Latte: Coldiretti Toscana, bene Saccardi con costo alla stalla certificato da Ismea. Passo avanti verso tutela reddito

In trasparenza per la prima volta il costo di produzione del latte alla stalla in Toscana. La guerra dell’oro bianco segna un’altra svolta dopo la denuncia di Coldiretti Toscana che nel febbraio 2022 era scesa insieme a centinaia di allevatori in piazza a Firenze e Grosseto per protestare contro il mancato riconoscimento di un equo prezzo da parte della trasformazione e della grande distribuzione organizzata che tenesse conto degli effettivi aumenti dei costi di produzione (mangimi, gasolio etc). Per la prima volta viene messo nero su bianco da Ismea il costo di produzione fissando un importante passo in avanti verso la trasparenza della filiera, la tutela del reddito delle imprese zootecniche regionali che producono in perdita e dei consumatori. A dirlo è Coldiretti Toscana secondo cui ora ci sono le condizioni per valutare di applicare la legge contro le pratiche sleali così come già avvenuto per la multinazionale francese Lactalis (Parmalat, Danone, Galbani ed altri). “È un tassello fondamentale nel percorso della tutela del reddito delle imprese e del riconoscimento del giusto prezzo dei prodotti. – spiega Coldiretti Toscana – Per capire bene la portata si deve risalire al febbraio 2022 quando la nostra organizzazione aveva chiesto che anche in Toscana fosse rilevato il costo del latte alla stalla, tassello fondamentale per l’applicazione della normativa sulle pratiche sleali. Per questo dobbiamo dare atto alla Vicepresidente ed Assessora regionale all’Agroalimentare, Stefania Saccardi che in coordinamento con Ismea HA rilevare i costi di produzione proprio dando seguito alle richieste presentate nel corso della nostra mobilitazione. – prosegue Coldiretti Toscana – Aldilà dei numeri rilevati sui quali sarà necessario un approfondimento tecnico siamo di fronte ad una svolta fortemente voluta dalla base sociale di Coldiretti. Ora avremo modo di confrontarci con l’ICQRF, l’organismo deputato all’accertamento di eventuali mancanze nei contratti sul latte vaccino e di rispetto della normativa sulle pratiche sleali”.

La guerra del latte colpisce allo stomaco un sistema che ogni giorno lavora per garantire con una produzione regionale di circa 60 mila tonnellate. Le difficoltà dei produttori di latte sono la punta dell’iceberg di una situazione di diffusa sofferenza dell’intero all’allevamento italiano che coinvolge anche – continua Coldiretti Toscana – i bovini da carne, gli ovicaprini, i suini e gli avicoli. “La stabilità della rete zootecnica toscana ha un’importanza che non riguarda solo l’economia regionale ma ha una rilevanza sociale e ambientale.  – spiega Coldiretti Toscana – Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate, dall’interno alla montagna. Riconoscere il giusto prezzo del latte, che non può mai essere al di sotto dei costi di produzione sostenuti dalle aziende, significa salvaguardare il nostro futuro”.




Latte. De Carlo (FdI): Lattebusche, realtà capace di coniugare tradizione e innovazione

“Lattebusche è una realtà che mette al centro gli imprenditori, consentendo loro – grazie ad un’ottima remunerazione del latte – di continuare ad essere protagonisti; è un punto di riferimento degli agricoltori e delle eccellenze, che ha saputo e sa coniugare tradizione e innovazione, tanto che oggi è anche attrattiva per gli agricoltori della pianura”: così il senatore bellunese Luca De Carlo, presidente della IX Commissione Senato – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, è intervenuto questa mattina all’assemblea di Lattebusche, in occasione del settantesimo anniversario della cooperativa.
“L’attenzione verso gli agricoltori permette di mantenere le aziende sul territorio, aziende che curano e sistemano quella parti di area montana altrimenti destinate all’abbandono. Ancora una volta, si certifica il valore sociale dell’agricoltura: a Lattebusche e a tutti i suoi soci va il mio plauso per la straordinaria visione, la grande capacità di adattamento ai cambiamenti e la strategia che li ha portati a realizzare prodotti di eccellenza che – come il formaggio Piave – sono conosciuti anche fuori dai confini nazionali”, ha concluso De Carlo.



Granlatte: definito il prezzo del latte per il prossimo trimestre e la proposta di liquidazione 2023

Il Consiglio di Amministrazione di Granlatte, riunitosi lo scorso 28 marzo 2024 ha approvato il bilancio e deliberato il prezzo del latte alla stalla per il prossimo trimestre aprile-giugno: 51,5 €/hl ad aprile, 51,5 €/hl a maggio, 52 €/hl a giugno cui verrà aggiunta l’iva e il premio qualità, che per le stalle del centro e sud Italia prevede un ulteriore 0,5 €/hl.

“Il prezzo del latte alla stalla riconosciuto agli allevatori della filiera è da attribuire al permanere di elevati costi di produzione alla stalla e alla contenuta produzione di latte sia in Europa sia in Italia. Dalle analisi sui dati in nostro possesso emerge in modo chiaro che non è possibile prevedere repentine inversioni di tendenza”, ha commentato la Presidente di Granlatte Simona Caselli. “In un contesto di grande volatilità delle materie prime e di incertezza geopolitica è sempre più importante avere un orizzonte temporale di un trimestre sia per gi allevatori soci della cooperativa sia per Granarolo. Sono convinta che al fine di salvaguardare la agro-zootecnia italiana, provata dalla perma-crisi cui assistiamo, occorra abbandonare la prassi diffusa di un prezzo del latte contrattato di mese in mese. Rinnoviamo pertanto la richiesta che la rappresentanza della filiera lattiero casearia lavori ad un indice che con frequenza almeno mensile fornisca i costi medi della produzione del latte alla stalla al fine di eliminare le asimmetrie informative che da tempo influenzano pesantemente la filiera italiana del latte”.

