Assemblea nazionale Confagricoltura, dal Pnrr all’Europa fino alla fauna selvatica. INTERVENTI DI: Meloni, Metsola, Gentiloni, Salvini, Centinaio, Gualtieri, Giansanti

Si è conclusa oggi la seconda e ultima giornata dell’Assemblea nazionale di Confagricoltura, “Persone, agricoltura, ambiente”, svoltasi a Villa Aurelia, a Roma. L’incontro è stato occasione per confrontarsi sui grandi temi di attualità che partono dalla situazione del settore primario del Paese per ampliarsi all’Europa e al mondo.

Di seguito tutti gli interventi: 

Confagricoltura, Meloni: agroalimentare al centro azione di Governo. Difendere il nostro sistema. No a cibo artificiale, rivedere limiti agrofarmaci

Confagricoltura, Metsola: Parlamento europeo dalla parte degli agricoltori, garantire reddito e tutela ambiente. Cambiamenti non arriveranno senza di voi

Confagricoltura, Salvini: abbiamo lavorato ad un Codice Appalti snello e veloce per vincere burocrazia e aiutare Pmi

Confagricoltura, Gentiloni: Pnrr occasione unica. Tornare a crescere, rispettando ambiente e senza lasciare nessuno indietro

Confagricoltura, Centinaio: serve un piano strategico per l’agroalimentare, politica dia visione verso il futuro

Confagricoltura, Giansanti: a Roma stagione dei cinghiali, sono più dei cittadini. Servono piani seri o ci giochiamo tutto il sistema della salumeria italiana. Spiace irritazione sindaco su problema reale

Confagricoltura, Gualtieri: Mi aspetto più serietà quando si parla di cinghiali. Noi sempre attivi su abbattimenti. Giansanti: Spiace irritazione sindaco su problema reale

Assemblea nazionale Confagricoltura, scenari e prospettive del settore agricolo. INTERVENTI E VIDEOINTERVISTE DI: Lollobrigida, Giansanti, Urso, Tajani, Bonomi, Starace (Enel), Fassati (Credit Agricole)

 




Il Car festeggia Vent’anni, al centro qualità e digitalizzazione per puntare alla sovranità alimentare. VIDEOINTERVISTE DI: Lollobrigida, Pallottini, Gualtieri

Si sono svolte oggi le celebrazioni per i 20 anni del Centro Agroalimentare di Roma (CAR). Molti i temi al centro dell’incontro svoltosi a Guidonia alla presenza, tra gli altri, del neo ministro alle Politiche Agricole e Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida e del sindaco di Roma Roberto Gualtieri.

Diventare punto di riferimento per tutto il mondo produttivo, non solo dei prodotti ortofrutticoli e ittici, avviare un polo formativo per i mestieri della filiera agroalimentare e incrementare l’integrazione con i mercati rionali. Il CAR, il primo Mercato all’Ingrosso d’Italia, guarda in maniera lucida al futuro nel giorno di celebrazione dei propri Vent’anni.

Di seguito gli interventi: 

Car, Lollobrigida: Sovranità alimentare mette al centro agricoltore e produzione di qualità. Ora portare avanti battaglia su Nutriscore e cibo sintetico. VIDEOINTERVISTA

20 anni di CAR, Pallottini: mercato di Roma leader in Italia ed Europa, ma puntiamo sulla tecnologia e la formazione. VIDEOINTERVISTA

Car, Gualtieri: Polo di qualità e avanguardia, tra i più importanti in Ue. Lavoriamo a ulteriore sviluppo. VIDEOINTERVISTA

20 anni di CAR, Pallottini: siamo tradizione e modernità, puntare su sostenibilità e digitalizzazione

Car: valorizzare la commercializzazione dei prodotti locali e nazionali per garantire la sovranità alimentare

 

 

 




Car, Gualtieri: Polo di qualità e avanguardia, tra i più importanti in Ue. Lavoriamo a ulteriore sviluppo. VIDEOINTERVISTA

“Il Car è un polo all’avanguardia, di grandissima qualità e già costituisce una delle realtà più importanti d’Europa. Consente inoltre di avere una filiera che porta cibo di qualità sulle tavole dei romani e non solo. Adesso stiamo lavorando per un progetto di sviluppo molto ambizioso sostenuto dalla città metropolitana di Roma, dalla regione Lazio e dal comune di Guidonia che amplierà questa struttura, valorizzando anche il tessuto archeologico con un parco archeologico e dei progetti contestuali, ma soprattutto consentirà a questa struttura di eccellenza di potenziarsi ulteriormente e di costituire un tassello importante della filiera agroalimentare di qualità che per noi è fondamentale. Stiamo lavorando molto sulla dimensione agricola di Roma e il Car da questo punti di vista è un assoluto protagonista”.

Così il sindaco di Roma Roberto Gualtieri in occasione della celebrazioni per i 20 anni del Centro Agroalimentare di Roma (CAR).




