Lollobrigida: Irpef, Giorgetti ha assicurato risorse al mondo agricolo, ma problemi veri del settore a Bruxelles. VIDEOINTERVISTA

“Oggi il ministro Giorgetti ha sintetizzato quello che sarà il nocciolo del provvedimento sull’Irpef. L’Irpef così come era stata proposta ha creato un disequilibrio tra italiani e in un momento in cui bisogna sostenere si interviene sui deboli e su chi non c’è la fa. Invece finora, dai dati mostrati anche dal ministro Giorgetti, avevamo italiani che era giusto esentare da questo pagamento, ma anche altri con redditi superiori ai più ricchi degli italiani. E questa non è equità fiscale, mentre noi vogliamo guardare prima ai deboli.”

Così il ministro Lollobrigida a margine dell’incontro con le organizzazioni agricole.

“Il provvedimento che emergerà da questo incontro, con un ulteriore sforzo per risorse adeguate, garantirà -assicura il ministro Giorgetti- più del 90% delle imprese agricole italiane. Dunque più che sufficiente da ogni punto di vista a dare un segnale di ulteriore attenzione.

Voglio però sottolineare che questo non è mai risultato, nè oggi nè negli incontri precedenti, il problema centrale del mondo agricolo. Abbiamo dato un ulteriore segnale di attenzione ma i problemi sono ben altri, non si annidano a livello nazionale -con un governo che ha mostrato sempre grande attenzione- ma nei palazzi di Bruxelles, dove non c’era consapevolezza di quanto vale per l’Europa contare su un asset strategico come questo.”




Copagri, Bernardini: abbiamo chiesto più attenzione alla filiera. Giorgetti ha garantito risorse sull’Irpef. VIDEOINTERVISTA

“All’incontro erano presenti il Presidente del Consiglio, il vice Presidente del Consiglio, i ministri interessati e ovviamente il ministro Lollobrigida. Abbiamo ricostruito il percorso che il Governo ha fatto nell’ultimo anno e mezzo, abbiamo parlato del PNRR, che chiaramente ha dato molta attenzione al settore agricolo, aumentando le risorse da cinque a otto miliardi. Si è parlato, come avevamo chiesto dell’accisa sul carburante agricolo”.

Così ad AGRICOLAE Giovanni Bernardini, vicepresidente Copagri, a margine dell’incontro a Palazzo Chigi col Governo.

“Abbiamo chiesto, come organizzazioni che si presti attenzione alla filiera e  in particolare a redditività perché è il problema reale dell’agricoltura, sostanzialmente l’agricoltore produce e non ha remunerazione. Abbiamo poi affrontato il problema dell’UE con una richiesta di semplificazione, partendo dalle iniziative a livello italiano, per poi chiedere le modifiche a livello europeo. Sull’Irpef il ministro Giorgetti ha garantito che troveranno le risorse per esentare dall’Irpef sostanzialmente gli agricoltori che avranno un tetto di reddito dominicale agrario di diecimila euro”.




Confagricoltura: bene intervento di Giorgetti su Irpef

Confagricoltura auspica che le parole del ministro Giorgetti, intervenuto oggi durante il Question Time in Senato, si trasformino in un effettivo sostegno e in una misura che potrà essere inserita nel Decreto Legge Milleproroghe, attualmente in discussione alla Camera dei deputati.

L’esonero Irperf per redditi agrari e dominicali è stato un sostegno consolidato dal 2017, e ha garantito agli agricoltori italiani un elemento di competitività.  La reintroduzione rappresenta infatti un costo per le aziende agricole, che si aggiunge all’aumento delle altre voci di spesa già gravose: energia, fertilizzanti, oneri previdenziali, trasporti. E viene inficiata la capacità di nuovi investimenti del sistema agricolo italiano.

Dal primo momento, Confagricoltura ha mirato a correttivi delle disposizioni. A tal proposito, apprezza quanto sinora svolto dalle forze parlamentari, anche nella compattezza dimostrata nel presentare emendamenti d’interesse nel c.d. DL Milleproroghe.




Nadef, Giorgetti: innovazione e ricerca scientifica applicata elementi chiave strategia crescita. Il TESTO

La situazione “è più delicata di quanto prefigurato a primavera”. Il ministro del Mef Giancarlo Giorgetti spiega con queste parole, nella premessa del Nadef inviato alle Camere, l’obiettivo del governo di trovare l’equilibrio tra sostegno alla crescita e disciplina di bilancio.

“La presente Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (NADEF) vede la luce in una situazione economica e di finanza pubblica più delicata di quanto prefigurato in primavera. Dopo una buona partenza nei primi mesi del 2023, nel secondo trimestre la crescita dell’economia italiana ha subìto una temporanea inversione di tendenza, risentendo dell’erosione del potere d’acquisto delle famiglie dovuto all’elevata inflazione, della permanente incertezza causata dalla guerra in Ucraina, della sostanziale stagnazione dell’economia europea e della contrazione del commercio mondiale”, scrive Giancarlo Giorgetti.

“Alla luce della modesta crescita dell’attività economica prefigurata dalle stime interne per il secondo semestre, tali fattori portano a rivedere al ribasso la previsione di crescita annuale del prodotto interno lordo (PIL) in termini reali del 2023 dall’1,0 per cento del DEF allo 0,8 per cento e la proiezione tendenziale a legislazione vigente per il 2024, dall’1,5 per cento all’1,0 per cento. Resta invece sostanzialmente invariata, rispetto al DEF, la proiezione tendenziale di crescita del PIL per il 2025, all’1,3 per cento, mentre quella per il 2026 migliora marginalmente, dall’1,1 per cento all’1,2 per cento”.

