Retromarcia UE sulla riduzione dei pesticidi. De Carlo (FdI): “Vittoria per l’agricoltura e per l’Italia”
“La retromarcia annunciata dalla presidente Von Der Leyen sulla proposta legislativa sui pesticidi è una vittoria per l’agricoltura e per l’Italia. Come ha evidenziato anche il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, da quando Fratelli d’Italia è al governo la nostra nazione si è fatta valere in Europa sui temi dell’agroproduzione, dicendo no alle politiche ideologiche pseudo-ambientaliste e spingendo per una sostenibilità che coniughi ambiente, tenuta sociale e redditività per le imprese. Un esempio chiaro in questo senso è quello delle TEA – Tecniche di Evoluzione Assistita, che fanno convivere innovazione, ricerca, tradizione e una produzione che deve puntare al “più e meglio”. L’Europa ha capito che il vento sta cambiando, e con il rinnovo di giugno del Parlamento Europeo siamo pronti a cambiare l’Europa”.
Così il senatore di Fratelli d’Italia Luca De Carlo, presidente della IX Commissione Senato – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, sull’annuncio – da parte del presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen – della richiesta di ritiro della proposta legislativa sui pesticidi.
Editoriale 2023, Luca De Carlo: Italia ha riacquistato dignità e autorevolezza in Ue senza sottostare a ricatti ambientalisti e interessi multinazionali
Made in Italy, De Carlo: da Ue riforma fitosanitari e politiche demagogiche che mettono a rischio 1,4 milioni di posti di lavoro
“La stretta sui fitofarmaci e le politiche in ambito agroalimentare, dal Nutriscore all’accanimento contro gli allevamenti, volute dall’Unione Europea sono solo l’ennesima dimostrazione di una politica demagogica della sinistra in Europa che mette a rischio 1.400.000 lavoratori del comparto agroalimentare nazionale. Le esportazioni delle eccellenze agroalimentari del Made in Italy che verranno maggiormente penalizzate dalla riforma – come ortofrutta, vini, formaggi, pasta, riso – hanno fatto registrare nel 2022 un fatturato complessivo superiore ai 34 miliardi di euro; l’intero comparto esporta beni per 60 miliardi di euro. I dati dello studio di Fondazione Edison e Fondazione Sambucini – Uila indicano bene quale sia il ruolo dell’agricoltura per l’economia nazionale: per questo, non possiamo che condannare e contrastare politiche che hanno come obbiettivo quello di uccidere produzioni nazioanli floride come l’agricoltura per condannare le persone alla povertà perenne e al reddito di cittadinanza, favorendo allo stesso tempo con scelte come quella del Nutriscore o delle carni sintetiche le multinazionali”: così il senatore di Fratelli d’Italia Luca De Carlo, presidente della IX Commissione – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare al Senato.
Vino Veneto in crescita. Convegno Coldiretti su consolidamento connubio quantità-qualità. VIDEOINTERVISTE a De Carlo, Montedoro, Pomarici
Volumi e valori sono un connubio perfetto per un sistema di successo: la vitivinicoltura veneta. Il vino prodotto nell’ultima vendemmia è stato stimato in circa 12,6 milioni di ettolitri, in crescita del +7,3% rispetto al 2021. Si tratta di numeri di tutto rispetto frutto del lavoro di oltre 27mila aziende viticole che coltivano un superficie a vigneto pari a 95mila ettari totali di cui oltre 80% investita a doc/docg, il 13,7% a Igt e il restante 2,8% a vitigni varietali. Un biglietto da visita di alta qualità nel mondo che concorre a sviluppare 60,7 miliardi di export (+17%) registrando il record nel 2022.
Ed è proprio il vino a trascinare in tricolore all’estero con livelli vicini agli 8 miliardi di euro. Consolidare le performance del vino veneto sui mercati internazionali è il tema del convegno organizzato da Coldiretti che ha visto la partecipazione del presidente della Commissione del Senato Industria, Commercio e Agroalimentare Luca De Carlo. Il saluto di Marina Montedoro Direttore di Coldiretti Veneto ha aperto i lavori lasciando poi l’introduzione a Giorgio Polegato Presidente della Consulta vino della federazione regionale.
Un excursus che ha anticipato la relazione a cura del Professor Eugenio Pomarici dell’Università di Padova sulle dinamiche del mercato dei vini di alta qualità. A seguire Carlotta Gori Direttore del Consorzio Chianti Classico ha raccontato il caso studio di uno dei prodotti simbolo del Made in Italy. L’enologo Andrea Dal Cin del Gruppo Masi è poi entrato nello specifico della ricerca con le tecniche di miglioramento della produzione mentre Oscar Lorandi Presidente della cantina Girlan di Cornaiano (Bz) ha portato il suo contributo sul binomio possibile tra alta gamma e cooperazione.
