Ismea: vigne e cantine spingono su innovazione. Cresce propensione a investire anche nei prossimi 5 anni

Le incertezze del quadro economico e geopolitico mondiale, tra crisi sanitarie e climatiche, shock energetico, inflazione ed extra costi, non hanno spento la voglia di innovazione delle aziende vitivinicole italiane. Tre su quattro hanno messo mano al portafoglio nel quinquennio 2017-2021 per rinnovare le strutture e ammodernare impianti e processi, dovendo comunque rinunciare, il più delle volte, a una parte delle iniziative programmate. Ma una percentuale ancora maggiore (il 78%) si è dichiarata propensa a investire anche nei prossimi 5 anni, nonostante la situazione resti piuttosto critica sul piano degli equilibri dei rapporti internazionali.
È quanto emerso dallo studio sull’innovazione nel settore vitivinicolo, realizzato da ISMEA nell’ambito delle iniziative della Rete Rurale Nazionale della Pac e presentato al Vinitaly in occasione del Convegno “L’innovazione come motore della competitività e della sostenibilità della filiera vitivinicola: l’approccio delle cooperative”.

L’indagine, condotta nel 2022 su un campione di197 aziende vitivinicole e approfondita con focus group presso alcune realtà cooperative del settore, ha evidenziato anche la presenza di ostacoli alla realizzazione di investimenti nell’innovazione. Tra questi, la ridotta dimensione delle imprese (45%), l’incertezza sui benefici degli investimenti (25%), il quadro di instabilità del mercato (24%), le difficoltà di accesso al credito (22%) e ai fondi comunitari (22%) e l’onerosità degli investimenti (22%).

Gli investimenti hanno puntato soprattutto alla tecnologia, con l’introduzione in azienda di nuove soluzioni agritech e di applicazioni di agricoltura digitale. Il 38% del campione ha dichiarato di avere investito nella sensoristica per il monitoraggio e la gestione delle colture e per l’ottimizzazione degli input, oltre che in sistemi di monitoraggio da remoto o di prossimità con l’impiego di droni, in robot e altri macchinari per l’automazione, in software gestionali amministrativi e di supporto alle attività tecniche e agronomiche. L‘aspetto organizzativo, sempre in relazione agi investimenti, ha riguardato il 18% degli intervistati, che ha sviluppato anche modelli basati su reti di impresa e introdotto in azienda piani di ricerca e sviluppo, mentre il 7% ha optato per investimenti a livello di prodotto/processo, compresa l’introduzione di nuove tecniche di lavorazione del suolo, l’irrigazione, la concimazione, la gestione dei reflui aziendali o l’introduzione di nuove varietà, oltre all’attivazione di canali di vendita diretta, fisici e on line.

Tra le innovazioni che orienteranno gli investimenti nel prossimo futuro trovano spazio la genetica, con lo sviluppo di nuove varietà resistenti e tecniche di evoluzione assistita in campo (TEA), ambiti ritenuti dagli imprenditori intervistati fondamentali per il futuro della vitivinicoltura, anche in vista dell’introduzione di nuove normative a livello europeo per la riduzione dell’utilizzo della chimica in vigneto. Rimarrà alto l’interesse verso la sensoristica avanzata, con l’Internet of Things (IoT) già attualmente in uso, che sarà di supporto alla gestione quotidiana del vigneto nell’immediato futuro, soprattutto in affiancamento all’automazione e all’informatizzazione. Emerge anche l’interesse a investire in soluzioni di intelligenza artificiale da impiegare nei processi produttivi aziendali e in campo,  per lo studio e l’analisi dei dati  in ottica predittiva e di riduzione degli sprechi.

Ma la grande trasformazione che sta avvenendo sul piano legislativo, della localizzazione delle produzioni, del mercato e della domanda di vino (stili di vita, approcci al cibo, gusti e nuovi modelli di consumo), spinge a considerare l’innovazione non solo sul piano tecnologico, ma anche come elemento di supporto per le analisi dei flussi commerciali e lo studio del consumatore e del mercato, mediante sistemi di data analysis e applicazioni nel campo delle neuroscienze e del neuromarketing.

L’incontro, moderato da Fabio Piccoli, Direttore WineMeridian, ha visto le relazioni introduttive di Tiziana Sarnari (ISMEA) e di Eugenio Pomarici dell’Università di Padova. Si è tenuta a seguire una tavola rotonda con la partecipazione di Luca Rigotti, Presidente settore vino Confcooperative e Presidente della cantina/cooperativa Mezzacorona, Marco Nannetti, Responsabile Affari generali Gruppo Terre Cevico, Silvano Nicolato, Presidente Cantine Vitevis e Andrea Di Fabio, Direttore Generale di Cantina Tollo.




Vinitaly, Fini (Cia): fondamentale innovazione per rilancio mercati. Preservare patrimonio vitivinicolo nazionale. VIDEOINTERVISTA

“Sicuramente è importante il tema legato all’innovazione, perché è un settore, quello vitivinicolo, che ha bisogno di innovazione, ha bisogno di portare idee nuove, ha bisogno di rilanciare alcuni mercati, sicuramente quelli più lontani, quelli inesplorati. Abbiamo bisogno anche di diffondere di più e meglio la cultura del vino. Per troppi anni purtroppo abbiamo ricevuto attacchi ingiustificati, mentre invece noi dobbiamo continuare a promuovere la cultura, la storia di un’eccellenza del made in Italy agroalimentare, che ha una valenza da un punto di vista culturale, paesaggistico e anche e soprattutto economico. Il peso che ha all’interno del made in Italy e dell’export agroalimentare è fondamentale”. Lo ha detto ad Agricolae il presidente di Cia-Agricoltori Italiani Cristiano Fini dal Vinitaly di Verona.

 

“Finché il mercato del vino potrà avere un gettito di un certo tipo”, aggiunge Fini, “noi crediamo che gli espianti vadano evitati. Quello che ci riserverà il futuro però purtroppo non lo conosciamo. E’ evidente che sui vini rossi c’è un problema a livello di surplus produttivo, però noi dobbiamo percorrere in via prioritaria sempre tutte le strade che portano a mantenere il nostro patrimonio vitivinicolo per quel che riguarda il consumo interno ma anche l’export”.




