Ue alle strette per non aver ascoltato Paesi e sindacati agricoli. Mentre PD, M5S, IV e LEU spingevano per stop sussidi

Ci sono voluti i trattori per le strade per far cambiare idea alla Commissione europea. Dopo mesi di politiche inascoltate da parte di alcuni Paesi membri – Italia capofila – Ursula Von der Leyen si è trovata ‘costretta’ a fare retromarcia e smentire le politiche attuate assieme a Timmermans. E a seguire il modello Italia.

La presidente della Commissione europea – che come prevedono i due trattati fondanti la Costituzione Ue – è deputata a proporre le leggi destinate a vincolare le politiche dei singoli Stati Membri, ha annunciato un dietrofront sulla riduzione dell’uso dei fitofarmaci in agricoltura sulla quale si era opposta con forza a più riprese l’Italia. Annunciando di lavorare a “sussidi pubblici” per far fronte alla perdita di resa.

L’Italia – al contrario di Francia e Germania – ha mantenuto i sussidi al gasolio agevolato mettendo sul tavolo circa un miliardo di euro l’anno e ha cercato di ‘guidare’ l’Europa nella direzione di scelte che potessero rendere sostenibile la cosiddetta transizione ecologica.

Proteste agricoltori, in Francia e Germania si chiede di seguire esempio Italia. Ecco le risposte italiane ai problemi Ue. I DATI

D’altronde in Italia si è andati vicini più volte all’eliminazione dei SAD.

Basti pensare a quando, nel 2021, il Partito Democratico presentò (due volte) una mozione per la “rimodulazione e/o eliminazione” dei Sussidi ambientalmente dannosi, i SAD, “a partire dalla prima iniziativa normativa utile, dando certezza e chiarezza ai beneficiari e prevedendo misure ad hoc per i settori maggiormente interessati, quali l’autotrasporto e l’agricoltura”. In primis il gasolio agricolo usato in mare e nei campi.

L’atto parlamentare, https://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=1/00561&ramo=CAMERA&leg=18 firmato da Stefania Pezzopane e controfirmato da Buratti, Morassut, Braga, Morgoni, Pellicani e Lorenzin, tutti del Partito Democratico, ricalcava di fatto la mozione del 5 maggio 2019 che spaccò già all’epoca il Parlamento, dove tra i firmatari risultava sempre Chiara Braga e Roberto Morassut era sottosegretario all’Ambiente http://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=1/00181&ramo=C&leg=18 .

In quel caso furono – a livello politico – Forza Italia, FDI e Lega a ‘bloccare’ l’eliminazione  coadiuvate dal lavoro svolto dalle organizzazioni agricole Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri che fecero sentire il loro peso di rappresentanza a livello sindacale nazionale.

Il Partito Democratico, Italia Viva, Leu e il Movimento Cinque Stelle ci avevano provato anche due anni prima, nel 2019. Riprendendo una mozione a prima firma di Rossella Muroni presentata il 10 maggio dello stesso anno con la quale si chiedeva di eliminare i sussidi ambientalmente dannosi veniva modificata ‘salvaguardando’ però l’agricoltura” e ripresentata il 25 novembre con tanto di resoconto dell’allora sottosegretario all’Ambiente Roberto Morassut. Ma stop comunque agli aiuti al grano, pomodoro, riso e zootecnia.

Al punto G del testo, della mozione 1-00181 si leggeva l’intento di “pervenire alla progressiva riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi di cui alla legge 28 dicembre 2015, n. 221, attraverso un percorso di transizione che contempli ipotesi alternative e compensative con carattere di sostenibilità, anche con l’eventualità di introdurre l’obbligo di valutazione ambientale preventiva dei sussidi, con l’obiettivo di salvaguardare, innovare e rafforzare le attività produttive collegate, a cominciare dall’agricoltura”.

 

Mozione Camera maggioranza su clima: eliminare sussidi ambientalmente dannosi salvaguardando agricoltura. Ecco il catalogo: figura anche sostegno a grano, pomodoro, riso e zootecnia. E non solo

Caro energia? mozione Pd per eliminare o rimodulare gasolio agricolo. Forza Italia chiede “transizione giusta”. Con i Sad è in gioco sopravvivenza Primario

Transizione ecologica, tutti i SAD in mano a Cingolani. Tra cui zootecnia, Xylella, pesca, pomodoro, soia, gasolio, etc. Ecco la tabella

Ma le politiche della Commissioni Ue non solo hanno dovuto fare i conti con le opposizioni di alcuni paesi come l’Italia e le sue rappresentanze, ma anche con le stesse istituzioni europee che rappresentano il popolo Ue. Con il voto del 22 novembre del 2023 dell’Assemblea plenaria il Parlamento europeo aveva infatti già respinto la proposta della Commissione europea per la riduzione del 50 per cento dell’utilizzo di fitofarmaci.

