Proteste agricoltori, in Francia e Germania si chiede di seguire esempio Italia. Ecco le risposte italiane ai problemi Ue. I DATI

Agricoltori a Bruxelles, dopo le marce su Parigi e Berlino, per protestare contro una politica europea agricola che premia più il principe d’Inghilterra già ai tempi della Pac di Ciolos anziché chi lavora la terra e chiede di poter coltivare i propri terreni.

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Ma, sebbene il sentiment nei confronti di alcune scelte europee che hanno virato su un Greening in conflitto con l’articolo 39 dello stesso Trattato di Funzionamento dell’Unione europea, le motivazioni sono diverse da paese a paese.

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Gli agricoltori francesi e tedeschi infatti manifestano in primo luogo contro le misure di condizionalità e gli ecoschemi previsti dall’attuale Pac e contro quanto previsto dal Green Deal in termini di Nature Restoration Law e Farm to Fork che impone un set-aside obbligatorio, una riduzione drastica dei fertilizzanti e il raggiungimento del Bio a quota 25%.

L’Italia, che sta facendo squadra in ambito nazionale, sta svolgendo in Europa un ruolo da capofila su alcuni argomenti di cui si stanno rendendo conto, ora, anche gli altri Paesi. E dentro i confini nazionali ha messo a terra alcune misure e strategia volte a ‘tamponare’ il più possibile i vincoli imposti a livello comunitario.

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A dicembre 2023 è stata inviata infatti la modifica del Piano Strategico della PAC che tiene conto delle richieste promosse dalle Regioni e dalle associazioni di categoria e nel 2024 è in programma un ulteriore revisione per affinare gli ecoschemi e aumentare la platea di beneficiari.
Il Ministero dell’agricoltura italiano ha richiesto inoltre, per il 2024, la deroga alla Commissione europea per le misure di condizionalità della Rotazione obbligatoria e della Percentuale minima di incolto e ha firmato il documento promosso dalla Romania per la cancellazione delle misure.
Proprio per far fronte alle esigenze degli agricoltori, è stato recentemente istituito un tavolo di coordinamento Masaf-Agea-Regioni al fine di valutare i risultati della PAC a un anno dall’entrata in vigore.

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L’Italia infatti sta portando avanti in questi mesi in Europa un’azione di ‘moral suasion’ con gli altri paesi per una transizione non ideologica attraverso alcune azioni volte a:
ritardare l’obiettivo di riduzione dei pesticidi al 2035 così da salvaguardare il reddito degli agricoltori in attesa di alternative efficaci e più
sostenibili;
rinnovo dell’autorizzazione del glifosato e sostegno alle richieste del settore per l’utilizzo dei prodotti candidati alla sostituzione;
estromissione degli allevamenti bovini dal Regolamento sulle emissioni industriali;
sostegno alla ricerca e sviluppo delle tecniche di evoluzione assistita.
Anche votando contro alla proposta sugli imballaggi.
In Francia e Germania si manifesta anche per l’abolizione degli sgravi fiscali del gasolio agricolo e per l’esenzione del bollo per i mezzi agricoli.
In Italia non è prevista alcuna proposta di riduzione per i prossimi anni delle agevolazioni per l’acquisto del gasolio agricolo (per il quale ha destianto 1 miliardo di euro l’anno) e di introduzione del bollo per i veicoli agricoli.
In Europa i trattori sono scesi in strada per manifestare contro la lentezza nell’erogazione dei fondi comunitari.
In Italia per la prima volta Agea ha pagato gli anticipi della Pac e il saldo degli aiuti entro l’anno della domanda.

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In Francia e Germania gli agricoltori lamentano la transizione delle trattrici agricole all’elettrico.
In Italia il Masaf ha costituito il Fondo per l’innovazione per l’ammodernamento tecnologico delle aziende anche attraverso l’acquisto di trattrici a motore endotermico di ultima generazione. Il Fondo, che prevede 225 milioni di euro, è volto a compensare gli interventi per l’innovazione e la meccanizzazione agricola del PNRR (500 milioni) che limitano l’acquisto alle sole trattrici elettriche e biometano.
Inoltre sono più che raddoppiate (90 milioni di euro) le risorse per l’agricoltura del Bando Inail 2023.
Gli agricoltori francesi e tedeschi manifestano per insufficienti interventi per il contenimento dei costi produttivi in agricoltura.
In Italia è stato costituito il Fondo di sovranità alimentare per il sostegno di filiere strategiche per l’agroalimentare italiano che risultano più in affanno e penalizzate dall’entrata in vigore della nuova PAC. Sono stati inoltre istituiti tavoli interministeriali per il monitoraggio dei costi produttivi e per il contrasto a fenomeni speculativi e il Fondo di emergenza (300 milioni in tre anni) che compenserà costi e danni da calamità naturali in maniera continuativa e il Fondo Agricat per la tutela di danni da alluvione, gelo e siccità.
Sono state inoltre incrementate le risorse PNRR per l’agricoltura per investimenti volti alla riduzione dei costi energetici e l’efficientamento delle filiere agroalimentari (6,53 miliardi di euro).
E’ stata poi istituita la CUN grano duro, strumento utile nella determinazione del prezzo.
Infine Francia e Germania protestano per le inadeguate misure per la salvaguardia delle produzioni nazionali.
In Italia al contrario, sono state destinate apposite risorse per sostenere l’attività di promozione e comunicazione dei prodotti italiani a indicazione geografica ed è stato predisposto un Piano straordinario di controlli sulla qualità e l’origine del grano duro nella filiera della pasta.
Il Bel Paese ha destinato con una nuova misura, due miliardi di euro ai Contratti di filiera e ha creato un Fondo Innovazione da 225 milioni di euro che ha portato – da quanto apprende AGRICOLAE – a quasi 1900 domande convalidate in poche ore dall’apertura.
Il Nuova bando ISI-INAIL presentato lo scorso 15 gennaio al Masaf, prevede inoltre una dotazione che passa da 35 a 90 milioni di euro.

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Per quanto riguarda l’accesso al credito in Legge di Bilancio 2023 il governo italiano ha destinato 80 milioni di euro per le Garanzie Ismea e 20 milioni di euro per finanziare PIU IMPRESA ISMEA finalizzato proprio a sostenere gli investimenti delle imprese young e rosa.
Altri 60 milioni di euro sono stati messi sul PROGETTO GENERAZIONE ISMEA per il sostegno agli investimenti in energie rinnovabili attraverso una copertura del 100% mentre 15 milioni sono stati destinati ai Prestiti Ismea a tasso zero per far fronte all’emergenza alluvione.
Ulteriori 100 milioni sono stati messi su ISMEA INVESTE per progetti di sviluppo produttivo e commerciale adottati e pianificati da società italiane operanti nel comparto agroalimentare e 20 milioni per i prestiti cambiari nell’ortofrutta. Infine un miliardo di euro annui per il mantenimento delle agevolazioni sul gasolio agricolo e della pesca.
Per la Promozione delle eccellenze agroalimentari, invece, l’Italia ha messo sul piatto oltre 80 milioni di euro:
25 per la promozione dei prodotti IG attraverso il DM del 4 settembre 2023.
6 milioni ulteriori al settore IG per iniziative volte a informazione e ricerca tramite il DM di luglio 2023.
21 milioni per la promozione del vino all’estero (Ocm vino)
2,9 milioni per la campagna promozionale della pasta firmata Masaf-Ismea.
8 milioni per iniziative locali di valorizzazione dei prodotti agroalimentari tradizionali tramite decreto del 4 agosto 2023.
20 milioni per il programma Frutta nelle scuole.
Sono state inoltre predisposte campagne promozionali Masaf-Ismea per l’olio d’oliva, il biologico, il settore ittico, la frutta a guscio e il settore apistico.
Molti anche i dossier europei sui quali l’Italia è al lavoro:
a ottobre 2023 è stato approvato il Programma di promozione Ue dei prodotti agroalimentari per il 2024 senza penalizzazioni per il vino e la carne.
il 24 ottobre 2023 è stato raggiunto nei triloghi l’accordo sul nuovo regolamento IG;
il 28 novembre 2023 è stato raggiunto l’accordo finale tra Commissione, Parlamento Ue e Consiglio che prevede l’esclusione degli allevamenti bovini per quanto riguarda la Direttiva Emissioni Industriali;
Il 20 novembre 2023 l’Italia ha presentato il documento “Agricoltore custode del territorio e regolatore della biodiversità” insieme ad Austria, Finlandia, Frnacia, Grecia, Lettonia, Polonia e Romania;
Il 20 dicembre 2023 è partita la proposta della Commisisone relativa alla modifica dello statud di protezione del lupo della direttiva Habitat;
Il 22 novembre 2023 il parlamento Ue ha bocciato la proposta di regolamento sui prodotti fitosanitari che prevedeva un taglio orizzontale del 62% per l’Italia sui quantitativi di fitofarmaci.
Senza contare la vittoria Nutriscore portata avanti tutta dall’Italia, in un primo momento, e poi sposata da altri Paesi.
L’Italia da fanalino di coda in Europa ad esempio da seguire dagli altri Paesi. E gli agricoltori scendono in piazza per manifestare ai governi degli altri paesi, quello che poteva essere fatto e che non è stato fatto.

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Agricoltura, nel 2023 produzione e valore calano. Francia leader in Ue con Germania e Spagna. I dati Istat

Nel 2023 si riducono in volume la produzione dell’agricoltura (-1,4%) e, ancora di più, il valore aggiunto ai prezzi base (-2%); in calo anche le unità di lavoro (-4,9%).

Riassorbito l’impatto dell’instabilità dei mercati internazionali di materie prime e prodotti energetici, permane quello del fattore climatico: volumi in calo nelle coltivazioni (-2,4%), nelle attività dei servizi agricoli (-2%) e nel comparto zootecnico (-0,8%).

In flessione soprattutto i volumi di vino (-9,5%), patate (-6,8%), frutta (-5,3%) e olio d’oliva (-5%). Annata favorevole per coltivazioni industriali (+6,2%), cereali (+3,2%) e ortaggi freschi (+2,8%). Ancora in crescita le attività secondarie (+4,1%).

Anche nell’Ue27 in calo produzione (-1% in volume), valore aggiunto (-1,7%) e occupazione (-1,5%). La Francia conferma la leadership europea.

Annata agricola influenzata dai fattori climatici

L’Istat diffonde la stima preliminare dell’andamento economico del settore agricolo per l’anno appena trascorso. I dati esposti in questo report si riferiscono ai Conti economici dell’agricoltura (CEA), che differiscono per alcuni aspetti dal quadro centrale dei Conti Nazionali. Per ulteriori dettagli si rimanda alla “Nota metodologica”.

Nel 2023, le stime evidenziano per il settore agricolo una graduale mitigazione degli effetti derivanti dall’instabilità dei mercati internazionali delle materie prime agricolei[i] e dei prodotti energetici, innescata dal conflitto russo-ucraino. Tuttavia, l’andamento è stato fortemente influenzato dai fattori climatici avversi che hanno caratterizzato gran parte dell’anno, compromettendo i risultati di molte colture.

