COLDIRETTI ALL’ARREMBAGGIO DELLA CIA. SCRIVE AI SUOI: ANDATE PRESSO LE LORO MIGLIORI AZIENDE E PORTATELE A CASA. ECCO LA LETTERA

coldiretti made in italyLa Coldiretti all’arrembaggio della Confederazione italiana agricoltori. L’organizzazione di Palazzo Rospigliosi, con una lettera – di cui AGRICOLAE è venuta in possesso – sembra chiedere ai propri direttori e presidenti delle federazioni territoriali di andare “presso le loro migliori aziende informandole e portandocele a casa”. Per l’esattezza, la missiva firmata direttamente dal presidente dell’organizzazione di Palazzo Rospigliosi Roberto Moncalvo e dal  segretario generale Vincenzo Gesmundo recita: “In questi anni abbiamo indirizzato i nostri sforzi verso molteplici obiettivi crediamo che sia venuto il momento di orientare una quota parte del nostro lavoro in termini economici organizzativi e politico sindacali all’obiettivo di allargare la nostra presenza tra gli iscritti Cia. Serve che andiamo presso le loro migliori aziende informandole e portandocele a casa”.

Qui di seguito Agricolae riporta integralmente la lettera Coldiretti.

LETTERA COLDIRETTI: PORTATE A CASA LE AZIENDE DELLA CIATutto sembra nascere da un comunicato della Cia dello scorso 2 marzo in cui l’organizzazione guidata da Dino Scanavino stigmatizzava il fatto su come in campagna elettorale le varie parti concorrenti si siano spese usando l’etichetta come uno dei punti dei programmi “dimenticando che il quadro normativo di riferimento è l’Europa”. E quindi, sempre secondo la Confederazione di via Fortuny, “finendo per usare il cibo come strumento politico”.

La Cia, nel comunicato stampa, precisava anche come fosse favorevole all’etichettatura alimentare, ma spiegava che occorre tener conto di alcuni presupposti. “Prima di tutto – scriveva il presidente Dino Scanavino – i decreti italiani devono avere un analogo quadro in Ue” agendo “in un’ottica globale e non chiusa sempre nelle logiche nazionali”. In secondo luogo, “bisogna superare il concetto di tutela, per lavorare piuttosto sulla valorizzazione e la promozione del marchio e del sistema Made in Italy, in un’ottica di sostenibilità”. Altrimenti, in attesa di quanto possa accadere a Bruxelles, “l’indicazione di origine rischia di rappresentare solo un onere per i produttori”.

Qui di seguito Agricolae riporta il comunicato stampa originale che la Cia ha trasmesso il 2 marzo scorso:

ETICHETTA, CIA: SOLO CAMPAGNA ELETTORALE. VERA CAMPAGNA SIA EUROPEA

Posted by × Pubblicato il 02/03/2018 at 10:23

E’ corsa elettorale all’etichetta sui prodotti alimentari. A pochi giorni dal voto, si rincorrono da più parti annunci di nuove misure proposte come baluardo di difesa del Made in Italy, ma che finiscono per usare il cibo come strumento politico di chiaro stampo provinciale, dimenticando che il quadro normativo di riferimento è l’Europa. Per Cia-Agricoltori Italiani si rischia così di creare confusione tra produttori e consumatori, lasciando al mero esercizio di propaganda un tema così fondamentale per la salute e per l’economia.            “Come Cia siamo favorevoli all’etichettatura alimentare, che però deve tener conto di tre presupposti. Prima di tutto, i decreti italiani devono avere un analogo quadro in Ue; occorre quindi agire in un’ottica globale e non chiusa sempre nelle logiche nazionali. In secondo luogo, bisogna superare il concetto di tutela, per lavorare piuttosto sulla valorizzazione e la promozione del marchio e del sistema Made in Italy, in un’ottica di sostenibilità -spiega il presidente nazionale, Dino Scanavino-. Le indicazioni di origine sono le fondamenta da cui partire, all’interno però di una strategia più ampia di qualificazione produttiva e commerciale di filiera, focalizzata su Dop e Igp e orientata a rispondere ad esigenze e attese di mercato e consumatori. Avulsa da questa visione di filiera, infatti, l’indicazione di origine rischia di rappresentare solo un onere per i produttori. Infine, proprio in vista di un Regolamento Ue che sarà direttamente applicabile a tutti gli Stati membri, tra cui l’Italia, riteniamo che la scelta dell’indicazione di origine in etichetta ora sia più opportuna in forma facoltativa che obbligatoria e rappresenti comunque un ulteriore costo, che potrebbe subirne di aggiuntivi con l’entrata in vigore della normativa europea”.

Insomma, per Cia-Agricoltori Italiani, è fuorviante concentrarsi solo su annunci che hanno effetti più politici che economici, finalizzati alla campagna elettorale e non certo a risolvere i veri problemi dell’agricoltura.