Fitofarmaci, Parlamento Ue respinge proposta Commissione su riduzione. I COMMENTI

Tante le partite aperte dei dossier europei dove l’Italia punta i piedi e cerca coalizioni in ambito comunitario per frenare politiche piovute dall’alto che sembrano essere non coincidenti con la realtà. Perché dopo la politica e le rappresentanze sindacali c’è – come insegna la storia – chi scende in piazza.

Pac, ecco come e perché sta violando art.39 del Trattato Ue




Odg, De Petris LeU Senato, su riconversione a metodo di allevamenti estensivi e pascolivi ed a sistemi senza gabbie

Atto Senato

Ordine del Giorno 0/2207/16/05

presentato da

LOREDANA DE PETRIS

martedì 8 giugno 2021, seduta n. 411

Il Senato,

In sede di esame dell’articolo 1, comma 2, lettera h)

Premesso che:

La strategia Farm to Fork all’interno del Green Deal impegna gli Stati Membri e migliorare le condizioni degli animali negli allevamenti, avviando una transizione verso un’agricoltura più sostenibile.

Il report di Chatham House, “Gli impatti del sistema alimentare sulla perdita di biodiversità” lanciato in collaborazione con il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) e Compassion in World Farming, ha identificato il sistema alimentare come prima causa di perdita di biodiversità, indicando la transizione verso un’agricoltura più sostenibile fra le “leve” che consentiranno di salvare la capacità degli esseri umani di continuare a produrre cibo di qualità per tutti.

I consumatori sono sempre più attenti alle condizioni in cui sono allevati gli animali: secondo Eurobarometro 2016 l’82 per cento degli europei riteneva che il benessere degli animali dovrebbe essere meglio tutelato e secondo Eurobarometro 2018 l’accento dell’opinione pubblica si era spostato dall’approvvigionamento di cibo su, fra l’altro, il benessere animale.

Recentemente nelle regioni Emilia Romagna (4 maggio 2021) e Abruzzo (27 maggio 2021) sono state approvate risoluzioni che impegnano Le Giunte regionali a una transizione a sistemi senza gabbie e con maggiore benessere animale.

L’Iniziativa dei Cittadini Europei End the Cage Age che chiede la fine dell’uso delle gabbie negli allevamenti ha raccolto 1,4 milioni di firme di cittadini europei, di cui circa 90.000 italiani.

Adottando una risoluzione sull’Iniziativa dei Cittadini Europei “End the Cage Age”, che chiede la dismissione delle gabbie negli allevamenti, il 21 maggio 2021 la Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo ha chiesto alla Commissione UE una revisione della direttiva europea sugli animali negli allevamenti 98/58/EC, “con l’obiettivo di dismettere l’uso delle gabbie negli allevamenti dell’UE”, guardando al 2027 come data per la dismissione,

Impegna il Governo a:

valutare la necessità di impegnare una parte cospicua delle risorse del Piano Nazionale complementare disponibili per i contratti di filiera e distrettuali per i settori dell’agroalimentare, pesca e acquacoltura al fine di sostenere gli allevatori nella riconversione a metodo di allevamenti estensivi e pascolivi, come l’allevamento all’aperto, grass fed e quello biologico, a sistemi senza gabbie per galline, scrofe, conigli, vitelli e quaglie e a sistemi a stabulazione Libera per vacche da latte (eliminazione “posta”).

(0/2207/16/5)

De Petris, Errani, Grasso, Laforgia, Ruotolo, Buccarella




Smart working, Confagricoltura Upa Siena. Epifani (Leu): Fondamentale ascoltare aziende e dare spazio alla contrattazione per capire criticità e normare

“La prima cosa che dovremo fare nel dibattito è una buona semantica, perché Smart working, lavoro agile, lavoro da casa son cose diverse tra loro” evidenzia l’onorevole Ettore Guglielmo Epifani (Liberi e Uguali) nel corso del convegno online dal titolo “Smart working. Il lavoro agile nel settore privato: prospettive e opportunità oltre l’emergenza” organizzato dall’Unione Provinciale Agricoltori di Siena in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Politiche e Internazionali dell’Università di Siena.

“Quando parliamo di smart working non parliamo solo della dimensione sociale del lavoro ma anche di una sua organizzazione fondata su autonomia e obiettivi, altrimenti diventa solo decentramento del lavoro” evidenzia Epifani.

