Confagricoltura Piacenza: lupi in stalla, ormai è il loro supermercato

I lupi sono tornati a uccidere in allevamento e purtroppo ormai non fa neppure più notizia. Lo denuncia Confagricoltura Piacenza. Nella notte tra martedì 2 e mercoledì 3 aprile è stata sbranata una vitella nella stalla della Società Agricola Bozzi Angelo, Enrico e Gianpaolo, a Castelnovo Val Tidone (nel comune di Borgonovo), a meno di quattro mesi dall’ultima aggressione.

“Stavolta sono proprio entrati nel box – spiega Angelo Bozzi – l’altra volta hanno uccio due vitelle che avevamo isolato, invece questa volta sono entrati in un box chiuso dedicato alle vitelle di 4-5 mesi.  Delle 15 vitelle nel box ne hanno uccisa una, le altre non le hanno toccate. Una vitella sanissima – prosegue scorato –. Per noi la morte di un animale è proprio un dispiacere, come quello di chi ha un cane che gli viene ucciso, perché i nostri animali li abbiamo allevati e curati da piccoli, vederli dilaniati così è una sofferenza”.

“Nella stalla la mattina la paglia era sparsa ovunque, si vedeva che nella notte le bovine si erano spaventate e avevano continuato a correre. Non so dire se fosse un lupo o un branco, in quel punto non abbiamo le telecamere che sono invece puntate sul ricovero dei mezzi, perché abbiamo anche il problema dei furti.  Il lupo, o lupi – prosegue Bozzi – hanno trovato un punto per entrare, anche se di notte abbassiamo le tende frangivento, ma sono riusciti a farsi un varco, essendo dei predatori, hanno trovato il modo e poi sono passati attraverso i cancelli che fanno da barriera ai bovini, ma non ai predatori”.

Confagricoltura Piacenza precisa quanto per gli addetti ai lavori pare un’ovvietà, ma non è purtroppo un’informazione nota ai più: le stalle moderne per le bovine non hanno muri o cancelli come quelle di una volta, sono strutture aperte e sono tali per poter rispettare sia le disposizioni in materia di sicurezza sul lavoro che di benessere degli animali.

Nella stessa azienda sono stati sbranati a inizio gennaio una vacca che aveva appena partorito, a fine gennaio una manza che si trovava in un momento di debolezza ed erano spariti alcuni vitelli. La modalità di predazione è identica e riconosciuta come attacco di lupo dai veterinari Ausl: le carcasse risultano azzannate alle cosce, i capi sono morti mangiati vivi, per le ferite.

“Abbiamo circa 350 vacche – spiega Angelo Bozzi – noi abbiamo animali di alta genealogia: il nostro patrimonio zootecnico è l’asset strategico dell’azienda, quello che consente all’impresa di andare avanti e che ci fa vivere. Il dispiacere più grosso è quello di veder morire un capo con queste modalità, impotenti, con tutte le norme per il benessere animale che dobbiamo rispettare! La fauna selvatica è stata immessa ed è tutelata, se dovessimo toccarla avremmo il penale, ma quando è ora di gestirla e anche di pagare i danni che procura, non è più di nessuno. Tra qualche settimana – aggiunge – avremo anche il problema dei cinghiali che mangeranno le semine”.

