LEGGE STABILITÀ, CAI: BENE GLI AIUTI SETTORE AGRICOLO, AGROMECCANICI GHETTIZZATI

CAI

Cai: non si può pensare che uno dei settori strategici come il Made in Italy agroalimentare, che deve poter contare su un serbatoio di materie prime di alta qualità, privilegi solo una parte ristretta di operatori

“Se da un lato – dice Cai – la Legge di stabilità in attesa di approvazione dedica un po’ di attenzione al settore primario, con sgravi contributivi per i giovani che si iscrivono per la prima volta alla previdenza agricola, con la proroga del super e iper-ammortamento, con la cancellazione di Imu, Irap e Irpef, con gli incentivi fiscali per i giardini, dall’altro constatiamo la solita disattenzione verso il settore del contoterzismo agricolo, quasi fosse un’appendice esterna e non degna di poter beneficiare delle misure che potrebbero favorire la competitività”.

Così attacca il presidente della Confederazione degli Agromeccanici e Agricoltori Italiani (Cai), Gianni Dalla Bernardina, alla luce della prima bozza della Legge di stabilità.

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“Non si può pensare che uno dei settori strategici come il Made in Italy agroalimentare, che deve poter contare su un serbatoio di materie prime di alta qualità, privilegi solo una parte ristretta di operatori, tenuto conto che i giovani agricoltori sono circa l’11% del totale”, prosegue il vicepresidente di Cai, Sandro Cappellini.

Super e iper-ammortamento o l’agevolazione della Sabatini-ter, che prevede l’erogazione di un contributo in conto esercizio, a parziale copertura degli interessi relativi al finanziamento stipulato per l’acquisto o l’acquisizione in leasing di beni strumentali nuovi da parte delle piccole e medie imprese, secondo Cai, non sono sufficienti per una categoria che è riconosciuta come agricola dalle normative europee e che in Italia, con il subdolo gioco di sponda fra ministero delle Politiche agricole e Regioni, è discriminata su molti aspetti, dai patentini alle norme sulla prevenzione incendi, dall’Imu all’esclusione dai Programmi di sviluppo rurale.

“È una ghettizzazione che incentiva rapporti di filiera poco trasparenti – denuncia Dalla Bernardina – con tutto quello che ne consegue”.