In occasione del Consiglio di Amministrazione Granlatte è stata inoltre deliberata la proposta della liquidazione del 2023 che sarà portata all’assemblea di bilancio, prevista per il prossimo 14 maggio. Essa prevede una liquidazione media di 63  €/hl compresa iva.




Confcooperative Fedagripesca. Latte: Lombardia leader nazionale. La cooperazione primo produttore con il 68%

Siamo l’unica regione in Italia, nonostante il calo degli allevamenti, a registrare una crescita nella produzione di latte. Merito che va anche alla cooperazione, primo produttore in Lombardia con il 68% di latte conferito dai soci. Inoltre, in un contesto generale di flessione del prezzo alla stalla la cooperazione si conferma l’unica forza in grado di tenere in equilibrio il mercato grazie alle strategie di filiera e alla forte presenza nel sistema Dop, che supera il 65%. Remunerare adeguatamente i soci e di valorizzare i prodotti sul mercato è cruciale, così come accompagnare questo incremento produttivo con strategie di sistema per costruire filiere sempre più forti e dinamiche anche sui mercati internazionali, considerando le ottime performance dell’export”. È il commento di Fabio Perini, presidente di Confcooperative FedAgriPesca Lombardia al report sull’andamento del comparto nel II° semestre 2023, presentato oggi nella sede di Unioncamere Lombardia dall’Osservatorio Agricoltura. 

 

Dall’analisi emerge un trend positivo del comparto agricolo e agroalimentare nel complesso, in particolare per il settore suinicolo e vitivinicolo, seppur con leggere flessioni per latte, carni bovine e cereali. In particolare, nel secondo semestre, è sceso l’indice del prezzo del latte tendendo a 0 nell’ultimo trimestre dell’anno a causa del calo dei prezzi del latte alla stalla. Si conferma il buon andamento delle esportazioni lombarde, il cui valore ha raggiunto i 7,7 miliardi di euro nel periodo gennaio-settembre 2023, registrando una crescita del +8,0% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Le aspettative degli agricoltori in merito all’andamento economico nei prossimi 2 – 3 anni confermano il clima positivo del primo semestre, con l’indice sintetico che segna un leggero aumento a 0,13. Il 40% degli intervistati si aspetta un miglioramento delle condizioni economiche della propria azienda. 

Contemporaneamente ci troviamo di fronte a una sfida che tocca il cuore delle nostre DOP: la difficile situazione produttiva e di mercato del mais, alla base dell’alimentazione dei nostri animali e quindi di tutte le filiere zootecniche, uno dei temi centrali per la crescita del settore. Anche in quest’ottica è prioritario per la cooperazione e per Confcooperative l’impegno per una zootecnia più sostenibile. Siamo però altrettanto convinti – continua Perini – che sia necessaria una transizione graduale per non mettere in difficoltà le imprese e preservare la competitività sui mercati.  A partire dall’Unione Europea che ha concesso finalmente delle deroghe importanti alle aziende agricole sugli obiettivi ambientali, riconoscendo, tra le altre cose, anche la necessità di distinguere le emissioni provenienti dagli allevamenti da quelle industriali”. 

Siamo consapevoli che sostenibilità e competitività debbano procedere di pari passo, per questo – conclude Perini – è più che urgente un’accelerazione nell’attuazione dei bandi dei Piani di Sviluppo Rurale (PSR) da parte di Regione Lombardia in un momento storico che vede le imprese sempre più penalizzate nell’accesso al credito a causa dell’inflazione e dell’aumento del costo del denaro. Gli investimenti e l’innovazione sono essenziali per sostenere la crescita delle nostre aziende, anche cooperative, comparto che si conferma strategico per l’economia agroalimentare lombarda”. 




Alla scoperta del Consorzio Tutela QS Latte Vaccino e derivati con l’Educational di Dos Sicilia

Una giornata per approfondire la conoscenza attorno al latte vaccino, ai suoi derivati, al metodo di lavorazione ed al suo territorio di riferimento. Martedì 12 marzo, a Ragusa da Progetto Natura, andrà infatti in scena il secondo appuntamento del 2024 del ciclo di incontri dedicati ai prodotti DOP, IGP e QS siciliani organizzato e coordinato da DOS Sicilia, ovvero l’Associazione di Consorzi per la Promozione e Valorizzazione di produzioni tipiche Agroalimentari Siciliane a Marchio DOP, IGP e QS.

Il Latte Crudo Vaccino e di conseguenza i suoi derivati come latte alimentare, prodotti lattiero-caseari e gelati, è ottenuto dall’applicazione di un rigoroso disciplinare di produzione approvato a livello comunitario. Il metodo di produzione prevede che nella razione giornaliera almeno il 50% della sostanza secca debba essere apportata da foraggi di cui almeno il 50% sia ottenuto da pascoli e/o fieni prodotti nel medesimo territorio dell’allevamento. La razione alimentare deve essere in grado di garantire un apporto equilibrato di nutrienti idoneo a mantenere la salute ed il benessere delle bovine. E’ vietato in alimentazione l’uso di grassi animali aggiunti.

Il latte alimentare sarà arricchito nella componente aromatica dalla particolare tecnica di allevamento e dal tipo di alimentazione mentre gli animali saranno allevati con l’applicazione di idonee condizioni di stabulazione che garantiscano un maggiore stato di benessere e attraverso l’impiego di integrazioni alimentari conformi ai fabbisogni nutrizionali.