I prezzi, ancora in crescita, hanno registrato una variazione più moderata rispetto al 2022. L’aumento dei prezzi dei prodotti venduti (+4,2%) nel 2023 è stato più pronunciato rispetto a quello dei beni acquistati (+2,3%), invertendo la tendenza riscontrata nel biennio 2021-2022, quando i rincari delle materie prime agricole e dei prodotti energetici avevano pesantemente influito sui costi di produzione.

Il valore corrente della produzione totale del settore agricolo è aumentato del 2,7% (73,5 miliardi di euro contro 71,5 del 2022), in presenza di un calo dell’1,4% dei volumi di beni prodotti accompagnato da una crescita del 4,2% dei relativi prezzi di vendita. Nel 2023 si è riscontrata una modesta riduzione delle quantità dei prodotti impiegati (-0,6%) a cui è corrisposto un aumento dell’1,6% della spesa per consumi intermedi (35,3 miliardi di euro contro 34,7 miliardi del 2022), in presenza di un incremento del 2,3% dei prezzi dei beni acquistati. Di conseguenza, il valore aggiunto ai prezzi base è cresciuto in valore del 3,8% (38,2 miliardi di euro contro 36,8 del 2022) mentre si è ridotto in volume del 2%.

Per le unità di lavoro è stimata una diminuzione complessiva del 4,9%, a sintesi di una flessione sia dei lavoratori indipendenti (-6,1%) sia di quelli dipendenti (-2,5%).

Con i contributi alla produzione ricevuti dal settore sostanzialmente invariati (+0,2%) nel 2023, il reddito dei fattori è cresciuto del 4% in valore e, conseguentemente, per l’indicatore di reddito agricolo, si è rilevato un aumento del 4,2%.

 

Anche le coltivazioni penalizzate dal clima

Le stime 2023 hanno delineato un’annata negativa per le coltivazioni (-2,4% in volume). Le condizioni climatiche avverse hanno agito negativamente su diverse produzioni, con temperature primaverili al di sotto della media, prolungate e ripetute ondate di calore eccezionali durante l’estate, accompagnate da carenza di precipitazioni, mentre molte aree del Paese hanno registrato un clima mite e asciutto durante l’autunno e l’inverno. In aggiunta, si sono verificati diversi eventi alluvionali estremi che hanno colpito alcune regioni (Emilia-Romagna, Marche, Toscana), risultando particolarmente dannosi per determinati raccolti e compromettendo gran parte della produzione.

 

AGRICOLTURA: I NUMERI CHIAVE. Anno 2023

a) milioni di euro correnti, valori percentuali

AGGREGATI Milioni di euro correnti Anno 2023 Variazioni di volume 2023/2022 % Variazioni di prezzo 2023/2022 % Variazioni di valore 2023/2022%
Produzione vegetale 39.109 -2,4 +0,6 -1,8
Produzione zootecnica 22.185 -0,8 +10,7 +9,9
Produzione agricola di beni 61.294 -1,9 +4,0 +2,1
Produzione agricola di servizi 5.362 -2,0 +2,5 +0,5
Produzione agricola 66.656 -1,9 +3,9 +2,0
Attività secondarie (b) 6.843 +4,1 +6,6 +11,0
Produzione totale della branca Agricoltura 73.499 -1,4 +4,2 +2,7
Consumi intermedi 35.276 -0,6 +2,3 +1,6
Valore aggiunto lordo ai prezzi base 38.223 -2,0 +6,0 +3,8
Valore aggiunto netto ai prezzi base 27.085 -3,2 +8,1 +4,6
Reddito dei fattori 30.990 +4,0
Manodopera agricola totale (in migliaia di Ula) 949,7 -4,9
Indicatore di reddito agricolo +4,2
  1. a) Le stime presentate in questo prospetto sono preliminari e pertanto passibili di revisione con le prossime diffusioni.
  2. b) Si tratta di attività secondarie non agricole effettuate nell’ambito del settore agricolo (principalmente: agriturismo, trasformazione del latte, frutta e carne, produzione di energia rinnovabile), al netto delle attività secondarie agricole effettuate da settori non agricoli (essenzialmente connesse a coltivazioni e ad allevamenti ed esercitate, ad esempio, da imprese commerciali).

Forti riduzioni si sono avute nelle quantità prodotte per vino (-9,5%), patate (-6,8%), frutta (-5,3% nel complesso e -9,8% per la frutta fresca), olio d’oliva (-5%) e florovivaismo (-4%). In aumento le quantità prodotte per le colture industriali (+6,2%), cereali (+3,2%), ortaggi freschi (+2,8%) e agrumi (+1,4%).

In media, i prezzi dei prodotti delle coltivazioni hanno evidenziato un leggero incremento (+0,6%), con aumenti consistenti per patate (+37,9%), olio d’oliva (+22,9%), agrumi (+15,2%), frutta (+9,4%) e ortaggi (+8,1%) e diminuzioni per cereali (-20%), colture industriali (-10,5%) e vino (-4,4%).

 

Comparto zootecnico: produzione in calo e prezzi ancora in aumento

Nel 2023 il settore zootecnico ha subìto una riduzione dello 0,8% dei volumi prodotti rispetto all’anno precedente. In calo le carni animali (-1% in volume), soprattutto quelle bovine (-2,5%), e i prodotti zootecnici derivati (-0,5%), in particolare il latte (-1,2%). I prezzi del comparto hanno registrato un sensibile rialzo (+10,7%), più pronunciato per le carni suine (+26,6%), le uova (+22,6%) e il latte (+10,7%).

 

Sempre in positivo le attività secondarie, frenano i servizi agricoli

Per le attività secondarie non agricole le stime riferite al 2023 hanno indicato un incremento della produzione in volume del 4,1%, trainato principalmente dalle attività di agriturismo e di produzione di energia rinnovabile. Saldo negativo, invece, per le attività dei servizi agricoli (-2% la produzione in volume). Anche per questi ambiti produttivi è stato stimato un rialzo dei prezzi, consistente per le attività secondarie (+6,6%) e più contenuto per quelle dei servizi (+2,5%).

 

Per i consumi intermedi si ridimensiona la crescita dei prezzi

Nel 2023, nonostante il modesto calo delle quantità dei prodotti acquistati (-0,6%), si è verificato un aumento dell’1,6% della spesa per consumi intermedi, ovvero dei costi di produzione sostenuti dagli agricoltori (la crescita era stata del 23,1% nel 2022). I prezzi dei principali prodotti impiegati hanno mostrato un rialzo medio del 2,3%. Da sottolineare l’incremento significativo dei prezzi delle sementi (+12,9%) e dei prodotti fitosanitari (+8,8%) mentre è stato riscontrato un modesto aumento per i prodotti energetici (+1,6%) e una forte riduzione per i fertilizzanti (-9,1%). La stabilizzazione dei prezzi, avviata alla fine del 2022, si è consolidata nel corso del 2023 con la graduale attenuazione degli effetti legati all’instabilità dei mercati globali delle materie prime agricole e dei prodotti energetici.

L’andamento congiunto dei prezzi dei prodotti venduti (output) e di quelli acquistati (input) ha determinato un miglioramento della ragione di scambio per il settore agricolo nell’anno.

 

 

FIGURA 1. PRODUZIONE E VALORE AGGIUNTO DELL’AGRICOLTURA UE27, GRADUATORIA DEI PRINCIPALI STATI MEMBRI. Anno 2023, valori correnti in milioni di euro

 

In negativo l’agricoltura Ue, la Francia mantiene la leadership europea

Secondo le stime, nel 2023 il comparto agricolo dell’insieme dei paesi Ue27 ha fatto registrare una riduzione del volume della produzione dell’1%. Limitando l’analisi ai principali Paesi, il calo più vistoso della produzione in volume ha riguardato Grecia, Spagna, Danimarca e Paesi Bassi mentre si è osservata una crescita in Francia, Portogallo e Polonia.

La graduatoria del valore della produzione a prezzi correnti vede la Francia mantenere nel 2023 la prima posizione (96 miliardi di euro, -1,1% rispetto al 2022), seguita da Germania (76,3 miliardi di euro, +0,2%), Italia (73,5 miliardi di euro, +2,7%) e Spagna (65 miliardi di euro, +3,3%).

Anche in termini di valore aggiunto la Francia conferma nel 2023 la leadership europea (39,2 miliardi di euro, -5,9% rispetto al 2022) seguita dall’Italia (38,2 miliardi di euro, +3,8%) e, più a distanza, dalla Spagna (32,9 miliardi di euro, +12,5%) che si colloca in terza posizione, sorpassando la Germania
(31 miliardi di euro, +3,3%).

I prezzi alla produzione (misurati in termini di prezzo base), dopo il forte rialzo del 2022, sono stimati in lieve crescita per il complesso Ue27 (+0,5%). Gli incrementi più rilevanti si sono riscontrati in Grecia, Portogallo e Spagna mentre sensibili riduzioni sono state registrate per Polonia e Francia.

Le stime hanno mostrato nel 2023 una diminuzione dell’1,5% dei consumi intermedi in valore per il complesso Ue27. In riduzione i consumi intermedi nei Paesi Bassi, Spagna e Grecia mentre si sono registrati degli aumenti in Portogallo, Romania, Francia e Italia. I prezzi dei beni e servizi impiegati si sono ridotti mediamente per l’Ue27 dell’1% con Spagna, Paesi Bassi e Germania tra i Paesi con le diminuzioni più sensibili e Portogallo, Francia e Italia tra quelli dove, invece, ci sono state variazioni al rialzo.

Si è attenuato lievemente nell’anno l’impatto dei consumi intermedi sul valore della produzione: essi hanno inciso per il 58,4% nel complesso Ue27 (58,9% nel 2022), con percentuali maggiori in Danimarca, Polonia, Portogallo e Paesi Bassi e inferiori alla media Ue27 in Italia, Spagna, Grecia e Romania.

L’andamento dell’indicatore A di reddito agricolo, che misura la produttività del lavoro in agricoltura, restituisce per il 2023 un valore negativo per l’Ue27 (-6,6%). Le diminuzioni più significative si sono registrate per Danimarca (-25,9%), Polonia (-23,1%) e Francia (-14,4%). Un andamento positivo è stato osservato, invece, solo per Spagna (+11,1%), Portogallo (+9,9%) e Italia (+4,2%).




Ippica, Lollobrigida: Francia modello virtuoso, in Italia clima di sfiducia tra operatori. Ora sviluppare potenzialità settore

“Quello di oggi che è uno degli impianti più antichi d’Italia e merita di avere una centralità ancora maggiore. Ha coinvolto la comunità locale nelle attività, nel sostegno e nell’integrazione delle famiglie ma bisogna levare qualche vincolo per sviluppare l’impianto e le potenzialità che sono state lasciate indietro da una politica meno attenta all’ippica rispetto a quanto facciamo noi.”

Così il ministro Masaf Lollobrigida nel corso del punto stampa all’Ippodromo San Rossore di Pisa

“Bisogna cercare di scegliere e puntare sempre in alto. L’ippica è una attività che permette di mantenere tutta una filiera produttiva legata agli allevamenti e agli allevatori fino ai driver e ai fantini, ma in Italia l’ippica è in crisi da tanto tempo e ho trovato molta sfiducia tra gli operatori. Ma se esci dai confini, in Francia, è una attività centrale sotto ogni punto di vista, allora bisogna capire dove abbiamo sbagliato noi.”