Alberto Zannol Direzione regionale Agroambiente ha infine tratto le conclusioni.
Vino, De Carlo: si lavora in squadra in Italia e in Ue. Tradizione è l’innovazione che ha avuto successo. VIDEOINTERVISTA
“Le sfide sono tante, a iniziare dalla competitività sul mercato europeo ma anche e soprattutto sull’etichettatura che vorrebbe penalizzare e discriminare fortemente i nostri prodotti. Dovremo essere forti sia in sede nazionale che in sede europea per controbattere questa visione del mondo distorta che confonde l’uso con l’abuso di alcol”.
Così ad AGRICOLAE il presidente della Commissione Industria, Commercio e Agroalimentare del Senato Luca De Carlo a margine del convegno di Coldiretti Veneto sul consolidamento del successo del vino veneto nel mondo, sui volumi e valori come connubio perfetto.
“Dobbiamo costruire – e il ministro lo sta facendo – una task force europea molto più forte di quella che abbiamo avuto fino ad oggi e fare sostanzialmente quello che hanno sempre fatto le altre nazioni, ovvero difendere i propri prodotti in sede europea. Diciamo che l’Italia per qualche anno si è dedicata a difendere i prodotti degli altri e non quelli suoi”, prosegue De Carlo.
Ma come si fa a mantenere qualità con la quantità? “con tanta ricerca e con tanta innovazione. I nostri sono prodotti tradizionali che costituiscono l’ossatura dell’economia del Veneto e di quella nazionale. La tradizione è un’innovazione che ha avuto successo”, spiega il presidente della Commissione Agricoltura del Senato.
“Il vino è quasi tutto Doc e Igp a testimonianza dell’importanza del valore aggiunto dato dalla qualità e dal racconto del territorio e della sua storia. Per questo abbiamo presentato un progetto di legge sull’enoturismo, crediamo sia uno dei modi per valorizzare qualità, prodotto e territorio”, conclude.
La IX Conferenza economica della Cia: LE VIDEOINTERVISTE E TUTTI GLI INTERVENTI. Prima giornata
Rimettere le “Agricolture al centro” del Paese, con un progetto di rilancio che poggia su quattro assi: rapporti di filiera e di mercato, servizi infrastrutture e aree rurali, clima energia e ambiente, orizzonte Europa. Questo lo scopo del documento-manifesto presentato da Cia-Agricoltori Italiani in occasione della sua IX Conferenza Economica, al Palazzo dei Congressi di Roma. Un insieme di richieste e proposte indirizzate alle istituzioni, per costruire un futuro in cui il settore torni a essere realmente primario. Eccole nel dettaglio:
RAPPORTI DI FILIERA E DI MERCATO – Il sistema agroalimentare italiano è una vera superstar, vale 550 miliardi e rappresenta stabilmente il 15% del Pil. Eppure, all’agricoltura resta ancora la fetta più piccola: su 100 euro spesi dal consumatore, infatti, al produttore restano in tasca solo 6 euro netti, sui prodotti freschi, che scendono addirittura a 2 euro sui trasformati. Colpa degli atavici squilibri di filiera, della catena troppo lunga, della scarsa concentrazione dell’offerta agricola che riduce la forza negoziale, della crisi dei prezzi. Per questo, secondo Cia non è più rinviabile una legge ad hoc per redistribuire il reddito e assicurare alla fase agricola una quota adeguata di valore aggiunto lungo la filiera, partendo dai costi medi di produzione quale limite minimo. Da associare a politiche orientate all’aggregazione e a strumenti per una maggiore trasparenza nella composizione dei prezzi, a partire dal ruolo di CUN e Borsa Merci.
Quanto all’obiettivo della Sovranità alimentare, per Cia si raggiunge con più relazioni di sistema, ovvero incentivando forme di contrattualizzazione condivise tra tutti gli attori, dalle OP ai contratti di filiera all’interprofessione, e puntando sulla qualità agricola nazionale e sulle specialità territoriali. Che vuol dire sviluppare intese allargate, dai campi alla ristorazione, per valorizzare Dop e Igp; promuovere un’operazione di sensibilizzazione istituzionale che punti sui marchi del cibo Made in Italy e sulla Dieta Mediterranea; incentivare la vendita diretta nelle aziende agricole, anche dal punto di vista turistico. A questo fine, Cia ritiene prioritario avviare una campagna di comunicazione pubblica per un patto agricoltori-cittadini, nonché introdurre l’ora di educazione alimentare negli istituti scolastici.
