Trattori, agricoltori a piazza Esedra: fieri del nostro lavoro ma cittadini comprino italiano. Stato elimini accise gasolio. VIDEOSERVIZIO

“Gli incentivi che danno per acquistare le macchine agricole vanno all’industria, perché quando ci sono gli incentivi i prezzi aumentano”.

Comprare italiano, è questo l’appello lanciato dagli agricoltori che manifestano oggi a piazza Esedra, a Roma. Un appello a cittadini, ma anche alle istituzioni, eliminando, almeno per ora, le accise sul gasolio.

“La prima cosa è il giusto prezzo al nostro lavoro, il giusto prezzo del prodotto, penso sia fondamentale. Se il cittadino italiano non ci dà una mano, acquistando il prodotto italiano e sensibilizzando le istituzioni ad andare nella direzione di proteggere la nostra agricoltura, saremo destinati a fermarci, non potremo più andare avanti. Siamo orgogliosi del lavoro che stiamo facendo. Questi trattori consumano tantissimo gasolio, ma nel momento in cui è antieconomico produrre, chiediamo di sospendere per un periodo l’accise sul gasolio, che incide per circa 13,8% sul prezzo. Chiediamo di sospenderla per 1-2 anni, poi potremo anche a pagare a prezzo pieno, quando le condizioni miglioreranno”. spiega Roberto Rosati, imprenditore agricolo proveniente da Teramo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per saperne di più: 

Sistema Italia, Lollobrigida: Ministero e Governo impegnati con agricoltori a difendere produzioni in Ue. VIDEOINTERVISTA

Trattori, ecco quanto consumano per arrivare a Roma. Grazie a gasolio agricolo in Italia “manifestare” costa meno che in Ue

Trattori, protesta si ridimensiona. Agricoltori: no a politiche Ue assecondate finora da governi e sindacati. VIDEOSERVIZIO

 




Trattori, ecco quanto consumano per arrivare a Roma. Grazie a gasolio agricolo in Italia “manifestare” costa meno che in Ue

Due chilometri per litro. E’ quanto ‘costa’, mediamente in termini economici di gasolio, a ciascun agricoltore che manifesta sul trattore. Il che si traduce in un euro a chilometro che diventano circa la metà proprio grazie alle agevolazioni messe in campo dall’Italia sui SAD a differenza di quanto accade in Francia e Germania. Dove manifestare ‘costa’ di più.

Oltre 600 km di strada e 300 euro circa di costo carburante per portare il proprio trattore dalla Puglia o dalla Calabria a Roma e partecipare alla protesta a Circo Massimo contro le politiche sull’agricoltura che, dicono i manifestanti, non sono abbastanza contro le politiche europee. Che diventerebbero circa ili doppio senza le agevolazioni sul gasolio confermate dal governo nell’ultima legge di bilancio per un pacchetto da circa un miliardo di euro.

Ogni trattore consuma infatti circa 150 grammi di gasolio per cavallo prodotto per ogni ora. Considerando una velocità di circa 40 chilometri l’ora che è la velocità massima per un trattore da cento cavalli, e quindi moltiplicando per tre ore circa che il tempo necessario di percorrenza di cento chilometri, si arriva a 450 grammi per cento cavalli: 45mila grammi a cui fanno tolti tre zeri. Quindi per fare Viterbo-Roma, che sono 100 chilometri, occorrono circa 100 euro alla pompa e 50 euro con il gasolio agevolato.

Dipende poi dall’utilizzo della potenza su strada perché può cambiare rispetto all’utilizzo su terra e senza attrezzature per il quale sono stati progettati.

Il calcolo si basa su un mezzo meccanico di media potenza, circa 100 kW, e con un consumo su strada di circa 2-3 km/litro. ma soprattutto sul costo base del gasolio agricolo, che varia in base al quantitativo acquistato, ma che attualmente si attesta poco sotto quota 1 euro/litro per quantitativi sopra i 1000 litri. A titolo di confronto il prezzo dei diesel per automobili oggi è di circa 1,85 euro, questo per una diversa tassazione applicata.

I trattori che sono arrivati a Roma però hanno una potenza che varia dai 150 ai 200 cavalli. Quindi si traduce in un consumo stimato di 15/20 litri l’ora, quindi tra i 45 e i 60 litri per un viaggio di cento chilometri. Per un costo complessivo di 100-120 euro alla pompa e della metà circa con agevolazioni.




Carogasolio, ecco perché alla pompa dovrebbe costare 1,60 euro/litro. E con 1,85 ci guadagnerebbero tutti. Ma Pmi ci rimettono

.La crisi energetica si somma a quella delle materie prime e le imprese, le Pmi soprattutto, rischiano di rimanere affogate dai costi proprio quando avevano iniziato a tirare su la testa dopo la crisi pandemica.

