Elezioni, ecco gli ‘agricoli’ che tornano in aula di Camera e Senato. E forse al Mipaaf. Ma sparisce Comagri Senato

La Meloni ottiene il 26%, la Lega il 9 e Forza Italia l’8. Il Pd è ai minimi storici con il 19% mentre il M5S di Conte risale al 15%. Azione e Italia Viva guadagnano un 8 per cento. Impegno Civico di Di Maio sparisce senza neppure raggiungere l’un per cento.

Dei deputati e senatori  che si sono occupati di agricoltura nelle precedenti legislature ne restano pochi. Mentre sparisce la commissione Agricoltura di Palazzo Madama che confluisce nella Commissione Industria e Turismo.

PER IL SENATO UNINOMINALE:

Gian Marco Centinaio – già sottosegretario Mipaaf Lega – passa nel collegio uninominale Lombardia, Pavia con il 54,62% e con 208.128 voti. Potrebbe essere lui il prossimo titolare del ministero per la seconda volta.

Giorgio Bergesio, Piemonte, Cuneopassa per la Lega al Senato con il 51,73% voti con 192.583 voti.

In Veneto Luca De Carlo fa bottino con 316.431 persone che lo hanno votato, con il 57,36% all’uninominale di Treviso, Veneto.

Giacomo Patrizio La Pietra passa a Prato, Toscana, con 219.613 con il 44,18%.

Tra chi potrebbe essere coinvolto invece nelle Politiche agricole o del Turismo e del Mare figurano Isabella Rauti con 231mila voti e il 45% e Daniela Santanché con 199mila voti e il 52%.

PER LA CAMERA UNINOMINALE:

Francesco Battistoni – già sottosegretario Mipaaf Forza Italia – passa al collegio uninominale Marche Ascoli Piceno alla Camera con il 47,66%. Con 90807 voti.

Passa in Veneto Maria Cristina Caretta, già capogruppo FDI Comagri Camera, con oltre 122mila persone che l’hanno scelta a Vicenza per il 56,27%.

Raffaele Nevi, già capogruppo FI in Comagri Camera, passa con 100mila voti in Umbria con il 47% dei votanti di Terni.

PLURINOMINALE SENATO

Al plurinominale al Senato figurano Stefano Patuanelli, in quota M5S e già ministro dell’Agricoltura, Gisella Naturale, in quota M5S, già membro della commissione Agricoltura di Palazzo Madama, e infine Enrico Borghi, Pd, da sempre molto attento alle comunità montane anche sotto l’aspetto agricolo.

PLURINOMINALE CAMERA

Al plurinominale della Camera figurano tra gli eletti Federico Fornaro, Pd, Raffaele Fitto, Fdi (che sembra puntare al dicastero dell’Agricoltura senza però avere l’ok del partito), Ylenia Lucaselli (che potrebbe avere un ruolo di punta nel settore agricolo ed agroalimentare),  e torna Giuseppe Castiglione, già sottosegretario Mipaaf all’epoca di Maurizio Martina, in quota Azione. Presente anche Maria Chiara Gadda alla quale si deve la legge sugli sprechi alimentari.

Resta fuori Teresa Bellanova, ex ministro delle Politiche agricole e braccio destro di Renzi.

Mentre ora ci si mette a tavolino per chiudere la partita del governo entro il mese di ottobre, all’interno dei partiti è la resa dei conti.

All’interno della Lega c’è chi vuole la testa di Salvini, che rimanda al mittente le accuse spiegando come sia stato deleterio, dal punto di vista elettorale, far parte dei governo millecolori con ministri che non aveva scelto (come aveva riportato in precedenti articoli AGRICOLAE infatti, al leader della Lega erano stati imposti Garavaglia e Giorgetti come a Berlusconi erano stati imposti Brunetta, Gelmini e Carfagna). Bisogna ora vedere dove si posizionerà il leader leghista. Dato che sembrerebbe siano da escludere sia gli Interni che gli Esteri rimarrebbero il Mise, Istruzione o addirittura il Mipaaf.

All’interno del Pd c’è invece chi punta il dito contro Enrico Letta e alla sua campagna elettorale ‘contro’ che si è dimostrata poco propositiva. Stefano Bonaccini, Matteo Ricci, Antonio Decaro ed Elly Schlein scaldano i motori in vista del prossimo congresso, ma forse, secondo qualcuno dentro il Nazareno, anche prima.

Per saperne di più:

Elezioni, ecco come si svuotano le Comagri di Camera e Senato, che perdono tutti i componenti. O quasi

Addio Comagri Senato. Le competenze della IX commissione di Palazzo Madama entreranno nella X

Governo, così Draghi ha bullizzato la Politica e abbandonato l’Italia contro volere di Mattarella, Pd, Lega, Fi, IV, Leu, Ipf e M5S. Spread sale e Finanza estera ci guadagna




Zootecnia, filiera chiede informazione corretta ma nel PNRR trasmesso a Ue, 5 mln di euro a influencer per condizionare su ‘nuova agricoltura’

Dati reali? Informazione corretta? Parola alla scienza? No. La zootecnia, l’agricoltura e la pesca (e quello che sarà di loro nel concetto di ‘nuova agricoltura’) saranno in mano agli influencer. E’ previsto dal PNRR materialmente inviato a Bruxelles (un malloppo da 2500 pagine che contiene anche i progetti) che stanzia 5 milioni di euro (solo nella versione in inglese) per ingaggiare chi condiziona il mondo dei social a pagamento (a pagina 881 del primo faldone)

1′ FALDONE PNRR INVIATO A COMMISSIONE UE E ALLEGATI-1-1112

2′ FALDONE PNRR INVIATO A COMMISSIONE UE E ALLEGATI-1112-2487

Il caso Berlinguer (che ha prima attaccato la zootecnia italiana sostenendo nel corso di CartaBianca che gli allevatori italiani utilizzano ormoni fuorilegge e poi ha chiesto scusa) è solo l’ultimo dei casi in cui dal mondo della televisione pubblica e dei social viene attaccata la zootecnia sulla base di “sentito dire”, informazioni parziali o fake news.

Alcune trasmissioni – anche sulla rete pubblica – hanno addirittura associato la diffusione del virus all’inquinamento prodotto dagli allevamenti zootecnici del Nord Italia. Tesi poi smentita dai dati Ispra (7% afferente al settore) e dagli stessi virologi.

Controcarne, Pregliasco: escludo ogni coinvolgimento zootecnia in diffusione Covid-19

E a fronte di un settore che chiede sempre di più di essere ascoltato e di far riferimento a dati che siano reali e scientificamente fondati per contrastare le fake news e informare i cittadini, il PNRR inviato a Bruxelles, mette l’ “informazione” sulla “nuova agricoltura” in mano agli influencer. 

E stanzia 5 milioni di euro per pagarli.

Il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha chiesto “un confronto basato sulla corretta informazione, su ciò che il comparto sta facendo per continuare a garantire sicurezza, salubrità e alta qualità delle produzioni, nel rispetto delle regole di sostenibilità e del benessere animale”.

Zootecnia, Giansanti: apriamo confronto basato su corretta informazione

Mentre il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha ricordato che “la zootecnia italiana è la più sostenibile al mondo ma come spesso accade prevale la disinformazione. Occorre far sì che l’informazione sul settore Primario corrisponda alla realtà dei dati così da fornire elementi corretti ai consumatori”.

Perché in gioco “non c’è solo la dignità di tutti coloro che lavorano in agricoltura, ma anche uno dei maggiori pilastri economici del nostro Paese”.

Zootecnia, Prandini: disinformazione prevale su dati reali. In gioco dignità lavoratori e pilastro economico del Paese

Anche il presidente di UnaItalia Antonio Forlini – che non ha accettato le scuse della Berlinguer – ha chiesto che ci si basi sull’informazione corretta dei dati.

Gli infuencer ‘influenzano’ per l’accezione stessa del termine. Vengono pagati dalle aziende proprio perché in grado di ‘condizionare’ gli acquisti, le mode e i consumi.

Esattamente quel principio di “condizionamento” su cui – è d’accordo tutto il governo – si basa il Nutriscore. Che sembra essere molto lontano dall’informazione.

Insomma, il PNRR prevede di condizionare e influenzare i cittadini sull’alfabetizzazione climatica e sulla ‘nuova agricoltura’ (quella, come è stato più volte ribadito, che subirà una cura speciale per quanto riguarda il comparto degli allevamenti), invece di informare.

Per dirla con le parole riportate nella premessa del PNRR, si “vuole valorizzare la filiera italiana nei settori dell’agricoltura e dell’alimentare e migliorare le conoscenze dei cittadini riguardo alle sfide e alle opportunità offerte dalla transizione. In particolare, il Piano vuole favorire la formazione, la divulgazione, e più in generale lo sviluppo di una cultura dell’ambiente che permei tutti i comportamenti della popolazione”.

Un retaggio di quando era premier Giuseppe Conte che già fece ricorso all’influenza di Fedez in epoca di Lockdown? una svista rimasta tale prima dell’invio in Europa? Fatto sta che la versione inviata a Bruxelles parla chiaro: 5 milioni di euro agli influencer “per massimizzare la diffusione dei messaggi su tutta la popolazione”. “I key opinion leader e gli influencer – si legge nel capitolo ‘Investimento 3.3: Cultura e consapevolezza su temi e sfide ambientali’ – sono persone che hanno uno status sociale così forte che le loro raccomandazioni e opinioni sono ascoltate quando si prendono decisioni importanti”. 

Era già stato scritto l’8 maggio:

PNRR, ecco le 2.500 pagine del faldone trasmesso all’Ue. Influencer pagati per far diventare italiani Eco attivi, anche a tavola (nuova agricoltura)

 




Cessione credito, entra in gioco Giuseppe Conte per trovare escamotage tecnico in Dl Sostegni2. Prima riunione

A entrare in partita è Giuseppe Conte in persona per mettere le pezze allo stralci della Ragioneria dello Stato nell’ultimo Dl Sostegni. Sarebbe infatti l’ex premier nonché probabile futuro leader M5S (o di quello che resterà nella Good Company una volta diviso) a prendere in carico e portare avanti la questione della cessione del credito Industria 4.0 estesa anche alle imprese agricole. Da quanto apprende AGRICOLAE ci sarebbe stato infatti un incontro nei giorni scorsi con i vertici M5S (presente anche Laura Castelli) per trovare l’escamotage tecnico per inserire nel Dl Sostegni 2 la misura stralciata in corner dalla Ragioneria dopo aver avuto l’ok dal Parlamento.




Lavoro, pescatori dimenticati in attesa di Orlando e Goracci. Torna centrale tema degli ammortizzatori sociali strutturati anche per settore ittico

Sarà Alessandro Goracci, fedelissimo di Giuseppe Conte, nella veste di capo ufficio legislativo di Andrea Orlando al ministero del Lavoro, a doversi occupare – per quanto riguarda le sue competenze – della questione pesca e sostegno al reddito.

Questa mattina il neo ministro ha incontrato le parti economiche e sociali per affrontare il tema degli ammortizzatori sociali. Ma resta alta la tensione sulla filiera ittica rispetto al mancato accoglimento della richiesta, avanzata sia dai sindacati che da tutte le associazioni di categoria, del differimento dei termini per la presentazione delle istanze di indennità di fermo pesca dell’anno 2020.