Questo educational tour è un importante passaggio di valorizzazione per il nostro Consorzio e per il prodotto stesso. In questa occasione – spiega il presidente del Consorzio Salvatore Cascone – presenteremo agli studenti dell’istituto alberghiero di Ragusa la filiera del Latte Vaccino QS e dei suoi derivati andando concretamente a valorizzare il lavoro che si svolge nelle stalle che hanno condiviso il disciplinare di produzione creando una nuova filiera certificata destinata a garantire un elevato standard qualitativo al consumatore finale. I giovani risultano essere un pubblico particolarmente sensibile ai temi legati alla produzione ed alla filiera dei prodotti agroalimentari, è per noi quindi una grande opportunità essere a contatto diretto con loro tramite questo educational tour che è una tappa del progetto di crescita iniziato dal Consorzio. Nel secondo semestre dell’anno inizieremo una campagna di promozione dedicata ai prodotti destinati ad entrare nel mercato, sia freschi che freschissimi, crediamo fortemente nelle qualità e nel potenziale del prodotto e dei suoi derivati”.

“Siamo al secondo incontro nel 2024 e stiamo riscontrando lo stesso interesse e la medesima partecipazione della stagione scorsa quando organizzammo nove educational legati ai prodotti di eccellenza siciliani per la prima volta. La mission di DOS Sicilia è favorire lo sviluppo e il progresso in campo alimentare della Regione Siciliana. Questa attività di promozione è stata realizzata con il contributo concesso dalla Regione Sicilia su PSR 2014-2022 Misura 16.4 – spiega il Presidente di DOS Sicilia Massimo Todaro – e, grazie al supporto della Regione Siciliana, con l’Assessorato Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca Mediterranea, sarà possibile fare rete e promuovere, nei mercati nazionali ed internazionali, tali prodotti Siciliani di qualità certificata”.

L’incontro, programmato per le ore 10:00 a Progetto Natura in Zona industriale III fase prevede una presentazione del Latte Crudo Vaccino ed a seguire visita guidata ad una azienda agricola a seguire uno showcooking a cura di Progetto Natura.

I prossimi appuntamenti – In totale gli incontri dedicati alle eccellenze agroalimentari siciliane saranno 17, tutti della durata di un giorno. Dopo il primo incontro dedicato all’Olio Extravergine dei Monti Iblei DOP, successivamente a quello dedicato al Latte Vaccino QS il prossimo educational tour avrà come protagonista la Carota Novella di Ispida IGP il 22 marzoprossimo.




Agricoltura, Carra e Piloni (Pd): no della destra al sostegno al credito per il comparto carne e latte

“Avevamo chiesto di attivare con Finlombarda una linea agevolata di sostegno al credito per i produttori di latte e carne bovina, con uno stanziamento di 30 milioni di euro, per aiutare un comparto decisamente in crisi. Ma nonostante la destra si riempia la bocca di parole apparentemente a favore dell’agroalimentare lombardo, ha bocciato la nostra proposta dicendo testualmente che Regione ha altre priorità”, lo riferiscono Marco Carra e Matteo Piloni, capogruppo in VIII Commissione Agricoltura e consigliere regionali del Pd, dopo il ‘no’ della maggioranza, in Aula, alla loro mozione.

“Di queste settimane di proteste degli agricoltori non rimane nulla, perché dopo tutto quello che è stato detto, alla prima occasione la Giunta Fontana ha girato loro le spalle. Noi non abbiamo fatto altro che chiedere un atto concreto, dopo le chiacchiere, e cioè dare risorse per sostenere gli allevatori, ma Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno votato contro, dimostrando che le loro rassicurazioni sono aria fresca. E vogliamo che rimanga agli atti che ci hanno pure risposto che esistono altre priorità”, insistono i dem.

“Il settore agricolo lombardo sta attraversando un momento terribile dovuto agli effetti della crisi climatica, all’aumento dei costi di produzione e delle materie prime, all’inflazione e al precario quadro politico-economico internazionale. Il prezzo medio alla stalla del latte, a dicembre 2023, ha visto una riduzione del 18,33% su dicembre 2022, e l’indice di redditività della produzione di carne bovina del 2023 è in contrazione rispetto al 2022”, ricordavano in mozione Carra e Piloni.

“Regione Lombardia non ha previsto sostegni ai produttori di latte e carne bovina all’interno del bilancio di previsione 2024-2026 e non sono attivi specifici bandi in questo senso. Ma un aiuto avrebbe contribuito alla diminuzione dei prezzi al dettaglio di questi prodotti. Poiché il tavolo di confronto sul latte dello scorso 25 settembre non ha portato i risultati attesi e sperati, stanziare 30 milioni per il sostegno al credito, richiesta emersa dal confronto che costantemente abbiamo sui territori, sarebbe stata una boccata d’ossigeno per i nostri allevatori. Ora continueremo a incalzare la Giunta affinché la smetta di fare solo dichiarazioni e inizi invece a dare risposte concrete alle imprese agricole”.




Areté. Pillole dai mercati: Latte e derivati – Uva passa

LATTE E DERIVATI

In UE, in attesa dei picchi produttivi primaverili di latte, i mercati delle principali trasformazioni registrano volatilità rialzista riconducibile soprattutto al limitato livello di offerta. Sulla piazza di riferimento di Kempten, da inizio febbraio, +14% il burro, +2,4% la polvere di latte scremato (SMP) e +0,4% la polvere di latte intero (WMP). La domanda mostra un certo grado di rigidità e nel 2023 si è confermata in ripresa rispetto al 2022. L’export UE è aumentato del 13% per l’SMP, dell’11% per il WMP, del 15% per il burro e del 3% per i formaggi. L’avvicinarsi della stagionalità produttiva sta invece trasmettendo i primi ribassi ai prezzi del latte spot. Da fine gennaio, sulla piazza di Milano, -4% l’intero estero, -11% lo scremato estero e -9% l’intero italiano. Il premio del latte italiano sul tedesco si è azzerato, per la prima volta da maggio 2022.

