MADE IN ITALY, NAUFRAGA PROGETTO TERMINAL DEL GUSTO BY CAMPAGNA AMICA COLDIRETTI. DOVEVA ESSERE RETE FORMATA DA 61 IMPRESE E COOPERATIVE UECOOP. E ORA LA REGIONE CHIEDE RESTITUZIONE DI 2 MLN DI EURO
Ricordate il Terminal del Gusto di Civitavecchia nato da un’idea che portava l’egida Coldiretti che doveva mostrare, come fosse una ‘vetrina’, il made in Italy agroalimentare a tutti i turisti in arrivo e in partenza? Un nulla di fatto. E ora la Regione Lazio, nel bollettino n.94 (che AGRICOLAE allega in PDF) pronuncia “la decadenza totale degli aiuti concessi al beneficiario IL BUONO SRL, titolare della domanda di aiuto n.8475921014 con recupero dell’importo indebitamente percepito”. Si tratta di un contributo pubblico – si legge nella determina regionale – di 1.999.999.92 concesso con l’atto 873/RM/2014 del 21/11/2014. L’importo complessivo erogato – di cui la regione chiede la restituzione – è pari a 1.997.741,20 euro maggiorato dagli interessi legali. La prima tranche, da poco più di un milione di euro, è stata pagata il 27 /05/2015 mentre la seconda tranche da 989mila euro è stata pagata il 16/11 2015.
La motivazione è dovuta al fatto che, in violazione del comma 1, lettera B dell’articolo 22 dell’allegato 1 della Deliberazione della giunta regionale del Lazio n. 412/2008 e degli impegni sottoscritti con l’atto di concessione, il beneficiario ha cambiato l’assetto proprietario come da provvedimento del Tribunale Civile di Roma – sezione fallimentare n.681/2017 del 22/09/2017.
Risale infatti a mesi fa l’annuncio della richiesta di autofallimento. Con molti creditori alle porte che provengono da operatori economici locali.
Riguardo al fallimento del progetto il “Terminal del gusto” di Civitavecchia, Aldo Mattia già direttore di Coldiretti Lazio e presidente del Buono Srl, sentito da AGRICOLAE, riferisce che “non si tratta di un progetto nato da Coldiretti ma dalla società il Buono Srl, di cui non risulto titolare”. L’attuale direttore di Coldiretti Basilicata dichiara inoltre che, a seguito della richiesta di autofallimento, non risultano più titolari e che qualsiasi domanda dovrà essere pertanto rivolta al curatore fallimentare che sta gestendo la pratica.