“Un’ingiustizia” e “un’inaccettabile disattenzione”, gridano i sindacati. “Una brutta pagina in cui lo Stato si mostra generoso offrendo sostegni per renderli subito dopo irraggiungibili”, insistono le organizzazioni della Pesca aderenti all’Alleanza delle cooperative.

E torna centrale il tema relativo alla necessità di includere il settore ittico all’interno delle misure stabili di ammortizzazione sociale così da rendere strutturale una misura che invece ad oggi – a differenza degli altri comparti Primari – solo per la Pesca è necessario riconfermare di anno in anno.

Rendendo la misura, oltre che incerta, anche soggetta a lungaggini burocratiche e a temporanei malumori dei funzionari competenti.

Il combinato disposto dell’incertezza delle misure di ammortizzazione sociale dei pescatori con la richiesta di crescenti  riduzioni dello sforzo di pesca mette sempre più a rischio la sostenibilità economica delle imprese e la conseguente tenuta occupazionale e sociale del settore che interessa 8000 chilometri di costa italiana.

La scadenza attuale? domani. Sul tavolo una ventina di milioni di euro previsti dal decreto interministeriale n. 1 del 3 febbraio 2021 per far fronte all’emergenza della pandemia. Per potervi accedere solo 25 giorni.

Era già stato scritto:

Pesca, Alleanza cooperative, burocrazia nega risorse ai pescatori. Vani gli appelli ad Orlando

Pesca. Da Fai, Flai, Uila preoccupazione per mancata proroga termini domande fermo pesca 2020




Recovery Fund, testo alle Camere quasi blindato. Resta margine su schede progettuali di cui niente si sa

PNRR? Non va bene, lo dicono dalla commissione Ue che ha poco gradito il piano messo a punto da Palazzo Chigi.

Parte oggi il secondo ciclo di audizioni alle Camere di tutta la filiera agroalimentare per discutere e dissentare sul testo causa – tra le altre cose – della crisi di governo temporanea che vedrà al suo termine quasi tutti gli stessi ministri agli stessi posti.

Ma nonostante le commissione Agricoltura di Camera e Senato si accingano ad audire i soggetti interessati, nonostante gli stessi siano andati a parlare con Giuseppe Conte poco prima delle sue dimissioni, e nonostante la lettera (pubblicata da AGRICOLAE) che lo stesso Premier ha scritto ai presidenti di Camera e Senato che parlava di ‘modifiche al testo nel passaggio parlamentare’, il testo sembra in realtà già quasi “blindato”.

Il risultato finale, dopo il giro di consultazioni nelle commissioni competenti di ogni singolo comparto saranno infatti due risoluzioni, una di maggioranza e una minoranza, riportanti alcuni ‘suggerimenti’. Suggerimenti che rimangono tali dato che, non vincolanti, dovranno trovare spazio nella volontà del governo che viene.

Resta invece aperto il tema delle schede progettuali di cui, ad oggi, niente si sa.

Conte scrive a Fico e gli invia il Recovery Plan approvato. Eccolo. Il Premier: “Modificato e pronti a modificare ancora”

Recovery Plan, Comagri Camera. Tutte le dichiarazioni di Federalimentare, Assica e Confartigianato alimentazione

Recovery Plan, Comagri Camera. Tutte le dichiarazioni di Donne in campo Cia, Donne impresa Coldiretti, Confagricoltura Donna e Le donne del vino

Recovery Plan, Comagri Camera. Tutte le dichiarazioni di Origin Italia e Filiera Italia

Recovery Plan, Comagri Camera. Tutte le dichiarazioni di Anabio, Federbio e Aiab

Recovery Plan, Comagri Camera. Calvi (Crea): Più investimenti sul SIAN

Recovery, Confagricoltura donna: per ripartenza necessarie risorse al femminile

Recovery: Cia, puntare su biologico e agricoltura al femminile

Piano nazionale di ripresa e resilienza: puntare sulla qualità e accelerare. Origin Italia: Consorzi di Tutela strumento fondamentale per la transizione green della qualità italiana




Governo, Pd aspetta fino a lunedì, poi voto. Punto di caduta di Italia Viva è Conte Ter ma senza Bonafede e Azzolina

Governo all’impasse. Da quanto apprende AGRICOLAE nella riunione di ieri sera il Partito Democratico avrebbe deciso di aspettare fino a lunedì, poi – se non si trova la quadra – andare alle elezioni. Su questo tema c’è visione comune da parte di Andrea Orlando e Nicola Zingaretti.

Sempre da quanto apprende AGRICOLAE da fonti interne a Italia Viva il punto ultimo di caduta del partito di Renzi sarebbe quello di ‘accettare’ Giuseppe Conte per un Conte TER ma a patto di ‘sacrificare’ il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e dell’Istruzione Lucia Azzolina.

Governo, Orlando: capire se quanto ha detto Renzi al Colle è quello che ha fatto uscire sulle veline. Verso elezioni

Consultazioni, Renzi: Pronti a governo, meglio se politico. Ma si discuta di contenuti, è presto per decidere Premier

Governo, Zingaretti: si a Conte Ter, poi legge elettorale proporzionale

Consultazioni, Bellanova: abbiamo detto a Mattarella quello che diciamo da mesi al Premier




Conte scrive a Fico e gli invia il Recovery Plan approvato. Eccolo. Il Premier: “Modificato e pronti a modificare ancora”

Il Premier Giuseppe Conte scrive al presidente della Camera Roberto Fico e gli trasmette il testo del Recovery Plan approvato e corretto nel corso dell’ultimo Consiglio dei ministri.

“Gentile presidente”, si legge nella missiva allegata al Piano che AGRICOLAE pubblica di seguito.

“Le trasmetto la proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza approvato il 12 gennaio scorso dal Consiglio dei ministri affinché sia sottoposta all’esame delle Camere.

Il documento rappresenta un aggiornamento e un’evoluzione della proposta contenuta nelle Linee guida e raccoglie le modifiche, le integrazioni e le osservazioni espresse successivamente da tutti i soggetti coinvolti nella elaborazione del Piano.

Il Piano definisce le sei missioni strategiche, che rappresentano le ‘aree tematiche’ strutturali di à e intervento: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute.

Ciascuna missione – prosegue Conte – è articolata in componenti, funzionali a realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo, che raccolgono complessivamente 47 linee di intervento per progetti omogenei.

Il Governo è altresì disponibile a riferire, nelle sedi ritenute più opportune, sulle linee essenziali della proposta.

All’esito dell’esame parlamentare di tale documento e delle eventuali ulteriori modifiche e integrazioni che si renderenno opportune, seguirà poi la presentazione e l’adozione definitiva dell schema di Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Anche in tale successiva fase – conclude il Premier – sarà assicurato il pieno coinvolgimento della Camera, al fine di acquisirne valutazioni e indirizzi, nello spirito della massima collaborazione e sinergia tra Parlamento e Governo.

Con la più viva cordialità,

Giuseppe Conte”.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica in PDF il Piano nazionale di ripresa e di resilienza con allegata missiva:

LETTERA DI CONTE INVIATA A FICO CON RECOVERY PLAN




Recovery Plan, ecco le osservazioni del Pd alla bozza di Conte

Digitalizzazione, innovazione e infrastrutture all’insegna della transizione ecologica. Tra le osservazione redatte dal Partito Democratico al progetto del Recovery Plan di Conte e i suoi, figura la necessità di un Paese che riparta in maniera diversa dal passato, svincolato dalle vecchie logiche e che guarda al futuro. Capace di farsi strada in un mondo cambiato e capace di rispondere alle nuove esigenze.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica in PDF e a seguire in forma testuali le osservazioni che il Pd di Zingaretti presenta al premier Giuseppe Conte:

OSSERVAZIONI PD A BOZZA RECOVERY PLAN

 

DOPO LA PANDEMIA, UN ALTRO PAESE PIU’ INVESTIMENTI, MENO TRASFERIMENTI

Nel momento più difficile della sua storia l’Europa ha risposto in modo coraggioso; l’approvazione del Next Generation EU è sicuramente uno strumento per rispondere alla grave ed inedita crisi provocata dalla pandemia, ma segna anche una discontinuità, un mutamento di prospettiva e un cambio di passo invocato da anni e ottenuto grazie al contributo decisivo del nostro Governo. Abbiamo dinanzi a noi un’occasione senza precedenti e un dovere morale che ci impegna soprattutto nei confronti delle generazioni future: cambiare in meglio la società italiana, affrontare i problemi strutturali del nostro Paese, resi ancora più evidenti dalla crisi sanitaria che ha amplificato disuguaglianze e limiti dell’attuale sistema economico e sociale . La pandemia ha reso evidente l’importanza dell’investimento nella cura e nell’empowerment delle persone, la necessità di un nuovo equilibrio tra tempi di vita e di lavoro, di un nuovo concetto di cura del vivente, dei beni e dei luoghi in cui abitiamo, del pianeta. Il Recovery Plan è l’occasione per un nuovo “patto italiano” che affronti la crisi con il coraggio del cambiamento, vinca la sfida della transizione verde e digitale, riduca le disuguaglianze sociali, di genere e territoriali, costruisca opportunità di qualità per le nuove generazioni.

Per costruire un altro Paese dopo il Covid, per superare ritardi, battere rendite ed ingiustizie, per progettare uno sviluppo che sia equo e duraturo, è necessario compiere delle scelte. E la prima da compiere e definire è la missione dell’Italia nel mondo, il nostro interesse nazionale in un quadro europeo finalmente più forte e solidale, indicare quali catene del valore si ritengono strategiche per un sistema Paese capace di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità economica, sociale ed ambientale che stanno alla base del Recovery Plan. Gli assi portanti su cui è costruito il Piano sono la modernizzazione del Paese, la rivoluzione digitale ed ecologica, la riduzione delle disuguaglianze sociale e territoriali, la parità di genere. Per questo è importante che le intenzioni riformatrici del

Piano e il filo conduttore che segna il ruolo e la missione dell’Italia nel dopo pandemia siano rese più esplicite, contrastando il rischio che la proposta di cui discutiamo assuma un carattere frammentario e talvolta contradditorio.

Occorre evitare che la giusta ambizione che ispira il documento proposto dal Governo si concretizzi talvolta in una serie di progetti che rischiano più di consolidare o soltanto correggere il Paese che c’è, con i suoi limiti, i suoi ritardi e le sue ingiustizie, piuttosto che delineare un’altra idea dell’Italia, un altro realistico e desiderabile modello di sviluppo. Questo è a nostro avviso il punto politico centrale; occorre una maggiore discontinuità negli obiettivi di trasformazione del Paese perché l’obiettivo non deve essere “ricostruire” quel che c’era, ma “rigenerare” il Paese investendo nelle sue enormi potenzialità e affrontando le sue fragilità.