Roma Riparte, al via la II°Conferenza cittadina sull’Agricoltura. VIDEOINTERVISTE DI: Gualtieri, Pallottini e Alfonsi

Dopo oltre quarant’anni si è tenuta quest’oggi la seconda grande conferenza cittadina sull’agricoltura della Capitale: “Roma Riparte – Agricola, Sostenibile, Equa”. L’evento mette al centro la vocazione agricola della città, nell’intento di contribuire attivamente alla crescita economica e all’incremento della qualità della vita a Roma, comune agricolo più grande d’Europa: attraverso l’economia circolare, la filiera corta, la tutela dell’ambiente naturale, la salvaguardia della biodiversità, l’accesso alle terre e la costruzione di una società più equa.

Di seguito gli interventi: 

Roma Riparte, II°Conferenza cittadina sull’Agricoltura. Gualtieri: ridare centralità alle politiche agricole per garantire lavoro, coesione sociale e sostenibilità

II°Conferenza cittadina Agricoltura, Pallottini: Tra i nostri obiettivi la valorizzazione produzione locale. Importante il ritorno dei giovani nel settore. VIDEOINTERVISTA

Roma Riparte, Alfonsi: l’obiettivo di Roma è raggiungere la neutralità climatica entro il 2030. VIDEOINTERVISTA

 




Forum Coldiretti, dalla carne sintetica ai consumi fino al Nutriscore. Dall’energia al Big data e innovazione. Tutti gli interventi della prima giornata

Al via oggi a Roma, a Villa Miani, il Forum Coldiretti sull’agricoltura e sull’alimentazione. Molti i temi affrontati: dalla Carne sintetica (ribattezzata Frankestein meat) alla Dieta unica che qualche multinazionale vorrebbe imporre, fino al Nutriscore. Ma anche il tema della tracciabilità, della blockchain e del 5G, agricoltura di precisione e il grande tema – ancora poco sentito in Italia – del Big data dell’agricoltura, conditio sine qua non perché gli agricoltori possano ‘rinnovarsi’ all’insegna della sostenibilità e del rilancio economico.

Qui di seguito AGRICOLAE riporta tutti gli interventi della prima giornata del Forum:

Forum Agricoltura, Prandini: Cibo sintetico inquina più di quello tradizionale e non conosciamo le conseguenze per la salute. VIDEOINTERVISTA

Coldiretti, Prandini: tracciabilita si traduce in valore economico. Dati e innovazione accompagnino sostenibilità

Forum Agricoltura, Prandini: Nutriscore e cibo sintetico vanno di pari passo. Sostenibilità strumentalizzata per interessi economici

Forum Agricoltura, Gesmundo: Dietro carne sintetica interessi giganteschi da multinazionali. No a dieta unica valida per tutti

Forum Agricoltura, Niola: Cibo sintetico privo di identità. Assurdo rinunciare a storia, tradizione e cultura del Made in Italy

Coldiretti, Speranza: Chi fa buona agricoltura fa buona salute, in Europa puntiamo sulla dieta mediterranea

Coldiretti, De Castro: scontro tra culture ma consumatori non vogliono dieta unica calata dall’alto. Carne sintetica fa paura. VIDEOINTERVISTA

Forum Agricoltura, Weber (Divulga): In Italia c’è forte resistenza di fronte alla carne sintetica, percepita come innaturale

Coldiretti, Petrini (Slow Food): no alla transizione ecologica governata dalla tecnocrazia, serve rispetto per i produttori

Forum Agricoltura, Centinaio: Tutelare Made in Italy, zootecnia non è male del paese

Coldiretti, Tremonti: assolutamente fondamentale che ogni paese mantenga propria indipendenza alimentare, soprattutto Italia. VIDEOINTERVISTA

Alimentazione, assessore Rolfi: no alla carne sintetica nelle mense pubbliche scolastiche

Consumi, Coldiretti/Ixe’, no a carne frankenstein da 95% italiani

Consumi, Coldiretti: le 5 bugie della carne frankenstein

Forum Agricoltura, Fitoussi: Europa cerca maestri e non alleati. Nei vertici internazionali Ue non ha alcun peso

Coldiretti, D’Alema: la pandemia è stata l’occasione per mettere da parte l’austerità, ma l’Europa deve limitare le regole

Forum Agricoltura, Tremonti: Transizione ecologica può essere drammatica. Col digitale rischi alti per disoccupazione

Forum Agricoltura, Gualtieri: Roma più grande città agricola d’Italia. Farmer market grande occasione di sviluppo

Consumi alimentari, Valerii (Censis): Trasparenza, tracciabilità e qualità elementi fondamentali. Si conferma modello italiano

Rapporto Coldiretti/Censis, le abitudini alimentari nel post pandemia

Covid, Coldiretti/Censis, spinge 79% italiani “a caccia” di contadini

Forum agricoltura, Kalibata (ONU): Stare vicino a piccoli agricoltori e cooperative, i più colpiti da cambiamenti climatici

Coldiretti, Brunetta: Green Pass paradigma per il rilancio dei settori economici e dell’agricoltura

