Libia, Lega: ok risoluzione per tutela nostri pescatori

“Garantire lavoro e sicurezza ai nostri pescatori. Bene l’approvazione della risoluzione unitaria di maggioranza nelle commissioni Affari esteri e Agricoltura della Camera che va in questa direzione. Dal Parlamento un segnale forte. La Pesca italiana deve essere al centro dell’agenda nei rapporti con la Libia”.
Così i deputati della Lega Paolo Formentini, vicepresidente della commissione Affari esteri, e Lorenzo Viviani, capogruppo in commissione Agricoltura e capo dipartimento Pesca del partito.



Libia, Pignatone (M5s): governo lavorerà per soluzione definitiva a tutela dei pescatori siciliani

“Oggi Montecitorio ha tracciato le linee di intervento affinché le vicende dei pescherecci ‘Afrodite’ e ‘Aliseo’ diventino solo un triste ricordo e non si verifichino più. Con l’accordo unanime delle forze politiche di maggioranza, infatti, il Governo è stato impegnato a lavorare per trovare una soluzione definitiva alla controversia con la Libia che diventerà un impegno diplomatico primario e imprescindibile per il nostro Paese”. Lo dichiara il deputato Dedalo Pignatone (M5S) a seguito dell’approvazione, nelle commissioni Esteri e Agricoltura della Camera, della risoluzione congiunta sulla controversia tra Italia e Libia in materia di zone di protezione della pesca (ZPP).
“Accanto a un deciso dialogo diplomatico – prosegue – il Governo si è impegnato a definire un accordo di partenariato sulla pesca, sul modello di quelli già stipulati con alcuni Paesi della costa occidentale dell’Africa, che consenta ai nostri pescatori di accedere, legalmente e in sicurezza, alla zona di pesca libica, favorendo iniziative di cooperazione tra marinerie nel rispetto delle legittime aspettative dei rispettivi comparti. Attenzione verrà posta poi sulle tradizioni di pesca di specifiche realtà imprenditoriali e geografiche italiane che per più lungo tempo hanno esercitato attività di pesca nelle zone su cui la Libia ha dichiarato propri diritti di sovranità esclusiva”.
“Il Mediterraneo deve divenire luogo di scambio e confronto – aggiunge il parlamentare -, per questo chiediamo l’organizzazione di una ‘Conferenza mediterranea’ con la partecipazione di tutti i Paesi rivieraschi mentre sarà il tavolo tecnico interministeriale tra Maeci, Difesa, Trasporti, Mipaaf, Mise e Lavoro, di concerto con la Conferenza Stato-Regioni, a sviluppare soluzioni anche al fine di predisporre strumenti straordinari di sostegno per i pescherecci che operavano tradizionalmente nelle acque della ZPP libica o a rendere strutturali i sussidi alle famiglie danneggiate dall’interruzione dell’attività di pesca” conclude.



Risoluzione, Formentini Lega Camera, su tutela pescherecci operanti in acque rivendicate da Libia

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00690

presentato da

FORMENTINI Paolo

testo di

Venerdì 25 giugno 2021, seduta n. 530

Le Commissioni III e XIII,

premesso che:

il 6 maggio 2021 il motopeschereccio Aliseo è stato colpito da alcuni proiettili sparati da imbarcazioni della Guardia costiera libica, a circa 35 miglia nautiche dalla costa libica, a nord della città di Al Khums, situata in Tripolitania a 120 chilometri a est di Tripoli;

la stessa imbarcazione, insieme ad altri due motopescherecci, era stata oggetto, tre giorni prima, di un tentativo di sequestro nella autoproclamata Zona di protezione di pesca (Zpp) libica corrispondente alla Cirenaica, fallito solo grazie al tempestivo intervento della Marina militare italiana;

il 1° settembre 2020, inoltre, il peschereccio Anna Madre era scampato a un tentativo di sequestro da parte delle autorità libiche, mentre era invece riuscita alle forze facenti capo al generale Khalifa Haftar la cattura dell’Antartide, del Medinea e dei relativi equipaggi, poi trattenuti in Cirenaica per ben 108 giorni;

ancora prima, il 6 ottobre 2018, era stata la volta dell’Afrodite Pesca e del Matteo Mazarino, sequestrati da motovedette libiche che avevano aperto il fuoco contro di loro e quindi tratto a terra i rispettivi equipaggi, liberati sei giorni dopo in seguito ad intensa attività diplomatica;

questi incidenti hanno confermato la pericolosità della zona prospiciente le coste della Libia, definita non casualmente «ad alto rischio» per tutte le imbarcazioni già nel maggio 2019 dal Comitato interministeriale per la sicurezza dei trasporti;

i motopescherecci italiani si spingono nel tratto di mare in questione, alla ricerca del pregiato gambero rosso, diffuso soprattutto nelle acque a sud di Mazara del Vallo, ma presente anche in quelle libiche;

