Vinitaly: il vino nella gdo, anticipazione studio di Circana

756 milioni di litri di vino e spumante venduti nel 2023 nella Grande Distribuzione ne fanno il canale commerciale più ampio. Quali sono i vini più acquistati dagli italiani in supermercati e discount nell’anno passato? Prosecco (spumante e vino frizzante) con oltre 43 milioni di litri, -1,5% sull’anno precedente; Chianti con più di16 milioni di litri, – 4,9%; Lambrusco con oltre 15 milioni di litri, -9,5%; Montepulciano d’Abruzzo con più di 13 milioni di litri, +4%; Vermentino con oltre 10 milioni di litri, +2,3%. I vini, invece, con maggior tasso di vendita, sono: il rosato Cerasuolo dell’Abruzzo con +19%; il siciliano Grillo con +12,2%; il Pecorino, prodotto in Marche e Abruzzo, con+12%; il Lugana, prodotto in Lombardia e Veneto con+9,5%; la Ribolla del Friuli Venezia Giulia col +8,0% a volume ( si vedano le due classifiche allegate). Questa l’anticipazione dello studioCircana per Vinitaly” che comprende le classifiche dei primi 15 vini più venduti e dei 15 “emergenti” e verrà interamente presentato a Vinitaly il 15 aprile nel corso della tradizionale tavola rotonda su Vino e Gdo, organizzata da Veronafiere.

Il 2023 è stato un anno ancora difficile per il mercato del vino nella Gdo, anche se l’inflazione ha pesato meno che nel 2022 e il secondo semestre ha registrato un leggeroincremento delle vendite. Il dato complessivo del vino è 3,3% a volume sull’anno precedente (+2,5% a valore).Meglio i vini in bottiglia a denominazione d’origine che scendono del 2,8%, mentre anche le bollicine calano, a 1,1%. Più in dettaglio: i rosati hanno venduto meglio dei bianchi, i bianchi meglio dei rossi, i vini fermi meglio dei vini frizzanti. Il prezzo medio del vino a denominazione d’originein bottiglia (Doc, Docg, Igt) è di 5,4 euro al litro, con un aumento medio del 6,3% sull’anno precedente.

“Le strategie per una ripresa dipenderanno dalla scelta di Cantine e Distribuzione se preservare i margini oppurerecuperare i volumi – osserva Virgilio Romano, Business Insight Director di Circana Nel primo caso c’è il rischio di una chiusura d’anno non brillante; nel secondo, una maggiore promozionalità potrebbe favorire un recupero dei volumi”.

“La 20^edizione della tavola rotonda – ha sottolineato Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere – serve a fare il punto sulle dinamiche di mercato di un canale di vendita fondamentale per le imprese italiane. Il dialogo a Vinitaly tra produttori, distribuzione e buyer assume quest’anno ancora maggior importanza a fronte di una minor produzione dell’ultima vendemmia e di pressioni inflattive che confidiamo possano allentarsi il prima possibile”.

L’analisi in profondità dei dati del 2023, e soprattutto quelli del primo trimestre 2024, saranno presentati da Circana alla tavola rotonda del 15 aprile a Vinitaly. A commentarla: Mirko Baggio, rappresentante di Federvini (Responsabile Vendite Gdo di Villa Sandi); Francesca Benini, rappresentante di UivUnione Italiana Vini (Sales & Marketing Director di Cantine Riunite & CIV); Simone Pambianco, Category manager Bevande, Conad; Francesco Scarcelli, Head of Beverage & Frozen Foods, Coop; Lorenzo Cafissi, Beverage & Home & Personal Care Director, Carrefour Italia; Marco Usai, Wine Specialist, MD.

 

 

 




Riparte Spettacoli alla Frutta: nel 2024 più brand, più date in Gdo e alcune sorprese

Sette weekend tra marzo e giugno per raccontare l’ortofrutta in punto vendita in modo inedito, con una proposta innovativa, attraente e coinvolgente in grado di lasciare il segno, cambiando i paradigmi della comunicazione tradizionale. Un format itinerante che prende forma nel reparto ortofrutta, pensato per regalare alle persone intente a fare la spesa un’esperienza d’acquisto memorabile, facendo portare loro a casa un sorriso, oltre che concetti e informazioni utili a creare una maggiore consapevolezza nelle scelte di consumo. Spettacoli alla Frutta, il progetto di filiera che mette insieme 25 brand leader del settore ortofrutticolo made in Italy, torna a partire dal 15marzo nei punti vendita della Gdo con la sua proposta a effetto wow che si arricchisce quest’anno di alcune sorprese e new entry. A partire dai nuovi ingressi nell’ATI Spettacoli alla Frutta*, che ad oggi riunisce 24 imprese (nel 2023 erano 22) per 24 prodotti di eccellenza, oltre al packaging in cartone ondulato rappresentato dal Consorzio Bestack, capofila e promotore del progetto. Insieme questi brand rappresentano il 77% delle referenze che i consumatori possono trovare nel reparto frutta e verdura del supermercato, per un fatturato complessivo espresso dalle aziende pari a 3,8 miliardi.

Comunicare il prodotto in modo empatico

In ogni tappa nei punti vendita coinvolti saranno protagonisti sei prodotti di stagione presenti sui banchi del reparto ortofrutta, più la confezione in cartone ondulato per contenerli. Ogni prodotto prenderà vita – letteralmente, grazie ai personaggi vestiti da frutto – per raccontarsi in tutta la sua bontà e unicità, svelando alle persone intente a fare la spesa le sue proprietà, le caratteristiche, l’origine, la stagionalità, i migliori impieghi in cucina, nonché i benefici di una dieta ricca di frutta e verdura, al contempo promuovendo consumi più sostenibili e senza sprechi. I promoter di Spettacoli alla Frutta interagiranno con i clienti del supermercato entrando in sintonia con loro, grazie a un approccio emozionale ed empatico: per rendere ancora più coinvolgente il racconto, sono previste anchedegustazioni in punto vendita dei prodotti ortofrutticoli protagonisti della giornata. E poi il gran finale nel reparto ortofrutta, con un entusiasmante show musicale sulle note di “Eccoci qua!”, il brano originale jingle di Spettacoli alla Frutta.

Ripartiamo nel 2024 da dove eravamo rimasti l’anno precedente, facendo un ulteriore passo in avanti. Quest’anno sono previsti almeno 32 eventi ed è un orgoglio avere aumentato il numero delle imprese convolte – dichiara il direttore del Consorzio Bestack Claudio Dall’Agata -. Faremo vivere l’ortofrutta ancora di più, raccontandola live e online e facendola degustare, perché sia per chi ci sarà un ricordo speciale. Spettacoli alla Frutta è un insieme di aziende e al tempo stesso un ‘megafono’ per migliorare il percepito di frutta e verdura nell’interesse collettivo della filiera, dalla produzione alla GDO. La promozione del consumo di frutta e verdura è una priorità dell’intera filiera. Più diventeremo e più avremo peso e forza, per far diventare il consumo di ortofrutta una nuova priorità collettiva. È interesse del settore e a noi spetta perseguire questo obiettivo”.