Consumi, Coldiretti, 1,5 mln chili bresaola 100% made in italy

Coldiretti, Pecoraro Scanio: La carne artificiale è aberrante, dobbiamo costruire attorno alla dieta mediterranea – VIDEOINTERVISTA

Forum Coldiretti, Rigamonti fa squadra su bresaola 100% italiana con I salumifici Beretta, Del Zoppo, Panzer

 

Forum Coldiretti, Agromeccanici Cai: pronti a sostenere percorso di tracciabilità

Energia, Coldiretti, arriva nei campi primo trattore a biometano

Coldiretti, Zarri (ENI): entro i primi anni ’30 arriveremo alla produzione industriale di energia da fusione nucleare

Forum Agricoltura, Tamburi (Enel): Pronti a cambio di passo su transizione energetica. Avanti su mobilità elettrica

Forum Agricoltura, Gubitosi (TIM): Dati e intelligenza artificiale il futuro. Sviluppare 5G per agricoltura di precisione

Forum Agricoltura, Cingolani: Investire in ricerca e innovazione per raggiungere obiettivo decarbonizzazione




Caso Ferrarini tutto da rifare. Franco smentisce Gualtieri e la palla finisce in mano a Giorgetti

Daniele Franco smentisce l’operato di Roberto Gualtieri sul cosiddetto ‘salvataggio’ di Ferrarini da parte di Amco. E spunta l’ipotesi di commissariamento su quanto è stato fatto finora, tra un tira e molla in una vicenda che sembra senza fine.

Il rinvio del Tribunale di Reggio Emilia sposta tutto a settembre ma sembrerebbe non sia escluso un riesame di tutta la vicenda con tanto di nuova istruttoria.

Come scrive la Verità, per quel che riguarda la cordata concorrente Intesa-Bonterre, da un lato il decreto dichiara l’inammissibilità della proposta presentata (improcedibile per questioni formali) ma dall’altro, imponendo a Ferrarini Spa un rifacimento di fatto del secondo Piano concordatario in essere, automaticamente apre alla presentazione di una eventuale nuova proposta. Proposta che dovrà essere formulata entro il 30 settembre assieme all’aggiornamento della situazione economica e patrimoniale e la verifica degli impegni di Amco e il Gruppo Pini.

Ferrarini e famiglia, C.Conti: 93 mln di debiti vs Amco. E con duplice ruolo società Mef potrebbe diventare creditore ‘speciale’. Ecco cosa scrive

Ma non solo. in sede di proposta di concordato viene richiesto anche l’aggiornamento su tutti gli atti di straordinaria amministrazione compiuti fino ad oggi con una nuova attestazione della veridicità dei dati aziendali e della fattibilità del piano industriale. Il precedente attestatore è stato oggetto di esposti (anche da parte di Amco) che come creditore lo voleva trascinare in tribunale per ‘falsa attestazione’.

E come se non bastasse tra le nuove notizie anche quella secondo cui sembrerebbe che il Gruppo Pini non costruirà un nuovo stabilimento mentre la Villa di Rivaltella andrà in vendita all’asta a dicembre. Ma gli spazi della villa attualmente non sono idonei alla produzione.

Insomma, tutto da rifare. E nel frattempo si procede con l’amministrazione straordinaria come strumento per salvaguardare la continuità produttiva in base al fatto che non si trattava di istanza di fallimento.

Questo vuol dire che la gestione finirebbe nelle mani del ministro Giancarlo Giorgetti attraverso i commissari individuati dal Mise.

AGRICOLAE aveva già scritto come dall’accordo con il Gruppo Pini infatti – come era emerso dalla delibera del Cda riportata nella relazione della Corte dei Conti – Amco nella sua veste di doppio ruolo di creditore di Ferrarini e quello di partner finanziario del gruppo Pini nella proposta di acquisizione del controllo dell’azienda reggiana – avrebbe recupererato circa 7 milioni di euro di crediti lussemburghesi.

Questo avrebbe voluto dire che la Società per la Gestione di Attività – S.G.A. S.p.A. del Gruppo del Ministero dell’Economia che ha tra i suoi clienti debitori Banco BPM, MontePaschi di Siena, Banca Popolare di Bari, Banca del Fucino e Banca Igea, Banca Credito Valtellinese, Project Cuvee, Banca Carige, Banca del Fucino, Gruppo Veneto Banca, Popolare di Vicenza, Banco di Napoli, avrebbe rischiato di diventare in automatico un creditore ‘speciale’ rispetto ai fornitori Ferrarini.

Che tradotto, significa che in un’epoca in cui da una parte il Mef lavora per dare sostegno alle piccole e medie imprese italiane che sono rimaste ferme a causa del Covid, dall’altra le sorpassa a destra ‘recuperando’ crediti prima di loro e grazie a una posizione diversa.

Vicenda da cui era nato l’esposto della cordata del Gruppo Bonterre – che aveva sollecitato l’intervento della Corte dei Conti sul tema rimasta però ferma per non interferire – e il reclamo alla Corte d’Appello di Bologna da parte di Spienergy, (creditore di Vismara per 1.150.747,67 euro oltre che del Gruppo Ferrarini per circa altri 3 milioni di euro).

