La IX Conferenza economica della Cia: LE VIDEOINTERVISTE E TUTTI GLI INTERVENTI. Seconda giornata

Si chiude la seconda giornata della IX Conferenza economica della Cia- Agricoltori italiani. Dal palco Mariia Didukh, direttore del Forum Agrario Nazionale Ucraino, ha salutato in diretta la platea della IX Conferenza Economica di Cia-Agricoltori Italiani in contemporanea con l’intervento del premier Volodymr Zelensky al Parlamento Ue, esprimendo tutta la sua solidarietà.

“Vorrei esprimere il mio rispetto e la mia gratitudine per l’ampio sostegno dimostrato dai Paesi dell’Unione europea all’Ucraina e ai suoi cittadini” sin dall’inizio della guerra.

“L’Ucraina sta attraversando i momenti più difficili della sua storia di indipendenza -ha detto nel suo intervento Didukh- e l’industria agroalimentare lavora in condizioni difficili. Prima della guerra, il settore agricolo rappresentava il 20% del PIL del Paese e nel 2022 è diventato la base delle esportazioni ucraine (53% di tutte le esportazioni), garante delle entrate in valuta estera e strumento di sostegno dell’economia ucraina”.

Il direttore del Forum Agrario Nazionale Ucraino ha, quindi, ricordato che “limitare le esportazioni bloccando i porti e interrompendo le catene di approvvigionamento alimentare ucraine fa parte della guerra ibrida della Russia. Tuttavia, grazie al sostegno dei leader e delle organizzazioni mondiali, le forniture alimentari dall’Ucraina sono state ripristinate” grazie soprattutto alle “corsie di solidarietà tra l’Ucraina e l’Ue e la concessione di preferenze commerciali temporanee per i prodotti ucraini”. In questo modo “il volume dei prodotti agroalimentari consegnati all’Ue è triplicato e la quota europea nelle consegne esterne di prodotti agricoli nel 2022, ha raggiunto quella record del 55%”.

Tuttavia, ha evidenziato Mariia Didukh, “per l’intero 2022, l’esportazione di prodotti agricoli è diminuita di 4,3 miliardi di dollari USA, pari al 15,5%”. Inoltre, “il volume della produzione agroalimentare è diminuito del 30%. La produzione di cereali è diminuita del 40%, quella di piante oleaginose del 22%, la produzione di uova del 20%, quella di latte e carne del 12%”. Quanto al 2023, ha aggiunto, “il volume della produzione di cereali in Ucraina nel 2023 sarà di circa 34-35 milioni di tonnellate, pari al 37%, ovvero il 37% in meno rispetto ai risultati del 2022 e il 60% in meno rispetto agli indicatori del 2021. Inoltre, le tendenze negative di riduzione della produzione persisteranno in altri settori agricoli”.

“Durante il periodo di guerra -ha sottolineato il direttore del Forum- gli agricoltori ucraini non mirano a competere con i produttori europei. Oltre alle perdite dovute alle operazioni militari (ad esempio, i continui bombardamenti, le perdite di raccolto e lo sfruttamento minerario di milioni di ettari di campi), in Ucraina c’è anche una crisi energetica: i generatori di benzina e di gasolio vengono usati per essiccare il grano, conservare i prodotti nelle celle frigorifere e far funzionare incubatrici e allevamenti. Gli agricoltori ucraini devono esportare i loro prodotti attraverso i porti europei, le cui consegne vengono effettuate con i camion, aumentando i costi e rendendo la produzione agricola meno redditizia per i produttori ucraini”.

Per tutto questo, “chiediamo gentilmente” a Cia come a tutta l’Europa agricola “di considerare la possibilità di sostenere l’estensione delle condizioni commerciali preferenziali tra Ucraina e Ue almeno fino alla fine del 2024 -ha concluso Didukh rivolgendo il suo appello accorato alla platea della Conferenza Economica- per evitare l’aggravarsi della crisi del settore agricolo nazionale e il deterioramento della sicurezza alimentare globale”.

L’intervento di Mariia Didukh alla IX Conferenza Economica di Cia è arrivato a nome delle organizzazioni affiliate al Forum Agrario Nazionale Ucraino (UNAF): “Unione agraria dell’Ucraina”, “Consiglio nazionale agrario dell’Ucraina”, “Unione avicola dell’Ucraina”, “Consiglio Agrario Nazionale”, “Unione del pollame dell’Ucraina”, “Confederazione Agraria Ucraina” e “Club Agroalimentare Ucraino”.

L’appello dell’Ucraina agricola dalla IX Conferenza Economica di Cia: “L’Europa continui a sostenerci”

Pensioni agricole, l’Inps sostiene la tesi di Inac-Cia: non possono essere più basse di quelle di cittadinanza

Cia, Frascarelli (Ismea): la sostenibilità non è una moda, la siccità un problema reale. Gestire crisi con difesa attiva e passiva

Cia, Filippone (Società Italiana Genetica Agraria): per dare soluzioni a criticità agricoltura serve tempo e ricerca

Cia, Vincenzi (Anbi): fondamentale gestire cambiamenti climatici e lavorare a piano invasi con territori. Agricoltura non è nemica dell’ambiente

https://agricolae.eu/cia-bartolini-agricoltura-europea-fiore-allocchiello-nel-mondo-ma-non-ci-lasciamo-tirare-per-la-giacca-da-visioni-elettorali-videoconservazione/

Cia, Passarini: cambiamento climatico innegabile, ma agricoltura non spreca acqua, la rimette in circolo. VIDEOINTERVISTA