Ocm vino, Francia pronta a partire: ecco bando Promozione. In Italia riunione con filiera solo rimandata, saranno presenti vertici Masaf che stanno valutando richieste

I cugini d’oltralpe, competitor da sempre dei produttori vitivinicoli italiani, sono già pronti per promuovere il vino nel mondo. Il bando francese è stato emesso e reso pubblico. Gli operatori vitivinicoli della Francia hanno tutto il tempo per organizzarsi al meglio e partire per i programmi il cui avvio è previsto il prossimo 16 ottobre.

In Italia la Direzione competente sconvoca la riunione con la filiera (prevista il 3 maggio) che – preoccupata – prende carta e penna e scrive nella serata di ieri chiedendo un confronto.

In realtà – da quanto si apprende – la riunione è stata sconvocata perché il capo dipartimento era impegnato su altri fronti in maniera inderogabile e intenzione è partecipare – d’ora in poi – a tutte le riunioni con la filiera per trovare la quadra condivisa.

Preoccupate anche le regioni che – da quanto ha potuto visionare AGRICOLAE – si scambiano opinioni per fare squadra ed arrivare a un compromesso da presentare agli uffici ministeriali che si limiti – dato il mancato coinvolgimento – a una sola annualità.

Mentre in Italia si discute, la Francia lo scorso 23 aprile ha emanato il proprio bando che prevede la possibilità per gli operatori francesi di formulare le proprie proposte a partire da domani 5 maggio per programmi di attività che decorreranno dal prossimo 16 ottobre per terminare il 31 dicembre 2024.

Un decreto che nella sua impostazione delinea con semplicità e chiarezza tutti quegli aspetti decisivi per i programmi di promozione.

E ai quali in Italia si sta ancora lavorando a seguito del tavolo di confronto delle autorità comunitarie con l’amministrazione italiana verso la  quale è stata attivata la procedura di correzione finanziaria per 30 milioni di euro a seguito di contestate inadempienze applicative della misura sul tema della valutazione qualitativa dei programmi e del mancato recepimento del principio della “ragionevolezza dei costi” prevista dall’art. 21, comma 1 del Regolamento Delegato (UE) 2022/126 della Commissione del 7 dicembre 2021.

Una ‘ragionevolezza’ dei costi che i francesi hanno risposto nell’Annexe 1 (Liste exhaustive des types d’évènements éligibles, des preuves de réalisation à fournir et des coûts retenus par évènement)

Qui di seguito la definizione per ciascuna azione:

 

  • La tipologia di spesa ammessa;
  • La dimostrazione della realizzazione della spesa;
  • Le regole di eleggibilità dei vini promossi sui diversi mercati internazionali;
  • La “ragionevolezza dei costi” se > € 40.000;
  • I giustificativi richiesti  per l’attività promozionale condotta in ciascun paese di destinazione;
  • Le indicazioni operative richieste per ciascuna azione.

 

Un capitolo del documento (3.9) interviene espressamente proprio sui “costi ragionevoli” che vengono molto semplicemente definiti e declinati per ciascuna tipologia di spesa, nel rispetto di quanto previsto dall’art. 21, comma 1  del Regolamento Delegato (UE) 2022/126 della Commissione del 7 dicembre 2021 che recita testualmente:

 

  1. Nei settori di cui all’articolo 42 del regolamento (UE) 2021/2115 gli Stati membri prevedono pagamenti di sostegno sulla base dei costi effettivi sostenuti dal beneficiario, giustificati da documenti (ad esempio fatture) presentati dal beneficiario per l’attuazione di un intervento specificato nei rispettivi piani strategici della PAC.

Tuttavia gli Stati membri possono decidere di prevedere il pagamento del sostegno sulla base di tassi forfettari fissi, tabelle standard di costi unitari o somme forfettarie. Nel fissare tali tassi fissi, tabelle e somme forfettarie, gli Stati membri tengono conto delle specificità regionali o locali e basano il calcolo su documenti giustificativi che dimostrano che il calcolo rispecchia il prezzo di mercato delle operazioni o delle azioni oggetto dell’intervento di cui trattasi.

 

In Italia invece, da anni, attraverso il portale attivato da AGEA per la rendicontazione delle spese promozionali sostenute dalle migliaia di operatori che hanno accesso annualmente alla misura agevolativa, vengono disposti tutti gli strumenti volti a garantire quanto previsto dalle norme comunitarie.

Proprio quegli elementi che stanno generando preoccupazioni delle Regioni e delle organizzazioni della filiera.

 

Altra considerazione che emerge dall’esame del testo è quella della profonda disparità di trattamento tra gli operatori francesi e quelli italiani in materia di giustificativi delle spese sostenute e portate a rendicontazione per essere poi validate nella fase di collaudo finalizzato al riconoscimento del diritto all’aiuto comunitario.

In buona sostanza, confrontando le norme francesi con il manuale delle procedure di rendicontazione attivate dallo stato Italiano appare evidente l’aggravio delle procedure poste a carico degli operatori italiani che stanno determinando non poche “tensioni” commerciali con gli importatori e distributori stranieri (soprattutto i plurimandatari ovvero coloro che nel proprio portafoglio commerciale dispongono di produzioni vinicole provenienti dai diversi Paesi europei) che di fatto attivano e gestiscono le attività promozionali convenute con le aziende italiane e che non comprendono tutti i “paletti” posti a carico degli operatori italiani (foto geolocalizzate, registrazione degli eventi realizzati, presenza, da remoto, degli addetti ai controlli nell’ambito delle attività di degustazione condotte sui mercati esteri, dimostrazione delle prove di ingaggio e pagamento del personale incaricato per la realizzazione delle attività promozionali, ecc. .

 

Regole e procedure che non trovano riscontro con le disposizioni francesi e che ove non “armonizzate” anche in Italia rischiano di penalizzare la competitività delle azioni promozionali italiane con tutte le ovvie conseguenze in materia di incremento dei flussi di esportazione del vino italiano.

Intanto gli operatori attendono notizie dalla prossima Conferenza Stato – Regioni prevista il 10 maggio sperando di poter essere al più presto messi in condizione di competere efficacemente con le imprese d’oltralpe che da domani, al contrario degli operatori italiani, potranno pianificare i propri piani d’investimento promozionale a sostegno dei vini francesi.

Il ministero – sempre da quanto apprende AGRICOLAE – è al lavoro per trovare una soluzione compatibile con le contestazioni Ue e sta valutando le richieste della filiera e la soluzione adottata dalla Francia.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica il bando francese:

DECISION INTV-POP-2023-23 ouverture AAP 2023 SS – PUBLI

Ocm vino, modifiche marginali a decreto per dare piu tempo a operatori e recepire osservazioni Ue. Italia rimanda la palla a Bruxelles

Ocm vino, ecco la lettera di Federdoc ai consorzi associati su resoconto riunione Masaf. Tutti i temi affrontati




Olio, candidature Coi. Ultimo direttore italiano 21 anni fa ma Spagna-Tunisia (e Francia) fanno asse mentre Emirati bussano alla porta

Si aprono le candidature per il ruolo di Direttore Esecutivo del Coi, Consiglio Olivicolo Internazionale. Ovvero il responsabile di tutte le misure assunte dal Consiglio tramite i dipartimenti e le unità competenti del Consiglio finanziato per il 70 per cento dai Paesi dell’Unione europea.

Un posto chiave per le politiche relative alle dinamiche del settore olio d’oliva al quale l’Italia – nonostante sia il secondo produttore dell’Unione Europea, con le sue 300mila tonnellate e il maggior consumatore con le sue 500mila tonnellate (ne esporta circa 350mila) – non approda da 21 anni. Che diventeranno 22 anni nel 2024, quando ci sarà effettivamente lo switch.

L’Italia ha il suo candidato che – da quanto apprende AGRICOLAE – dovrebbe arrivare dagli uffici del commissario Ue all’Agricoltura dove il Belpaese rischia di perdere però un posto importante.

Ma, sempre da quanto si apprende da fonti europee, il gioco sembra essere sempre lo stesso: Spagna e Tunisia e Francia non mollano. Si attende inoltre l’ingresso dell’Arabia Saudita che ha già avviato le pratiche per diventare membro e la cui mossa avrebbe scatenato l’interesse del Qatar che sta facendo pressioni per entrare quanto prima a far parte del Consiglio. 

D’altronde Spagna e Tunisia sembrano fare ‘cartello’ da sempre sul tema Coi, non lasciando spazio alcuno all’Italia alla quale hanno fatto perdere treni per 21 anni.

L’organo di governo del COI, e il suo principale organo decisionale, è il consiglio dei membri. Il consiglio dei membri è composto da un rappresentante per membro, affiancato da uno o più supplenti e consiglieri. Si riunisce almeno due volte l’anno per esaminare il lavoro svolto dall’organizzazione e approvare il programma di attività e il bilancio per l’anno successivo. Il consiglio dei membri delibera per consenso. Qualora il consenso non venga raggiunto si applica una procedura che permette di prendere decisioni a maggioranza qualificata. Le lingue ufficiali del COI sono l’arabo, il francese, l’inglese, l’italiano e lo spagnolo.

Il consiglio dei membri elegge il direttore esecutivo. Dal 1 gennaio 2016 il direttore esecutivo è il tunisino Abtellatif Ghedira.

Il/La direttore/rice esecutiva/a è responsabile dell’esecuzione dei compiti che gli/le competono ai sensi dell’Accordo e delle norme stabilite dal Consiglio oleicolo internazionale, nonché del coordinamento del comitato consultivo per l’olio d’oliva e le olive da tavola.

CV – Abdellatif Ghedira – Tunisia

Il direttore esecutivo, coadiuvato dal collegio degli alti funzionari, è preposto all’organizzazione, amministrazione e supervisione del segretariato esecutivo.