Il Mef, interpellato da AGRICOLAE, aveva preferito non commentare.

AGRICOLAE aveva chiesto al ministero di Daniele Franco – in quanto proprietario al 100% di Amco – quale fosse la posizione dello stesso in caso di esito positivo e di sorpasso a destra tutte le pmi e i produttori agroalimentari creditori di Ferrarini. Ciò in un contesto di forte difficoltà economica delle aziende, già duramente colpite dalla pandemia.

Ferrarini, nel recupero crediti il Mef sorpassa a destra le Pmi agricole (e non solo) fornitrici. E a domanda tace

 




Roma, Patuanelli: nostro candidato è Virginia Raggi. Al ballottaggio sia Zingaretti che Gualtieri la appoggeranno

“Il progetto che Giuseppe presenterà per il Movimento sarà un progetto di rilancio. Non mi sembra che il CentroDestra abbia già presentato tutti i candidati per Roma. Io credo che occorre guardare con oggettività a tutte le problematiche che le forze politiche stanno vivendo”.

Così il ministro Mipaaf Stefano Patuanelli a Porta a Porta in merito alle alleanze M5S-Pd sui candidati di Roma.

“Il nostro candidato sarà Virginia Raggi, sono sicuro che al ballottaggio sia Nicola (Zingaretti ndr) sia Roberto (Gualtieri ndr) appoggeranno Virginia Raggi”, conclude.




Lega: Cognato del Ministro Gualtieri nominato caporedattore a RaiNews24. Rai faccia chiarezza su conflitto d’interessi

“Da fonti di stampa apprendiamo che Valerio Cataldi sta per essere nominato caporedattore a RaiNews24. Come avevamo segnalato qualche giorno fa, Cataldi è cognato del Ministro Gualtieri e, per diventare caporedattore, dovrebbe essere in forza alla testata da tre anni in qualità di inviato. Lo denunciano i Senatori della Lega membri in Vigilanza RaiGiorgio Maria Bergesio, Umberto Fusco e Simona Pergreffi. “Avevamo già fatto notare il possibile ed evidente conflitto d’interessi in occasione della candidatura di Cataldi, ora – se dovesse essere confermata la nomina – saremmo di fronte a un caso di gravità ancor più inaudita. La Lega chiede alla Rai chiarezza su questa nomina – concludono i componenti In Vigilanza “e presentiamo immediatamente interrogazione in Vigilanza!”




Recovery, Bellanova: tagli a settore per sgarbo nei miei confronti o sfregio verso agroalimentare. Per ora nessun documento ricevuto

“Siamo all’11 di gennaio e il Recovery non ci è stato ancora consegnato. Sono stufa di appelli a far presto. Non hanno voluto scrivere il testo con noi sebbene avessimo mandato le nostre proposte. Capiremo se le nostre proposte sono state prese in considerazione solo quando ci saranno consegnati i progetti. Ma per ora ci sono stati consegnate solo 13 paginette e delle tabelle. Per quanto riguarda il settore di cui mi occupo o si è voluto fare uno sgarbo nei confronti del ministro delle Politiche agricole o uno sfregio al comparto agroalimentare”.

Così a TGSky24 il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova.

“In Consiglio dei ministri, senza un documento completo, si potrà parlare dunque solo di emergenze”, spiega ancora il ministro che resta in attesa del documento completo e che si dice pronta a dare le dimissioni.

“Quello che so per certo è che nel Cdm del 4 gennaio abbiamo discusso dalle 21 alle 1.00 di notte se le scuole dovevano aprire il 7 gennaio o l’11. Credo sia indecente in una fase come questa”.

“Abbiamo presentato tutto anche a Gualtieri. Sta di fatto che ancora un’idea di come si debbano impegnare i 209 miliardi non c’è. Dopo aver letto il documento decideremo cosa fare”. Il punto è la qualità della proposta e dell’azione complessiva del Governo”, spiega.

Fino adesso il Governo ha operato per Bonus, ma, spiega Bellanova, quando finirà la cassa integrazione e le aziende potranno licenziare i nodi verranno al pettine. “Per questo servono investimenti, in primis sulle infrastrutture. Non bastano risorse a pioggia. La filiera agroalimentare è strategica, in grado di dare nuovi sbocchi occupazionali per le nuove generazioni e può portare l’Italia nel mondo. Ma non può essere che ogni euro che viene portato al sistema agroalimentare debba essere una lotta da parte del ministro”.

Il ministro prende poi come esempio la meccanizzazione agricola, fiore all’occhiello italiano, che anche in passato ha ricevuto il Niet da parte del Mef di Gualtieri.

“L’industria meccanica agricola per esempio è leader in Europa. Investire in questo si traduce nel creare occupazione italiana”.

“Se il metodo di Governo è questo è evidente che siamo al capolinea. Abbiamo presentato 60 punti nei quali abbiamo anche lavorato per gli altri comparti, come quello della Sanità”, prosegue ancora la ministra.