“Sono le conseguenze drammatica di un’impostazione di fondo sbagliata che viene dalla normativa europea poi calata in quella nazionale e che indica di gestire la fauna selvatica secondo gradi di tutela – rimarca il presidente di Confagricoltura Piacenza, Filippo Gasparini – Se in un vigneto abbiamo un attacco di peronospora si agisce per eliminare la peronospora, se in allevamento abbiamo un’epidemia si interviene per eradicarla. Abbiamo i lupi che ormai identificano le nostre stalle come il loro supermercato e si ragiona sull’abbassare il grado di tutela del lupo, che è la peronospora della nostra stalla. Il lupo in stalla non ci deve essere. Punto. Il lupo non ha alcuna responsabilità – prosegue Gasparini– la colpa è di chi, non assumendo decisioni, lascia che le situazioni degenerino invocando un equilibrio naturale che qui è evidentemente sovvertito. Non si può continuare a ignorare la situazione sino a quando sarà divenuta ingestibile, come purtroppo abbiamo visto con i cinghiali.  È Incredibile che si continui a ciarlare in preda a un ambientalismo esasperato che non ha portato beneficio alcuno neppure per l’ambiente. I capi morti in azienda – rimarca il presidente degli agricoltori – sono classificati come incuria e impattano negativamente sui parametri di valutazione dell’azienda vincolanti ai fini dei sostegni. L’autorità pubblica però non è più autorevole, perché da un lato ci viene a fare le pulci su eventuali capi deceduti in allevamento e poi è essa stessa, con queste morti frutto di un mancato intervento, ad esserne causa. Abbiamo recentemente dichiarato – tuona – di convincerci che questo non sia un complotto per far chiudere gli allevamenti, ma ogni giorno riceviamo una palese conferma dai fatti ed è un’amara consapevolezza. Che almeno si sappia che gli agricoltori lo hanno capito”.




Pac, interrogazione Lupi (Noi Moderati Camera): su iniziative per revisione

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01025

presentato da

LUPI Maurizio

testo di

Martedì 27 febbraio 2024, seduta n. 251

LUPI, ROMANO, BICCHIELLI, BRAMBILLA, CAVO, CESA, ALESSANDRO COLUCCI, PISANO, SEMENZATO e TIRELLI. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste . — Per sapere – premesso che:

la Politica agricola comune (Pac) è stata varata nel 1962 con l’intento di sostenere gli agricoltori dell’Unione europea garantendo la sicurezza alimentare ed una stretta intesa tra Europa ed agricoltori;

la Pac 2023-2027, entrata in vigore il 1° gennaio 2023, intende fornire un contributo significato alle ambizioni del Green Deal europeo, alla strategia «dal produttore al consumatore» ed alla strategia della biodiversità;

dal 30 gennaio 2024 sono in corso in tutta l’Unione europea proteste degli agricoltori che richiedono: la revisione profonda della Pac, la semplificazione burocratica, un miglioramento dei redditi, ed accordi internazionali vantaggiosi e che tutelino la concorrenza;

anche in Italia hanno luogo proteste degli agricoltori che richiedono, oltre ad una revisione della Pac, un sostegno maggiore al made in Italy e contributi concreti per affrontare il caro-gasolio;

nel 2023 il comparto agroalimentare italiano ha un fatturato di oltre 600 miliardi, pari al 15 per cento del prodotto interno lordo nazionale;

le proteste dimostrano come il problema agricolo sia ciclico e risulti necessario procedere ad una revisione che sia al passo anche con i mutamenti dello scenario geopolitico e con le crisi economiche che si stanno affrontando;

il 26 febbraio 2024 si è tenuta a Bruxelles la riunione del 27 Ministri dell’agricoltura dell’Unione europea che hanno presentato al Commissario per l’agricoltura oltre 500 proposte di modifica della Pac e di interventi da attuare anche nel breve periodo a sostegno degli agricoltori;

il Commissario ha dichiarato che «il Consiglio potrebbe riaprire l’atto di base della Pac e rivedere i criteri di condizionalità del Gaec.», prevedendo, altresì, già una prima revisione entro la fine del suo mandato;

anche l’Italia ha presentato un suo documento con le richieste di modifica della Pac a tutela degli agricoltori italiani;

è necessario garantire che la Pac si accordi alle varie esigenze del comparto agricolo dei diversi Paesi membri –:

quali iniziative di competenza abbia già intrapreso o intenda adottare, anche in sede europea, al fine di garantire una revisione della Pac che sia giusta e tuteli gli agricoltori italiani.
(3-01025)




Agrifish, Lollobrigida. Dal cibo sintetico ai grandi carnivori, dalla pesca alle foreste fino alla crisi idrica. GLI INTERVENTI

Si è svolto oggi a Bruxelles il Consiglio Europeo Agrifish. Molti i temi al centro dell’incontro in cui è intervenuto il ministro Masaf Francesco Lollobrigida, dalla crisi idrica al cibo sintetico, dai grandi carnivori fino alle criticità del settore pesca e acquacoltura.