UVA PASSA

Non si arresta il trend di aumento che, da agosto 2023, caratterizza il mercato dell’uva passa turca. Il prezzo della sultanina n.9, consegnato Europa, solo tra gennaio e febbraio 2024 ha registrato un aumento del 12% toccando nuovi massimi storici ad oltre 2.900 $/t; valori superiori dell’80% rispetto a febbraio 2023. Ad alimentare i rialzi è un’offerta turca estremamente limitata, dopo il deludente raccolto 23/24 – al livello più basso dalla campagna 15/16 – messo in ginocchio da un meteo sfavorevole e da un limitato utilizzo di input produttivi.

 

 

 




Dalle cooperative un corso per giornalisti sul ruolo di latte e derivati nella dieta degli sportivi

“Latte e derivati nella dieta degli sportivi: falsi miti, consumi, benefici ed opportunità” è il corso di formazione per giornalisti promosso dalla filiera lattiero casearia dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari che, nell’ambito del progetto triennale “Think Milk, Taste Europe, Be Smart”, intende fornire una serie di approfondimenti, spunti di riflessione e case history sui benefici di latte e derivati nell’ambito della dieta di uno sportivo o di chi, in generale, è alla ricerca del benessere in tavola.

Il corso, accreditato dall’Ordine, si rivolge a giornalisti professionisti e pubblicisti che, nella loro attività professionale, si interessano di nutrizione, salute e stili alimentari in relazione alla pratica sportiva. La partecipazione è gratuita e le iscrizioni si effettuano registrandosi sul sito www.formazionegiornalisti.it. L’iniziativa, organizzata e promossa da ICN – Italia Consulting Network e Confcooperative, si svolgerà il 13 marzo, dalle 16:00 alle 18:00in presenza presso Hotel de la Ville a Roma e online. Il corso prevede il rilascio di 2 crediti formativi.

“Questo momento di approfondimento, rivolto ai professionisti dell’informazione, corona un percorso articolato fatto di aggiornamenti e lotta alle fake news, tracciato dal progetto “Think Milk, Taste Europe, Be Smart” realizzato da Confcooperative e cofinanziato dalla Commissione Europea”, spiega Giovanni Guarneri del Settore lattiero-caseario di Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, nonché relatore del corso. Crediamo che fare formazione, in primo luogo a chi detiene il potere e la responsabilità di trasmettere informazioni corrette e adeguate, sia una tappa importante della nostra campagna, in modo da fornire quegli strumenti conoscitivi fondamentali per comprendere l’interezza e la complessità di una filiera che rappresenta, ad oggi, uno dei principali capisaldi nella nostra economia”.

Il corso prevede la partecipazione della giornalista Elisabetta Esposito che si focalizzerà sulla comunicazione delle notizie legate al latte e derivati e sul fenomeno fake news che spopolano in rete soprattutto in tema di diete e piani alimentari. Ad avvalorare, attraverso studi ed evidenze scientifiche, l’effettivo ruolo dei prodotti lattiero caseari all’interno di un’alimentazione bilanciata e orientata alla pratica sportiva sarà la dottoressa Elisabetta Bernardi che approfondirà, in particolare, i benefici delle proteine del latte e dei derivati nella dieta post allenamento di uno sportivo. Spazio poi alla testimonianza diretta di chi pratica sport a livello professionale e inserisce i latticini nel suo piano alimentare con l’intervento di Giuliano Razzoli, sciatore alpino italiano, specialista dello slalom speciale e Medaglia d’oro ai XXI Giochi olimpici invernali. Giovanni Guarneri fornirà una panoramica sul reale impatto della filiera lattiero casearia in termini ambientali, economici e sociali, con un focus dedicato alla specificità del sistema cooperativo, un’importante realtà, profondamente radicata nei territori di riferimento, con oltre 600 cooperative, oltre 13.000 addetti e 17.000 stalle associate.

Maggiori informazioni sulla campagna, che fa leva su alcuni valori fondamentali del latte e dei latticini prodotti nell’Unione Europea (sicurezza, tracciabilità, qualità, proprietà nutrizionali, sostenibilità) sono disponibili sul sito www.thinkmilkbesmart.eu.




Lactalis: avviato ricorso su sanzione Icqrf. Richiesto incontro con ministro Lollobrigida e tavolo di confronto

Lactalis precisa che nel 2023 le modifiche contrattuali proposte hanno consentito agli allevatori di ricavare 40 milioni di euro, oltre il 10% in più rispetto a quanto stipulato inizialmente con un prezzo in linea con il mercato

Considerando totalmente infondato il danno economico presunto, Lactalis annuncia che la propria controllata Italatte proporrà ricorso per tutte le eventuali sanzioni che verranno comminate.

Giovanni Pomella, Amministratore delegato di Lactalis in Italia, dichiara: “Il tema di un modello di definizione del prezzo del latte che sia sostenibile per l’intera filiera rappresenta oggi una priorità che deve essere affrontata con il coinvolgimento attivo di tutti gli operatori economici e istituzionali. In questo senso auspichiamo di proseguire nella linea del dialogo corretto e collaborativo con tutti gli attori del settore aprendo un tavolo di confronto per una campagna salva-latte che permetta di tutelare l’intera filiera. A questo proposito richiederò personalmente  un incontro al Ministro Lollobrigida”.   

Dietro ad un litro di latte commercializzato ed ogni porzione di formaggio c’è un’intera comunità di operatori della trasformazione lattiero-casearia che ogni giorno lavora per portare sulle tavole di milioni di famiglie in Italia e all’estero prodotti che fanno da volano per l’economia, generando valore sul nostro territorio. Oltre il 40% delle produzioni di formaggi dop e non dop sono esportati. La competitività del nostro settore è un elemento fondamentale per garantirne l’occupazione e la crescita futura del settore lattiero caseario che passa necessariamente attraverso l’export a fronte di un mercato interno sostanzialmente stabile.