Hanno ricoperto l’incarico:

Jean-Louis Barjol (gennaio 2011 – 31 dicembre 2015), Francia. E’ passato al Consiglio generale dell’alimentazione del ministero dell’Agricoltura francese

Mohammed Ouhmad Sbitri (novembre 2007 – 31 dicembre 2010) – Marocco

Habib Essid (novembre 2004 – novembre 2007) – Tunisia

Ahmed Touzani (dicembre 2002 – novembre 2004) – Tunisia

Fausto Luchetti (ottobre 1987 – dicembre 2002) – funzionario Commissione in carica all’Italia

Gabriele Luzi (dicembre 1980 – settembre 1987) – funzionario ambasciata italiana a Madrid

Lucien Denis (novembre 1962 – novembre 1980) – Francia

Pierre Bonnet (ottobre 1960 – ottobre 1962) – Francia

 

Cinque le unità del Consiglio oleico internazionale:

Unità standardizzazione e ricerca

Le funzioni principali di questa unità sono la gestione amministrativa del personale dell’segretariato esecutivo, l’attuazione della politica di gestione delle risorse umane, il supporto e l’inquadramento del personale, la gestione e la supervisione dello stanziamento delle risorse in termini di posti di lavoro e buste-paga; il coordinamento con il team del segretariato esecutivo e il supporto per lo svolgimento delle attività; la gestione e il monitoraggio del bilancio e del piano quadriennale, nonché la gestione e la supervisione dei beni mobili e immobili. È inoltre responsabile per la Gestione delle infrastrutture

Unità economia e promozione

intende raggiungere tali obiettivi portando avanti le seguenti attività:

  • Attività correlate al mercato
  • Attività legate al lavoro del COI
  • Attività legate al segretariato esecutivo del COI

ATTIVITÀ CORRELATE AL MERCATO

  • Rilevamento regolare e analisi dell’andamento del mercato (mercati degli oli d’oliva, oli di sansa, olive da tavola, altri oli e grassi). Tale lavoro comporta:
  • Aggiornamento ed elaborazione del database statistico del COI sui mercati mondiali degli oli d’oliva, le olive da tavola e altri oli e grassi vegetali fluidi commestibili.
  • Revisione delle condizioni di mercato.
  • Rilevamento delle importazioni di olio d’oliva e olive da tavola da parte dei paesi in cui il COI conduce attività promozionali.
  • Effettuazione di studi retrospettivi e prospettivi sul mercato dell’olio d’oliva e delle olive da tavola.
  • Monitoraggio delle politiche nazionali, e in particolare:
    • Rilevamento della superficie olivicola a livello nazionale e distribuzione geografica delle risorse olivicole mondiali.
    • Tracciamento degli interventi politici relativi a produzione, marketing, consumo nazionale e commercio internazionale nei prodotti olivicoli e altre politiche di sviluppo a livello nazionale.
    • Monitoraggio degli accordi bilaterali o multilaterali fra paesi sugli scambi commerciali di oli d’oliva e olive da tavola.
  • Messa in atto degli interventi concordati dall’Organizzazione mondiale del commercio per l’accesso al mercato, accordi di sostegno nazionali, riduzione delle sovvenzioni e clausole speciali.
  • Monitoraggio dei sondaggi economici, studi e ricerche nel settore oleario eseguiti da agenzie di ricerca e sviluppo.

ATTIVITÀ LEGATE AL LAVORO DEL COI

  • Preparazione di documenti di lavoro che descrivono e analizzano le condizioni economiche nei mercati dell’olio d’oliva e delle olive da tavola, da sottoporre a esame nel corso delle sessioni del COI.
  • Esecuzione di ricerche di mercato e altre analisi economiche e statistiche nel settore olivicolo richieste dai membri del COI.

ATTIVITÀ COLLEGATE AL SEGRETARIATO ESECUTIVO DEL COI

  • Redazione periodica di articoli su analisi settoriali per la rivista del COI, OLIVAE, e revisione dei manoscritti economici presentati da autori esterni.

Unità gestione finanziaria

Questa unità è responsabile della gestione e controllo dei bilanci del COI. Prepara i rendiconti finanziari e gestisce la tesoreria dell’organizzazione. Ha inoltre le seguenti responsabilità :

CONTABILITÀ
  • Garantire il buon funzionamento della contabilità di bilancio, della gestione dei flussi di cassa e della contabilità finanziaria.
  • Stabilire e convalidare metodi e sistemi di contabilità.
  • Registrare le entrate nella contabilità e autorizzare i pagamenti.
  • Preparare i rendiconti finanziari.
  • Garantire l’accuratezza dei conti.
  • Gestire e custodire i documenti finanziari e contabili.
  • Gestire la documentaione relativa al registro delle eccezioni.
  • Coordinare l’inventario contabile dei beni.
  • Effettuare il controllo contabile dell’inventario annuale delle pubblicazioni.
  • Controllare e archiviare le fatture elettroniche.
  • Gestire i rimborsi e esenzioni IVA.

GESTIONE FINANZIARIA /TESORERIA

  • Creare file delle operazioni bancarie elettroniche per i pagamenti nazionali
  • Effettuare bonifici bancari per i pagamenti internazionali
  • Gestire le entrate e le uscite nel sistema di informazione
  • Gestire la piccola cassa
  • Controllare e seguire le entrate nel sistema di informazione
  • Calcolare e gestire gli investimenti di liquidità e i movimenti interbancari
  • Realizzare la riconciliazione delle liquidità nel sistema di informazione (dati bancari e contabili)
  • Aggiornare il registro contabile del COI e dei responsabili dei conti

CONTROLLO DI BILANCIO

  • Redigere il Regolamento finanziario e le procedure finanziarie
  • Partecipare alla preparazione del bilancio
  • Monitorare il bilancio
  • Coordinare le attività relative alla preparazione del bilancio annuale e del piano quadriennale
  • Controllare e seguire lo stato dei versamenti dei contributi dei membri
  • Riconciliare i pagamenti in sospeso dell’agenzia di viaggi
  • Pagamento delle spese di viaggio delle missioni dei funzionari

Unità olivicoltura elaiotecnica e ambiente

si occupa di garantire l’uso delle tecnologie più moderne e efficienti lungo tutta la filiera della produzione dell’olio d’oliva. Ciò vuol dire promuovere ricerca, sviluppo e cooperazione tecnica nel settore oleicolo, incoraggiando la collaborazione di organizzazioni e/o enti pubblici e privati, nazionali e internazionali.

L’Unità conduce progetti volti a identificare, conservare e utilizzare al meglio le risorse genetiche dell’olivo.Appoggia la ricerca sulle interazioni tra oleicoltura e ambiente, con particolare attenzione alla tutela dell’ambiente e alla promozione di produzioni sostenibili, al fine di di garantire lo sviluppo integrato e sostenibile del settore. L’unità tecnica incoraggia il trasferimento delle tecnologie attraverso l’organizzazione di corsi di formazione specifici e di attività a livello regionale, nazionale e internazionale al fine di proteggere le indicazioni geografiche dei prodotti dell’olivo e incoraggiare lo scambio di informazioni e know-how in materia fitosanitaria.

Per raggiungere tali obiettivi, l’unità tecnica coordina progetti di ricerca e sviluppo nell’ambito dell’oleicoltura, delle tecniche di produzione e dell’ambiente; pianifica riunioni e seminari nel mondo intero; pubblica guide e manuali pratici; organizza corsi di formazione in diversi campi e livelli; offre assistenza tecnica agli stati membri.

L’unità organizza e amministra tutte le attività con la collaborazione del dipartimento di elaiotecnica e ambiente e del dipartimento di cooperazione tecnica e formazione.

 




Francia, Istituto Nazionale Tumori: Alcol, anche a bassi dosi favorisce sviluppo di cancro e tumori. Nessuna differenza tra vino, birra o whisky

Bere alcol fa male, a dirlo è anche l’Istituto Nazionale del Cancro in Francia (INCa), che ha presentato il suo barometro del cancro 2021, in collaborazione con Public Health France. Anche a bassi dosi il consumo di alcol favorisce l’insorgere di tumori e cancro (già al di sotto delle dosi minime consigliate: due drink al giorno per l’uomo, uno per la donna) e non vi è differenza -per le dosi standard- tra un bicchiere di vino, uno di whisky o uno di birra. 

L’alcol -scrive l’ente francese- è la seconda causa più prevenibile di morte per cancro, responsabile di 28.000 nuovi casi ogni anno. È stato classificato come cancerogeno per l’uomo dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) dal 1988 e responsabile di diversi tipi di cancro.

Nel 2015 sono stati stimati 41.000 decessi attribuibili all’alcol, di cui 30.000 tra gli uomini e 11.000 tra le donne (rispettivamente l’11% e il 4% della mortalità degli adulti dai 15 anni in su). Tra le cause di morte associate al consumo di alcol, il cancro è al primo posto con 16.000 decessi all’anno. Le patologie cardiovascolari sono al secondo posto con quasi 10.000 decessi all’anno. Il consumo annuo di alcol in Francia è stato stimato in 10,4 litri di alcol puro per abitante di età superiore ai 15 anni nel 2020, ovvero circa 2,5 bicchieri da 10 g di alcol puro al giorno e per abitante.

Vino, Lancet pubblica ricerca del Global Burden of Disease: dosi moderate migliorano la salute e riducono mortalità. Considerare intero profilo epidemiologico. Lo studio

Anche a basse dosi l’alcol aumenta il rischio di cancro, sottolinea l’Istituto Nazionale del Cancro.

L’ etanolo contenuto nelle bevande alcoliche viene trasformato nel corpo in composti che favoriscono lo sviluppo di tumori. L’effetto del consumo di bevande alcoliche dipende principalmente dalla quantità di alcol fornita e non dal tipo di bevanda (vino, birra, aperitivi). Il rischio di cancro aumenta con la dose totale di alcol consumata.

Indipendentemente dal tipo di alcol consumato, le bevande standard (dosi generalmente servite nei bar) contengono la stessa quantità di alcol puro: un bicchiere di vino avrà lo stesso effetto cancerogeno di un bicchiere di alcol forte (cfr. schema a fianco). Una bevanda standard contiene 10 grammi di alcol puro.

L’alcol aumenta il rischio di sviluppare diversi tipi di cancro:

Per il cancro al seno, il rischio aumenta a partire da un consumo inferiore a un drink al giorno, dunque già al di sotto delle soglie minime di consumo consigliate per le donne (due drink al giorno per l’uomo, un drink al giorno per la donna).

Tenendo conto di un rapporto “rischio/piacere”, si raccomanda alle persone che scelgono di consumare alcolici di non superare i 10 drink a settimana , che possono essere tradotti come: Per la tua salute, massimo due drink al giorno, e non tutti i giorni”. Si tratta di valori di riferimento che offrono un rischio inferiore e non di valori di riferimento al di sotto dei quali il rischio di cancro è nullo. Una misura in linea con quanto già stabilito dalle autorità statunitensi, ad esempio.

Vino, Linee guida Usa: 2 drink al giorno per l’uomo e 1 per la donna. Ma in alcuni casi sarebbe meglio evitare. La ricerca

La nocività dell’alcol -ribadisce l’Institut national du cancer- è stata chiaramente dimostrata e la sua natura cancerogena è stata riconosciuta da oltre 35 anni. In Francia, è una delle principali cause di morte con 41.000 decessi stimati nel 2015, di cui 16.000 per cancro, e 28.000 nuovi casi di cancro, il che lo rende il secondo fattore di rischio per il cancro evitabile dopo il tabacco. Dai risultati del barometro sul cancro emerge che l’80,3% degli intervistati ha dichiarato di aver bevuto alcolici almeno una volta durante l’anno, il 44,4% l’ha consumato ogni mese, il 47,4% ogni settimana e l’8,0% quotidianamente.