PIU’ INVESTIMENTI, MENO INCENTIVI

In che misura le risorse rese disponibili dalla iniziativa politica del Governo possono essere utilizzate per promuovere innovazione sociale economica ed ambientale? La risposta non è scontata, è conseguenza di una visione e dei conseguenti mezzi che sceglieremo di utilizzare. A proposito di questo il frequente ricorso all’utilizzo di contributi, sgravi fiscali, incentivi non sempre sufficientemente selettivi a scapito di progetti complessivi per la trasformazione del Paese rischia di compromettere le potenzialità di cambiamento del piano stesso. È fondamentale invece rafforzare la componente degli investimenti, finalizzando le risorse ai progetti con maggiore impatto trasformativo e capaci di sviluppare filiere nei settori più avanzati dal punto di vista tecnologico, della sostenibilità ambientale, dell’innovazione sociale e culturale. Questa esigenza riguarda tutte le missioni del Piano, soprattutto quelle relative alla Rivoluzione verde e transizione ecologica e alle politiche industriali del cluster Innovazione, competitività, digitalizzazione 4.0 e internazionalizzazione, anche traendo ispirazione dall’impostazione positiva delle misure della missione Istruzione e ricerca, in particolare in merito al trasferimento di tecnologia e al rafforzamento di Ricerca e Sviluppo (dove sarebbe comunque importante far emergere la dimensione di genere e prevedere misure per le start-up innovative e il potenziamento degli Accordi di innovazione) . Anche le grandi aziende pubbliche devono essere protagoniste di questo progetto, avere una “missione paese” su cui indirizzare il loro lavoro. Gli investimenti attivabili con il Recovery Plan devono puntare a rafforzare i “campioni nazionali” in settori strategici, come quello digitale e dell’energia, per rafforzare il sistema industriale italiano e la sua competitività.

Un profilo strategico più chiaro deve affermarsi nell’ambito delle politiche industriali, dove una serie di misure, anche qui fortemente legate all’utilizzo di incentivi, tendono più a costituire un elemento di consolidamento dell’esistente piuttosto che a promuovere processi di innovazione. Molte delle risorse destinate alla stessa Industria 4.0 in verità sono finalizzate al finanziamento del super ammortamento e cioè un contributo che viene erogato per l’acquisto di beni non necessariamente legati ad un salto di qualità dell’impresa e dei processi produttivi. Appaiono necessari di rafforzamento gli strumenti che spingono nella direzione della digitalizzazione, dell’ottimizzazione dell’utilizzo dei dati e in particolar modo mancano degli strumenti per calare a livello territoriale le politiche di transizione digitale e ambientale, al fine di sostenere e accompagnare i percorsi di evoluzione e sviluppo delle aree territoriali più coinvolte dai processi di trasformazione legati alla decarbonizzazione. In questo senso spicca l’assenza di risorse finalizzate alla trasformazione del settore siderurgico così come alla transizione di quello automobilistico.

In particolare riguardo alla siderurgia appare indispensabile tenere conto dell’avvio del piano di decarbonizzazione dell’ex Ilva di Taranto . Per noi si tratta di un primo passo, indispensabile ma parziale, che va accompagnato da investimenti mirati per spingere più avanti il processo di produzione di acciaio verde, ecosostenibile e compatibile con la salute e la vita dei cittadini. L’ambizione di Taranto capitale della green economy deve trovare impegni significativi e coerenti nel recovery plan.

Andrebbe creata un’apposita cornice per le industrie creative e culturali, che nel mondo sono un pezzo dell’economia più innovativa. Proponiamo una vera e propria Cultura 5.0, con misure di attrazione e sostegno degli investimenti in cultura, innovazione creativa e rafforzamento delle filiere dell’industria e dell’impresa culturale.

Ancora sulle questioni delle politiche industriali appaiono scarse le risorse che riguardano il turismo, che ha subito gli effetti della crisi congiunturale e che necessiterebbe di maggiori investimenti per qualificare l’offerta ricettiva e le strutture dal punto di vista ambientale e digitale. Sarebbe inoltre fondamentale prevedere misure di sostegno per fronteggiare la trasformazione, che si è venuta ad accelerare a seguito del Covid, nell’ambito del commercio.

POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO

In secondo luogo vogliamo ribadire, anche in questa occasione, una preoccupazione connessa all’assenza di adeguati strumenti normativi in vista dell’esaurimento degli interventi straordinari tesi ad impedire i licenziamenti. La mancanza di un disegno riformista sul fronte degli ammortizzatori sociali, così come nell’ambito delle politiche attive del lavoro e delle infrastrutture sociali, rischia di rendere ancor più traumatiche, dal punto di vista sociale, le conseguenze della crisi generata dal Covid e di produrre un utilizzo tutt’altro che ottimale delle risorse disponibili in quest’ambito . Riteniamo in particolare fondamentale rafforzare il legame tra welfare e politiche attive e di formazione, attraverso una seria riforma degli ammortizzatori sociali, prevedere investimenti per realizzare un piano nazionale per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro. La riforma delle politiche attive va collegata alla riforma degli ammortizzatori sociali e al piano nazionale della formazione. Va reso strutturale l’estensione dell’assegno di ricollocazione. Egualmente vanno resi strutturali i contratti di solidarietà espansiva. La legge sulla rappresentanza e rappresentatività sindacale va legata al salario minimo garantito. Così come riteniamo strategico l’obiettivo dell’aumento dell’occupazione femminile, che richiede una visione di sistema, politiche che liberino il tempo delle donne, che trasformino l’organizzazione sociale, politiche pubbliche necessarie al superamento delle discriminazioni e degli stereotipi di genere.

UNA VERA TRANSIZIONE ECOLOGICA

Sul terreno della sostenibilità ambientale le risorse messe a disposizione dal Next Generation EU sono ingenti e richiedono per questo una capacità di utilizzo particolarmente efficace e incisiva, per cambiare in profondità il sistema produttivo e economico del Paese. Per questo lo scenario entro cui collocare le scelte del Piano non può che guardare ai nuovi obiettivi climatici definiti dall’Unione europea che richiedono un necessario e urgente adeguamento del PNIEC . È fondamentale confermare e rafforzare alcune leve centrali del processo di transizione: gli investimenti in efficienza energetica, anche del patrimonio edilizio pubblico e dell’edilizia sociale, delle energie rinnovabili con progetti che prevedano l’impiego di tecnologie avanzate e con la previsione di procedure autorizzative rapide e efficaci, del trasporto pubblico locale sostenibile che può essere ulteriormente sostenuto anche dirottando risorse oggi previste per il trasporto privato.

Analogamente per quanto riguarda l’economia circolare va precisata meglio la direzione di marcia, cogliendo tutte le potenzialità delle tecnologie applicate a quest’ambito, si pensi a quelle più innovative come quelle legate alla depurazione e necessarie alla riconversione in chiave green di interi settori produttivi come la siderurgia, l’automotive e i settori ETS. Sull’economia circolare è necessario investire risorse nel potenziamento e innalzamento tecnologico della raccolta differenziata, in particolare della frazione organica dei rifiuti, e nell’ammodernamento e realizzazione di impianti tecnologicamente avanzati finalizzati al recupero di materia e alla produzione di biometano da impiegare nel trasporto pubblico. Queste politiche di investimento devono anche servire a colmare il divario tra le diverse aree territoriali del Paese, in particolare tra nord e sud, accompagnando i livelli di governo territoriali nella realizzazione degli investimenti anche con procedure semplificate e automatiche. Positive sono le scelte indicate in materia di risorse idriche, così come sulla cura del territorio e del contrasto al dissesto idrogeologico, che andrebbe rafforzato nella sua dimensione finanziaria e nell’efficacia delle procedure esecutive degli interventi. Le città sono ambiti privilegiati di investimento per le politiche green, dal trasporto alle misure di adattamento ai cambiamenti climatici e di riduzione delle emissioni; per questo sono da sostenere investimenti in politiche di forestazione urbana, rigenerazione urbana e abbattimento dell’inquinamento atmosferico.

L’agricoltura è un settore strategico per il raggiungimento degli obiettivi climatici e per l’attuazione dell’economia circolare ; le misure attualmente previste dal piano non appaiono sufficienti a realizzare il progetto di transizione agroecologica di cui l’agricoltura italiana dovrebbe rendersi protagonista. Per questo riteniamo opportuno sostenere i processi di digitalizzazione delle aziende agricole, sviluppare un piano di efficientamento energetico degli edifici rurali e di sostituzione dei mezzi agricoli che consentano un uso più sostenibile delle risorse energetiche e naturali, sviluppare un piano per la creazione di una piattaforma digitale per la disintermediazione dei prodotti agricoli italiani.

DIGITALIZZAZIONE E INNOVAZIONE

Anche nel settore digitale va più chiaramente definito l’indirizzo strategico, in grado di orientare il mercato e di far sorgere in ambito nazionale, in relazione ai piani di sviluppo europeo, soggetti imprenditoriali in grado di operare e competere su scala globale contribuendo a preservare la sovranità digitale del nostro continente. Dobbiamo evitare che le risorse erogate contribuiscano a

consolidare posizioni già oggi dominanti e compromettere il patrimonio di dati disponibili per lo sviluppo futuro del nostro sistema produttivo.

Tra i grandi progetti nazionali che potrebbero orientare il mercato nella direzione indicata riteniamo che tre possano caratterizzare questo obiettivo: la digitalizzazione nella scuola, nella sanità e delle città anche in relazione a forme di partecipazione democratica, alle scelte delle comunità interessate.

Riteniamo debba poi essere meglio chiarito lo scopo della struttura indicata della cyber security, in particolar modo il modo in cui si relaziona e si integra con gli strumenti già oggi finalizzati alla tutela della sicurezza nazionale.

Occorre dare una governance unitaria ai diversi interventi che parta da un’analisi delle catene del valore selezionando specifiche priorità dando così coerenza e collegando gli interventi previsti per la pubblica amministrazione, nell’ambito delle politiche industriali, della ricerca e del trasferimento tecnologico. A questi interventi trasversali vanno connessi grandi progetti verticali su cultura, turismo, sanità, scuola e città, coinvolgendo i cittadini e i lavoratori, i corpi intermedi, le professioni nella loro realizzazione.

In particolare nell’ambito dei progetti attinenti le città è necessario un salto qualitativo e andando oltre il solo ambito dei trasporti e guardando all’impatto complessivo che il digitale può avere nella trasformazione dei centri urbani favorendo un compiuto sviluppo della cittadinanza digitale anche attraverso forme di partecipazione alle grandi scelte che riguardano le comunità.

Investire sul digitale significa potenziare la ricerca in questo campo e nel capitale umano rapportando la connessioni tra i nuovi centri che opereranno in quest’ambito e lo sviluppo delle imprese attraverso strumenti ad hoc per il trasferimento tecnologico. Questo sarà possibile soltanto con il reclutamento di nuove energie assumendo nuovi giovani scienziati e ricercatori. Per far crescere campioni nazionali occorrono poi specifici programmi che sviluppando il rapporto con il privato siano in grado, nel rispetto della normativa europea e mediante la crescita della competitività, di far cogliere al sistema produttivo le opportunità offerte dal recovery plan. Questo sarà possibile connettendo le grandi imprese con le start up innovative e collegando e sviluppando gli ecosistemi di innovazione. Riguardo a questi ultimi è necessario indicare una strategia unitaria. Sarebbe una sconfitta per il Paese se le risorse rese disponibili fossero utilizzate quasi esclusivamente per l’acquisizione di tecnologie già esistenti rafforzando così l’attuale oligopolio

dei grandi player tecnologici internazionali. I progetti dovranno partire dal presupposto che la raccolta e l’utilizzo dei dati dovrà essere improntata al rigoroso rispetto degli standard europei e finalizzata ad un loro utilizzo nell’interesse pubblico e per migliorare la competitività del sistema Paese.