Di seguito gli interventi:

Carne coltivata. Lollobrigida: Italia avanguardia e non isolata in Ue

Agrifish, Lollobrigida: Acqua, occorre piano strategico Ue e fondi destinati a sviluppo tecnologie

Agrifish, Lollobrigida: grandi carnivori in eccesso, tutelare settore agricolo senza pregiudizi ideologici

Agrifish, Lollobrigida: l’Italia sostiene la proposta per un nuovo regolamento per il monitoraggio delle foreste europee

Pesca, Lollobrigida: Sostegno pieno al settore ittico

Agrifish, Lollobrigida: in UE perse il 24% delle aziende agricole in 10 anni. Unione sviluppi sovranità alimentare e autosufficienza

Agrifish, ecco il documento italiano sulla carne sintetica: salvaguardare la produzione alimentare primaria. IL TESTO

Per saperne di piu: 

Gates compra terreni, Zuckerberg punta su zootecnia. Per big dei Data cibo sintetico per tutti e quello vero solo per i ricchi

 

 

 




Governo, ecco la squadra integrale Meloni-Salvini-Berlusconi. Flipper Mipaaf e Turismo Lega-Fdi. Tutti i nomi

AGRICOLAE pubblica in anteprima la squadra che la coalizione del Centro Destra dovrebbe presentare a Mattarella durante le consultazioni per la formazione del governo Meloni.

Ecco di seguito:

Infrastrutture e Trasporti – Matteo Salvini (vicepremier) (Lega)

Esteri – Antonio Tajani (vicepremier) (Forza Italia)

Interno – Matteo Piantedosi (tecnico)

Economia – Giancarlo Giorgetti (Lega)

Giustizia – Maria Elisabetta Alberti Casellati (Forza Italia)

Difesa – Adolfo Urso (Fratelli d’Italia)

Sviluppo economico – Guido Crosetto (tecnico area Fratelli d’Italia)

Istruzione – Anna Maria Bernini (Forza Italia)

Politiche agricole – Gian Marco Centinaio (Lega) o Patrizio La Pietra (Fratelli d’Italia)

Turismo – Gian Marco Centinaio (Lega) o un esponente di FdI legato alle Politiche agricole)

Affari europei – Raffaele Fitto (Fratelli d’Italia)

Riforme – Roberto Calderoli (Lega)

Affari regionali – Mara Bizzotto o Erika Stefani (Lega)

Rapporti con il Parlamento – Maurizio Lupi (Noi Moderati)

Salute – Guido Bertolaso (tecnico)

Università – Letizia Moratti (tecnico)

Lavoro – Marina Calderone (tecnico, presidente dell’Ordine dei consulenti del Lavoro)

Beni Culturali – Alberto Barachini (Forza Italia) (che potrebbe avere la delega all’editoria)

Famiglia e Natalità – Simona Baldassarre (Lega)

Sport e Giovani – Chiara Colosimo (Fdi)




Lupi. Migrazioni verso i centri abitati. E.Romagna finanzia dotazioni anti-predazione fino al 100% e un bando da 2,5 milioni di euro

Lupi che attaccano allevamenti e stalle o avvistati in prossimità dei centri abitati in appennino e in pianura. Una situazione preoccupante, con segnalazioni di cittadini e agricoltori aumentate in modo considerevole negli ultimi tempi.