Ma in realtà un litro di gasolio dovrebbe costare, nella giornata del 16 marzo, 1,80 euro/litro. E tutti ci guadagnerebbero.

Secondo le quotazioni Platts in tempo reale il diesel, potrebbe essere 1,80/1,85 centesimi al litro. E 1,50 se il governo togliesse temporaneamente l’iva.

Ecco perché:

Alle ore 9.08 di questa mattina il future sul gasolio era quotato 903.75 Us Dollars per tonnellata vale a dire 820 euro la tonnellata.

Per tramutarlo in euro/litro occorre moltiplicarlo per la densità standard del gasolio liquido (0.8450) e si ottiene così la cifra di 693,61 euro per mille/litri.

Per ogni mille litri di gasolio l’accisa corrisponde a 617.4 euro. Quindi la somma complessiva per mille litri comprensiva di accisa viene 1311,01. Il che vuol dire 1,31 euro litro accisa compresa.

Se a questa cifra si aggiunge il 22 per cento di Iva (0,288 euro per litro) il prezzo finale che si ottiene sarebbe di 1,598 al litro, secondo quotazione Platts.

A questo va aggiunto il margine delle grandi compagnie, il trasporto e lo stoccaggio e il biodiesel come da normativa europea. Il diesel va addittivato infatti con il 7,5% di biodiesel e il 2,5% con certificati green sul mercato da biocarburanti avanzati.

Il prezzo fisico del biodiesel è molto cresciuto negli ultimi due anni e influenza sull’aumento di prezzo finale, ma su una quotazione di 1,598 comprensiva di tutto, 25 centesimi per coprire gli altri costi, secondo gli esperti, sarebbero sufficienti per restare dentro i margini di guadagno. Ma alla pompa è ancora oltre i due euro /litro.

Lo Stato pensa ora di intervenire politicamente per calmierare sull’aumento del sottostante mosso da elementi di carattere finanziario, ma intervenendo sull’azzeramento dell’Iva per i prossimi tre mesi potrebbe recuperare sul fenomeno fisiologico dell’evasione fiscale: un autobotte porta 36mila litri che al prezzo base compreso di accise (esclusa iva) della quotazione Platts di 1,31 euro avrebbe un valore di oltre 40mila. L’Iva varrebbe oltre 10mila euro per autobotte.

Senza contare poi che il costo medio di estrazione di un barile in Africa costa tra i 38 e i 40 euro. Tutta la differenza per arrivare fino ai 110 è tutto margine di chi estrae come l’Eni. Nonostante i costi sul Corporate siano molto pesanti, i margini sul brand possono essere enormi quanto enorme è l’aumento.

Il governo, Mite e Mef, sta pensando a una serie di misure da portare in Cdm già il prossimo giovedì: bollette rateizzate spalmate su un tempo maggiore per dare respiro a famiglie ed imprese. L’ipotesi di ridurre le accise in misura pari all’extragettito Iva in questo periodo dovuto all’aumento dei prezzi, sulla falsariga del modello francese. Così il carburante sarebbe meno caro, secondo alcune stime del 10%. Poi la possibilità di intervenire sugli extra-profitti delle imprese energetiche preservando la ‘stabilità della finanza pubblica’ dunque senza scostamenti di bilancio.

Secondo lo studio Censis Confcooperative sono a rischio 184mila imprese il che si traduce in 1,4 milioni di persone. Maggiore l’incidenza del rischio fra le imprese dei servizi (20,5%) e fra le piccole (21,3% nella classe 3-9 addetti). In base alle previsioni sul primo semestre 2022, circa 184mila imprese sarebbero esposte a un rischio tale da pregiudicare la propria attività operativa. Occupano poco meno di 1,4 milioni di addetti (il 10,5% sul totale) e rappresentano il 10,9% del valore aggiunto del sistema produttivo

Dal canto suo Bankitalia spiega in audizione davanti alle Commissioni riunite Ambiente, Attività produttive, della Camera che “in questa fase di emergenza in cui l’incertezza sulle prospettive economiche è particolarmente elevata gli interventi di mitigazione sono indispensabili. Non possono però essere prorogati indefinitamente: da un lato non risolvono il problema sottostante della dipendenza energetica dall’estero, dall’altro assorbono un ammontare molto elevato di risorse pubbliche, sottraendolo a impieghi alternativi o determinando ulteriori aumenti del debito pubblico”.

COME NASCE LA QUOTAZIONE PLATTS

A riportare il prezzo del petrolio in tempo reale fino a chiusura dei mercati è la piattaforma Platts che trova le sue origini dalla creazione  nel 1909 di una rivista mensile che riportasse le quotazioni del petrolio. Il fondatore era il giornalista Warren Platts.

Nel 1923 il mensile diventò una vera e propria newsletter quotidiana deputata a riportare le quotazioni dell’Oil. Nel 1928 cominciò ad essere utilizzata dalle maggiori compagnie petrolifere, cosa che la fece diventare una piattaforma globale su cui basare gli scambi.