SERVIZI, INFRASTRUTTURE E AREE RURALI – Le aree interne sono il 59% della superficie nazionale ed equivalgono a circa la metà dei comuni (3.834), ma oggi ospitano solo 13 milioni di persone (il 18% della popolazione contro il 26% della media Ue), con un progressivo invecchiamento e abbandono, frutto del deficit ormai cronico di servizi e infrastrutture. Una situazione che va affrontata con urgenza, visto il ruolo strategico delle aree interne per la tenuta del territorio anche contro il rischio idrogeologico, e per la tutela attiva di paesaggio e biodiversità, puntando sull’agricoltura multifunzionale quale motore di sviluppo economico e occupazionale.
Per invertire la marcia, sostenere e rendere attrattive le aree rurali, secondo Cia serve innanzitutto un piano straordinario di recupero, riorganizzazione e rinnovamento dei servizi alle imprese e alle persone, da quelli amministrativi a quelli sociosanitari, così come predisporre definitivamente la messa in sicurezza, il ripristino e l’ammodernamento delle infrastrutture viarie e digitali.
In più, Cia chiede una legge quadro sull’agricoltura familiare e, soprattutto, un piano di welfare differenziato e di insediamento abitativo nelle aree interne, con incentivi per facilitare permanenza e ritorno dei giovani, che includa: misure di defiscalizzazione, interventi di decontribuzione e sburocratizzazione, politiche di credito agevolato e di accesso alla terra, aiuti per gli investimenti di donne e under 40. Infine, bisogna valorizzare il ruolo dell’agriturismo, non solo come centro di servizi per il viaggiatore, ma anche nella sua dimensione sociale, dagli agriasili alle fattorie didattiche e sociali, con l’offerta di servizi culturali, educativi, assistenziali, formativi e lavorativi.
CLIMA ENERGIA E AMBIENTE – Oggi l’agricoltura si trova da una parte a far fronte all’emergenza climatica, con siccità ed eventi estremi raddoppiati nel 2022 (+55%) e danni da oltre 7 miliardi l’anno; dall’altra parte, sta affrontando una crisi energetica senza precedenti divenendo uno dei cardini del cambiamento, mentre lavora per essere sempre più resiliente e sostenibile, come chiede la Ue con il Green Deal. Il settore, però, non può diventare il “capro espiatorio” di tutto, necessita di politiche innovative, forti e di lungo periodo, per restare al passo.
Ecco perché, secondo Cia, occorre favorire la ricerca per lo sviluppo di piante più green e resistenti a cambiamenti climatici e malattie, avviando urgentemente la sperimentazione in pieno campo delle NBT con l’Italia a fare da apripista.
Occorre, poi, fare in fretta sulla risorsa idrica, con un piano infrastrutturale di piccoli laghetti e invasi, “smart” sotto il profilo tecnologico e amministrativo, da affiancare al collaudo dei progetti grandi invasi finanziati con il Pnrr e ad azioni per il riutilizzo a uso agricolo delle acque reflue depurate.
Cia torna anche a chiedere a gran voce una legge nazionale contro il consumo di suolo, tanto più che le aree perse dal 2012 a oggi avrebbero garantito la fornitura di oltre 4 milioni di quintali di prodotti agricoli, l’infiltrazione di 360 milioni di metri cubi di pioggia e lo stoccaggio di carbonio per oltre 3 milioni di tonnellate.
Quanto allo sviluppo delle agroenergie, per Cia la sovranità sui terreni spetta all’agricoltore ed è tempo di riconoscere, anche economicamente, il suo ruolo. In particolare, bisogna semplificare le procedure per l’accesso alle misure del Pnrr su fotovoltaico e agrovoltaico, garantendo un maggior coinvolgimento degli agricoltori nelle scelte; incentivare il mercato dei crediti di carbonio per mezzo di meccanismi e pratiche legate al carbon farming; valorizzare la materia prima agricola locale nella filiera foresta-legno; introdurre elementi di semplificazione e flessibilità nel quadro normativo di gestione degli scarti agricoli per la produzione di biometano.
Contro l’emergenza ungulati, è necessario dare subito attuazione al Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica, nominare un commissario ad hoc, eliminare il riferimento agli aiuti de minimis nelle misure di indennizzo agli agricoltori innalzando al contempo, come primo step, il limite massimo a 90mila euro.