Lactalis sostiene inoltre da sempre i propri conferenti con progetti di finanziamento per investimenti in efficienza e sostenibilità. Lactalis pone una grande attenzione al benessere degli animali, e collabora con I propri conferenti latte affinché applichino i più alti standard di Animal Welfare. Oggi il 100% dei propri conferenti latte è conforme al sistema ClassyFarm, che garantisce una corretta conduzione dell’allevamento per animali sani e ben accuditi.

A supporto della filiera del latte Lactalis ha avviato un progetto insieme a xFarm per contribuire a rendere la filiera sostenibile attraverso la transizione digitale delle stalle. Il progetto è uno dei primi in Europa che permette anche agli allevatori di gestire e tracciare in modo efficiente e sostenibile la loro attività. Grazie alla digitalizzazione, la sinergia tra allevatore ed altri attori della filiera si arricchisce di un importante contributo verso la sostenibilità del comparto. Il progetto è partito nel 2022, coinvolge 400 stalle conferenti di Lactalis in diverse Regioni d’Italia e ha la durata di 5 anni.

Lactalis rappresenta il primo acquirente della filiera del latte italiana, con una raccolta annua di circa 1,3 miliardi di litri, pari a circa l’11% del valore complessivo della produzione nazionale, ed è la prima realtà internazionale del settore agroalimentare per numero di siti produttivi sul nostro territorio. Si tratta inoltre del più importante player del settore lattiero-caseario nazionale, con il 14,5% di tutto il fatturato del comparto. Come leader del settore Lactalis ha la responsabilità non solo di continuare ad investire – nel biennio 2023-2024 vi sono in programma oltre 160 milioni di investimenti in Italia – ma anche di fare rete e individuare percorsi condivisi dai diversi attori del comparto per garantirne la crescita. Lactalis è tra le imprese che stanno investendo in modo più rilevante e continuativo nel Paese. Nell’ultimo quinquennio il Gruppo ha investito in Italia oltre 248 milioni, un valore pari al 60% di quanto stanziato dal PNRR per l’innovazione e meccanizzazione del settore agricolo e alimentare. Più dell’80% di tali investimenti  è destinata al miglioramento e ammodernamento dei propri siti in Italia. Gli investimenti realizzati negli ultimi anni hanno riguardato una molteplicità di ambiti, tra cui la sicurezza alimentare, la tutela della salute dei dipendenti, la riduzione degli impatti ambientali della produzione, la riduzione della complessità operativa e l’aumento della capacità produttiva.

Lactalis in Italia

Il Gruppo Lactalis in Italia è parte del Gruppo francese Lactalis, leader mondiale dei prodotti lattiero-caseari con oltre 28,3 miliardi di euro di fatturato, 86.000 collaboratori e 270 stabilimenti in 51 Paesi.

Lactalis è presente in Italia da 35 anni e prende vita dai più prestigiosi marchi della tradizione casearia italiana: Invernizzi, Cademartori, Locatelli e Galbani, leader di mercato e dei formaggi italiani nel mondo. Nel 2011 viene acquisita Parmalat, leader in Italia nel mercato del latte, nel 2020 si finalizza l’acquisizione del Gruppo Castelli, leader nella produzione e distribuzione dei formaggi DOP italiani, nel 2021 il portafoglio prodotti si è arricchito con l’ingresso di Leerdammer e nel 2023 quella di Ambrosi.

Il Gruppo Lactalis in Italia, con 4.000 referenze di prodotto tra latte, formaggi, salumi e DOP, è costituito da 7 Business Unit: Galbani Formaggi, Galbani Salumi, Parmalat, Leerdammer, Castelli, Ambrosi, e Lactalis Export.

Con un fatturato di oltre 2,9 miliardi di euro, Lactalis in Italia si avvale oggi di 5.300 collaboratori e conta 31 stabilimenti produttivi sul territorio nazionale.

È il primo acquirente di latte nazionale con 1,5 miliardi di litri di latte raccolti ogni anno da circa 1.100 conferenti latte in 16 regioni italiane, che trasforma nel rispetto della tradizione e con la garanzia di oltre 8 milioni di accurati controlli l’anno, effettuati con tecnologie all’avanguardia lungo tutta la catena di approvvigionamento, produzione e distribuzione.

Lactalis, Lollobrigida: si è approfittata in Italia della sua posizione dominante. Segnale per farle rispettare quanto legge prevede




Lactalis, scatta la prima sanzione a Italatte per Pratiche sleali. Eccola. Ora in gioco risarcimento a imprese. La multinazionale: abbiamo avviato ricorso e chiesto incontro a Lollobrigida

Arriva la prima sanzione per la Lactalis. Da quanto si evince da sito Masaf sotto la sezione dedicata alle Pratiche sleali, Italatte è stata condannata, con Ordinanza n. 86/2024 22 febbraio 2024, ad una sanzione di € 74.144,89 secondo quanto previsto dall’Art. 4, comma 1, lett. d) del d. lgs. n. 198/2021, a seguito della denuncia segnalata dalla Coldiretti. Da quanto si apprende sarebbero in corso ulteriori verifiche.

A quanto si apprende si tratterebbe della prima istanza, ora ulteriori verifiche, in gioco un ulteriore risarcimento da riconoscere alle imprese agricole.