la Libia ha firmato, ma non ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite per il diritto del mare (Unclos) e si attiene, pertanto, al diritto internazionale consuetudinario che regola la materia;

nel 2005 la Libia ha unilateralmente autoproclamato una Zona di protezione di pesca (Zpp), a partire dalla contestata linea di chiusura del Golfo di Sirte e per una profondità di 74 miglia nautiche dalle linee di base, senza oltrepassare la linea mediana tra Italia e Libia, ma riservandosi in esclusiva lo sfruttamento delle risorse ittiche locali ed il diritto di concedere eventuali licenze alle imbarcazioni di paesi terzi;

alla decisione libica aveva fatto immediatamente seguito la protesta dell’Unione europea, che aveva contestato l’estensione della Zona di protezione di pesca, nella parte che si proietta a partire dalla linea di chiusura del Golfo della Sirte;

nel 2009, la Libia ha altresì dichiarato unilateralmente una Zona economica esclusiva (Zee), autoattribuendosi il diritto allo sfruttamento esclusivo delle risorse naturali ivi presenti, oltre a quelle ittiche, «sino ai limiti permessi dal diritto internazionale»;

né l’Italia, né l’Unione europea hanno mai assunto misure politicamente significative contro la decisione libica di trasformare in mare territoriale l’intero Golfo della Sirte;

la questione di una ridefinizione dei termini della Zpp non è stata affrontata neppure in sede di negoziato sul trattato Italia-Libia del 2008, ma il testo dell’accordo che ne è scaturito, all’articolo 17, contempla la pesca tra le materie su cui sviluppare una collaborazione tra Italia e Libia;

la delimitazione dei confini marittimi è materia di competenza degli Stati, anche se membri dell’Unione europea;

la stipula di accordi di pesca ricade, invece, sotto la competenza dell’Unione europea;

in assenza di accordi si può procedere ad intese di carattere privato, come quella siglata il 12 marzo 2019 – e in seguito sospesa – tra Federpesca e la Libyan Military Investment and Public Works Authority di Bengasi (emanazione economica della Lna dei generale Haftar), volta a consentire, a un certo numero di pescherecci di Mazara del Vallo, di operare in acque libiche;

analoga intesa è quella siglata il 13 gennaio 2018 tra il Distretto della Pesca e Crescita Blu – Cosvap di Mazara del Vallo e l’Autorità generale dell’ambiente marino libico;

i pescatori italiani, nonostante la Marina e il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale lo sconsiglino, e a dispetto dell’imprevedibilità delle conseguenze cui espongono sé stessi, continuano ad entrare in acque contese;

la direzione generale della pesca del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha raccomandato alle associazioni di categoria di sensibilizzare gli associati «perché rispettino appieno la legislazione libica, si tengano con i loro battelli a notevole distanza dalle coste libiche, ivi compresa la Zona di protezione, al fine di non incorrere in spiacevoli situazioni che potrebbero, tra l’altro, ripercuotersi sui rapporti bilaterali dei due Paesi»;

il comparto della pesca di Mazara del Vallo ha un volume superiore a 200 milioni di euro e circa 10 mila addetti, considerando anche l’ampio indotto;

la spinta alla territorializzazione del mare è sempre più forte nel Mediterraneo ed anche l’Italia si accinge a delimitare la propria Zee, dopo aver subito le conseguenze delle iniziative assunte nella stessa direzione da altri Paesi rivieraschi;

proprio la circostanza che l’Italia provvederà presto a delimitare la propria Zee permette di aprire dei negoziati con i Paesi che lo hanno già fatto ed in particolare con la Libia, che ha un nuovo Governo unitario;

sarà quindi possibile trattare con le controparti mediterranee i termini di altrettanti accordi che consentano di determinare in modo equo i confini delle rispettive Zee, permettendo altresì di dare continuità alla partecipazione italiana allo sfruttamento delle risorse ittiche presenti nelle Zpp frequentate storicamente dai nostri motopescherecci, eventualmente considerando qualche forma di garanzia dello Stato alle intese bilaterali stipulate su basi privatistiche dalle società dei pescatori con le autorità rivierasche;

può contribuire ad assicurare un futuro a questa importante attività un serio programma di cooperazione con i Paesi nord africani che sia finalizzato all’adozione di piani di gestione degli stock che prevedano un prelievo razionale e sostenibile delle risorse, nonché adeguate aree di ripopolamento e protezione;

un ruolo in questa direzione può svolgerlo anche l’Unione europea, cui spetta il compito di definire la politica della pesca in ambito comunitario e dispone di una propria autonoma capacità diplomatica,

impegnano il Governo:

ad adottare iniziative per sollevare, in sede bilaterale e multilaterale, la questione della legittimità delle proclamazioni unilaterali della Zee e della Zpp libiche, in particolare sotto il profilo della completa territorializzazione del Golfo della Sirte, anche al fine di attivare un processo negoziale sulla materia, ora che la legge consente anche all’Italia di proclamare la propria Zee;

