Latte, Lactalis: non rinnoviamo contratti per aggiornarne clausole. Dall’Asta valuta uscita. Coldiretti: valorizzare filiera con pari dignità soggetti

Il mondo del latte è in fibrillazione. Da quanto apprende AGRICOLAE infatti la Lactalis (che con Parmalat, Locatelli, Invernizzi, Galbani, Cadermartori, Nuova Castelli controlla circa un terzo del mercato) ha annunciato – per ora informalmente – la disdetta dei contratti di raccolta alle aziende italiane produttrici di latte. Si aprono così i giochi per la lunga partita relativa alla contrattazione sul prezzo alla stalla.

Da Lactalis confermano e precisano ad AGRICOLAE – nel ribadire come “il rapporto con il mondo allevatoriale costituisca un legame per noi importantissimo” – che Italatte – azienda del Gruppo – “conformemente alle previsioni del contratto vigente, ha preferito non rinnovare l’accordo per l’annualità successiva per aggiornarne alcune clausole. Per evitare fraintendimenti e incomprensioni abbiamo comunque provveduto ad anticipare la notizia con contatti informali con gli allevatori”.

Lactalis fa anche sapere ad AGRICOLAE che sta procedendo ora “a contattare le singole aziende per proporre l’accordo di fornitura 2024 dopo averlo presentato alle rappresentanze sindacali”.

In merito al direttore di Italatte Alberto Dall’Asta e alle voci che lo danno in uscita, il Gruppo precisa che “riguardo ad Alberto Dall’Asta possiamo segnalare che – dopo oltre 44 anni di intensa e costruttiva collaborazione con l’azienda – sta valutando l’opportunità di poter godere della meritata pensione”.

L’8 settembre, dando seguito a quanto annunciato in una nota stampa del 18 luglio scorso, la Coldiretti, aveva comunicato di aver proceduto “a denunciare il gruppo Lactalis per pratiche sleali all’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) del Ministero dell’agricoltura e della sovranità Alimentare per la violazione del contratto sul prezzo del latte. Precisando come il decreto legislativo in attuazione della Direttiva UE sulle pratiche commerciali sleali, – fortemente voluto proprio dalla Coldiretti – preveda lo stop a 16 pratiche sleali che vanno dal rispetto dei termini di pagamento (non oltre 30 giorni per i prodotti deperibili) al divieto di modifiche unilaterali dei contratti e di aste on line al doppio ribasso, dalle limitazioni delle vendite sottocosto alla fine dei pagamenti non connessi alle vendite fino ai contratti rigorosamente scritti, ma anche che i prezzi riconosciuti agli agricoltori ed agli allevatori non siano inferiori ai costi di produzione.

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La nota Coldiretti specificava come la Lactalis avesse “modificato unilateralmente il contratto con gli allevatori fornitori di latte diminuendo i prezzi riconosciuti ed introducendo tra l’altro un nuovo indice collegato tra l’altro alle quotazioni del latte europeo non concordato e fortemente penalizzante per i produttori italiani”.

La partita si sta giocando ora – sempre da quanto apprende – sul filo di lana tra rapporti diplomatici e azioni legali a fronte di un mercato – quello dell’industria lattiero-casearia – che sta andando bene.

Secondo il Report Ismea sulle tendenze del mercato lattiero caseario, nel corso del 2022 la tendenza dei consumi osservata lo scorso anno e la spesa per i prodotti lattiero caseari risulta in aumento del 4,1% già nei primi nove mesi, per effetto di un sostenuto aumento dei prezzi medi al dettaglio. La spinta inflazionistica sta riguardando tutte le principali referenze merceologiche nella misura del 6-10%, colpendo soprattutto alcuni prodotti di base come il latte e la mozzarella.

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Coldiretti – sempre da quanto si apprende – sta continuando a monitorando la situazione ed è già al lavoro per trovare la quadra su un prezzo che riconosca – spiegano – il lavoro che svolgono i produttori e i sacrifici che fanno guardando anche alle sfide future dove ci sarà la necessità di fare nuovi investimenti all’insegna della sostenibilità e del benessere animale.