E proprio sugli attacchi al patrimonio zootecnico, la Regione ha avviato un programma di lavoro unico in Italia, portato anche a Bruxelles come esempio di ‘buona pratica’, che mette a disposizione degli agricoltori un tecnico specializzato e adeguati strumenti economici – bandi pubblici con fondi di bilancio e bandi con fondi del Programma di sviluppo rurale- che finanziano il 100% degli interventi realizzati per sostenere l’acquisto di dotazioni anti-predazione e il supporto, appunto, di un tecnico esperto per la valutazione delle soluzioni più adatte  alla propria realtà aziendale. E a breve viale Aldo Moro metterà 2,5 milioni di euro su un nuovo bando per la prevenzione dei danni da fauna selvatica.

A supporto delle aziende agricole inoltre è attivo il numero 051 6375090, da contattare anche per segnalare la presenza di lupi o di situazioni che meritano attenzione, e l’indirizzo e-mail [email protected].

Misure però che, senza la cornice di un piano nazionale, non bastano.

“Ho scritto di nuovo ai ministri Patuanelli e Cingolani- afferma l’assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi– per riportare la preoccupazione che emerge sia per quanto riguarda il patrimonio zootecnico sia per la comparsa di lupi vicino ai paesi, con casi che destano molta apprensione. La Regione è intenzionata a proseguire nella ricerca di una soluzione che diventa sempre più urgente, dal momento che il lupo, specie protetta, ha superato il limite geografico della Via Emilia ormai da molti anni e ha di fatto ricolonizzato le aree di pianura di tutte le province”.

La Regione ha avviato da tempo un tavolo di confronto con l’Istituto superiore per la ricerca e la protezione ambientale (Ispra) per individuare azioni da mettere in atto nel breve periodo in ottica di mitigazione dei conflitti sul territorio regionale.

Sono diversi gli aspetti legati a questo problema, spiega Mammi nella sua lettera, prima di tutto gli attacchi al patrimonio zootecnico e le loro conseguenze; poi l’analisi della popolazione dei lupi – dalle cause di mortalità alla gestione degli esemplari feriti – e la questione dei cosiddetti lupi ‘confidenti’, che si avvicinano sempre più ai centri abitati e mettono in pericolo animali e persone. Per questo sono indispensabili protocolli operativi per intervenire sulle situazioni effettive e anche sul livello percepito di problematicità. E a questo va necessariamente affiancata una attività di formazione adeguata del personale per garantire gli interventi e l’operatività sul territorio.

“Viste le importanti interazioni di questo progetto con il ‘Piano nazionale di conservazione del lupo’ non ancora approvato, riteniamo fondamentale avviare un confronto con i ministeri per condividere le finalità e le metodologie del nostro programma di lavoro e valutare la possibilità di contribuire con questa esperienza, intesa come progetto pilota, alla definizione di procedure operative esportabili a livello nazionale. Finanzieremo l’acquisto di dotazioni antipredazione fino al 100% con 250mila euro di fondi annuali regionali, e faremo un bando per la prevenzione dei danni da fauna selvatica da 2,5 milioni di euro”.




Cinghiali, lupi, cervi e caprioli in aumento esponenziale Confagricoltura: Stop a politica buonista

“Cinghiali, lupi, cervi e caprioli sono in aumento esponenziale. Non può esserci una politica buonista nei confronti della fauna selvatica, ma un controllo basato sul contenimento e sui sistemi di prevenzione che, però, non possono essere solo a carico dell’agricoltore”.

 

Così Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto, si è espresso oggi a una lezione del master in amministrazione e gestione della fauna selvatica dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, con la quale l’organizzazione agricola ha stipulato una convenzione che prevede anche stage formativi nelle aziende per gli studenti. Giustiniani, introdotto dal direttore del master Marco Olivi, ha spiegato come il mondo agricolo sia sottoposto a ingenti danni causati dalla fauna selvatica, che negli ultimi anni in Veneto ha visto un’evoluzione preoccupante con l’introduzione di specie protette e un aumento esponenziale delle popolazioni. I numeri parlano chiaro: nella regione i branchi di lupi sono saliti a più di una ventina, con più di un centinaio di esemplari, mentre nel solo territorio bellunese ci sono quasi 14.000 caprioli, 10.500 cervi e 7.000 camosci. E si stima che siano oltre 10.000 i cinghiali nel territorio veneto.