“Per quanto riguarda la finanza pubblica, gli andamenti dell’indebitamento netto della PA e del fabbisogno di cassa del settore pubblico nell’anno in corso hanno fortemente risentito dell’impatto dei crediti di imposta legati agli incentivi edilizi introdotti durante la pandemia, in particolare del superbonus. A tale impatto si è aggiunto l’effetto del rialzo dei tassi di interesse sul costo del finanziamento del debito pubblico e della discesa dei prezzi all’importazione sul gettito delle imposte indirette. La revisione al rialzo delle stime di erogazione degli incentivi edilizi comporta maggiori compensazioni fiscali e, pertanto, un fabbisogno di cassa del settore pubblico che resterà elevato lungo tutto il triennio coperto dalla prossima legge di bilancio. A loro volta, proiezioni più elevate del fabbisogno di cassa comportano un’accumulazione di debito pubblico che rende più arduo conseguire una significativa discesa del rapporto debito/PIL.
La revisione al rialzo dell’impatto di bilancio dei crediti d’imposta legati al superbonus (1,1 per cento del PIL) causa una revisione in aumento dell’indebitamento netto tendenziale previsto per quest’anno, dal 4,5 per cento al 5,2 per cento del PIL. Cionondimeno, il Governo conferma la propria determinazione a perseguire una graduale, ma significativa, discesa dell’indebitamento netto della PA e un ritorno del rapporto debito/PIL al di sotto del livello precrisi pandemica entro la fine del decennio.
D’altro canto, la riduzione della crescita stimata per il 2023 e il 2024 e la necessità di proteggere il potere d’acquisto delle famiglie italiane argomentano a favore di una politica fiscale che sostenga la crescita e l’occupazione e contenga il rialzo dei prezzi al consumo.