Cia, Passarini: occorre piano nazionale su acqua e invasi. Agricoltore sia centrale sul tema energetico

Cia, Vaccari (Pd): Urgente lavorare a legge su consumo suolo e rigenerazione urbana

Cia, Giglio Vigna (Lega): etichetta vino e Nutriscore sono scelte ideologiche. Fare asse con paesi Ue per difendere agricoltura

Cia, Vincenzi (ANBI): per contrastare siccità serve investimento di 1mld di euro l’anno per i prossimi 10. VIDEOINTERVISTA

Cia, De Castro: agricoltori sono la soluzione ai problemi, ma decisioni Ue colpiscono il settore. Occorrono alternative concrete e sostegno

Agricoltura: Vaccari (Pd), governo fa provvedimenti spot, occorre visione complessiva

Cia, Blasi (Masaf): alcune proposte Ue frutto di ideologia, norma su fitofarmaci riduce del 40% la Sau. Principio di reciprocità centrale per competitività

Cia, Bartolini: nuove problematiche mettono in crisi settore agricolo, preoccupa sicurezza alimentare e rallentamento produzioni

 




Inps: Bergesio (Lega), ok chiarimento istituto, Rem 2021 compatibile con bonus braccianti 2020. Ora proroga domande.

“L’Inps, con la circolare n. 61 diramata nella giornata di ieri, ha chiarito in modo univoco la compatibilità tra Reddito di emergenza 2021, previsto dal Decreto Sostegni, e i bonus percepiti dai lavoratori agricoli nei mesi di marzo e aprile del 2020. Si tratta di un chiarimento fondamentale perché, rispondendo alle preoccupazioni espresse dai sindacati, grazie a ciò viene eliminata una vera e propria ingiustizia a danno di oltre 300 mila lavoratori, potenziali beneficiari di questa misura, che rischiavano di non avere accesso al REM in quanto previsto solo per i lavoratori non coperti dai bonus_”. Lo dichiara in una nota il senatore della Lega Giorgio Maria Bergesio, capogruppo in commissione Agricoltura a Palazzo Madama. “_Voglio ringraziare l’immediato intervento del Ministero del Lavoro attraverso la presa in carico della problematica da parte della sottosegretaria Tiziana Nisini che, consapevole dell’importanza del chiarimento, si è subito attivata. Ora però, per non vanificare questa nuova opportunità rivolta a nuclei familiari tra i più bisognosi, con redditi bassissimi, vicini alla soglia di povertà, occorre da un lato rimuovere alcuni requisiti stringenti che rischiano di vanificare per molti la finalità di questo sostegno; dall’altro, prorogare almeno fino al 31 maggio la data entro la quale presentare la domanda di accesso al Rem, in considerazione della circolare emanata ieri_” conclude Bergesio.




Pubblicato decreto decontribuzione primo semestre 2020. Soddisfazione Alleanza Pesca.

Pubblicato il decreto interministeriale (Mipaaf, Lavoro e Mef) che rende fruibile la decontribuzione per il primo semestre 2020 al fine di favorire il rilancio produttivo e occupazionale delle filiere agricole, della pesca e dell’acquacoltura, a favore delle imprese appartenenti alle filiere agrituristiche, apistiche, brassicole, cerealicole, florovivaistiche, vitivinicole nonche’ dell’allevamento, dell’ippicoltura, della pesca e dell’acquacoltura, e’ riconosciuto l’esonero straordinario dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro, dovuti per il periodo dal 1° gennaio 2020 al 30 giugno 2020.

Soddisfazione da parte dell’Alleanza delle cooperative della Pesca che si è battuta nel corso di approvazione per far rientrare anche gli operatori ittici.

L’agevolazione contributiva di cui al presente decreto è riconosciuta dall’INPS in base alla presentazione delle domande da parte delle imprese nei limiti delle risorse disponibili.

Nella domanda le imprese dichiarano, ai sensi degli articoli 47 e 76 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445, gli aiuti concessi ovvero richiesti in attesa di esito, nel rispetto del «Quadro temporaneo» nell’anno 2020. In caso di superamento del limite individuale fissato dal «Quadro temporaneo», l’agevolazione e’ ridotta per la quota eccedente tale limite.

In caso di superamento del limite di spesa previsto, l’INPS provvede a ridurre l’agevolazione in misura proporzionale a tutta la platea dei beneficiari che hanno diritto all’agevolazione.

L’INPS provvede ad emanare, entro venti giorni dall’entrata in vigore del presente decreto, una circolare relativa all’esonero straordinario recante, tra l’altro, le modalità di presentazione della domanda di accesso all’agevolazione.

In attesa della messa a disposizione da parte dell’INPS del modello di istanza di esonero, i versamenti della contribuzione riferita ai periodi retributivi oggetto dell’esonero gia’ scaduti e non ancora versati, ovvero in scadenza, sono sospesi per i destinatari dell’agevolazione fino alla data di definizione delle istanze medesime.

In caso di esito favorevole dell’istanza, la contribuzione riferita ai periodi retributivi dal 1° gennaio 2020 al 30 giugno 2020 gia’ versata potra’ essere compensata con la contribuzione in futuro dovuta dal datore di lavoro.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica il link della Gazzetta Ufficiale:

https://www.gazzettaufficiale.it/atto/vediPermalink?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2020-10-20&atto.codiceRedazionale=20A05693&tipoSerie=serie_generale&tipoVigenza=originario&tipoProvvedimento=*




Pesca, aperta sul portale INPS la misura a favore dei pescatori autonomi. Compresi soci cooperative. Soddisfazione Alleanza cooperative

È attivo sul portale INPS il servizio per la presentazione delle domande di indennità Covid-19 per i pescatori autonomi, compresi i soci di cooperative, che esercitano professionalmente la pesca in acque marittime, interne e lagunari.