Nel 1953 la McGraw Hill acquisì la Platts e, dopo numerose acquisizioni, nel 2016 la McGraw Hill diventò la Sp Global Platts.

S&P Global Platts è una divisione di McGraw Hill Financial (NYSE: MHFI), ed è un fornitore leader globale di informazioni su energia, metalli, prodotti petrolchimici e agricoli. S&P Global Platts serve clienti in più di 170 paesi servendo i mercati di petrolio, gas naturale, elettricità, energia nucleare, carbone, petrolchimica, metalli e zucchero. Le notizie in tempo reale di S&P Global Platts, i prezzi, i servizi analitici e le conferenze aiutano i mercati ad operare con trasparenza ed efficienza. Trader, risk manager, analisti e leader del settore dipendono da S&P Global Platts per prendere decisioni di business migliori.

www.platts.com

La quotazione Platts del gasolio del 10 marzo aveva chiuso infatti alle 17 ore locali a 0,8286 centesimi a litro. Aggiungendo a questa cifra, in Italia, l’accisa pari a 0,6174 centesimi si arriva a un comprensivo di 1,446 centesimi al litro. E ancora aggiungendo l’Iva al 22 per cento pari a 0,318 centesimi) il prezzo finale sarebbe stato di 1,764 a litro. A cui sono da aggiungere poi i costi di trasporto (che aumentano proprio i virtu del fatto che il gasolio aumenta) e di gestione e soccaggio. E Biodiesel. Ma anche oggi il gasolio alla pompa era superiore ai due euro.

https://ageei.eu/carogasolio-secondo-quotazioni-platts-dovrebbe-costare-160-euro-litro-e-con-185-ci-guadagnerebbero-tutti-ecco-perche/




Cia Puglia, Brindisi: ufficio UMA senza personale, niente gasolio per le aziende agricole

E’ dall’inizio dell’anno che gli uffici del Comune di Brindisi non riescono a istruire e a rilasciare alcun libretto UMA per l’assegnazione di gasolio agricolo per l’anno 2021: non è accettabile che oltre alle straordinarie difficoltà di questo periodo (emergenza Covid 19, crollo dei prezzi, calamità naturali e concorrenza sleale), gli agricoltori debbano subire anche le conseguenze di servizi e burocrazia non funzionanti”. La denuncia dei disagi subiti dagli agricoltori brindisini arriva da Vito Rubino e Pietro De Padova, rispettivamente direttore e presidente di CIA Agricoltori Italiani Area Due Mari (Taranto-Brindisi). Si tratta di una vera e propria emergenza, poiché le aziende agricole, i titolari di serre e le aziende zootecniche, a causa delle inefficienze dell’ente locale comunale, non possono ottenere il gasolio agricolo ad accise agevolata, come invece sta accadendo per tutti gli altri comuni del territorio regionale. A quanto pare, stando alle informazioni assunte dal Palazzo di Città di Brindisi, mancherebbe chi deve istruire le pratiche UMA e soltanto nel mese di gennaio l’ente ha pubblicato un bando in scadenza il 19 gennaio per selezionare una figura professionale che istruisca e rilasci i libretti UMA.

Una situazione a dir poco sconcertante, considerato che siamo al 23 febbraio 2021.

“Già i tempi di istruttoria delle richieste di carburante si sono notevolmente allungati per effetto delle misure precauzionali utili a contenere la diffusione del Covid 19”, ha spiegato Vito Rubino, direttore CIA Area Due Mari. “A questo si aggiungono i ritardi di alcune amministrazioni comunali che, tuttora, non riescono a garantire il servizio per assenza o addirittura mancanza del personale addetto alle istruttorie delle richieste di assegnazione di carburante. Il risultato è che a Brindisi migliaia di aziende agricole sono in attesa, da gennaio, di ricevere l’assegnazione del gasolio per poter procedere con le normali operazioni colturali, e questo a causa della mancanza di funzionari comunali deputati alle relative istruttorie”. Una situazione che sta mettendo ulteriormente allo stremo le aziende agricole brindisine, già alle prese con i lavori colturali di fine inverno-inizio primavera per dare avvio alle colture tipiche del territorio. Oltre a ciò le aziende agricole sono chiamate ad adempiere agli obblighi di esecuzione delle lavorazioni per contenere la Xylella fastidiosa. “E come dovrebbero eseguire questi lavori? Rifornendosi di gasolio alle normali colonnine e pagando quel gasolio oltre il doppio del costo previsto per le aziende agricole. Facciamo appello al sindaco e al segretario generale del Comune di Brindisi”, ha ribadito Pietro De Padova, presidente CIA Due Mari, “affinché questa situazione venga affrontata e risolta velocemente per non penalizzare ulteriormente le aziende agricole del territorio”.