INVESTIRE NELLA CURA E NELL’EMPOWERMENT DELLE PERSONE, PIU’ FORZA ALLE INFRASTRUTTURE SOCIALI

Ultimo, ma non per importanza, è il tema delle infrastrutture sociali, alle quali non viene

riconosciuto un peso adeguato. Assistenza, sanità e istruzione nell’insieme rischiano di avere

risorse complessivamente inadeguate. Nonostante l’apprezzamento per le progettualità dedicate

all’istruzione pensiamo ci sia l’esigenza di una maggiore centralità dell’investimento in conoscenza,

condizione per raggiungere anche gli obiettivi di competitività indicati nel piano, essenziale per il

successo delle due grandi transizioni che dovremmo affrontare. Non appaiono assolutamente

sufficienti le risorse quelle per i nidi, progetto che riteniamo strategico, rispetto agli obiettivi

indicati di copertura, poche sono le risorse per i giovani, per la vulnerabilità e scarsa l’attenzione

rivolta al Terzo settore. Nel Piano ci sono importanti iniziative rivolte all’infanzia, ma non strutturate in un

quadro unitario e integrato, capace di migliorarne l’efficacia. A fronte della necessità di potenziare l’integrazione socio sanitaria e la presa in carico integrata delle persone gli interventi sociali sono invece

inseriti nella parità di genere e nella sezione salute in modo poco organico . In quest’ultima vanno potenziati i progetti di sanità territoriale e case della comunità.

PARITA’ DI GENERE

Sono le infrastrutture sociali e l’investimento sulle infrastrutture sociali che rendono credibili le politiche di genere, in particolare l’obiettivo della crescita dell’occupazione femminile, così come indicato esplicitamente nella Raccomandazione n. 2 del 2019 e implicitamente nella raccomandazioni del 2020 del Consiglio dell’Unione Europea.

Significativa è la scelta di fare della parità di genere una della quattro linee strategiche, ma per rendere effettiva questa scelta va utilizzato l’approccio di gender mainstreaming e va misurato ex ante l’impatto di genere delle diverse progettualità . La parità di genere non emerge invece

come obiettivo condiviso dalle diverse missioni, di fatto adesso viene indicata solo nelle missione equità e inclusione sociale e territoriale.

In generale il grande tema della cura non viene assunto come questione pubblica , nonostante quello che la crisi pandemica ci ha mostrato. Portare fuori dalle case parte del lavoro di cura crea occupazione (femminile, ma non solo), migliora la qualità della vita di chi già lavora e rende possibile accettare un lavoro per chi lo desidera. Infrastrutture sociali significa investire in servizi di cura accessibili e di qualità. Gli investimenti in infrastruttura sociale hanno il vantaggio di liberare tempo delle donne e di creare occupazione in settori fortemente caratterizzati dalla presenza femminile.

Bene il fondo sull’imprenditoria femminile, ma anche in questo paragrafo deve emergere maggiore discontinuità, invece aver separato i nidi dall’istruzione e dalla progettualità 0-6 anni, ne lede il carattere universale e di segmento dell’istruzione che ormai questi hanno. Parlare di servizi in termini di sostegno alle donne lavoratrici non mette al centro i diritti delle persone che vengono tutelati attraverso le politiche sociali e fa ricadere solo sulle donne la responsabilità della cura e della conciliazione dei tempi di vita.

MEZZOGIORNO

Nel dibattito pubblico nazionale è stata sollevata la questione della distribuzione territoriale delle risorse del next generation Eu all’interno del Paese. Noi riteniamo che questa discussione sia legittima. Del resto già la relazione della Commissione Bilancio della Camera nella quale sono state indicate le priorità nell’utilizzo del Recovery Fund invita il Governo a destinare al Mezzogiorno risorse in misura maggiore della clausola del 34%, in ragione anche dell’effetto moltiplicatore della spesa per investimenti effettuata al Sud avrebbe, e che aumenterebbe la velocità dell’obbiettivo convergenza sia nel territorio nazionale che verso l’insieme dell’Europa.

Non pensiamo, tuttavia, che la questione si risolva in un dato di natura puramente quantitativa. Il tema di fondo è che l’insieme della filosofia del Piano deve essere ispirata dalla necessità di ridurre il divario storico e il dualismo economico-sociale che divide ancora Nord e Sud, a costruire coesione attraverso la qualità degli investimenti innanzitutto .

Infrastrutture materiali e immateriali, logistica, trasporti, innovazione digitale, risorse energetiche rinnovabili, infrastrutture sociali: queste sono le linee di intervento indispensabili se vogliamo puntare ad affrontare le problematiche ancora persistenti: alti tassi di disoccupazione femminile e giovanile, la dispersione scolastica, l’insufficiente dotazione infrastrutturale, le difficoltà di accesso ai servizi pubblici essenziali. La nostra valutazione è che se riparte il Sud, la spinta e i benefici riguarderanno tutto il Paese.

Inoltre gli interventi del Piano dovrebbero tenere conto del fatto che purtroppo allo storico dualismo nord sud nel corso di questi anni si sono aggiunti nuovi divari territoriali. Per questo dobbiamo proseguire sul terreno degli investimenti nelle periferie urbane a cui va rivolto un disegno di recupero urbanistico e sociale. Egualmente per le aree interne, soggette a processi di spopolamento e deindustrializzazione, alle quali la società digitale, l’agricoltura di qualità, la valorizzazione turistica possono offrire una stagione di crescita.

ASPETTI METODOLOGICI E GOVERNANCE

Riteniamo che per ogni singola azione vanno specificati meglio gli indicatori, in grado di definire l’impatto ambientale, sociale, di genere, territoriale dei singoli progetti.

Riguardo al tema della governance del Piano riteniamo corretto impostarlo nella forma della sussidiarietà , ma non della sostituzione delle prerogative dell’amministrazione centrale e periferica dello stato. Tutti i progetti di investimento e i trasferimenti avranno una ricaduta sui territori; per questo occorre costruire da subito un forte e proficuo dialogo con essi.

Lo sviluppo del Piano rappresenta l’occasione per migliorare la capacità operativa e di spesa della pubblica amministrazione a tutti i livelli, obiettivo che dovrà proseguire e svilupparsi attraverso un forte investimento in competenze e professionalità nella macchina pubblica, con l’innesto di una nuova generazione di tecnici e professionisti .

Riteniamo inoltre fondamentale garantire il coinvolgimento del Parlamento, anche nel percorso di monitoraggio dell’attuazione del Piano. Le scelte che stiamo compiendo riguardano davvero il futuro del nostro Paese; per questo è fondamentale che il Governo si faccia garante di un confronto costante e di un coinvolgimento delle forze economiche e sociali e del Terzo settore, delle associazioni delle donne, del mondo dell’ambientalismo, dei giovani .

Le dimensioni delle risorse del piano possono produrre una decisiva innovazione per il sistema produttivo e finanziario italiano e per le relazioni che al suo interno si sono nel tempo generate riducendo il peso di rendite, corporativismi, relazioni opache, posizioni dominanti vecchie e nuove. Occorre però, per questo, definire con estremo rigore criteri nella valutazione dell’impatto dei progetti sull’assetto del mercato avendo cura di contrastare appunto tendenze oligopolistiche e vigilando sulla presenza di conflitti di interesse e disciplinando il rapporto con le lobby sulla base della normativa già adottata a livello europeo.

Era già stato scritto:

Ecco la bozza della relazione del PNRR entrata in Cdm: le 6 missioni da perseguire all’insegna dell’economia circolare. Emulando modello Agricoltura

Pnrr, ecco il decreto della discordia. Un governo sopra il Governo con più poteri dei ministri e delle regioni e che risponde direttamente al Premier

Ok al Recovery potrebbe tradursi per Italia in un affare al contrario. Paese e aziende potrebbero restare con un pugno di mosche. Ecco perché




Pnrr, ecco il decreto della discordia. Un governo sopra il Governo con più poteri dei ministri e delle regioni e che risponde direttamente al Premier

Il decreto della polemica buttato giù dalla Presidenza del Consiglio presieduta da Giuseppe Conte immaginava una task force di ‘responsabili di missione’ in grado di bypassare le istituzioni competenti – ministri e regioni compresi – e di rispondere direttamente al premier.

Una sorta di governo nel governo, anzi, di governo sopra il governo.

La bozza del testo – ora in attesa degli sviluppi derivanti da una nuova riunione dei vertici di governo – prevedeva un comitato esecutivo presso il Ciae con il Mef e il Mise.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la bozza in Pdf e a seguire in forma testuale:

Bozza Decreto PNRR

Bozza Decreto Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

ART…

1. Con deliberazione del Consiglio dei ministri, su proposta del Comitato interministeriale per gli affari europei (CIAE), previo parere della Conferenza Unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 e delle competenti Commissioni parlamentari, è adottato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) al fine della sua definitiva approvazione da parte del Consiglio dell’Unione Europea. I pareri sono resi entro quindici giorni dalla richiesta; decorso inutilmente tale termine si prescinde dall’acquisizione dei pareri. Il parere favorevole della Conferenza equivale all’approvazione di tutte le scelte progettuali e decisioni amministrative ivi contenute, inclusa l’eventuale localizzazione delle opere oggetto degli interventi contenuti nel PNRR. Ove in sede di approvazione del Piano siano richieste modifiche sostanziali, il Consiglio dei ministri ne prende atto con nuova deliberazione assunta in esito al medesimo procedimento di cui al presente comma, in tal caso i pareri sono resi nel termine di 10 giorni dalla richiesta.

2. Nell’ambito del CIAE è istituito un Comitato esecutivo, composto dal Presidente del Consiglio dei ministri, dal Ministro dell’economia e delle finanze e dal Ministro dello sviluppo economico, con compiti di coordinamento, vigilanza e supervisione sull’attuazione delle attività relative al PNRR ed è individuato il Ministro per gli affari europei, di intesa con il Ministro degli affari esteri e delle cooperazione internazionale per quanto di competenza di quest’ultimo, quale referente con la Commissione Europea per fornire i necessari aggiornamenti sulle medesime attività. Il Comitato, può delegare a uno dei propri componenti, senza formalità, lo svolgimento di specifiche attività. Esso in particolare:

a) aggiorna periodicamente il CIAE sull’attuazione del PNRR, incluso lo stato di implementazione delle riforme;

b) sottopone al CIAE le questioni di maggior rilievo, tra cui le modifiche sostanziali dei progetti, nonché particolari difficoltà nell’esecuzione degli stessi;

c) riferisce periodicamente alle Camere, trasmettendo, con cadenza trimestrale, la relazione di cui al comma 19;

d) indirizza e coordina l’attività dei Responsabili di missione di cui al comma 4, i quali sono tenuti a conformare la propria attività alle indicazioni del Comitato, al quale riferiscono periodicamente, e comunque almeno mensilmente;

e) esamina ogni questione formulata dai singoli Ministri in relazione alla attuazione del PNRR, con facoltà di invitarli alle riunioni per quanto di competenza.

3. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Comitato esecutivo, è costituita una struttura di missione, ai sensi dell’articolo 7, comma 4, del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, per il sostegno ai Responsabili di missione nell’esercizio delle funzioni di cui ai commi14 e 15, nonché per l’assistenza tecnica ai soggetti attuatori degli interventi del PNRR.