“Quando questa crisi finirà occorrerà fare delle verifiche con le aziende per comprendere criticità e punti di forza, perché ognuna fa lavoro agile in modo diverso, chi con maggiori controlli e chi con più autonomie. Inevitabile poi la necessità di maggiori investimenti in innovazione” prosegue.

“Adesso siamo in una fase di passaggio, occorre affidarsi alla contrattazione perché ci sono aspetti da normare. Bisogna ripensare poi la formazione e il rapporto tra lavoratore e produttività dell’azienda. Serve perciò un confronto con le imprese per capire i problemi e poi fare le scelte legislative più opportune.

Grande spazio alla contrattazione dunque e poi si tireranno le somme, perché lo smart working non può essere la soluzione per tutte le aziende” conclude.




Interrogazione, Conte LEU Camera, su progetto di recupero agricolo La Balzana

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07677

presentato da

CONTE Federico

testo di

Mercoledì 2 dicembre 2020, seduta n. 437

CONTE. — Al Ministro dell’interno, al Ministro per il sud e la coesione territoriale. — Per sapere – premesso che:

il complesso agricolo denominato «La Balzana» sito in S.Maria La Fossa, è costituito da circa 31 terreni agricoli per un totale di 200 ettari di estensione, 20 abitazioni coloniche e 14 edifici rurali (capannoni e stalle);

il complesso è stato confiscato per 2/3 a Francesco Schiavone e Francesco Bidognetti, ritenuti i capi del clan camorristico di Casal di Principe; la residua parte è stata confiscata definitivamente agli eredi di Dante Passarelli, intestatario del complesso agricolo attraverso la società Pam srl, nel mese di maggio 2017, ed assegnata al comune di S. Maria La Fossa nel mese di dicembre 2017;

dopo molti anni di sostanziale abbandono, sull’area è stato attivato un intervento di recupero da parte di Agrorinasce, una società consortile a responsabilità limitata costituita dai comuni di San Cipriano d’Aversa, Casal di Principe, Casapesenna, S. Marcellino, S. Maria la Fossa, Villa Literno;

il progetto di Agrorinasce sul bene La Balzana è finalizzato alla realizzazione del Parco agroalimentare dei prodotti tipici della Campania, vale a dire valorizzare l’intera struttura per finalità agroalimentare con il recupero di tutte le infrastrutture e i terreni agricoli;

il progetto si propone di realizzare un parco dei prodotti tipici della regione Campania, con accoglienza/residenza, didattica, formazione specializzata, produzione e vendita di prodotti alimentari, turismo rurale; l’idea è di concentrare in un unico luogo la coltivazione di grano, pomodoro, ortaggi vari, frutta e altri prodotti agricoli tipici, gli allevamenti bufalini e di altri animali, la loro trasformazione in pane, pasta, conserve, mozzarella di bufala campana, carni e salumi, vini e liquori (in gran parte Igt e Dop, e poi prevedere la ristorazione, la pizzeria, l’insediamento di un istituto agrario con annessa azienda agraria per gli studenti, centri di ricerca e di formazione specializzata, residenze per i lavoratori, accoglienza per i turisti;

il 24 luglio 2019, il Ministero per il sud e la coesione territoriale ha stanziato circa 15 milioni di euro per il recupero della Balzana, nell’ambito dei fondi di sviluppo e coesione;

l’amministrazione comunale di Santa Maria La Fossa, proprietaria del bene, ha scelto il 29 novembre 2020 di fuoriuscire dal consorzio Agrorinasce, mettendo così a rischio la realizzazione del progetto del parco agroalimentare;

rischia, infatti, di saltare la ristrutturazione della cittadella agricola di 200 ettari, e si rischia di perdere il finanziamento di oltre quindici milioni di euro, in parte già erogati al Consorzio Agrorinasce;

la Balzana è uno dei beni confiscati più grandi del meridione e il rischio della perdita di ingenti finanziamenti volti alla sua valorizzazione appare come un colpo pesante per la legalità e la lotta alla criminalità organizzata sul territorio;

la gestione dei beni confiscati con il coinvolgimento di più comuni rappresenta in Campania la vera risposta civile e la possibilità di creare attività e lavoro utile;

il territorio non può perdere milioni di investimento su infrastrutture e servizi, sull’implementazione della filiera agro-alimentare, che dà occupazione a migliaia di addetti, ed è già duramente colpita dalla crisi;

il riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata è una opera di restituzione alle comunità, sia per il rilancio socio-culturale del territorio, sia per creare opportunità lavorative –:

se il Governo non ritenga di adottare iniziative per quanto di competenza per approfondire le notizie di cui in premessa e affinché il bene confiscato La Balzana continui a essere al centro di un importante progetto di recupero e rilancio, sia per il suo valore simbolico nella lotta alla criminalità, sia per le sue potenzialità di sviluppo economico e occupazionale.