La CIA ha già chiesto alla Regione Puglia, nelle scorse settimane, la possibilità, così come avvenuto nel 2020, di concedere una anticipazione di carburante del 50% rispetto a quanto ritirato lo scorso anno rivolgendosi direttamente ai distributori, in attesa della definizione della pratica che potrà avvenire successivamente”.

 

 




Cai contro l’aumento del prezzo del gasolio agricolo. Quali interessi particolari ci sono per non adottare soluzione?

“Il comparto agromeccanico è favorevole alla transizione ecologica e a un’accelerazione pianificata verso un modello di agricoltura più sostenibile. Tale percorso dovrà essere realizzato condividendo un progetto di rinnovamento condiviso fra istituzioni e non inasprendo unilateralmente le accise sul gasolio agricolo. È una soluzione miope e che frena gli investimenti di un settore già provato dalla crisi del Covid-19”.

Così Gianni Dalla Bernardina, presidente di Cai, associazione che rappresenta circa 18mila imprese agromeccaniche professionali in tutta Italia, commenta l’ipotesi di un aumento dei prezzi del gasolio agricolo dal prossimo gennaio.

“Serviranno diversi decenni per il passaggio all’idrogeno o a fonti energetiche meno inquinanti – dichiara Sandro Cappellini, vicepresidente di Cai -. La soluzione per una transizione verde sostenibile anche sul piano economico non è certo aumentare il prezzo del gasolio. Le nostre imprese non sarebbero in grado di sostenere l’impatto di nuovi costi di gestione e, invece di utilizzare il gasolio agricolo, opterebbero probabilmente per il gasolio da autotrazione, senza alcun risvolto ambientale positivo”. Anzi, con la controindicazione di favorire l’evasione fiscale.

Almeno 100 miliardi. Cai ha calcolato in via ipotetica quale potrebbe essere l’impatto economico di un passaggio dai trattori a gasolio a mezzi “full green”, come potrebbero essere quelli a idrogeno o elettrici. Per sostituire in Italia un milione di trattori, secondo le prime stime di Cai, “servirebbero almeno 100 miliardi di euro”, calcolando che il costo di acquisto di un trattore ecologico rispetto a uno a gasolio è il doppio, applicando di fatto lo stesso concetto di un’automobile.

Lotta all’evasione. Cai pone l’attenzione su un’altra questione. Invece di cercare di monetizzare aggravando il costo dei prodotti agricoli il Governo dovrebbe preoccuparsi di chiudere la falla dell’evasione Iva sulla nazionalizzazione dei prodotti petroliferi, che vale circa 6 miliardi. E per affrontare il problema basterebbe adottare la Reverse charge dell’Iva. Quali interessi particolari ci sono per non agire?




GASOLIO, ALLEANZA PESCA: “SVENTATO PERICOLO. AVEVAMO RAGIONE NOI INVECE DI COLORO CHE PROMUOVEVANO EMENDAMENTO”

“Sventato pericolo. Avevamo ragione noi nei confronti di chi promuoveva invece l’emendamento”. Così in una nota l’Alleanza cooperative pesca in merito al tentativo, tramite un emendamento a firma Italia Viva e Gruppo Misto dell’istituzione, in seno alla Presidenza del Consiglio, del programma per l’eliminazione dei sussidi dannosi per l’ambiente, in cui saranno individuate le misure di azione per una loro progressiva eliminazione, in particolare nel settore dell’energia. “Eliminazione dei sussidi dannosi per l’ambiente, tra cui sarebbe rientrato il gasolio agevolato per i pescherecci. Ribadiamo il nostro no a misure che puntano ad obiettivi di riduzione della spesa facendo aumentare i costi a carico delle imprese.  Torna, così, lo spettro del caro gasolio” dichiara l’Alleanza.  “La pesca è immersa mani e piedi nella sostenibilità ambientale; questo è ciò che stiamo facendo da anni applicando i regolamenti europei. Definire le misure di sostegno al reddito dei pescatori o le agevolazioni sul gasolio come sussidi ambientalmente dannosi significa non aver compreso il nostro mondo e minare il fragile equilibrio socio economico di un settore già duramente provato” conclude l’Alleanza.




DL CLIMA, LEGA: BLOCCATO SCELLERATO PIANO DEL GOVERNO E ITALIA VIVA DI AUMENTARE GASOLIO AGRICOLO

“E’ stato bloccato lo scellerato piano del governo di aumentare il gasolio agricolo grazie alla bocciatura dell’emendamento di Italia Viva da parte dall’aula del Senato. Con questo stop, migliaia di aziende e lavoratori del settore possono continuare a lavorare per valorizzare al meglio le potenzialità e le specificità di questo grande comparto a cui la Lega non farà mai mancare tutto il proprio sostegno”. Così, in una nota, i senatori della Lega Gianpaolo Vallardi, Giorgio Maria Bergesio, Gian Marco Centinaio e Rosellina Sbrana, componenti della commissione Agricoltura a Palazzo Madama.