a promuovere la costituzione di un tavolo di crisi, con la partecipazione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, del Ministero dello sviluppo economico, di concerto con la Conferenza Stato-regioni, per la predisposizione di strumenti straordinari di sostegno e di messa in sicurezza dei pescherecci italiani operanti in acque rivendicate dalla Libia, nelle more della definizione di un nuovo quadro di intese tra Italia e Libia;

ad adottare iniziative volte a promuovere, da parte libica, la riattivazione ed attuazione dell’accordo Italia-Libia del 2008, con specifico riferimento all’articolo 17 concernente la cooperazione bilaterale in materia di pesca;

ad adottare iniziative volte a facilitare e garantire, nel frattempo, eventuali intese di natura privatistica finalizzate all’ottenimento di licenze di pesca, in conformità con la legge libica e compatibilmente con l’ordinamento giuridico dell’Unione europea, volti a consentire ai pescherecci italiani di operare in acque libiche;

ad assicurare la continuità della presenza militare marittima italiana nel Canale di Sicilia in funzione di sorveglianza preventiva, anche a protezione del rispetto degli eventuali accordi privatistici che consentano ai pescherecci italiani di agire nella Zpp libica;

ad adoperarsi in sede di Unione europea per la definizione di un accordo di partenariato nel settore della pesca con la Libia, che permetta ai pescatori europei di accedere, legalmente e in sicurezza, alla zona di pesca sotto giurisdizione libica e favorire al contempo iniziative di cooperazione tra i pescatori europei e quelli libici;

ad adoperarsi affinché le autorità libiche ratifichino la convenzione Unclos;

ad adottare iniziative, anche di tipo normativo, per sostenere economicamente le famiglie danneggiate dall’interruzione delle attività di pesca connessa alla mancata risoluzione della controversia sulla Zona di pesca protetta libica;

ad adottare iniziative volte a prevedere forme di accantonamento di risorse di tipo indennitario per gli armatori a cui ingiustamente sia stata sequestrata l’imbarcazione.

(7-00690) «Formentini, Viviani, Billi, Bubisutti, Cecchetti, Coin, Comencini, Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, Gastaldi, Germanà, Golinelli, Liuni, Lolini, Loss, Manzato, Picchi, Ribolla, Snider, Tarantino, Zoffili».




Risoluzione, Fassino Pd Camera, su tavolo di crisi a tutela e sostegno pescherecci italiani in acque rivendicate da Libia

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00667

presentato da

FASSINO Piero

testo di

Lunedì 24 maggio 2021, seduta n. 514

Le Commissioni III e XIII,

premesso che:

il 6 maggio 2021 il motopeschereccio Aliseo, appartenente alla marineria di Mazara del Vallo, è stato colpito da proiettili sparati da imbarcazioni della Guardia costiera libica, a circa 35 miglia nautiche dalla costa libica, a nord della città di Al Khums, situata in Tripolitania a 120 chilometri a est di Tripoli;

l’incidente, in cui il comandante del naviglio ha riportato lievi ferite, conferma la pericolosità della zona prospiciente le coste della Libia, definita «ad alto rischio» per tutte le imbarcazioni già nel maggio 2019 dal Comitato interministeriale per la sicurezza dei trasporti;

le imbarcazioni italiane si spingono nel tratto di mare in questione per pescare soprattutto il gambero rosso, crostaceo pregiato diffuso soprattutto nelle acque a sud di Mazara del Vallo, ma presente anche in quelle libiche;

lo stesso Aliseo, insieme ad altri due motopescherecci, tre giorni prima era stato oggetto di tentativo di sequestro nella Zona di protezione di pesca (Zpp) libica in area Cirenaica, sequestro scongiurato dal tempestivo intervento della Marina militare italiana;

la Marina libica di Al-Khoms, di cui la Guardia costiera fa parte, ha smentito di aver sparato contro i pescherecci italiani, pur ammettendo «colpi di avvertimento in aria» per fermare le imbarcazioni siciliane che avrebbero sconfinato in acque territoriali libiche «senza alcun permesso da parte del Governo»;

la Libia ha firmato, ma non ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite per il diritto del mare (Unclos) e si attiene, pertanto, al diritto internazionale consuetudinario che regola la materia, ancorché la prassi e la giurisprudenza internazionale ritengano molte delle disposizioni di detta Convenzione riproduttive del diritto internazionale consuetudinarie;

l’articolo 3 della citata Convenzione Unclos, ratificata dal nostro Paese nel 1994, stabilisce che ogni Stato è libero di definire l’ampiezza del proprio mare territoriale fino a un massimo di 12 miglia marine, prevedendo, inoltre, che la delimitazione della Zee tra Stati con coste adiacenti od opposte deve farsi per accordo negoziato in modo da raggiungere una soluzione condivisa tra i Paesi;