ORIZZONTE EUROPA – Tanti i temi caldi sul tavolo europeo, oggetto di posizioni chiare e proposte puntuali da parte di Cia. In primis il dossier Ue sulla riduzione dei prodotti fitosanitari, su cui l’organizzazione chiede di avviare una valutazione d’impatto oggettiva e orientata a riequilibrare le esigenze produttive agricole con gli obiettivi di sostenibilità ambientale, specie in relazione ai rischi sull’approvvigionamento alimentare. Al contempo, occorre promuovere una politica graduale, realista e gestibile per giungere ai target green con alternative sfidanti, grazie a ricerca e innovazione, sviluppando la difesa integrata e promuovendo il progresso di prodotti a basso impatto come quelli di biocontrollo.
Quanto all’etichettatura fronte-pacco, Cia ribadisce il suo “no” totale al Nutriscore e a ogni ipotesi semplicistica e non oggettiva. Bisogna informare, e non condizionare, le scelte alimentari dei consumatori, con un sistema chiaro e trasparente che non penalizzi le produzioni di qualità. Altro “no” netto alla criminalizzazione del vino, con il precedente pericoloso delle “health warning” irlandesi, a cui rispondere con azioni di sensibilizzazione e promozione al consumo corretto e responsabile. Ultimo “no” convinto di Cia al cibo sintetico, che mette in pericolo produzioni agrozootecniche di eccellenza e identificative di territori e tradizioni per produzioni artificiali che rischiano anche di costare di più in termini di impatto sull’ambiente senza garantire migliore salute e nutrizione per i cittadini.
In più, sulla proposta di revisione della direttiva sulle emissioni inquinanti, è necessario contrastare soluzioni che mettano sullo stesso piano gli allevamenti agli impianti industriali, partendo dal bilancio energetico-ambientale delle aziende zootecniche. E ancora, sulla nuova Pac, così come sulle strategie Farm to Fork e Biodiversity, serve più semplificazione con regole e strumenti attualizzati al nuovo contesto, modificato dagli effetti della guerra. Infine, Cia chiede il rispetto della reciprocità delle regole europee negli scambi commerciali, il rilancio del partenariato euro-mediterraneo e lo stop a forme di finanziarizzazione legate alle materie prime agricole.
Le proposte di Cia alle istituzioni dalla IX Conferenza Economica
Agroalimentare: Cia, nuovi scenari tra guerra, inflazione e climate change. Il rapporto Nomisma
Cia, Fitto: su Made in Italy stiamo avviando un confronto con la Commissione Europea. VIDEO
Cia, Martina, sostenere l’agricoltura del territorio con tecnologia, ma no alle omologazioni. VIDEO
Fauna selvatica, Governo e Parlamento al lavoro per trovare compromesso a tutela aziende agricole e specie selvatiche
Se la Camera ha dato l’ok all’Odg a firma del presidente della Comagri Camera Mirco Carloni che impegna il governo a redigere un piano nazionale di gestione del lupo, la commissione Agricoltura, industria e commercio del Senato aveva già da tempo dato il via libera all’Odg a firma del presidente Luca De Carlo che impegnava il governo a intervenire in sede nazionale ed europea al fine di garantire le fondamentali condizioni di preservazione della fauna selvatica e dei grandi predatori, contemperando le esigenze di efficace tutela delle attività economiche agricole e di allevamento, anche a livello territoriale, in considerazione delle particolari specificità e forme di autonomia locali.
Il Parlamento ha dato via libera nei suoi rami due rami di Palazzo Madama e di Montecitorio a due ordini del giorno presentati dai presidenti delle rispettive commissioni competenti per mettere a punto un piano di gestione che risolva l’annoso problema dei danni provocati dalla fauna selvatica, dai predatori carnivori e del lupo impegnando il governo a trovare una soluzione di equilibrio tra i predatori e l’uomo che cura la terra.
Con la Manovra 2023 il governo, dal canto suo, ha varato le disposizioni (art. 1, commi 447° e 448°) che consentono alle Regioni e alle Province autonome di approvare piani di abbattimento in qualsiasi periodo dell’anno mentre a livello nazionale è prevista l’approvazione di un piano straordinario di abbattimenti di durata quinquennale.
L’emergenza fauna selvatica persiste però in molte aree del territorio nazionale mettendo in difficoltà le aziende agricole e spesso gli abitanti. Sono infatti molteplici gli incidenti stradali che si registrano a causa dell’invasione delle carreggiate da parte di animali.
Dieci anni di settore Primario che trasforma il Secondario e muove il Terziario raccontati dai ministri e dai presidenti
Agricolae compie 10 anni.
Grazie a tutti voi che contribuite con il vostro lavoro, a voi che leggete e a voi che apprezzate e in caso criticate quanto fatto da questa redazione.
Qualcuno ci ha ringraziato per il nostro lavoro, ma siamo noi a dover ringraziare tutti coloro che usano questo mezzo di informazione per conoscere e far conoscere e – quando ci si riesce – a risolvere i problemi di questo meraviglioso comparto.