GASOLIO, VOTO CONTRARIO DEL SENATO A EMENDAMENTO DL CLIMA COMINCINI E NUGNES (ITALIA VIVA-MISTO)

Voto contrario in aula del Senato per l’emendamento a firma di Eugenio Comincini, Italia Viva, e Paola Nugnes, Misto, che prevede “l’istituzione – si legge nel testo emendativo – del Programma per l’eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi” che “dovrà definire anche l’impiego di eventuali misure compensative per i soggetti economici ed i settori oggetto della riduzione graduale dei predetti sussidi”.

Come anticipato da AGRICOLAE la relatrice al Dl Clima Patty L’Abbate ha chiesto il ritiro dell’emendamento a firma di Eugenio Comencini, Italia Viva, 1.0.8 (testo 2) precedentemente approvato in commissione Ambiente del Senato con l’ok del governo.

Adottato poi dal senatore Martelli, del Gruppo Misto ex M5s, l’emendamento ha avuto voto contrario.

GASOLIO, RELATRICE CHIEDE RITIRO EMENDAMENTO COMINCINI MA VIENE ADOTATTO DA MISTO. SI VA AL VOTO

Come anticipato da AGRICOLAE la relatrice al Dl Clima Patty L’Abbate ha chiesto il ritiro dell’emendamento a firma di Eugenio Comencini, Italia Viva, 1.0.8 (testo 2) precedentemente approvato in commissione Ambiente del Senato con l’ok del governo volto all’“l’istituzione – si legge nel testo emendativo – del Programma per l’eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi” che “dovrà definire anche l’impiego di eventuali misure compensative per i soggetti economici ed i settori oggetto della riduzione graduale dei predetti sussidi”.

Lo ha però adottato il senatore Martelli, gruppo Misto ex M5s. Si andrà al voto




GASOLIO, RELATRICE DL CLIMA CHIEDE RITIRO EMENDAMENTO COMINCINI MA VIENE ADOTTATO DAL MISTO. SI VA AL VOTO

Come anticipato da AGRICOLAE la relatrice al Dl Clima Patty L’Abbate ha chiesto il ritiro dell’emendamento a firma di Eugenio Comencini, Italia Viva, 1.0.8 (testo 2) precedentemente approvato in commissione Ambiente del Senato con l’ok del governo volto all’“l’istituzione – si legge nel testo emendativo – del Programma per l’eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi” che “dovrà definire anche l’impiego di eventuali misure compensative per i soggetti economici ed i settori oggetto della riduzione graduale dei predetti sussidi”.

Lo ha però adottato il senatore Martelli, gruppo Misto ex M5s. Si andrà al voto




L.BILANCIO, ECCO GLI EMENDAMENTI DI ITALIA VIVA SENATO. #ITALIACLIMA E MOLTO ALTRO

Molti i temi agricoli affrontati da Italia Viva al Senato e introdotti tramite emendamenti alla Legge di Bilancio. La pesca professionale, le avversità atmosferiche, cambiamenti climatici, istituzione dell’unità operativa #Italiaclima di concerto con il Mipaaf, università, ricerca, Ambiente etc, fermo pesca e misure di promozione per i prodotti a denominazione di origine, mutui agevolati per il settore agricolo, calamità naturali e valorizzazione terreni agricoli. E poi ancora: Contrasto all’Italian Sounding, innovazione tecnologica, risorse per dare la terra ai giovani imprenditori tramite la Banca della Terra, programma triennale della pesca, lotta alla Xylella, interventi per la forestazione, filiera della carne e degli ungulati, contenimento della fauna selvatica, incentivi per impianti a biogas, fondo di solidarieta nazionale per il comparto ittico.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica tutti gli emendamenti di Italia Viva:

EMENDAMENTI BILANCIO ITALIA VIVA SENATO




GASOLIO, IMPOSSIBILE RITIRARE EMENDAMENTO COMINCINI. RELATRICE DL CLIMA IN RIUNIONE, INTERVERRA IN AULA. PER ELIMINARLO

Tutti al lavoro al Senato per mettere fine all’emendamento di Eugenio Comincini volto “all’istituzione – si legge nel testo emendativo – del Programma per l’eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi” che “dovrà definire anche l’impiego di eventuali misure compensative per i soggetti economici ed i settori oggetto della riduzione graduale dei predetti sussidi”.

Da quanto apprende AGRICOLAE, nonostante lo stesso Comincini avesse verificato con il Legislativo del Senato di ritirarlo, questo non è possibile. Procedura confermata dagli uffici del Senato ad AGRICOLAE: nel momento in cui un emendamento viene approvato in commissione non è più ritirabile. E la palla passa alla relatrice nel corso della discussione in aula.

Da quanto apprende infatti AGRICOLAE ad intervenire sulla questione in aula sarà la relatrice Patty L’Abbate, in quota Movimento Cinque Stelle.