Di seguito il pdf: 

Tabella_PCS_sanzioni_irrogate

 

LE REAZIONI:

Lactalis: avviato ricorso su sanzione Icqrf. Richiesto incontro con ministro Lollobrigida e tavolo di confronto

I COMMENTI:

Lactalis, Lollobrigida: si è approfittata in Italia della sua posizione dominante. Segnale per farle rispettare quanto legge prevede

Lactalis, Prandini: “Sì alla sanzione. Serve riconoscere subito la differenza di prezzo a vantaggio dei nostri produttori”

Lactalis, mentre in Italia veniva sanzionata in Francia agricoltori occupavano la sede: Pagateci di più

Lactalis, Pallottini: vicinanza istituzioni rafforza impegno Centrale del Latte nel rilanciare realta importante del settore

Lactalis. Malan (FdI): sanzioni confermano attenzione governo e ministero per mondo agricolo

Lactalis, Foti (FdI): attenzione al comparto dimostrata con i fatti

Lactalis. De Carlo (FdI): da Masaf azione dovuta. Priorità è sostegno a categorie in difficoltà

Lactalis, Scordamaglia, Filiera Italia: rispetto regole fondamentale per tutti. Competitività si basa su valorizzazione prodotto senza giochi al ribasso

Era stato scritto: 

Reddito agricolo, Prandini: Coldiretti unica a denunciare multinazionale casearia che, credo, sarà presto condannata. VIDEOINTERVISTA

Pratiche sleali, Lactalis: chiesta audizione da tempo a Icqrf. Procedura di verifica non ancora completata

Latte, modifiche unilaterali contratti. Ecco le pratiche sleali accertate da Icqrf dopo denuncia Coldiretti. Convocata in audizione Italatte l’8 febbraio. Nuova denuncia pervenuta nel 2024

Prezzi, Coldiretti denuncia Lactalis/Parmalat per pratiche sleali

Pratiche sleali, Pallottini (Centrale latte Roma): Bene riflettori accesi. Noi vicini a produttori e consumatori, puntiamo su qualità

Da ICQRF 1/3 dei controlli nazionali a tutela consumatori e produttori: Made in Italy agroalimentare sinonimo di sicurezza e qualità. I DATI

 

 

 




Legacoop Agroalimentare: Cooperazione e Ocm latte per il futuro del settore lattiero caseario

La cooperazione fa lezione alla Ue. Il caso Granlatte, che controlla Granarolo, è stato presentato oggi durante un seminario della DG Agri UE, che mette assieme la direzione A1 Della DG Agri, che si occupa di scrivere la definizione dei sistemi alimentari sostenibili, con i due gruppi di dialogo civile sulla Pac.

Al seminario ha partecipato Simona Casellipresidente della cooperativa Granlatte. «È un momento molto importante per la definizione delle linee strategiche sul tema della sostenibilità nei sistemi agroalimentari e credo che dobbiamo essere molto orgogliosi che la Commissione abbiamo chiesto portare la testimonianza di Granlatte in una sede cosìqualificata per parlare delle buone pratiche cooperative»

La nostra zootecnia è e sarà sempre più sostenibile. Il contributo di Simona Caselli è servito per «mettere in evidenza che certe narrazioni sulla presunta insostenibilità della zootecnia sono completamente immotivate soprattutto perché sono riferite a modelli insostenibili come quello sudamericano con cui noi, che non deforestiamo e siamo basati su imprese familiari, non abbiamo niente a che fare. Le buone pratiche che partendo dal ciclo dei foraggi, usano tecniche di zootecnia di precisione, gestiscono gli effluenti producendo biometano e usando il rivestito di carbonio arrivano ad essere addirittura “carbon negative”».

Fondamentale laggregazione e una Ocm anche per il settore latte. Quello che la presidente di Granlatte ha inoltre sottolineato è «la necessità dellaggregazione, sia per una corretta divisione del valore nella filiera sia per implementare le innovazioni necessarie per la sostenibilità», oltre alla necessità di «una Ocm latte». Infatti, ha detto la presidente Caselli, «sono importanti le certificazioni, come il biologico, il lattefieno e quelle sulla sostenibilità» in quanto «Granarolo diversifica il pagamento del prezzo dl latte in base alla qualità, allessere biologico o lattefieno». Ma «la sostenibilità ha un costo e per ripagarla occorre pensare ad un Ocm anche per il settore latte».

Il valore della cooperazione. Come sottolineaCristian Maretti presidente di Legacoop Agroalimentare, «le cooperative del settore agroalimentare non hanno avuto bisogno di aspettare il green new deal per interventi concreti per migliorare le proprie produzioni dal punto di vista della sostenibilità. Lo hanno fatto sempre, seguendo la stella polare del reddito del produttore». Perché, spiega Maretti, «la vera sfida che deve unire agroalimentare e ambiente è quello di avere imprese agricole attive partecipanti alla transizione ecologica e non un ambiente migliore perché le imprese chiudono. Le cooperative in questo aggiungono la necessità di garantire questi elementi in futuro perché sono un testimoneche le diverse generazioni di agricoltori si passano tra loro».

Il gruppo. Granlatte Granarolo è una realtà che nel 2023 ha lavorato circa 9 milioni di litri di latte, erano meno di 5 milioni nel 2013, con una previsione di arrivare a 11 milioni nel 2027. «Ilvalore della produzione 2023 di Granarolo è cresciuto del 11,3%», ha detto Caselli. «Gli obiettivi della sostenibilità di Granarolo si traducono nella riduzione del 30% delle emissioni di gas serra per litro di latte entro il 2030 e nella riduzione dei consumi sostanze chimiche, di acqua, di energia e di plastica nel packaging per un processo che coinvolge tutta la filiera, dalle 503 aziende agricole e 6 cooperative in 11 regioni italiane che fanno parte della catena di approvvigionamento con 167mila capi di bestiame, alla distribuzione e al marketing senza trascurare il consumatore che deve essere informato. A Bruxelles è stata presentata anche l’avanzata metodologia di gestione del benessere animale delle stalle Granlatte definita grazie ad un progetto europeo sviluppato con Crpa, UniMi e UniBo. Il processo di Granlatte Granarolo per la sostenibilità prevede una serie di step messi a punto con la collaborazione delle Università di Milano, Brescia e Bologna».