“Speriamo che non sia necessario adire alle vie giudiziarie per far si che i contratti vengano rispettati e si continui a lavorare in un rapporto proficuo e  rispettoso del lavoro di tutti”, fanno sapere.

Se la quadra non dovesse trovarsi, sempre da quanto si apprende, Coldiretti è pronta a proseguire le azioni intraprese avvalendosi di tutti gli strumenti a disposizioni “per evitare che il latte sia sottopagato rispetto ai costi di produzione delle aziende”.

“Le azioni intraprese – specificano – non sono rivolte al comportamento di singole persone, collaboratori o dipendenti, ma all’azienda che essi rappresentano”.

 




Agricoltura sociale. Quattro I premiati 2022, in sette anni sostenuti 20 progetti di inclusione, con un investimento di 800.000 euro. Tutti gli interventi

A Palazzo della Valle si è conclusa la premiazione dei vincitori della settima edizione del bando “Coltiviamo Agricoltura Sociale”, realizzato da Confagricoltura, Senior L’età della Saggezza Onlus e Reale Foundation, in collaborazione con la Rete Fattorie Sociali e l’Università di Roma Tor Vergata.

“Un’iniziativa che abbiamo fortemente voluto e che ci riempie di orgoglio perché dimostra come l’agricoltura, non sia solo il settore primario, ma anche capace di intraprendere strade innovative, di riscatto sociale e di welfare per le fasce più fragili della popolazione. Senza perdere la propria dimensione economica e imprenditoriale, le aziende che praticano agricoltura sociale sottolineano la dimensione etica d’impresa. Un’intuizione che continua a dare i suoi frutti e un esempio di sostenibilità da imitare”. Lo ha affermato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

“Il MASAF – ha rimarcato il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida – lavora per valorizzare l’agricoltura sociale e per sostenere i più fragili, giovani, donne e diversamente abili che, in questo modo, possano essere protagonisti di un modello virtuoso. La visione comunitaria e l’implementazione della naturale voglia di donarsi dell’uomo sono fattori da riscoprire e ringrazio Confagricoltura e le imprese associate per aver puntato sulla coesione sociale. In questo modo si può raggiungere l’obiettivo sano di creare ricchezza per poi redistribuirla. Il modello Italia, infatti, deve vedere un grande sostegno alle aziende per riscoprire, nel sistema economico nazionale, le potenzialità dell’agricoltura, che per troppo tempo è stata considerata un’attività di secondo piano. Il Governo è intervenuto anche per contrastare l’aumento dei prezzi, stanziando 500 milioni di euro per garantire un aiuto economico ai più deboli che assicuri prezzi al dettaglio calmierati.

“I quattro progetti premiati oggi – ha spiegato Angelo Santori, presidente di Senior L’Età della Saggezza Onlus – rafforzano e confermano la validità del nostro impegno nel valorizzare le iniziative di agricoltura riconducibili alla solidarietà tra le generazioni, all’occupazione e all’assistenza sociosanitaria dei soggetti più deboli, alla tutela dei diritti civili e all’inclusione sociale nelle zone rurali. Con questa iniziativa intendiamo favorire e supportare l’integrazione tra i diversi attori dell’agricoltura sociale e la realizzazione di modelli di buone pratiche”.

“L’agricoltura sociale è solidarietà, inclusione, integrazione, valorizzazione del territorio e della dimensione relazionale – ha dichiarato Virginia Antonini, Direttore della Sostenibilità e della Comunicazione Istituzionale di Reale Group – Per tradizione Reale Group è sempre stata vicina al mondo agricolo e, oggi più che mai, attraverso Reale Foundation siamo orgogliosi di sostenere, insieme a partner storici come Confagricoltura, iniziative etiche che offrono un contributo rilevante allo sviluppo del settore, generando ricadute positive in ambito sociale”.