 

Le insegne e le date della prima wave 2024

Si parte questo weekend in Puglia, in alcuni punti vendita del gruppo Megamark nel Barese: il 15 marzo tappa al supermercato Dok di Bari, il 16 marzo al Famila di Monopoli e in quello di Conversano, il 17 marzo al Famila di Ostuni. Aprile si apre con una tappa in Campania, in quattro supermercati Sole 365 del gruppo AP Commerciale: il 6 aprile a Salerno(Quartiere Italia) e a Montecagnano (SA) presso il centro commerciale Maximall, il 7 aprile a Napoli nel punto vendita Sole 365 del centro commerciale Neapolis e nella stessa giornata nel Sole 365 di Sant’Anastasia (NA). Quindi si passa in Veneto, nel Padovano, in due punti vendita del gruppo Alì: il 20 aprile nel supermercato Alì di Selvazzano Dentro e il 21 aprile nell’Aliper di Abano Terme. A maggio Spettacoli alla Frutta prosegue in Piemonte in tre punti vendita Mercatò Extradel gruppo Dimar: il 3 maggio tappa in quello di Saluzzo (CN), il 4 maggio in quello di Alba (AL) e il 5 maggio in quello di Alessandria. Quindi tre settimane dopo si passa in Toscana, in quattro punti vendita di Unicoop Firenze: il 24 maggio tappa nelsuperstore Coop del Centro dei Borghi a Cascina (PI) e in quello del Centro Empoli a Empoli (FI), il 25 doppia tappa a Firenze nel punto vendita Coop del centro commerciale Ponte a Greve e in quello del centro commerciale Gavinana. A giugno si passa invece in Lombardia, in due punti vendita Carrefour: l’8 giugno nell’ipermercato del Citylife Shopping District a Milano e il 9 giugno nell’iper del Centro Commerciale Carosello a Carugate (MI). Infine il settimo e ultimo weekend di questa prima “wave” di Spettacoli alla Frutta si tiene in Emilia, in quattro punti vendita di Coop Alleanza 3.0: il 22 giugno nell’Ipercoopdel Centro Lame a Bologna e all’ExtraCoop del centro commerciale Nova a Villanova di Castenaso (BO), il 23 giugnoinvece tappa a Modena all’Ipercoop del centro commerciale I Portali e all’ExtraCoop del centro Grandemilia.

 

Un concorso a premi e un evento nazionale

Dopo una pausa estiva, Spettacoli alla Frutta in Gdo ripartirà poi in autunno con nuove tappe in nuovi punti vendita delle insegne coinvolte e con nuovi prodotti di stagione protagonisti. Inoltre è in programma un evento nazionale rivolto al grande pubblico, che si terrà lungo lo Stivale: uno speciale tour da Nord a Sud con protagonisti i 25 brand di Spettacoli alla Frutta, di cui saranno svelati i dettagli dopo l’estate.

Il nuovo tour di Spettacoli alla Frutta in Gdo è accompagnato da una massiccia comunicazione sui social network e da contenuti live continuativi. È previsto anche un concorso a premi settimanale con in palio kit per il consumo di frutta e verdura fresca e trasformata e l’estrazione finale di due weekend per due persone in uno dei 100 borghi più belli d’Italia.

* I 25 brand dell’ATI Spettacoli alla Frutta
24 aziende leader del settore – con i loro 25 brand – sono riunite in un’ATI (Associazione temporanea d’Imprese) al fine di promuovere frutta e verdura con format e iniziative originali. Ecco i prodotti e i brand che partecipano al progetto in Gdo: limone Almaverde Bio, barattiere Barattì Miss Freschezza, carota Novella di Ispica Igp, ciliegia Igp del Consorzio di Vignola, melone Igp del Consorzio del Melone Mantovano, pomodoro Igp del Consorzio di Pachino, radicchio del Consorzio di Tutela del Radicchio Rosso di Treviso Igp e Variegato di Castelfranco Igp, pera dell’Emilia Romagna Igp, zucchina Crü di Colle d’Oro, clementina Dolce Clementina di Op Armonia, finocchio Dolce Lucano, kiwi Jingold, melagrana Lome Superfruit (new entry), melanzana Melanzì, mela Melinda, insalata Miss Salad de L’Insalata dell’Orto (new entry), arancia rossa Oranfrizer, anguria Perla Nera, uva Piacere Viviana, fico d’India Sicilio, fragola Solarelli, pesche e nettarine Valfrutta Fresco e peperone Cornelio (new entry) Valfrutta Fresco, carciofo Violì. Con loro ci sono gli imballaggi in cartone ondulato del Consorzio Bestack – ideatore e capofila dell’ATI -,custodi di freschezza, di lunga vita e di minore spreco di frutta e verdura, nonché veicolo per valorizzare i brand dei produttori.




Arsenale SGR costituisce il Fondo AREFOOD, la prima piattaforma italiana dedicata all’investimento in immobili a servizio della GDO alimentare

Arsenale SGR ha lanciato il Fondo di investimento Arefood, a strategia core/core+, che si propone di investire fra i 100 e 150 mln di euro nel segmento della GDO alimentare italiana con l’obiettivo di creare un portafoglio a reddito altamente diversificato.

Dalla sua partenza il Fondo ha già concluso otto operazioni di acquisizione, tutte localizzate nel Nord Italia, e ne porterà a termine altre tre durante il primo trimestre 2024. Il Team è fortemente impegnato nell’analisi, valutazione e selezione di opportunità, anche in collaborazione diretta con alcune primarie insegne italiane e internazionali.

Arsenale SGR, come noto, è specializzato in investimenti di nicchia nel settore immobiliare, e offre opportunità di investimento in mercati poco presidiati da investitori istituzionali, ma dove il sottostante economico presenta caratteristiche particolarmente attrattive come nel caso di Arefood, grazie a forte resilienza al fenomeno inflattivo, controparti di dimensione, standing e credit rating di alto livello e bassa volatilità del settore sottostante.

Arefood si posiziona come partner strategico per le aziende distributrici proiettate verso il futuro, e offre ai suoi investitori la possibilità di ricevere dividendi semestrali ben superiori a quelle tipiche dei segmenti di investimento immobiliare più classici.

“Riteniamo che investire nel mercato immobiliare della GDO in Italia rappresenti un’operazione a basso rischio grazie alla solidità e resilienza del settore grocery, che garantisce rendimenti sicuri e attrattivi, indicizzati all’inflazione, e con un potenziale ma significativo upside legato alla costruzione di un portafoglio di media-grande dimensione, appetibile per investitori istituzionali”, dichiara Marco Stevanato, Amministratore Delegato del CdA di Arsenale SGR. “Gli immobili adibiti a supermercato tradizionale e discount – prosegue – proprio per le loro scarsa volatilità finanziaria, continueranno a generare una forte domanda da parte degli investitori che in questi nuovi segmenti economici potranno trovare una maggiore stabilità rispetto al mercato immobiliare classico”, conclude Stevanato.

Il Fondo Arefood ha come lead investor la Famiglia Stevanato, che investe assieme ad altre famiglie imprenditoriali, High Net Worth Individual (HNWI), family office e multi-family office. L’attività di fundraising proseguirà per i prossimi tre anni e prevede anche l’ingresso di investitori istituzionali.

Alle ultime operazioni di acquisizione del Fondo di punti vendita affittati al Gruppo PAM, Conad e Penny Market, hanno partecipato Legura Srl, come advisor strategico, lo Studio Compagnone Donato per la Due Diligence legale e gli aspetti contrattuali, e lo studio Ar/Cos per la Due Diligence tecnica.

 

Arsenale SGR

Arsenale SGR è una società di gestione del risparmio italiana – autorizzata da Banca d’Italia – che investe, attraverso fondi immobiliari di tipo chiuso e riservati ad investitori qualificati nel settore immobiliare americano e italiano. La Società nasce da un’iniziativa imprenditoriale della famiglia Stevanato che detiene il 100% di Arsenale SGR, tramite il single family office Sfem, di cui Marco Stevanato è Amministratore Delegato.