Attualmente, sempre da quanto si apprende Patty L’Abbate è in riunione prima di andare in aula.

Per saperne di più:

DL CLIMA, ITALIA VIVA AL LAVORO PER RITIRO EMENDAMENTO SUSSIDI GASOLIO AGRICOLO

Stop al caos relativo all’eventuale riduzione delle agevolazioni sul gasolio agricolo. Da quanto apprende AGRICOLAE sembrerebbe che Eugenio Comincini, Italia Viva, stia valutando con il Legislativo del Senato di ritirare l’emendamento passato in commissione Ambiente del Senato anche con l’ok del governo per “l’istituzione – si legge nel testo emendativo – del Programma per l’eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi” che “dovrà definire anche l’impiego di eventuali misure compensative per i soggetti economici ed i settori oggetto della riduzione graduale dei predetti sussidi”.

Un programma che – dicono – era nato per mettere una pietra tombale sulla questione gasolio agricolo evitando la possibilità di riduzione delle agevolazioni ma che ha messo in allarme gran parte del mondo agricolo e politico.




GASOLIO, VALLARDI, LEGA IN AULA SENATO: BELLANOVA DOTTOR JEKYLL E MR HYDE. LO STENOGRAFICO

“Apprendo che si lavora per ritirare l’emendamento di Eugenio Comencini, Italia Viva, sui sussidi ambientalmente dannosi. Vuol dire che il mio intervento in aula questa mattina ha funzionato”. Così in una nota il presidente della commissione Agricoltura del Senato Giampaolo Vallardi in merito alla notizia per cui si sarebbe deciso di eliminare l’emendamento volto all’istituzione – si legge nel testo emendativo – “del Programma per l’eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi” che “dovrà definire anche l’impiego di eventuali misure compensative per i soggetti economici ed i settori oggetto della riduzione graduale dei predetti sussidi”.

Vallardi, che è all’opposizione, ha poi attaccato sia il ministro Bellanova che il senatore di Italia Viva firmatario dell’emendamento citando il racconto di Robert Louis “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde”. “Dottor Jekyll ai convegni e mister Hyde quando mette le tasse”, ha detto.

Qui di seguito lo stenografico:

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Vallardi. Ne ha facoltà.

VALLARDI (L-SP-PSd’Az). Signor Presidente, colleghi senatori, saluto anche il ministro Costa, che abbiamo il piacere di avere in Aula quest’oggi, e non potrebbe che essere così. Stiamo finalmente parlando di clima; parliamo di cambiamenti climatici, ovvero un argomento sul quale penso tutti quanti i senatori in quest’Aula si sentano coinvolti anche emotivamente. Parliamo di clima da diverso tempo; molto di più in questo ultimo periodo.

Siamo partiti da Greta Thunberg, la quale, con la sua faccia triste, ci ha evidenziato il problema, e cioè che qualcosa effettivamente sta cambiando nei nostri territori. Taluni eventi climatici si susseguono in maniera sempre più vorticosa, anche ultimamente, e la mente va inevitabilmente a Venezia, simbolo di tutto quello che è successo nel nostro Paese, dove effettivamente abbiamo avuto più di qualche danno. Tuttavia – a mio avviso – non dobbiamo farci prendere dalla irrazionalità nei comportamenti dal punto di vista legislativo; un’irrazionalità che invece rilevo nel provvedimento in esame, ed entrerò nel merito. Non dobbiamo farci prendere dall’enfasi della irrazionalità perché si finisce per varare provvedimenti che spesso e volentieri vanno a vuoto.

Ebbene, ritengo che in questo decreto-legge non ci sia molto di ciò di cui il nostro Paese ha bisogno per fronteggiare i cambiamenti. Diversi aspetti sono stati esaminati e discussi, anche sul fronte dell’agricoltura, dal quale provengo in qualità di Presidente della Commissione agricoltura.

Stiamo parlando di cambiamenti climatici; guardo anche il senatore Taricco con il quale abbiamo condiviso un percorso, insieme a tutti i colleghi, in maniera trasversale. In Commissione abbiamo un affare assegnato sui cambiamenti climatici e, però – mi rivolgo a lei, ministro Costa – in questo testo non scorgo alcun elemento di sostanza. Ed entro nel merito del provvedimento.

L’unico elemento positivo, in riferimento alla piantumazione di alcuni alberi nei Comuni, è rappresentato dagli incentivi a favore della piantumazione di aree verdi: va benissimo aver stanziato risorse, ma tante misure suonano esclusivamente come palliativi. Mi riferisco all’articolo 3 del decreto-legge, dove si dice che compriamo scuolabus per quei Comuni dove sono stati sforati i limiti consentiti di polveri sottili. Compriamo autobus ecologici solo nei Comuni dove c’è stato lo sforamento dei valori delle polveri sottili e per tutti gli altri Comuni che sono affianco non facciamo assolutamente niente? (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd’Az e della senatrice Gallone). Sappiamo benissimo che basta un soffio di vento per spostare l’aria di qualche chilometro.