Inutile qui parlare di dati a chi i dati li conosce meglio di tutti. Come è superfluo parlare di Pil, di economia reale, lavoro, importanza strategica o di garanzia sociale. Oppure di tradizioni, cultura, bontà, storia e bellezza. Come diventa inutile parlare finanche di sicurezza alimentare e del ruolo di peace keeper che svolge il comparto nelle aree del mondo a rischio guerra: ogni paese considerato civile dovrebbe dare per scontato come tutto ciò dipenda dall’Agricoltura, settore Primario che si trasforma in Secondario e che muove il Terziario.
Ma non è mai inutile parlare di terra, perché è dalla terra che noi veniamo. Come vengono dalla terra e dal mare tutte le forme di vita che conosciamo.
E chi lavora la terra è per definizione un padre fondatore della nazione, un tutore e un eroe.
Potrebbe dunque apparire blasfemo pensare che c’è chi vorrebbe demonizzare i prodotti naturali che arrivano in tavola per sostituirli con prodotti artificiali di proprietà di pochi, nati e cresciuti nell’acciaio. O immaginare interessi economici mascherati con un buonismo ambientale che rischia di aver di buono ben poco, e certo non a tavola.
Certo che questo non farebbe bene alla terra, dato che la terra dipende da chi la cura e la ‘coltiva’. E neppure all’uomo, che dipende dalla terra stessa da cui proviene.
Un rapporto, quello tra l’uomo e la terra di dare-avere-dare.
Ma sappiamo che una società colta e civile queste cose le sa già. Altrimenti non sarebbe colta e civile.
Agri-cultura è la parola chiave del 2023 con la quale l’Italia, paese della terra e del mare, può portare nel mondo l’educazione alla cura della terra.
Perché troppo spesso guardiamo al cielo con meraviglia e troppo di rado guardiamo verso il basso, dove poggiano i nostri piedi.
Anno 2022:
2022-2023, l’editoriale di Frascarelli e Zaganelli: le prospettive per l’anno che si apre
2022-2023, l’editoriale di Tommaso Battista: l’anno che è stato e quello che verrà
2022-2023, l’editoriale di Carlo Piccinini: programmazione a lungo termine la sfida più grande
Anno 2021:
Fine 2021-inizio 2022, Centinaio: fondamentale spendere presto e bene risorse e cogliere opportunità
Fine 2021-inizio 2022, Piazza: Enpaia continua a crescere. Bilancio supererà il 4%
Fine 2021-inizio 2022, Vaccari, Crea: Innovare è un dovere. Pronti a sostenere attuazione Pac e Pnrr
Anno 2020:
Fine 2020, Bellanova: Rinascita Italia parta da agroalimentare. Il futuro ha un cuore agricolo
Fine 2020, L’Abbate: Agroalimentare eroico in emergenza Covid. Ora gettare basi nuovo futuro
Fine 2020, Gallinella: anno difficile per pandemia. Forze politiche siano unite per ripartire
Fine 2020, Giansanti: agricoltura stella polare. Ora piano strategico nazionale
Fine 2020, Verrascina: guardando l’anno che verrà, ma con programmazione
Fine 2020, Serpillo: Economia alimentare si traduce in economia delle risorse naturali
Fine 2020, Santoianni: resilienza pmi italiane. Ora sia l’anno del Made in Italy
Fine 2020, Qualivita: impegnati a diffondere nel mondo la cultura del Made in Italy. VIDEO
Fine 2020, Dalla Bernardina: contoterzismo professionale strategico per l’agricoltura del futuro
Anno 2019:
Anno 2018:
2018-2019, Pesce: basta compartimenti stagni ma visione unitaria dell’agroalimentare
2018-2019, Vallardi: gioco di squadra tra Mipaaft e comagri Camera e Senato ha dato suoi risultati
2018-2019, Giansanti: agricoltura deve essere connessa per consentire crescita del paese
2018-2019, Scanavino: anno segnato dal maltempo. Ora strategia nazionale a tutela aree rurali
2018-2019, Verrascina: agricoltura non chiede aiuti ma investimenti per competere sul mercato
2018-2019, Serpillo: agroalimentare in grado di ridurre tensioni mediterraneo e immigrazione
2018-2019, Unci agroalimentare: premesse favorevoli e buoni propositi
Anno 2017:
BILANCIO 2017, Formigoni: ora spazio ai giovani per dare sprint a settore
BILANCIO 2017, Sani: Camere e governo concentrate sui temi agricoli senza precedenti. Ora pac
BILANCIO 2017, Giansanti: innovazione digitale opportunita per far recuperare gap di competitivita
BILANCIO 2017, Scanavino: potenza straordinaria del made in Italy ma organizzazione precaria
BILANCIO 2017, Verrascina: aggregare agricoltura, industria e gdo. No agli scontri inutili
BILANCIO 2017, Serpillo: Italia promuova se stessa, puntando al mediterraneo