A Macfrut 2024 un campo prova di 3mila mq sull’innovazione

A Macfrut l’innovazione di settore si tocca con mano, in un’area di circa 3mila metri quadrati, suddivisa in due padiglioni: una dedicata alla frutticoltura (padiglione C1 – Agri Field Solution), l’altra al fuori suolo, all’orticoltura da mercato e da industria e alla meccanizzazione (pad. A1 – Machinery Solutions). “Sono due aree che fino ad oggi hanno riscosso grande successo poiché il visitatore ha la possibilità di vedere di persona quello che può mettere in campo nella propria azienda agricola”. A parlare è Luciano Trentini, esperto agronomo, da anni coordinatore delle aree dinamiche presenti nei tre giorni di Macfrut, al Rimini Expo Centre dall’8 al 10 maggio 2024.

 

“Non dobbiamo dimenticare che Macfrut è la fiera di filiera per eccellenza nella quale gli espositori hanno anche la possibilità di mostrare, in queste apposite aree attrezzate, a visitatori qualificati italiani e stranieri, alcune delle principali innovazioni del settore per fare comprendere trend e tendenze del settore ortofrutticolo – continua Trentini -. Il successo riscontrato nelle edizioni passate da queste aree dinamiche, ha permesso di confermare la dimensione degli spazi. In aggiunta, quest’anno si vuole offrire una ulteriore opportunità a coloro che sono interessati alle filiere produttive, una vera e propria attività informativa-formativa, dove i partecipanti possono arricchire il loro bagaglio di conoscenze per una ortofrutticoltura sempre più al passo coi tempi cioè innovativa, performante e competitiva”.

Le aree dinamiche, quindi, diventano un campo scuola che attraverso visite guidate danno l’opportunità di  dialogare con i costruttori di macchine ed attrezzature, oppure con i tecnici delle ditte che presentano le loro novità per avere tutte le informazioni utili per una corretta conduzione delle coltivazioni.

Tante le novità a Macfrut 2024. Per quanto riguarda il campo nel padiglione C1 dedicato alla frutticoltura, vedrà presenti tre specie molto importanti: l’uva da tavola, prodotto simbolo di questa edizione della fiera; il pero, che in questi ultimi anni ha subito qualche battuta di arresto ma vuole rilanciarsi; il ciliegio che attraverso l’innovazione tecnologica è in grado di garantire nuove opportunità produttive.

Oltre alle specie frutticole citate, saranno presenti reti di copertura di diverse tipologie che oltre a proteggere le diverse specie dalla grandine, potranno attraverso nuovi materiali incidere positivamente sulla fisiologia delle piante stesse per garantire una migliore qualità del raccolto. Saranno presenti sistemi di rilevazione dati, ed innovativi sistemi irrigui che meritano sempre maggiore considerazione in epoca di cambiamenti climatici come quello attuale.

L’altra area dinamica, presente nel padiglione A1, mette in evidenza gli aspetti innovativi legati alle operazioni in campo della filiera produttiva. Come nel caso della patatala cui coltivazione interessa tutto il nostro Paese che commercialmente risulta anche un grande importatore. Una seconda filiera interessa il pomodoro da industriache vede l’Italia primeggiare in Europa dal punto di vista produttivo e soprattutto per la trasformazione industriale. Patate e pomodori attirano anche l’interesse di molti Paesi in via di sviluppo dal punto di vista agricolo, che attraverso Macfrut, vogliono conoscere gli standard produttivi europei.

L’area ospita anche sistemi di produzione della IV gamma(Baby leaf) fra innovazione varietale, semina e raccolta. Una vasta porzione del padiglione sarà dedicata alle tecniche di coltivazione fuori suolo, come nel caso delle fragole, dell’uva da tavola, dello zenzero, dei mirtilli. Nel campo non mancheranno anche strumentazioni atte alla rilevazione dei dati meteoclimatici, sistemi di irrigazione innovativi, impianti irrigui azionati da fotovoltaico e sistemi antibrina. Questi ultimi aspetti rivestono grande importanza per tutti i paesi produttori grandi e piccoli nel momento in cui il clima cambia, aumentano le temperature  e la quantità di acqua disponibile è sempre minore, e per contro cresce la domanda di cibo. In entrambi i padiglioni, saranno messe a disposizione dei visitatori aree forum adeguate, per assistere a brevi focus specialistici inerenti le tematiche di settore.




Tea, De Carlo: non sono Ogm, stop demagogia. Agricoltura moderna passa per ricerca e innovazione. VIDEOINTERVISTA

“Rimettiamo la ricerca e la scienza all’interno del campo agricolo e quindi, lasciando perdere chiacchiere e demagogia, basandoci sul pragmatismo.” così il sen. Luca De Carlo, Presidente della IX Commissione Agricoltura in Senato, all’incontro “Rivoluzione in campo”, sulla sperimentazione in campo, nella Regione Lombardia, delle Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA).

“Noi vogliamo produrre di più e produrre meglio. Dopo l’approvazione del mio emendamento al “Decreto siccità”, finalmente c’è qualcuno che sperimenta a terra ciò che fanno da tempo in laboratorio sia gli enti privati che quelli pubblici, ma che hanno bisogno di una prova sul campo. Queste tecniche, ripeto non sono OGM, consentiranno di produrre di più e meglio con utilizzo di meno fitofarmaci, meno utilizzo d’acqua, più resistenza alle malattie come nel caso di questo approccio e consentiranno di avere un’agricoltura moderna.

Noi riusciremo a perpetrare la nostra straordinaria tradizione solo attraverso l’innovazione. Questo è un passo importante soprattutto la dimostrazione che si può e si deve fare. Noi dobbiamo essere bravi a comunicare la verità, dobbiamo finirla di dividerci in partigiani di una parte o di un’altra, ma dobbiamo capire qual è l’obiettivo, ossia di sfamare miliardi di persone nel giro di pochissimi anni. Lo dobbiamo fare attraverso la ricerca. Tanti privati e tanta ricerca pubblica sono già avanti rispetto a un’opinione pubblica che a volte è stata condizionata da una vulgata che non ha nessuna ragione d’essere, ma che soprattutto è antistorica e antimoderna.”




Confai Bergamo: innovazione digitale e propulsioni ibride nel futuro dell’agricoltura

Nel futuro dell’agricoltura c’è una sola parola: innovazione. È il messaggio che lancia, nel corso della 89ª assemblea generale di Confai Bergamo, il presidente Leonardo Bolis. Per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, migliorare la sostenibilità ambientale, sostenere la redditività delle imprese e fornire nuovi servizi che possono spaziare dalle certificazioni di sostenibilità fino alla raccolta e analisi dei dati, la strada è quella dell’innovazione, da sempre un pilastro portante per le imprese agromeccaniche.