Posso anche commettere degli errori ma non dico falsità o bugie. Il documento non ce l’ho e non credo lo abbiano neppure gli altri partiti. I problemi vanno affrontati e risolti”, conclude.

 

 

 




Caos governo. Taglio green su Recovery è opera del Mef che ipoteca lavoro Bellanova. E Conte bypassa vertici per convincere parlamentari IV. Ma riceve un ‘no’

Caos nella maggioranza. Se da una parte Roberto Gualtieri taglia risorse destinate alla svolta green dal Recovery, dall’altra il Premier, nel tentativo di recuperare consenso in Parlamento, avebbe cercato di scavalcare i vertici di partito contattando singolarmente i deputati IV. Invano.

Da quanto apprende AGRICOLAE infatti sarebbe opera del MEF più che di Conte – il taglio dal Recovery Plan di circa 5 miliardi destinati alla svolta green per veicolare maggiori risorse verso la Sanità, il Lavoro e le Infrastrutture.

Un’iniziativa che va a ipotecare il lavoro fatto dalla ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova assieme alle organizzazioni di categoria per mettersi al passo con i tempi destinando spazio e soldi all’Agricoltura e all’Agroalimentare.

Non è la prima volta che Gualtieri ‘stoppa’ il Mipaaf di Bellanova sulle risorse da destinare alla terra. Era già accaduto con il settore della meccanizzazione agricola, l’unica Fiat la cui produzione è rimasta 100% made in Italy e che viene esportata in tutto il mondo. Ma anche con i fondi per la ristorazione.

Il Covid ha rivoltato il senso dell’economia dimostrando la necessità di passare da quella ‘virtuale e finanziaria’ a quella ‘reale’ della terra. All’economia che mette il cibo in tavola e i soldi in tasca.

Il settore Primario ha riguadagnato infatti nel corso dell’emergenza pandemica il proprio ruolo di comparto ‘Primario’ dimostrandosi garante della sicurezza alimentare (ha garantito cibo sugli scaffali), economica (le aziende hanno continuato a lavorare), e sociale (ha subito meno licenziamenti di altri settori).

Ma non solo: il ‘Primario’ (da cui dipende il Secondario (l’industria) e il Terziario (i servizi e i trasporti) ha dimostrato di essere anche il garante di uno sviluppo sostenibile del Paese.

Pronti progetti di legge (tra cui quello con primo firmatario il presidente della commissione Agricoltura Vallardi) per restituire all’agricoltore il ruolo di primo guardiano del territorio. A partire dal dissesto idrogeologico al quale l’Italia – per la conformazione che presenta – è da sempre soggetta.

Tutte le organizzazioni agricole si sono fatte promotrici di proposte, al Governo ed a tutti i dicasteri competenti, di utilizzo delle risorse del Recovery Plan tendenti alla  modernizzazione del settore, al riconoscimento del ruolo insostituibile dell’agricoltura, alla realizzazione delle infrastrutture essenziali per collegare e connettere i territori e le produzioni con il mondo.

In questo contesto di tensioni, di incertezza e di “dispetti politici” è prevista nelle prossime la resa dei conti finale ai tavoli di Palazzo Chigi, nel corso del prossimo Cdm previsto per inizio settimana.

Sempre che non ci sia un rientro dovuto a un passo indietro del Premier sulla delega ai Servizi Segreti.

Una situazione difficile che rischia di vedere il Game over del governo Conte 2. Soprattutto dopo che nei giorni scorsi lo staff del Premier, cercando di salvare il salvabile avrebbe tentato – da quanto apprende AGRICOLAE – di scavalcare il segretario Matteo Renzi e la coordinatrice Teresa Bellanova contattando separatamente e individualmente alcuni parlamentari di Italia Viva per portarli a una scelta a suo avviso più responsabile e mantenere in piedi la maggioranza.

Una mossa ‘inconsueta’ questa che non avrebbe sortito l’effetto sperato e al contrario avrebbe generato un effetto boomerang indispettendo anche il Partito democratico.




Asti Cuneo, Bergesio – Gastaldi (Lega): Bene Gualtieri, sblocco definitivo lavori è nostra vittoria

“Il ministro Gualtieri ha firmato gli atti aggiuntivi di Astm con il Mit sull’Asti Cuneo per lo sblocco dei cantieri. Una notizia che non solo il Piemonte ma tutto il Paese aspettava da tempo. Dopo 12 anni di vuote promesse e di false ripartenze, di battaglie dentro e fuori il parlamento, i lavori per il completamento dell’autostrada A33 Asti Cuneo, un’infrastruttura strategica per il territorio e le sue comunità, potranno finalmente riprendere. Per la Lega, che sulla questione ha sollecitato più volte nelle ultime settimane il ministro dell’Economia, si tratta di una vittoria importante. Oggi è una data storica perchè manteniamo un impegno preso con i cittadini, la dimostrazione che quando ci sono la serietà, la buona volontà e la dedizione i risultati si ottengono. Un ringraziamento, infine, al ministro Gualtieri per avere contribuito a superare questa situazione di stallo. Ora ci attendono tre anni di lavori per completare i 9 km mancanti!! La nostra terra merita di più”. Lo scrivono in una nota Giorgio Maria Bergesio, senatore della Lega e Flavio Gastaldi deputato.