 




Lollobrigida: investire in ricerca, tecnologia e lavoro per combattere caro-prezzi. Redistribuire, con aiuto Gdo, i ricavi lungo la filiera

Il ministro della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida parla chiaro nel corso della registrazione di Porta a Porta, la cui messa in onda è prevista questa sera: per affrontare il problema dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari bisogna investire sulla tecnologia e sulla ricerca. “Sulla vicenda delle accise abbiamo salvaguardato il mondo dell’agricoltura e della pesca e del trasporto perché incidono sui costi di produzione”, ha spiegato in studio. “Insieme alla Gdo occorre trovare il modo di creare una filiera nella quale vengano distribuiti in maniera equilibrata i ricavi, in modo tale che tutti ne abbiamo un beneficio”. Ma non solo. Per il ministro è necessario anche ragionare sulla questione del lavoro. “Il governo, ha spiegato il ministro, ha inserito un provvedimento per renderlo più flessibile perché ci sono alcuni comparti, come quello dell’agricoltura per il quale è difficile fare previsioni sulle necessità di forza-lavoro. Si deve intervenire con elasticità combattendo in maniera rigida il caporalato”, ma anche attraverso “un modello di voucher molto controllato, che consente di dare la possibilità di abbattere costi legati al sistema del lavoro”.




Caro prezzi, è dibattito ed Esselunga cambia cartellonistica. Scordamaglia, Filiera Italia: no a fughe in avanti. Risolviamo uniti il problema

I prezzi delle materie prime aumentano, il caro energia pesa ed Esselunga cambia approccio e cartellonistica. A seguito infatti del dibattito generatosi nei giorni scorsi tra filiera produttiva e Gdo nel corso del quale Giorgio Santambrogio già CEO Gruppo VèGè e Vice Presidente vicario di Federdistribuzione, aveva ribadito – rispondendo a Luigi Scordamaglia – come fosse necessario accettare aumenti di listino a fronte di drammatici aumenti di costo di produzione, il gigante toscano della Gdo, ha provveduto a cambiare cartellonistica, passando dall’iniziale “Noi abbassiamo i prezzi” all’attuale “convenienza dei nostri prezzi” e “rispetto della filiera produttiva”.

“Evitare fughe in avanti” ribadisce ancora una volta Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, commentando il recente articolo comparso sul blog di Mario Sassi (http://www.mariosassi.it/grande-distribuzione-e-inflazione-in-attesa-della-tempesta-perfetta/ ) relativo al taglio dei prezzi di alcune catene della Gdo.

“Nervi saldi e nessuna fuga in avanti di chi vuol far credere di essere meglio degli altri tagliando i prezzi quando tutto aumenta. Parlando con una voce il più possibile univoca di filiera perché è vero che l’aumento dei costi riguarda tutti: produzione agricola, industria e gdo.”

 

Secondo Luigi Scordamaglia solo restando uniti si può far fronte alla difficile situazione in essere, causata dall’aumento dei prezzi delle materie prime e del costo dell’energia.

“Non è più possibile che alcune catene della GDO continuino ad ignorare le legittime richieste di riconoscimento degli aumenti di costo avanzate dalle aziende della filiera agroalimentare italiana” aveva già dichiarato, come riportato nell’articolo, il consigliere delegato di Filiera Italia.

Un messaggio che, di certo, è arrivato chiaro anche ad Esselunga, che a seguito del dibattito generatosi ha provveduto a cambiare cartellonistica, passando dall’iniziale “Noi abbassiamo i prezzi” all’attuale “convenienza dei nostri prezzi”.

Era stato scritto:

Materie prime, Filiera Italia: Distribuzione riduca margini. Federdistribuzione: accettare aumenti ma nomi e cognomi di chi specula. In gioco sopravvivenza Pmi

 




Materie prime, Filiera Italia: Distribuzione riduca margini. Federdistribuzione: accettare aumenti ma nomi e cognomi di chi specula. In gioco sopravvivenza Pmi

Anche per Federdistribuzione è necessario che la Distribuzione accetti gli aumenti di costi dei produttori a fronte dei drammatici aumenti di costo di produzione.

Un vero e proprio dibattito, sui social, dopo che Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia ha ribadito ieri, in una nota, come non sia più possibile “che alcune catene della GDO continuino ad ignorare le legittime richieste di riconoscimento degli aumenti di costo avanzate dalle aziende della filiera agroalimentare italiana” precisando come sia necessario “che ogni fase della filiera, compresa la distribuzione, accetti di ridurre i propri margini in un momento così difficile per tutti”.

Scordamaglia specifica inoltre come “dall’energia aumentata fino al 500%, ai film plastici, cartone, vetro, imballaggi in genere, migliaia di PMI della filiera agroalimentare italiana siano in ginocchio e rischino la chiusura”. Motivo per cui chiede “che le autorità di controllo (a partire dall’Ispettorato ICQRF del Ministero delle politiche agricole) intervengano ponendo fine quanto meno ai fenomeni di sottocosto che mai come ora sono odiosi ed inaccettabili” anche “fermando le pratiche sleali – dice Scordamaglia – come previsto dal recente decreto legislativo del Governo”.

Una situazione che secondo Paolo De Castro penalizza soprattutto le PMI e, in generale, le aziende di minore dimensione ad essere penalizzate nella negoziazione con le catene distributive ed avere quindi bisogno di maggiore tutela da parte delle autorità di controllo e attraverso meccanismi di aiuto. “Dobbiamo salvaguardare – aggiunge De Castro – un tessuto produttivo, economico e sociale fatto da migliaia di piccole e medie imprese spesso a carattere familiare, che sono il vero motore per tanti nostri territori italiani”.

A rispondere su twitter è Giorgio Santambrogio già CEO Gruppo VèGè e Vice Presidente vicario di Federdistribuzione, secondo il quale “questa ondata inflativa colpisce tutti. E anche io – spiega – ho ribadito che occorre accettare aumenti di listino a fronte di drammatici aumenti di costo di produzione. Tranne magari qualcuno che specula. Poi dobbiamo combattere le pratiche sleali da una parte e dall’altra”.

Nel dibattito interviene anche Francesco Pugliese, Ad di Conad che scrive: “Caro Santambrogio, da quello che leggo non parla di GDO ma di alcuni della stessa. L’unico appunto che mi sento di fare a Scordamaglia è fate nomi e cognomi”.

Risponde nuovamente Santambrogio: “concordo Francesco, però è troppo comodo fare sempre accuse generalizzate. E dovrebbero comprendere che i costi incrementali di energia, logistica e pack afferiscono anche, se non di più, alle imprese del Retail”.

Immediata la replica di Scordamaglia: “caro Santambrogio, sui social è poco elegante parlare di marchi. Lo si farà con le Autorità di controllo a fronte degli estremi di pratiche sleali. Giusto aumento riguarda tutti, GDO compresa, quindi molti alimenti dovranno aumentare e le filiere nazionali rischiano di scomparire”.

Che infine precisa: “ha ragione Pugliese, non esiste la Gdo. C’è piuttosto quella parte di essa che considera i fornitori partner con cui crescere negli anni e quella che invece è del tutto disinteressata all’esistenza di una filiera nazionale”.

 




Latte, filiera aspetta convocazione tavolo Mipaaf ma resta un muro alto 3 centesimi. Assolatte: non firmiamo accordo su prezzo

Nessuna convocazione, ad oggi, sul tavolo del latte. Da quanto apprende AGRICOLAE il Mipaaf non ha ancora chiamato a raccolta la filiera per discutere del protocollo di intesa che avrebbe dovuto aumentare di tre centesimi il prezzo del latte alla stalla con un meccanismo “a ruota” che parte dalla Grande distribuzione per tornare nelle tasche dei produttori.

In realtà sembrerebbe che la quadra fosse stata trovata già venerdì 1 ottobre per firmare sabato 2 ma poi, per alcune questioni teniche legate alla stesura del documento, tutto è stato rimandato al lunedì successivo lasciando spazio nel frattempo a dubbi e contrapposizioni emerse all’interno delle varie fasi della filiera.

Da una parte l’industria dice di aver sofferto la crisi pandemica, dall’altro i produttori dicono che gli utili dell’industria sono aumentati a fronte della diminuzione di prezzo sulle spalle di chi produce.

Da Assolatte fanno sapere ad AGRICOLAE che “al tavolo non parleremo di prezzi del latte alla stalla perché non è possibile sottoscrivere intese di questo tipo. Il tema centrale oggi sono i costi di produzione agricoli e industriali e su questi crediamo che debba concentrarsi il dialogo”.