4. Con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Comitato esecutivo di cui al comma 2, sono nominati, anche nell’ambito di società a partecipazione pubblica, i Responsabili di missione, i quali dirigono la struttura di cui al comma 3, vigilano e controllano l’attuazione dei progetti e delle opere necessarie per l’attuazione del PNRR, anche mediante l’esercizio dei poteri di cui al comma 15. L’individuazione dei Responsabili di missione tiene conto degli ambiti materiali interessati dal PNRR. I Responsabili di missione sono scelti tra persone dotate di comprovata capacità manageriale, di elevata professionalità e qualificata pluriennale esperienza.

5. La Conferenza dei Responsabili di missione definisce e coordina le attività della struttura per gli aspetti comuni a tutte le missioni. Nell’ambito della Conferenza è nominato, ai sensi del comma 4, un Coordinatore che sovrintende allo svolgimento delle attività che richiedono un intervento collegiale. La gestione amministrativa e operativa della struttura è affidata a un direttore amministrativo, il quale è tenuto a conformare la propria attività agli indirizzi della Conferenza e dei singoli Responsabili di missione. Il direttore amministrativo redige, con frequenza semestrale e sulla base dei dati e delle evidenze del sistema di cui all’articolo 184, comma 7, [del ddl Bilancio] il rapporto sullo stato di avanzamento del PNRR contene nte le richieste di rimborso da trasmettere alla Commissione europea. La struttura, in deroga all’articolo 7, comma 4, del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303, dura fino al completamento del PNRR.

6. Alla struttura di missione è attribuito un contingente di personale, anche di livello dirigenziale nei limiti delle risorse di cui al comma 17. Detto contingente è individuato tra il personale delle pubbliche amministrazioni, in posizione di fuori ruolo, comando o altra analoga posizione prevista dagli o rdinamenti di appartenenza, ai quali si applica la disposizione di cui all’articolo 17, comma 14, della legge 15 maggio 1997, n. 127, con esclusione del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico ed ausiliario delle istituzioni scolastiche, tra il personale di società pubbliche partecipate in base a rapporto regolato anche su base convenzionale, nonché può essere composto da collaboratori, consulenti o esperti, anche estranei alla pubblica amministrazione, scelti fiduciariamente tra soggetti dotati di alta e riconosciuta professionalità nelle discipline oggetto degli interventi, tra cui quelle giuridico-economiche, ingegneristiche, archeologiche, paesaggistiche, urbanistiche, sviluppo e gestione di processi complessi di trasformazione tecnologica, iniziative di comunicazione, sviluppo di programmi e piattaforme digitali, transizione energetica ed ecologica, i quali sono reclutati con contratti di lavoro a tempo determinato, disciplinati esclusivamente dalle norme di diritto privato, rinnovabili anche più volte fino al completamento del PNRR. Non si applicano gli articoli 7, commi 5-bis, 6 e 6-bis, e 35 e 36 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, nonché gli articoli 19 e 21 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81 e le norme sul conferimento degli incarichi dirigenziali. Il trattamento economico accessorio del personale in servizio presso la struttura è corrisposto, in deroga alla vigente disciplina in materia, dal Direttore amministrativo, che è il datore di lavoro del personale della Struttura, previa valutazione dello stesso sull’attività svolta.

7. I Responsabili di missione, previa informativa al Comitato esecutivo, possono avvalersi, secondo le modalità definite nei decreti di cui al comma 4, di società in house o di strutture di pubbliche amministrazioni. Possono altresì stipulare convenzioni con società controllate dallo Stato o da altre pubbliche amministrazioni.

8. Gli atti e i provvedimenti della struttura di cui al comma 3 non sono soggetti al controllo preventivo della Corte dei conti di cui all’articolo 1 della legge 14 gennaio 1994, n. 20. Per gli stessi atti e provvedimenti non si applica altresì l’articolo 29 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 22 novembre 2010, recante «Disciplina dell’autonomia finanziaria e contabile della Presidenza del Consiglio dei Ministri», pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 286 del 7 dicembre 2010. La Corte dei conti esercita il controllo sulla gestione di cui all’articolo 3, comma 4 della legge 14 gennaio 1994 n. 20, svolgendo in particolare valutazioni di economicità, efficienza ed efficacia circa l’acquisizione e l’impiego delle risorse finanziarie provenienti dai fondi di cui al PNRR. Tale controllo è svolto in stretto raccordo con la Corte dei conti europea, secondo i principi di sana gestione finanziaria di cui all’articolo 287, paragrafo 2 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.

9. Alla realizzazione delle riforme, dei programmi e dei progetti del PNRR, compresi quelli già finanziati a legislazione vigente, provvedono le Amministrazioni e gli altri soggetti attuatori.

10. I Ministeri interessati dalla realizzazione degli interventi del PNRR, nell’esercizio delle proprie ordinarie competenze, possono in qualsiasi momento richiedere di attivare uno specifico tavolo di confronto con i Responsabili di missione su ogni questione inerente gli ambiti di attuazione del PNRR di loro competenza. I ministeri, le altre pubbliche amministrazioni e gli altri soggetti attuatori interessati dalla realizzazione degli interventi del PNRR individuano un referente unico per i rapporti con i soggetti coinvolti nell’attuazione del piano, nonché nell’ambito delle proprie strutture quelle competenti per i rispettivi aspetti relativi alla attuazione del PNRR. I soggetti attuatori che hanno più di un progetto possono individuare altresì un responsabile per ciascun progetto. Il referente unico partecipa alle riunioni della struttura di missione quando sono esaminati i progetti e gli interventi di interesse del ministero, della pubblica amministrazione o del soggetto attuatore che lo ha individuato, e riferisce periodicamente sull’attuazione.

11. I soggetti attuatori possono avvalersi di società in house, di strutture di pubbliche amministrazioni e, in caso di particolari difficoltà esecutive nella realizzazione dei progetti, della Struttura di progettazione presso l’Agenzia del Demanio di cui all’articolo 1, commi 162 e seguenti, della legge 30 dicembre 2018, n. 145.

12. L’Autorità politica delegata alle politiche di coesione, in raccordo con il Comitato esecutivo, assicura la coerenza strategica della programmazione della politica di coesione europea e nazionale con le missioni del PNRR, e propone gli interventi attraverso i quali garantire il coordinamento attuativo; a tali interventi, previa approvazione del CIAE, si applicano in quanto compatibili le disposizioni del presente articolo e di quello successivo.

13. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del CIAE e previo parere della Conferenza unificata, è istituito il Comitato di responsabilità sociale, composto da rappresentanti delle categorie produttive e sociali, del sistema dell’università e della ricerca scientifica e della società civile. Il Presidente del Comitato è scelto tra personalità di alto profilo istituzionale e scientifico e di notoria indipendenza. Al Comitato può essere chiesto l’avviso in relazione a specifiche problematiche concernenti l’attuazione degli interventi rientranti nel PNRR; può segnalare collaborativamente al Comitato esecutivo e ai Res ponsabili di missione ogni profilo ritenuto rilevante per la realizzazione del PNRR anche al fine di favorire il superamento di circostanze ostative e agevolare l’efficace e celere attuazione degli interventi rientranti nel predetto piano.

14. Allo scopo di promuovere la trasparenza e favorire forme diffuse di controllo sull’attuazione degli interventi contenuti nel PNRR, nonché sull’utilizzo delle relative risorse, ciascun Responsabile di missione, avvalendosi della struttura di cui al comma 3, vigila sull’attuazione del cronoprogramma dei progetti rientranti nel proprio ambito di competenza e il relativo stato di avanzamento, assicurandone il periodico e costante aggiornamento, provvedendo altresì alla costante pubblicazione, su una apposita sezione del sito istituzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del predetto cronoprogramma e dei relativi aggiornamenti. A tal fine è utilizzata la piattaforma digitale centralizzata per la gestione dell’attuazione del PNRR di cui all’articolo 184, contenente i dati dei progetti e la relativa documentazione in base alle disposizioni di cui al comma 8 del medesimo art. 184 e il livello di avanzamento delle relative procedure attuative. I soggetti attuatori certificano sulla piattaforma l’avanzamento amministrativo, tecnico e finanziario e il conseguimento degli obiettivi intermedi e finali del singolo progetto. I Responsabili di Missione verificano la correttezza dei dati certificati. Nella pubblicazione sul sito viene data evidenza degli eventuali ritardi o inerzie nell’esecuzione dei progetti e della relativa entità. [inserire richiamo a compiti Anac v. art. 184 ddl bilancio]

15. Nell’ambito dei rispettivi settori di competenza, i Responsabili di missione esercitano, anche avvalendosi di organi di qualunque pubblica amministrazione:

a) poteri di impulso e coordinamento operativo per favorire, anche per il tramite dei referenti unici di cui al comma10, la realizzazione, da parte dei soggetti attuatori, dei progetti e delle opere incluse nel piano, al fine di garantire il rispetto dei tempi indicati nel cronoprogramma di cui al comma14;

b) poteri di vigilanza e monitoraggio, assumendo a tal fine ogni informazione necessaria, nei confronti dei soggetti attuatori, che sono obbligati a rilasciarle, in ordine all’andamento dei lavori e al rispetto della tempistica programmata;

c) poteri sostitutivi alle condizioni di cui al comma 16.

16. Fermo restando l’esercizio dei poteri sostitutivi dello Stato di cui all’articolo 41 della legge 24 dicembre 2012, n. 234, i Responsabili di missione , nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento, della normativa dell’Unione europea e degli obblighi internazionali assunti dall’Italia e nei limiti delle risorse stanziate ai sensi della legislazione vigente, esercitano poteri sostitutivi per risolvere situazioni o eventi ostativi alla realizzazione delle opere di propria competenza dandone immediata comunicazione al Presidente del Consiglio dei ministri. A tal fine, il Responsabile di missione assegna al soggetto interessato un termine per provvedere non superiore a quindici giorni e, in caso di perdurante inerzia, sentito il soggetto interessato, provvede comunque alla conclusione del procedimento, emanando tutti gli atti e i provvedimenti e curando tutte le attività di competenza del soggetto rimasto inerte, in luogo di esso.

In caso di dissenso, diniego, opposizione o altro atto equivalente proveniente da un organo statale, che sia idoneo a precludere, in tutto o in parte, la realizzazione di un intervento rientrante nel PNRR, il Responsabile di missione, ove un meccanismo di superamento del dissenso non sia già previsto dalle vigenti disposizioni, propone al Presidente del Consiglio dei ministri, entro i successivi cinque giorni, di sottoporre la questione all’esame del Consiglio dei ministri. Ove il dissenso, diniego, opposizione o altro atto equivalente provenga da un organo regionale, il Responsabile di missione, qualora un meccanismo di superamento del dissenso non sia già previsto dalle vigenti disposizioni, propone al Presidente del Consiglio dei ministri o all’Autorità delegata per gli affari regionali e le autonomie, entro i successivi cinque giorni, di sottoporre la questione alla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano per concordare le iniziative da  assumere, che devono essere definite entro il termine di quindici giorni dalla data di convocazione della Conferenza. Decorso tale termine, in mancanza di soluzioni condivise che consentano la sollecita realizzazione dell’opera, il Presidente del Consiglio dei ministri, sentito il Responsabile di missione, propone al Consiglio dei ministri le opportune iniziative ai fini dell’esercizio dei poteri sostitutivi di cui agli articoli 117, quinto comma, e 120, secondo comma, della Costituzione, ai sensi delle disposizioni vigenti in materia.