Tabacco, Bertolini, Bat: asimmetria fiscale pesa su erario complessivo del Paese e sostenibilità settore. E ricade su cittadini. Discrasia tra Ministero Salute ed Economia

Il mercato del tabacco sta cambiando. Quello riscaldato sta sostituendo, anno dopo anno, quello tradizionale prendendo nuove quote di mercato. Mentre nel 2019 il primo ha registrato un incremento del 118%, il secondo ha subito un calo di oltre il 4 per cento. Ma l’apporto del settore del tabacco all’erario diminuisce in maniera proporzionale creando un buco fiscale sempre più ampio che il governo deve recuperare tramite la pressione fiscale su altri segmenti produttivi. A danno – alla fine – dei consumatori finali che vanno a fare la spesa.

Infatti l’accisa sul tabacco riscaldato, partita nel 2015 con una scontistica fiscale rispetto a quella delle sigarette tradizionali del 50 per cento, in Finanziaria per l’anno 2019 è passata a una scontistica del 75 per cento. Accisa che in una prima stesura della nuova legge di Bilancio era stata incrementata e poi – inaspettatamente – è sparita dal testo.

“Il tabacco riscaldato ha determinato un cambio strutturale nel mercato del tabacco. Un dato che dal punto di vista tecnico rappresenta un’evoluzione epocale”, spiega ad AGRICOLAE Alessandro Bertolini, vicepresidente della Bat.

“La crescita del tabacco riscaldato ha accelerato, negli ultimi 5 anni, la contrazione dei volumi delle sigarette tradizionali”, prosegue. “Se il tasso di contrazione medio negli ultimi dieci anni è stato del 3 per cento su base annua, nel 2019 la contrazione dei volumi delle sigarette tradizionali è stata del 4,2% e nell’anno in corso del 6% tendenziale”. Diversa la situazione per quello riscaldato “cresciuto del 118% nel solo anno 2019 e con un tasso di crescita quest’anno stimabile al 61 per cento”.

Una modifica strutturale del mercato che, spiega Bertolini, “si ripercuote sul gettito erariale. Riportando la fiscalità a una scontistica del 50 per cento, come previsto dalla norma previgente rimasta in vigore per 4 anni, si genererebbe un maggior gettito erariale pari a circa 300 milioni di euro su base annua”.

Il tabacco riscaldato è stato introdotto in Italia nel 2014. La prima a lanciare è stata Philip Morris, la Bat si è affacciata sul mercato da due anni, a fine 2018.

“La fiscalità del tabacco è un tema complesso”, prosegue ancora il vicepresidente Bat. “Il legislatore, lo scorso primo gennaio 2015, aveva ritenuto di tassare il tabacco riscaldato il 50 per cento in meno rispetto alle tradizionali sigarette. Un tipo di approccio mai contestato da noi. Irragionevole riteniamo invece il maggiore sconto concesso con la Finanziaria per il 2019 che ha portato a un differenziale rispetto alla fiscalità sulle tradizionali sigarette del 75 per cento”.

Una “molto marcata asimmetria fiscale” ritenuta a maggior ragione irragionevole da Bat in seguito alle valutazioni del ministero della Salute.

Le accise nascono infatti come una tassazione compensativa degli effetti negativi sulla salute provocati dal prodotto stesso. “Ma nel momento in cui, nonostante i corposi dossier scientifici presentati volontariamente da entrambi i produttori oggi operanti sul mercato, il ministero della Salute ritiene di non poter riconoscere né la minor tossicità del tabacco riscaldato né il minor danno per la salute umana a parità di condizioni di utilizzo rispetto alle tradizionali sigarette, a che titolo il Mef mantiene lo sconto attuale?”. “Non comprendo – prosegue ancora Bertolini – come mai lo sconto non venga riportato a quello originario del 2015 durato fino al 2019, dato che la Salute, proprio nel 2019, ha ritenuto di non riconoscere né la minor tossicità né il minor danno per la salute rispetto alle tradizionali sigarette.

Mentre il Ministero della Salute di Roberto Speranza mette il bollino rosso quello dell’Economia di Roberto Gualtieri mette il bollino verde. Ma nel frattempo si genera un buco fiscale che, a parere di Bat, potrebbe far implodere tutto il sistema danneggiando il comparto e chi ci lavora”.

L’Italia è al quarto posto nel mondo per i volumi di mercato del tabacco riscaldato. Al primo posto figura il Giappone, con una scontistica rispetto al tabacco riscaldato del 10 per cento. Al secondo posto la Corea, con una scontistica fiscale del 5 per cento. Al terzo posto la Russia, la cui scontistica apportata è fissata al 25 per cento. Al quarto posto l’Italia, con uno sconto del 75 per cento.

“Mantenere questa marginalità fiscale in un segmento che presenta un tasso esponenziale di crescita come quella del tabacco riscaldato pregiudica la sostenibilità dell’intero settore e, con esso, del gettito erariale”, insiste il vicepresidente Bat.