BILANCIO 2017, Minelli: enormi potenzialita in tutta la filiera, governo si concentri su pac
BILANCIO 2017, Alleanza cooperative pesca: per il settore chiaro e scuro
Anno 2016:
2016-2017, Mercuri: risorse siano destinate a opportunita di sviluppo. Anche per pac post 2020
2016-2017, Serpillo (Uci): aprirsi a paesi del mediterraneo. E rivedere sistema aiuti Ue
Anno 2015:
Anno 2014:
LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Roberto Formigoni: sara’ l’anno delle sfide
LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Luca Sani: finalmente politiche di sostegno concrete per il settore
LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Scanavino: l’anno passato e’ stato grigio, il 2015 sara’ migliore
LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Franco Verrascina: anno che si chiude in chiaro scuro
LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Ettore Iani’: ogni azienda vede il futuro con 37 euro da investire
LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Giampaolo Buonfiglio: sara’ l’anno delle riforme
LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Paolo Tiozzo: bilancio non positivo per la pesca
LE INTERVISTE PER IL 2014-2015, Luigi Giannini: riduzione prezzo gasolio ha salvato il settore
Anno 2013:
L’ANNO CHE VERRA, Luca Sani: affrontare la riforma del Mipaaf riconfigurandone ruolo e funzioni
L’ANNO CHE VERRA, Luigi Scordamaglia: ora tutti insieme per un deciso cambio di passo
L’ANNO CHE VERRA, Antonio Piva: basta buoni propositi, ora meno burocrazia e piu credito
Franco Verrascina: l’agricoltura tra bilancio di un anno e il futuro
Massimo Gargano: l’olivicoltura italiana un triciclo…A due ruote
Mario Guidi: lavorare in funzione del concetto di “New normal”
Giorgio Mercuri: ogni azienda sa quale e’ il suo “Chilometro giusto”
Giuseppe Alonzo: ricerca si traduce in sviluppo e crescita economica
Arturo Semerari: al centro garanzie di credito e assicurazioni
2022-2023, l’editoriale di Luca De Carlo: si riporta “la chiesa al centro del villaggio”. Settore Primario torna ad essere primario
Il 2023 sarà l’anno nel quale si riporterà “la chiesa al centro del villaggio”: l’anno che vedrà tornare il settore primario tra le priorità della politica nazionale.
Il Governo ha già dato alcuni segnali importanti, non ultimo la Legge Finanziaria appena approvata che – nonostante le difficoltà delle casse dello Stato – ha destinato circa 2 miliardi di euro agli investimenti nel settore agroalimentare: cifre importanti che dimostrano l’interesse dell’esecutivo per un comparto che vedrà la Nona Commissione – che sono onorato di presiedere – fondamentale strumento di supporto al Governo nella proposizione di temi e, soprattutto, di soluzioni utili all’intero settore.
Una nuova politica agricola che si reggerà su due solidi pilastri: sovranità alimentare e innovazione; una linea condivisa e ribadita dal Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida in sede di discussione della Legge di Bilancio e non solo.
Particolare importanza avrà l’istituzione di due fondi a sostegno dello sviluppo di questi indirizzi, che significheranno aiuto alle nostre aziende, crescita delle capacità di produzione, incentivazione delle filiere soprattutto nella parte agricola; un sistema produttivo come quello italiano, che conta oltre 62 miliardi di euro di export all’anno, deve poter contare su un’adeguata produzione interna di materie prime, per cui l’innovazione diventa una scelta imprescindibile per lo sviluppo del comparto.
Non siamo – e non potremo mai esserlo, vista la conformazione geomorfologica della nostra nazione – completamente indipendenti, ma tramite l’innovazione si potrà raggiungere una maggiore autonomia alimentare, con forme di sviluppo che sono altamente sostenibili sia sul fronte ambientale che sociale ed economico, ed è questo uno dei nostri obbiettivi principali.
Negli anni, le derive ideologiche hanno precluso alle nostre aziende la possibilità di essere veramente innovative, ma nonostante questo le imprese italiane hanno lavorato duramente e con successo anche su questo, raggiungendo grandissimi risultati: quella italiana è infatti la sesta economia più “green” a livello planetario e la prima in Europa, grazie all’impegno dei nostri imprenditori nella riduzione delle emissioni e per il benessere animale.