Il futuro, tra volatilità dei mercati, gli effetti meteo-climatici, consumo ed erosione del suolo, talvolta appare incerto e per le imprese agromeccaniche investire in nuovi mezzi e macchine può rappresentare un rischio, che solamente con la cooperazione si può in parte mitigare.

Confai Bergamo guarda avanti e lo fa coinvolgendo due esperti, rispettivamente nel settore rdella meccanica agricola e dell’innovazione digitale, intervenuti nel corso dell’ultima assemblea per tracciare una possibile rotta per la meccanizzazione agricola del futuro: Antonio Salvaterra, direttore marketing di Argo Tractors (gruppo di costruttori di mezzi agricoli che annovera fra i propri marchi Landini e Mc Cormick) e il professor Gianluca Brunori, economista agrario, ordinario di Politica alimentare all’Università di Pisa e responsabile dell’innovazione digitale in agricoltura per l’Accademia dei Georgofili.

Si parte dalla cronaca e dalle recenti proteste degli agricoltori in Germania, innescate dal rischio di vedersi tagliare i sussidi per il gasolio agevolato. Come sarà il futuro della meccanizzazione e delle propulsioni nell’ambito delle mobilità sostenibile da lavoro? “Il futuro sarà ibrido, con propulsioni che prevedono sia il motore endotermico che quello elettrico, oppure affiancando altre opzioni – dichiara Salvaterra -. I nostri partner motoristici, ad esempio, stanno compiendo studi sull’idrogeno, che è un’altra opportunità”.

Indubbiamente, la digitalizzazione è un’opzione e rientra fra le strategie del futuro anche per cercare di risolvere alcuni problemi: la mancanza di acqua, i cambiamenti delle stagioni, l’aumento delle temperature, la necessità di differenziare le produzioni in campo per garantire la competitività delle aziende. In quest’ottica, anche il miglioramento della qualità del lavoro, l’integrazione verticale e orizzontale delle filiere, la realizzazione di marchi di qualità passano inevitabilmente dal ruolo dell’impresa agromeccaniche, come sintetizza il professor Brunori.

“Parlare di digitalizzazione significa fare riferimento ad elementi quali la sensoristica, strumento necessario per rilevare i dati, la robotica, una risposta utile per contrastare la carenza di forza lavoro e di manodopera specializzata, ma vuol dire anche affrontare il tema dell’intelligenza artificiale, soluzione in grado di classificare e analizzare i dati, di operare diagnosi, previsioni e azioni indipendenti. Proprio per questo motivo – raccomanda il professor Brunori – è fondamentale partire da dati esatti”.

Innovazione fa anche rima con “semplificazione, un obiettivo chiave per semplificare agevolare la gestione del lavoro, inquadrare soluzioni agronomiche, programmare interventi e manutenzioni delle macchine”, puntualizza Salvaterra.

Cruciale, in futuro, sarà la gestione dei dati e la titolarità ad utilizzarli. “Questo significa che per le imprese di meccanizzazione agricola si inaugurano nuove frontiere in termini di prestazioni e servizi”, riconosce Brunori.

La strada, secondo il presidente di Confai Bergamo, Leonardo Bolis, andrà nella direzione di imprese agricole e agromeccaniche “sempre più grandi dal punto di vista dimensionale e sempre più specializzate”.

“Il futuro – ricorda il presidente nazionale di Cai Agromec, Gianni Dalla Bernardina, che nel corso dell’assemblea si è dichiarato disponibile a guidare l’associazione nazionale anche per i prossimi quattro anni – non potrà essere disgiunto dal percorso di transizione ecologica. Oggi le imprese richiedono velocità, integrazione e dialogo all’interno della filiera. Gli agromeccanici restano un anello insostituibile della catena di approvvigionamento. Tuttavia, senza che venga riconosciuta in maniera definitiva la titolarità del contoterzismo a fare parte pienamente del mondo agricolo, sarà sempre più difficile marginalizzare e, di conseguenza, fare innovazione”.




A NovelFarm le nuove sfide del settore agricolo: cambiamenti ambientali, innovazione e normativa

L’agricoltura produce circa l’1,5% del PIL europeo, si tratta di un numero piccolo, ma, in quanto settore primario, rappresenta la base di tutto il sistema economico e produttivo su cui si basa la nostra economia. Produrre in modo innovativo e sostenibile è essenziale per garantire un futuro al comparto e al nostro pianeta. Se ne parlerà a NovelFarm, mostra convegno sulle innovazioni in agritech, indoor e vertical farming in programma i prossimi 20 e 21 marzo, organizzata da Pordenone Fiere.

Prima sfida che deve affrontare l’agricoltura sono i cambiamenti ambientali. Sia naturali sia antropici: come la impermeabilizzazione dei suoli, che rende anche semplici precipitazioni cause di alluvioni, e come l’eccesso di irrigazione, che provoca la salinizzazione dei terreni e la salmastrizzazione delle acque sotterranee. La lista è lunga, ma a NovelFarm si parlerà soprattutto di soluzioni. L’agricoltura, infatti, può anche essere una valida alleata dell’ambiente, ad esempio attraverso il sequestro della CO2, intrappolata nel suolo con tecniche semplici e benefiche per la salute del terreno. Anche la gestione efficiente dell’acqua può apportare i suoi benefici: un risparmio significativo attraverso l’irrigazione di precisione, ma anche il recupero e l’utilizzo mirato delle acque reflue depurate.

La tecnologia digitale è il fattore abilitante perché raccoglie e interpreta i dati di quello che accade nei campi, nelle serre e nelle vertical farm, e consente di metterli a frutto trasformandoli in una sempre maggiore conoscenza.

Tecnologia vuol dire anche robotica: in ambienti controllati, l’AI e l’automazione permettono enormi miglioramenti nella qualità, nella produttività e nella sicurezza delle colture. Le vertical farm sono il simbolo di questa nuova rivoluzione agricola che nel nostro Paese si stanno diffondendo sempre più. La normativa sta iniziando a prendere coscienza delle esigenze di questi nuovi metodi di coltura anche dal punto di vista fiscale, lo scoglio dove spesso si incagliano le innovazioni nei settori tradizionali. Lo vedremo con le novità della Legge delega di riforma fiscale, lo stiamo vedendo con il successo della Legge Regionale Lombarda sulle coltivazioni indoor.