17. Affinché i progetti e le opere siano attuati nel rispetto della tempistica prevista dal PNRR, il Responsabile di missione, ove strettamente indispensabile a garantire il rispetto del cronoprogramma, può provvedere, anche su richiesta del soggetto attuatore, a mezzo di ordinanza, in deroga ad ogni disposizione di legge diversa da quella penale, fatto salvo il rispetto delle disposizioni del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, nonché dei vincoli inderogabili derivanti dall’appartenenza all’Unione europea, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano. Tali ordinanze sono immediatamente efficaci e devono essere pubblicate nella Gazzetta Ufficiale.

18. In caso di gravi ritardi, inerzie o difformità nell’esecuzione dei progetti e ove tali situazioni non siano correggibili e possano mettere a rischio, anche prospetticamente, il conseguimento degli obiettivi intermedi e finali, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Comitato esecutivo e previa delibera del Consiglio dei ministri, da adottare senza ritardo, il corrispondente finanziamento può essere revocato, a esclusione della quota relativa a impegni giuridicamente vincolanti già assunti per essere riassegnato nelle disponibilità finanziarie del medesimo PNRR.

19. Ciascun Responsabile di missione trasmette con frequenza almeno mensile al Comitato esecutivo di cui al comma 2, anche sulla base dei dati e delle evidenze del sistema di cui all’articolo 184, comma 7, [del ddl Bilancio] una relazione sulle attività svolte e sullo stato di avanzamento degli interventi inclusi nel PNRR, segnalando le eventuali criticità emerse e le possibili modalità di superamento. Il Comitato esecutivo, previa informazione al CIAE e al Comitato di responsabilità sociale, trasmette alle Camere, con cadenza trimestrale, una relazione sull’attuazione del PNRR e sulla attività di monitoraggio svolta, sulla quale i competenti organi parlamentari possono adottare ogni opportuno atto di indirizzo. I Responsabili di missione e i soggetti competenti per il monitoraggio, ove richiesto, riferiscono ai competenti organi parlamentari. La relazione trimestrale di cui al presente comma è altresì trasmessa alla Conferenza unificata.

20. Il monitoraggio sull’attuazione dei progetti, delle opere e degli interventi rientranti nel PNRR, anche in termini di gestione, rendicontazione ed effettivo utilizzo delle risorse assegnate, è effettuato ai sensi dell’articolo [184 ddl bilancio].

21. Il Presidente del Consiglio dei ministri può in ogni tempo, su proposta del comitato esecutivo, revocare il Responsabile di missione qualora non risulti rispettato il cronoprogramma dei progetti o, comunque, qualora il Responsabile di missione non si adoperi adeguatamente per risolvere situazioni o eventi ostativi alla realizzazione delle opere rientranti nel piano.

22. Agli oneri derivanti dal presente articolo si provvede ….

ART….

1. Per ciascun progetto individuato ai sensi dell’articolo X, comma 1, l’amministrazione competente all’approvazione dello stesso indica:

a) gli atti normativi, amministrativi e di diritto privato in forza dei quali ciascun progetto è realizzato;

b) gli atti amministrativi, comunque denominati, occorrenti per la realizzazione e la messa in esercizio dell’opera e gli organi competenti al relativo rilascio;

c) ogni altro elemento ritenuto utile o opportuno.

2. Per le opere di cui all’articolo X, comma 1, le autorizzazioni, intese, licenze, pareri, concerti, nulla osta, assensi, comunque denominati, a eccezione della valutazione di impatto ambientale di cui al comma 9, ove occorrente, di competenza di ogni organo pubblico statale, regionale o locale, inclusi quelli previsti da normative di settore, necessari alla approvazione e all’esecuzione dei relativi progetti, sono acquisiti nell’ambito di apposita conferenza di servizi che si svolge con le modalità previste dall’articolo14-bis, commi1, 2, 3, 4 e 5 della legge 7 agosto 1990, n. 241 a cura dell’amministrazione competente di cui al comma 1. La procedura di valutazione di impatto ambientale di cui al comma 9 si svolge contestualmente alla conferenza di servizi di cui al presente comma, fermo restando che la determinazione conclusiva della conferenza di servizi è subordinata alla previa positiva conclusione della procedura di valutazione di impatto ambientale.

3. L’approvazione degli interventi ai sensi del comma 2 comporta, ove occorrente, l’automatica conforme variazione degli strumenti urbanistici vigenti e la dichiarazione di pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza dei medesimi.

4. Al di fuori dei casi di cui all’articolo 14-bis, comma 5, della legge n. 241 del 1990, l’amministrazione procedente di cui al comma 1 svolge, entro trenta giorni decorrenti dalla scadenza del termine per il rilascio delle determinazionidi competenzadelle singole amministrazioni, con le modalità di cui all’ articolo 14-ter, commi 4 e 5 della legge n. 241 del 1990, una riunione, anche telematica, di tutte le amministrazioni coinvolte nella quale prende atto delle rispettive posizioni e adotta la determinazione motivata di conclusione della conferenza di servizi.

5. Avverso la determinazione motivata di conclusione della conferenza può essere proposta opposizione dalle amministrazioni di cui all’articolo 14-quinquies della legge n. 241 del 1990, al Responsabile di missione d i cui all’articolo X, comma 4. Si considera in ogni caso acquisito l’assenso senza condizioni delle amministrazioni che non abbiano partecipato alla riunione ovvero, pur partecipandovi, non abbiano espresso la propria posizione, ovvero abbiano espresso un dissenso non motivato o riferito a questioni che non costituiscono oggetto della conferenza.

6. Il Responsabile di missione di cui all’articolo X, comma 4, indice, entro dieci giorni alla ricezione dell’opposizione, una riunione con la partecipazione delle amministrazioni che hanno espresso il dissenso e delle altre amministrazioni che hanno partecipato alla conferenza. In tale riunione i partecipanti formulano proposte, in attuazione del principio di leale collaborazione, per l’individuazione di una soluzione condivisa, che sostituisca la determinazione motivata di conclusione della conferenza con i medesimi effetti.

7. Se all’esito della riunione di cui al comma 6 è raggiunta un’intesa tra le amministrazioni partecipanti, l’amministrazione procedente adotta una nuova determinazione motivata di conclusione della conferenza. Se l’intesa non è raggiunta, il Responsabile di missione sottopone una proposta di soluzione al Comitato esecutivo di cui al all’articolo X, comma 2, per il successivo esame del Consiglio dei ministri secondo quanto previsto dall’articolo 14-quinquies, comma 6, della legge n. 241 del 1990.

8. Ove si renda necessario riconvocare la conferenza di servizi sul livello successivo di progettazione si applicano le disposizioni di cui ai commi 3, 4, 5, 6, 7, 8 e tutti i termini sono ridotti della metà e gli ulteriori atti di autorizzazione, di assenso e i pareri comunque denominati, eventualmente necessari in fase di esecuzione, sono rilasciati in ogni caso nel termine di sessanta giorni dalla richiesta.

9. Per lo svolgimento delle procedure di valutazione ambientale dei progetti individuati con le deliberazioni di cui all’articolo X comma 1, si applica l’articolo 25, comma 2-bis, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. Il supporto tecnico-scientifico all’autorità competente è assicurato dalla Commissione Tecnica PNRR, posta alle dipendenze funzionali della Presidenza del Consiglio dei ministri, e formata da un numero massimo di venti unità, in possesso di laurea specialistica o magistrale ovvero del diploma di laurea, con almeno cinque anni di esperienza professionale e con competenze adeguate alla valutazione tecnica ed ambientale dei predetti progetti. I componenti della Commissione Tecnica PNRR sono nominati con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, da adottare entro sessanta giorni dall’entrata in vigore del presente articolo, sentito il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. I componenti nominati nella Commissione Tecnica PNRR non possono far parte de lle Commissioni Tecniche di cui ai commi 1 e 2-bis dell’articolo 8 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152. Nella nomina dei membri è garantito il rispetto dell’equilibrio di genere. I componenti della Commissione Tecnica PNRR restano in carica per l’intera durata del Piano. Ai componenti della Commissione spetta una indennità definita con il medesimo decreto di nomina, esclusivamente in ragione dei compiti istruttori effettivamente svolti ed erogabile solo a seguito dell’adozione del relativo provvedimento finale di valutazione di impatto ambientale.

10. Si applicano altresì, in quanto compatibili, e per l’intera durata del piano, gli articoli 1, 2 (comma 2), 4, 5, 6 e 21 del decreto-legge 16 luglio 2020, n. 76, convertito, con modificazioni, dalla le gge 11 settembre 2020, n. 120, nonché, in caso di impugnazione dei relativi atti e provvedimenti, l’articolo 125 c.p.a.

MODIFICHE ALL’ARTICOLO 184 DDL BILANCIO, PER RACCORDARLE CON L’INTERVENTO [TESTO RGS]

All’articolo 184 apportare le seguenti modificazioni:

Dopo il comma 4 inserire il seguente:

4-bis. Al fine di assicurare il rispetto degli obiettivi programmatici di finanza pubblica e di sostenibilità del debito pubblico di cui all’articolo 7 della legge 24 dicembre 2012. N. 243, anche connessi all’attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza dell’Unione europea, la Ragioneria generale dello Stato svolge l’attività di monitoraggio e verifica della quantificazione degli oneri e dei relativi mezzi di copertura finanziaria ai sensi dell’articolo 17 della legge 31 dicembre 2009, n. 196;

Il comma 8 è sostituito dal seguente:

8. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, sentita l’Autorità Nazionale Anticorruzione, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono definite le modalità di supporto informatico alle attività di gestione degli interventi nonché di rilevazione dei dati di attuazione finanziaria, fisica e procedurale relativi a ciascun progetto, prevedendo l’integrazione con la Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici di cui all’articolo 62- bis del Decreto Legislativo 7 marzo 2005, n. 82 al fine di assicurare il principio di unicità dell’invio cui all’art. 3 lett. ggggg-bis) del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50.. Tutte le informazioni contenute nella piattaforma sono rese disponibili in formato elaborabile, con particolare riferimento ai costi programmati, agli obiettivi perseguiti, alla spesa sostenuta, alle ricadute sui territori che ne beneficiano, ai soggetti attuatori, ai tempi di realizzazione previsti ed effettivi, agli indicatori di realizzazione e di risultato, nonché a ogni altro elemento utile per l’analisi e la valutazione degli interventi. Con il medesimo d ecreto di cui al presente comma sono altresì stabilite procedure e modalità di rilevazione dei dati relativi ai processi di riforma nonché ai programmi e progetti già finanziati a legislazione vigente inseriti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza di cui ….[comma 1 norma governance]

Il comma 10 è sostituito dal seguente:

10. Al fine di garantire, nella gestione finanziaria, il rispetto dei princìpi europei di tracciabilità delle operazioni contabili afferenti alla realizzazione del programma Next Gene ration EU e dei progetti finanziati, anche per i successivi eventuali controlli di competenza delle istituzioni dell’Unione europea, le risorse finanziarie iscritte nel Fondo di cui al comma 1 relative al dispositivo di ripresa e resilienza dell’Unione europea sono utilizzate dopo l’approvazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza per finanziare i progetti previsti dallo stesso Piano e mantengono, quale vincolo di destinazione, la realizzazione degli interventi fino a tutta la durata del medesimo Piano. I progetti devono essere predisposti secondo quanto stabilito dalla normativa europea in materia e comunque corredati di indicazioni puntuali sugli obiettivi intermedi e finali da raggiungere, verificabili tramite appositi indicatori quantitativi.