In base a tali considerazioni, contestualmente all’approvazione del presente documento e sentita la Commissione europea, il Governo ha inviato al Parlamento una Relazione ai fini dell’autorizzazione al ricorso a maggiore indebitamento netto, in cui rivede al rialzo gli obiettivi di indebitamento netto della PA nell’orizzonte di previsione 2023-2026, pur continuando a ricondurre il deficit ad un livello inferiore al 3 per cento del PIL entro il 2026. Gli obiettivi di indebitamento, sui quali si baserà la manovra di bilancio in corso di predisposizione, sono pari al 5,3 per cento del PIL quest’anno, 4,3 per cento nel 2024, 3,6 per cento nel 2025 e 2,9 per cento nel 2026.
Per quanto riguarda il rapporto tra debito pubblico e PIL, la recente revisione al rialzo della stima Istat del PIL nominale dello scorso biennio, pari all’1,9 per cento per il 2021 e al 2,0 per cento per il 2022, ha portato a una riduzione del rapporto debito/PIL, che si attesta a fine 2022 al 141,7 per cento dal 144,4 stimato in precedenza. Tuttavia, in prospettiva, i livelli più elevati del fabbisogno di cassa ora attesi nel periodo 2023-2026, a causa del maggior tiraggio dei già citati incentivi fiscali, incidono sfavorevolmente sulla dinamica prevista del rapporto debito/PIL, facendo sì che nello scenario tendenziale quest’ultimo resti al disopra del 140 per cento fino a tutto il 2026. Per mitigare questo effetto, e coerentemente con una gestione più dinamica delle partecipazioni pubbliche, il nuovo scenario programmatico prevede proventi da dismissioni pari ad almeno l’1 per cento del PIL nell’arco del triennio 2024-2026.
Grazie anche ad altre entrate straordinarie previste per il 2024, il rapporto debito/PIL dello scenario programmatico segue un profilo di lieve discesa, raggiungendo il 139,6 per cento nel 2026. Riduzioni più rilevanti del rapporto debito/PIL sono proiettate per gli anni seguenti, dato che l’impatto dei crediti d’imposta si ridurrà marcatamente dopo il 2026 e che il Governo continuerà a seguire una politica di consolidamento della finanza pubblica, tale da produrre significativi miglioramenti del saldo primario (ovvero esclusi i pagamenti per interessi).
La strategia del Governo si basa, dunque, sull‘individuazione di un punto di equilibrio tra sostegno alla crescita, agli investimenti e al potere d’acquisto delle famiglie italiane, da un lato, e disciplina di bilancio e riduzione del rapporto debito/PIL, dall’altro. Ciò sarà possibile anche attraverso la dismissione di partecipazioni societarie pubbliche, rispetto alle quali esistono impegni nei confronti della Commissione europea legati alla disciplina degli aiuti di Stato, oppure la cui quota di possesso del settore pubblico eccede quella necessaria a mantenere un’opportuna coerenza e unitarietà di indirizzo strategico.
La variabile fondamentale per garantire la sostenibilità, non solo del debito ma anche dell’equilibrio socioeconomico del Paese, è la crescita economica. Pur in presenza di un contesto geopolitico, ambientale e demografico assai complesso, è necessario conseguire ritmi di crescita nettamente più elevati rispetto a quelli dello scorso decennio. Per questo motivo, la realizzazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e la sua efficace revisione, anche con l’aggiunta del nuovo capitolo dedicato al Piano REPowerEU, giocano un ruolo centrale nella strategia di crescita e innovazione del Governo. Oltre a questo fondamentale pilastro, il Governo ha in programma non solo di dismettere asset, ma anche di acquisire partecipazioni strategiche in settori chiave per la modernizzazione e digitalizzazione della nostra economia, quali le reti di telecomunicazione, nonché di adottare politiche innovative per lo sviluppo delle infrastrutture.
Un elemento chiave della strategia di crescita è quello dell’innovazione e della ricerca scientifica e applicata. Il PNRR finanzia cinque centri di eccellenza della ricerca applicata, in aggiunta ai quali stanno vedendo la luce ulteriori iniziative che puntano a replicare il successo dell’Istituto Italiano di Tecnologia, di cui questo mese si è celebrato il ventennale. Nelle prossime settimane sarà inaugurata la Fondazione per la progettazione dei circuiti integrati da semiconduttore, con sede principale a Pavia, dove si è già autonomamente sviluppato un distretto del design dei semiconduttori.
Nel frattempo, proseguono, o sono in fase di avanzata progettazione, anche con il sostegno di fondi nazionali ed europei, importanti investimenti produttivi in settori chiave, quali i semiconduttori, i pannelli fotovoltaici di nuova generazione e la fabbricazione di batterie per auto elettriche. A livello globale, l’innovazione tecnologica corre a velocità sempre più sostenuta: per recuperare terreno e favorire la transizione di importanti filiere industriali quali quella dell’auto, l’Italia, pur penalizzata da minori spazi di bilancio rispetto ad altri Paesi dell’Unione europea, dovrà essere rapida, efficace e selettiva. Per questo motivo, la legge di bilancio continuerà a dedicare notevoli risorse agli investimenti pubblici e al supporto per quelli privati tramite strumenti quali i contratti di sviluppo, gli accordi per l’innovazione e i progetti di comune interesse europeo (IPCEI). Si perseguirà, inoltre, la massima efficienza nel combinare risorse pubbliche e private e nella capacità del settore pubblico di erogare garanzie sul credito sempre più mirate e selettive.
Nei giorni scorsi, il Governo ha emanato un nuovo decreto per contrastare gli effetti del caro energia e le implicazioni dell’elevata inflazione che abbiamo attraversato negli ultimi due anni. Tali interventi sono ancor più mirati rispetto ai precedenti provvedimenti, puntando a proteggere, dal caro bollette e dall’aumento dei prezzi dei carburanti, soprattutto le famiglie a basso reddito. Ipotizzando che, anche grazie agli elevati livelli di riempimento degli stoccaggi, il prezzo del gas resti relativamente basso durante l’inverno, nel 2024 si provvederà ad adottare misure sempre più mirate, che tutelino le fasce della popolazione a rischio di povertà energetica e a ridurre ulteriormente gli oneri di bilancio derivanti dal contrasto al caro energia.
Sebbene si preveda che il tasso di inflazione cali sensibilmente nei prossimi mesi, il forte rincaro dei prezzi dei beni e dei servizi inclusi nel paniere dei consumi, e in particolare dei generi alimentari, resta una delle principali preoccupazioni del Governo. Per questo motivo, oltre ad iniziative quali l’accordo con le categorie produttive e distributive per il ‘Trimestre Anti-Inflazione’, il Governo ha deciso di confermare per il 2024 il taglio contributivo attuato quest’anno. In termini di impatto sulla finanza pubblica, si tratta della principale misura della legge di bilancio. Si è deciso di prorogarla perché essa soddisfa al contempo l’esigenza di proteggere il reddito disponibile delle famiglie con redditi medi e bassi, di contenere il costo del lavoro delle imprese e l’aumento La riforma fiscale è una delle principali iniziative strutturali che il Governo intende mettere in campo. La legge di bilancio finanzierà l’attuazione della prima fase della riforma, con il passaggio dell’imposta sui redditi delle persone fisiche a tre aliquote e il mantenimento della flat tax per partite IVA e professionisti con ricavi ovvero compensi inferiori a 85 mila euro. La riforma ridurrà la pressione fiscale sulle famiglie, giacché essa sarà solo parzialmente coperta da una revisione delle spese fiscali. Sempre nell’ottica di un recupero del reddito disponibile delle famiglie, la legge di bilancio finanzierà anche il rinnovo contrattuale del pubblico impiego, con una particolare attenzione al settore sanitario.
In presenza di una preoccupante flessione delle nascite, il Governo intende promuovere ulteriormente la genitorialità e sostenere le famiglie con più di due figli. È pertanto allo studio una misura innovativa a favore delle famiglie con redditi medi e bassi, che sarà anch’essa finanziata dalla legge di bilancio.
L’intonazione più espansiva rispetto allo scenario tendenziale della politica di bilancio nel 2024 e, in minor misura, nel 2025, darà luogo ad un impatto positivo sulla crescita del PIL, pari a 0,2 punti percentuali nel 2024 e 0,1 punti percentuali nel 2025. Pertanto, la crescita programmatica è prevista pari all’1,2 per cento nel 2024 e all’1,4 per cento nel 2025. L’esigenza di ridurre il deficit prefigura, invece, un moderato consolidamento della finanza pubblica nel 2026, che sarà attuato attraverso la revisione della spesa e misure volte a ridurre il tax gap. Ne conseguirà un impatto lievemente negativo sulla crescita del PIL reale nell’anno finale della previsione, che è comunque prevista pari all’1,0 per cento.
In sintesi, in una situazione in cui la finanza pubblica è gravata dall’onere degli incentivi edilizi, dal rialzo dei tassi di interesse e dal rallentamento del ciclo economico internazionale, è necessario fare scelte difficili. Il Governo ha optato per misure che affrontino i problemi più impellenti del Paese – l’inflazione, la povertà energetica e alimentare, la decrescita demografica – promuovendo al contempo gli investimenti, l’innovazione, la crescita sostenibile e la capacità di reagire dell’economia.
Ottenuto il consenso del Parlamento su queste priorità di politica di bilancio, le nostre energie si concentreranno sull’attuazione di nuove iniziative nel campo delle infrastrutture, della ricerca e della formazione, per riportare l’Italia su un sentiero di crescita che valorizzi al massimo i lavoratori e le imprese, che sono la vera forza del nostro Paese e che, con la loro dedizione e inventiva, ne fanno uno dei maggiori esportatori europei e mondiali”.
Giancarlo Giorgetti