Infine, l’apertura alle cosiddette Tecnologie di Evoluzione Assistita della normativa italiana ha ricevuto in questi giorni un assist robusto dalla votazione al Parlamento europeo sulle New Breeding Technologies. NovelFarm tratta del tema dalla sua prima edizione nel 2019. Ora però il tema è diventato urgente perché non adottare queste tecniche, in un momento di grandi sfide, vuol dire condannare il settore primario a continuare a impiegare i metodi che si condannano come dannosi senza offrire una soluzione in cambio.

Appuntamento quindi il 20 e 21 marzo a Pordenone per NovelFarm.

NovelFarm è una mostra-convegno internazionale sulle innovazioni in agricoltura, indoor e vertical farming, organizzata da Pordenone Fiere in collaborazione con Studio Comelli – Conferences&Communication, che cura i contenuti delle conferenze e l’ufficio stampa. La manifestazione è nata nel 2020 e nell’ultima edizione tenutasi in contemporanea con AquaFarm, i due eventi hanno registrato una crescita del 62% rispetto al 2022, 130 espositori, il 35% proveniente dall’estero e quasi 7.000 mq di area espositiva. La partecipazione all’evento è gratuita previa registrazione online sul sito: www.novelfarmexpo.it.




Confai Bergamo: È possibile conciliare sostenibilità e innovazione in agricoltura

A pochi giorni dalla data della prossima celebrazione dell’assemblea di Confai Bergamo, prevista per domenica 25 febbraioLeonardo Bolis, presidente dell’associazione bergamasca e lombarda che riunisce imprese agromeccaniche e agricole, riprende la riflessione intorno all’agricoltura del futuro, tornata sotto i riflettori a causa delle manifestazioni avvenute in varie parti d’Europa nelle ultime settimane.
“Come organizzazione consideriamo fondamentale affermare a chiare lettere che, nel dibattito circa la sostenibilità dell’attività agricola, è profondamente ingiusto attribuire agli agricoltori tutti i problemi che possono soffrire gli ecosistemi, quando di fatto ne sono i custodi – sottolinea Bolis -. Quel che è certo è che il settore non deve rinchiudersi in una posizione unicamente difensiva, bensí ribadire che esistono strade percorribili per conciliare sostenibilità ambientale ed efficienza delle produzioni. In questo contesto è cruciale riconoscere il ruolo chiave delle imprese agromeccaniche”.
Sulla stessa linea d’onda si era espresso nei giorni scorsi il il presidente di CAI Agromec, Gianni Dalla Bernardina, che aveva ribadito il ruolo dei contoterzisti agrari, i quali rendono disponibili tecnologie legate alla cosiddetta agricoltura di precisione “per tutte le aziende agricole europee, grandi o piccole che siano, e ancora di più per quelle italiane, per la tipologia e impostazione strutturale dell’agricoltura in Italia”.
“In questo scenario – aggiunge infine il segretario provinciale di Confai Bergamo, Enzo Cattaneo – riteniamo che sia indispensabile un’interlocuzione politica costante tra le amministrazioni regionali, le autorità nazionali e le istituzioni europee affinché si riconosca adeguatamente il ruolo del settore agromeccanico como propulsore dell’innovazione in agricoltura, garantendo l’accesso delle imprese contoterziste alle risorse pubbliche previste per tale scopo”.



Crea, audizione Rocchi a Comagri Camera: “Non solo ricerca pura. Obiettivo è creare modelli business”

L’obiettivo è “provare a mettere a terra progetti innovativi cercando di trasformarli in modelli di business. Cioè fare in modo che tutto quello che avviene nei laboratori di ricerca non solo pura si possa poi trasferire sul campo. Comprendo, almeno sulla carta, quello che di buono fa il Crea e i limiti oggettivi di una struttura cresciuta in maniera non sempre coerente, ma tutti i bravi ricercatori all’interno di questa struttura sicuramente saranno un punto di partenza”. Lo ha detto il professore della Sapienza di Roma Andrea Rocchi durante l’audizione di oggi alla Commissione Agricoltura della Camera per la valutazione della sua nomina a presidente del Crea.

“Cercherò di inserirmi sulla filiera dell’innovazione”, ha assicurato Rocchi, “ma allo stesso tempo di costruire infrastrutture e collegamenti non solo territoriali con le Regioni o altro, ma anche strutture che possano in maniera specifica, a mo’ di incubatori, creare le condizioni per cui l’innovazione vada veramente nel campo e sia utile a voi, sicuramente, per prendere decisioni spesso molto onerose, ma allo stesso tempo anche all’agricoltore e alla filiera di settore, per capire dove investire e soprattutto cosa fare in un mondo che oggettivamente cambia di continuo”.

“Forse il momento è veramente quello giusto per cercare di dare, con un colpo di reni, un valore aggiunto a questa filiera fondamentale per la sopravvivenza ma soprattutto per lo sviluppo di un paese importante come il nostro”, ha concluso il neopresidente designato del Crea.

In questo modo Rocchi ha risposto alle sollecitazioni giunte in audizione dai membri dell’opposizione e della maggioranza della Commissione. Se da un lato gli onorevoli Stefano Vaccari (Pd) e Maria Chiara Gadda hanno espresso al neopresidente la raccomandazione di conservare l’autonomia della ricerca all’interno del Crea, i deputati Marco Cerreto (FdI), Davide Bergamini e Giandiego Gatta (Forza Italia) si sono soffermati soprattutto sulla necessità di calare nel mondo agricolo e a favore delle imprese le attività di ricerca all’interno dell’ente, chiedendo di rafforzare la sinergia con il Masaf e tra politica, aziende e associazioni.

 




Naturitalia, a Fruit Logistica nel segno dell’innovazione. Riflettori su IV gamma e nuove varietà club

Nuove proposte di IV Gamma grazie a un innovativo stabilimento recentemente inaugurato, importanti progetti club nel campo delle drupacee e dell’uva da tavola e tutta l’eccellenza delle produzioni dei propri soci: è ricco il paniere di novità e di conferme che Naturitalia, realtà leader della distribuzione di prodotti ortofrutticoli in Italia e all’estero, presenterà agli operatori internazionali in occasione di Fruit Logistica, in programma a Berlino dal 7 al 9 febbraio 2024.