 

“Il Veneto è un territorio fortemente antropizzato e la convivenza con la fauna selvatica è sempre più difficile – ha rimarcato Giustiniani -. Il Veneziano sconta l’invasione dei cormorani nelle valli da pesca. Nella pianura veneta i cinghiali arano i campi di mais e i vitigni. In montagna gli allevatori fanno i conti con i grandi predatori, che assaltano e uccidono il bestiame. I danni non sono solo alle aziende agricole, ma anche a prati, pascoli e al piano di riforestazione. Il lupo, con le politiche protezionistiche, perde l’istinto di sentirsi in pericolo e si inoltra sempre di più nei centri abitati. La politica deve tenere conto che qualsiasi popolazione animale non può crescere all’infinito, ma va gestita in base alla pressione per evitare impennate numeriche e malattie pericolose. La caccia di selezione può avere una funzione importante per il mantenimento dell’equilibrio sul territorio, ma vanno adeguati anche gli indennizzi, che sono risibili e sempre in ritardo, anche con il rinnovo del piano faunistico venatorio, scaduto da parecchi anni, che deve includere una più incisiva politica di gestione e controllo della fauna selvatica. E pure gli strumenti di prevenzione non possono gravare solo sull’agricoltore”. 

 

Il direttore Marco Olivi ha annunciato un progetto dell’Università per quantificare i danni da fauna selvatica, in collaborazione con gli studenti. “Mancano dati reali  per capire meglio quale sia la dimensione del problema – ha detto – e in base a questa adottare le necessarie misure. Le risorse pubbliche scarseggiano: le guardie provinciali sono poche e pure la presenza del corpo forestale è in sordina. La fauna selvatica ha conseguenze non solo per l’agricoltura, ma ha riflessi indiretti su tutto l’ambiente. Se i lupi attaccano il bestiame, gli allevatori abbandonano i pascoli e quei luoghi si trasformano. Si perdono i prati e calano i caprioli. Cresce il sottobosco e aumentano i cervi. L’assenza dell’uomo crea una trasformazione del territorio”.

 

Molte le domande degli studenti, che quest’anno sono 33 e provengono da ogni parte d’Italia (anche dalla Calabria e dalla Basilicata), per partecipare a un master unico in Italia, che ha l’obiettivo di formare tecnici per realizzare una gestione sostenibile della fauna selvatica. Una figura assolutamente necessaria in relazione all’amministrazione del patrimonio faunistico e più in generale dellhabitat, che deve possederecompetenze in campo biologico e in campo giuridico, senza trascurare gli aspetti etici, economici e socio-culturali




300 mila euro dalla regione agli allevatori piemontesi per l’indennizzo dei danni causati dai lupi

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Agricoltura e Cibo Marco Protopapa, ha assegnato per il 2021 una dotazione finanziaria di 300 mila euro per il risarcimento dei danni causati dalle predazioni dai lupi al patrimonio zootecnico in Piemonte e per i costi sostenuti a difesa del bestiame. 

Il programma di indennizzi 2021 stabilisce di estendere i contributi per i sistemi di difesa del bestiame ai diversi tipi di recinzioni elettrificate ed ai dissuasori acustici e visivi, oltre ai cani da guardania e alle recinzioni elettrificate per il ricovero notturno o la stabulazione notturna, già previsti.

