Il Made in Italy ha un potenziale alleato contro il Coronavirus: il Lisozima. Tanto che – da quanto ha potuto verificare AGRICOLAE – il ministero delle Politiche agricole – MIPAAF -, tramite l’ICQRF, ha chiesto al Consorzio del Grana Padano – prodotto da latte crudo a cui viene aggiunto il caglio, il lisozima e infine il sale – di “reperire lisozima perché parrebbe che 1,5 grammi al giorno – diviso tra mattina, pomeriggio e sera – per 5 o 7 giorni al mese sciolti in un bicchiere d’acqua possano essere assai utili contro le infezioni e soprattutto perché è una proteina naturale e non di sintesi chimica”.
Il Mipaaf ha pregato il Consorzio di recuperarne in quantità e di inviarlo a via Venti Settembre. Cosa che – da quanto si apprende – è stata fatta tramite corriere per far fronte a un momento difficile che sta vivendo il Paese.
La faccenda – di cui AGRICOLAE ha saputo indirettamente tramite circolari interne recapitate in redazione – è accaduta una settimana fa.
“Si tratta di un farmaco di vecchia data sempre stato in commercio ma che aveva poca attenzione da parte dei medici. Da tre settimane le richieste sono aumentate in maniera esponenziale”, spiega ad AGRICOLAE Giovanna Caccia, della Spa – Società Prodotti Antibiotici, l’unica azienda italiana a produrre il Lisozima in farmaco. La Spa produce il Lisozima dagli anni Cinquanta sviluppando il principio attivo scoperto da Fleming attraverso un processo di estrazione e produzione messo a punto in house. “Per ora non siamo stati contattati direttamente dalle istituzioni”, prosegue. “Ma abbiamo avuto un incremento di richieste da parte dei grossisti che riforniscono anche gli ospedali”.
Nelle farmacie, da quanto si è potuto verificare – è già quasi impossibile fare ordinazioni del farmaco in questione in quanto “non più disponibile”. “Tutti i depositi sono vuoti”, spiegano le farmacie contattate da AGRICOLAE .
“Tutte le scorte sono esaurite”, precisano dall’azienda farmaceutica. “Essendo catalogato come ‘farmaco’ ci sono procedure di produzione di buona fabbricazione molto complesse e lunghe che non possono essere bypassate. Stiamo facendo di tutto per incrementare la produzione a fronte di una incrementata richiesta”.
Il concetto semplificato, spiegano dall’azienda, è che “il lisozima è un enzima litico (la lisi è la morte della cellula) in grado di distruggere la capsula proteica dei virus facendo in modo che questi non si riproducano. Tutto in maniera naturale”.
Qui di seguito AGRICOLAE pubblica la scheda tecnica inviata dall’azienda.
rcp-lisozima-2015-MKT
“Pertanto è un fattore naturale dell’immunità aspecifica cellulare ed umorale ad azione antivirale, antibatterica ed immunomodulante”, precisano ancora dall’azienda per maggiore chiarezza. “È uno dei bracci armati del sistema immunitario. Infatti è presente naturalmente nella saliva, nelle lacrime, nel sudore, e nel latte materno, proprio come prima barriera protettiva al fine di evitare infezioni e l’attacco di agenti patogeni”.
Si legge infatti nel foglio illustrativo della versione farmaceutica che rientra nella categoria farmacoterapeutica: “antivirale per uso sistemico”.
Il Lisozima, scoperto nel 1922 dallo stesso ricercatore che scopri la penicillina, Alexander Fleming, è un’enzima presente in tessuti animali dotato di forte attività battericida. E’ infatti in grado di ledere la parete batterica dei batteri atattraverso la catalizzazione dell’idrolisi del legame beta 1,4 tra l’acido N-Acetilmuramico (NAM) e la N-acetilglucosamina (NAG) che sono la componente principale del peptidoglicano.
È abbondantemente presente in numerose secrezioni animali e umane come le lacrime (fanno eccezione quelle dei bovini). Soprattutto nel latte materno. Si trova in concentrazioni elevate anche nell’albume d’uovo.