“L’innovazione è nel DNA di Naturitalia – commenta il Direttore Generale Gabriele Ferri -: investire in nuovi prodotti e tecnologie per soddisfare le esigenze del mercato e salvaguardare il reddito degli agricoltori è elemento fondamentale della nostra mission. I trend di mercato, in questo senso, sono chiari: la componente di servizio e la premiumness sono tornati driver centrali per gli acquisti di ortofrutta. Una richiesta chiara alla quale Naturitalia risponde con un ampliamento dell’offerta di IV gamma dedicata, in particolare, al canale della ristorazione e con l’ingresso nel proprio paniere di varietà di frutta nuove e innovative come le nettarine piatte Ondine e le uve Club sviluppate da IFG e Stargrow. Ingressi importanti – continua Ferri – che si affiancano all’ampia proposta di prodotti ortofrutticoli freschi coltivati dalle nostre cooperative socie nei principali areali agricoli del Paese fra i quali spiccano i kiwi a polpa gialla e rossa Jingold e le pere a marchio Opera”.

Un nuovo stabilimento per la IV Gamma

Operativo dal 2023, il nuovo stabilimento di Medicina (BO) di Patfrut (cooperativa di riferimento per Naturitalia) è il fulcro delle nuove proposte di IV Gamma che saranno illustrate a Fruit Logistica: “L’impianto, che si estende su una superficie di oltre 1.500 metri quadrati è entrato in piena produzione negli scorsi mesi – commenta Augusto Renella, Coordinatore Export e Marketing R&D Manager di Naturitalia -: tecnologicamente all’avanguardia, con le tre linee di trasformazione e le quattro di confezionamento la struttura permette di garantire la lavorazione con controllo costante della temperatura e il confezionamento nei formati ideali per il mondo della ristorazione, come le buste da 5 e da 10 kg, gestendo diversi formati, dal pelato intero, al tagliato a spicchio, al tagliato a cubetto. A Berlino parleremo delle novità che il nuovo impianto ci consente di offrire: patate, cipolle, carote e zucche provenienti prevalentemente dalle nostre aziende associate, selezionate all’interno di filiere controllate e verificate per garantire la massima qualità e sicurezza”.

Progetti club, cruciali per la crescita

A Berlino Naturitalia presenterà agli operatori tutte le eccellenze della propria gamma di prodotti ortofrutticoli di qualità. In particolare, grande attenzione sarà rivolta agli importanti progetti club che vedono l’azienda fra i protagonisti: “Penso alle pesche e nettarine piatte Ondine, un ambizioso Club internazionale promosso da Frutaria e ASF Edition – continua Renella – che ci vede fra le pochissime realtà selezionate nel nostro Paese. Il sistema Naturitalia è da sempre attivo sul fronte delle drupacee con un ampio assortimento varietale che copre tutto il calendario commerciale grazie a soci in tutti i principali areali produttivi del Paese: con Ondine, che ci vedranno mettere a dimora complessivamente 100 ettari di cui ben 65 di nettarine piatte, puntiamo a qualificare ulteriormente la nostra offerta con un prodotto esclusivo e di altissima qualità. Grazie agli importanti investimenti messi in campo, a regime potremo contare su una produzione di oltre 2.000 tonnellate di nettarine piatte e 500 di pesche piatte delle varietà Ondine”. Tante le novità anche sul fronte delle uve da tavola, altro segmento che vede Naturitalia fra i leader nazionali: “Il nostro paniere si arricchisce con le nuove uve club di IGF, uno dei principali breeder mondiali di uva senza semi: le nuove varietà sono state selezionate con l’obiettivo di offrire al mercato nuovi punti di riferimento dal punto di vista sia della qualità organolettica che della resilienza e adattabilità ai diversi areali di produzione. Le nostre cooperative – illustra Renella – hanno avviato con soddisfazione la produzione di Sugar Crisp e Sweet Globe, entrambe caratterizzate da un’esperienza gustativa particolarmente piacevole e una buona croccantezza della polpa, con i primi impianti in Puglia e un importante piano di investimenti per l’espansione nei prossimi anni. Di prossima produzione, invece, è la Sweet Celebration: varietà a bacca rossa con acino tondo e dal colore rosso intenso e nota per le sue straordinarie qualità organolettiche, vedrà i primi impianti sorgere in Puglia nella primavera 2024. A queste poi si aggiunge l’uva club Firestar di Stargrow, gruppo sudafricano specializzato nella selezione e nello sviluppo di nuove cultivar vegetali e nel miglioramento varietale: uva seedless rossa precoce dal gusto dolce e con una buona dimensione dell’acino, Stargrow sarà coltivata dalle cooperative associate in Puglia e sarà raccolta intorno alla metà del mese di luglio per essere esportata anche nei principali mercati europei”.




Nomisma: in agricoltura la transizione ecologica ed energetica passa dall’innovazione

Gli obiettivi delineati dall’Unione Europea nel Green Deal verso la transizione ecologica e il raggiungimento della neutralità climatica al 2050 richiedono sforzi e impegni che passano dalle imprese agricole e alimentari e riguardano, parallelamente, il tema della decarbonizzazione, attraverso uno sviluppo delle energie rinnovabili.

Ecco perché ormai non si può più parlare di transizione ecologica senza considerare anche quella energetica, così come non è possibile sottovalutare il ruolo strategico dell’innovazione per sostenere questa transizione. Ma a che punto siamo oggi rispetto a questi obiettivi che ci ha dato l’Europa? E come stanno reagendo le imprese agroalimentari, anche sul fronte degli investimenti per la sostenibilità e dell’innovazione?

Attraverso un’indagine originale sulle imprese agricole e alimentari italiane (con un focus specifico su quelle tabacchicole), Nomisma ha messo in luce questi aspetti, che sono stati presentati oggi a Roma in occasione del convegno organizzato in collaborazione con Philip Morris Italia “La transizione ecologica-energetica nel settore agroalimentare: strumenti, best practices, politiche a supporto” alla presenza di importanti stakeholder del settore come Mariateresa Maschio, Presidente FederUnacoma, Gennarino Masiello, Presidente ONT, Federico Vecchioni, Amministratore Delegato di Bonifiche Ferraresi, Cesare Trippella, Head of Leaf EU Philip Morris Italia nonché di rappresentanti istituzionali della Ricerca pubblica e del Governo, tra i quali Giorgio Maria Bergesio, Vicepresidente Commissione Agricoltura del Senato, Pina Picierno, Vicepresidente del Parlamento Europeo e Mario Pezzotti, Commissario straordinario del Crea e Dirigente Centro di Ricerca e Innovazione Fondazione Edmund Mach, con le conclusioni del convegno affidate a Luca De Carlo, Presidente Commissione Agricoltura del Senato.