(4-07677)




CANNABIS, DE PETRIS (LEU): RISPETTO DECISIONE CASELLATI MA MISURA ERA IN LINEA CON L. BILANCIO. ORA DISEGNO LEGGE PER EVITARE DANNO ECONOMICO

“Le dichiarazioni di inammissibilità non possono essere contestate, rispetto dunque la decisione ma non concordo perché quella sulla cannabis light era una norma molto importante per l’intero settore e per tutti gli agricoltori coinvolti”.

Così la senatrice Loredana De Petris ad AGRICOLAE, a seguito del giudizio di inammissibilità della presidente Elisabetta Casellati che ha così bloccato la norma che dava il via libera alla cannabis light. La misura, ricordiamo, prevedeva che la canapa industriale con un contenuto di Thc non superiore allo 0,5% non venisse più considerata come una sostanza stupefacente e di conseguenza ne venisse liberalizzata vendita e produzione.

“La manovra è una manovra economica, la legge di bilancio dovrebbe infatti mettere in campo tutte le misure che servono per la crescita del paese. Questa era dunque una misura perfettamente in linea, non è vero che è di natura ordinamentale, certamente modifica le norme ma come tutte le misure che devono in qualche modo assicurare o mettere in campo dei progetti che aiutano sotto il profilo economico” precisa De Petris.

“Qui ci sono in ballo dei pregiudizi che riguardano questa pianta ed è incredibile perché in realtà fa parte della tradizione del nostro paese” prosegue.

“Moltissimi agricoltori hanno investito in questo settore e nei confronti di una pianta che tra l’altro si adatta molto bene ai cambiamenti climatici. Per questi motivi si era tentato di creare un’economia attorno questa pianta, con 3.000 agricoltori che hanno già investito nel settore, ma incredibile è anche la pretesa che si può coltivare ma non commercializzare” dichiara la senatrice.

“È perciò evidente non solo il pregiudizio ma anche il caos che serpeggia nella destra, che confonde un settore produttivo con la droga libera. Trattasi invece di un vero e proprio settore industriale” precisa De Petris.

“È stato un errore quello della non ammissibilità da parte della presidente Casellati, ovviamente lei si è presa le sue responsabilità e noi non possiamo che prenderne atto. Da parte nostra invece continueremo questo lavoro e porteremo in aula il disegno di legge per una rapida approvazione. Ci sono già le firme per la dichiarazione d’urgenza ed ora dovremo recuperare velocemente quello che è un vero e proprio danno economico” sottolinea.

“Si è voluta invece fare la solita ideologia per propaganda, parlando di canne e droga libera” conclude la senatrice De Petris.




Mozione Camera maggioranza su clima: eliminare sussidi ambientalmente dannosi salvaguardando agricoltura. Ecco il catalogo: figura anche sostegno a grano, pomodoro, riso e zootecnia. E non solo

Fermo l’impegno del ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova a tutelare il settore agricolo e della pesca precisando che il comparto “non è il problema ma la soluzione dei cambiamenti climatici”. Ripescando una mozione presentata lo scorso 10 maggio da Rossella Muroni, Leu, controfirmata da Pd, Italia Viva, Movimento Cinque Stelle viene modificata cercando di salvaguardare l’agricoltura. E discussa lunedì 25 novembre con tanto di resoconto del sottosegretario all’Ambiente Roberto Morassut. Praticamente tutta la maggioranza coesa su un fronte: mettere mano ai SAD, i sussidi ambientalmente dannosi.

La mozione 1-00181 – che si limita ad essere un impegno e non un provvedimento esecutivo e la cui votazione è stata rinviata – tratta gli “eventi climatici estremi – alluvioni, siccità, ondate di calore, livello del mare e l’aumento del cuneo salino che si susseguono con sempre maggiore frequenza in diverse parti del mondo, determinando danni economici a persone, ad animali e a interi sistemi produttivi” si prevede “l’urgenza di un intervento netto e deciso per invertire tale processo non è più in alcun modo rinviabile, come ampiamente dimostrato dal sempre crescente numero di allarmi che giungono dall’intera comunità scientifica”.

Al punto G del testo, si legge l’intento di “pervenire alla progressiva riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi di cui alla legge 28 dicembre 2015, n. 221, attraverso un percorso di transizione che contempli ipotesi alternative e compensative con carattere di sostenibilità, anche con l’eventualità di introdurre l’obbligo di valutazione ambientale preventiva dei sussidi, con l’obiettivo di salvaguardare, innovare e rafforzare le attività produttive collegate, a cominciare dall’agricoltura”.

