2019 dell’Ufficio legislativo del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo;

• la nota prot. n. 1979 del 30 ottobre 2019 della Regione Puglia;

CONSIDERATO CHE

• l’agricoltura salentina è caratterizzata dall’estrema frammentazione della proprietà dove gli appezzamenti di terreno la cui superficie è inferiore a un ettaro è pari al 58% del totale delle aziende agricole e quelle con superficie non superiore a due ettari rappresentano l’85% del totale della superficie agricola utile (SAU) della provincia di Lecce e che tale frammentazione aumenta il rischio di abbandono delle aree colpite dalla Xylella, che, se non economicamente utilizzate anche a seguito di sostegni al reddito delle aziende agricole, risulterebbero comunque depauperate delle loro qualità paesaggistiche;

• l’avvenuta “liberalizzazione” delle procedure di espianto degli ulivi in zona infetta (art. 8-ter del decreto-legge 29 marzo 2019 n. 27) impone alle Amministrazioni coinvolte di agire tempestivamente, al fine di salvaguardare il paesaggio identitario e impedire la desertificazione dei luoghi, anche in considerazione delle risorse già stanziate, a favore degli agricoltori, per il reimpianto degli olivi;

• anche alla luce della complessità del fenomeno in esame, nelle aree nelle quali il legislatore ha già consentito l’eradicazione delle piante infette in deroga al regime vincolistico, la sostituzione di ulivi con altri ulivi, e in particolare le operazioni di reimpianto delle uniche specie di olivi resistenti, possono essere, a determinate condizioni,considerate pratiche colturali non soggette ad autorizzazione paesaggistica, ai sensi dell’art. 149, comma 1, lett. b) del D. lgs. 42/2004;

• lo scenario strategico del PPTR individua, per gli ambiti paesaggistici interessati, obiettivi di qualità paesaggistica a cui è necessario tendere per contrastare le trasformazioni delle aree colpite dalla Xylella; in particolare, al fine di riqualificare e valorizzare i paesaggi rurali storici, occorre salvaguardare l’integrità delle trame e dei mosaici colturali dei territori rurali di interesse paesaggistico che caratterizzano gli ambiti, con particolare riguardo ai paesaggi dell’oliveto delle serre, ai paesaggi del mosaico costituito dalla consociazione tra vigneto, oliveto; occorre, inoltre, salvaguardare e valorizzare i paesaggi e le figure territoriali di lunga durata, nonché valorizzare la struttura estetico-percettiva dei paesaggi;

• la previsione di tempi celeri relativamente all’iter amministrativo, incentivando il cittadino ad adoperarsi nell’immediato per la ricostituzione del bene paesaggio, ridurrebbe il rischio di abbandono di coltivazione del territorio che altrimenti, se non economicamente utilizzato, oltre che improduttivo rimarrebbe in definitiva non presidiato con conseguente depauperamento della sua qualità paesaggistica complessiva;

• al fine di procedere speditamente alle operazioni di reimpianto degli olivi, garantendo al contempo la ricostituzione del paesaggio olivicolo pugliese nelle aree infette vincolate ai sensi della Parte III del D. lgs. 42/2004, si ritiene opportuno stipulare un Protocollo tra le Amministrazione interessateil Ministero e la Regione Puglia, quale strumento idoneo al perseguimento dell’obiettivo di procedere quanto prima alla sostituzione, nelle aree con vincolo paesaggistico, delle piante infette eradicate con ulivi resistenti al batterio;

• visto l’articolo 14 del Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 19 giugno 2019, n. 76;

vista la delibera della Giunta regionale della Regione Puglia del …………..;

tutto ciò premesso e considerato, le Parti convengono e stipulano quanto segue

Art. 1- Oggetto e finalità

1. Le premesse fanno parte integrante del presente Protocollo.

2. Con la sottoscrizione del presente Protocollole Parti, nell’ambito delle rispettive finalità istituzionali, intendono instaurare un rapporto di collaborazione e sinergica convergenza nell’interesse pubblico comune che consenta di procedere celermente alla ricostituzione del paesaggio olivicolo nelle aree vincolate ai sensi dell’art. 134 del D. lgs. 42/2004, e ricomprese nella zona definita “infetta”, in modo da salvaguardare il paesaggio identitario regionale edi impedire processi di abbandono e di desertificazione delle aree colpite dal batterio della Xylella fastidiosa.