Per saperne di più: 

Vino, Società italiana Tossicologia (SITOX): UE alimenta confusione, bisogna considerare le dosi. Non confondere pericolo con rischio, solo l’eccesso è nocivo

Vino, Gaudio (Crea): recenti studi scientifici dimostrano effetti benefici del consumo moderato di vino sulla salute

Vino, Georgofili: Distinguere tra abuso e consumo responsabile. Scienza ha dimostrato presenza di sostanze utili alla salute

Vino, Comagri Camera. Bizzarri (La Sapienza): consumo moderato riduce incidenza cancro e tumore (anche del 60%)

Vino e whisky equiparati. Lancet pubblica studio Oms pochi giorni prima ok Ue a etichetta Irlanda. La stessa che promuove “Dittatura alimentare” ed è in piattaforma affari multinazionali

Vino, dalla Francia Hercberg, fondatore del Nutriscore, attacca il Governo italiano: Da Tajani dichiarazioni irresponsabili. Italia nega scienza e promuove fake news per tutelare sua economia

Vino e Nutriscore, Hercberg attacca Governo e Sistema Italia. Maggioranza e Opposizione fanno squadra: le reazioni

Vino, con fine moratoria via libera Ue a Irlanda per etichettatura che paragona consumo di vino e birra a sigarette. Le reazioni

 




Nutriscore, la scienza lo boccia (di nuovo): algoritmi mutevoli e arbitrari che mettono a rischio donne incinte, vecchi e bambini. Le ricerche

A differenza di quanto sostiene il padre del Nutriscore, Serge Hercberg, la comunità scientifica non sembra essere unanime nel promuovere l’etichettatura a semaforo francese, al contrario si allarga il fronte di scienziati e studiosi che la bocciano perché rea di affidarsi a modelli algoritmici mutevoli e arbitrari, incapaci dunque di promuovere scelte consapevoli e realmente salutari per il consumatore. Ovvero ciò a cui punta la Commissione Europea con l’adozione di una etichettatura unica a livello europeo, che sempre più – come sottolineato da Claire Bury (Dg Sante) –  si allontana dal modello indicato dal Nutriscore. Nel mentre gli Usa, per mezzo della Food and Drug Administration (FDA), guardano all’Europa e propongono la loro versione dell’etichettura fronte pacco, ovvero un sistema che si basa sulla percentuale quotidiana.

Nutriscore, Claire Bury (Dg Sante): Commissione Ue non lo proporrà, stiamo valutando altri schemi etichetta. Non possiamo polarizzare il dibattito. VIDEO

Una nuova ricerca condotta da scienziati internazionali, tra cui italiani, spagnoli e olandesi, ha messo in luce tutte le contraddizioni del Nutriscore che in numerose occasioni promuove cibi ultra elaborati e che, anziché promuovere modelli alimentari sani, rischia di fuorviare i consumatori portando a scelte dietetiche squilibrate. Dunque il Nutriscore – si legge nel rapporto – contraddice le intenzioni originali della Commissione Ue e soprattutto mancano reali conferme di causalità tra l’adozione di una etichettatura fronte pacco e il miglioramento della salute dei consumatori. Come quanto emerso dalla ricerca pubblicata dal JRC (Centro Comune di Ricerca della Commissione Ue) già precedentemente pubblicata da AGRICOLAE, la quale indicava come non ci fosse alcun legame tra etichetta fronte pacco e benefici sulla salute. 

Nutriscore, Hercberg: sistema rigoroso e scientifico. Ma studio Ue in bilico: nessun legame tra etichetta fronte pacco e benefici sulla salute

 

Di seguito AGRICOLAE pubblica i risultati della ricerca: 

https://doi.org/10.1016/j.nut.2022.111861

“Si possono distinguere due tipi principali di etichettura fronte pacco: FOPL “direttivi e semi-direttivi” che utilizzano schemi di colori (es. Nutri-Score) e FOPL “informativi” (es. Batteria Nutrinform). Gli approcci “direttivi” tendono soffrono di vari problemi concettuali. Di solito, i loro punteggi nutrizionali sono calcolati utilizzando algoritmi mutevoli e arbitrari e implicano un insieme riduzionista di parametri di discutibile validità. Pertanto, sopravvalutano gli effetti di fattori nutrizionali selezionati, come i grassi saturi e l’energia, mentre trascurano la matrice alimentare e gli aspetti più olistici del nutrimento. Inoltre, non rispecchiano la porzione effettivamente consumata, ignorano le modalità di preparazione a casa e non servono come base utile per comporre una dieta sana. Inoltre, fintanto che le formulazioni nutrizionali soddisfano gli standard algoritmici, tendono a consentire prodotti ultra-elaborati. Tutto ciò potrebbe confondere e fuorviare i consumatori. L’eccessiva fiducia nelle etichette colorate “verdi” potrebbe anche portare a scelte dietetiche squilibrate, mentre evitare i prodotti “rossi” può eliminare dalla dieta alcuni alimenti ricchi di nutrienti essenziali (ad esempio, il formaggio), portando a risultati opposti rispetto a quelli sperati.

Efsa, a guidare scelte consumatori al primo posto il costo, poi il gusto e l’origine. Agli ultimi posti Clima e Ambiente. Ecco la ricerca

Quest’ultimo è particolarmente rilevante per le popolazioni vulnerabili, come i più giovani, le donne in gravidanza e gli anziani, o per le persone con bisogni specifici. FOPL “direttive” come Nutri-Score contraddicono l’intento dichiarato della Commissione Europea di consentire ai consumatori di intraprendere diete sane ed equilibrate basate su informazioni solide e facilmente accessibili. Sebbene i sistemi “informativi” mantengano solitamente l’attenzione anche su alcuni parametri nutrizionali selezionati, hanno il pregio di essere meno paternalizzanti e di ovviare alla necessità di classificare gli alimenti come “sani” o “malsani”. Inoltre concentrano la loro attenzione sulle singole porzioni che vengono consumati (anche se la definizione di dimensione della porzione resta controversa).Data l’importanza dei modelli dietetici, piuttosto che dei singoli alimenti o nutrienti, i FOPL “direttivi” di tipo Nutri-Score rappresentano un caso deplorevole di “nutrizionismo”. i tentativi di associare l’adozione di un FOPL ad un miglioramento dello stato di salute sono pochi e applicati principalmente in contesti virtuali; nessuno dei quali è longitudinale né è stato in grado di identificare un nesso di causalità.”

Questi i risultati di una recente ricerca pubblicata da Lorenzo M Donini, Elliot M Berry, Frans Folkvord, Leon Jansen, Fréderic Leroy, Ömer Şimşek, Fabio Fava,  Marco Gobbetti, Andrea Lenzi  (Università La Sapienza, Roma Italia / Braun School of Public Health, Hebrew University-Hadassah Medical School, Gerusalemme, Israele / Università di Tilburg, Paesi Bassi / PredictBy, Barcellona Spagna / Schuttelaar & Partners, Wageningen Paesi Bassi / Vrije Universiteit Brussel, Bruxelles Belgio / Yildiz Technical University, Istanbul, Turchia / Alma Mater Studiorum, Università di Bologna Italia / Comitato Italiano per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita (CNBBSV) / Università di Bolzano Italia).

Ecco il Nutriscore versione Usa. La Food and Drug Administration (FDA) si basa su percentuale quotidiana e promuove olio d’oliva

Agli stessi risultati era poi giunto ad agosto il CNBBSV (Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze della Vita), un organismo di supporto del Governo e, in particolar modo, del Presidente del Consiglio dei Ministri, per l’elaborazione di linee di indirizzo scientifico, produttivo, di sicurezza sociale e di consulenza in ambito nazionale e comunitario.

“Non ci sono prove che l’adozione del Nutriscore possa migliorare le conoscenze/competenze in ambito nutrizionale del consumatore o le sue scelte di acquisto in un contesto di vita reale, che possa migliorare la qualità della sua dieta e che le variazioni della sua dieta possano modificare favorevolmente lo stato di salute del consumatore, riducendo l’incidenza delle malattie non trasmissibili (es. malattie cardiovascolari, cancro) o la mortalità per qualsiasi causa.”

Dunque una bocciatura senza appello per l’etichettatura voluta da Serge Hercberg che non trova, anche in questo caso, nessun riscontro scientifico e che fa seguito alle smentite sulla reale efficacia del Nutriscore già ricevute, tra gli altri, dall’Accademia dei Georgofili e dal rapporto pubblicato da Safe – Safe Food Advocacy Europe.

Nutriscore, cresce dissenso in Ue. Dopo Georgofili e comunità scientifica, si schiera anche Safe: Incongruenze e difetti, promuove cibi ultra lavorati. Meglio Nova e Siga

Continua poi la ricerca CNBBSV: 

D’altra parte, la struttura e la logica di una FOPL “direttiva” rendono poco plausibile ottenere risultati in questa direzione poiché questa non fornisce alcuna informazione finalizzata all’educazione dei consumatori. Al contrario, le FOPL “informative”, proprio perché mirano a promuovere comportamenti alimentari sani fornendo informazioni sull’equilibrio generale della dieta, si presume possano ottenere risultati significativi in termini di prevenzione delle malattie non trasmissibili. Una campagna informativa che pone l’accento sui singoli nutrienti o sui singoli alimenti (che è la logica alla base delle FOPL “direttive” come il NS) non tiene conto delle interazioni sinergiche che si verificano tra i diversi prodotti alimentari e componenti degli alimenti, né tiene conto della potenziale influenza legata alla frequenza dei consumi. Sebbene non sia facile comunicare queste indicazioni ai consumatori, un approccio di comunicazione di tipo “negativo”, che si basa su divieti o riepiloghi semplicistici, limitando le informazioni ai singoli nutrienti, non è in grado di cogliere la complessità di un modello alimentare come parte di uno stile di vita (Dean M et al, 2011; Donini LM et al, 2022).”

Di seguito AGRICOLAE pubblica il rapporto completo: 

expert-opinion-on-front-of-pack-labels-cnbbsv-2022-italiano

 

Era stato scritto: 

Nutriscore, i grandi marchi lo utilizzano ma solo se punteggio è buono. La ‘E’ presente solo sull’1% dei prodotti etichettati

Nutriscore a fine corsa, associazione consumatori francesi e Hercberg accusano l’Italia, Draghi, la Destra, Confagricoltura e Copa-Cogeca, ‘lobby degli agricoltori Ue’

Nutriscore, Hercberg attacca Salvini e Meloni: Partiti di estrema destra, un cocktail di demagogia e volgarità. Nel mirino anche Coldiretti, Confagricoltura, Federalimentare e Ferrero. Mentre McDonald ottiene il massimo dei voti

Studio Oxford promuove Nutriscore e carne finta. Ma ricercatori sono finanziati da Gates e sono gli stessi della Dittatura alimentare Eat e Piattaforma multinazionali, di cui fa parte anche Eni. Lo studio

Fake meat, 80% controllata da multinazionali e big della carne. Prezzo modifica scelte consumatori e in Paesi Bassi quella ‘finta’ costa meno. Chi decide e’ in piattaforma di affari Wbcsd

 

 




Pac e aiuti agli Stati membri: Tribunale Ue respinge ricorso Francia contro rettifica finanziaria della Commissione di 46 milioni di euro

Nel 2016 le autorità francesi hanno notificato alla Commissione europea una misura di sostegno accoppiato per il settore delle colture proteiche. Le superfici ammissibili a tale sostegno erano quelle coltivate a leguminose da foraggio puri, miste tra loro o miste ad altre specie, come le graminacee, se le leguminose erano predominanti.
A seguito di un’indagine avviata, la Commissione ha riscontrato che le condizioni di ammissibilità a tale sostegno non erano conformi al diritto dell’UE. A suo avviso, poiché le graminacee non sono menzionate nell’elenco dei settori e delle produzioni ammissibili, previsto dall’articolo 52, paragrafo 2, del regolamento n. 1307/2013 1, i miscugli di leguminose con graminacee non potrebbero beneficiare del sostegno accoppiato. Pertanto, con la sua decisione di esecuzione (UE) 2021/988 2 (“la decisione impugnata”), la Commissione ha escluso dal finanziamento dell’UE un importo di EUR 45.869.990,19 corrispondente alla spesa sostenuta dalla Francia nell’ambito del sostegno accoppiato facoltativo per la produzione di legumi da foraggio, relativo all’anno di domanda 2017.
Adito dalla Francia, il Tribunale respinge il ricorso di annullamento proposto avverso la decisione impugnata. In tale contesto interpreta, per la prima volta, le disposizioni del regolamento n. 1307/2013 e del regolamento n. 639/2014 3 che riguardano i settori e le produzioni ammissibili al sostegno accoppiato volontario.