nel 2005 la Libia ha istituito una Zona di protezione di pesca (Zpp), per l’esclusivo sfruttamento delle risorse ittiche, a partire anche dalla contestata linea di chiusura del Golfo di Sirte e per una profondità di 74 miglia nautiche dalle linee di base, senza oltrepassare – la linea mediana tra Italia e Libia; alla decisione è seguita immediata protesta dell’Unione europea che ha contestato l’estensione della Zona di protezione di pesca nella parte che si proietta a partire dalla linea di chiusura del Golfo della Sirte;

la questione di una ridefinizione dei termini della Zpp non è stata affrontata in sede di negoziato sul trattato Italia-Libia del 2008 che, però, all’articolo 17, contempla la pesca tra le materie su cui sviluppare una collaborazione tra Italia e Libia;

nel 2009, la Libia ha ulteriormente proclamato una Zona economica esclusiva (Zee), che consentiva lo sfruttamento esclusivo delle risorse naturali, oltre a quelle ittiche, estesa «sino ai limiti permessi dal diritto internazionale»;

da ultimo, nel novembre del 2019 la Libia e la Turchia hanno siglato un Memorandum of Understanding per la rispettiva delimitazione delle Zee, in reazione all’accordo intervenuto tra Grecia e Cipro;

la Zee, salvo accordi di delimitazione con gli Stati frontisti e adiacenti, prevede una estensione massima di 200 miglia marine dalle linee di base, in cui lo Stato costiero esercita diritti sovrani anche sulla massa d’acqua per l’esplorazione, lo sfruttamento, la conservazione e la gestione delle risorse naturali – incluse quelle ittiche; lo Stato che ha dichiarato la Zee considera illegittimo lo sfruttamento di tale tratto di mare da parte di altro Stato, a meno che non presti il proprio consenso;

mentre la delimitazione dei confini marittimi è materia di competenza dei singoli Stati, anche se membri dell’Unione europea, la stipula di accordi di pesca ricade, invece, sotto la competenza dell’Unione europea; in assenza di accordi si può procedere ad intese di carattere privato come quella siglata il 12 marzo 2019 – e in seguito sospesa – tra Federpesca e la Libyan Military Investment and Public Works Authority di Bengasi (emanazione economica della Lna dei generale Haftar), volta a consentire, a un certo numero di pescherecci di Mazara del Vallo, di operare in acque libiche o quella siglata il 13 gennaio 2018 tra il Distretto della Pesca e Crescita Blu – Cosvap di Mazara del Vallo e l’Autorità generale dell’ambiente marino libico;

in assenza di un quadro condiviso e nel perdurare di una situazione di instabilità in Libia, malgrado gli oggettivi progressi fatti dopo l’insediamento dell’autorità esecutiva unificata transitoria a Tripoli, i pescatori italiani, nonostante la Marina e il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale lo sconsiglino, sconfinano in acque contese per evidenti esigenze economiche, pur se nella consapevolezza dell’imprevedibilità delle conseguenze cui espongono se stessi e i propri cari;

la direzione generate della pesca del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha raccomandato alle associazioni di categoria di sensibilizzare gli associati «perché rispettino appieno la legislazione libica, si tengano con i loro battelli a notevole distanza dalle coste libiche, ivi compresa la Zona di protezione, al fine di non incorrere in spiacevoli situazioni che potrebbero, tra l’altro, ripercuotersi sui rapporti bilaterali dei due Paesi»;

il comparto della pesca di Mazara del Vallo ha un volume superiore a 200 milioni di euro e circa 10 mila addetti, considerando anche l’ampio indotto; dalla fine degli anni ’40 e fino agli anni ’90 del secolo scorso erano circa 1.300 i pescherecci di Mazara del Vallo dotati di una tecnologia avanzata e specializzati nella pesca d’altura del gambero rosso: oggi sono rimaste circa ottanta imbarcazioni, con un forte ridimensionamento dovuto alla crisi economica e al caro carburante, due fattori che, inevitabilmente, hanno cambiato la situazione ma non sono riusciti a fermare la pesca di una delle eccellenze italiane e siciliane;

il periodo di pesca del gambero rosso si estende da marzo fino a settembre e in questa fase rischia, dunque, di essere penalizzato dalla perdurante instabilità della situazione in Libia;

l’unica prospettiva per assicurare un futuro a questa importante attività è l’avvio di un serio programma di cooperazione con i Paesi nord africani per l’adozione di piani di gestione degli stock che prevedano un prelievo razionale e sostenibile delle risorse, nonché adeguate aree di ripopolamento e protezione;

va tenuto conto dell’audizione del sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, svolta dalle Commissioni riunite III e XIII il 12 maggio 2021,

impegnano il Governo:

a promuovere la costituzione di un tavolo di crisi, con la partecipazione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, del Ministero dello sviluppo economico, di concerto con la Conferenza Stato-regioni, per la predisposizione di strumenti straordinari di sostegno e di messa in sicurezza dei pescherecci italiani operanti in acque rivendicate dalla Libia, nelle more della definizione di un nuovo quadro di intese tra Italia e Libia;