La misura di sostegno, introdotta dal decreto Rilancio, prevede l’erogazione di una indennità pari a 950 euro per il mese di maggio 2020.

Per tutte le indicazioni relative all’accesso, alla corretta compilazione della domanda e alle funzioni che permettono di controllarne lo stato e l’esito fino al pagamento, è possibile consultare il tutorial (pdf 2,93MB) previsto per le altre indennità Covid-19.

Soddisfazione da parte dell’Alleanza delle Cooperative della Pesca che si è battuta con forza sia in fase legislativa che in fase di attuazione per portare a conseguimento la misura.

Un provvedimento che garantisce ad oltre 4mila pescatori pari dignità rispetto agli altri lavoratori per i quali la misura era stata contemplata fin dal primo momento dell’emergenza Covid.

Ponendo così fine a una discriminazione sul piano dei diritti dei lavoratori.

Qui di seguito AGRICOLAE riporta il link del portale INPS:

https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=54268




ESONERI CONTRIBUTIVI, ART. 222 DL RILANCIO ESCLUDE COLTIVATORI DIRETTI E PROFESSIONALI. RIGUARDA SOLO I DIPENDENTI AGRICOLI

L’esonero straordinario dei contributi previdenziali in agricoltura previsto dall’articolo 222 del Dl Rilancio riguarda solo i dipendenti. Non vale per i coltivatori diretti, gli autonomi, i professionali Iap e i datori di lavoro.

A fare chiarezza dopo giorni di incertezza in merito alla corretta interpretazione della norma e a tagliare la testa al toro – da quanto apprende AGRICOLAE – è stata una circolare dell’Inps di giovedì scorso che ribadiva la scadenza del 16 luglio, termine ultimo per il pagamento della prima rata dei contributi agricoli obbligatori a carico di coltivatori diretti, coloni, mezzadri e imprenditori agricoli professionali per l’anno 2020 che rimarranno esclusi dalla misura. L’INPS, sollecitata dalle associazioni di categoria, ha richiesto una proroga del pagamento al Ministero del Lavoro per i forti ritardi nell’emanazione del decreto ministeriale recante i criteri per la definizione dei contributi obbligatori, che hanno fatto conseguentemente slittare la predisposizione sul portale INPS dei modelli F24 con causale LAA (lavoratori agricoli autonomi) per i pagamenti. Ma la proroga di fatto ancora non è stata formalizzata.

L’art 222 del DL Rilancio in approvazione definitiva al Senato prevede infatti a favore delle imprese agrituristiche, apistiche, brassicole, cerealicole, florovivaistiche, vitivinicole nonché dell’allevamento, dell’ippicoltura, della pesca e dell’acquacoltura, l’esonero straordinario dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro, dovuti per il periodo dal 1° gennaio 2020 al 30 giugno 2020. Ma non riguarda tutti i lavoratori ma solo i dipendenti di azienda.




CORONAVIRUS, BELLANOVA: LIQUIDITA A IMPRESE AGRICOLE. IN CDM GARANZIE PER 25% REDDITO ANNO PRECEDENTE

“Dobbiamo lavorare facendoci carico di quello che oggi ci restituisce la realtà. Abbiamo parlato nelle settimane scorse di un bando per il latte fresco per 6 milioni di euro e di altri 14 milioni per il Pecorino Romano per donare a chi non ha la possibilità di fare la spesa. Oltre a questi ho firmato il decreto di destinazione di altri 50 milioni di euro per l’acquisto di frutta, carne e formaggi per dare la possibilità alle persone di avere una corretta alimentazione”. Lo dichiara il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova intervistata a TGCOM24.

“Auspico poi che ci sia una regia nazionale per gestire i 400 milioni di euro dati ai comuni per le persone in difficoltà. Occorre intercettare la domanda e non lasciare nessuno da solo”, prosegue.

“Sicuramente tutti gli interventi che sono stati fatti e che si sono fatti e la possibilità di avere il 25 per cento di credito con la garanzia per il 90 per cento a carico dello Stato deve valere anche per il settore alimentare. Dato che è un settore che soffre ma che sta garantendo il cibo in tavola a tutti”, prosegue ancora il ministro. “Chi pensa che il settore stia guadagnando sbaglia. C’è un pezzo della filiera agroalimentare che sta soffrendo, come quello del vino, il latte, i formaggi”. Oltre al settore del fresco legato all’Horeca, a sua volta legato al turismo. “Ho firmato un decreto di 40 milioni di euro per sostenere il grano e 30 milioni per sostenere le filiere”, continua ancora. “Bene l’aniticpazione delle risorse Ue ma stiamo lavorando per avere un’ulteriore flessibilità da parte della comunità europea. Deve essere data alle aziende la possibilità di poter produrre e ai cittadini la possibilità di non cambiare le proprie abitudini”.

Poi il tema del lavoro stagionale e la mancanza di manodopera:

“Abbiamo spostato fino a giugno i permessi di soggiorno ma non è abbastanza. Abbiamo bisogno di un corridoio verde che riguarda sia le persone che i prodotti. Sono in contatto con i paesi dell’Est e speriamo che le persone possano tornare a venire in Italia per le prossime fasi di raccolto”, spiega Bellanova. “Ma sto studiando con il ministero degli Interni come far uscire le persone dai ghetti con contratti legali per lavorare nel settore agricolo. Chiediamo inoltre a chi è percettore di indennizzo pubblico di rendersi disponibili a lavorare la terra, la nostra filiera produttiva”.