Tra i sussidi ambientalmente dannosi, figurano, per quanto riguarda il settore dell’Agricoltura e della pesca:

Indennità giornaliera per i lavoratori dipendenti da imprese adibite alla pesca marittima nei periodi di fermo obbligatorio;

Estensione della garanzia per i finanziamenti a favore delle imprese della pesca e dell’acquacoltura;

Sostegno specifico per la zootecnia bovina da carne: macellazione bovini;

Sostegno specifico per i seminativi: premio per la soia;

Sostegno specifico per i seminativi: premio per il riso;

Sostegno specifico per i seminativi: premio pomodoro da industria;

Sostegno specifico per i seminativi: frumento duro;

Misure per la competitività delle filiere agricole strategiche e per il rilancio del settore olivicolo nelle aree colpite da Xylella fastidiosa;

Sostegno specifico per la zootecnia bovina da latte;

Sostegno specifico per la zootecnia bufalina da latte;

Sostegno specifico per la zootecnia bovina da latte in zone montane;

Razionalizzazione e riconversione della produzione bieticolo-saccarifera in Italia;

Misura 4 PSR 2014-2020: Investimenti in immobilizzi materiali;

Misura 6 PSR 2014-2020: Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese;

Aiuti nel settore degli ortofrutticoli: sostegno ai programmi operativi delle Organizzazioni dei produttori;

Regime di pagamento di base;

Intervenuto in aula il sottosegretario al ministero dell’Ambiente Roberto Morassut che, tra le altre cose, ha precisato: “Quello che è certo è che il Governo ha messo al centro della propria azione e forse anche della propria identità questa materia che è una materia ribollente, difficile, non è una materia che crea soltanto consenso, è anche una materia che divide, che può creare conflitti, che può creare resistenze e lo stiamo vedendo in molti casi, ma che va affrontata sapendo che il tempo è una variabile indipendente di tutto questo.

C’è un proverbio che è stato ricordato nel recente congresso di Legambiente che voglio ricordare concludendo questa discussione, è un proverbio africano molto significativo e molto illuminante che dice: se vuoi andare veloce corri da solo; se vuoi andare lontano cammina con gli altri. Oggi noi abbiamo l’obbligo di correre con gli altri cioè di andare veloci e di arrivare lontano e dobbiamo farlo naturalmente non issando bandiere di partito ma attraverso una grande operazione culturale”.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica il catalogo dei SAD:

csa_ii_edizione_2017_luglio_2018

catalogo_sussidi_ambientali 2016(1)

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la mozione:

http://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=1/00181&ramo=C&leg=18

Tutto nasce dalla risoluzione del Parlamento europeo sull’emergenza climatica globale. E che oggi è stata approvata. A commentare è stata la responsabile Ambiente del Pd Chiara Braga: “Oggi il Parlamento europeo ha approvato la dichiarazione di emergenza climatica e ambientale. Il Pd ha presentato da mesi una mozione a prima firma del nostro vicesegretario Orlando perche’ anche l’Italia faccia la stessa cosa”. “Finalmente questa settimana la questione è stata discussa alla Camera, condivisa da tutta la maggioranza, ora – aggiunge – è importante che tutto il Parlamento sostenga questa proposta. Le emissioni continuano a crescere, l’Italia anche in questi giorni è sconvolta da nord a sud da calamità causate dai cambiamenti climatici. Non c’è più tempo: chiediamo al ministro Costa e al nostro governo di dichiarare subito – conclude Braga – lo stato di emergenza climatica e ambientale”.




MANOVRA, EMENDAMENTI ‘AGRICOLI’ DI LEU: TERRA AI GIOVANI E ALLE DONNE, CAPORALATO, AGRICOLTURA SOCIALE E FAUNA SELVATICA

Leu ripropone il tavolo sul caporalato, l’agricoltura sociale, la questione legata alla fauna selvatica e la terra – anzichè al terzo figlio – ai giovani e alle donne.

Qui di seguito AGRICOLAE pubblica gli emendamenti più significativi ‘agricoli’ di Leu alla Camera alla Manovra di Bilancio.

Dopo il comma 1 aggiungere i seguenti:

«1-bis. Allo scopo di promuovere la programmazione di una proficua strategia per il contrasto al fenomeno del caporalato e del connesso sfruttamento lavorativo in agricoltura, è istituito, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il “Tavolo caporalato”, di seguito “Tavolo”.