“Questo bando ci consente di implementare e estendere l’esperienza di agricoltura sociale e di inclusione già avviata dal Parco archeologico di Pompei anche ad altre aree verdi di nostra competenza, come il Polverificio Borbonico di Scafati, coniugando l’esperienza sociale di coinvolgimento concreto di persone anche con disabilità e il loro possibile inserimento nel mondo del lavoro – ha sottolineato il Direttore del Parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel – alla valorizzazione di un patrimonio naturale dalle grandi potenzialità finora non adeguatamente sviluppato.  

Crescono le aziende agricole che svolgono, oltre al regolare impegno legato alla coltivazione della terra e all’allevamento, attività sociali perfettamente integrate: +250% in otto anni (fonte: ISMEA 2020). L’agricoltura sociale è praticata dal 12,5% del totale delle imprese agricole; le attività più diffuse sono le fattorie didattiche e l’inserimento lavorativo di persone fragili (Rapporto Agricoltura100, Reale Mutua – Confagricoltura, 2022). Oltre la metà fattura tra 50mila e 1 milione di euro; solo il 12% supera il milione. La maggior parte si trova nel Nord Italia (41%), il 38% nel Sud (isole comprese) e il 21% nel Centro (CREA).

Ad aggiudicarsi l’edizione 2022 di “Coltiviamo agricoltura sociale” con 40.000 euro e una borsa di studio ciascuno per il “Master di Agricoltura Sociale” presso l’Università di Roma Tor Vergata, sono stati i progetti:

– Parco Archeologico di Pompei, storia di una rinascita – azienda agricola Di Landro Francesco (Napoli – Salerno)  

– Fili d’Erba – Azienda Agricola La Fattoria di Bubi e Mimi (Cuneo) 

– L’Orto Terapeutico di Lu – Azienda Agricola Mirai (Cagliari). 

Il premio speciale di 20.000 euro, inserito a favore delle cooperative sociali che si occupano della gestione e riqualificazione del verde pubblico, è andato a “Giardino in Movimento” – Cooperativa Sociale Agricola Pane e Signore, di Genova.

LE STORIE E I PROGETTI DELLE AZIENDE VINCITRICI

“Parco Archeologico di Pompei, storia di una rinascita”. Un mondo perduto che rinasce grazie ai giovani ed al sociale e lo fa in nome dell’agricoltura e dell’archeologia, spingendo il territorio verso il rispetto e la tutela dell’ambiente. L’idea è dell’imprenditore agricolo Francesco Di Landro, operatore e innovatore del settore, con esperienze a livello nazionale e internazionale, che guida, in qualità di capofila, un partenariato pubblico-privato con il Parco Archeologico di Pompei e la cooperativa sociale Il Tulipano.  Così, proprio grazie a questa partnership, nelle aree verdi che circondano l’area archeologica della città antica 2000 anni e patrimonio dell’umanità, e in quelle del Polverificio borbonico di Scafati, attraverso l’agricoltura, si promuove l’inclusione di giovani emarginati con bassa scolarità e disabilità, operando sul capitale umano con l’obiettivo di valorizzare le risorse di ciascun individuo nei contesti di vita ordinari, con particolare attenzione ai bambini, agli adolescenti, ai giovani e adulti con disturbo dello spettro autistico e/o disabilità cognitiva.

La fattoria didattica e sociale di Bubi e Mimi, a Bene Vagienna, in provincia di Cuneo, ha creato il progetto Fili d’Erba per creare un luogo dove, oltre a quelle agricole, si svolgono anche attività rivolte a bambini e ragazzi con problemi psico-sociali, disabilità, o provenienti da famiglie difficili. Fili d’Erba realizza un ambiente rigenerativo per far rifiorire e crescere, attraverso la natura e la cura di piante e animali, proprio questi bambini e ragazzi fragili. All’interno dei 4500 mq della fattoria è stato realizzato un giardino sensoriale con erbe officinali e aromatiche, all’interno del quale iniziare percorsi guidati di conoscenza. In un laghetto su due livelli, su uno dei quali l’acqua ai bambini arriva alle ginocchia si allevano colorate carpe COI e i bambini possono prenderle e dar loro da mangiare. Tutti i percorsi sono studiati in forma tondeggiante, per essere quanto di più lontano, anche visivamente, dalle corsie di ospedale. Uno spazio è dedicato ai porcellini d’India e si allevano galline Nostrane di Morozzo. Tutto è attentamente studiato per infondere maggiore sicurezza, conoscenza oltre a possibile inserimento lavorativo nella produzione di cosmetici naturali.