Vulnus da superare resta anche l’assenza al tavolo di una parte della Gdo (quella ‘discount’, quella Horeca e quella e dell’export), che rimarrebbe svincolata da eventuali impegni presi invece da Conad e Coop nel caso in cui la penna dovesse toccare carta.

Uno ‘stallo’ al Mipaaf dovuto a contrapposizioni dei soggetti interessati divisi, uno dall’altro, da un muro alto tre centesimi.

Era già stato scritto:

Latte, ecco la bozza Mipaaf di protocollo di intesa per aumentare di 3 centesimi prezzo stalla. Riunione a data da destinarsi




Interrogazione, De Bonis Misto Senato, su squilibrio ricavi tra produttori ciliegie e Gdo

Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-05558

presentata da

SAVERIO DE BONIS

martedì 8 giugno 2021, seduta n.333

DE BONIS – Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. – Premesso che:

la produzione di ciliegie è un’attività relativamente costosa, a causa degli oneri derivanti da irrigazione, manodopera e irrorazione. Le ciliegie sono vulnerabili alla grandine, al gelo e alla pioggia ed i costi per mitigare questi fattori aumentano ulteriormente i costi totali. Durante la raccolta, la selezione manuale e lo shaker meccanizzato sono i metodi utilizzati più comunemente;

i migliori Paesi produttori di ciliegie sono la Turchia, che esporta in Russia e in Germania, gli Stati Uniti con la California, il Michigan, l’Oregon e lo Stato di Washington, infine l’Iran e l’Italia, che producono rispettivamente 200,000 e 104,766 metriche;

considerato che:

la maggiore produzione di ciliegie in Italia si concentra nella zona di Bari, in Puglia. Qui viene prodotto il 96,4 per cento della raccolta regionale e il 39 per cento di quella nazionale, con ben 47.000 tonnellate. Si tratta della prima provincia italiana per quanto riguarda la produzione di ciliegie;

nel corso dell’inverno, le ciliegie pugliesi sono state salvate dal gelo e messe al riparo dalle gradinate grazie a falò notturni, che hanno scaldato le piantagioni, e a sistemi di vaporizzazione di acqua, che sono serviti per preservare le fioriture. Una volta messe al sicuro, le ciliegie hanno raggiunto il prezzo di vendita di un euro al chilo in campagna. Al tempo stesso, il costo di raccolta è praticamente il medesimo, un euro al chilo: in questo modo è evidente come i costi di produzione non vengano coperti;

tenuto conto che:

il mercato per le ciliegie “Georgia” e “Bigarreau” si è raffreddato notevolmente, provocando una forbice sempre più ampia dei prezzi dal campo al consumatore finale. A Milano, per esempio, una catena di distribuzione commerciale è arrivata a vendere le ciliegie pugliesi a 16 euro al chilogrammo, ma ai produttori, considerando anche le spese di produzione, non arriva nemmeno un decimo rispetto a quanto riesce a ricavare la grande distribuzione organizzata;

lo squilibrio tra il poco che viene riconosciuto agli agricoltori e i margini spropositati che la grande distribuzione garantisce a sé stessa è diventato un grave problema, sempre più pressante e ineludibile, soprattutto in un momento di crisi epocale come quella che si è determinata a causa della pandemia e dei cambiamenti climatici;

la Puglia, sul fronte delle ciliegie, rappresenta un’eccellenza a livello nazionale e detiene il primato italiano degli ettari coltivati;

considerato che:

il disegno di legge AS 1373 recante “Disposizioni in materia di limitazioni alla vendita sottocosto dei prodotti agricoli e agroalimentari e di divieto delle aste a doppio ribasso per l’acquisto dei medesimi prodotti. Delega al Governo per la disciplina e il sostegno delle filiere etiche di produzione”, approvato già alla Camera dei deputati e dalla 9a Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare) del Senato il 17 marzo 2021, non ha ancora terminato il suo iter,

si chiede di sapere, nelle more dell’approvazione del provvedimento citato (AS 1373), quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda adottare al fine di debellare la piaga (che in questo periodo riguarda le ciliegie, in quanto raccolto stagionale, ma che, in realtà, interessa moltissime produzioni agricole italiane di eccellenza), data dall’enorme differenza tra i ricavi degli agricoltori e quelli della grande distribuzione, che oltre ad essere una palese ingiustizia, rappresenta una “immutabile” dinamica, che uccide il settore, disincentivando investimenti e lavoro.

(4-05558)




Vino e Gdo, nei primi 4 mesi del 2021 le vendite crescono di 180mln di euro. Ricerca IRI per Vinitaly Special Edition

Le vendite di vino nella Grande Distribuzione nel primo quadrimestre del 2021 sono aumentate di 22 milioni di litri, per un valore di 180 milioni di euro, con un aumento a volume dell’8,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e, a valore, del 20%. È quanto emerso oggi nel corso del webinar di Vinitaly organizzato da Veronafiere all’interno di un programma di incontri virtuali di avvicinamento al Vinitaly Special Edition che si terrà dal 17 al 19 ottobre a Verona.
La ricerca di IRI per Vinitaly ha evidenziato una forte crescita degli spumanti e di una crescita più moderata del vino. Va sottolineato che nel primo quadrimestre del 2020 i mesi di lockdown erano stati due, rispetto ai quattro del 2021, e che le bollicine allora avevano subìto un forte calo, dovuto anche al clima di preoccupazione per l’avvento della pandemia. I vini che nel 2021 hanno fatto registrare buone performance sono quelli a denominazione d’origine, con spunti notevoli per i vini regionali, mentre nel campo delle bollicine il campione è sempre il Prosecco, vedi tabelle allegate (dati IRI, Ipermercati + Supermercati + Libero Servizio Piccolo + Discount + On Line* panel IRI).

Per quanto riguarda i vini regionali, il trend di crescita nel corso dell’ultimo anno e mezzo è confermato e spinge le insegne distributive a seguire sempre più i gusti e le preferenze dei consumatori. Si prevede, dunque, che lo scaffale vino nei supermercati sarà sempre più un mix formato da uno zoccolo duro di vini che non possono mancare e da una quota di novità. Da sottolineare il balzo a tre cifre che l’E-commerce ha realizzato nel periodo della pandemia, passando da una forma di acquisto considerata elitaria e con un parco di utenti circoscritto ad una valutata da molti come necessaria e comoda.

“La grande distribuzione deve prepararsi ad un atterraggio morbido, perché le vendite record nel periodo pandemico tenderanno a normalizzarsi con la riapertura del canale Horeca – ha detto Virgilio Romano, Business Insight Director di IRI – La Gdo dovrà lavorare per conservare e migliorare le novità emerse nell’ultimo anno e mezzo. Il 2021 sarà probabilmente un anno di transizione verso il vero ritorno alla normalità, con le vendite che potrebbero rimanere a un buon livello, sempre che cantine e distribuzione sappiano massimizzare le opportunità derivanti dalle novità emerse nell’ultimo anno, e-commerce e regionalismi”.

Le statistiche dell’IRI sono state commentate nel corso del webinar, moderato dal giornalista Luigi Rubinelli, da: Alessandro Masetti, Responsabile Grocery di Coop Italia; Gianmaria Polti, Responsabile Beverage Carrefour Italia; Pietro Rocchelli, dello Studio di consulenza Maurizio Rocchelli Srl; Federvini, Mirko Baggio (Responsabile Vendite Gdo Italia di Villa Sandi Spa); Unione Italiana Vini, Enrico Gobino (Direttore marketing del gruppo Mondodelvino).