“La nostra posizione non è di equiparare la tassazione del tabacco riscaldato a quella delle sigarette, occorre tuttavia riportare il livello di incidenza fiscale al 50 per cento, come da norma previgente”.

Il prezzo medio di un pacchetto di sigarette tradizionali è di cinque euro. “Di questi, spiega ancora Bertolini, 4 euro vanno all’erario tra Iva e Accisa, 50 centesimi, che è l’aggio, vanno al tabaccaio e 50 centesimi è il margine del produttore. Un pacchetto di tabacco riscaldato ha oggi un prezzo di vendita di 4,50 euro ed il margine del produttore è di 2,50 euro”.

La filiera del tabacco è complessa e include i produttori, i distributori, i tabaccai, le aziende tabacchicole, i trasformatori. “Si parla di un gettito erariale, tra accisa e Iva, di 14 miliardi all’anno. Nel momento in cui la crescita del riscaldato come prodotto alternativo alle tradizionali sigarette, provoca l’accellerazione della contrazione dei volumi di quello tradizionale, viene a mancare gettito erariale, creando un buco a danno del paese pregiudicando al tempo stesso la sostenibilità dell’intero settore”, spiega ancora Bertolini. “E noi come azienda riteniamo che la sostenibilità complessiva del settore sia fondamentale per mandare avanti il comparto tutto, al di là dei tornaconti particolari. Ciò a vantaggio dell’erario e dell’intera filiera”.

Un esempio? La passata Finanziaria, quando il governo ha dovuto reperire maggiori risorse, fra l’altro, per sterilizzare gli aumenti IVA. “La Finanziaria ha incrementato la fiscalita di tutte le categorie dei prodotti del tabacco con l’eccezione del tabacco riscaldato per il quale è stato mantenuto lo sconto del 75% rispetto alle tradizionali sigarette da combustione.  Non a caso, il complessivo gettito dai prodotti del tabacco diminuirà, nell’anno in corso, di circa 100 milioni di euro”.

“BAT ha una storia ultra decennale di acquisto di tabacco italiano, in particolare quello del Veneto e della Campania, attraverso un rapporto storico e consolidato nel tempo con Italtab. Dal 2010 a tutt’oggi BAT ha acquistato oltre 200 milioni di euro di tabacco italiano.  Il mantenimento di questo livello di investimento sul territorio richiede una politica fiscale equilibrata che garantisca la sostenibilità del settore superando l’attuale asimmetria fiscale e riportando l’incidenza fiscale del tabacco riscaldato al 50 per cento rispetto a quello tradizionale, come previsto dalla norma previgente. In mancanza, verrebbero meno i presupposti atti a giustificare questi investimenti nel territorio”.

Alla domanda sulle motivazioni per cui l’accisa sul tabacco riscaldato, all’articolo 37, è sparita dalla prima stesura della legge di Bilancio, Bertolini risponde: “La domanda va posta ai vertici della politica ed alle istituzioni tecniche, in primis al Mef ed al Ministero della Salute. La politica e gli organi tecnici dovrebbero adottare soluzioni di buonsenso. La mia azienda non è interessata a battaglie di principio o a tutelare posizioni di privilegio, bensì a soluzioni di equità cha assicurino al sostenibilità dell’intero settore”. Lei ha mai incontrato Gualtieri? “Mai incontrato”.




Tabacco, guerra tra il tradizionale e il riscaldato, il primo ha un margine di guadagno dell’11-13%, il secondo del 55-60%. Accisa sparita dopo incontro con Gualtieri

E’ guerra del tabacco in legge di Bilancio. Da una parte il colosso del tabacco Philip Morris che detiene il 50 per cento del mercato delle sigarette tradizionali ed è leader assoluto nel tabacco riscaldato, su cui da diverso tempo sta concentrando la sua strategia internazionale, riassunta dallo slogan “delivering a smoke-free future” ovvero “offrendo un futuro senza fumo”; dall’altro la Bat che detiene circa il 20 per cento del mercato italiano delle sigarette tradizionali, che è entrata più recentemente nel mercato del tabacco riscaldato, dove si colloca al secondo posto seppure a grande distanza da Philip Morris ed è presente anche nelle sigarette elettroniche a liquido lanciate in Italia sin dal 2013; anche lei sta guardando a nuovi orizzonti futuri.

Oggetto della contesa sono ancora una volta le accise sul tabacco riscaldato, oggi tassato con una percentuale scontata del 75% rispetto a quello tradizionale. Tanto che tra la prima e la seconda stesura della legge di Bilancio – da quanto apprende AGRICOLAE sia da fonti relative al mondo del tabacco che alle regioni – ci sarebbe stato un incontro direttamente con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. E l’aumento dell’accisa sul tabacco riscaldato è sparito.

Il margine industriale, definito nelle tabelle pubblicate dall’Agenzia dei Monopoli e delle Dogane “quota al fornitore”, tra un pacchetto di sigarette a tabacco riscaldato e uno di sigarette tradizionali è molto diverso.