“Da quest’anno la Regione Piemonte ha voluto introdurre un aumento delle risorse complessive portandole a 300 mila euro da 200 mila con l’obiettivo di dare un rimborso diretto agli allevatori che hanno denunciato le predazioni, senza passare dal sistema assicurativo una volta accertati – sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura e Cibo Marco Protopapa – è infatti necessario continuare a rafforzare le misure di prevenzione e la possibilità di risarcimento dei danni, onde evitare un aumento del numero di attacchi e del numero di perdite a carico degli allevatori, perché vogliamo che i nostri pastori possano continuare a lavorare senza dover abbandonare i pascoli.  In vista dell’apertura del bando per la richiesta di indennizzi, in sinergia conl’Assessorato alla Montagna, sarà convocata una riunione plenaria con i rappresentanti degli allevatori esplicativa sulle misure” conclude Protopapa.

A breve l’Assessorato regionale all’Agricoltura pubblicherà il bando per la richiesta degli indennizzi al cui interno sono previsti anche aiuti agli apicoltori piemontesi censiti nella Banca dati nazionale, riconoscendo gli indennizzi e i contributi per i sistemi di prevenzione attivati da coloro che svolgono l’attività nelle aree di presenza dell’orso (presenza registrata nel 2020 nel Verbano Cusio Ossola).




Cia Due Mari: “Lupi e cinghiali più numerosi, servono interventi”

Con una nota ufficiale inviata al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, all’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia, al Prefetto di Taranto Demetrio Martino, ai sindaci dei comuni di Castellaneta e Palagianello, oltre che al presidente della Provincia di Taranto Giovanni Gugliotti, la dirigenza di CIA Agricoltori Italiani Area Due Mari (Taranto-Brindisi) ha chiesto alle istituzioni territoriali competenti di intervenire, con misure concrete, per contenere l’incremento ormai incontrollato e sempre più pericoloso di lupi e cinghiali nelle zone del Tarantino. “Con l’incremento del numero di cinghiali e di lupi, sono aumentati i casi di danneggiamenti ad agricoltori e allevatori”, si legge nella nota firmata dal direttore e dal presidente di CIA Due Mari, rispettivamente Vito Rubino e Pietro De Padova. “Da diversi anni, come CIA Agricoltori Italiani, denunciamo tale situazione divenuta ormai insostenibile.
Le imprese agricole e quelle agro-zootecniche hanno visto incrementare gli episodi di danneggiamenti provocati da cinghiali, lupi e storni.

Allo scopo di ridurre drasticamente la popolazione in eccesso di cinghiali chiediamo l’utilizzo di selecontrollori per la caccia al cinghiale appositamente istruiti, così come è stato attuato in Basilicata.
Inoltre, per il contenimento dei danni da lupi, chiediamo alla Regione Puglia di finanziare la realizzazione di apposite recinzioni per proteggere gli allevamenti e l’acquisto di cuccioli di cani maremmani abruzzesi che, vivendo sin da piccoli con il gregge, lo proteggono dagli attacchi dei predetti predatori”. Negli scorsi giorni, CIA Agricoltori Italiani Area Due Mari aveva segnalato con preoccupazione quanto sta accadendo lungo la Strada Provinciale
Nel 2020, anche a causa del prolungato periodo di lockdown che ha interessato l’Italia durante l’inverno scorso, in tutta la Puglia sono aumentati sia il numero che la presenza degli esemplari della fauna selvatica nelle campagne e in prossimità dei centri abitati. In alcune zone della regione, è stato registrato un aumento del 200% delle richieste di risarcimento danni da fauna selvatica. Le imprese agricole e quelle agro-zootecniche hanno visto incrementare gli episodi di danneggiamenti provocati da cinghiali, lupi e storni. Con l’incremento del numero di cinghiali e di lupi, sono aumentati i casi di danneggiamenti ad agricoltori e allevatori.