“Il webinar di oggi ribadisce la storica centralità della grande distribuzione all’interno del palinsesto di Vinitaly, grazie alla presentazione dei dati del settore di IRI e alle attività del GDO Buyers’ Club, l’area dedicata agli incontri b2b tra espositori ed operatori della grande distribuzione. Veronafiere e Vinitaly hanno sempre tenuto il motore acceso e ora sono pronte a riaccendere anche il business in presenza, per capitalizzare ogni minima occasione di ripresa con un palinsesto di eventi a partire da giugno che culmineranno nella Special Edition di Vinitaly a ottobre e la 54^ edizione di Vinitaly nel 2022” ha dichiarato il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani.

La Road map di Vinitaly già iniziata con le tappe in Russia e a Chengdu in Cina, riparte a giugno con Wine to Asia a Shenzhen in Cina (8-10) e finalmente a Verona con Vinitaly Design international packaging competition (11), Vinitaly 5 Star Wines The book (16-18), OperaWine (19), dove degustare il meglio della produzione vitivinicola italiana selezionata da Wine Spectator, Vinitaly Preview (20) un primo walkaround b2b per aziende e buyer internazionali, per finire con i corsi della Vinitaly International Academy (20-23).
A settembre, Vinitaly è a Pechino (13-17) e poi in Brasile, per Wine South America (22-24). Chiudono il cerchio la Special Edition dal 17 al 19 ottobre e nel 2022 la 54ª edizione di Vinitaly a Verona (10-13 aprile).




Veronafiere mette al centro la Gdo: il 20 maggio due webinar sul mercato del vino e su biologico e sostenibilità

La Grande distribuzione organizzata al centro di un doppio appuntamento di approfondimento organizzato da Veronafiere, con focus di Vinitaly dedicato al mercato del vino e di B/Open sul binomio fra biologico e sostenibilità, alla luce dell’evoluzione delle vendite e della centralità che ha assunto la gdo negli ultimi 14 mesi. L’appuntamento dei webinar è per giovedì 20 maggio: alle ore 11 riflettori puntati su «Biologico e sostenibilità: insieme nella GDO» e alle ore 12 approfondimento su «Il vino nella Grande Distribuzione tra riaperture e ripartenza dell’economia».

Gli incontri digitali rientrano nell’ambito di una serie di webinar che Veronafiere ha programmato come avvicinamento a Vinitaly Special Edition (17-19 ottobre) e a B/Open, rassegna sul Bio food and natural self-care (9-10 novembre), entrambi eventi in presenza a Veronafiere.

 

Il webinar di Vinitaly (20 maggio, ore 12). La chiusura, totale e parziale, del canale Horeca (bar, ristoranti e affini) ha spinto le vendite di vino nella grande distribuzione (+6% fra aprile 2020 e marzo 2021), per un totale di 800 milioni di litri secondo il panel IRI Gdo+Discount+On Line (on line delle insegne distributive più Amazon). Cosa accadrà nei prossimi mesi, quando si tornerà progressivamente a una nuova normalità? E come dovranno comportarsi le cantine interessate a inserirsi nel segmento della Gdo o che vorranno optare per la multicanalità (Gdo e Horeca)?

Questi aspetti saranno affrontati nel webinar di Vinitaly in programma giovedì 20 maggio alle ore 12 dal titolo: «Il vino nella Grande Distribuzione tra riaperture e ripartenza dell’economia». L’apertura dei lavori, moderati da Luigi Rubinelli, sarà affidata a Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere. Interverranno fra i relatori: Virgilio Romano di IRI, che presenterà i dati più recenti sul mercato del vino nella Gdo nel primo quadrimestre del 2021; Alessandro Masetti, responsabile Grocery di Coop Italia; Gianmaria Polti, responsabile Beverage di Carrefour Italia; Pietro Rocchelli dello Studio di consulenza Maurizio Rocchelli Srl; Mirko Baggio, responsabile Vendite Gdo Italia di Villa Sandi Spa per Federvini, e un rappresentante di Unione Italiana Vini.

 

Il webinar di B/Open (20 maggio, ore 11). Il legame fra biologico e sostenibilità è sempre più stretto, grazie a consumatori sempre più responsabili e attenti al percorso produttivo dalla terra alla tavola. Il webinar «Biologico e sostenibilità: insieme nella Gdo», in programma giovedì 20 maggio alle ore 11, vuole approfondire come la grande distribuzione coniughi entrambi gli aspetti a partire dal layout, dall’offerta dei prodotti organic e nella comunicazione.

Il webinar è organizzato nell’ambito di «It’s Organic», progetto di promozione del prodotto biologico, approvato e co-finanziato dalla Unione Europea e presentato da due organizzazioni di riferimento per i produttori bio, l’italiana Organic Link e la polacca Polska Ekologia.

All’appuntamento digitale, moderato da Cristina Lazzati, direttore responsabile di Mark Up e Gdoweek, interverranno, tra gli altri, Marilena Colussi (MC), Mario La Viola (Crai), Dominga Fragassi (Pam) e Nicola Tarricone (Despar).




Bonifiche Ferraresi approva bilancio: confermato il risultato netto a euro 2,4 milioni rispetto a 0,8 milioni nel 2019

L’Assemblea ordinaria degli Azionisti di B.F. S.p.A. (la “Società”) si è riunita in data odierna in unica convocazione presso lo Studio Notarile Marchetti in Milano, registrando la partecipazione dell’86,51% del capitale sociale.

 

Bilancio consolidato e Bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2020

L’Assemblea degli Azionisti ha approvato il Bilancio di esercizio della Società al 31 dicembre 2020, così come proposto dal Consiglio di Amministrazione in data 24 marzo 2021 e reso noto al pubblico con comunicato stampa nella stessa data.

Il valore della produzione si è attestato a Euro 97,4 milioni in linea con l’esercizio 2019. L’EBITDA è risultato pari a Euro 10 milioni rispetto a Euro 9,5 milioni nel 2019. Il risultato netto è passato a Euro 2,4 milioni rispetto a 0,8 milioni nel 2019.

I risultati rilevati nell’esercizio 2020 rappresentano il compiuto consolidamento della piattaforma agro-industriale del Gruppo BF e dimostrano la capacità di tenuta in un contesto particolarmente negativo caratterizzato dalla diffusione del Covid-19 e dall’emergenza sanitaria che sta continuando a colpire l’economia globale, evidenziando la valenza strategica del modello di business del Gruppo BF e la sua capacità di generare valore nel prossimo futuro

Le iniziative, adottate da oltre un anno in tutte le sedi operative attraverso il rispetto di specifici protocolli e di rigide misure di sicurezza, hanno consentito a tutte le filiere presidiate dal Gruppo BF di funzionare a piena capacità, senza alcuna interruzione né flessione, anche grazie all’impegno di tutti i collaboratori.

A tal proposito l’Amministratore Delegato Dott. Federico Vecchioni ha riferito che verrà riconosciuto a tutti i dipendenti un premio di produzione pari a Euro 250 e che è prevista l’attivazione presso la sede di Jolanda di Savoia di un hub per la somministrazione agli stessi dei vaccini anti-Covid.

 

 

Destinazione dell’utile di esercizio e distribuzione di un dividendo complessivo pari a Euro 0,015 per azione

L’Assemblea degli Azionisti ha deliberato

  • di destinare l’utile di esercizio di Euro 6.349.974,77
  • quanto a Euro 3.912.614,34, a “Riserva utili non distribuibili”, indisponibile ai sensi dell’art. 6, comma 1, lettera a) del D.Lgs. n. 38/2005;
  • quanto a Euro 121.868,02 a Riserva legale;
  • quanto a Euro 44.958,36 a “Riserva Utili disponibili per la distribuzione”;
  • quanto alla residua parte di Euro 2.270.534,05 agli Azionisti a titolo di dividendo, pari a Euro 0,013 per azione;
  • di distribuire un ulteriore dividendo pari a complessivi Euro 349.312,93, mediante utilizzo della “Riserva Utili disponibili per la distribuzione” presente nella voce “Utili indivisi”, ossia corrispondente a Euro 0,002 per azione.