Infine: “nel nostro paese c’è tanto lavoro nero, ora dobbiamo concentrarci su come dare a queste persone il diritto al cibo ma dobbiamo anche creare le condizioni per chi ha lavorato in nero a essere messo in regola. No assistenzialismo, ma lavoro legale”.

“Con estrema franchezza considero un errore parlare di click day. Anche il pagamento in ordine cronologico. Il punto è che c’è stato un grande errore di comuncazione che ha provocato allarme. Noi dobbiamo invece dare serenità ai cittadini e non si devono generare una guerra tra poveri”, conclude infine in merito al blocco che si è verificato nei giorni scorsi sul sito dell’Inps. “Non vengano scaricate le responsabilità sui tecnici. E consideriamo che se fallisce l’Inps, fallisce lo Stato. Se ci sono stati degli errori, lo Stato ne deve prendere atto”.

Era già stato scritto:

BELLANOVA: IN CDM GARANZIE STATO PER LIQUIDITA IMPRESE PARI A 25% REDDITO ANNO PRECEDENTE. IL MINISTRO: GARANTIRE LA FILIERA DELLA VITA

image_pdfimage_print

“Non c’è chi si occupa della salute e chi della economia. Dobbiamo aprire un grande tavolo su come rendere sicuri tutti i luoghi di lavoro perché con la chiusura totale non reggiamo a lungo. Dobbiamo mettere le persone in condizione di lavorare in salute, ed anche la filiera dell’agroalimentare merita di lavorare e aver luoghi sicuri. E’ la filiera della vita”.

Così il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova a Porta a Porta.

“A volte sento dei rumori di fondo che infastidiscono chi combatte il virus. In questo momento non dobbiamo alimentare la paura, basta fare politica e polemiche, occorre gestire l’emergenza”.

“Renzi ha proposto una commissione d’inchiesta quando sarà finita l’emergenza. Adottiamo questa soluzione. Adesso ogni sforzo deve essere rivolto affinché le persone siano prese in cura da chi ha ruoli istituzionali”, prosegue.

“Proponiamo il modello voucher per recuperare manodopera che in questa fase emergenziale è venuta a mancare, anche da chi è in cassa integrazione”, spiega poi il presidente Coldiretti Ettore Prandini.

“La mancanza di manodopera era un problema già prima del virus, ora si è aggravato e credo che nessuno deve chiudersi nelle sue certezze. Dobbiamo usare tutti i mezzi che abbiamo perché non vada distrutto un chilo di frutta o un litro di latte in un momento come questo. Ho fatto una richiesta a tutto il partenariato sociale perché le persone possano collaborare alla filiera della vita: l’agroalimentare”, precisa il ministro.

“Dobbiamo creare le condizioni perché ci siano risposte concrete. Lo strumento dei voucher è quello che da la possibilità di reperire la manodopera”, replica il presidente Coldiretti. “Alcuni settori, come quello del vino, del florovivaismo e della pesca, io chiedo al ministro di darci risposte concrete. Altrimenti rischiamo di perderle”, insiste poi.

“Abbiamo fatto una proposta che nei prossimi giorni arriverà in Cdm di garantire liquidità alle imprese. Dando la possibilità di accedere al credito con rate molto lunghe e diluite nel tempo per avere una liquidità pari ad almeno il 25 per cento del reddito dell’anno precedente. Attraverso garanzie dello Stato”, spiega ancora il ministro. “Sappiamo che una parte dell’agroalimentare è in difficoltà. Ho fatto due bandi da sei milioni e 14 milioni di euro per il latte e altri 50 milioni per far fronte all’emergenza. Ma mancano le entrate relative al turismo (Horeca) e dell’export”, continua.

“Abbiamo la necessità di non perdere spazi di competitività perché tutte le risorse che stiamo mettendo in campo sono risorse che stiamo prendendo dal futuro dei nostri figli. Per questo dobbiamo usarli bene”, conclude ricordando come stiano “soprattutto lavorando le donne che meritano di essere rispettate”.




MANOVRA, ECCO GLI EMENDAMENTI DEL GOVERNO E DEI RELATORI: INPS, IVA, DIGITALIZZAZIONE E DISSESTO IDROGEOLOGICO

Sono stati depositati cinque emendamenti dei relatori e tre emendamenti del governo. Inps, IVA, digitalizzazione e dissesto idrogeologico tra i punti focali.

AGRICOLAE riporta qui di seguito, in PDF, gli emendamenti depositati e la comunicazione al Parlamento

Emendamenti Governo 19.12.2018 21,30

Em.ti Relatori 19.12.18 h 21,30

italy_letter_to_commission_annex

20181219_212616_066798337Emendamenti Governo 19.12.2018 21,30

 

 




CAPORALATO, AZIENDA HA TOLTO RIFERIMENTO CAMPAGNA AMICA, MA ANCORA PRESENTE SUL SITO (POI ELIMINATO) E SULL’INPS

 

Sul sito dell’azienda alla quale lo Mariano conferiva il prodotto e che a sua volta conferiva alla Op, non figura più Campagna Amica.

Campagna Amcia

L’azienda ha tolto dal proprio sito qualunque riferimento a Campagna Amica

Dopo la notizia data da AGRICOLAE lo scorso 24 ottobre, evidentemente è stato deciso di togliere il riferimento in cui veniva specificato che faceva parte della rete deputata a mettere insieme tutte le aziende legate dal filo della vendita diretta e della sostenibilità. Ma l’azienda è ancora ad oggi riportata sul sito della stessa Campagna Amica.