Altre notizie:  https://alvearechedicesi.it/it-IT/producers/49581

Il titolare dell’azienda agricola Mirai a Pimentel, a 35 chilometri da Cagliari ha aperto nel 2017 una Onlus, “L’orto di Lu”,dedicata alla sorella Luena, scomparsa prematuramente per un tumore. Il progetto nasce proprio da questo vissuto personale e dal desiderio di fare altrettanto per le donne che stanno affrontando problemi oncologici. “L’orto cura chi se ne prende cura: questo è alla base del mio progetto” spiega Andrea Mirai. E’ stata così realizzata, all’interno dell’impresa, una vera e propria oasi in mezzo alla natura, dove ciascuna donna, prendendosi cura dell’orto possa, attraverso semplici attività̀ come il lavoro di gruppo nel campo o soltanto attraverso il contatto con la natura, ritrovare serenità. L’associazione, in breve tempo, è riuscita a coinvolgere tante donne, centinaia di volontari e migliaia di donatori, catturati dalla bellezza dei fiori del primo giardino in Sardegna dedicato ai tulipani e allo scopo per cui l’associazione è nata.  L’impresa ha istituito una borsa di studio di 25.000 euro per l’Università di Cagliari in collaborazione con l’Ospedale Oncologico “Businco” di Cagliari e anche il ricavato della vendita dei tulipani permette di finanziare la ricerca.

Altre notizie: https://it-it.facebook.com/IlGiardinoDiLu/

Premio speciale per la gestione e la riqualificazione del verde urbano.

Il “giardino in movimento” parte dalla volontà di riqualificare e valorizzare un’area urbana del centro di Genova, i Giardini Pellizzari, luogo molto frequentato da mamme con bambini, anziani, cittadini. La rinascita di quest’area avviene grazie all’impegno di Ornella Ricciardi, che ha coinvolto una rete di associazioni, come la Cooperativa Pane e Signore, alcune aziende, esercizi commerciali della zona, il comune e i cittadini privati per dare vita a questa iniziativa per la riqualificazione urbana. Nel progetto verranno utilizzate esclusivamente le varietà che crescono spontaneamente. A lavorare al giardino saranno giovani in difficoltà, cui spetta il compito di preparare il terreno alla piantumazione di piante. Attraverso una formazione ad hoc con gli educatori del CEPIM, il Centro Italiano Down Onlus di Genova, permetterà di coinvolgere anche questi ragazzi nella cura del giardino. La formazione inoltre sarà aperta anche ad esterni, a persone del quartiere, che vorranno dare il loro contributo partecipando all’iniziativa. “Questo premio – ha spiegato Ornella Ricciardi – ci dà la possibilità di concretizzare tutto questo e tornare a valorizzare un’area urbana molto bella e importante della città”.

Altre notizie: https://cooperativapanesignore.it/

Confagricoltura, Schillaci: agricoltura sociale un modello di integrazione che favorisce salute fisica e psichica

Coltivare agricoltura sociale, Santori: proseguire su strada, agricoltura rete sociale d’Italia. VIDEOINTERVISTA

Coltivare Agricoltura Sociale, Giansanti: agricoltura è inclusione sociale, accompagnare imprese che operano nel contesto. VIDEOINTERVISTA

Confagricoltura, Giansanti: Agricoltura va oltre l’aspetto economico, significa anche cura del territorio e delle persone

Confagricoltura, Locatelli: Coltiviamo Agricoltura Sociale un progetto di grande valore che parla di inclusione e sostenibilità