L’Assemblea degli Azionisti ha, quindi, approvato la proposta del Consiglio di Amministrazione di distribuire un dividendo complessivo lordo di Euro 0,015 per azione. Il dividendo verrà messo in pagamento con data di stacco 24 maggio 2021 (stacco cedola numero 4), record date 25 maggio 2021 e data di pagamento 26 maggio 2021.

 

Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti

L’Assemblea degli Azionisti ha approvato la Sezione I della Relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti redatta ai sensi degli artt. 123-ter del Testo Unico della Finanza e 84-quater del Regolamento adottato con Delibera Consob n. 191971/1999, nonché espresso voto consultivo favorevole sulla Sezione II della medesima Relazione.

Tale Relazione è consultabile sul sito internet della Società www.bfspa.it.

 

Nomina di due amministratori a seguito di dimissioni e cooptazione ex art. 2386 c.c.

L’Assemblea degli Azionisti ha approvato le proposte formulate ai sensi dell’art. 126-bis, comma 1, penultimo periodo, del D.Lgs. 58/1998 dagli azionisti CDP Equity S.p.A. e Dompé Holdings s.r.l. nominando il Dott. Davide Colaccino e il Dott. Giuseppe Andreano alla carica di amministratore, in conseguenza della cessazione dalla carica degli stessi amministratori a seguito di cooptazione ex art. 2386 c.c. in data 22 dicembre 2020.

Il Dott. Colaccino e il Dott. Andreano, che hanno dichiarato di possedere i requisiti di onorabilità ai sensi dell’art. 17 dello Statuto, saranno amministratori non esecutivi e non indipendenti; come di seguito indicato, il Dott. Andreano farà parte del Comitato Controllo e Rischi mentre il Dott. Colaccino non farà parte di comitati.

I curricula dei nuovi amministratori sono disponibili presso la sede legale, sul sito internet della Società www.bfspa.it e sul meccanismo di stoccaggio autorizzato “1info” (www.1info.it).

Secondo quanto dichiarato alla Società, il Dott. Colaccino ed il Dott. Andreano non possiedono, alla data odierna, azioni di B.F. S.p.A.

 

Integrazione del Collegio Sindacale

L’Assemblea degli Azionisti ha approvato la proposta formulata ai sensi dell’art. 126-bis, comma 1, primo periodo, del D.Lgs. 58/1998 dall’azionista Arum S.p.A. nominando il Dott. Roberto Capone quale Sindaco effettivo e Presidente del Collegio Sindacale e confermando la Dott.ssa Paola Ginevri Latoni quale Sindaco supplente, a seguito delle dimissioni presentate dal Presidente del Collegio Sindacale Dott. Luigi Nani in data 8 aprile 2021 e alla conseguente necessità di integrare il Collegio Sindacale con la nomina di un nuovo membro (tenuto conto del fatto che la carica del Sindaco supplente subentrato quale effettivo lo scorso 8 aprile è cessata, ai sensi di legge, alla data dell’assemblea).

L’Assemblea ha deliberato di confermare al Presidente del Collegio Sindacale il compenso già deliberato per tale carica in data 28 maggio 2020.

Il curriculum vitae del Dott. Capone è disponibile presso la sede legale, sul sito internet della Società www.bfspa.it e sul meccanismo di stoccaggio autorizzato “1info” (www.1info.it).

 

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Il Consiglio di Amministrazione della Società, riunitosi al termine dei lavori assembleari e a seguito delle delibere assunte dall’Assemblea nell’odierna riunione, ha approvato:

  • la verifica della sussistenza dei requisiti di onorabilità in capo al Dott. Davide Colaccino e al Dott. Giuseppe Andreano ai sensi dell’art. 17 dello Statuto, sulla base delle dichiarazioni rese dagli Amministratori e delle informazioni a disposizione della Società;
  • la conferma del Dott. Giuseppe Andreano quale componente del Comitato Controllo e Rischi; il Comitato Controllo e Rischi risulta perciò costituito dal Dott. Andrea Bignami (amministratore indipendente), dalla Prof.ssa Rossella Locatelli, dal Prof. Mario Colombo (amministratore indipendente), dalla Dott.ssa Gabriella Fantolino (amministratore indipendente) e dal Dott. Giuseppe Andreano;
  • la nomina del Dott. Capone, Presidente del Collegio Sindacale, alla carica di Presidente dell’Organismo di Vigilanza ex D.Lgs. 231/2001, le cui funzioni erano state attribuite al Collegio Sindacale dal Consiglio di Amministrazione in data 4 giugno 2020.

 

 

Deposito documentazione

Il verbale dell’Assemblea e il rendiconto sintetico delle votazioni saranno messi a disposizione del pubblico, entro i termini di legge, presso la sede legale, sul sito internet della Società www.bfspa.it e sul meccanismo di stoccaggio “1info” (www.1info.it).

 

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Il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari di B.F. S.p.A. Luca Filaferro dichiara, ai sensi del comma 2 dell’art. 154 bis del testo Unico della Finanza (D.Lgs. 58/1998), che l’informativa contabile contenuta nel presente comunicato corrisponde alle risultanze documentali, ai libri e alle scritture contabili.

B.F. S.p.A. è una holding di partecipazioni, quotata alla borsa di Milano e che vede tra i suoi azionisti investitori istituzionali, istituti di credito ed imprenditori privati. La società è attiva, attraverso le sue controllate, in tutti i comparti della filiera agroindustriale italiana: dalla selezione, lavorazione e commercializzazione delle sementi (attraverso S.I.S. Società Italiana Sementi S.p.A.), alla proprietà dei terreni dai quali si ricavano prodotti agricoli 100% Made in Italy (attraverso Bonifiche Ferraresi S.p.A. Società Agricola, la più grande azienda agricola italiana per SAU – Superficie Agricola Utilizzata), alla loro trasformazione e commercializzazione attraverso un proprio marchio di distribuzione (Le Stagioni d’Italia) oppure in partnership con le più importanti catene della GDO. La società è anche presente nel mercato dei servizi a favore degli operatori agricoli (attraverso IBF Servizi S.p.A. in partnership con ISMEA, ente finanziario del Mipaaf). Ulteriori informazioni sono reperibili sul sito www.bfspa.it.

 

 




Pronti 100 Mln. Mipaaf al lavoro su decontribuzione e misure sostegno filiera

Pronto un pacchetto di 100 milioni di euro da versare subito agli operatori delle filiere colpite dal nuovo Dpcm. Da quanto apprende AGRICOLAE infatti, il Mipaaf di Teresa Bellanova è al lavoro sul decreto Ristoro che conterrà misure per la decontribuzione del settore agricolo e misure di sostegno al mondo della ristorazione la cui crisi ricade sulla filiera agroalimentare.

Gli uffici di via Venti Settembre in working progress in queste ore al fine di individuare le aziende direttamente colpite dalle limitazioni poste al settore Horeca da quelle che vivono principalmente delle vendite nel canale Gdo.

Questione che interessa in particolar modo il settore vitivinicolo.