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica il documento NADEF:

NADEF2023

Nadef, ecco il TESTO INTEGRALE. Giorgetti: situazione più delicata di quanto prefigurato, anche per colpa del Superbonus. Si cerca equilibrio tra crescita e disciplina di bilancio

Nadef, il TESTO integrale. Nonostante effetti negativi guerra Ucraina, nel 2022 attività italiana cresciuta 3,7%




Presentata la carta “Dedicata a te” per acquisto generi alimentari di prima necessità. INTERVENTI DI: Lollobrigida, Giorgetti, Calderone, Decaro, Buttarelli

Si è svolta oggi la conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa ‘Dedicata a te’. Attraverso una carta, distribuita da Poste italiane, verrà erogato un contributo governativo per l’acquisto di generi alimentari di prima necessità, previsto dalla Legge di Bilancio con l’istituzione di un fondo specifico di 500 milioni di euro.

Di seguito gli interventi: 

Carta “Dedicata a te”, Lollobrigida: aiuterà i consumi e stimolerà le filiere. oltre 7mila comuni coinvolti

Carta “Dedicata a te”, Giorgetti: interveniamo su prezzi alimentari per aiutare famiglie e rispondere a inflazione

Carta “Dedicata a te”, Calderone: monitoreremo che le risorse vengano spese tutte e vadano a chi ha bisogno

Carta “Dedicata a te”, Decaro (Anci): Ora la misura diventi stabile e siano ampliate risorse. Occorre maggiore flessibilità e coinvolgimento comuni per utilizzo

Carta “Dedicata a te”, Buttarelli (Federdistribuzione): adesione unanime nostre imprese per acquisti convenienti alle famiglie

 

 

 




Coldiretti, domani lunedi 6/2 “agricoltura del futuro” con Giorgetti

L’agricoltura del futuro sarà al centro dell’incontro organizzato dalla Coldiretti a Brescia in Piazza Monsignor Almici 11, con approfondimenti sui principali temi di attualità dalla bolletta energetica alla difesa del Made in Italy. L’appuntamento è per le ore 18 di domani lunedi 6 febbraio nella Sala conferenze Corrado Faissola dove interverrano assieme al presidente Coldiretti Ettore Prandini, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, l’assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia Fabio Rolfi, l’assessore allo sviluppo economico della Regione Lombardia Guido Guidesi, il presidente di Coldiretti Brescia Valter Giacomelli e di Paolo Carra vicepresidente della Coldiretti Lombardia.

 




Ecco tutti i capi gabinetto del governo Meloni. Al Mipaaf va Aiello

Il governo Meloni va veloce e sarebbero già stati definiti gli uffici di collaborazione della presidenza del Consiglio e i capi di gabinetto dei dicasteri. Al Mipaaf l’avvocato dello Stato Giacomo Aiello, che rappresenta lo Stato italiano nel contenzioso presentato al Centro internazionale per il regolamento delle controversie relative ad investimenti  (International Centre for Settlement of Investment Disputes – ICSID) da Rockhopper, una compagnia petrolifera e del gas con sede nel Regno Unito. Secondo la tesi di Aiello, gli arbitrati privati sono un business costoso che favorisce una manciata di avvocati specializzati impoverendo gli Stati.

Riepilogo uffici di collaborazione:
Carlo Deodato – segretario generale PCM
Riccardo Caputi – capo gabinetto PdC Meloni
Francesco Quadri – capo dipartimento DAGL
Alfonso Celotto – capo gabinetto Casellati
Stefano Varone – capo gabinetto Giorgetti (Dario Perrotta capo ufficio legislativo, Ida Garibaldi portavoce), Daria Perrotta – Coordinamento legislativo Mef Giorgetti
Alfredo Storto capo gabinetto (Elena Griglio capo ufficio legislativo e Francesco Luciano capo segreteria tecnica) – Salvini (Vincenzo Nunziata capo di gabinetto vicepremier)
Domenico Siniscalchi – capo gabinetto Fitto
Giuseppe Recinto – capo gabinetto Valditara
Giovanni Panebianco – capo gabinetto Abodi
Mauro Nori – capo gabinetto Calderone (Concetta Ferrari segretario generale)
Mario Antonio Scino – capo gabinetto Pichetto (Roberta Spada segreteria particolare, Fiorella Corrado portavoce)
Giacomo Aiello – capo gabinetto Lollobrigida
Roberto Alesse – capo gabinetto Musumeci
Marcella Panucci – capo gabinetto Bernini

Federico Eichberg – Urso (capolegislativo Giulio Veltri, caposegreteria tecnica Marco Calabrò)

Arnaldo Morace Pinelli  capo gabinetto Schillaci (Massimo Lasalvia capo ufficio legislativo, Marco Mattei capo segreteria tecnica, Giovanni Miele portavoce)

Claudio Tucciarelli – Calderoli

Alberto Rizzo capo di gabinetto e Giusy Bartolozzi vice – Nordio 

Luigi Fiorentino capo gabinetto – Zangrillo




Governo, rimandato a oggi duello Meloni-Salvini su Mipaaf e Turismo. Così lo switch dei 2 ministeri ne ipoteca azione politica in Conferenza Regioni

Ancora un punto interrogativo sui nomi e partiti che andranno alla guida del ministero del Turismo e dell’Agricoltura. Da quanto apprende AGRICOLAE infatti l’incontro previsto ieri pomeriggio tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni per dirimere la questione e sciogliere i nodi sarebbe stato rimandato ad oggi. Anche a causa del trambusto con Silvio Berlusconi che ieri ha annunciato ministri differenti da quelli desiderati dalla premier in pectore.