La presentazione della ricerca è stata affidata al Responsabile Agroalimentare di Nomisma, Denis Pantini, mentre la moderazione dell’evento è stata curata da Paolo De Castro, Presidente del Comitato Scientifico di Nomisma.

Italia in ritardo ma è elevata la sensibilità verso gli investimenti per la transizione eco-energetica

 

Il gap da colmare per raggiungere l’obiettivo del 42,5% di quota di energia rinnovabile entro il 2030 è ancora ampio, dato che in Italia al momento siamo al 19%, contro una media del 23% a livello Ue e lontanissimi dall’eccellenza svedese, che guida il ranking continentale con il 66%.

Eppure, risulta elevata la consapevolezza da parte delle imprese italiane sul fatto che la produzione di energia rinnovabile rappresenti una delle leve principali per raggiungere la sostenibilità, tanto che nell’indagine Nomisma emerge tra le prime risposte fornita dalle aziende intervistate rispetto a tale obiettivo, seconda solo alla tutela della biodiversità: per le aziende del tabacco tra le priorità emergono anche la tutela del suolo e il risparmio idrico.

Non stupisce quindi se, nel corso degli ultimi anni, il 71% delle imprese agroalimentari ha già effettuato investimenti per la transizione eco-energetica e se un altro 13% è in procinto di farli, primariamente con l’obiettivo di ridurre i consumi energetici (oltre una su due), che tanto pesantemente negli ultimi anni hanno inciso nell’attività aziendale, o trarre beneficio dalle energie alternative: nella filiera tabacchicola spiccano inoltre interventi – attuati e in attuazione – per la sostenibilità finalizzati a ridurre i consumi d’acqua (con un’attivazione doppia rispetto alle aziende agroalimentari nel complesso) nonché le emissioni di CO2.

Restando sul tema dell’innovazione, la digitalizzazione a supporto della produzione agricola è già una realtà e l’integrazione con macchine agricole e strumenti rendono l’attività produttiva più sostenibile: il 32% delle aziende agricole intervistate ha dichiarato infatti di utilizzare macchine con guida assistita o semi-automatica con GPS integrato (55% nel tabacco), un 25% di avere centraline meteo aziendali (con una diffusione nettamente più capillare nella filiera tabacchicola, dove arriva a coprire il 61%) e, nel 19% dei casi, sistemi per il supporto alle decisioni per la difesa fito-sanitaria (29% tra i tabacchicoltori), a dimostrazione di come gli investimenti negli strumenti tecnologici e digitali siano ritenuti fondamentali per rendere la propria impresa non solo più performante, ma anche più sostenibile.

Si tratta per altro di strumenti che, contestualmente al contributo per la sostenibilità, sono in grado di migliorare la produttività e la resa (lo pensa 4 aziende su 10), ma anche la qualità dei prodotti.

Dall’altro lato, però, non mancano i punti di attenzione: il 24% delle imprese ritiene, infatti, che per un’adozione più ampia di tali innovazioni digitali servano competenze specifiche e più formazione, così come i costi di acquisto siano ancora troppo elevati (timori che in alcuni specifici comparti, come quello del tabacco, trovano una significativa accentuazione). E proprio alle competenze per favorire ed accelerare la transizione sarà dedicato un secondo evento ad hoc realizzato da Nomisma in collaborazione con Philip Morris Italia.

Le possibili soluzioni per favorire un cambio di passo

In questo contesto particolarmente sfidante, la possibilità di usufruire di incentivi per l’adozione delle innovazioni digitali rappresenta la miglior soluzione per 1 impresa su 2, seguita dalla semplificazione della burocrazia collegata (per il 27% degli intervistati) mentre al terzo posto si colloca la collaborazione all’interno della filiera mediante gli accordi di filiera (soprattutto per le aziende del tabacco, laddove si è assistito con il modello Coldiretti – Philip Morris Italia al primo esempio, e unico in questo comparto, di questa tipologia di accordo).

In particolare, quello degli accordi di filiera rappresenta uno strumento che può accelerare la transizione eco-energetica perché permettono una programmazione della produzione e, quindi, il ritorno degli investimenti (lo pensa il 32% delle aziende intervistate, percentuale che sale al 59% tra le imprese tabacchicole), ma anche grazie alla condivisione di buone pratiche agricole tra le aziende che partecipano all’accordo (22%), così come l’accesso a progetti innovativi (18%).

Nello specifico, i dati dell’indagine nel comparto tabacchicolo confrontati ad altre categorie, confermano quanto il modello di filiera integrata Coldiretti-Philip Morris Italia, una best practice nel nostro Paese e in Europa, possa non solo accelerare il ritorno degli investimenti, ma anche favorire iniziative per la transizione eco-energetica. Le aziende del comparto tabacchicolo infatti risultano ben posizionate rispetto alla media dei rispondenti nell’adozione di macchine con guida assistita/semi-automatica/GPS integrato, di centraline meteo, nonché di sistemi per il supporto alle decisioni per difesa fitosanitaria.

Come ha raccontato nel suo intervento Gennarino Masiello, Presidente ONT la filiera del tabacco in termini di investimenti e adozione di tecnologie per la sostenibilità si colloca già su livelli molti alti rispetto al settore agricolo nel suo complesso. Per le aziende del tabacco emerge inoltre una sensibilità particolare per gli investimenti verso l’efficientamento della risorsa idrica, per la riduzione delle emissioni di CO2 e per la tutela del suolo, mentre la produzione di energia rinnovabile e il supporto digitale alla produzione sono già una realtà in gran parte delle imprese. Si tratta tuttavia di un posizionamento che, come emerso anche in un recente rapporto del centro studi Divulga, non caratterizza in maniera trasversale tutte le aziende del tabacco, ma tende ad essere invece un tratto fortemente distintivo per quelle che si trovano all’interno di accordi di filiera integrati, come quello tra Coldiretti e Philip Morris Italia. L’accordo di filiera Coldiretti-Philip Morris, avviato nel lontano 2011 e già confermato fino al 2027, in questi anni ha consentito prevedibilità e programmazione della produzione, aspetti che insieme al supporto di Philip Morris in favore di progetti di investimento specifici e alla condivisione di buone pratiche hanno accelerato i processi di innovazione a livello aziendale. La transizione eco-energetica e digitale richiederà ancora investimenti importanti e nuove competenze, come pure dei percorsi di adattamento organizzativo, tutte sfide che se affrontate nell’ambito di un modello di economia contrattuale di filiera, come quello tra Coldiretti e Philip Morris, possono essere vinte e, come fatto finora, restituire un posizionamento per il settore su livelli di sostenibilità di primo piano”.