ad adottare iniziative volte a promuovere, da parte libica, la riattivazione ed attuazione dell’accordo Italia-Libia del 2008, con specifico riferimento all’articolo 17 concernente la cooperazione bilaterale in materia di pesca;

ad adottare iniziative di competenza per facilitare, nel frattempo, eventuali iniziative di natura privatistica per l’ottenimento di licenze di pesca, in conformità con la legge libica e compatibilmente con l’ordinamento giuridico dell’Unione europea, volti a consentire ai pescherecci italiani di operare in acque libiche;

ad adoperarsi in sede di Unione europea per la definizione di un accordo di partenariato nel settore della pesca con la Libia – sul modello di quelli già stipulati con alcuni Paesi della costa occidentale dell’Africa – che consenta ai pescatori europei di accedere, legalmente e in sicurezza, alla zona di pesca sotto giurisdizione libica e favorire al contempo iniziative di cooperazione tra i pescatori europei e quelli libici;

ad adoperarsi affinché le autorità libiche ratifichino la convenzione Unclos;

ad avviare la riflessione sull’opportunità di organizzare una «Conferenza mediterranea», con la partecipazione di tutti i Paesi rivieraschi e con l’adeguato coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti, inclusi enti accademici e di ricerca, per fare il punto su temi quali la corretta gestione delle fasce costiere, la giurisdizione delle acque, i cambiamenti climatici, la protezione dell’ambiente marino e lo sfruttamento sostenibile delle risorse naturali, a partire da quelle ittiche;

ad adottare iniziative di competenza, anche di tipo normativo, volte a rendere strutturali i sussidi di natura economica alle famiglie danneggiate dall’interruzione delle attività di pesca connessa alla mancata risoluzione della controversia sulla Zona di pesca protetta libica;

ad adottare iniziative volte a prevedere forme di accantonamento di risorse di tipo indennitario per gli armatori a cui ingiustamente è stata sequestrata l’imbarcazione.

(7-00667) «Fassino, Gallinella».




Interrogazione, Barbaro FdI Senato, su tutela pescatori da attacchi forze libiche

Atto Senato

Interrogazione a risposta scritta 4-05491

presentata da

CLAUDIO BARBARO

mercoledì 19 maggio 2021, seduta n.328

BARBARO – Ai Ministri della difesa e degli affari esteri e della cooperazione internazionale. – Premesso che:

nella giornata del 6 maggio 2021, lavoratori italiani che si trovavano in acque internazionali a nord di Tripoli, per le normali attività di pesca, sul peschereccio “Aliseo”, sono stati attaccati da soggetti che indossavano le uniformi della Guardia costiera libica;

stando alle dichiarazioni riportate a mezzo stampa, il comandante del peschereccio riferisce che l’attacco si sarebbe protratto per circa due ore e che sarebbero stati esplosi circa 100 colpi da armi automatiche da guerra di grosso calibro; il timoniere Girolamo Giacalone, in proposto, ha riferito, testualmente: “Ci hanno sparato con mitragliatrici pesanti, avrò contato almeno cento colpi. Dopo due ore di inseguimento e di spari ci siamo arresi. Quando i libici sono saliti a bordo abbiamo provato a protestare e ci hanno risposto che se avessero avuto i cannoni avrebbero usato pure quelli”;

nell’area dove è avvenuto l’attacco era presente la fregata “Libeccio” della Marina militare italiana, da cui è decollato un elicottero e, stando ai racconti dei nostri connazionali, nell’area è stato inviato anche un aereo della Marina militare italiana; tuttavia nessun intervento è stato attivato in difesa dei connazionali, ma, sempre dalle dichiarazioni dei protagonisti, è emerso che la Marina militare italiana avrebbe semplicemente consigliato all’equipaggio del peschereccio, testualmente, di “scappare”;

il terribile accaduto, solo per puro caso, non ha visto consumarsi la tragedia di ferimenti o di uccisioni, assunto che i numerosi fori d’ingresso dei proiettili dimostrano che la forza militare avversa abbia sottoposto a fuoco la plancia, le cabine e altri punti dove, normalmente, sono presenti gli equipaggi;

l’episodio porta inesorabilmente alla mente il recente sequestro, da parte delle autorità libiche, dei pescatori di Mazara del Vallo, trattenuti in prigionia per oltre 100 giorni ed infine liberati il 17 dicembre 2020; altresì il tema ripropone alla memoria la recente tragica uccisione di due nostri connazionali in Congo, l’ambasciatore Attanasio e il carabiniere Iacovacci, assassinati il 22 febbraio 2021; ancora una volta emerge la totale inadeguatezza dell’ingaggio italiano nel garantire la sicurezza dei connazionali, e l’interrogante precisa che su entrambe le vicende è ancora in attesa di risposta alle interrogazioni 4-04817 del 26 gennaio, 4-04967 del 2 marzo e 4-05052 del 10 marzo 2021,

si chiede di sapere:

se ai Ministri in indirizzo, congiuntamente ed ognuno per le proprie prerogative, risulti per quale motivo la fregata Libeccio, presente in zona, non abbia prestato opera di difesa e soccorso del peschereccio Aliseo;

quali interventi, ciascuno per le proprie competenze, intendano promuovere, al fine di consentire pacificamente ai pescherecci italiani la pratica della pesca nel canale di Sicilia;

quali provvedimenti intendano promuovere al fine di dissuadere, definitivamente, le forze libiche a prendere iniziative ostili contro i navigli italiani.