Il compito della Commissione sarà quello di stare attivamente a fianco delle nostre aziende, che oggi sanno di avere un Governo e un Parlamento che li sostiene: il nostro lavoro sarà quello di rendere concrete le tante proposte che hanno come obbiettivo la valorizzazione dei nostri prodotti. Non possiamo infatti dimenticare che l’Italia ha il primato in materia di produzioni DOP e IGP, ben 845, rappresentando un’assoluta eccellenza che viene copiata nel mondo con un danno derivante dall’ “Italian sounding” stimato in 100 miliardi di euro. Proprio per questo, in questi giorni ho dato vita ad un’iniziativa che vuole coinvolgere tutti i membri del Senato per far conoscere loro – e quindi poi valorizzare – i prodotti tipici delle nostre regioni.
Anche su questo, quindi, fondamentale sarà il ruolo della Commissione sia nei confronti del Governo, con la proposizione di provvedimenti per la tutela e valorizzazione delle produzioni, che dell’Europa: l’Unione Europea ha potuto già capire, in queste poche settimane trascorse dall’insediamento, che in Italia oggi c’è un Governo diverso che dimostra con i suoi provvedimenti attenzioni per questo settore fino ad ora oggettivamente assenti.
Il nostro impegno, in Parlamento, in Commissione e al Governo, sarà quello di tenere dritta la barra su questi temi, confermando la concentrazione e l’interesse verso i temi e le problematiche del settore primario, colonna portante dell’economia nazionale.
Luca De Carlo
Presidente Commissione Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare del Senato
Promozione Ue, vittoria Masaf: cancellate discriminazioni su carne e vino e accolta richiesta Italia di aumentare budget di 2 mln per le IG. 18 Paesi a favore, Paesi Bassi contro. Le reazioni: Lollobrigida, Prandini, Fini, Scordamaglia, Piccinini, Battista, Baldrighi, De Carlo, Cerreto
La Commissione Ue ci ripensa, anche grazie al lavoro di contrasto e di sensibilizzazione da parte del governo italiano, e cancella i passaggi discriminatori nei confronti di vino e carne nel rivedere il Regolamento 1144/2014 deputato alla Promozione dei prodotti agroalimentari per quanto riguarda l’annualità 2023.
Non solo: nella versione ‘rivista’ viene aumentato di 2 milioni di euro il budget per le IG nel mercato interno come chiesto dall’Italia.
E come se non bastasse, sembrerebbe che otto stati si siano astenuti – fra cui Francia Spagna e Portogallo – perché volevano meno limiti mentre la Germania desiderava maggior sostenibilità.
Da quanto apprende AGRICOLAE, la Commissione ha presentato una versione rivista del programma di lavoro 2023, che è stata discussa nella riunione odierna del Comitato Gruppo Esperti e approvata – ufficiosamente – circa un’ora fa.
Dal documento ‘rivisto’ e sottoposto agli stati membri – sempre da quanto si apprende – è stato cancellato il sottocriterio di valutazione, ritenuto discriminatorio che recitava quanto segue:
“Per le proposte destinate al mercato interno, l’allineamento con gli obiettivi del piano europeo di lotta contro il cancro, in particolare incoraggiando il passaggio a una dieta più vegetale, con meno carni rosse e lavorate e altri alimenti legati al rischio di cancro (ad esempio bevande alcoliche)”.
La Commissione ha accolto poi la richiesta avanzata dall’Italia di aumentare le risorse per i programmi sulle IG nel mercato interno. Che aumentano così da 7 a 9 milioni di euro.
Un cambio di passo che ha visto il voto favorevole di 18 Paesi. Voto contrario è stato invece quello dei Paesi Bassi, che da tempo insistono con politiche mirate ad alternative artificiali che prendano il posto dei prodotti naturali.
Le reazioni:
Promozione Ue, Fini: grazie a lavoro Masaf vino e carne salvi. Accolte nostre richieste
Promozione Ue, Cerreto (FDI): Finalmente Italia centrale in Commissione Ue grazie a lavoro Masaf
Era già stato scritto:
Masaf, Lollobrigida incontra Carloni e De Carlo: collaborazione commissioni imprescindibile
Il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, ha incontrato i presidenti delle Commissioni competenti in materia di agricoltura di Camera e Senato, Mirco Carloni e Luca De Carlo. “L’incontro ha permesso di approfondire le priorità del settore nel delicato contesto storico ed economico che stiamo vivendo. È stata anche un’occasione, oltre che per organizzare le attività di rapporto costante che da ministro intendo avere con gli organismi parlamentari, per ribadire la necessità di rimettere al centro dell’attività parlamentare i temi del dicastero e tracciare le linee direttrici della nostra azione politica. Per difendere i nostri prodotti, le nostre imprese e il marchio Italia è imprescindibile la collaborazione con le due Commissioni parlamentari”. Lo dichiara il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.