E figura ancora nella lista delle aziende facenti parte della Rete del lavoro agricolo di qualità.

Ai sensi di quanto disposto dall’art. 6 della L. 116/2014, la Cabina di regia della Rete del lavoro agricolo di qualità, a seguito dell’esame delle istanze e della relativa documentazione, ha ammesso alla Rete le aziende agricole indicate nell’allegato elenco che riporta AGRICOLAE. Compito della Cabina di regia è quello di vigilare sulla costante rispondenza delle imprese partecipanti alla Rete ai requisiti previsti e disporre in caso la disiscrizione in tutti i casi in cui gli stessi verranno meno.

Campagna Amica

Sul sito di Campagna Amica figura ancora l’azienda in questione

La legge sul Caporalato non basta dunque. E le falle del sistema rischiano di divenire uno strumento efficace per coloro che rappresentano copetitors stranieri e a cui da evidentemente fastidio l’incremento esponenziale dell’export made in Italy. Nonostante la soddisfazione dei quattro ministri competenti a un anno dall’approvazione, Minniti, Poletti, Martina ed Orlando, la questione è ancora tutt’altro che chiusa. Anzi, fa pensare quanto emerso dall’inchiesta di queste ultime ore.

Il ministro delle Politiche agricole dal canto suo, aveva nei giorni scorsi dichiarato ad AGRICOLAE, in merito alla presenza ancora dell’azienda nella lista della rete rurale del lavoro agricolo di qualità dell’Inps, che “l’inps ha la piena titolarità per agire in questo campo”.

All’obiezione sul fatto che ancora non è stato fatto nulla, il ministro aveva risposto: “credo che lo farà presto”.

CAPORALATO, CAMPAGNA AMICA CANCELLA AZIENDA IN QUESTIONE DA PROPRIO SITO

 

CAMPAGNA AMICA

 

Caporalato? L’azienda a cui Mariano conferiva il prodotto e attraverso la quale veniva poi conferito alle Op che a loro volta lo vendevano ai grandi marchi del pomodoro, è stata cancellata, in serata – dopo la notizia data da AGRICOLAE – anche dal sito di Campagna Amica. In un primo momento la correlazione tra la rete deputata a mettere in sinergia le aziende di vendita diretta e l’azienda in questione era stata cancellata eliminando il riferimento a Campagna Amica dal sito della stessa. Ma ancora c’era quello sul sito ufficiale della rete facente parte alla Coldireti.

Ora la pagina rimanda a un Not Found.

Per saperne di più:

CAPORALATO, AZIENDA ANCORA ISCRITTA NELLA RETE LAVORO AGRICOLO QUALITA INPS E ADERENTE A CAMPAGNA AMICA COLDIRETTI

CONTROLLI NON FUNZIONANO. SISTEMA PRESENTA FALLE

La legge sul Caporalato non basta. Nonostante la soddisfazione dei quattro ministri competenti a un anno dall’approvazione, Minniti, Poletti, Martina ed Orlando, la questione è ancora tutt’altro che chiusa. Anzi, fa pensare quanto emerso dall’inchiesta di queste ultime ore.

La menzione di alcune grandi aziende del pomodoro nella nota informativa della Procura di Lecce per quanto riguarda i rapporti con Giuseppe Mariano, evidenzia come – nonostante le imprese del Made in Italy facciano firmare documenti e contratti per la sostenibilità del lavoro e per il rispetto delle regole – poi non ci sia nessuno a fare i dovuti controlli su chi non rispetta le regole e i contratti.

Carta canta: dopo il caos emerso sull’azienda a cui faceva capo Mariano, l’impresa alla quale lo stesso Mariano conferiva il prodotto e che a sua volta conferiva alla Op, figura ancora nella lista delle aziende facenti parte della Rete del lavoro agricolo di qualità.

Ai sensi di quanto disposto dall’art. 6 della L. 116/2014, la Cabina di regia della Rete del lavoro agricolo di qualità, a seguito dell’esame delle istanze e della relativa documentazione, ha ammesso alla Rete le aziende agricole indicate nell’allegato elenco che riporta AGRICOLAE.

Compito della Cabina di regia è quello di vigilare sulla costante rispondenza delle imprese partecipanti alla Rete ai requisiti previsti e disporre in caso la disiscrizione in tutti i casi in cui gli stessi verranno meno.

Qui di seguito AGRICOLAE riporta il link dell’Inps dove, a pagina 10, figura l’azienda in questione.

https://www.inps.it/docallegatiNP/ArchivioStorico/2017/aziendeconsulentieprofessionisti/Documents/accolte_al_16_dicembre_2016.pdf

 

 




CAPORALATO, MARTINA: INPS HA PIENA TITOLARITA PER AGIRE. LO FARA PRESTO

martina

Il ministro Martina commenta con AGRICOLAE il fatto che l’azienda a cui conferiva il prodotto Mariano è iscritta nella rete lavoro qualità inps

“L’inps ha la piena titolarità per agire in questo campo”. Così ad AGRICOLAE il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina da Cremona, dove sono in corso le Fiere internazionali sulla zootecnia, in merito alla notizia data da questa agenzia di stampa sul fatto che – carta alla mano – dopo il caos emerso sull’azienda a cui faceva capo Mariano, l’impresa alla quale lo stesso Mariano conferiva il prodotto e che a sua volta conferiva alla Op, figura ancora nella lista delle aziende facenti parte della Rete del lavoro agricolo di qualità.