(4-05491)




Interrogazione, Delmastro FdI Camera, su definizione aree libera pesca e aggressione guardia costiera libica

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-05954

presentato da

DELMASTRO DELLE VEDOVE Andrea

testo di

Venerdì 7 maggio 2021, seduta n. 503

DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, VARCHI, PRISCO, DE TOMA, SILVESTRONI, ALBANO, FERRO, ZUCCONI, ROTELLI, RACHELE SILVESTRI, BUTTI e DEIDDA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:

il 6 maggio 2021 la Guardia costiera libica si è fatta lecita di aprire il fuoco nei confronti di un peschereccio italiano, ferendo ad un braccio il comandante;

secondo le prime e pur confuse notizie sembrerebbe addirittura che la Guardia costiera libica abbia aperto il fuoco dalla barca Obari, conferita dall’Italia per il programma di impegno comune nella lotta all’immigrazione clandestina;

il peschereccio italiano Aliseo, nel momento del gravissimo attacco a fuoco da parte della Guardia costiera libica si trovava a circa 35 miglia dal porto di Al Khums, unitamente ad altri pescherecci italiani, e quindi non aveva violato le 12 miglia delle acque territoriali previste dai trattati internazionali;

la Libia, con atto unilaterale, predatorio e giuridicamente illegittimo, ha allargato, senza alcuna condivisione con l’Italia, la «zona economica esclusiva» al limite massimo di 74 miglia, con ciò rivendicando un infondato diritto esclusivo di pesca;

l’Italia non ha mai deciso di contestare frontalmente tale improvvida e illegittima proclamazione della «zee» libica da parte delle autorità di Tripoli;

da ogni resoconto delle visite del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Di Maio in Libia pare che gli unici temi che vengano trattati siano nuove elargizioni o nuove promesse economiche;

viceversa, è necessario definire una volta per tutte l’area di libera pesca per i pescatori italiani, contestando le unilaterali proclamazioni libiche che ledono l’interesse nazionale;

allo stesso modo è forse bene chiarire alle autorità libiche che i nostri pescatori non sono immigrati clandestini e che le imbarcazioni donate per contrastare l’immigrazione clandestina e la tratta degli schiavi debbono essere rivolte verso la costa libica e non quella italiana –:

se sia stato accertato che la motovedetta usata dalla Guardia costiera per sparare al peschereccio italiano fosse l’imbarcazione Obari donata dall’Italia per il programma di contrasto alla immigrazione clandestina;

in tale caso, quali siano gli intendimenti del Governo in ordine alla richiesta di immediata restituzione del mezzo;

quali siano più in genere gli intendimenti del Governo per garantire i diritti di pesca italiani nel Mediterraneo ed il loro libero e sicuro esercizio da parte dei nostri pescatori;

se il Governo intenda contestare formalmente l’estensione della «zee libica» ed in quali sedi e con quali modalità.

(5-05954)




Libia, Pignatone (M5s): “pescatori devono poter lavorare in sicurezza, massima solidarietà al capitano”

Massima solidarietà al capitano del motopesca ‘Aliseo’ di Mazara del Vallo, una marineria che troppo spesso purtroppo si trova invischiata in questioni di geopolitica che poco riguardano il lavoro dei pescatori”. È il commento del deputato Dedalo Pignatone, esponente M5S in commissione Agricoltura e Pesca della Camera, alla vicenda che ha coinvolto l’imbarcazione italiana colpita dagli spari di avvertimento partiti dalla motovedetta della guardia costiera libica.

Quelle acque, è bene ribadirlo come ha ricordato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, sono proibite nonché estremamente pericolose. La reazione è, però, spropositata – prosegue – ed è necessario lavorare a risolvere una situazione che si protrae da troppi anni. Il Parlamento farà la sua parte con proposte costruttive, come può essere l’istituzione di una ZEE (Zona Economica Esclusiva), provvedimento a prima firma 5 Stelle, o il sostegno ad un dialogo diplomatico come preannunciato dallo stesso ministro Di Maio. Ovviamente con le dovute cautele che ci impone l’attuale scenario libico, dove è tuttora in corso un processo di pace. Gli spari sono inaccettabili e dobbiamo garantire ai nostri pescatori di lavorare in sicurezza” conclude.