Proposta Granlatte al seminario sulla sostenibilità del Dg Agri della CE: Ocm applicato anche al settore lattiero-caseario

Nella giornata di ieri, 15 febbraio ed oggi 16 febbraio Granlatte, la più grande cooperativa italiana di produttori di latte, ha preso parte al seminario tecnico sulla sostenibilità  della DG Agri convocato dalla Commissione Europea con l’obiettivo di discutere con il gruppo di dialogo civile sui piani strategici della PAC e sulle questioni connesse, proponendo  di   rafforzare  l’OCM  per favorirne un diffuso utilizzo nel settore lattiero caseario. La Presidente di Granlatte Simona Caselli ha portato al tavolo l’esperienza sulla sostenibilità fatta finora da Granlatte ed alcune riflessioni in termini di sviluppi politici.

Il workshop era finalizzato a raccogliere esperienze sulle condizioni, i vincoli, gli ostacoli, le opportunità e le esigenze di un’agricoltura sostenibile dal punto di vista ambientale compatibilmente con la produttività e la redditività economica/le condizioni di vita degli agricoltori.

A tal fine tutte le parti interessate sono state invitate anche a esaminare e scambiare informazioni sull’uso del sostegno della PAC e sulla sua complementarietà alle iniziative di mercato per perseguire obiettivi di sostenibilità.

Granlatte, rappresentata dalla Presidente Caselli, nel condividere il proprio percorso verso la sostenibilità, ha evidenziato come esso sia fondamentale per affrontare la crisi climatica e favorire la transizione ecologica rafforzando le aziende agricole associate e consolidando in modo significativo la reputazione del marchio Granarolo.

Il percorso intrapreso dalla filiera Granlatte si è articolato nel corso degli ultimi anni passando da più ambiti.

Il primo ha previsto la creazione di un Comitato Tecnico Scientifico composto dalle Università di Milano, Brescia e Bologna, la verifica delle emissioni di gas serra di un campione rappresentativo di aziende Granlatte, l’estensione del risultato a tutte le aziende agricole Granlatte.  Una ricerca ha esaminato la produttività, le prestazioni gestionali e le pratiche agronomiche adottate dalle aziende anche in relazione alla collocazione geografica valutando in parallelo il possibile utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e la gestione e il trattamento delle acque reflue. L’analisi ha portato alladeterminazione, nel 2021, di un’impronta di carbonio della filiera pari a 1,50 kg di CO2 eq per kg di latte crudo. Con l’obiettivo di ridurre del 30% tale dato, sono state intraprese varie azioni ed una piattaforma digitaleraccoglierà nel giro di qualche mese tutti i dati qualitativi, ambientali e sociali volti a un monitoraggio costante degli indicatori di sostenibilità.

Il secondo passo è stato il raggiungimento della certificazione EPD sul latte crudo. Questo rappresenta un grande risultato per la cooperativa. Molti sono i prodotti Granarolo e Yomo ad aver ottenuto la certificazione EPD nel corso degli ultimi 20 anni, ma in Italia sul latte crudo si tratta della prima certificazione EPD in assoluto. La Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD) è definita dall’Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione (ISO) 14025 come una dichiarazione di Tipo III che “quantifica le informazioni ambientali sul ciclo di vita di un prodotto per consentire la comparabilità”.

Terzo passo è stato il grande risultato raggiunto sulBenessere Animale: il 100% della filiera Granlatte è certificata Classyfarm e Bonlatte. Classyfarm è la certificazione ministeriale e Bonlatte la certificazione proprietaria, definita con un Gruppo Operativo d’Innovazione finanziato dalla Regione Emilia-Romagna.e da fondi UE, che contempla un significativo numero di indicatori aggiuntivi e fornisce all’allevatore una serie di indicazioni per migliorare nel tempo. Tutti i dati sono inseriti nella piattaforma digitale della cooperativa.

In parallelo sul fronte dell’economia circolare Granlatte ha avviato il Progetto Biometano di filiera che prevede la costruzione di 10 impianti consortili in 3 anni situati in diverse regioni italiane. Essi produrranno 30 milioni di metri cubi all’anno di metano, ovvero l’equivalente di quanto necessario in termini di energia termica negli stabilimenti italiani di Granarolo, 500.000 tonnellate all’anno di fertilizzante naturale (digestato), evitando l’emissione in atmosfera di 60.000 tonnellate di CO2 eq.  Ad oggi 5 impianti consortili sono stati avviati: Gran Metano Mantova (formalizzato), Gran Metano Cremona (formalizzato), Gran Metano Brescia (formalizzato), Gran Metano Crema (ufficializzata la partenza a dicembre 2023), Gran Metano Varese (ufficializzata la partenza a dicembre 2023). Tre invece sono gli impianti di filiera proprietari già in funzione.

In termini di biodiversità è stato siglato un accordo con Conapi per la sottoscrizione di un disciplinare di buone pratiche agricole per la salvaguardia degli insetti impollinatori e la collocazione di arnie all’interno degli allevamenti. Attualmente nelle aziende agricole Granlatte sono presenti 350 alveari sparsi in diverse regioni italiane, per un totale di 17.450.000 api.  Ne deriva per gli allevatori la possibilità di richiedere finanziamenti nell’ambito dell’Ecoschema 5 della PAC 2023-2027. E da gennaio 2024 Granarolo è la prima azienda con il marchio “ApprovedByConapiBees” presente anche sulla confezione del Latte Biologico Granarolo.

Da ultimo fra le iniziative rivolte a una transizione sostenibile vi è anche la partenza a fine 2023 di un corso di formazione rivolto ai giovani agricoltori soci di Granlatte di età compresa tra i 25 e i 40 anni che mira a fornire strumenti concreti per far crescere le aziende nel segno della sostenibilità misurata, governando l’efficienza tecnica ed economica e promuovendo la condivisione e la capitalizzazione di conoscenze, esperienze e soluzioni.