In buona sostanza, se la transizione eco-energetica può trovare nell’innovazione tecnologica e digitale una leva strategica di sviluppo, la stessa diffusione di tali strumenti innovativi necessita di cambiamenti strutturali che interessano l’intero Sistema Paese e che, secondo le imprese, devono principalmente riguardare la riduzione della burocrazia (per 6 intervistati su 10), il miglioramento della politica energetica (nel 33% dei casi e 41% nel tabacco), gli investimenti nelle infrastrutture ambientali (25%) e la promozione dello sviluppo di progetti con fondi pubblici (23%). Per le imprese tabacchicole inoltre risulta fondamentale accelerare la digitalizzazione del Paese, motore abilitante per l’accesso alle tecnologie digitali e all’innovazione.

Nel suo intervento il Presidente Commissione Agricoltura del Senato, Luca De Carlo,Le aziende agricole sono protagoniste indiscusse di questo processo. Nessuna transizione è possibile senza il contributo essenziale del settore primario che tuttavia è “stretto” tra svolta green e aumento dei costi delle materie prime. È per questo indispensabile sostenere ogni investimento utile ad innovare i processi produttivi e a generare energia rinnovabile”.

“Gli obiettivi di sostenibilità che pone il Green Deal, per quanto condivisibili, sono decisamente ambiziosi e non possono essere lasciati solo in capo agli agricoltori senza prevedere strumenti e interventi specifici a supporto. Ecco perché abbiamo chiesto, e ottenuto, che l’Europa destinasse una quota importante dei fondi del Next Generation EU agli investimenti in innovazione e per la transizione energetica nelle aziende agricole” – ha concluso Paolo De Castro, Presidente del Comitato Scientifico di Nomisma.

 




Biotecnologie: accordo possibile entro fine legislatura. Approvata posizione Commissione Ambiente Eurocamera. LE REAZIONI

“L’approvazione con quasi il 60% dei voti a favore della posizione sul nuovo regolamento che autorizzerà la coltivazione di nuove varietà ottenute da tecniche di evoluzione assistita (TEA) da parte della Commissione Ambiente ci fa sperare in un accordo finale entro la fine della legislatura.” Così Paolo De Castro, membro della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, commenta il voto della Commissione ENVI sul regolamento NGTs (New Genomic Techniques), con 47 a favore, 31 contro e 4 astenuti.

“Nonostante i tentativi di alcuni deputati di ritardarne l’approvazione o rivoluzionarne il contenuto, il testo approvato dalla Commissione Ambiente ricalca la posizione approvata lo scorso novembre dalla Commissione Agricoltura, con ulteriori sforzi in termini di trasparenza e sostenibilità – sottolinea l’Eurodepuato Pd -. Ora il testo arriverà in Plenaria già il prossimo 6 febbraio, a conferma della volontà del Parlamento di mettere il prima possibile questa innovazione al servizio dei nostri agricoltori”.

“L’auspicio è che anche il Consiglio dei ministri agricoli dell’Ue acceleri i dibattiti – conclude De Castro – per poter avviare i negoziati interistituzionali nel mese di febbraio e tentare il tutto per tutto per un voto finale da parte del Parlamento durante l’ultima Plenaria della legislatura, ad aprile prossimo”.

Ue: Cia, bene via libera a nuove tecniche genomiche in Commissione Ambiente

Agricoltura, Sardone (Lega), voto su nuove tecniche di selezione assistita segnale positivo per agricoltori Ue

Tea, arriva ok da Europa. De Carlo (FdI): Importante riconoscimento per la posizione dell’Italia

Biotecnologie, E. Romagna. Mammi: Soddisfatti per una misura innovativa che si inserisce nel quadro della transizione verde

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




Innovazione, il metaverso per lo sviluppo economico e l’agroindustria. VIDEOINTERVISTE DI: Calentini (Agia Cia), Amorelli (Mondo Digitale), Grillo (Cons. San Daniele)

“Il metaverso per lo sviluppo economico e l’agroindustria” questo il tema dell’incontro svoltosi oggi, organizzato da Fondazione Mondo Digitale con Agia-Cia. Focus dunque sulle nuove tecnologie del digitale nell’agroalimentare, in particolare sulle possibilità legate alla concezione del prodotto di qualità in un ambiente immersivo creato per raccontarlo. Il Metaverso costituisce difatti una grande opportunità per scoprire la storia di un marchio, di una cantina, per scegliere le materie prime, per conoscere la provenienza delle nostre eccellenze enogastronomiche.

Di seguito gli interventi: 

Innovazione, Calentini (Agia Cia): metaverso occasione per promuovere nostre aziende. VIDEOINTERVISTA

Innovazione, Amorelli (Mondo Digitale): Metaverso e realtà virtuale occasione per aziende di far conoscere il proprio marchio. VIDEOINTERVISTA

Innovazione, Grillo (Cons. Prosciutto San Daniele): Con il metaverso offriamo possibilità a tutti di entrare nel nostro territorio. VIDEOINTERVISTA

 




Tea, via libera alla sperimentazione in campo. Emendamento approvato all’unanimità. LE REAZIONI

Via libera alle Tea. E’ stata approvata oggi all’unanimità l’emendamento che autorizza la sperimentazione in campo delle Tecniche di Evoluzione Assistita. 

“Si tratta realmente di una svolta epocale, un obbiettivo condiviso da tutti e che ha abbattuto le ideologie per favorire il progresso e la ricerca”, ha commentato il presidente della IX Commissione – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, il senatore FdI Luca De Carlo, primo firmatario del provvedimento.