Vino, Lollobrigida: etichetta Irlanda strumento per chiudere mercato a prodotti qualità. Documento comune con Francia e Spagna. VIDEOINTERVISTA

Confagricoltura, Lollobrigida: In Ue ogni Stato fa i propri interessi. Irlanda con etichetta vuole chiudere il mercato, una oscenità dire che il vino fa male

Confagricoltura, Lollobrigida: Lavorare su difesa Made in Italy da aggressioni esterne e su valorizzazione nostro modello produttivo

 




Confagricoltura, Locatelli: Coltiviamo Agricoltura Sociale un progetto di grande valore che parla di inclusione e sostenibilità

“Ringrazio il presidente Giansanti per avermi invitato a questo bellissimo momento di aggregazione per stare insieme e premiare attività di grande valore. Questo è un bellissimo progetto, un bando che si esprime parlando di territori, inclusione e sostenibilità. Complimenti quindi per la realizzazione del progetto e per il suo ampliamento, si tratta di una strategia e di un vero investimento che vede protagoniste le competenze e i talenti di tutte le persone da mettere al servizio di tutto il paese. Attraverso l’inclusione lavorativa, il verde e l’agricoltura possiamo davvero cercare di dare delle risposte con progetti di grande valore come quelli premiati oggi.”

Così il ministro per le disabilità Alessandra Locatelli in un videomessaggio nel corso della premiazione dei vincitori del bando Coltiviamo Agricoltura Sociale di Confagricoltura.




Covid, Locatelli (Lega): Aprire ristoranti in sicurezza anche la sera

La nostra proposta di consentire la riapertura in sicurezza dei ristoranti anche la sera nelle zone dove la pandemia è sotto controllo è di assoluto buon senso. La consumazione al tavolo assicura condizioni di sicurezza maggiori rispetto a tante altre situazioni che creano assembramenti fuori dai locali che fanno il servizio di asporto. Noi sindaci pensiamo che si debba coniugare il diritto alla salute con quello al lavoro. Conosciamo le nostre realtà: ci auguriamo che il nostro appello sia raccolto dal governo”.

Lo dichiara Stefano Locatelli, vicepresidente di Anci nazionale e responsabile Enti locali della Lega.




Lombardia, spreco alimentare. Locatelli e Rolfi: 2,8 milioni per progetti di recupero e distribuzione delle eccedenze

Ogni anno circa un terzo del cibo commestibile, pari a 1,3 miliardi di tonnellate viene sprecato. Regione Lombardia è in prima linea nel contrasto dello spreco alimentare: il nostro obiettivo è ridurlo del 30 per cento entro il 2025 e dimezzarlo entro il 2030 attraverso una serie di provvedimenti e di iniziative volte al recupero delle eccedenze. Per il biennio 2021-2022 Regione Lombardia continuerà a sostenere la capillarità di queste attività con una dotazione di 2,8 milioni di euro. Sono previsti finanziamenti destinati agli enti del terzo settore per il sostegno a progetti di recupero e distribuzione delle eccedenze alimentari volti all’inclusione sociale di tante famiglie in difficoltà”. Lo dichiara Alessandra Locatelli, assessore regionale alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità, in occasione dell’ottava ‘Giornata nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare’.

 

PROMOZIONE E SOSTEGNO ANCHE ALLE TANTE AZIENDE IN DIFFICOLTÀ -“Lo scorso anno – aggiunge Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi – abbiamo promosso #iomangiolombardo, un’iniziativa innovativa, a burocrazia zero, con la quale abbiamo destinato 1.800.000 euro ai caseifici lombardi per acquistare formaggi DOP da distribuire al circuito dell’indigenza”. “Un’azione – sottolinea – dal doppio valore: economico e sociale, per dare liquidità immediata alle imprese e fornire cibo di qualità alle famiglie in difficoltà. Questo ha consentito a molte aziende anche di liberare i magazzini dalle produzioni in eccedenza e di dare respiro al proprio ciclo produttivo”.