Bizzotto (Lega): Problema lupi, anche Commissione Agricoltura chiede modifica regime di tutela. Ora UE cambi Direttiva e dia via a piani contenimento, cattura e abbattimento selettivo

Grazie alla Lega e al gruppo ID la Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo ha preso una posizione chiara e ufficiale sull’annoso problema dei lupi e dei loro attacchi predatori, chiedendo ufficialmente alla Commissione UE di modificare la Direttiva Habitat 92/43/CE per spostare il lupo dalla categoria “specie strettamente protette” a un regime che permetta di regolare il numero di individui di queste specie. Come ripetiamo da anni, la modifica della Direttiva UE è fondamentale e quanto mai necessaria affinché siano consentiti i piani di contenimento, cattura e abbattimento selettivo di questi predatori che stanno causando vere e proprie stragi di bestiame e danni ingentissimi agli allevatori e alle attività agro-silvo-pastorali delle nostre montagne”.

 

Lo dichiara l’europarlamentare della Lega Mara Bizzotto, membro della Commissione Agricoltura e da anni impegnata in prima fila assieme alle Regioni e alle associazioni di allevatori e agricoltori per risolvere l’emergenza lupi che sta flagellando le zone alpine e pedemontane di Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta e le aree dell’Appennino.

 

“La presa di posizione della Commissione Agricoltura, anche alla luce della colpevole inerzia del Ministro Costa e del Governo PD-5Stelle, è un risultato molto importante e premia il lavoro che da anni stiamo portando avanti insieme ad allevatori, associazioni di categoria e enti locali che quotidianamente devono fare i conti con le scorribande di questi lupi che, ricordiamolo, non sono in nessun modo animali a rischio estinzione e che, anzi, stanno danneggiando pesantemente l’ecosistema montano” continua l’eurodeputata Bizzotto.

“I finti animalisti da salotto che non vogliono la modifica della Direttiva UE, dovrebbero vedere con i loro occhi le stragi di animali inermi (bovini, pecore, asini, caprioli, ecc.) che vengono uccisi tra atroci sofferenze da questi branchi di lupi che arrivano a sbranare persino i cani nei giardini di casa – conclude l’eurodeputata Bizzotto – Noi abbiamo il dovere il difendere chi vive e lavora nelle nostre montagne, i nostri allevatori e i nostri agricoltori: non c’è un minuto da perdere, e  la Commissione UE deve darsi una mossa e cambiare senza tentennamenti la Direttiva Europea, introducendo inoltre un sistema di risarcimento completo per tutte le attività e i singoli cittadini che subiscono l’uccisione dei propri animali da parte dei lupi”.

 




Emilia-Romagna, Fauna selvatica. Mammi: Migrazione lupi verso centri abitati situazione preoccupante. Subito confronto col ministro Costa per un piano nazionale strategico

Lupi che si avvicinano sempre più ai centri abitati e mettono in pericolo animali e persone. Sono i cosiddetti lupi ‘confidenti’ di cui oggi sono state segnalate presenze nel reggiano, e che insieme alle specie ‘fossorie’ (cinghiali, istrici, nutrie..) stanno provocando danni alle colture agricole con conseguenze gravi per l’incolumità degli animali domestici e degli argini di contenimento.

“Sono molto preoccupato- afferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi- per la situazione che si sta sviluppando nella provincia di Reggio Emilia, oggi segnalata dalle associazioni agricole al Prefetto.  Nelle scorse settimane ho inviato in proposito una lettera al ministro per l’Ambiente, Sergio Costa, sottolineando gli ingenti danni provocati dai lupi e le specie “fossorie” in generale”.

“In quella lettera- prosegue Mammi- sottolineavo nello specifico che per quanto riguarda il lupo, è necessario che venga approvato quanto prima il ‘Piano d’azione nazionale’ di cui si discute da diversi anni, chiedendo tuttavia di inserire nel piano stesso l’emergente tematica dei lupi ‘confidenti’ che sempre più spesso si avvicinano alle zone fortemente antropizzate e che creano ostilità e paura nei confronti della specie. Ritengo opportuno che si individuino in ambito nazionale le strategie di approccio, il monitoraggio della loro presenza, delle eventuali modificazioni comportamentali e degli eventuali metodi dissuasivi da poter adottare così come avviene in altri Stati”.