La valutazione della Corte

Sulla base di un’interpretazione letterale, contestuale e finalizzata dell’articolo 52, paragrafo 2, del regolamento 1307/2013, il Tribunale ha risposto negativamente alla questione se le miscele tra prodotti agricoli rientranti in uno dei settori o una delle produzioni elencate in tale articolo, come i legumi, e prodotti agricoli che non rientrano in esso, come come graminacee, sono ammissibili al sostegno accoppiato. In tal modo, respinge l’interpretazione estensiva dei settori e delle produzioni ammissibili sostenuta dalla Francia.

Pertanto, in primo luogo, la Corte rileva che l’articolo 52, paragrafo 2, del regolamento n. 1307/2013 stabilisce un elenco esaustivo dei settori e dei prodotti ammissibili al sostegno accoppiato e non menziona le miscele tra prodotti rientranti nei settori o produzioni espressamente richiamati in questo elenco e prodotti che non rientrano nei suddetti settori o produzioni.

In secondo luogo, da una lettura congiunta delle disposizioni dell’articolo 52 del regolamento n. 1307/2013 e dell’articolo 52 del regolamento n. 639/2014, il legislatore ha inteso limitare la capacità degli Stati membri di concedere un sostegno accoppiato stabilendo condizioni cumulative che limitare notevolmente la cerchia dei beneficiari ammissibili e la sua portata materiale. Inoltre, il sostegno accoppiato costituisce un regime di aiuti in deroga agli altri regimi di aiuto disciplinati dal regolamento n. 1307/2013, per cui le sue condizioni di applicazione devono essere interpretate restrittivamente.

In terzo luogo, il Tribunale rileva che lo scopo del sostegno accoppiato non è sostenere la produzione agricola in generale o misure aventi effetti benefici sull’ambiente, ma piuttosto la produzione relativa a determinati settori agricoli o determinati tipi di produzione specifici che si trovano in difficoltà. Pertanto, anche supponendo che, come sostiene la Francia, i legumi presentino vantaggi per l’ambiente, tale circostanza non consente di stabilire che l’obiettivo di sostenere la produzione di leguminose da foraggio sarebbe effettivamente perseguito dal sostegno accoppiato concesso ai miscugli di legumi ed erbe.

Infine, la Corte respinge l’interpretazione proposta dalla Francia secondo la quale le pratiche attuali e consolidate in uno Stato membro devono essere prese in considerazione ai fini della definizione di un “settore agricolo”, ai sensi dell’articolo 52, paragrafo 2, del Regolamento n. 1307/2013. Una siffatta interpretazione non garantisce, in particolare, certezza del diritto e un’interpretazione uniforme, all’interno dell’Unione, delle disposizioni relative al sostegno accoppiato. Pertanto, si ritiene incompatibile con i requisiti di chiarezza e prevedibilità della norma giuridica applicabile. Pertanto, anche supponendo che i miscugli di legumi ed erbe costituiscano una pratica corrente e consolidata in Francia nel settore delle “colture proteiche”, essi non rientrano in tale settore, ai sensi dell’articolo 52, comma 2, del regolamento n. 1307 /2013.

PROMEMORIA: Il ricorso di annullamento mira all’annullamento degli atti delle istituzioni dell’Unione contrari al diritto dell’Unione. A determinate condizioni, gli Stati membri, le istituzioni europee e i singoli possono proporre un ricorso di annullamento dinanzi alla Corte di giustizia o al Tribunale. Se il ricorso è fondato, l’atto è annullato. L’istituzione interessata deve rimediare all’eventuale vuoto giuridico creato dall’annullamento dell’atto.
PROMEMORIA: Contro la decisione del Tribunale può essere proposto ricorso, limitato alle questioni di diritto, entro due mesi e dieci giorni dalla sua notifica.

Di seguito AGRICOLAE pubblica i documenti relativi.

Ricorso proposto il 6 agosto 2021 – Francia / Commissione (Causa T-475/21):

https://curia.europa.eu/juris/document/document.jsf?text=&docid=246674&pageIndex=0&doclang=IT&mode=req&dir=&occ=first&part=1&cid=333837 

Sentenza del Tribunale (Nona Sezione) 21 settembre 2022: 

https://curia.europa.eu/juris/document/document.jsf?text=&docid=266002&pageIndex=0&doclang=FR&mode=req&dir=&occ=first&part=1&cid=333837

 

 

 




IPCC, Francia: Rischio impatti irreversibili da cambiamento climatico, occorre trasformazione sistemica. Fondamentale ridurre emissioni e accelerare adattamento dei territori

“Il nuovo rapporto dell’IPCC dipinge un quadro molto allarmante delle conseguenze del cambiamento climatico, compreso l’aumento degli eventi meteorologici estremi. In questa occasione, la Francia ricorda la necessità di continuare a ridurre le emissioni di carbonio e di accelerare l’adattamento dei territori. È fortemente impegnata in questo, in particolare attraverso la legge sul clima e la resilienza, ma anche con i suoi partner europei a sostegno dei paesi più vulnerabili.

Il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici (IPCC) ha pubblicato il volume 2 del suo sesto rapporto di valutazione, intitolato “Cambiamenti climatici: impatti, adattamento e vulnerabilità”. Frutto di una collaborazione internazionale di 270 scienziati provenienti da 67 paesi, presenta lo stato attuale delle conoscenze sugli impatti percepibili dei cambiamenti climatici sull’uomo e sugli ecosistemi. Il rapporto presenta quindi gli impatti e i rischi a breve, medio e lungo termine in base ai livelli di riscaldamento, nonché i mezzi per adattarsi ad essi.”

Così in un comunicato il Ministero della Transizione Ecologica francese in merito all’ultimo rapporto IPCC sui rischi da cambiamento climatico.

“Il rapporto dell’IPCC è preoccupante: gli eventi climatici estremi (ondate di calore, forti piogge, inondazioni, intensi cicloni tropicali, siccità, incendi), gli effetti dei cambiamenti climatici causati dall’uomo, hanno già impatti significativi su popolazioni, ecosistemi e infrastrutture. Le conseguenze sull’accesso all’acqua e sulla sicurezza alimentare, sulla salute, sul funzionamento delle economie e sulla biodiversità sono molto gravi.

I rischi aumenteranno con l’aumento del riscaldamento globale, in tutte le regioni del mondo. Il rapporto sottolinea che oltre 1,5°C di riscaldamento, il cambiamento climatico avrà impatti irreversibili, in particolare sulla biodiversità. Per l’IPCC esistono soluzioni di adattamento ma richiedono una trasformazione sistemica. Tra queste soluzioni, c’è in particolare l’implementazione di sistemi di allerta precoce o soluzioni basate sulla natura, che hanno co-benefici per la biodiversità, il clima e le popolazioni. Ritardare queste azioni e le politiche necessarie per attuarle ne pregiudica l’efficacia, ne diminuisce il potenziale e ne aumenta i costi.

Inoltre, l’IPCC presenta la nozione di “sviluppo resiliente al clima”. Si tratta di uno sviluppo sostenibile, che richiede l’attuazione, in maniera integrata, di politiche di adattamento ai cambiamenti climatici, politiche per la tutela della biodiversità e degli ecosistemi, e politiche per la rapida riduzione delle emissioni di gas serra.

Questo rapporto conferma la determinazione della Francia a continuare la sua azione per ridurre le proprie emissioni di gas serra, in particolare attraverso la legge sul clima e la resilienza, ma anche per prepararsi agli inevitabili impatti dei cambiamenti climatici, con il secondo piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici.

Rafforza inoltre il ruolo guida della Francia e dell’Unione Europea nel raggiungimento dei suoi obiettivi climatici con il pacchetto Fit For 55, aiutando i paesi più vulnerabili a far fronte agli effetti del cambiamento climatico. Il Presidente della Repubblica si è impegnato ad aumentare i finanziamenti francesi per il clima a favore dei paesi in via di sviluppo a 6 miliardi di euro all’anno, dal 2021 al 2025, di cui un terzo per l’adattamento.

“Questo rapporto dell’IPCC conferma, per tutti i Paesi del mondo, l’urgenza di agire per attuare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, sia in termini di adattamento che di riduzione delle emissioni di gas serra. Pertanto, la Francia invita i paesi che non l’hanno ancora fatto ad aumentare le loro ambizioni climatiche prima della COP27 di Sharm el-Sheikh. Sebbene questo rapporto confermi anche che le crisi del clima e della biodiversità sono intrinsecamente legate, la diplomazia francese si è mobilitata per adottare un nuovo ambizioso quadro strategico globale per la protezione della biodiversità, alla COP15 di Kunming, che si terrà nei prossimi mesi. ha affermato Jean-Yves Le Drian, Ministro dell’Europa e degli Affari Esteri.

I risultati dell’IPCC sono chiari e confermano la necessità di agire sia sulla causa del cambiamento climatico, riducendo le emissioni globali di gas serra, sia sulle sue conseguenze per cercare di limitarne gli impatti. La Francia sta facendo la sua parte nello sforzo e il lavoro sulla nuova strategia energetica climatica francese ci consentirà di rafforzare le nostre azioni in questa direzione. Nell’ambito della sua Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, la Francia è mobilitata per attuare gli impegni europei attraverso il pacchetto “Fit For 55”. La conferenza ministeriale sul clima che sto organizzando a Nantes il 7 e 8 marzo, contribuirà alla mobilitazione vista l’urgenza segnalata dall’IPCC. ha dichiarato Barbara Pompili, Ministro per la Transizione Ecologica.

“La comunità internazionale dei ricercatori è impegnata nella produzione di conoscenze sull’origine, le conseguenze e le risposte da fornire di fronte al cambiamento climatico in atto. Desidero esprimere la mia gratitudine alla comunità scientifica francese per l’immenso lavoro di integrazione e analisi svolto nell’ambito della preparazione e pubblicazione di questo volume 2 del 6° rapporto dell’IPCC. Da un lato, è essenziale continuare i nostri sforzi per mitigare gli effetti del cambiamento climatico riducendo le nostre emissioni di gas serra, al fine di raggiungere la neutralità del carbonio. D’altra parte, è essenziale preparare le nostre società agli impatti che non possono essere evitati rafforzando la nostra strategia di adattamento, con politiche ambiziose per ridurre le vulnerabilità e aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici. Il rapporto dell’IPCC Group II mostra la necessità di comprendere meglio le dimensioni socioeconomiche dell’adattamento e l’impatto del cambiamento globale. Le comunità scientifiche sono pienamente mobilitate e supportate per sviluppare soluzioni operative di adattamento, in particolare quelle basate sulla natura, e per sostenere le capacità di risposta degli individui e dei territori, con una preoccupazione per l’equità.ha dichiarato Frédérique Vidal, ministro dell’Istruzione superiore, della ricerca e dell’innovazione.”

