DAZI E QUOTE LATTE AL CENTRO DELLA POLEMICA POLITICA. LEGA PUNTA AL MIPAAF

dazi e quote latte

Quote latte e dazi al centro della polemica politica. La Lega punta al Mipaaf. La risposta dell’Ue: Italia ha già pagato le sanzioni a Bruxelles

La Lega al centro delle polemiche attuali relative al made in Italy agroalimentare. E non a caso. Da quanto apprende AGRICOLAE infatti, il partito del Carroccio, da sempre attento al settore Primario (Luca Zaia ex minsitro), sembrerebbe abbia già messo la bandierina sul minsitero delle Politiche agricole. Ma è polemica sulla posizione presa dal leader Salvini, sia sulle quote latte che sui dazi. Se da una parte risponde sul tema quote latte parlando di “aguzzini”, dall’altra parte, seguendo la scia del presidente Usa Donald Trump, fautore di una politica fondata sui dazi, sostiene la linea del mercato protezionisitico. “Oggi c’è la polemica contro Trump che stupisce perché fa il contrario di quanto che accade in Italia, lui fa quello che ha promesso. Difende l’industria americana mettendo dei dazi perché dice di voler salvare le aziende. Ma tutti lo attaccano. Io voglio fare la stessa cosa qui in Italia, difendere le aziende”, ha dichiarato intervenendo a Mattino Cinque. Rispondendo poi, nello specifico, alla possibilta se mettere o meno dei dazi, Salvini ha risposto: “Si’, assolutamente”.

Forti le reazioni in Italia e in Europa. Su entrambi i temi. Parla di “follia’ il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina secondo il quale così “si distruggerebbero migliaia di imprese italiane esportatrici che subirebbero il contraccolpo dei mercati dove vanno e dove fanno numeri impressionanti”. Anche a fronte del progressivo aumento dell’export agroalimentare, proiettato verso i 50 miliardi di euro entro il 2020.

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A supporto della tesi di un mercato libero dai dazi, anche Paolo De Castro,Primo Vice presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo: “Considerando – come sa bene Salvini – che nessun Stato membro dell’Ue può unilateralmente introdurre dazi, cosa ne sarebbe delle nostre eccellenze agroalimentari?”. “A finire sotto attacco – prosegue De Castro- sarebbero vini, prosciutti, formaggi e altri prodotti che esportiamo per oltre 40 miliardi di euro, con una crescita del 7% solo nel 2017”. “Una politica protezionista – spiega il primo vice presidente- provocherebbe immediate ritorsioni sulle nostre esportazioni. Oppure l’amico Salvini pensa che i Paesi colpiti dai dazi “italiani” reagirebbero con un “grazie”?”. “Sarebbe forse meglio – conclude De Castro- che tutti lavorassero come noi per raggiungere al più presto l’obiettivo dei 50 miliardi di euro di esportazioni del Made in Italy”.

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A parlare anche il sottosegretario agli Esteri Benedetto della Vedova, promotore di +Europa con Emma Bonino.: “Il centrodestra con Salvini chiede i dazi, imita Trump e vuole il protezionismo, che sarebbe un suicidio per il Made in Italy. +Europa sta con la Merkel e Macron: vogliamo mercati regolamentati ma aperti per le merci delle nostre piccole e medie imprese, il cui export sta crescendo in modo significativo dando buona occupazione”.

Ad intervenire anche Paolo Tancredi, capogruppo Ap in commissione Bilancio e responsabile campagna
elettorale Civica popolare-Lorenzin: “La minaccia di protezionismo di Trump e’ senza dubbio pericolosa e preoccupante. Ma lo e’ ancora di piu’, in vista del voto del 4 marzo, la totale divergenza anche su questo tema tra Salvini e Berlusconi che si candidano a voler governare insieme il Paese. In meno di mezz’ora il leader della Lega ha preso nettamente le distanze dal presidente di FI, enfatizzando la sua posizione filo Trump. Ma l’Italia e’ un Paese che avrebbe solo da perdere dai dazi e dall’innalzamento di barriere commerciali: importiamo materie prime, che non abbiamo, ed esportiamo prodotti finiti da grande paese manifatturiero.

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Piu’ i mercati sono aperti e piu’ l’Italia ha chance. Certo, la globalizzazione pone problemi e criticita’, ma sono sfide che
possiamo vincere mettendo in campo la qualita’ che e’ il frutto della nostra cultura e della nostra storia. Sul piano
prettamente politico e’ chiaro che Salvini e Berlusconi stanno dando vita a una irresponsabile prova muscolare, che rischia di scaricarsi sulla pelle degli italiani. Gli elettori stiano attenti, perche’ il voto a questo centrodestra a trazione
leghista e lepenista e’ contro l’interesse nazionale”.

Spalleggia Salvini Alessandro Pagano della Lega-Salvini premier: “La Merkel attacca Trump sui dazi? Non c’è da stupirsi da chi ha sempre tutelato gli interessi della tecnofinanza europea, essendo tra i principali artefici della scomparsa del ceto medio. Il messaggio di Trump invece è chiarissimo: America first! Dall’inizio del suo mandato sta mantenendo quanto promesso in campagna elettorale. A partire dalla Flat tax, grazie alla quale le tasse stanno diminuendo, sono aumentati i consumi, il potere di acquisto delle famiglie, la borsa vola e la disoccupazione ha toccato i minimi storici. Ora il presidente Usa punta sul protezionismo per tutelare l’industria e i posti di lavoro. Il tutto nell’esclusivo interesse degli americani. Ineccepibile. E a Davos quei giganti politici e finanziari della Terra servi della finanza sono terrorizzati perché Trump rischia di rompere loro il giocattolo. Anche Salvini è temuto dall’establishment finanziario perché la Lega non è mai stata prona ai loro interessi. Con Salvini al governo la bussola sarà: prima gli italiani. Più lavoro, meno finanza. E anche noi manterremo gli impegni presi: dalla Flat tax, alla cancellazione della legge Fornero, dalla legittima difesa allo stop dell’invasione di clandestini”.

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Ma sul tavolo non c’è solo la questione dei dazi. Anche le quote latte rischiano di acquisire ujn ruolo di primo piano in questa campagna elettorale.
A mettere in chiaro le cose è stato Daniel Rosario, portavoce per l’Agricoltura della commissione europea. “Le multe non dovranno essere versate all’Unione, ma nelle casse dello Stato italiano. Che ha già pagato le sanzioni al netto del bilancio Ue per conto dei produttori che hanno splafonato nel periodo 1995-2009.

Matteo Salvini aveva affermato infatti ieri che con la Lega al governo, “ad essere multati non saranno gli allevatori ma gli aguzzini di Bruxelles”.

“La Commissione europea – ha detto Rosario – si limita a prendere nota della sentenza della Corte di cui studierà nei dettagli le implicazioni”. “Non si tratta e non si è mai trattato di imporre una multa all’Italia o ai produttori individuali, ma di applicare le stesse regole a tutti i produttori in tutti gli Stati membri. Secondo fonti comunitarie, l’ammontare delle multe non recuperate è pari precisamente a 1,268 miliardi di euro.