Cia Puglia: La GDO schiaccia gli agricoltori, il comparto rischia di soccombere

“L’inchiesta giornalistica di Presa Diretta, andata in onda il 12 ottobre, anche se con alcune imprecisioni e contraddizioni, ha avuto il merito di mettere in evidenza un problema su cui da tempo è attivo il nostro grido d’allarme: lo strapotere della Grande Distribuzione Organizzata schiaccia l’agricoltore e rischia di uccidere l’agricoltura”. E’ Raffaele Carrabba, presidente regionale di CIA Agricoltori Italiani della Puglia, a commentare la puntata del programma giornalistico condotto da Riccardo Iacona su Rai Tre. “Nella sua essenzialità, il problema è questo: i prezzi accordati agli agricoltori per i loro prodotti sempre più spesso, nella quasi totalità dei casi, non sono commisurati né ai costi di produzione né alla qualità di quanto si produce, ma seguono una sola logica e un’unica strategia: quelle imposte dalla GDO per aumentare i suoi profitti”, ha aggiunto Carrabba. In pratica, la GDO determina praticamente in modo unilaterale il prezzo da pagare ai produttori a seconda delle proprie strategie del momento: se decide di praticare il sotto costo, il sacrificio viene pagato dagli agricoltori costretti a cedere il proprio prodotto azzerando la propria redditività; se, invece, sceglie di aumentare i prezzi, l’aumento dei ricavi va quasi del tutto a proprio vantaggio, con incrementi proporzionalmente irrilevanti per il produttore primario”. “Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti e balzano agli occhi osservando i banchi dei supermercati: uva da tavola, frutta e verdura in genere, ortaggi e in pratica su ogni tipologia di prodotto, al di là delle situazioni contingenti che hanno riguardato i campi, i prezzi proposti ai consumatori seguono unicamente la logica imposta da un solo anello della filiera, quello finale, mortificando il lavoro, i sacrifici e gli investimenti degli agricoltori e dei lavoratori del comparto primario”, ha spiegato il presidente regionale di CIA Agricoltori Italiani della Puglia. “La sproporzione delle forze in campo è evidente anche a livello legislativo: quando un agricoltore sfrutta i lavoratori, giustamente incorre nelle sanzioni penali previste dalla legge sul caporalato; se è la GDO, invece, a determinare una corsa al ribasso e ad arricchirsi sulle spalle delle aziende agricole, non è prevista alcuna sanzione, nessun meccanismo perequativo, niente controlli, tutto diventa lecito, perfino il meccanismo delle doppie aste al ribasso per spremere come limoni gli imprenditori agricoli, cavarne ogni possibile margine da moltiplicare per 10 e per 20 una volta che i loro prodotti arrivano sui banchi dei supermercati. Questo, lo diciamo da tempo, ha delle conseguenze: le imprese falliscono, oppure devono abbassare i costi sacrificando almeno in parte la qualità, ad esempio, riducendo gli investimenti, rinunciando all’innovazione e ad assumere personale, rischiando tutto perché impossibilitati a far fronte anche agli altissimi costi delle assicurazioni che almeno in una certa misura li metterebbero al riparo dalle conseguenze di improvvise calamità. Si vive sulla lama di un rasoio, sempre sull’orlo del baratro del fallimento, esposti al ricatto del ‘o fai così o non ti ritiriamo il prodotto’, con gli oneri e i pesi che gravano tutti su una solta parte, perché a rischiare sono soltanto gli agricoltori. Serve che il governo nazionale e l’Europa pongano un freno a questa situazione, altrimenti nell’arco di pochi anni vedremo scomparire l’agricoltura per come l’abbiamo conosciuta finora”, ha concluso Carrabba.




Ocm vino, ecco la bozza del nuovo bando Mipaaf. Contributo sale al 60% ma promozione esclusa da Gdo ed Horeca

Pronto il decreto per i nuovi programmi Ocm vino 2021. E la promozione sarà esclusa per i canali Gdo e Horeca all’estero, nonostante sia prevista dalla normativa comunitaria e adottata dagli altri paesi Ue.

Predisposta dagli uffici ministeriali Mipaaf la prima bozza del nuovo bando che disciplinerà le modalità di concessione dei  contributi UE agli operatori vitivinicoli italiani chiamati a sostenere l’export enoico italiano nel mondo per il prossimo anno (per attività promozionale da svolgere nel periodo 1° aprile-31 dicembre 2021).

Un bando che sulla base di quanto previsto dall’art.  5 del DM n. 6986/2020 del 02/07/2020 deve essere emanato entro e non oltre il prossimo 30 settembre.

Sulla base dell’esame del documento che AGRICOLAE è in grado di anticipare, sul quale gli uffici del ministero hanno attivato un solo confronto con le amministrazioni regionali, le prime novità che emergono sono:

  • L’innalzamento della quota comunitaria di finanziamento dei programmi al 60%;
  • L’apertura delle attività promozionali al Regno Unito;

Tuttavia a fronte di queste importanti e positive novità per gli operatori, non mancano, come sempre in assenza di confronto, elementi di preoccupazione. Anche dovute alle difficoltà di realizzazione dei  programmi 2020  (in parte attenuate dalle recenti disposizioni adottate lo scorso luglio con i decreti emanati per fronteggiare l’emergenza COVID-19).

Gli uffici ministeriali, nonostante la normativa comunitaria preveda la promozione nei canali Gdo ed Horeca, con l’allegato M al richiamato bando che AGRICOLAE pubblica a pie di pagina, hanno deciso:

 

  • di escludere dai prossimi programmi la promozione dei vini sui punti vendita off-trade presso la GDO e la DO e on-trade presso il canale HORECA; In piena pandemia l’unico punto di forza della catena distributiva sono stati proprio i punti vendita della distribuzione che hanno lavorato H. 24/7 giorni in tutto il mondo. Viene invece mantenuto l’incoming;
  • di ridimensionare i costi di presenza rappresentativa sui mercati internazionali (attività di marketing expertise e di pubbliche relazioni) che i recenti provvedimenti avevano innalzato ad una soglia del 20% del valore delle azioni progettuali previste  (dall’originario 5%) riconducendole, rispettivamente, al 5% (attività di marketing expertise) e al 10% (attività di PR); le sole voci in grado di assicurare, attraverso l’ausilio di personale operante sui mercati target, una presenza costante sui diversi mercati presidiando efficacemente la presenza delle produzioni vinicole italiane sui diversi mercati internazionali.

 

Esclusioni e ridimensionamenti queste che – da quanto apprende AGRICOLAE – iniziano a preoccupare gli operatori già alle prese con un quadro operativo che non sembra volgere al sereno a causa della pandemia in progressivo aumento.

 

Altro nodo da sciogliere sono le tempistiche stabilite per la presentazione dei programmi ovvero un termine di presentazione al 13 novembre p.v. Vale a dire appena 40 giorni per formulare le proprie proposte (che nel caso delle Regioni saranno ancora meno visti i tempi burocratici di emanazione degli avvisi regionali). Ci saranno poi circa due mesi a disposizione delle amministrazioni pubbliche per espletare le proprie procedure amministrative attraverso la quale si dovranno definire le graduatorie dei percettori dei contributi per il 2021.

Nota positiva per gli operatori è invece la modalità di presentazione delle proprie domande per le quali è stata esclusa la modalità della piattaforma “digitale” che probabilmente, viste le difficoltà che sta rappresentando per gli operatori la piattaforma AGEA/SIAN attivata per le modalità di rendicontazione dei programmi 2020, è stata accantonata dal ministero per prevedere la modalità classica dell’invio postale o a mano.

Esclusa la possibilità di operare più varianti, in corso d’opera, dei programmi oggetto di prossima proposizione (vedi le 2 varianti straordinarie e le 5 opzioni di variante ordinarie messe a disposizione degli operatori per il 2020). Reintrodotta invece la regola di una sola variante per annualità con il reinserimento dell’art. 11, comma 3 della bozza dell’avviso che prevede che anche nel caso di variazioni di spesa entro il 20% (per le quali non è richiesta alcuna variante) ”il beneficiario debba comunicare alle autorità competenti e ad Agea le modifiche al progetto prima della loro esecuzione …” .