“È necessario investire in queste tecniche senza ideologie o pregiudizi, consapevoli che non stiamo parlando di Ogm” ha dichiarato il ministro Masaf Francesco Lollobrigida. “Grazie alla collaborazione di tutti i partiti, come dimostra il voto di oggi, l’Italia in agricoltura è una Nazione all’avanguardia in Europa, un risultato che nasce da un serio lavoro di approfondimento.”

“L’Italia scommette sulla qualità, la sostenibilità e la resistenza delle nostre coltivazioni, aiutandole a rafforzare in prospettiva la loro presenza e la reputazione nei mercati internazionali”. Lo afferma il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio (Lega), primo firmatario del ddl a Palazzo Madama.

Di seguito le reazioni: 

Tea. Lollobrigida: Italia avanguardia in Europa

Approvato all’unanimità emendamento TEA. De Carlo: Svolta epocale. Obbiettivo condiviso da tutti, senza ideologie

Tea, approvato emendamento. Gaudio (Crea): innovazione genetica indispensabile per sostenibilità e competitività

Tea, approvazione emendamento grande passo per ricerca e agricoltura. Confagricoltura: ora accelerare su proposta di regolamento Ue

Dl Siccità, Lega: ok emendamento per sperimentazione Tea, passo avanti importante

Dl Siccità: Cia, approvazione norma sulle TEA svolta storica per agricoltura

DL Siccità, Cibo per la mente: bene l’approvazione della norma sulle TEA. Si apre una stagione nuova per la ricerca e per l’agricoltura italiana in Europa

Copagri: innovazione, con ok a sperimentazioni in campo Italia in prima linea sulle tea

Agricoltura: Centinaio, con sì a biotech Italia scommette su qualità e sostenibilità

Alleanza Cooperative, via libera a sperimentazione delle tea svolta importante, ora attendiamo proposta di regolamento europeo

Agricoltura, FI: ok a emendamento su tea è nostra vittoria

Sperimentazione Tea, Cai Agromec: ottima notizia per l’agricoltura italiana

Tea, D’Eramo (Masaf): Via libera a sperimentazione in campo aperto svolta che darà risposte importanti a Made in Italy agroalimentare

Avanza (Azione), l’emendamento sulle biotech è una falsa buona idea, piuttosto si acceleri in Ue

Tea, Marchetto Aliprandi: grazie al lavoro di sintesi del Presidente De Carlo la politica risponde con serietà e unità

 

 

 

 




Oscar Green, Coldiretti: l’importanza dei giovani in agricoltura. VIDEOINTERVISTE E INTERVENTI DI: Lollobrigida, Abodi, Prandini, Gaudio, Zaganelli, Gesmundo

Sono stati assegnati oggi gli Oscar Green della Coldiretti, che ha visto premiate le migliori innovazioni e idee dei giovani, dal contadino robot all’avvocato agricoltore che aiuta i detenuti, dalle posate di cardo al fagiolo della fertilità fino all’Ape Pack per conservare i salumi. Molti però i temi toccato nel corso dell’incontro, dalle infrastrutture alla ricerca, dalla scuola all’Europa fino alle criticità legate al cibo sintetico.

Di seguito tutti gli interventi: 

Oscar Green, Lollobrigida: Presto una legge per normare cibo sintetico, preservare il futuro dell’agricoltura. Superato vincolo su autoconsumo

Oscar Green, Lollobrigida: ai giovani consiglio di lavorare in agricoltura, oggi passione diventa anche economicamente vantaggiosa. VIDEO

Oscar Green, Prandini: fare presto su legge contro consumo e produzione cibo sintetico, bene le parole del ministro. Altri paesi ci seguiranno

Oscar Green, Prandini: Dare centralità ai giovani garantendo accesso al credito e terreni. VIDEOINTERVISTA

Oscar Green, Abodi: collaborazione sistemica per aiutare i giovani e il settore agricolo. VIDEO

Oscar Green, Gaudio: bene partnership Crea-Coldiretti giovani, ricerca e innovazione le parole d’ordine

Oscar Green, Zaganelli (Ismea): giovani hanno colto nel binomio agricoltura-innovazione uno strumento di sviluppo del settore. VIDEOINTERVISTA

Oscar Green, Gesmundo: accompagnare e sostenere i giovani, sono il nucleo della futura agricoltura del paese

Lavoro: Coldiretti, ecco i vincitori dell’Oscar Green

Lavoro: Coldiretti, come diventare agricoltori in dieci mosse

Lavoro: Coldiretti, giovani imprenditori crescono solo nei campi

Lavoro: Coldiretti, nei campi c’è posto per 100mila giovani

 




Fieragricola Tech, Coldiretti: Innovazione in agricoltura sia accompagnata da conoscenza e tutela identità. INTERVENTI DI: Prandini, Zaia, Gesmundo, Pugliese, Lelli

Ad aprire Fieragricola Tech è l’incontro “Agricoltura è innovazione” organizzato da Coldiretti. Contro il caro prezzi spinto dalla guerra in Ucraina e dai cambiamenti climatici, arrivano satelliti e robot per aumentare le rese agricole e ridurre il consumo di carburanti, acqua, fertilizzanti.

Al centro dell’evento dati e analisi sulle innovazioni tecnologiche al servizio di agricoltori e consumatori per migliorare le produzioni, difendere la sovranità alimentare nazionale e garantire le forniture alimentari di qualità alle famiglie italiane anche con le opportunità offerte dal Pnrr.

Di seguito gli interventi:

Fieragricola Tech, Coldiretti. Prandini: Difendere cibo da multinazionali della comunicazione e Big Pharma. No a insetti e sintetico

Fieragricola Tech, Coldiretti. Zaia: Dalla terra parte l’innovazione. Il futuro è il digitale, ma centrale difendere nostra identità

Fieragricola Tech, Coldiretti. Gesmundo: con BF e CAI oltre 2 milioni di ettari con agricoltura di precisione in due anni

Fieragricola Tech, Coldiretti. Pugliese (BF): Agricoltura è innovazione. Digitale da affiancare a conoscenza, competenza e ricerca

Fieragricola Tech, Coldiretti. Lelli (CAI): in 10 anni digitalizzazione in agricoltura quadruplicata. Viene chiesto di produrre di più con meno

Prezzi, Coldiretti: droni e robot salvaspesa in 6 aziende su 10

Clima, Coldiretti, orto 4.0 risparmia 20% acqua