Il margine di un pacchetto di sigarette di alta qualità (5,90 euro) – tolta l’iva, le accise e l’aggio del tabaccaio – è di circa 79 centesimi. Le imposte infatti pesano per circa il 77 per cento sul prezzo finale.

Per un pacchetto di sigarette di livello medio-basso, dal costo di 4,80 euro a pacchetto, il margine è di circa 55 centesimi. Per le sigarette in assoluto meno costose ma anche le meno vendute, a 4,30 euro a pacchetto, il margine scende a 10 centesimi, il che vuol dire che guadagna più il tabaccaio che le vende del produttore che le produce e la quota per l’Erario sale all’88%.

Un pacchetto di sigarette a tabacco riscaldato top di gamma – nei quali c’è circa un terzo del quantitativo di tabacco presente nelle sigarette tradizionali – costa 4,50 euro per venti pezzi con un margine di guadagno di quasi 2,50 euro. Per quelle di fascia bassa, con un costo di 3,50 euro il margine è di poco inferiore a 2,10 euro a pacchetto.

È vero che il costo del tabacco rappresenta nella fase produttiva una componente di peso molto ridotto: un chilo di tabacco agricolo costa infatti circa 3 euro e in una sigaretta tradizionale ce ne sono soltanto 70 milligrammi.

Da considerare però il rientro degli investimenti, non di poco conto, finora sostenuti e il fatto che la FDA americana la scorsa estate ha riconosciuto il prodotto a tabacco riscaldato di Philip Morris come prodotto del tabacco a rischio modificato, perché emetterebbe meno sostanze tossiche rispetto alle sigarette tradizionali, ma senza riconoscerne il minor rischio o il minor danno per la salute. Il ministero della Salute italiano, ad oggi, dopo aver esaminato i dossiers scientifici predisposti dagli stessi produttori, ha negato il riconoscimento sia della minor tossicità sia del rischio o danno ridotto per la salute umana.

Probabilmente, anche se i toni sembrano essersi abbassati, e la prima battaglia è stata vinta dai principali detentori del tabacco riscaldato, la guerra è solo iniziata.

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In Philip Morris ci sarebbero rimasti male e avrebbero chiesto un incontro al presidente della regione Veneto Luca Zaia il cui assessore Federico Caner aveva scritto nei giorni scorsi al ministro Mipaaf  Teresa Bellanova e al ministro Mef Roberto Gualtieri in merito alle accise sul tabacco riscaldato. Il colosso del tabacco – da quanto apprende AGRICOLAE da fonti della regione – avrebbe messo sul tavolo i contratti nella regione Veneto che fa capo a Zaia e gli investimenti che prevedono circa mille assunzioni a Taranto nella regione natale della ministra Mipaaf Teresa Bellanova. Prosegue dunque il braccio di ferro nella Legge di Bilancio sulle accise sul tabacco riscaldato che – dopo la prima versione in cui erano state incrementate – sono sparite. Restando a una fiscalita superagevolata in confronto a quelle del tabacco tradizionale.

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Da quanto apprende AGRICOLAE, a seguito di una lunga e travagliata riunione tra il Governo e un gigante del tabacco, l’accisa sul tabacco riscaldato è sparita dalla versione definitiva della legge di Bilancio al vaglio ora del Consiglio dei ministri.

Ma il governatore della regione Veneto Luca Zaia – il Veneto assieme a Umbria e Campania sono le regioni vocate alla produzione del tabacco tradizionale – non ci sta. E l’assessore all’Agricoltura Federico Caner scrive direttamente al ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova e al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.

Zaia in sostanza scrive che le tasse hanno penalizzato finora solo il tabacco tradizionale che da lavoro a circa 20mila persone. Ma non riguarda il tabacco riscaldato la cui tassazione porterebbe a un extragettito di circa 350 milioni di euro nel caso di una tassazione al 50 per cento rispetto alle sigarette tradizionali e di 500 milioni di euro nel caso di una fiscalità all’80 per cento “potenzialmente destinati al rilancio dell’agricoltura italiana provata da una crisi sanitaria ed economica senza precedenti”.

Lo scorso 6 maggio il Veneto ha proposto al governo la destinazione dell’extragettito in questione per la competitività delle filiere agricole aumentandone significatamente la dotazione finanziaria e prorogandone la vigenza per tutto il 2022.

L’assessore della regione Veneto chiede infine di ripensarci nell’ottica di tutelare la filiera tabacchicola italiana e le diverse realtà locali.

Secondo quanto riporta Il Fatto Quotidiano nel 2019, “Philip Morris è un gigante del tabacco, fattura 80 miliardi di dollari, e ha reclutato gli esperti di Casaleggio per una consulenza sulla comunicazione digitale in Italia, che ha coinciso con l’apertura di un canale Twitter”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2019/10/17/gioco-navi-e-tabacco-le-lobby-anti-5s-ingaggiano-casaleggio/5518935/

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la lettera del Veneto ai ministri Gualtieri e Bellanova.

LETTERA ZAIA A GUALTIERI E BELLANOVA SU TABACCO