Libia, Coldiretti: Flotta siciliana dimezzata, ora stop a Far West

Occorre una presa di posizione forte del Governo per assicurare la sicurezza dei pescatori italiani e porre fine al far west nelle acque libiche che ha causato aggressioni, ferimenti e sequestri portando al dimezzamento della flotta siciliana di Mazara del Vallo nel giro di 10 anni. Ad affermarlo è la Coldiretti Impresapesca in riferimento all’attacco da parte di una motovedetta libica al peschereccio Aliseo, con il ferimento del comandante Giuseppe Giacalone a colpi di arma fuoco.

Il golfo della Sirte ed al largo di Bengasi è un’area tradizionale di pesca del gambero della flotta siciliana di Mazara del Vallo – sottolinea Coldiretti – che la Libia ha arbitrariamente dichiarato Zona economica esclusiva (Zee), senza aver raggiunto alcune accordo a livello internazionale. Una situazione che continua a mettere in pericolo la vita dei pescatori italiani che operano in quella area del Mediterraneo e che si somma, peraltro, alle analoghe pretese avanzate da altri Paesi, dall’Algeria alla Turchia, dalla Croazia alla Francia su altri settori di quello che in passato era il “Mare nostrum”, aumentando la confusione sulla delimitazione dei confini

Le difficoltà ad operare nelle acque internazionali rivendicate dalla Libia e la conseguente riduzione dell’attività di pesca del gambero aprono inoltre la strada a un aumento delle importazioni dall’estero con oltre 120 milioni di chili di crostacei stranieri che nel 2020 sono finiti sulle tavole degli italiani, spesso per essere spacciati come nazionali.

Oltre alla sicurezza della flotta tricolore – rileva Coldiretti -, la babele delle zone economiche esclusive rappresenta dunque un gravissimo danno per l’attività economica dell’intera marineria italiana, aggravando una situazione che negli ultimi 35 anni ha già visto scomparire quasi il 40% delle imbarcazioni.

 

 




Libia, Alleanza Cooperative: Occorre trovare una soluzione prima che sia troppo tardi

“Il governo non accetti passivamente le pretese libiche che mettono a rischio l’incolumità dei pescatori e la possibilità di sfruttare risorse ittiche importanti”

L’Alleanza delle Cooperative Italiane torna a chiedere maggiore sicurezza per i pescherecci che operano in acque internazionali antistanti le coste libiche. E lo fa all’indomani del nuovo drammatico episodio che ha coinvolto altre imbarcazioni mazaresi dopo quelle minacciate lunedì scorso. Questa volta c’è stato un ferito d’arma da fuoco e se non fosse intervenuta la Marina Militare italiana le cose probabilmente sarebbero andate a finire in modo molto diverso.

In particolare, l’Alleanza ribadisce che l’attacco subito ieri al largo delle coste libiche è avvenuto in acque internazionali, delle quali la Libia pretende di appropriarsi con dichiarazione unilaterale. Una violazione del diritto internazionale che impedisce alla nostra flotta di sfruttare risorse ittiche importanti, moltiplicando intollerabili aggressioni e sequestri di imbarcazioni ed equipaggi.

“Ancora una volta i nostri operatori si sono trovati a correre un rischio inaccettabile per il solo fatto di lavorare in acque libere. Occorre fare di più a livello diplomatico per tutelare le imprese e i lavoratori prima che sia troppo tardi”, afferma l’Alleanza. “È inaccettabile che il nostro governo, invece di tutelare interessi e diritti italiani nell’area, accetti passivamente le pretese libiche ed inviti i nostri pescherecci a non frequentare acque ricche di prodotti ittici pregiati, rinunciando così a gran parte del loro reddito, penalizzando un comparto già alle prese con le mille restrizioni imposte dalla Politica Comune della Pesca. Invece di invitare le nostre barche a non inoltrarsi in quelle acque dichiarandole pericolose – prosegue l’Alleanza – il governo dovrebbe intervenire con accordi politici e diplomatici in tutte le sedi da Bruxelles a Tripoli, per affermare il diritto della nostra pesca a lavorarci serenamente senza mettere a rischio la propria incolumità, e rendere quelle acque sicure presidiandole”.

La cooperazione torna infine a sollecitare lo “sblocco dei fondi per indennizzare imprese e lavoratori che sono stati vittime di episodi di sequestro, a cominciare da chi nel 2020 è stato privato della propria libertà per ben 108 giorni trattenuto in territorio libico”.




Libia: PescAgri, spari a pescherecci italiani. Urgente soluzione a guerra della pesca

Piena solidarietà al comandante del peschereccio mazarese “Aliseo”, ferito per colpa di una “guerra del mare” che evidenzia la necessità, non più rinviabile, di porre rimedio all’annosa questione della pesca in acque internazionali nel Mediterraneo. Così Antonino Algozino, presidente di PescAgri, l’associazione della pesca promossa da Cia-Agricoltori Italiani, commenta gli spari ai danni di tre pescherecci italiani da parte di una motovedetta della Guardia costiera libica al largo di Misurata, che sono costati il ferimento di Giuseppe Giacalone, colpito dalle schegge di vetro generate da alcuni proiettili.