Le regioni hanno tempo fino alle ore 15:00 del 25 settembre per inviare le proprie osservazioni.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la bozza di decreto e gli allegati:

BOZZA DECRETO OCM VINO PROMOZIONE

All M_Azioni ammissibili e costi di riferimento_2020 Foglio1

 




GENNARO SICOLO: ECCO LE PRIORITA DI ITALIA OLIVICOLA. COSTRUIRE RAPPORTO CON GDO DI QUALITA

Affrontare in maniera decisa emergenze come la Xylella, “su cui la politica deve prendersi la responsabilità di intervenire in maniera decisa con un decreto serio”, e l’invasione di oli deodorati, gli attacchi ai panel test e la contraffazione. Ma anche concentrare e organizzare il prodotto olio per posizionarsi meglio sul mercato e ridare valore e redditività al comparto. Questi i primi obiettivi tracciati dal nuovo presidente di Italia Olivicola, Gennaro Sicolo, alla vigilia della presentazione, in programma il 9 ottobre prossimo, della nuova organizzazione della produzione nata dalla fusione tra il Consorzio Nazionale degli Olivicoltori (CNO) e Unasco.

“L’obiettivo  – ha detto ad AGRICOLAE Sicolo – è quello di fare sistema. L’evoluzione del settore ci porta a organizzare il prodotto, fare qualità, tracciabilità per andare sui nostri mercati (attualmente 42 Paesi) con oli veri, non i blend di alcune marche italiane, di cui italiano è solo il nome. Se continuiamo ad avere a che fare con i mediatori e con macchine che non valorizzano il lavoro e la qualità dei nostri oli saremo sempre fallimentari. L’organizzazione di Italia Olivicola va in questa direzione: andare sui mercati, portando oli veri e avere un rapporto con la GDO per valorizzare chi fa qualità. Poi ognuno ha le sue ricette, ma se noi non diamo un reddito a chi lavora nelle campagne non ci sarà mai un futuro per il settore. L’impegno che ci prendiamo nell’interprofessione è costruire insieme la catena del valore. L’anno scorso il 50% dell’olio all’ingrosso, non del Cno, è stato venduto a 3,90 euro; dobbiamo capire che non si può vendere l’olio a meno di 5 euro”.

“Occorre poi impegnare le istituzioni a fare degli interventi sul piano olivicolo – ha continuato Sicolo – perché noi abbiamo quella forza della qualità e dobbiamo fare anche quantità. E ci vogliono gli investimenti, con nuovi impianti soprattutto intensivi. Abbiamo 470 varietà, e questa è la caratteristica che ci distingue dagli altri Paesi, ma oggi un ettaro deve avere minimo 400 piante per avere una produzione all’altezza dei tempi”.

Sulla Xylella, che “ormai ha bruciato mezza regione” il presidente Sicolo ha le idee chiare: “’C’è stata una situazione di inerzia soprattutto da parte della Regione Puglia. La politica deve prendersi la responsabilità di intervenire. Ormai mezza regione è bruciata”.  “Il 9 ottobre  – ha detto ancora Sicolo ad AGRICOLAE – solleciteremo a intervenire e a non aspettare altri mesi. Vedremo quali sono gli interventi che si devono fare, chi deve fare cosa, per capire se c’è una volontà politica vera di affrontare la questione. Mi auguro che il ministro Centinaio intervenga in maniera decisa, con un decreto serio altrimenti interverremo nelle piazze e non so come andrà a finire. Perché è stato messo in discussione tutto il patrimonio olivicolo italiano. La Puglia è l’Italia: il 50% del prodotto è Puglia. Se il batterio colpisce tutta la Puglia, poi si allargherà anche alla Calabria e la Basilicata. E’ un batterio che non ha confini e non aspetta nessuno: viaggia a ritmo di 30-35 km l’anno; nel 2013 era a Gallipoli, ora è arrivato alle porte di Monopoli. Il rischio che la Xylella si allarghi alla Calabria e alla Basilicata è reale. Ormai lo Ionio è stato preso. Nelle tre province di Taranto, Lecce e Brindisi oramai non si interviene più, perché le piante sono tutte infette, ma nella zona di contenimento se una pianta è infetta si deve estirpare. Un batterio da quarantena richiede politiche adeguate. Ora occorre contenere il batterio e conviverci, fare le buone pratiche agricole e intervenire sugli impianti infetti che vanno estirpati immediatamente. Per questo faremo un calendario di interventi”.

“In quelle zone c’è stato l’abbandono e gli agricoltori si sono cullati nella Pac – ha continuato Sicolo, riferendosi anche alla recente proposta di tagliare i fondi della Pac agli agricoltori che abbandonano i campi -. E’arrivato il tempo di fare chiarezza. Arriveranno sempre meno soldi dalla Comunità europea. Occorre darli a chi effettivamente fa impresa, occupazione e produzione”.

Sulle varietà resistenti il presidente di Italia Olivicola è prudente: “Su questa peste non esiste una soluzione definitiva. La sperimentazione è molto lunga, non possiamo dire che il Leccino o l’Fs17 siano la soluzione. Per momento sono le due varietà che hanno dato risposte, ma se ne stanno sperimentando anche altre. I risultati però non sono immediati su queste cose: ci vorranno decenni. Per il momento ognuno deve fare la propria parte: noi agricoltori dobbiamo buone pratiche agricole per contenere il batterio; la ricerca deve lavorare, senza fretta. Perché con la fretta i risultati non si ottengono. La questione è molto molto delicata”.

Come delicata è la questione delle fake news sul batterio: “Ci siamo rivolti alla magistratura – ha continuato Sicolo -. E faremo una verifica con i nostri legali per capire a che punto sono le indagini. I procuratori si devono impegnare nei propri territori per la distruzione creata da notizie false che hanno incantato l’opinione pubblica. E visto che la situazione non migliorerà a breve io sono del parere che bisogna anche chiamare a responsabilità le persone che dovevano fare e non hanno fatto, di denunciarli per disastro ambientale. Occorre spiegare perché chi aveva la responsabilità di intervenire non l’ha fatto. Qui qualcuno deve anche pagare perché si tratta di milioni e milioni di piante bruciate che erano lì da secoli e generazioni”.

Tra gli appuntamenti in calendario, c’è anche il 9 ottobre una riunione a Bruxelles sui panel test e il 15 e 16 ottobre la riunione al Coi. “Come produttori italiani abbiamo detto che non si tocca panel test, mi auguro che anche gli industriali ci seguano. Ogni tanto ritornano alla carica alcuni industriali e commercianti che vogliono far passare tutti questi oli miscelati. Vigileremo affinché il panel test non venga manomesso: nei consessi internazionali dove siamo presenti ho già iniziato a fare questa  battaglia e continuerò a farla”. Il problema reale secondo Sicolo è la Spagna, da dove diverse ditte si approvvigionano. “Sono oli deodorati – ha detto – che passano dalle raffinerie, poi miscelati con oli italiani. Quando si vede al supermercato una bottiglia di olio a 2,50 o 3 euro, quanto due caffè, non è un olio extravergine. Ciò che dobbiamo far emergere è che l’olio extravergine è un olio che non deve essere manomesso. Occorre vigilare sui mercati e fare un accordo di protocollo con le forze dell’ordine e Italia Olivicola. Bisogna bonificare gli scaffali. Questo è un altro impegno che ci prendiamo. E’ giusto che il consumatore sappia cosa mangia e non è possibile confondere il consumatore dicendo che è tutto olio extravergine”.

Infine la tracciabilità: “Ci stiamo lavorando molto – ha detto Sicolo -. A livello europeo deve esserci un unico regolamento che deve avallare tutta la produzione, i controlli e la tracciabilità.  In Spagna, in Portogallo o in Grecia o in Francia il registro telematico non esiste. Quando si acquista l’olio dalla Spagna oggi non si è certi che venga dalla Spagna, potrebbe arrivare dal Marocco, o da chissà dove, perché non c’è un sistema di tracciabilità di questi oli. Occorre dare la certezza al consumatore che l’olio spagnolo sia effettivamente spagnolo. Ci deve essere una chiarezza sul mercato. Non è possibile  – ha concluso il presidente di Italia Olivicola – che si acquisti un olio la cui ditta è italiana ma non si sa il prodotto da che parte arrivi, anche per una questione di sicurezza alimentare e di controlli sanitari”.

Alessandro Di Bona