In realtà, quello che mi preoccupa è l’assoluta nullità degli interventi contenuti nel provvedimento: oltre a non fare assolutamente niente, sono previste misure decisamente preoccupanti. Mi riferisco soprattutto all’emendamento 1.0.8, a firma dei senatori Comincini e Nugnes, dove si parla di istituzione del programma per l’eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi. Ebbene, non vorrei – mi rivolgo a lei, ministro Costa, ma tiro in ballo anche il ministro Bellanova – che si facesse un qualche riferimento al fatto che si vogliono togliere gli incentivi sul gasolio agricolo.

Da Presidente della Commissione agricoltura sono terrorizzato da questo provvedimento, e le spiego perché, Ministro. Lei dice di no, ma siamo preoccupati anche perché il sottosegretario all’agricoltura L’Abbate, in una intervista audiovisiva, ha detto che è meglio togliere l’incentivo. Vi dico, allora: toglietelo fin da subito perché l’agricoltura ha bisogno di investimenti e non di eliminare incentivi sul gasolio agricolo. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd’Az e della senatrice Papatheu). Le spiego anche tecnicamente perché, Ministro.

Se volete togliere il gasolio agricolo perché forse può inquinare, ci sono alternative: c’è il biometano che l’agricoltura può prodursi all’interno dell’azienda, con l’economia circolare. L’agricoltore, da solo o associato, può farsi un biodigestore da cui estrarre il biometano che può mettere nel proprio trattore agricolo. Quindi, abbiamo l’economia circolare a 360 gradi e si inquina molto meno anche dei veicoli elettrici. È infatti dimostrato, dal punto di vista tecnologico, che il biometano come tecnologia, alla fine del ciclo della vita di un mezzo, inquina in misura inferiore rispetto a un mezzo elettrico.

Tuttavia – mi rivolgo a lei, signor Ministro – non vediamo assolutamente degli incentivi a favore di ciò, perché, se si vuole fare un biodigestore o si vuole investire sul biometano, abbiamo una burocrazia da affrontare: il Governo parla da diversi mesi di sburocratizzare, ma fino ad oggi non abbiamo visto assolutamente nulla. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd’Az).

Sul provvedimento in esame voglio fare una riflessione politica, perché non possiamo far finta di niente. Il senatore Eugenio Comincini, che ha sottoscritto l’emendamento 1.0.8, fa parte di Italia Viva, il cui capo politico è la ministra Bellanova, di cui però non capisco il comportamento. La ministra Bellanova è forse una specie di dottor Jekyll e mister Hyde? È il dottor Jekyll quando parla nei comizi, nei convegni o quando viene a parlare alla Commissioni congiunte di Camera e Senato e dice che bisogna dare incentivi e sussidi all’agricoltura, per far sì che la nostra agricoltura evolva: sicuramente tutto questo è bello e positivo. Poi però il ministro Bellanova si trasforma in mister Hyde quando arriva all’interno del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e fa presentare al suo dirigente politico, il senatore Eugenio Comincini, un emendamento che toglie gli incentivi sul gasolio agricolo e quando, al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, inizia a parlare della sugar tax, che metterà in ginocchio tutto il settore agricolo (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd’Az) o della plastic tax, che per il settore dell’agricoltura, con tutti i contenitori per la conservazione dei generi alimentari, sarà sicuramente una mazzata tremenda.

Secondo me il Governo dovrebbe fare le cose in maniera sensata e soprattutto dovrebbe riordinare le idee, perché prima di pensare a mettere tasse assurde per risolvere il problema ambientale, occorre mettere in atto tutte quelle tecnologie che sono presenti, dal punto di vista tecnologico, nel nostro Paese. Serve solo finanziarle e non serve bloccare l’attività degli agricoltori, con l’ipotesi di togliere l’incentivo sul gasolio agricolo, perché in un momento in cui la nostra agricoltura è fortemente in difficoltà, anche solo pensando ad iniziative come queste sicuramente si affossa il made in Italy e un settore che costituisce uno dei pilastri dell’economia del Paese. Quindi invito il Governo a riordinare le idee, perché le esperienze positive ci sono e anche solo copiando tali esperienze positive potrete fare qualcosa di vincente per il Paese. (Applausi dal Gruppo L-SP-PSd’Az).




DL CLIMA, ITALIA VIVA AL LAVORO PER RITIRO EMENDAMENTO SUSSIDI GASOLIO AGRICOLO

Stop al caos relativo all’eventuale riduzione delle agevolazioni sul gasolio agricolo. Da quanto apprende AGRICOLAE sembrerebbe che Eugenio Comincini, Italia Viva, stia valutando con il Legislativo del Senato di ritirare l’emendamento passato in commissione Ambiente del Senato anche con l’ok del governo per “l’istituzione – si legge nel testo emendativo – del Programma per l’eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi” che “dovrà definire anche l’impiego di eventuali misure compensative per i soggetti economici ed i settori oggetto della riduzione graduale dei predetti sussidi”.