Per saperne di più: 

IPCC, Climate Change 2022. Cambiamenti climatici: una minaccia al benessere delle persone e alla salute del pianeta. Agire ora per mettere al sicuro il nostro futuro




Nutriscore, ministro francese Salute Véran: incoraggia a scelte più sane. 94% francesi lo vuole e uno su due ha cambiato abitudini alimentari. La lettera

Il ministro della Salute francese Olivier Véran risponde nei giorni scorsi a una lettera di 42 associazioni di esperti guidate da AFEF (Società Francese di Epatologia) e dalla SFSP (Società Francese di Salute Pubblica) sul Nutriscore dopo che i grandi produttori di formaggi e salumi avevano mostrato la propria contrarietà al sistema di etichettatura a colori fondato da Serge Hercberg.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la risposta di Vèran:

“Lei ha gentilmente richiamato la mia attenzione sulla mobilitazione dei professionisti della salute in difesa del nutriscore, dopo l’opposizione mostrata in Francia e in Europa da alcuni attori contro il logo.

Il Nutriscore è uno strumento di salute pubblica che, dalla sua adozione da parte delle autorità francesi nell’ottobre 2017, è stato oggetto di una crescente consapevolezza tra i consumatori e di un impegno dinamico da parte degli operatori economici.
Il Nutriscore è stato oggetto di numerosi studi scientifici che hanno dimostrato in diversi paesi europei con diversi contesti alimentari la sua capacità di discriminare la composizione nutrizionale dei prodotti e la sua buona comprensione da parte dei consumatori, compresi quelli con un livello di istruzione inferiore e meno conoscenze in materia di nutrizione.

 

Inoltre, è stato dimostrato che il logo incoraggia i consumatori a fare scelte alimentari più sane.
È anche sostenuto dagli scienziati. Il vostro coinvolgimento con noi rimane una risorsa chiave del Nutriscore.

Nel 2020, quasi il 94% dei francesi si è detto favorevole alla presenza del Nutriscore sulle confezioni e più di un francese su due ha dichiarato di aver cambiato almeno un’abitudine di acquisto grazie al logo.

Nel luglio 2020, 415 aziende erano coinvolte nel processo nutriscore in Francia, con una quota di mercato di circa il 50% dei volumi di vendita. Nel giugno 2021, più di 700 aziende si sono impegnate, rappresentando il 57% dei volumi di vendita, mostrando un impegno crescente e progressivo degli operatori economici.

Negli ultimi mesi, il Nutriscore è stato osteggiato da alcuni settori in Francia e in Europa. La Francia è mobilitata all’interno del comitato direttivo della governance transnazionale del nutriscore insieme agli altri sei paesi coinvolti, ovvero Germania, Belgio, Spagna, Lussemburgo, Paesi Bassi e Svizzera.

Nel quadro di questa governance, i paesi impegnati assicurano una gestione coordinata del Nutriscore per garantire la sua efficacia nei confronti dei consumatori e un’attuazione operativa da parte degli attori economici sui diversi territori”.

 

In Francia e Spagna si alza la protesta contro i tagli alla PAC. Giansanti: attenzione alta, l’agricoltura è il settore con più valore aggiunto

Nonostante i limiti imposti dall’emergenza sanitaria, gli agricoltori francesi e spagnoli hanno deciso di scendere in piazza per protestare contro le prospettive di riforma della politica agricola comune (PAC). Alcune manifestazioni si sono già svolte, evidenzia Confagricoltura, ed altre iniziative sono in programma per l’intero mese di aprile.

Le proteste sono motivate dalle ipotesi di riduzione dei trasferimenti diretti della PAC, soprattutto a scapito delle imprese di maggiore dimensione economica. In Spagna, in particolare, il governo punta a stabilire un aiuto uguale per tutti gli agricoltori, indipendentemente dalle specializzazioni produttive e dalla diversa struttura dei costi di produzione.

“Seguiamo con molta attenzione le iniziative varate dalle principali organizzazioni degli agricoltori francesi e spagnoli. E condividiamo le loro preoccupazioni”, dichiara il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

“Gli aiuti diretti della PAC costituiscono una rete di protezione per il reddito degli agricoltori. Rimetterla in discussione avrebbe un pesante effetto negativo sulla competitività delle imprese e sull’efficienza del sistema agroalimentare – sottolinea Giansanti – di cui proprio oggi l’Istat ha certificato la solidità. L’agricoltura è il settore produttivo che ha registrato la minore riduzione del valore aggiunto lo scorso anno. Indicatore che è addirittura aumentato per il comparto alimentare”.

“La PAC deve adattarsi alla domanda dei consumatori e alle nuove esigenze poste dai cambiamenti climatici – aggiunge il presidente di Confagricoltura – ma deve restare a tutti gli effetti una politica con finalità economiche di tutela e valorizzazione delle produzioni”.

Il negoziato in corso tra Parlamento europeo, Consiglio e Commissione sulla nuova PAC dovrebbe concludersi entro il prossimo mese di giugno. A seguire, entro la fine dell’anno corrente, gli Stati membri dovranno trasmettere alla Commissione europea i propri piani strategici per l’applicazione del nuovo assetto normativo.

“In altri Paesi il lavoro di redazione è già stato avviato da tempo, con una stretta collaborazione tra amministrazione centrale, regioni e organizzazioni professionali – conclude il presidente di Confagricoltura – Le proteste degli agricoltori francesi e spagnoli stanno ad indicare la complessità del lavoro che ci aspetta ai fini della tutela delle imprese e della salvaguardia del potenziale produttivo dell’agricoltura dell’Unione europea”.




Soia, Braz (Aprosoja Brasil): Produzione brasiliana attenta a difesa ambiente e sostenibilità. Da Macron e Francia attacchi ingiustificati

“Grazie alla interazione tra produttore, ricerca e università abbiamo sviluppato un sistema molto interessante e autorevole per la produzione di soia. I nostri prodotti devono rispettare la legislazione presente in Brasile, abbiamo un codice ambientale per il quale tutti i produttori devono lasciare nelle loro proprietà almeno il 20% di terre autoctone per conservare e preservare l’ambiente”.

Così Bartolomeu Braz, presidente Aprosoja Brasil, nel corso del webinar sulla soia brasiliana promosso dall’ambasciata del Brasile in Italia.

“Il nostro sistema dipende da questo rispetto del bioma e dell’ambiente, abbiamo quindi una grande responsabilità sulle foreste con intere aree interne alle nostre proprietà da preservare. Non ci sono nel mondo altri sistemi simili a quello brasiliano, attualmente preserviamo il 25% delle aree forestali che sono interne alle nostre aree produttive” prosegue.

“Il produttore ha il dovere di proteggere queste aree per far sì che ci sia armonia nella nostra produzione. Siamo protagonisti mondiali, estremamente competitivi grazie a questa efficienza e alle tecnologie di punta che mettiamo in campo.

Miglioriamo la vita della popolazione con la produzione della soia e facciamo in modo che i cittadini possano usufruire di queste risorse. Grazie alla produzione di soia abbiamo alzato lo standard della vita di molte zone del paese. Inoltre stiamo facendo un lavoro ottimale integrando zootecnia e foresta in modo economicamente ed ecologicamente sostenibile. Dove la terra è degradata portiamo avanti questo metodo per trasformare il suolo povero in suolo ricco” sottolinea Braz.

“Abbiamo problemi ma sono piccoli e saranno risolti, penso alle terre in cui manca ancora un catasto. Vi è poi un problema di comunicazioni, Macron e la Francia ci denigrano, non appicchiamo volontariamente incendi perché rappresentano al contrario il nostro più grande pericolo. Dobbiamo far conoscere in modo migliore il lavoro che facciamo sotto l’aspetto della sostenibilità” conclude.




Francia, per il 2021 ministero agricoltura propone budget da 4,8 miliardi di euro

“Un budget agricolo di 4,8 miliardi di euro, stabile rispetto al 2020. E ‘quanto propone il governo nella proposta di legge finanziaria presentata martedì 28 settembre in Consiglio dei ministri e che sarà discussa il 12 ottobre in Assemblea nazionale” scrive il quotidiano francese Ouest-France.

L’obiettivo di questo bilancio è sia rafforzare la sovranità alimentare e sostenere la transizione agroecologica sia anche adattare l’agricoltura e la silvicoltura ai cambiamenti climatici, ha affermato lunedì 27 settembre il gabinetto del ministero dell’Agricoltura, durante una conferenza stampa” prosegue il quotidiano.

La componente di competitività e sostenibilità dell’agricoltura, agroalimentare, silvicoltura, pesca e acquacoltura fa la parte del leone con il 36% del budget proposto, pari a 1,74 miliardi di euro.

I fondi dedicati alla sicurezza alimentare e alla qualità sanitaria sono aumentati di 13 milioni di euro rispetto allo scorso anno, raggiungendo 0,60 miliardi di euro. Questo, sapendo che un ulteriore guadagno per la sorveglianza delle frontiere in caso di hard Brexit potrebbe essere registrato durante i dibattiti parlamentari, ha affermato il gabinetto del ministero.

Da parte loro, i crediti di bilancio assegnati all’istruzione tecnica e all’istruzione agricola superiore aumentano di 14 milioni di euro per sostenere la crescita demografica e promuovere e rinnovare l’istruzione tecnica, indica il ministero. Il budget per l’istruzione tecnica agraria salirebbe così a 1,48 miliardi di euro e quello per l’istruzione superiore e la ricerca agricola aumenterebbe a 0,36 miliardi di euro”riposta Ouest-France.

“A questa proposta di bilancio agricolo 2021 si aggiungono le dotazioni per il piano di ripresa per l’agricoltura e la silvicoltura (1,2 miliardi di euro in due anni), la Politica Agricola Comune (9,5 miliardi) e fiscale e sociale (7 miliardi). Abbiamo un pacchetto globale di oltre 20 miliardi di euro dedicati ai crediti agricoli, riassume il gabinetto del ministero”. 




Covid, ecco l’ordinanza di Speranza che impone il tampone ai francesi che vogliono venire in Italia

Alla Croazia, Grecia, Malta e Spagna si aggiungono le regioni francesi dell’Alvernia-Rodano-Alpi, della Corsica, Hauts-de-France, Île-de-France, Nuova Aquitania, Occitania, Provenza-Alpi-Costa azzurra: tamponi obbligatori a chi, da queste regioni, intende entrare in Italia. Quindi anche da Parigi.

A darne notizia ieri il ministro della Salute Roberto Speranza a seguito del progressivo aumento del numero dei contagi in Francia che preoccupa l’Italia.

Sembrano lontani i tempi in cui Canal+ mandava in onda la pizza al Coronavirus facendo ironia su quanto stesse vivendo l’Italia alle prese con la pandemia. Le scuse “agli amici italiani” arrivarono poco dopo.