Dpcm, ecco cosa prevede. Centri commerciali chiusi il wk, dad e coprifuoco alle 21

Pronte le ultime misure contenute nel Dpcm di Palazzo Chigi numero 31 dall’inizio della pandemia per cercare di contenere la diffusione del virus Covid 19.

Da quanto apprende AGRICOLAE da fonti governative sembra che sarà prevista la Didattica a distanza al 100% per le superiori mentre il trasporto pubblico locale andrà a un regime non oltre il 50 per cento della capienza.

I centri commerciali saranno chiusi il weekend e sarà prevista una riduzione del movimento interregionale dalle regioni più gravemente colpite.

Il coprifuoco? dalle 21.

Si sta inoltre – sempre da quanto si apprende – di mettere a punto un automatismo che possa permettere alle regioni che sforano l’indice Rt di 2 di predisporre ulteriori chiusure.

Decisioni difficili da prendere a causa dei recenti disordini delle piazze e della tensione tra Giuseppe Conte e il Quirinale.

Era già stato scritto:

Covid, verso prima chiusura a pezzi mentre si litiga su lockdown nazionale. Ecco il dossier dell’ISS e Ministero Salute e l’analisi del Commissario

Al vaglio lockdown dall’8 novembre all’8 dicembre. Per ripartire con i consumi di Natale. Crisi di governo apre le porte a Forza Italia




Covid, verso prima chiusura a pezzi mentre si litiga su lockdown nazionale. Ecco il dossier dell’ISS e Ministero Salute e l’analisi del Commissario

Lockdown a compartimenti stagni e coprifuoco alle 18 le due ipotesi al vaglio per il 31esimo Dpcm dell’emergenza Covid. Mettendo sul tavolo – se i contagi dovessero ancora peggiorare – anche il lockdown totale dal prossimo 9 novembre con l’annuncio l’8 sera. Per riaprire in tempo per i consumi di Natale dell’Immacolata.

La base di partenza della discussione è il dossier dello scorso 14 ottobre contenente la strategia dell’Iss e del ministero della Salute sulla Prevenzione e risposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale. Si tratta di 129 pagine di approfondimento complementare ai documenti già pubblici sul come far fronte all’emergenza della pandemia.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica in PDF il dossier:

COVID 19- STRATEGIA ISS-MINISTERO SALUTE

Ma non solo: la Conferenza Stato – regioni ha approvato lo scorso 29 ottobre 13 pagine di analisi redatta dalla struttura commissariale di Arcuri per contrastare l’attuale fase di emergenza. Un allegato al documento del 14 ottobre per mettere a regime un piano di riorganizzazione dei test  molecolari e dei tamponni. E per carpirne il reale fabbisogno.

Uno dei temi più caldi è quello dei tamponi, che mancano. “Il commissario –  si legge – acquista un quantitativo incrementale ragionavole e ne definisce una proporzionale distribuzione tra le regioni (200mila test molecolari e 100mila test antigenici al giorno). Altrimenti le regioni, entro pochi giorni, modificano il fabbisogno richiesto rendendolo parimenti ragionevole”.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica in PDF l’allegato approgato dalla Conferenza stato Regioni:

ANALISI PRESIDENZA DEL CONSIGLIO STRUTTURA COMMISSARIALE

Attrito all’interno della compagine di governo per visioni diverse e contrastanti su come agire che si interseca con il rapporto attualmente teso tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Premier Giuseppe Conte.

Era già stato scritto:

Al vaglio lockdown dall’8 novembre all’8 dicembre. Per ripartire con i consumi di Natale. Crisi di governo apre le porte a Forza Italia




Dpcm, scontro governo regioni su ristoranti. La lettera di Bonaccini: chiudeteli alle 23. E i bar alle 20. E prevedete misure di sostegno

Il presidente della Conferenza delle Regioni risponde al Governo nelle persone di Giuseppe Conte, Roberto Speranza e Francesco Boccia e chiede di estendere la didattica a distanza e di chiudere i ristoranti alle 23 e i bar alle 20. E comunque di prevedere forme di ristoro e di sostegno per le attività in questione.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la lettera di Stefano Bonaccini in PDF e a seguire in forma testuale:

LETTERA BONACCINI SU DPCM

con riferimento allo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, concernente “Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, recante misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19, e del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, recante ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19”, vista l’urgenza di procedere ai sensi dell’articolo 3, comma 1, del decreto legge 6 del 3 febbraio 2020, esprimo il parere, salvo successiva ratifica in Conferenza, nei termini di cui alle allegate osservazioni.

In via generale, si fa rilevare la necessità di prevedere adeguate forme di ristoro per i settori e le attività economiche interessate dalle limitazioni introdotte dal provvedimento oggetto del presente parere, mediante la contestuale attivazione di specifici tavoli di confronto con i Ministeri competenti.

Nel ringraziare per l’attenzione, invio i miei migliori saluti. Stefano Bonaccini

All.to: c.s.

Osservazioni al DPCM del 24 ottobre 2020

1) Si richiede l’estensione della didattica a distanza fino al 100% per le scuole secondarie superiori e per le università.

2) Al fine di rendere sostenibile il lavoro delle ASL/Regioni in tempo di emergenza riducendo il carico di lavoro dovuto alle difficoltà nel contact tracing si dovrebbe destinare i tamponi (molecolari o antigenici) solo ai sintomatici e ai contatti stretti (familiari e conviventi) su valutazione dei Dipartimenti di prevenzione e si dovrebbe riservare la telefonata giornaliera per i soggetti in isolamento o quarantena a specifici casi su valutazione dell’operatore di sanità pubblica.

3) Prevedere l’orario di chiusura per i ristoranti alle ore 23.00, con il solo servizio al tavolo; per i bar prevedere la chiusura alle ore 20.00 ad eccezione degli esercizi che possono garantire il servizio al tavolo. Eliminare l’obbligo di chiusura domenicale.

4) Eliminare all’art.1, comma 6 lettera f), il riferimento “impianti nei comprensori sciistici”.

5) Prevedere nel fine settimana la chiusura dei centri commerciali, con eccezione di alimentari e farmacie.

Si sottopone, inoltre, all’attenzione del Governo, la necessità di:

– eliminare alla lettera r) le parole “previa comunicazione al ministero

dell’istruzione da parte delle autorità regionali, locali o sanitarie delle situazioni critiche e di particolare rischio riferite agli specifici contesti territoriali”, come già richiesto in occasione del DPCM del 18 ottobre 2020;

– valutare le chiusure relative a: palestre, piscine, centri sportivi, cinema, teatri etc., anche valutando i dati epidemiologici di riferimento;

– prevedere nel DPCM un impegno da parte del Governo a ristorare le attività che hanno subìto limitazioni e/o chiusure.




PCM INCARICA DIRIGENTE – CONDANNATO DA CORTE CONTI A RISARCIRE LA STESSA PER 400MILA EURO – DI CURARE INVESTIMENTI SANITARI ED ENERGETICI. 4 GIORNI PRIMA DEL LOCKDOWN

Palazzo Chigi ‘conferisce’ l’incarico dirigenziale di livello generale di coordinatore dell’Ufficio Investimenti per l’ambiente, le imprese, le aree urbane nell’ambito del Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica.

E lo fa il 5 marzo 2020, quattro giorni prima che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte annunciasse il lockdown del Paese a causa dell’emergenza Coronavirus.

Solo che il nuovo incaricato percurare – si legge nel decreto di nomina della Presidenza del Consiglio – gli affari in materia di interventi nelle aree urbane e nei settori dell’ambiente, della difesa del suolo, delle risorse energetiche, e delle attività produttive e in materia di salute – è stato condannato dalla Corte dei Conti a risarcire tramite – si legge nella sentenza datata 4 aprile 2019 e trasmessa lo stesso giorno agli avvocati e alla Procura – il “pagamento di euro 400 mila comprensivo di rivalutazione, oltre interessi legali dalla data di deposito della presente sentenza e fino al soddisfo, in favore della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile – Gestione commissariale OPCM n.3692/2008 e s.m.i.” per, si legge sempre nella sentenza, “aver impropriamente sviato pubbliche risorse dalla finalità per la quale le stesse erano state attribuite”.

Tutto parte dal processo sui lavori del Teatro Grande degli Scavi per il quale è in corso anche un processo penale che sembrerebbe destinato alla prescrizione.

AGRICOLAE ha contattato il dirigente interessato che ha preferito non commentare.

Dal sistema informativo della Corte dei Conti non risulta alcuna richiesta da parte della Cassazione o dagli avvocati delle controparti per fare ricorso. Quindi, fanno sapere, la questione si è chiusa con la condanna. Anche perché la sentenza della Corte dei Conti in appello è definitiva in quanto in materia di responsabilità contabile la Corte ha compenteza esclusiva.

A porre la firma sul decreto di incarico mentre l’Italia tremava davanti al Coronavirus e mentre già si guardava alle eventuali misure da prendere per quanto riguardava il sistema e il materiale sanitario, è stato Riccardo Fraccaro, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri nel governo Conte II in quota Movimento Cinque Stelle e già dipendente di una società di servizi energetici. Fraccaro ha presentato due disegni di legge come primo firmatario: uno di questi, in materia di conflitti di interessi, è confluito in un testo unificato ed è stato in seguito approvato alla Camera, ma non al Senato.

Il dirigente incaricato si occuperà degli investimenti delle risorse pubbliche in materia di salute, energetica e ambientale.

Qui di seguito AGRICOLAE riporta il decreto PCM di incarico e a seguire la sentenza della Corte dei Conti:

DOCUMENTO INCARICO PCM

SENTENZA CORTE DEI CONTI

 




CORONAVIRUS, CONTE, 4,7 MLD PER BUONI SPESA ALIMENTARE AI BISOGNOSI. GDO FACCIA SCONTO DEL 10% A CHI NE FA USO. AZZERO BUROCRAZIA. UE RISPETTI APPUNTAMENTO CON LA STORIA.

“Stiamo lavorando a provvedimenti per aiutare le persone. Abbiamo appena firmato un Dpcm che dispone 4,3 miliardi di euro, un anticipo del 66 per cento rispetto alla scadenza di maggio, che giriamo ai comuni. Perché i sindaci sono le nostre sentinelle su quello che sta accandendo e delle difficoltà che vivono i cittadini.

Con una ordinanza della Protezione Civile aggiungiamo a questo fondo 400 milioni, un ulteriore anticipo, che destiniamo ai comuni per aiutare le persone che non possono fare la spesa. Nasceranno quindi dei buoni spesa e la possibilità di erogare generi alimentari”.

Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in conferenza stampa da Palazzo Chigi.