L’incontro di oggi è importante per entrambi i partiti e rischia di tradursi in un pericoloso autogol per il celere svolgersi delle attività fino al loro compimento: La Lega infatti è molto forte, a livello regionale, per quanto riguarda i temi agricoli. Fratelli d’Italia è invece al primo posto per gli assessori al Turismo. Nominare ministri switchati, dando alla Lega il Turismo e a Fratelli d’Italia l’agricoltura, depotenzierebbe, nei fatti, l’azione politica di entrambi i dicasteri e di conseguenza dei partiti politici che ne prendono la guida.

Nel caso in cui – come sembrerebbe stia accadendo – il Mipaaf vada a Fdi e il Turismo (forse) al Carroccio, la strategia politica del titolare del Turismo potrebbe infatti arenarsi in sede di Conferenza delle regioni con gli assessori di Fratelli d’Italia; stessa cosa potrebbe accadere per il titolare del Mipaaf quando i provvedimenti avranno a che fare con il vaglio degli assessori della Lega.

Questa eventuale empasse sui due ministeri rappresentativi dell’economia reale, si inserisce in un contesto di altre ‘ipoteche’ politiche. Se la Meloni ha ipotecato eventuali voti contrari alle decisioni prese da Palazzo Chigi e che passano per il Mef mettendo il numero due della Lega Giancarlo Giorgetti alla guida del ministero dell’Economia, Forza Italia ha ipotecato le strategie politiche di Fratelli d’Italia alla Camera con Alessandro Cattaneo capogruppo e al Senato, dove i numeri ballano di più, con Licia Ronzulli capogruppo. E Piantedosi, prefetto di Roma e già capo di gabinetto di Salvini, all’Interno che – come si diceva ai tempi della Democrazia Cristiana – vale il 3 per cento dell’elettorato (con i suoi oltre 300mila dipendenti).

Governo, vertice Meloni-Salvini su nodo Turismo-Mipaaf. Rischio conflitto interessi Santanchè riapre i giochi e scombina le carte (e i ruoli)




Governo, ecco la squadra integrale Meloni-Salvini-Berlusconi. Flipper Mipaaf e Turismo Lega-Fdi. Tutti i nomi

AGRICOLAE pubblica in anteprima la squadra che la coalizione del Centro Destra dovrebbe presentare a Mattarella durante le consultazioni per la formazione del governo Meloni.

Ecco di seguito:

Infrastrutture e Trasporti – Matteo Salvini (vicepremier) (Lega)

Esteri – Antonio Tajani (vicepremier) (Forza Italia)

Interno – Matteo Piantedosi (tecnico)

Economia – Giancarlo Giorgetti (Lega)

Giustizia – Maria Elisabetta Alberti Casellati (Forza Italia)

Difesa – Adolfo Urso (Fratelli d’Italia)

Sviluppo economico – Guido Crosetto (tecnico area Fratelli d’Italia)

Istruzione – Anna Maria Bernini (Forza Italia)

Politiche agricole – Gian Marco Centinaio (Lega) o Patrizio La Pietra (Fratelli d’Italia)

Turismo – Gian Marco Centinaio (Lega) o un esponente di FdI legato alle Politiche agricole)

Affari europei – Raffaele Fitto (Fratelli d’Italia)

Riforme – Roberto Calderoli (Lega)

Affari regionali – Mara Bizzotto o Erika Stefani (Lega)

Rapporti con il Parlamento – Maurizio Lupi (Noi Moderati)

Salute – Guido Bertolaso (tecnico)

Università – Letizia Moratti (tecnico)

Lavoro – Marina Calderone (tecnico, presidente dell’Ordine dei consulenti del Lavoro)

Beni Culturali – Alberto Barachini (Forza Italia) (che potrebbe avere la delega all’editoria)

Famiglia e Natalità – Simona Baldassarre (Lega)

Sport e Giovani – Chiara Colosimo (Fdi)




Governo, Meloni chiede il Mipaaf. Alla Camera in bilico Molinari mentre prende quota Giorgetti, fuori da Esecutivo. Resta nodo Ronzulli

Le grandi manovre per la formazione del governo sembrano essere alle battute finali. A partire dalle elezioni del presidente di Camera e Senato. La quadra è stata trovata su Ignazio La Russa come seconda carica dello Stato, mentre cresce l’incertezza per Riccardo Molinari, già capogruppo Camera della Lega, che fino alle prime ore del mattino tutti davano alla guida di Montecitorio. Potrebbe rientrare il nome di Giancarlo Giorgetti che da quanto apprende AGRICOLAE non dovrebbe far parte della squadra di governo.

Sempre da quanto si apprende sembrerebbe che – a fronte delle numerose richieste avanzate dalla Lega – Giorgia Meloni abbia chiesto il ministero  delle Politiche agricole per Fratelli d’Italia, che tra le sue fila può contare su diversi ‘veterani’ agricoli: Luca De Carlo, già responsabile nazionale Agricoltura, Maria Cristina Caretta, già capogruppo in Comagri Camera, Marco Cerreto, neoeletto proveniente dal Mipaaf o Raffaele Fitto, già ministro degli Affari regionali nel governo Berlusconi 2008-2011, Giacomo La Pietra già capogruppo Comagri Senato.

Se il dibattito interno alla Lega dovrebbe chiudersi entro la giornata di oggi, sembra che quello degli azzurri debba durare ancora del tempo a causa del nodo Ronzulli sul quale Silvio Berlusconi non è intenzionato a cedere di un centimetro.