“Problemi, quelli oggi segnalati con gravità nel reggiano- incalza Mammi-, che sono comuni a molti territori regionali e necessitano pertanto di strategie nazionali non più rinviabili. Mi rendo disponibile ad un confronto col ministro anche nell’ambito della Commissione Politiche agricole della conferenza Stato Regioni per affrontare congiuntamente queste tematiche”.

“La mia posizione- chiude l’assessore- è di solidarietà e forte comprensione per i disagi vissuti da agricoltori e cittadini: è necessario che il Parlamento e il Governo intervengano, introducendo se occorre le necessarie modifiche legislative. La Regione è disponibile a fare la propria parte”.




LUPI, CIA PUGLIA: SERVE UN PIANO, AZIENDE DANNEGGIATE

CIA PUGLIA: PECORE SBRANATE DA LUPI

Pecore sbranate da lupi nell’agro di Putignano in Puglia

Pecore sbranate da lupi nell’agro di Putignano, in provincia di Bari: è avvenuto di nuovo, negli ultimi giorni, e i casi di questo tipo diventano sempre più frequenti. “Bisogna essere molto pragmatici”, ha dichiarato il presidente regionale di CIA Agricoltori Italiani Raffaele Carrabba, “i problemi causati dalla fauna selvatica vanno affrontati subito, a partire dal disegno di legge all’esame della quarta Commissione Consiliare della Regione Puglia”.

Per CIA Puglia, innanzitutto bisogna stabilire regole e tempi certi per i risarcimenti agli allevatori. Quello zootecnico è un settore che sta già affrontando grandi difficoltà, anche in Puglia. Nel sud est barese, con diversi episodi e avvistamenti anche nei pressi del centro abitato di Noci, si sono verificate diverse aggressioni agli allevamenti ovini e caprini da parte di lupi. L’ultimo episodio ha creato danni ingenti, poiché anche alcune pecore gravide sono finite sotto le fauci dei lupi.

Gli allevatori sono danneggiati 2 volte: la prima quando perdono il loro patrimonio zootecnico; la seconda nel momento in cui devono sobbarcarsi anche i costi, molto elevati, per lo smaltimento delle carcasse degli animali sbranati. Al continuo incremento della fauna selvatica, e alle sue conseguenze più nefaste, non è stato ancora posto alcun freno.

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“La salvaguardia della fauna selvatica è importante”, ha aggiunto Carrabba, “ma lo è anche la tutela degli animali da allevamento e la sicurezza delle aziende agricole e zootecniche continuamente danneggiate”. Per il presidente di CIA Agricoltori Italiani della Puglia, dunque, “occorre un piano che coinvolga organicamente tutti i livelli istituzionali e organizzativi cui compete intervenire su questa problematica”. E’ necessaria una norma che regolamenti un controllo efficace della fauna selvatica e preveda il giusto risarcimento per le aziende che subiscono attacchi imputabili alla fauna selvatica in generale.

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“Alle nostre istituzioni regionali”, ha aggiunto ancora Carrabba, “chiediamo di essere attente e solerti nell’operare tempestivamente per affrontare la questione. CIA Agricoltori Italiani di Puglia è pronta a offrire ogni contributo, per quanto le compete, utile a risolvere un problema che negli ultimi anni sta assumendo dimensioni e caratteristiche sempre più drammatiche. Il disegno di legge in discussione presso la IV Commissione consiliare della regione Puglia è una traccia, si faccia presto e i risarcimenti dei danni siano congrui e tempestivi. Le aziende di allevamenti e gli animali da reddito”, ha concluso Carrabba, “devono essere tutelati al pari della fauna selvatica, anche perché rimangono l’ultimo presidio di alcuni territori e contribuiscono in maniera decisiva alla tenuta del tessuto sociale di quelle aree”.