Governo, Meloni chiede il Mipaaf ma Salvini non cede. E’ impasse su agricoltura. Alla Camera in bilico Molinari mentre prende quota Giorgetti, fuori da Esecutivo. Resta nodo Ronzulli
Le grandi manovre per la formazione del governo sembrano essere alle battute finali. A partire dalle elezioni del presidente di Camera e Senato. La quadra è stata trovata su Ignazio La Russa come seconda carica dello Stato, mentre cresce l’incertezza per Riccardo Molinari, già capogruppo Camera della Lega, che fino alle prime ore del mattino tutti davano alla guida di Montecitorio. Potrebbe rientrare il nome di Giancarlo Giorgetti che da quanto apprende AGRICOLAE non dovrebbe far parte della squadra di governo.
Sempre da quanto si apprende sembrerebbe che Giorgia Meloni abbia chiesto il ministero delle Politiche agricole per Fratelli d’Italia, ma che Salvini non ceda e non sia intenzionato a fare nessun passo indietro su questo dicastero.
Tra le sue fila la Lega può contare su Gian marco Centinaio, già ministro delle Politiche agricole e sottosegretario, Giorgio Maria Bergesio, già capogruppo Comagri Senato, o lo stesso Salvini.
Fratelli d’Italia può contare su Luca De Carlo, già responsabile nazionale Agricoltura, Maria Cristina Caretta, già capogruppo in Comagri Camera, Marco Cerreto, neoeletto proveniente dal Mipaaf o Raffaele Fitto, già ministro degli Affari regionali nel governo Berlusconi 2008-2011, Giacomo La Pietra già capogruppo Comagri Senato.
In questo contesto il dibattito interno alla Lega dovrebbe chiudersi entro la giornata di oggi, sembra che quello degli azzurri debba durare ancora del tempo a causa del nodo Ronzulli sul quale Silvio Berlusconi non è intenzionato a cedere di un centimetro.
Governo, Meloni chiede il Mipaaf. Alla Camera in bilico Molinari mentre prende quota Giorgetti, fuori da Esecutivo. Resta nodo Ronzulli
Le grandi manovre per la formazione del governo sembrano essere alle battute finali. A partire dalle elezioni del presidente di Camera e Senato. La quadra è stata trovata su Ignazio La Russa come seconda carica dello Stato, mentre cresce l’incertezza per Riccardo Molinari, già capogruppo Camera della Lega, che fino alle prime ore del mattino tutti davano alla guida di Montecitorio. Potrebbe rientrare il nome di Giancarlo Giorgetti che da quanto apprende AGRICOLAE non dovrebbe far parte della squadra di governo.
Sempre da quanto si apprende sembrerebbe che – a fronte delle numerose richieste avanzate dalla Lega – Giorgia Meloni abbia chiesto il ministero delle Politiche agricole per Fratelli d’Italia, che tra le sue fila può contare su diversi ‘veterani’ agricoli: Luca De Carlo, già responsabile nazionale Agricoltura, Maria Cristina Caretta, già capogruppo in Comagri Camera, Marco Cerreto, neoeletto proveniente dal Mipaaf o Raffaele Fitto, già ministro degli Affari regionali nel governo Berlusconi 2008-2011, Giacomo La Pietra già capogruppo Comagri Senato.
Se il dibattito interno alla Lega dovrebbe chiudersi entro la giornata di oggi, sembra che quello degli azzurri debba durare ancora del tempo a causa del nodo Ronzulli sul quale Silvio Berlusconi non è intenzionato a cedere di un centimetro.
Nutriscore, De Carlo, Fdi: alternativa c’è, si chiama Nutrinform e si basa su porzioni. Fdi ha portato questione (e rimedio) in Parlamento nell’interesse nazionale
L’alternativa c’è, e si chiama Nutrinform Battery. L’hanno studiata gli italiani ed è perfetta perché prende in considerazione la porzione”. Così ad AGRICOLAE il responsabile nazionale Agricoltura di Fratelli D’Italia Luca De Carlo commentando le recenti dichiarazioni sul Nutriscore, la cui proposta è stata messa in discussione anche dalla vicepresidente Dg Sante della Commissione Ue Claire Bury.
“Certo è che se Fratelli d’Italia e Luca De Carlo non avessero portato l’attenzione del Parlamento sulla questione prima e sul rimedio dopo, del NutriScore oggi ne parlerebbero in pochi”, prosegue. “Felici di averlo fatto nell’interesse nazionale”.