Covid, Coldiretti: subito i 300 mln di cibo in aiuto con Sos Caritas

E’’ necessario subito accelerare nella presentazione dei bandi per gli aiuti agli indigenti con i 300 milioni stanziati nel Fondo emergenze alimentari per acquistare cibi e bevande Made in Italy di qualità da distribuire ai nuovi poveri. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in riferimento all’allarme lanciato dalla Caritas nel Rapporto Poverta’ sugli effetti dell’emergenza Covid sul fabbisogno alimentare. Per far fronte alle crescenti richieste occorre – sottolinea Prandini – rendere al piu’ presto disponibili i prodotti alimentari da acquistare con le importanti risorse stanziate nel DL Rilancio da destinare alle famiglie più povere per l’emergenza sociale senza precedenti che l’Italia sta affrontando. Si tratta di un primo intervento urgente – continua Prandini – per fare fronte alle crescenti richieste di aiuto che vengono agli Enti impegnati nel volontariato come  la Caritas  e, allo stesso tempo, sostenere il lavoro e l’economia del sistema agroalimentare tricolore duramente colpito dalle difficoltà delle esportazioni e della ristorazione in grave crisi.  La lista dei prodotti da acquistare per distribuire ai piu’ indigenti – sottolinea la Coldiretti – va dagli omogeneizzati per l’infanzia al latte, dai salumi ai formaggi a denominazione di origine, dall’extravergine Made in Italy alla carne, dalla pasta al riso, dalle conserve di pomodoro ai succhi di frutta.  Serve un piano di aiuti pubblico a livello nazionale che – conclude la Coldiretti – è stato già anticipato nei fatti dall’impegno di quasi 4 italiani su 10 (39%) che dichiarano di partecipare a iniziative di solidarietà per aiutare chi ha più bisogno attraverso donazioni o pacchi alimentari, anche utilizzando le operazioni di aiuto messe in campo dagli agricoltori di Campagna Amica con la spesa sospesa, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè.

 




INTERROGAZIONE MANCINI, PD CAMERA, SU ISTITUTO AGRARIO EMILIO SERENI

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-00190

presentato da

MANCINI Claudio

testo di

Martedì 25 settembre 2018, seduta n. 49

MANCINI. — Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

l’istituto Agrario «Emilio Sereni» è una realtà scolastica attiva dal 1978 nel territorio di Roma capitale e provincia e, proprio quest’anno, compie 40 anni di attività;

nel 2010, dopo la grande crisi ambientale che ha interessati la Valle del Sacco, è nata la sede distaccata di San Vito Romano;

il comune di San Vito Romano, facente parte della comunità montana dei Monti Sabini, Tiburtini, Cornicolani e Prenestini, è un paese situato a circa 700 metri s.l.m. con circa 3.000 abitanti;

l’istituto oggi ivi rappresenta un riferimento dal punto di vista scolastico e sociale sia per il Comune di San Vito Romano, sia per tutti i 31 comuni della Valle dell’Aniene, oltre che per i comuni di Genazzano e Paliano: un territorio a forte vocazione rurale e agroalimentare, ma carente di scuole superiori facilmente raggiungibili;

la formazione di perito agrario è una risorsa preziosa per la comunità, anche al fine di aumentare le occasioni lavorative ripartendo dalla terra e dalle eccellenze dei luoghi in questione;

14 ragazzi, di cui uno in situazione di disabilità, originari del territorio hanno presentato richiesta di iscrizione alla prima classe della sede dell’istituto agrario «Emilio Sereni» di San Vito Romano per l’anno 2018/2019;

ritenendo esiguo il numero di iscrizioni pervenute, l’ufficio scolastico regionale del Ministero, a quanto consta all’interrogante, ha comunicato alla dirigente scolastica il diniego per l’avvio della prima classe dell’istituto;

per consentire l’avvio della classe e assicurare a tali giovani l’inizio di un percorso scolastico-lavorativo, 7 tra madri e sorelle di alcuni dei 14 ragazzi, hanno richiesto l’iscrizione alla prima classe, portando a 21 il numero degli iscritti;

con note del 30 luglio 2018, previ contatti con l’ufficio scolastico regionale, la dirigente dell’istituto ha dovuto comunicare il rigetto delle 7 richieste di iscrizione, perché non sarebbe consentita la contestuale presenza, nella stessa classe e in qualità di alunni, di persone minorenni e maggiorenni;

di fatto, allo stato, non viene consentito a 14 giovani del territorio di iniziare il percorso di studi di perito agrario;

le 7 madri e sorelle che si sono viste rifiutare le rispettive richieste di iscrizione hanno interessato gli uffici competenti al fine di ottenere l’annullamento dei provvedimenti di rigetto;

nel territorio in argomento non v’è un centro per l’istruzione degli adulti che consenta alle stesse di esercitare il diritto, costituzionalmente tutelato, di frequentare la scuola pubblica;

con nota del 31 luglio 2018, la regione Lazio si è fatta parte attiva per individuare una soluzione condivisa della problematica e il 20 settembre 2018 è stata approvata dal consiglio della regione Lazio una mozione che impegna il presidente e la giunta regionale ad attivarsi presso le competenti amministrazioni statali affinché, insieme all’istituto, al comune di San Vito Romano, ai comuni limitrofi, a Roma Capitale, ai cittadini, alla conferenza provinciale, all’ufficio scolastico regionale, al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, siano trovate soluzioni che garantiscano alla sede scolastica di San Vito Romano di avviare la prima classe dell’anno scolastico 2018/2019;

in base al decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 2009, è possibile derogare ai limiti numerici richiesti per la formazione delle classi ove tra gli iscritti vi sia un alunno disabile, ovvero la classe si trovi in comuni montani –:

se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto suesposto e della mozione del 20 settembre 2018 e quali iniziative urgenti intenda intraprendere anche alla luce dell’allegato A della delibera della giunta regionale n. 644 del 12 ottobre 2017, punti 2.1 e 2.2, pagine 3-4, e del decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 2009;

se e quali iniziative, anche di medio e lungo periodo, intenda adottare per evitare il ripetersi della predetta situazione.
(3-00190)