All’obiezione sul fatto che ancora non è stato fatto nulla, il ministro risponde: “credo che lo farà presto”.

Infatti, ai sensi di quanto disposto dall’art. 6 della L. 116/2014, la Cabina di regia della Rete del lavoro agricolo di qualità, a seguito dell’esame delle istanze e della relativa documentazione, ha ammesso alla Rete le aziende agricole indicate nell’elenco Inps.

Compito della Cabina di regia è quello di vigilare sulla costante rispondenza delle imprese partecipanti alla Rete ai requisiti previsti e disporre in caso la disiscrizione in tutti i casi in cui gli stessi verranno meno.

E per quanto riguarda The Guardian? “Per quanto riguarda the Guardian mi auguro che cessi al più presto questa polemica inconsistente”, precisa Martina.




CAPORALATO, AZIENDA ANCORA ISCRITTA NELLA RETE LAVORO AGRICOLO QUALITA INPS E ADERENTE A CAMPAGNA AMICA COLDIRETTI

La legge sul Caporalato non basta. Nonostante la soddisfazione dei quattro ministri competenti a un anno dall’approvazione, Minniti, Poletti, Martina ed Orlando, la questione è ancora tutt’altro che chiusa. Anzi, fa pensare quanto emerso dall’inchiesta di queste ultime ore.

La menzione di alcune grandi aziende del pomodoro nella nota informativa della Procura di Lecce per quanto riguarda i rapporti con Giuseppe Mariano, evidenzia come – nonostante le imprese del Made in Italy facciano firmare documenti e contratti per la sostenibilità del lavoro e per il rispetto delle regole – poi non ci sia nessuno a fare i dovuti controlli su chi non rispetta le regole e i contratti.

Carta canta: dopo il caos emerso sull’azienda a cui faceva capo Mariano, l’impresa alla quale lo stesso Mariano conferiva il prodotto e che a sua volta conferiva alla Op, figura ancora nella lista delle aziende facenti parte della Rete del lavoro agricolo di qualità.

Ai sensi di quanto disposto dall’art. 6 della L. 116/2014, la Cabina di regia della Rete del lavoro agricolo di qualità, a seguito dell’esame delle istanze e della relativa documentazione, ha ammesso alla Rete le aziende agricole indicate nell’allegato elenco che riporta AGRICOLAE. Compito della Cabina di regia è quello di vigilare sulla costante rispondenza delle imprese partecipanti alla Rete ai requisiti previsti e disporre in caso la disiscrizione in tutti i casi in cui gli stessi verranno meno.

E non solo. l’azienda inoltre – si legge sul sito – “fa capo alla grande rete nazionale di Campagna Amica. Questo significa cha all’interno della cooperativa si potranno trovare solo prodotti agricoli italiani, sicuri e controllati e di altissima qualità, quella garantita dal marchio Campagna Amica. Che, grazie alla prima grande rete nazionale di punti in vendita diretta, arrivano dalle nostre campagne direttamente alla tavola dei clienti”.

Qui di seguito AGRICOLAE riporta il link dell’Inps dove, a pagina 10, figura l’azienda in questione.

https://www.inps.it/docallegatiNP/ArchivioStorico/2017/aziendeconsulentieprofessionisti/Documents/accolte_al_16_dicembre_2016.pdf

Per saperne di più sull’inchiesta:

CAPORALATO, TROPPE FALLE NEL SISTEMA. A RIMETTERCI I LAVORATORI, LE AZIENDE SERIE E TUTTO IL MADE IN ITALY. E CHI TRUFFA PRENDE ANCHE I SOLDI DA AGEA

LA PROCURA LECCESE: PIU SANZIONI. DI GIOIA: A RIMETTERCI NON SIANO LE AZIENDE ONESTE. A MUOVERSI DEVE ESSERE LA LEGGE. CONSERVE ITALIA E MUTTI: NON SIANO VANIFICATI I NOSTRI SFORZI PER COSTRUIRE FILIERA SANA. MENTRE IL NO CAP PUNTA A QUELLA CORTA

 

Il fenomeno del Caporalato va oltre lo sfruttamento del lavoro, le vessazioni e in alcuni casi la morte di chi lavora nei campi. Si traduce spesso in una vera e propria truffa anche nei confronti delle aziende oneste che pagano al prezzo di mercato e i cui contratti non vengono rispettati. A danno, oltre di chi lavora la terra, anche di chi trasforma il prodotto fino – a cascata – al consumatore finale e a tutto il made in Italy.

E il sistema? Nonostante la soddisfazione dei ministri competenti Martina, Poletti, Orlando e Minniti, la legge, a un anno dall’entrata in vigore, fa ancora acqua.

I lavoratori vengono ancora sfruttati, i controlli non sono sufficienti e le aziende non possono sostituirsi alle forze dell’ordine entrando nelle proprietà private per assicurarsi che i vincoli contrattuali da loro posti siano rispettati. Per poi magari ritrovarsi in mezzo alle carte della procura. Ci sono i nomi di importanti aziende di trasformazione del pomodoro nella nota consegnata dai carabinieri alla Procura di Lecce nell’ambito delle indagini che hanno portato al rinvio a giudizio per omicidio colposo e caporalato dell’imprenditore salentino Giuseppe Mariano e del sudanese Mohamed Elsalih (detto Sale).

Le aziende citate nella nota, ma non indagate, sono Conserve Italia; la Fiordagosto, di proprietà dell’industria conserviera Mutti; la Rosina Srl di Angri, in provincia di Salerno.