“Abbiamo superato i 10mila morti ed è un grande dolore, ci incoraggia però il numero dei guariti che è il più alto finora registrato. Rimaniamo comunque vigili e attenti per adeguare le valutazioni sulla base delle raccomandazioni del comitato scientifico.  Lo stato c’è, siamo consapevoli di attraversare un momento in cui i cittadini soffrono, per questo abbiamo lavorato intensamente per varare il provvedimento.
Disponiamo infatti nel dpcm 4,3 miliardi sul fondo di solidarietà comunale. Abbiamo poi rafforzato gli strumenti delle donazioni, non vogliamo tassare la solidarietà”.

“Confidiamo che già dall’inizio della settimana prossima i sindaci siano nelle condizioni attraverso il terzo settore e il volontariato di consegnare beni alimentari ai bisognosi. Non vogliamo lasciare nessuno solo.

Siamo tutti sulla stessa barca e dobbiamo aiutare chi in questo momento è in maggiore difficoltà.

Faccio un appello alla Gdo che possano aggiungere un dieci per cento di sconto a chi acquista con questi buoni spesa.

Stiamo lavorando intensamente con la minisra Catalfo e il presidente Tridico perché è importante che le misure stanziate con il decreto Cura italia arrivino subito nelle tasche dei cittadini e delle imprese.

Sedici misure di differente tipologia. Stiamo facendo di tutto perché i tempi ordinari della burocrazia siano azzerati, su questo io stesso sono intransigente. Vogliamo mettere nelle condizioni tutti coloro che hanno diritto alla cassa integrazione ordinaria e in deroga a poterne beneficaire subito. Entro il 15 aprile a dispetto dei tempi indicati normativamente” conclude il premier.

Gualtieri parla di “distribuizione diretta di beni alimentari e beni di prima necessità”. Un provvedimento “di rapidità senza precedenti ed è necessario che nessuno sia lasciato indietro. Con l’aiuto del volontariato e del Terzo Settore vogliamo sostenere tutti. Gia da domani mattina”.

CORONA BOND, CONTE: UE RISPETTI APPUNTAMENTO CON LA STORIA. GUALTIERI: PAROLE VON DER LEYEN SBAGLIATE

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“C’è un appuntamento con la storia. L’Europa deve dimostrare se è all’altezza della storia. Si tratta di un’emergenza improvvisa e dimsotrata. L’Italia si sta dimostrando all’altezza della situazione. Io non passerò alla storia come colui che non si è reso responsabile. Mi batterò fino all’ultima goccia di sudore e all’ultimo grammo di energia per avere una risposta dalla Commissione Ue”. Così il premier Giuseppe Conte in merito alla notizia sul dissenso che il presidente della Commissione Ue avrebbe detto che non sono sul tavolo dei Corona bond.

“Le parole del presidente della Commissione Ursula Von Der Leyen sono sbagliate”, ribadisce il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.

BELLANOVA: PASSO NECESSARIO. NESSUNO VA LASCIATO INDIETRO, È QUANTO DA TEMPO CHIEDO A CONTE

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Nessuno va lasciato indietro.

Questo è ciò che da tempo ho chiesto al Presidente Conte.

Il decreto di stasera è un primo passo necessario. 400 milioni per l’emergenza alimentare e per garantire l’accesso al cibo ai cittadini più bisognosi.

Lo Stato c’è.

Così il ministro delle politiche agricole Teresa Bellanova su Facebook.

Per saperne di più:

CONAD: PRONTI AD APPLICARE SCONTO 10% AI BUONI SPESA GOVERNO

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I soci e le cooperative di Conad, la prima e più grande organizzazione di imprenditori indipendenti del commercio, hanno deciso di applicare uno sconto del 10% alla cassa ai “buoni spesa” che il Governo ha destinato alle famiglie più bisognose e che saranno distribuiti dai Sindaci.

Questa decisione accoglie l’invito fatto alle aziende della distribuzione dal Presidente del Consiglio nella sua conferenza stampa di sabato sera.

Con questo sconto i soci e le cooperative Conad intendono aderire con un contributo concreto allo sforzo che tutte le realtà economiche del Paese stanno producendo per consentire a molte famiglie di affrontare con una maggiore protezione questo difficile periodo.

Conad ha anche intensificato il dialogo e la relazione con tutte le componenti delle filiere produttive italiane, anche quelle più locali, e tutti gli attori della logistica per garantire le condizioni necessarie ad assicurare a tutte le famiglie in ogni comune del Paese i prodotti alimentari e i beni essenziali con continuità e ai prezzi più convenienti.




DPCM, MANCANO LATTINE E BOTTIGLIE PER BENI ALIMENTARI. TEMPI PIU LUNGHI E PIU BUROCRAZIA PER GARANTIRE SCAFFALI PIENI. ECCO IL TESTO

Un giorno di discussione intensa a Palazzo Chigi – dopo l’annuncio su facebook da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte – per trovare la quadra sul testo del DPCM che restringe le misure per le linee produttive delle imprese italiane.

Oggetto di scontro la lista dei settori dalla comprovata necessità per il Paese, contenuti nella lista ATECO.

Agroalimentare e sanità – come insegnano tutte le guerre – sono i due asset a cui è impossibile rinunciare e il cui approvigionamento bisogna garantire nei tempi e nei modi.

Rispetto alla lista su cui stava lavorando Palazzo Chigi – pubblicata da AGRICOLAE nella serata di ieri – Speranza e Conte –  si apprende – avrebbero insistito per un ulteriore stretta, non troppo condivisa dal ministro dell’Economia Gualtieri. Sono stati così eliminati i codici ATECO relativi alle bottiglie in vetro e alle bande di alluminio per le lattine. Due settori dai quali dipendono il 90 per cento della produzione dei pelati in scatola ma anche tonno, fagioli, mais e tutti quei prodotti in scatola che costituiscono un bene necessario.

La soluzione trovata – al punto D dell’articolo uno – sarebbe quella di dare la possibilità alle aziende interessate di continuare la produzione previa comunicazione alla prefettura, indicandone la destinazione.

Una ‘quadra’ che sembra non essere proprio in linea con la necessità di garantire i beni di prima necessità sugli scaffali senza ritardi, lungaggini e aumenti di burocrazia. Soprattutto in un contesto che vede le aziende lavorare spesso a ranghi ridotti e le persone assaltare i supermercati.

Considerando anche che la psicosi da scaffale vuoto è sempre dietro l’angolo.

Era già stato scritto:

PALAZZO CHIGI HA TROVATO LA QUADRA. DPCM FIRMATO. ECCOLO

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Firmato il DPCM atto a contenere la diffusione del Coronavirus sul territorio nazionale. Dopo qualche smussamento per far si che alcuni segmenti produttivi essenziali non venissero fermati a causa del blocco totale, Palazzo Chigi ha trovato la quadra.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica in PDF il decreto:

DPCM 22 MARZO

Per saperne di più sulla lista iniziale:

CORONAVIRUS, ECCO LA LISTA DELLE ATTIVITA ESSENZIALI CHE RESTANO OPERATIVE

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A seguito delle misure restrittive predisposte dal governo per far fronte all’emergenza Coronavirus, qui di seguito AGRICOLAE riporta la lista delle attività riconosciute come servizi essenziali:

Attività di organizzazioni economiche, di datori di lavoro e professionali

Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale obbligatoria

Istruzione

Assistenza sanitaria

Servizi di assistenza sociale residenziale

Assistenza sociale non residenziale

Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, caccia e servizi connessi

Industrie alimentari

Pesca e acquacoltura

Industria delle bevande

Riparazione e manutenzione di trattori agricoli

Riparazione e manutenzione di altre macchine per l’agricoltura, la silvicoltura e la zootecnia

Servizi veterinari

Riparazione e manutenzione di apparecchi medicali per diagnosi, di materiale medico chirurgico e veterinario, di apparecchi e strumenti per odontoiatria

Installazione di apparecchi medicali per diagnosi, di apparecchi e strumenti per odontoiatria

Installazione di apparecchi elettromedicali

Riparazione e manutenzione di macchine per le industrie chimiche, petrolchimiche e petrolifere

Riparazione di apparati di distillazione per laboratori, di centrifughe per laboratori e di macchinari per pulizia ad ultrasuoni per laboratori

Fabbricazione di altri articoli tessili tecnici ed industriali

Fabbricazione di spago, corde, funi e reti

Fabbricazione di tessuti non tessuti e di articoli in tali materie (esclusi gli articoli di abbigliamento)

Confezioni di camici, divise e altri indumenti da lavoro

Fabbricazione di carta

Stampa e riproduzione di supporti registrati

Fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio

Fabbricazione di prodotti chimici

Fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e di preparati farmaceutici

Fabbricazione di articoli in gomma

Fabbricazione di articoli in materie plastiche

Fabbricazione di vetrerie per laboratori, per uso igienico, per farmacia

Fabbricazione di prodotti refrattari

Produzione di alluminio e semilavorati

Fabbricazione di apparecchi elettromedicali (incluse parti staccate e accessori)

Fabbricazione di altri strumenti per irradiazione ed altre apparecchiature elettroterapeutiche

Fabbricazione di macchine per l’industria della carta e del cartone (incluse parti e accessori)

Fabbricazione di strumenti e forniture mediche e dentistiche

Riparazione e manutenzione di attrezzature di uso non domestico per la refrigerazione e la ventilazione

Riparazione e manutenzione di aeromobili e di veicoli spaziali

Riparazione e manutenzione di materiale rotabile ferroviario, tranviario, filoviario e per metropolitane (esclusi i loro motori)

Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata

Raccolta, trattamento e fornitura di acqua

Gestione delle reti fognarie

Attività di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti; recupero dei materiali

Attività di risanamento e altri servizi di gestione dei rifiuti

Installazione di impianti elettrici

Installazione di impianti idraulici, di riscaldamento e di condizionamento dell’aria (inclusa manutenzione e riparazione) in edifici o in altre opere di costruzione

Installazione di impianti per la distribuzione del gas (inclusa manutenzione e riparazione)

Installazione di impianti di spegnimento antincendio (inclusi quelli integrati e la manutenzione e riparazione)

Manutenzione e riparazione di autoveicoli

Commercio di parti e accessori di autoveicoli per la sola attività di manutenzione e riparazione di motocicli e commercio di relative parti e accessori

Commercio all’ingrosso di carta, cartone e articoli di cartoleria

Commercio all’ingrosso di articoli antincendio e antinfortunistici

Trasporto ferroviario di passeggeri (interurbano)

Trasporto ferroviario di merci

Trasporto terrestre di passeggeri in aree urbane e suburbane

Trasporto con taxi

Trasporto mediante noleggio di autovetture da rimessa con conducente

Trasporto di merci su strada

Trasporto mediante condotte di gas

Trasporto mediante condotte di liquidi

Trasporto marittimo e per vie d’acqua

Trasporto aereo

Magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti

Servizi postali e attività di corriere

Servizi di informazione e comunicazione

Attività finanziarie e assicurative

Ricerca scientifica e sviluppo

Traduzione e interpretariato

Servizi di vigilanza privata

Servizi connessi ai sistemi di vigilanza

Attività di sterilizzazione di attrezzature medico sanitarie

Pulizia e lavaggio di aree pubbliche, rimozione di neve e ghiaccio

Altre attività di pulizia

Attività dei call center

Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale obbligatoria

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la lista ATECO delle attivita reputate essenziali:

LISTA ATTIVITA ATECO ESSENZIALI