Era il 3 marzo, e la pandemia ancora non da cenni di arretrare mentre le prime sperimentazioni dei vaccini hanno – anche loro – fatto i primi feriti.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica integralmente l’ordinanza del ministro Speranza in PDF e a seguire in forma testuale:

ORDINANZA MINISTERO SALUTE

MINISTERO DELLA SALUTE

ORDINANZA 21 settembre 2020

Ulteriori misure  urgenti  in  materia  di  contenimento  e  gestione
dell'emergenza epidemiologica da COVID-19. (20A05139) 

(GU n.234 del 21-9-2020)

 

 
                      IL MINISTRO DELLA SALUTE 
 
  Visti gli  artt.  32,  117,  comma  2,  lettera  q),  e  118  della
Costituzione; 
  Vista la legge 23 dicembre 1978, n. 833, recante  «Istituzione  del
servizio sanitario nazionale» e, in particolare, l'art. 32; 
  Visto l'art. 47-bis del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300,
che attribuisce al Ministero della salute le funzioni spettanti  allo
Stato in materia di tutela della salute; 
  Visto l'art. 117 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112,  in
materia di conferimento di funzioni e  compiti  amministrativi  dello
Stato alle regioni e agli enti locali; 
  Visto il decreto-legge  25  marzo  2020,  n.  19,  convertito,  con
modificazioni, dalla legge 22 maggio 2020,  n.  35,  recante  «Misure
urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da  COVID-19»  e,
in particolare, l'art. 2, comma 2; 
  Visto il decreto-legge 16  maggio  2020,  n.  33,  convertito,  con
modificazioni, dalla legge 14 luglio 2020, n. 74, recante  «Ulteriori
misure  urgenti  per  fronteggiare  l'emergenza   epidemiologica   da
COVID-19»; 
  Visto il decreto-legge 30  luglio  2020,  n.  83,  recante  «Misure
urgenti connesse con la scadenza  della  dichiarazione  di  emergenza
epidemiologica da COVID-19 deliberata  il  31  gennaio  2020»  e,  in
particolare, l'art. 1, comma 1; 
  Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 7 agosto
2020, recante «Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge  25
marzo  2020,  n.  19,  recante  misure   urgenti   per   fronteggiare
l'emergenza epidemiologica da COVID-19, e del decreto-legge 16 maggio
2020, n.  33,  recante  ulteriori  misure  urgenti  per  fronteggiare
l'emergenza epidemiologica da COVID-19»,  pubblicato  nella  Gazzetta
Ufficiale della Repubblica italiana 8 agosto 2020, n. 198; 
  Vista l'ordinanza del Ministro della salute 12 agosto 2020, recante
«Ulteriori misure urgenti  in  materia  di  contenimento  e  gestione
dell'emergenza epidemiologica da COVID-19», pubblicata nella Gazzetta
Ufficiale della Repubblica italiana 13 agosto 2020, n. 202; 
  Visto il decreto  del  Presidente  del  Consiglio  dei  ministri  7
settembre  2020,  recante  «Ulteriori  disposizioni   attuative   del
decreto-legge 25 marzo  2020,  n.  19,  recante  misure  urgenti  per
fronteggiare  l'emergenza   epidemiologica   da   COVID-19,   e   del
decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, recante ulteriori misure urgenti
per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19»,  pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana 7 settembre  2020,
n. 222; 
  Viste le delibere del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020  e
del 29 luglio 2020, con le quali e'  stato  dichiarato  lo  stato  di
emergenza sul territorio  nazionale  relativo  al  rischio  sanitario
connesso all'insorgenza  di  patologie  derivanti  da  agenti  virali
trasmissibili; 
  Vista la dichiarazione dell'Organizzazione mondiale  della  sanita'
dell'11 marzo 2020, con la quale  l'epidemia  da  COVID-19  e'  stata
valutata  come  «pandemia»   in   considerazione   dei   livelli   di
diffusivita' e gravita' raggiunti a livello globale; 
  Considerato l'evolversi della situazione epidemiologica  a  livello
internazionale e il carattere particolarmente diffusivo dell'epidemia
da COVID-19; 
  Vista la nota del 21 settembre 2020 della Direzione generale  della
prevenzione sanitaria del Ministero della salute; 
  Ritenuto, nelle more dell'adozione di  un  successivo  decreto  del
Presidente del Consiglio dei ministri ai sensi dell'art. 2, comma  1,
del richiamato decreto-legge 25 marzo 2020, n.  19,  convertito,  con
modificazioni, dalla legge 22 maggio 2020, n. 35, di disporre  misure
urgenti per  la  limitazione  della  diffusione  della  pandemia  sul
territorio nazionale; 
  Sentiti il  Ministro  delle  infrastrutture  e  dei  trasporti,  il
Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale e il
Ministro dell'interno; 
 
                                Emana 
                       la seguente ordinanza: 
 
                               Art. 1 
 
 Misure urgenti di contenimento e gestione dell'emergenza sanitaria 
 
  1. Ai fini del contenimento della diffusione  del  virus  COVID-19,
all'articolo 1, comma 1, dell'ordinanza del Ministro della salute  12
agosto 2020, come prorogata e integrata dal  decreto  del  Presidente
del Consiglio dei ministri 7  settembre  2020,  le  parole  «Croazia,
Grecia, Malta o Spagna» sono  sostituite  dalle  seguenti:  «Croazia,
Francia (limitatamente alle  Regioni  Alvernia-Rodano-Alpi,  Corsica,
Hauts-de-France,   Île-de-France,   Nuova    Aquitania,    Occitania,
Provenza-Alpi-Costa azzurra), Grecia, Malta o Spagna». 
  2. Per i territori della Francia  diversi  da  quelli  indicati  al
comma  1  restano  ferme  le  disposizioni  di  cui  al  decreto  del
Presidente del Consiglio dei ministri 7 agosto 2020, come prorogato e
integrato dal decreto del Presidente del  Consiglio  dei  ministri  7
settembre 2020. 
  3. Al fine di adeguare le misure di contenimento  della  diffusione
del virus COVID-19 alla situazione epidemiologica, alle  persone  che
intendono  fare  ingresso  nel  territorio  nazionale   e   che   nei
quattordici giorni antecedenti hanno soggiornato o  transitato  negli
Stati e territori  di  seguito  indicati  si  applica  la  disciplina
seguente: 
    a) Bulgaria: disciplina prevista per i Paesi di cui all'elenco  B
dell'allegato  20  del  decreto  del  Presidente  del  Consiglio  dei
ministri 7 agosto 2020; 
    b) Serbia: disciplina prevista per i Paesi di  cui  all'elenco  E
dell'allegato  20  del  decreto  del  Presidente  del  Consiglio  dei
ministri 7 agosto 2020. 

                               Art. 2

Disposizioni finali

1. La presente ordinanza produce effetti dal giorno successivo alla
pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e
sino all’adozione di un successivo decreto del Presidente del
Consiglio dei ministri, ai sensi dell’articolo 2, comma 1, del
decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni,
dalla legge 22 maggio 2020, n. 35, e comunque non oltre il 7 ottobre
2020.
2. Le disposizioni della presente ordinanza si applicano alle
regioni a statuto speciale e alle Province autonome di Trento e di
Bolzano compatibilmente con i rispettivi statuti e le relative norme
di attuazione.
La presente ordinanza e’ trasmessa agli organi di controllo e
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Roma, 21 settembre 2020

Il Ministro: Speranza

______

Avvertenza:
A norma dell’art. 2, comma 4, del decreto-legge 25 marzo 2020, n.
19, il presente provvedimento, durante lo svolgimento della fase del
controllo preventivo della Corte dei conti, e’ provvisoriamente
efficace, esecutorio ed esecutivo, a norma degli articoli 21-bis,
21-ter e 21-quater della legge 7 agosto 1990, n. 241.





Agricoltura, Francia accoglie con favore la firma dell’accordo tra UE e Cina su indicazioni geografiche: accordo storico e passo in avanti contro contraffazione agroalimentare

“L’accordo di cooperazione e protezione sulle indicazioni geografiche tra l’UE e la Cina è stato firmato lunedì nel corso del vertice UE-Cina. Questa firma fa seguito all’impulso dato a questo negoziato dalla visita del Presidente della Repubblica francese in Cina nel novembre 2019, nell’ambito della Fiera Internazionale di Shanghai, in occasione della quale è stata annunciata la conclusione politica dei negoziati”. Così in un comunicato il ministero dell’agricoltura francese.

“Questo è il primo accordo bilaterale di questa portata tra l’UE e la Cina su tale argomento. Garantisce importanti sbocchi commerciali agli esportatori agricoli francesi, in particolare di vini e liquori. La firma di questo accordo fa parte della strategia globale dell’UE, fortemente voluta dalla Francia, volta a promuovere i nostri standard per la protezione delle indicazioni geografiche.

Non appena entrerà in vigore, una volta approvato dal Parlamento europeo, questo accordo garantirà un elevato livello di protezione a 100 indicazioni geografiche europee (IG) e 100 IG cinesi di vini, liquori e prodotti agroalimentari. Ne beneficeranno ventisei IG francesi, compresi alcuni dei nomi più prestigiosi ma anche i più usurpati in Cina.

Le IG francesi interessate beneficeranno di forti garanzie:

  • protezione di traduzioni e traslitterazioni di nomi IG in cinese;
  • rifiuto di registrazione come marchi da parte di terzi di denominazioni di IG protette;
  • il rigetto automatico dei depositi di marchi che usurpano le IG contenute nell’accordo, compresi i riferimenti alle IG.

L’accordo prevede inoltre che 175 ulteriori indicazioni geografiche europee e cinesi beneficino di questa protezione entro quattro anni dalla sua entrata in vigore.  

La Francia spera che questo accordo permetta la condivisione delle conoscenze tra la Cina e l’Unione Europea, che beneficia del sistema di indicazioni geografiche più avanzato al mondo, per migliorare e aiutare la Cina a consolidare e armonizzare la sua legislazione in materia di indicazioni geografiche, in un contesto di riorganizzazione dei propri enti gestionali per la tutela delle indicazioni geografiche.

Con i suoi partner europei, la Francia sarà attenta alla corretta attuazione di questo accordo in modo da garantire una protezione efficace delle indicazioni geografiche francesi in Cina contro la contraffazione e contro il deposito abusivo di marchi.

La firma di questo accordo rientra più ampiamente nel quadro degli obiettivi della Francia per le relazioni commerciali e di investimento tra l’Unione europea e la Cina, combinando apertura al commercio, migliore accesso al mercato cinese, condizioni competitive. correttezza e reciprocità.

Julien Denormandie ha dichiarato: “Questo accordo bilaterale tra Unione Europea e Cina è storico. Proteggendo le nostre indicazioni geografiche, che sono l’orgoglio e la reputazione del lavoro dei nostri agricoltori e viticoltori, contribuisce alla promozione del nostro know-how francese. Testimonia anche una comunanza di vedute tra due aree geografiche entrambe molto legate al rispetto del loro patrimonio culinario particolarmente ricco ” .

Per Franck Riester, “La firma di questo accordo con la seconda potenza commerciale del mondo è un passo importante nel riconoscimento del nostro sistema per la protezione delle indicazioni geografiche. In un mercato cinese alla ricerca di prove di autenticità e qualità del prodotto, risponderà alla domanda reale e rappresenterà un valore aggiunto per i nostri esportatori di prodotti agroalimentari. Questa è una pietra miliare nel rafforzamento dei nostri legami economici con la Cina sulla base della reciprocità e di una maggiore protezione dei diritti delle nostre aziende in materia di proprietà intellettuale ” .