 




Innovazione e Agricoltura 4.0, Fondazione Leonardo. INTERVENTI DI: Patuanelli, Giorgetti, Violante, Prandini, Lazzaro, Sciarra (BF), Trotta (Puglia), Decaro e Nuria Sanz (Fao/Unesco)

Si è svolta quest’oggi a Bari la I Conferenza Nazionale sull’Agricoltura di Precisione promossa da Fondazione Leonardo–Civiltà delle Macchine, Politecnico di Bari e Università degli Studi di Bari Aldo Moro. L’evento è stata l’occasione per presentare e approfondire le tecnologie innovative dell’Agricoltura di Precisione e le tecnologie abilitanti del programma Impresa 4.0, anche al fine di prospettare modelli di collaborazione tra mondo della ricerca, delle professioni, delle imprese agricole, industriali, economico-finanziarie e dell’ICT,  e per generare opportunità di sviluppo anche alla luce delle risorse connesse al PNRR.

L’agricoltura sarà chiamata a soddisfare una enorme richiesta di alimenti, un’impresa che sarà resa possibile solo attraverso l’impiego diffuso delle nuove tecnologie che consentono l’aumento della produzione, il risparmio di acqua e la riduzione dei costi. Il 60% delle aziende agricole italiane nel 2021 ha investito almeno in una soluzione di Agricoltura 4.0, +4% rispetto al 2020, e oltre quattro su dieci utilizzano almeno due tecnologie, nello specifico software gestionali, sistemi di monitoraggio e controllo delle macchine.

Di seguito tutti gli interventi: 

Agricoltura 4.0, Fondazione Leonardo. Patuanelli: Innovazione garantisce qualità e quantità delle produzioni agroalimentari, senza rinunciare a distintività

Agricoltura 4.0, Violante (Fondazione Leonardo): Innovazione è il presente, ma occorre fare di più. Accelerare su digitale e ricerca, fondamentale il Pnrr

Agricoltura 4.0, Fondazione Leonardo. Giorgetti (Mise): Settore primario può tornare a ricoprire ruolo chiave. Spingere su tecnologie e infrastrutture

Agricoltura 4.0, Fondazione Leonardo. Prandini: sospendere oggi la sostenibilità significa fermare l’innovazione. Alimenti sintetici non sono cibo

Agricoltura 4.0, Fondazione Leonardo. Lazzaro: Innovazione fondamentale per raggiungere obiettivi Green Deal e Farm to Fork

Agricoltura 4.0, Fondazione Leonardo. Sciarra (BF): Il modello IBF punta al miglioramento della competitività attraverso tecnologia e analisi dati

Agricoltura 4.0, Fondazione Leonardo. Trotta (Reg. Puglia): Ricerca, innovazione e sviluppo tecnologico al centro dei nostri interventi

Agricoltura 4.0, Fondazione Leonardo. Nuria Sanz (Unesco/Fao): Sistematizzare la conoscenza degli agricoltori per puntare ad una ricerca di precisione

Agricoltura 4.0, Fondazione Leonardo. Decaro: Le risorse ci sono, ora puntare su innovazione e tecnologia per una agricoltura eco sostenibile

 

 

 

 

 

 

 




Agricoltura 4.0, Fondazione Leonardo. Giorgetti (Mise): Settore primario può tornare a ricoprire ruolo chiave. Spingere su tecnologie e infrastrutture

“Ricollocare al centro delle politiche economiche le filiere produttive è la priorità del nostro ministero ed una rinnovata dinamica di sviluppo del settore primario, che rafforzi le prospettive di collaborazione lungo le catene del valore, è un elemento necessario per accrescere i livelli di benessere del paese, oltre che di sicurezza degli approvvigionamenti.

Nell’attuale congiuntura economica e geopolitica vi sono spazi perché il settore agricolo possa tornare a ricoprire un ruolo chiave nell’economia del paese.”

Così il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti nel corso della I Conferenza nazionale sull’Agricoltura di Precisione, promossa da Fondazione Leonardo–Civiltà delle Macchine, Politecnico di Bari e Università degli Studi di Bari Aldo Moro.

“Nei primi anni 2000 abbiamo assistito ad un rallentamento dello sviluppo della struttura imprenditoriale agricola, a seguito anche di alcuni fattori come l’incremento della popolazione mondiale a fronte della diminuzione delle superfici coltivabili. Ma anche l’intensificarsi della concorrenza internazionale e gli effetti della limitata dimensione delle imprese agricole.

In questo contesto si inseriscono oggi profondi cambiamenti che investono il sistema produttivo, come la pandemia e la guerra che sta incidendo drammaticamente sui costi energetici e sulle catene di approvvigionamento agricolo. Si possono creare tuttavia le occasioni per la diversificazione dei canali di distribuzioni e approvvigionamento. Una tendenza che è destinata a rafforzarsi in ragione della collocazione dell’Italia nella direttrice strategica che collega l’Ue a enormi mercati emergenti come l’Africa.

La nuova sfida industriale per il settore agricolo si gioca pertanto in un quadro articolato dal punto di vista delle condizioni strutturali e dei fattori contingenti, questo deve indurci ad affrontare con concretezza e realismo opportunità e rischi di questa nuova fase.

L’intersezione tra le tecnologie di industria 4.0 e l’agricoltura di precisione costituisce un riferimento nuovo per implementare soluzioni complesse che permettano un miglioramento dei prodotti. Nell’ultimo biennio gli investimenti in tecnologie di agricoltura 4.0 hanno registrato una crescita evidente, passando da un fatturato di circa 500 mln euro nel 2019 a oltre 1,5 mld euro a fine 2021, con oltre il 60% delle aziende agricole che hanno dichiarato di adottare almeno una soluzione di agricoltura 4.0. L’Italia è tra i primi 10 paesi per il numero di start up agricole innovative.