1-ter. Il Tavolo, presieduto dal Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali o da un suo delegato, è composto da rappresentanti del Ministero dell’interno, del Ministero delle politiche agricole alimentari forestali e del turismo, del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, dell’ANPAL, dell’Ispettorato nazionale del lavoro, dell’INPS, del Comando Carabinieri per la tutela del Lavoro, della Guardia di Finanza e delle regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano. Possono partecipare alle riunioni del tavolo rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori del settore e delle organizzazioni del terzo settore.

1-quater. I componenti del Tavolo sono nominati in numero non superiore a quindici.

1-quinquies. Con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo e con il Ministro dell’interno, da adottare entro giorni 60 dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono stabiliti l’organizzazione e il funzionamento del Tavolo, nonché eventuali forme di collaborazione con le sezioni territoriali della Rete del lavoro agricolo di qualità.

1-sexies. Il Tavolo opera per 3 anni dalla sua costituzione e può essere prorogato per un ulteriore triennio. Il decreto di proroga è adottato con la medesima procedura.

1-septies. Al Tavolo sono attribuite le seguenti funzioni:

a) definizione degli obiettivi strategici;

b) elaborazione delle misure specifiche da sviluppare per migliorare le condizioni di svolgimento dell’attività lavorativa stagionale di raccolta dei prodotti agricoli;

c) individuazione delle misure per la sistemazione logistica e il supporto dei lavoratori.

1-octies.Per lo svolgimento delle sue funzioni istituzionali il Tavolo si avvale del supporto di una segreteria costituita nell’ambito delle ordinarie risorse umane e strumentali della Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.

1-novies. La partecipazione al tavolo dei componenti, anche se soggetti esterni all’amministrazione, non deve comportare ulteriori oneri a carico della finanza pubblica, è pertanto gratuita e non dà diritto alla corresponsione di alcun compenso, indennità o emolumento comunque denominato, salvo rimborsi per spese di viaggio e di soggiorno.

1-decies. La spesa complessiva relativa agli oneri di funzionamento del Tavolo è a valere sul Fondo nazionale per le politiche migratorie di cui al comma 1.

FORNARO, FASSINA, PASTORINO

Motivazione

Si recupera previsione rimasta fuori

No alla terra legata al terzo figlio ma per giovani e donne

ART.49

FORNARO, FASSINA, PASTORINO,

Apportare all’articolo le seguenti modificazioni:

a) al comma 1:

1) sopprimere le parole “Al fine di favorire la crescita demografica”;

2) sostituire le parole ” ai nuclei familiari con terzo figlio nato in uno degli anni 2019, 2020 e 2021, ovvero a società costituite da giovani imprenditori agricoli che riservano ai predetti nuclei familiari una quota societaria almeno pari al 30 per cento” con le seguenti: “a società costituite da giovani imprenditori agricoli che assegnano una quota societaria non inferiore al 30 per cento a soggetti svantaggiati di cui all’articolo 1, lettera a), della legge 18 agosto 2015, n.141,”;

b) al comma 2) sostituire le parole ” Ai nuclei familiari” con le parole “Alle società”

Fondo danni fauna selvatica

ART.49

FORNARO, FASSINA, PASTORINO,

Dopo l’articolo, aggiungere il seguente:

“Art.49-bis

(Fondo per il risarcimento dei danni arrecati dalla fauna selvatica)

​”1. All’articolo 26 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, sono aggiunti, in fine, i seguenti commi:

​«4-bis. A decorrere dall’anno 2019 è istituito nello stato di previsione del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare un apposito Fondo specificamente riservato al risarcimento dei danni arrecati alla produzione agricola dalla fauna selvatica all’interno delle aree protette di cui alla legge 6 dicembre 1991, n. 394, nonché delle aree contigue di cui all’articolo 32 della medesima legge.

​4-ter. Il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare provvede, con proprio decreto, acquisito il parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, alla ripartizione annuale delle risorse disponibili nel Fondo.

​4-quater. Gli enti di gestione delle aree protette possono impegnare quota parte delle dotazioni trasferite dal Fondo di cui al comma 4-bis anche per la concessione di incentivi agli imprenditori agricoli finalizzati all’adozione di misure per la prevenzione dei danni».”