“Ora auspico la convocazione urgente di un Tavolo europeo con i Paesi rivieraschi dell’Unione -aggiunge Algozino- con l’obiettivo di trovare, finalmente, utili e immediate soluzioni di pace”.

 




Libia: Lega, gravissimo attacco a peschereccio italiano

“Gravissimo l’attacco della Guardia costiera libica al peschereccio italiano Aliseo. Apprensione per lo stato di salute del comandante, Giuseppe Giacalone. La Lega chiede da tempo un intervento diplomatico per garantire la sicurezza e il lavoro dei nostri pescatori”.

Così i deputati della Lega Lorenzo Viviani e Paolo Formentini, capo dipartimento Pesca del partito e vicepresidente della commissione Affari esteri di Montecitorio.




Libia, Gasparri: Draghi riparte quello che ha fatto Berlusconi

“Chi fu il promotore del trattato di amicizia tra Italia e Libia, con conseguenze positive per il nostro Paese sotto il profilo della pace nel Mediterraneo, dell’approvvigionamento energetico e del blocco del traffico di clandestini? Chi fu l’ultimo fautore di una politica di apertura nell’area mediterranea, a tutto vantaggio delle due sponde e quindi anche dell’Italia? Ovviamente Silvio Berlusconi. I cui meriti nella politica internazionale dovranno essere ampiamente celebrati. Chi si oppose a questa politica? Chi voleva guerre che si sono rivelate nefaste? Chi ha mentito non riconoscendo i meriti di Berlusconi? Quelli che sono e resteranno i nostri avversari. Da sconfiggere al più presto nelle urne. Perché solo in centrodestra e solo Berlusconi hanno fatto una politica lungimirante e saggia nel Mediterraneo e nel rapporto tra l’Italia e la Libia. Il resto è stato il nulla o peggio ancora errori. Draghi riparte da quello che ha fatto Berlusconi perché non si può che ripartire da lì”. Lo dichiara il senatore Maurizio Gasparri membro del Consiglio di Presidenza di Forza Italia




Libia, Viviani: Impegno per tavolo interministeriale a tutela pesca in acque contese

Ringrazio il sottosegretario alla Difesa Stefania Pucciarelli che ha preso a cuore il tema della pesca nelle acque contese dalla Libia dopo il sequestro per 108 giorni di due pescherecci di Mazara del Vallo. Uno specchio acqueo ricco di risorse ittiche e sfruttato per la pesca del gambero rosso, un prodotto di eccellenza. Importante quindi l’impegno, da parte del sottosegretario, a richiedere l’apertura di un tavolo interministeriale per garantire la tutela degli interessi nazionali con la salvaguardia della nostra marineria promuovendo ad esempio la sorveglianza attiva della Marina Militare in quella zona. Come ho sottolineato, si tratta di un processo che deve mettersi in moto quanto prima. Una situazione difficile che richiede un maggior impegno da parte del Ministero degli Esteri, purtroppo latitante finora su queste tematiche. Con la visita del premier Draghi a Tripoli l’Italia torna protagonista nello scenario libico”.

Lo dice in una nota il deputato della Lega Lorenzo Viviani, responsabile del dipartimento Pesca e componente della Commissione Agricoltura.




Libia: Alleanza Cooperative, soddisfazione per pescatori liberati

L’Alleanza delle Cooperative esprime soddisfazione per la liberazione dei pescatori italiani detenuti in Libia da più di cento giorni. “Finalmente una bella notizia, attesa da tempo non solo dalle famiglie dei pescatori siciliani ma dalla grande famiglia della pesca italiana. I nostri appelli sono stati accolti”, dichiara l’Alleanza. “Oggi è un giorno di festa, ma da domani occorre che la diplomazia lavori per gettare le basi per poter pescare in sicurezza in alcune aree sensibili come la Libia, ma anche la Somalia ed evitare che gli equipaggi debbano esporsi a rischi quotidiani per poter lavorare”, conclude l’Alleanza.




Libia, De Bonis: Non posso che esprimere soddisfazione a governo per liberazione connazionali

“Come tutti gli italiani, sono estremamente soddisfatto per la liberazione dei pescatori trattenuti a Bengasi per 108 giorni, e porgo le mie felicitazioni alle loro mogli e ai loro familiari. Fin da subito ci siamo interessati della questione, presentando anche un’interrogazione al Ministro Di Maio per conoscere le reali condizioni dei nostri connazionali. Non posso che esprimere le mie vive congratulazioni al governo e a tutte le autorità coinvolte per aver risolto positivamente questa incresciosa vicenda e aver consentito la liberazione dei marittimi”.

 

Lo ha dichiarato il senatore Saverio De Bonis commentando la notizia della liberazione dei 18 pescatori di Mazara del Vallo trattenuti in Libia dal 1° settembre scorso.