Le indagini si riferiscono alla morte, nel luglio del 2015, del quarantasettenne sudanese Abdullah Muhamed mentre era impegnato nella raccolta del pomodoro nelle campagne salentine. Mariano, nello specifico, è accusato di aver consapevolmente sfruttato e agevolato l’attività “organizzata di intermediazione” e di prevaricazione del presunto caporale Sale per avvalersi di lavoratori “corrispondendo loro un compenso di gran lunga inferiore a quello previsto dai contratti collettivi nazionali di lavoro […], approfittando dello stato di bisogno, necessità e vulnerabilità, […] inducendo i lavoratori ad effettuare prestazioni lavorative nei campi in condizioni di assoluto sfruttamento”, senza “una preventiva visita medica”, “in assenza di erogatori gratuiti di acqua potabile”, ma con la sola “presenza di pozzi/cisterne non autorizzate a uso potabile”, e “ospitandoli per dormire e mangiare in situazioni alloggiative degradanti e fatiscenti”.

I Ros hanno svolto ricerche per seguire il pomodoro di Mariano dalla campagna fino alla sua destinazione finale, consegnando poi la loro nota informativa al pubblico ministero che ne aveva fatto esplicita richiesta per avere un quadro più completo del fenomeno.

A un anno dall’approvazione della nuova legge sul caporalato, e a pochi mesi dalla storica sentenza del processo Sabr, sempre a Lecce, che ha visto la condanna per riduzione in schiavitù di undici imputati, oltre che l’assoluzione dello stesso Mariano, sembrano rimanere alcuni interrogativi su quali siano le falle nel sistema e in una filiera che porta i pomodori e gli altri prodotti agricoli dal campo ai centri di raccolta, alle aziende conserviere e poi alle industrie di distribuzione.

LA PROCURA DI LECCE: OCCORRONO LE SANZIONI

Al di là delle responsabilità giuridiche, “esistono responsabilità morali che non possono essere eluse”, dichiarano dalla Procura di Lecce ad AGRICOLAE. “Responsabilità a livello amministrativo, politico e istituzionale. Una situazione come quella emersa in questo procedimento non può essere oggetto di attenzione della sola Procura, ma dovrebbe coinvolgere tutti. Soprattutto ci vogliono controlli a tappeto”. E sui nuovi strumenti previsti dalla legge, tra cui il potenziamento della Rete del lavoro agricolo di qualità? “Sicuramente possono essere strumenti efficaci. Ma personalmente ritengo – dice la fonte – che siano veramente efficaci quei principi che sono corroborati da una sanzione”.

LE AZIENDE: ANCHE NOI TRUFFATE, NONOSTANTE I NOSTRI SFORZI. CHIEDIAMO PIU CONTROLLI

Le aziende citate nella nota dei Ros, da parte loro, non ci stanno a fare da capro espiatorio e spiegano di aver sempre agito nel pieno rispetto delle regole.

Nel caso di Conserve Italia, risulta che dal 2015 abbia interrotto i rapporti con Mariano perché non dava garanzia di rispetto delle regole. “Paghiamo il pomodoro applicando i prezzi di area”, ha detto ad AGRICOLAE il presidente di Conserve Italia Maurizio Gardini. “I nostri produttori sono quindi messi nelle migliori condizioni economiche nella gestione del rapporto di lavoro con i propri occupati”.

“Le Organizzazioni dei produttori – dice Gardini – e le imprese dalle quali compriamo il prodotto sono tenute a firmare un contratto di vendita con cui si impegnano a rispettare un protocollo di legalità”. Tra i punti chiave del protocollo, quello che richiede “l’osservanza delle vigenti normative in materia di sicurezza e salute sul lavoro, dei contratti collettivi nazionali di lavoro, della normativa in materia previdenziale e di quella in materia di lavoro per immigrati”.  E dal contratto di fornitura tra Conserve Italia e Pomoidea, l’Op cui faceva capo l’azienda di Mariano, è emerso che lo stesso Mariano (o meglio la moglie, nominalmente titolare dell’azienda) si era impegnato per iscritto a rispettare tutte le normative e a garantire adeguate retribuzioni.

“Non possiamo sostituirci alle autorità ispettive: Inps e forze dell’ordine in primis”, precisa ancora Gardini. Perché non comprate più il pomodoro da Mariano? “Mettiamo fuori non solo chi non accetta di firmare i nostri protocolli di legalità. Anche chi li firma e poi non li rispetta”.

LA DOCUMENTAZIONE DA CUI EMERGE CHE MARIANO NON HA RISPETTATO IMPEGNI PRESI

Inoltre, dalla documentazione acquisita da AGRICOLAE emerge che Conserve Italia ha pagato i pomodori a prezzi di mercato, e dunque Mariano, come gli altri produttori, era nelle condizioni di trattare adeguatamente i suoi impiegati. Peraltro, nell’avviso di conclusione delle indagini della Procura leccese si legge che i pomodori di Mariano, raccolti in condizioni di sfruttamento e sottopagando i lavoratori, venivano poi immessi “sul mercato al prezzo corrente, con un maggiore guadagno per lo stesso titolare dell’azienda”.

A sentirsi “truffata” anche un’altra azienda simbolo del Made in Italy: “In quella vicenda noi ci sentiamo parte lesa”, dice l’amministratore delegato Francesco Mutti, raggiunto telefonicamente da AGRICOLAE. “Dopo tutti gli sforzi che facciamo, che non è solo pagare il pomodoro adeguatamente ma anche cercare di costruire una filiera sana, non è giusto che veniamo coinvolti in un episodio del genere. Anche perché non abbiamo gli strumenti per andare a controllare quotidianamente tutte le aziende agricole”.