Il Lisozima, legandosi alla superficie batterica, ne riduce infatti la carica elettrica negativa superficiale, rendendo più facile la fagocitosi del batterio, prima che intervengano le opsonine del sistema immunitario.
Non c’è nessuna evidenza scientifica pubblicata che questo possa rappresentare la soluzione al Coronavirus, salvo andando a cercare a tappeto nella letteratura scientifica.
Dallo studio pubblicato sulla il 5 settembre 2019 sulla BMC Veterinary Research da Joanna Małaczewska, Edyta Kaczorek-Łukowska, Roman Wójcik, and Andrzej Krzysztof Siwicki dal titolo “Antiviral effects of nisin, lysozyme, lactoferrin and their mixtures against bovine viral diarrhoea virus” emerge che il Lisozima, mischiato con la Nisina e la Lactoferrina è attivo nei vari stadi dell’infezione e dimostra un forte effetto antivirale intervendo sui livelli di RNA virali, il dna del virus. Lo studio è stato conseguito sulla diarrea virale dei bovini.
Negli anni passati molti lavori dimostrano che il Lisozima “ricombinante” – vale a dire riprodotto da colture batteriche – ha effetto su alcuni virus come quello dell’Herpes e dell’HIV. La ricerca dal titolo “The Effects of the Recombinant CCR5 T4 Lysozyme Fusion Protein on HIV-1 Infection” è stata pubblicata su PLOS ONE l’8 luglio del 2015 a firma Qingwen Jin, Hong Chen, Xingxia Wang, Liandong Zhao, Qingchen Xu, Huijuan Wang, Guanyu Li, Xiaofan Yang, Hongming Ma, Haoquan Wu, and Xiaohui Ji.
Inoltre da uno Studio del 2018 emerge che il Lisozima viene usato assieme ad altri componenti come lavaggio polmonare per infezioni batteriche gravi.
Arrivata poi la smentita da parte del ministero delle Politiche agricole, che annuncia di approfondire la questione ed eventualmente provvedere in sede disciplinare:
CORONAVIRUS, MIPAAF: “NESSUNA RICHIESTA UFFICIALE A CONSORZIO GRANA. VERIFICHEREMO”
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Redazione × Pubblicato il 02/03/2020 at 17:55
“In relazione all’articolo uscito oggi “CORONAVIRUS, POTENZIALE ALLEATO VIENE DAL MADE IN ITALY ED E’ NATURALE: IL LISOZIMA. LA SPA: DISTRUGGE LA CAPSULA DEI VIRUS E LI FERMA. E IL MIPAAF LO CHIEDE AL GRANA PADANO”, il Ministero smentisce categoricamente di aver mai chiesto, anche tramite l’ICQRF, di “reperire lisozima perché parrebbe che 1,5 grammi al giorno – diviso tra mattina, pomeriggio e sera – per 5 o 7 giorni al mese sciolti in un bicchiere d’acqua possano essere assai utili contro le infezioni e soprattutto perché è una proteina naturale e non di sintesi chimica”.
Pertanto la notizia è infondata: nessun rapporto tra Ministero, ICQRF e Consorzio c’è stato sulla questione. Qualora il lisozima sia stato richiesto da singoli lavoratori del Ministero è questione che verrà immediatamente approfondita in sede disciplinare.
Il Ministero, altresì smentisce qualsiasi valutazione circa l’efficacia o meno del Lisozima in tema di Coronavirus, essendo materia di totale spettanza del Ministero della Salute”.