La sfida si gioca sulla capacità di tenere insieme interventi orizzontali con misure ad hoc a supporto della filiera alimentare. Il Pnrr interviene su questi fronti, il Mise ha concentrato le risorse gestite, oltre 24 mld, su un numero limitato di interventi a sostegno degli investimenti produttivi. È stato rifinanziato il piano di transizione 4.0 e potenziati i contratti di sviluppo.

C’è poi il piano riguardo lo snellimento dei procedimenti amministrativi e la riorganizzazione degli incentivi.

Il prossimo 23 giugno si chiuderà presso il ministero il bando della misura “investimenti innovativi delle imprese agricole”, che dimostra la nostra attenzione al settore, sebbene le risorse stanziate non sono probabilmente sufficienti.

Per la diffusione delle tecnologie di precisione ci sono ancora ampi margini. Sono infatti ancora troppo basse le percentuali di superficie agricola coltivata sulla quale è impiegata la tecnologia 4.0, pari a poco più del 5%. C’è poi lavoro da fare sul piano delle infrastrutture, la copertura con banda larga nelle aree rurali è pari solo al 40%.”




Made in Italy, a 3 giorni da sentenza Tar Syngenta chiedeva appuntamento a Mipaaf e Mise tramite ambasciata Svizzera. Poi attaccava il Bio. Ambasciata: svolto nostro compito

Syngenta aggiusta il tiro dopo l’intervista di Erik Fyrwald alla testata svizzera Neue Zurcher Zeitung in cui diceva che “di fronte alla minaccia di una crisi alimentare globale, aggravata dalla guerra in Ucraina, è necessario rinunciare all’agricoltura biologica per ottenere rese produttive maggiori” e parla ora di ‘agricoltura rigenerativa’ e di “elevati standard qualitativi”.

Prima i semi, poi il biologico. In un ottica di economia globale e di tenuta sociale dei Paesi, acquistano sempre maggiore importanza la disponibilità e la gestione delle materie prime agricole. E le multinazionali, se prima puntavano agli Ogm di cui avrebbero detenuto i brevetti esclusivi (i semi ogm richiedevano fertilizzanti e fitosanitari ad hoc forniti dalla stessa azienda con una tempistica che di fatto avrebbe vincolato il produttore ad esserne dipendente), ora puntano direttamente ai semi. E il biologico? potrebbe rappresentare un rischio nell’ottica dell’economia delle multinazionali della chimica.

Il gigante della chimica Syngenta – da quanto apprende AGRICOLAE – ha chiesto un incontro lo scorso 12 aprile con il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli e con il Dirigente dell’Ufficio di Gabinetto con funzioni di Vice Capo di Gabinetto Simone Vellucci, braccio destro del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti (che in Cdm si era espresso a favore della Golden Power) attraverso l’azione diplomatica dell’ambasciatore della Svizzera in Italia Monika Schmutz, a Roma.

Un incontro che è stato chiesto dall’Ambasciata Svizzera pochi giorni prima della sentenza del Tar in merito al ricorso di Syngenta sull’utilizzo da parte dell’Italia dello strumento della Golden Power per quanto riguarda l’acquisto da parte della multinazionale Cino-Svizzera di Verisem. Il Tar ha emesso il 15 aprile infatti le due sentenze che, nel respingere i ricorsi proposti da Psp Verisem Luxemburg Holding e Syngenta Crop Protection, hanno confermato la legittimita’ del Dpcm con il quale nell’ottobre 2021 il Governo italiano si e’ opposto alla cessione, usando per la prima volta nell’alimentare Made in Italy il potere di blocco della Golden Power.

Ma un altro tema caro a Syngenta è quello del biologico. In una recente intervista infatti il Ceo Syngenta Erik Fyrwald (andato assieme all’ambasciatore al Mipaaf e al Mise), aveva precisato come “di fronte alla minaccia di una crisi alimentare globale, è necessario rinunciare all’agricoltura biologica”. Affermazione arrivata a circa due mesi dall’approvazione della legge nazionale sul Biologico che ha traccheggiato tra una Camera e l’altra del Parlamento circa 13 anni e che non è piaciuta a molte organizzazioni agricole e del Bio italiane.

AGRICOLAE ha chiesto all’ambasciata svizzera in Italia “per sapere se nell’incontro avuto tra Syngenta, l’ambasciatore svizzero in Italia e il ministro delle Politiche agricole che si è svolto presso il Mipaaf lo scorso 12 aprile alle ore 15.30, si è parlato di agricoltura biologica oppure del caso Verisem/Golden Power”. E’ stato inoltre chiesto all’ambasciata “perché l’ambasciatore ha fatto da tramite tra la multinazionale e le istituzioni italiane preposte al tema”.

L’Ambasciata svizzera in Italia ha risposto che è tutto normale: “La facilitazione di contatti tra aziende nazionali e autorità del paese ospitante rientra nei compiti abituali di un’ambasciata. L’Ambasciata di Svizzera in Italia non fa eccezione”, spiegano.

Era già stato scritto:

Governo si avvale della Golden Power: ecco decreto firmato da Draghi e Patuanelli. Stop ad acquisizione Syngenta cinese di Verisem

D’altronde la questione Bio, nonostante la legge si sia chiusa nel suo iter parlamentare, tra le organizzazioni sembra esser rimasta aperta. Nei giorni scorsi l’organizzazione di riferimento della Cia-Confederazione italiana agricoltori, aveva attaccato in una nota proprio Syngenta e Frescobaldi. Ma a stretto giro sono arrivate le scuse da parte del presidente uscente della Cia Dino Scanavino, che già in passato si era espresso in modo contrastante sul biologico.