Quanto alla forma dei rapporti tra la Fiordagosto e Mariano, Mutti dice: “Noi richiediamo le certificazioni Durc a tutte le aziende da cui ci riforniamo. E, tramite le Op, nei nostri contratti non soltanto esigiamo esplicitamente il rispetto di tutte le normative vigenti in materia di sicurezza e retribuzioni, ma prevediamo anche una clausola in cui chiediamo che la raccolta sia fatta in forma meccanica, tranne deroghe.

Insomma in questo caso ci troviamo di fronte a un signore che sì firmava ma poi era abbastanza indifferente a quello che aveva firmato”. La Mutti ha avuto rapporti con l’azienda di Mariano anche nella campagna del 2016 e del 2017? “No. I rapporti sono cessati pochi giorni dopo la morte dell’uomo. Quando abbiamo cominciato ad avere sentore, anche a prescindere da quell’evento drammatico, che dietro la signora De Rubertis ci fosse il marito e che non fosse persona affidabile abbiamo interrotto i rapporti nello spazio di pochissimi giorni”.

Qui di seguito AGRICOLAE riporta la documentazione in pdf:

CONTRATTO AZIENDA MARIANO

MARIANO HA PRESO ANCHE I CONTRIBUTI DA AGEA

Si ha notizia, peraltro, che nel 2015, cioè quando era ancora in corso il processo Sabr in cui lui era imputato, Giuseppe Mariano abbia ricevuto 86.000 euro di fondi disaccoppiati della Pac certificati dal centro di assistenza agricola Acli Terra che si appoggia al Caa Coldiretti.

LA POSIZIONE DELL’ASSESSORE ALL’AGRICOLTURA DELLA REGIONE PUGLIA

Su questo AGRICOLAE ha chiesto un commento all’assessore all’Agricoltura della Regione Puglia Leo Di Gioia. “La Pac è una materia che gestisce Agea. Comunque sicuramente è auspicabile che venga sospesa l’erogazione di aiuti agricoli ad aziende che sono eticamente responsabili di comportamenti delittuosi. Deve però essere la legge a dirlo”.

E in merito alla questione della vigilanza da parte dell’amministrazione e della politica? “I controlli spettano alle forze dell’ordine e agli organi ispettivi. Detto questo, la Regione, per la quale rispondo, collabora in combinato disposto, anche in base alla nuova legge sul caporalato, con i vari ministeri, oltre che con le associazioni di categoria.

Nei mesi scorsi abbiamo dato il via allo sgombero del cosiddetto Gran Ghetto di Foggia. E ci siamo attivati per individuare luoghi di accoglienza, quelle che il presidente Emiliano ha chiamato ‘foresterie’, con strutture amovibili ma dotate di tutti i servizi. Stiamo anche cercando di avviare una serie di attività di logistica, per esempio sul fronte dei trasporti, che è uno dei punti chiave della cultura illegale del caporalato sul quale non è semplice intervenire.

Non escludo poi che quello che già fa la Regione nel campo delle frodi o dell’uso non corretto dei fondi Psr – ossia le convenzioni con le forze dell’ordine per aumentare il livello dei controlli – possa estendersi anche al caporalato. Ed è ovvio che debba esserci una vigilanza anche sociale, ma senza che diventi una psicosi in cui a rimetterci sono tutte le aziende oneste, che sono la maggioranza”.

I ministri dell’Agricoltura Martina, del Lavoro Poletti e della Giustizia Orlando, in ogni caso, riuniti qualche giorno fa a un anno dall’approvazione della nuova legge sul caporalato, si dicono soddisfatti dei risultati. “In 12 mesi – ha detto Martina – sono aumentati molto i controlli grazie al lavoro di cooperazione con le forze dell’ordine che ci  ha consentito in diversi territori di lavorare sempre meglio per l’attività di contrasto a questa piaga inaccettabile”.

L’ASSOCIAZIONE NO CAP E LA FILIERA ALTERNATIVA

Il lavoro da fare è molto più profondo, secondo l’Associazione No Cap. “Va bene la legge. Ma un modello economico – dice ad AGRICOLAE Angelo Consoli – non si cambia per decreto legge. E siccome ci sono moltissime aziende che rispettano la matrice multicriteri per come la intendiamo noi, che sono cioè etiche, energeticamente indipendenti, valorizzano il prodotto, adottano la filiera corta e per questo riescono a guadagnare di più e quindi a liberare risorse per pagare adeguatamente i dipendenti, noi vogliamo aiutare queste realtà a competere in una filiera alternativa”. Per i No Cap, questo comporta anche lavorare sulla certificazione dei prodotti delle aziende virtuose.

Quanto alla legge, “nella sua parte non repressiva, tra cui la Rete agricola del lavoro di qualità, a oggi si possono iscrivere accedendo al portale tutte le aziende che non abbiano ricevuto condanne negli ultimi tre anni. Ma questo non dà nessuna garanzia che non si ricorra poi ai caporali”.

Nel frattempo, “noi ci muoviamo dal basso”, spiegano. “Sul fronte della distribuzione collaboreremo con il consorzio Megamark, perché esce dall’orbita delle multinazionali. Mentre sul fronte della produzione, stiamo valutando una collaborazione con l’associazione Altra Agricoltura, che riunisce già 50.000 aziende produttrici”.

di Valentina Nicolì