Questa la nota che il ministero delle Politiche agricole ha inviato ad AGRICOLAE in merito all’articolo:
CORONAVIRUS, POTENZIALE ALLEATO VIENE DAL MADE IN ITALY ED E’ NATURALE: IL LISOZIMA. LA SPA: “AGISCE SULLA CAPSULA DEI VIRUS E LI FERMA”. E IL MIPAAF LO CHIEDE AL GRANA PADANO. L’AZIENDA: FATTORE NATURALE DELL’IMMUNITA ASPECIFICA, CELLULARE ED UMORALE AD AZIONE ANTIVIRALE, ANTIBATTERICA E IMMUNOMODULANTE
Per saperne di più:
CORONAVIRUS, CENTINAIO: BELLANOVA CHIARISCA PERCHE’ RICHIESTA MIPAAF DI ANTIVIRALE A CONSORZIO GRANA
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Redazione × Pubblicato il 04/03/2020 at 17:16
“Pretendiamo risposte chiare dal ministro Bellanova alle domande inquietanti che l’inchiesta di Agricolae.eu le ha posto e che al momento trovano solo una smentita di facciata. Come mai il MIPAAF ha chiesto al Consorzio Grana Padano di acquisire il lisozima, enzima utile contro le infezioni virali? A chi serve il quantitativo richiesto da Viale Venti Settembre? Il ministro non sente la necessità di chiarire ai dovuti organi parlamentari le motivazioni di questa spedizione? Abbiamo presentato un’interrogazione sulla vicenda perché i relativi contorni meritano di essere delineati in Parlamento. Oltre alla somma pagata dagli ignari contribuenti italiani per il quantitativo richiesto (in farmacia, ove si riuscissero a reperire, 15 grammi di lisozima costano circa 22 euro), siamo sconcertati dalla vaghezza della risposta ministeriale. C’è qualcosa che la collettività non deve sapere? È vero quanto scritto nelle missive del consorzio Grana Padano, ovvero che la richiesta veniva dal Mipaaf? O è stata un’iniziativa di singoli dipendenti del ministero? Al ministro Bellanova la risposta, da dare, però, davanti a tutti gli italiani”.
Così il senatore della Lega Gian Marco Centinaio, primo firmatario dell’interrogazione e già ministro delle Politiche Agricole.
CORONAVIRUS, DE BONIS: “MINISTRA BELLANOVA RIFERISCA URGENTEMENTE IN AULA SU ACQUISTO DI LISOZIMA PER IL MIPAAF”
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Redazione × Pubblicato il 04/03/2020 at 17:27
“È assolutamente doveroso che la ministra Bellanova venga a riferire in Aula sulla richiesta di acquisto di lisozima, di cui si è avuta notizia da fonti di stampa, da parte del MIPAAF tramite l’ICQRF e il Consorzio Grana Padano. È vero che il Ministero ha chiesto al consorzio di reperire quantità di questo prezioso enzima, molto efficace come antivirale? Tale acquisto riguarda singoli funzionari o l’intera istituzione? Questa richiesta massiccia ha forse esaurito le scorte del farmaco nelle farmacie e presso i grossisti? In un momento così delicato per il paese, è necessario che il ministro della Salute dia maggiori informazioni su questo enzima dotato di azione batteriolitica e se possa essere usato nella cura del COVID-19. Un eventuale effetto positivo del lisozima nel fronteggiare l’evolversi della situazione epidemiologica non solo rasserenerebbe gli animi, ma servirebbe anche ad invertire la preoccupante rotta che ha investito tutto il tessuto socioeconomico del Paese. Non ci accontenteremo di risposte evasive, come quelle che sembrano essere arrivate finora dalla ministra Bellanova”.
Così il senatore Saverio De Bonis, membro della IX Commissione Agricoltura del Senato, che ha presentato, assieme ai senatori Carlo Martelli e Maurizio Buccarella, una interrogazione urgente alla Ministra delle Politiche agricole alimentari e forestali.
Nell’interrogazione si chiedono chiarimenti in merito alla notizia, pubblicata dall’agenzia Agricolae, circa la richiesta proveniente dal MIPAAF “di reperire per loro un po’ di lisozima… (omissis)”, così come scritto nelle due circolari del Consorzio per la Tutela del Formaggio Grana Padano dirette ai Produttori, la Circolare n. 23/2020 SB/ca prot. n. 25 del 24 febbraio 2020 e la Circolare n. 24/2020 SB/ca prot. n. 27 del 25 febbraio 2020.