Un programma che – dicono – era nato per mettere una pietra tombale sulla questione gasolio agricolo evitando la possibilità di riduzione delle agevolazioni ma che ha messo in allarme gran parte del mondo agricolo e politico.




Dl clima, l’Abbate (Mipaaf): eliminazione sussidi gasolio non automatica ma per evitare ambiguità, si valuti eliminazione emendamento. VIDEOINTERVISTA

“Non c’è un automatismo, il testo rimanda alla costituzione di un tavolo presso la Presidenza del Consiglio di concerto con i ministeri per discutere dei sussidi ambientalmente dannosi”. Così ad AGRICOLAE il sottosegretario Mipaaf Giuseppe L’Abbate in merito all’emendamento presentato da Italia Viva e Misto che prevede “l’istituzione – si legge nel testo emendativo – del Programma per l’eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi” che “dovrà definire anche l’impiego di eventuali misure compensative per i soggetti economici ed i settori oggetto della riduzione graduale dei predetti sussidi”.

 

“Però per evitare qualsiasi tipo di ambiguità – aggiunge il sottosegretario – si potrebbe eliminare quella parte nell’approvazione del decreto (Dl Clima ndr) come d’altronde era già stato fatto nelle bozze. Quando era presente e poi non più inserito al momento della presentazione del testo”, conclude.




APICOLTURA, ORGANIZZAZIONI IN AUDIZIONE IN COMAGRI SENATO. AGRINSIEME: RIPETERE MODELLO ORTOFRUTTA. COLDIRETTI: DEFISCALIZZAZIONE GASOLIO

Bisognerebbe seguire l’esempio del comparto ortofrutta, secondo Agrinsieme, per quanto riguarda il settore dell’apicoltura e l’utilizzo dei contributi comunitari della Pac: nell’ortofrutta determinati contributi dati alle associazioni di produttori –  ha spiegato in audizione in commissione Agricoltura al Senato sulle problematiche del settore dell’apicoltura – funzionano e hanno permesso passi avanti al sistema associazionistico italiano. Se potessimo copiare e mediare determinati sistemi si riuscirebbe a far fare anche un salto di qualità al settore”. “Bisognerebbe includere queste materie anche allinterno dei Psr, magari dando un contributo allagricoltore che si impegna a mantenere sul proprio terreno un apicoltore vero”.

Importanti poi i problemi legati all’invasione di parassiti che vengono dal Sud Est asiatico. “Per i quali occorrono soldi ed energie”. In Italia si presenta una situazione particolare: si produce meno del fabbisogno di miele e si importa molte più tonnellate dall’estero. In questo modo, secondo Agrinsieme, non viene premiata la produzione Made in Italy. “Molto spesso vengono premiate produzioni non di qualità che provengono da Paesi che nonostante la crisi mondiale continuano a produrre e sui quali bisognerebbe chiedersi come vengono prodotti”.

Secondo Uecoop Coldiretti il 2019 è stato un anno “disastroso dal punto di vista della produzione soprattutto per l’aspetto climatico anomalo, il caldo e la siccità dei primi mesi della stagione primaverile, seguite da precipitazioni abbondanti con un calo termico improvviso, ha compromesso le fioriture e l’estate particolarmente calda, alternata ad ondate di maltempo, ha comportato un crollo nella produzione di miele”. Secondo le stime della centrale cooperativa aderente alla Coldiretti la produzione nazionale sarà al di sotto dei 23,3 milioni di chili registrati nel 2018. Mentre le importazioni sono circa 9,7 milioni di chili nei primi cinque mesi del 2019, di cui la metà arriverà dall’Ungheria e per il 10% dalla Cina”.

Punta il dito sul gasolio agricolo invece la Coldiretti: “i nostri apicoltori chiedono interventi di agevolazioni, come la riduzione dei contributi previdenziali per i dipendenti o la defiscalizzazione del gasolio per gli autocarri”. Se secondo la Coldiretti è necessario “prevedere tutte le agevolazioni possibili quando si verificano calamità naturali”, diversa la questione nel medio e lungo periodo, per il quale “occorre pensare a una migliore gestione del rischio e a tecniche produttive che possano limitare limpatto dei cambiamenti climatici”.

Pensa invece alla multifunzionalità dell’apicoltura Gennaro Scordamiglio, di Unci Agroalimentare. “L’opportunità della multifunzione dell’azienda agricola può incentivare l’agricoltura innestata nell’apicoltura come maggior volano dell’economia. Evitando di avere un competitor diverso sul territorio per garantire futuro al comparto”.