“Nell’esperienza del Progetto di Sostenibilità Granlatte la cooperativa si è assunta gran parte degli oneri di progettazione, organizzazione, gestione dei dati e predisposizione della piattaforma digitale, con risultati positivi e apprezzati dai soci perchè i singoli allevatori non sarebbero stati in grado di affrontare la complessità di un tale progetto e questo ha come riflesso anche una riduzione degli oneri burocratici”, ha commentatoSimona Caselli, Presidente della cooperativa Granlatte. “Tuttavia, l’implementazione e la manutenzione del sistema sono molto impegnative e gli allevatori devono essere sostenuti in questa fase di grandi cambiamenti per le loro aziende, anche in prospettiva dell’entrata in vigore della nuova Direttiva CSRD. La transizione verso modelli sostenibili comporta costi tali che le risorse private dovranno comunque essere affiancate da quelle delle politiche pubbliche, che mantengono un ruolo fondamentale.Data la natura frammentata delle aziende agricole italiane ed europee, un’adeguata diffusione di queste innovazioni in tempi ragionevolmente brevi è possibile solo se affrontate in forma aggregata (cooperative, organizzazioni di produttori, filiere). Uno strumento come l’OCM, applicato anche al settore lattiero-caseario, a supporto dei Piani d’Azione per la Sostenibilità e degli investimenti nella digitalizzazione, nella certificazione e nei sistemi di controllo, sarebbe di aiuto per consentire una efficace transizione ecologica delle nostre filiere. L’OCM potrebbe fornire strumenti utili per favorire l’adozione di buone pratiche innovative, e può essere utilmente affiancato alle misure agro-climatico-ambientali dei PSR (benessere animale, biologico, agroenergia, biodiversità) ed agli eco-schemi della PAC (benessere animale, riduzione dei farmaci, biologico) utili a sostenere gli agricoltori nella fase di transizione”.




Masaf, al via bando per “Latte nelle scuole” con 6 milioni di euro

Il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste ha pubblicato oggi il decreto che dà il via al nuovo programma “Latte nelle scuole”. La dotazione è di 6 milioni di euro.

Da domani al 13 marzo i produttori del settore lattiero-caseario, le loro associazioni, cooperative o consorzi, potranno presentare i progetti per promuovere il consumo di latte e dei prodotti lattiero-caseari fra gli alunni nelle scuole primarie.

Analogamente al bando già avviato per “Frutta e verdure nelle scuole”, anche questa misura europea per la promozione del latte negli istituti sarà realizzata dal Masaf non più attraverso appalti a imprese attive nella distribuzione, ma con un modello che si rivolge direttamente al settore primario.

Con una dotazione di 6 milioni di euro e contributi a fondo perduto fino al 90% delle spese, il programma “Latte nelle Scuole” finanzia la fornitura e la distribuzione di prodotti lattiero-caseario fra gli alunni degli istituti scolastici primari, nonché azioni educative di accompagnamento tra cui corsi di degustazione, attività ludico-ricreative, visite a fattorie e azioni informative sull’agricoltura, sulle sane abitudini alimentari e sulle filiere. Si vuole così promuovere anche un approccio sostenibile, sensibilizzando gli alunni sul consumo equilibrato e le filiere corte, con un effetto protettivo sulla salute e di contrasto agli sprechi.

Il coinvolgimento diretto dei produttori potrà andare incontro all’efficienza della spesa, alla predilezione delle filiere locali e alla territorialità dei prodotti, oltre che a un minor impatto della logistica e della distribuzione.




Pratiche sleali, Lactalis: chiesta audizione da tempo a Icqrf. Procedura di verifica non ancora completata

In relazione a quanto apparso sui media, Lactalis precisa che la sua controllata Italatte ha da tempo chiesto formalmente ad ICQRF un’audizione per illustrare le scelte e le modalità del proprio operato e che hanno portato alla proposta di revisione delle condizioni contrattuali con gli allevatori nell’aprile dell’anno scorso. Tale richiesta è stata accolta da ICQRF e l’audizione si svolgerà nel corso delle prossime settimane e anche in tale sede Italatte rappresenterà la propria posizione.
Si ritiene altresì opportuno precisare che, allo stato, l’iter procedurale di verifica di ICQRF non risulta ancora completato e pertanto non può esservi alcuna evidenza dell’elevazione di sanzioni.
Lactalis, insieme ad Italatte, auspicano di proseguire nella linea del dialogo corretto e collaborativo con tutti gli attori del settore al fine di garantire quella sostenibilità economica di tutta la filiera lattiero-casearia di cui il paese Italia ha oggi grande bisogno.

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“La Centrale del latte di Roma è un’azienda in cui gli allevatori sono soci, che compra il latte dalla campagna romana e lo paga a un prezzo più alto di quello a cui viene comprato il latte nel Nord Italia e in particolare il latte della Lactalis. Ci fa quindi particolarmente piacere il fatto che si accenda un riflettore su questo aspetto. Per un’azienda come Centrale del latte è un fatto positivo, perché noi subiamo la concorrenza sul mercato romano e laziale di un latte che viene pagato meno e poi può essere venduto al consumatore a un prezzo più alto, un latte che spesso non ha la stessa qualità di quello che lavoriamo noi”. Lo ha detto ad Agricolae il presidente della Centrale del latte di Roma Fabio Massimo Pallottini, commentando la vicenda di alcune pratiche commerciali scorrette che sarebbero state accertate dall’Icqrf nei contratti della fornitura di latte, come anticipato da Agricolae.

“Noi non invochiamo naturalmente delle barriere commerciali tra regioni”, precisa Pallottini. “Però si tenga conto che Centrale del latte di Roma – e questo è un messaggio che deve arrivare ai consumatori – è vicina al mondo degli allevatori, che spinge sulla qualità del latte fresco, investe su questo segmento, perché pensa che sia una cosa utile non solo al sistema economico ma alla salute dei cittadini. Quindi tutto ciò che va incontro alla valorizzazione del prodotto del latte fresco è per noi un fatto positivo”.

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