Conseguentemente all’articolo 90, comma 2, sostituire le parole “250 milioni di euro” con le seguenti: “220 milioni di euro”,

Fondo agricoltura sociale

ART.49

FORNARO FASSINA, PASTORINO,

Dopo l’articolo, aggiungere il seguente:

“Art.49-bis

(Fondo per lo sviluppo dell’agricoltura sociale)

​1. È istituito nello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e del turismo il Fondo per lo sviluppo dell’agricoltura sociale, con dotazione pari a 3 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2019, finalizzato alla promozione della sperimentazione e al sostegno di iniziative rivolte alla formazione e all’assistenza tecnica degli operatori dell’agricoltura sociale, come definita dall’articolo 2 della legge 18 agosto 2015, n.141. Agli oneri di cui al presente comma, pari a 3 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2019, si provvede mediante le maggiori entrate derivanti dalle disposizioni di cui al comma 2.

​2. A decorrere dal 1 gennaio 2019, al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, sono apportate le seguenti modificazioni:

​a) al numero 13) della Tabella A, parte II, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «, ad eccezione dell’olio di palma e dell’olio di palmisto;»;

​b) al numero 50) della Tabella A, parte III, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «, ad eccezione dell’olio di palma e dell’olio di palmisto;»;

​c) al numero 51) della Tabella A, parte III, le parole: «oli e grassi animali o vegetali parzialmente o totalmente idrogenati e» sono soppresse.

​3. Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e de turismo, d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, provvede annualmente, con proprio decreto, alla ripartizione delle risorse del Fondo di cui al comma 1.”




LEGGE FILIERA CORTA. 228 SI E 174 NO. I COMMENTI DELL’OPPOSIZIONE E DELLA MAGGIORANZA. I VIDEO

La Camera approva con 228 sì e 174 no la proposta di legge sul chilometro zero, o ‘utile’ e la filiera corta. A prima firma Rosalba Cimino, M5S. Critica l’opposizione, che avrebbe voluto una “maggiore condivisione” sull’argomento.

”Un‘occasione perduta – per il capogruppo Leu in Commissione Agricoltura della Camera, Federico Fornaro: “si sarebbe potuto arrivare con un pò di disponibilità da parte della maggioranza, a un testo condiviso”, spiega ad AGRICOLAE. “Invece è un testo farraginoso, contradditorio e soprattutto senza risorse economiche nel senso che non ci sono soldi né per incentivare i produttori e tantomeno i comuni. Pensando alle aree deboli poteva essere uno strumento per rilanciare l’agricoltura e le aree svantaggiate”.

“Sicuramente un’occasione persa” per la vicepresidente della Comagri Susanna Cenni, in quota Pd. “In agricoltura siamo sempre riusciti, nelle cose importanti, a raggiungere accordi tra maggioranza e minoranza”, spiega ad AGRICOLAE. “Ci siamo invece trovati davanti a un imposizione e a un’accelerazione che ha prodotto una legge inutile con grandi pecche che va a stravolgere norme che invece già normavano passaggi importanti sulla filiera corta. Peccato”.

Una legge necessaria invece per il presidente della Commissione Agricoltura della Camera Filippo Gallinella, M5S.

“Sono molto felice che con la maggioranza abbiamo portato a casa questa legge”, spiega ad AGRICOLAE. “Nella passata legislatura la maggioranza non c’è mai riuscita, quindi credo che il loro ‘no’ sia un ‘no’ di invidia”. Secondo Gallinella “la legge chiarisce cosa è il chilometro zero utile e cosa è invece la filiera corta e prevede che, se il produttore ha questi prodotti, deve essere avvantaggiato”. Non solo: “riguarda la fornitura per la ristorazione collettiva e introduce il pesce fresco”. Ma la “chiave di svolta” è, per l’esponente M5S, “il logo volontario che si può mettere nella Gdo e nei ristoranti”. Un doppio vantaggio, prosegue Gallinella: “più risorse per il territorio e quindi più occupazione. La nostra cornice è un quadro nazionale che secondo me avrà solo risvolti positivi”.

La legge approderà poi in Senato dove incontrerà l’iniziativa parallela della commissione Agricoltura di Palazzo Madama sulle Piccole produzioni locali.




INTERROGAZIONE FORNARO, LEU CAMERA, SU GRANO CAPPELLI

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-00448

presentato da

FORNARO Federico

testo di

Lunedì 17 settembre 2018, seduta n. 45

FORNARO e MURONI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

il grano Cappelli è una varietà di grano duro molto antica, risalente al 1915. Negli ultimi 20, 25 anni è stato usato soprattutto in agricoltura biologica, in quanto sembra che il seme si adatti molto bene a questa tecnica;

fino al 2016 gli agricoltori interessati al grano Senatore Cappelli acquistavano il seme presso due ditte sementiere italiane che si occupavano della sua moltiplicazione, quindi lo coltivavano e il grano ottenuto veniva o venduto come prodotto a società di trasformazione o trasformato in altri prodotti;