 

“Con un ulteriore bando – ricorda Rolfi – abbiamo finanziato altri 10 progetti di riduzione delle eccedenze alimentari: 280.000 euro per accorciare le filiere, promuovere modelli di agricoltura sostenibile e di economia circolare, valorizzare al meglio i prodotti lombardi ed evitare eccedenze. L’agricoltura lombarda, anche su questo tema, è presente ed è impegnata al massimo per ottenere risultati concreti”.

 

AIUTO A 1.500 STRUTTURE ASSISTENZIALI E A OLTRE 100.000 FAMIGLIE – “A dicembre – ricordano gli assessori – si sono conclusi 10 progetti di raccolta e distribuzione di derrate alimentari realizzati sul territorio regionale e sostenuti con un finanziamento regionale complessivo di oltre 2,5 milioni di euro, che hanno permesso di dare un sostegno a oltre 1.500 strutture assistenziali e a più di 100.000 famiglie lombarde”. “Nelle scorse settimane, inoltre – concludono gli assessori Locatelli e Rolfi – si è chiuso il bando che, in continuità con le misure attuate per i bienni 2017-2018 e 2019-2020, sosterrà le attività di recupero e distribuzione delle eccedenze alimentari a favore di persone che non riescono ad accedere ad alimenti tali da garantire un equilibrio alimentare e una vita sana, anche in conseguenza dei riflessi economici dovuti alla pandemia da Covid-19”.




Maltempo: Locatelli (Lega), Costa scaricabarile vergognoso. Sindaci sempre in prima linea al fianco dei cittadini

“Lo scaricabarile del ministro Costa nei confronti dei sindaci è inaccettabile. Da sempre ogni sindaco, di qualunque appartenenza politica, è in prima linea per il proprio territorio. Sono loro che di notte, con la neve, la pioggia, escono di casa per aiutare i propri concittadini dopo bombe d’acqua, alluvioni o forti nevicate. Tutto questo mentre il governo Pd-5S continua invece a far mancare risorse e investimenti per far fronte al problema. Costa che oggi attacca i sindaci dimostra ancora una volta di non conoscere l’impegno e la passione di chi amministra i comuni del nostro Paese. Ai comuni servono solo due cose: investimenti veri e norme semplici, non chiacchiere, annunci roboanti a cui non segue nulla e attacchi vergognosi per difendere la poltrona. Costa abbia almeno la decenza di assumersi le proprie responsabilità e porti rispetto per chi ogni giorno è in prima linea sul territorio e per i cittadini”.
Lo dichiara Stefano Locatelli, responsabile Enti Locali della Lega.



CORONAVIRUS, CAUDA: NEI CASI PIÙ GRAVI COINVOLTO ANCHE IL CUORE E SISTEMA NERVOSO. 8 CASI SU 10 DI CONTAGIO DA SOGGETTI ASINTOMATICI

Le norme del governo, che sono state adottate prima in Cina e poi seguite da altri paesi in ordine cronologico, sono le uniche che si potevano e si dovevano prendere in questa situazione. Sono state soluzioni messe in atto con la giusta tempistica, quando cioè i numeri e le esperienze ci hanno indicato che queste erano le scelte giuste da compiere. E devono essere seguite per tutto il periodo in cui saranno in atto. La scelta di chiudere è stata draconiana e difficile, ma altrettanto complicata sarà la scelta su quando riaprire.”

Così ad AGRICOLAE Roberto Cauda, direttore delle Malattie Infettive del policlinico Gemelli di Roma.

“In Corea abbiamo visto un uso massiccio delle app e dei tamponi, però è sempre molto difficile fare dei paragoni tra paesi. Ogni nazione fa storia a se, a riprova di questo basti pensare alle differenze tra il nord e il sud Italia. Potrebbero esserci stati ingressi minori del virus in determinati paesi ma possiamo solo fare ipotesi e sulle ipotesi non si può costruire nulla di solido” chiarisce.

“Nell’ipotesi ci fosse un vaccino efficace e sicuro allora la battaglia col Covid-19 sarebbe vinta. Il vaccino ha però i suoi tempi di realizzazione, di introduzione nel mercato e di somministrazione.