Syngenta. Anabio-Cia contro il no dei colossi al biologico: retaggio d’altri tempi. Fermo disappunto anche per dichiarazioni Lamberto Frescobaldi (Uiv)

Cia: scuse a Frescobaldi (Uiv) e Syngenta per dichiarazioni Anabio su biologico 




Grana Padano, ministro Giorgetti ospite. Il Consorzio: serve maggior tutela per i prodotti DOP e IGP

Il Grana Padano ha consolidato il suo primato di formaggio DOP più consumato nel mondo anche in due anni difficilissimi per gli effetti della pandemia, superando la soglia di 5,2 milioni di forme prodotte e con un export in costante crescita. E lo ha fatto nonostante il perdurare di difficoltà ed ostacoli. Pesa inoltre anche sul piano economico la drammatica situazione provocata dall’invasione dell’Ucraina, con un’emergenza umanitaria che ha già visto il Consorzio Grana Padano confermare il suo impegno costante nella solidarietà, con un contributo di 200mila euro alla Croce Rossa Italiana.

Da questa analisi il presidente del Consorzio Tutela Grana Padano Renato Zaghini è partito stamane nell’incontro tenutosi nella sede di Desenzano del Garda (BS) tra il CdA consortile ed il Ministro allo Sviluppo Economico, on. Giancarlo Giorgetti, invitato all’evento.“Le imitazioni del Grana Padano come di tutti i marchi DOP e IGP più conosciuti nel mondo sono una piaga antica, che supera in valore sui mercati esteri quello dei prodotti autentici – ha sottolineato ZaghiniQuindi, aumenta l’esigenza di una maggior tutela e di una decisa difesa non solo dalle contraffazioni, ma soprattutto dalle evocazioni e dalle imitazioni ingannevoli che in Italia e nel mondo sottraggono rilevanti spazi di mercato ai prodotti ad indicazione geografica”.

Se al di fuori della UE vanno cercati accordi bilaterali con i paesi dove più forte è l’export, sul mercato italiano si deve estendere la tracciabilità, anche a tutela del consumatore. “Chiediamo che nella distribuzione i prodotti DOP siano separati dai similari e proposti in modo riconoscibile – ha ribadito il presidente del Consorzio – e insistiamo perché nei menù degli esercizi che offrono ristorazione siano indicati con chiarezza gli ingredienti usati in cucina con il loro marchio. Parliamo di un settore importante, visto che il 36% dei pasti è consumato fuori casa”. Questo fenomeno dell’italian sounding è cresciuto anche attraverso Internet. “Il modo in cui ICAAN attribuisce i domini non è pienamente compatibile col rispetto delle norme internazionalmente accettate sui diritti di proprietà intellettuale e pertanto le indicazioni geografiche risultano esposte a notevoli sfide e rischi di contraffazione e appropriazione indebita e anche WIPO, l’Organizzazione Mondiale della Proprietà Intellettuale, potrebbe fare di più e di meglio per favorire un allargamento del riconoscimento e della tutela delle indicazioni geografiche” ha sottolineato Zaghini.

Per il Consorzio Grana Padano va inoltre ridotto il costo della burocrazia dell’Unione Europea, che pure ha voluto nel 1996 la denominazione d’origine protetta. “Sui procedimenti che riguardano le DOP, Bruxelles impone dei tempi quasi biblici, che vanno snelliti. I prodotti DOP e IGP rappresentano il 20% dell’intera produzione agroalimentare italiana e crediamo meritino una maggiore attenzione, perché ben più alto è il contributo che danno alla valorizzazione della cultura, delle tradizioni e della vitalità di un territorio, in particolare all’estero. La mole di esportazione del Grana Padano, con un fatturato dell’export vicino al 50% del totale, insieme a quello di altri importantissimi prodotti DOP ed IGP molto diffusi in tutto il mondo, la dicono lunga sull’importanza, sul prestigio e sulla visibilità che danno all’Italia intera oltre confine”.

La guerra in Ucraina rallenterà la ripresa e costringerà istituzioni e imprese a rivedere le prospettive di crescita e le tempistiche dei sostegni indicate nel PNRR, come lo stesso ministro Giorgetti ha sottolineato nella recente audizione alle commissioni parlamentari. “Il piano di ripresa e resilienza ha messo in secondo piano le DOP, ma il Consorzio Grana Padano è comunque capofila di 4 progetti con 60 aziende consorziate coinvolte e 185 milioni di interventi previsti – ha aggiunto il Direttore Generale, Stefano Berni – Condividiamo quindi l’indicazione del ministro sull’esigenza di introdurre flessibilità nell’applicazione del PNRR”.




Google-Alleanza Cooperative, la digitalizzazione a supporto delle imprese italiane. Gli interventi di Giorgetti (Mise) e Gardini

Si è svolta quest’oggi la conferenza stampa di presentazione di “Cooperazione digitale”, il progetto Google-Alleanza delle Cooperative per supportare la digitalizzazione delle imprese cooperative e no profit italiane.

Cooperazione Digitale nasce da un confronto con il Ministero dello Sviluppo Economico sul tema della trasformazione digitale delle imprese italiane, con l’obiettivo di valorizzare le imprese cooperative e non profit. Il progetto sarà realizzato grazie a un fondo da 3,5 milioni di euro di Google.org, la divisione filantropica di Google impegnata sulle principali sfide della nostra società attraverso finanziamenti, innovazione tecnologica e competenze tecniche, per supportare le comunità più vulnerabili e offrire una maggiore equità e inclusione.

 

Di seguito gli interventi: 

Google-Alleanza Cooperative, Giorgetti (Mise): Raccogliere la sfida digitale, grande occasione per le piccole e medie imprese di aprirsi al mercato

Google-Alleanza Cooperative, Gardini: Accompagnare transizione digitale per correggere disuguaglianze a dare maggiori opportunità a imprese e territori

Un fondo da 3,5 mln euro di Google.org per Alleanza delle Cooperative Italiane a sostegno dell’innovazione di imprese cooperative e non profit