3. Oggetto del presente Protocolloè la definizione dei casi in cui è possibile ricondurre le operazioni di reimpianto degli ulivi alle pratiche agricole esenti da autorizzazione paesaggistica ai sensi dell’art. 149, co. 1, lett. b), del D. lgs. 42/2004 nelle zone dichiarate “infette” dal batterio della Xylella fastidiosa, con l’indicazione delle condizioni o prescrizioni tecniche ritenute opportune.

4. Le aree nelle quali si possono applicare le disposizioni di cui all’art. 149, co. 1, lett. b) del D. lgs. 42/2004, alle condizioni previste all’art. 2 del presente Protocollo, per il reimpianto delle cultivar di olivo resistenti alla Xylella, sono quelle vincolate ai sensi della Parte III del D. lgs. 42/2004, ricadenti nelle zone definite “infette” (con esclusione di quelle di “contenimento”), come perimetrate dalle Determinazioni del Dirigente della Sezione Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia in “Recepimento Decisione di esecuzione UE/2018/927 di modifica della decisione UE/2015/789. Aggiornamento delle aree delimitate alla Xylella fastidiosa sottospecie Pauca ST53”.

Art. 2 – Condizioni per l’applicazione dell’art. 149 del D. lgs. 42/2004

1. Le operazioni di reimpianto nelle aree vincolate ricadenti in zone infette (con esclusione della zona di contenimento), come indicate all’art. 1, comma 4, del presente Protocollo, possono essere ricondotte a pratiche agricole non soggette ad autorizzazione paesaggistica, ai sensi dell’art. 149, co. 1, lett. b), del D. lgs. 42/2004, alle seguenti condizioni:

a) nelle aree infette nelle quali si è proceduto all’estirpazione di olivi ai sensi dell’articolo 8-ter deldecreto-legge 29 marzo 2019 n. 27 nelle quali si è proceduto all’espianto delle piante colpite dal batterio della Xylella, sono reimpiantate unicamente cultivar di olivo resistenti, quali il Leccino o la Fs-17, o altre varietà di ulivi che dovessero rivelarsi resistenti o tolleranti all’organismo specificato, sulla base di apposita certificazione del Comitato Fitosanitario Nazionale;

b) nelle operazioni di reimpianto sono salvaguardati tutti i beni diffusi caratterizzanti il paesaggio rurale (muretti a secco, lamie, specchie, trulli, cisterne pozzi, canalizzazioni delle acque piovane ecc.) in conformità con gli artt. 76, 77, 78 e 83 delle NTA del PPTR;

2. Laddove il reimpianto non rispetti le suddette condizioni, gli interventi sono sottoposti alla procedura ordinaria di cui all’art. 146 del D. lgs. 42/2004.

Art. 3 – Monitoraggio

1. La Regione Puglia esegue il monitoraggio delle autorizzazioni al reimpianto di ulivi secondo le condizioni di cui al presente Protocollo tenendo informatio il Ministerio.

Art. 4 – Durata

1. Il presente Protocollo ha la durata di sette anni, decorrente dalla sottoscrizione delle Parti, pari al periodo previsto dall’art. 8-ter del citato decreto-legge 29 marzo 2019 n. 27, e può essere prorogato a seguito di formale dichiarazione di interesse delle Parti.

ART. 5 – Disposizioni finali

1. Le Parti si impegnano a garantire nell’esecuzione del presente Protocollo il rispetto della normativa vigente in tema di privacy e anticorruzione.

PROTOCOLLO INTESA