Il virus ha sicuramente circolato in maniera differenziata nei vari paesi. Solamente quando si faranno studi sieroepidemiologici vedremo quale sarà la quota di popolazione che è venuta a contatto col virus e che ha sviluppato anticorpi. Bisognerà verificare poi se il livello di anticorpi ha un effetto di tipo protettivo. Credo che la risposta sia affermativa ma sarà necessario possedere i dati scientifici che proprio in questi giorni stanno partendo” nota l’infettivologo.

“Siamo in presenza di un virus che si diffonde tramite le goccioline ma aggravante che rende difficoltoso il contenimento” -spiega Cauda- “è che, secondo uno studio cinese, il Covid-19 si trasmette per l’80% dei casi attraverso soggetti asintomatici. Quindi soggetti che sono difficili da individuare, spiegando la difficoltà nel contenimento e da qui la giustificazione nel rimanere a casa e nell’uso delle mascherine, la cui efficacia è molto forte per evitare che il virus venga trasmesso. Se tutti indossassimo le mascherine il contagio sarebbe molto ridotto” dichiara.

Resta agli atti che il direttore del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli dichiarava lo scorso 26 febbraio che “al test saranno sottoposti solo i pazienti sintomatici e chi è stato in stretto contatto con le persone positive”. Ciò, aveva spiegato, perché il rischio contagio “è elevato nei soggetti sintomatici mentre è marcatamente più basso in quelli asintomatici”.

E resta agli atti il sequestro da parte dei Nas dei tamponi a un’impresa di Monfalcone che stava facendo i test ai suoi lavoratori. In quanto sussite il monopolio pubblico in materia. Anche in barba a quanto aupiscato da Gates: tamponi fai da te.

In merito al fatto che in precedenza fosse stato consigliato l’uso delle mascherine solamente a soggetti con sindrome respiratoria, sconsigliandone l’uso per il resto della popolazione Cauda chiarisce:

“Non credo che siano stati commessi errori nè che eventualmente questi siano legati al fatto che mancassero le mascherine, sono invece direttive che ancora oggi ribadisce l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Seppure non sia ancora ben chiaro il ruolo svolto dagli asintomatici, non sappiamo infatti se tutti trasmettono il virus allo stesso modo. È possibile che qualcuno trasmetta il Covid in maniera maggiore di altri. È evidente poi come ci siano ormai due forme di replicazione, una a livello alto delle vie respiratorie ed una a livello basso polmonare. Quindi due forme di replicazione virale che possono diversamente influenzare la trasmissione” sottolinea.

“Quando inizierà la fase 2 sarà necessario che la gente si abitui a mantenere il senso di responsabilità facendo uso di mascherine, ricorrendo al distanziamento sociale e al lavaggio delle mani, ed evitando le uscite.

Inoltre se il caldo agisce come con la Sars ed altri coronavirus potrebbe darci una mano nel contenimento, però si tratta di un virus nuovo e bisognerà osservare giorno dopo giorno l’evoluzione.”

Per quanto riguarda l’immunità che dovrebbe essere sviluppata da chi è guarito dal Covid, Cauda spiega:

“È verosimile che ci sia un’immunità e gli studi sul vaccino si basano proprio sullo stimolo di un’immunità specifica verso determinati antigeni. Sembrerebbe infatti che questo virus rientri nella casistica per la quale la presenza di anticorpi corrisponda ad una protezione.”

“Il polmone è certamente l’organo più colpito” sottolinea l’infettivologo. “Ma se il quadro clinico più rilevante è quello di una polmonite interstiziale man mano che si comprende questo virus si nota come siano colpiti anche altri organi come il cuore. Si tratta delle forme più gravi, nelle quali troviamo anche coinvolgimento cardiaco, renale e cutaneo. L’80% delle forme sono però forme banali e simil influenzali, solo nei casi più gravi vediamo un coinvolgimento di altri organi, ad esempio dell’apparato cardiovascolare o del sistema nervoso centrale.”