il Cappelli è iscritto nel registro delle varietà di specie agrarie (codice Sian 1297) tenuto presso il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, mentre i diritti patrimoniali derivanti dallo sfruttamento della varietà sono riconosciuti al Crea;

a luglio 2016 il Crea, con un bando pubblico, ha affidato la licenza esclusiva per 15 anni alla Società italiana sementi (Sis) che ha quindi ora i diritti di moltiplicazione e commercializzazione del seme, che vende agli stessi agricoltori;

sembrerebbe che la Sis abbia stipulato con gli agricoltori accordi che prevedono precisi obblighi a carico dei coltivatori relativamente alla consegna della totalità della granella prodotta, la quale verrebbe, secondo tali accordi, destinata, in quota parte, alla riproduzione in purezza e, in quota parte, al mercato della trasformazione;

il Cappelli, con ben oltre 1.000 ettari coltivati nel nostro Paese, è la qualità di grano duro antico più seminato in Italia con una produzione, nel 2017, di circa 2,5 milioni di chilogrammi;

l’eventuale monopolio di questo importante alimento conosciuto e usato da persone con intolleranze al glutine potrebbe far lievitare di molto il prezzo e di fatto non renderlo accessibile a tutti;

è pertanto necessario trovare urgentemente una soluzione a questa mancanza di semente ed evitare che, per il terzo anno consecutivo, le imprese siano poste nelle condizioni di non poter realizzare o continuare le filiere volte alla produzione di pasta grano duro Cappelli –:

in vista delle prossime semine di ottobre/novembre 2018, se il Ministro interrogato non intenda assumere urgentemente iniziative, per quanto di competenza, per permettere a tutti gli agricoltori di accedere alle sementi di grano Cappelli ed evitare per il terzo anno consecutivo un grave danno economico per centinaia di agricoltori, e in particolare per quelli biologici, con una conseguente insoddisfazione per i consumatori.
(5-00448)

GRANO, PESCE: CONFRONTO CON IL CREA E PORTATORI INTERESSI COMPARTO PRODUTTIVO

“Il grano duro Cappelli è una varietà storica – ha ricordato il sottosegretario – e si configura come una varietà di pubblico dominio. Per questo nel prospetto di costituzione non è presente il costitutore ed è stato identificato il CREA di Foggia quale responsabile della conservazione e purezza” della varietà “senza che questa subisca modificazioni apprezzabili”. Da ciò ne consegue che ai materiali di propagazione della varietà non può essere associato alcun diritto del costitutore” in quanto la “privativa protegge la varietà e per essere tutelata uno dei requisiti è la novità”. In assenza di diritti di proprietà individuale “si può far riferimento solo alle disposizioni che disciplinano la commercializzazione delle sementi del 1971”, osserva Pesce che aggiunge: “Questo ministero fin dal momento dell’iscrizione ha indicato il Crea come unico soggetto responsabile del mantenimento della purezza genetica della varietà. In tale contesto il Crea ha anche il diritto di sviluppare licenze con terzi a cui affidare la riproduzione del seme per la moltiplicazione ai fini della successiva diffusione e commercializzazione e e i ricavi sono interamente reinvestisti nell’attività di ricerca del comparto di riferimento. Ad oggi la licenza è stata attribuita per l’Italia alla società italiana sementi (Sis) per il periodo 23 dicembre 2016 – 22 dicembre 2031 previo avviso pubblico per l’acquisizione da parte di ditte sementiere. La Sis ha dato il via ad attività di moltiplicazione con la campagna 2017. La licenza limita l’esclusiva alla sola moltiplicazione del seme certificato per ottenere il seme di seconda produzione di libera vendita. La campagna di commercializzazione 2017 ha approvato 64mila ettari a frumento duro di cui 393 afferiscono alla varietà Cappelli”. Va considerato, ha aggiunto il sottosegretario “che le varietà commercializzate nell’annata 2017 sono state oltre 180” e con riferimento alla campagna di semina 2017-2018 “gli ettari destinati alla produzione Cappelli sono poco meno di 5000 e quasi 500 gli agricoltori coinvolti con un offerta di prezzo di acquisto di 60-80 euro al quintale per prodotto convenzionale e biologico”. “Per evitare, tuttavia, qualsiasi problema sulla tematica” del grano duro Cappelli “questo ministero – ha concluso Pesce – procederà quanto prima a un confronto articolato con il Crea e con i portatori di interessi del comparto produttivo, nell’ambito del gruppo di lavoro per la protezione delle piante sezioni sementi, in cui sono presenti tutti gli attori della produzione agricola, ferma restando la necessità di tutelare e mantenere il seme in purezza”.