Agrifish, Lollobrigida: grandi carnivori in eccesso, tutelare settore agricolo senza pregiudizi ideologici

“Abbiamo già evidenziato tempo fa come l’uomo debba assumersi l’impegno di essere un bio regolatore sulla base della scienza e dei dati, non invece basandosi su posizioni ideologiche che troppo spesso hanno condizionato la Commissione. Oggi bisogna avere una impostazione diversa e tener conto che rispetto alla direttiva habitat la situazione è cambiata, oggi il lupo non rischia l’estinzione e sono altre le specie che rischiano un indebolimento a causa del lupo. A rischio sono coloro che allevano in montagna perché vedono il gregge e le mandrie aggredite dai grandi carnivori in maniera pesante. Bisogna allora intervenire e questo è compito dell’uomo e della politica. Dobbiamo intervenire senza pregiudizi ideologici o sentimentali che sostituiscono la scienza, ce lo chiedono i nostri agricoltori e allevatori. I dati dicono che i grandi carnivori sono in eccesso ed occorre un modello di protezione diverso rispetto al passato.”

Così il ministro Masaf Francesco Lollobrigida nel corso del suo intervento all’Agrifish.




Lupo, Fini (Cia): Bene Odg Carloni nella direzione giusta. Ora trovare equilibrio tra uomo e natura

Bene l’ordine del giorno proposto da Mirco Carloni perché va nella direzione giusta, su quanto Cia – agricoltori italiani va chiedendo da tempo. Questo il primo commento di Cristiano Fini, presidente di Cia il quale sottolinea come vada attuato in tempi brevissimi un Piano nazionale per le specie selvatiche.
”In quanto specie protetta, infatti, – afferma Fini- negli ultimi anni ha però riscontrato una crescita esponenziale dei capi e con esplosioni della sua presenza in aree che prima non ne registravano passaggi. La protezione di una specie animale deve tenere conto che occorre però garantire allo stesso tempo gli allevatori, soprattutto ovicaprini, che vedono sottoposti i loro greggi a continui attacchi di lupi, senza peraltro avere riconosciuti adeguati indennizzi. Gli allevatori – conclude Fini – con la loro attività difendono il territorio, e creano posti di lavoro e non possono essere sottoposti a questi attacchi della fauna selvatica’’.
La natura, ricorda Cia, è fatta di equilibri e tutte le volte che l’uomo interviene per distruggere troppo, ma anche per proteggere troppo, crea disequilibri e guai. La questione dei danni da fauna selvatica è una delle tante che attanagliano l’agricoltura. Dal 2018 Cia chiede la riforma della Legge 157/1992

Roberto Cirianni




Piano di gestione lupo, organizzazioni agricole: Camera ha fatto sua parte verso equilibrio uomo-natura. Istituzioni e Governo facciano la loro

Via libera dalla Comagri Camera all’Odg sull’emergenza fauna selvatica che impegna il Governo a valutare lo stato di protezione del lupo, compatibilmente con la disciplina eurocomunitaria, nella direzione di un Piano Nazionale di Gestione del Lupo che tuteli la specie ma anche i comparti agrosilvopastorali.

Di seguito le reazioni: 

Lupo, via libera da Comagri Camera a Odg che impegna Governo su Piano nazionale di gestione. Carloni (Lega): Proteggere il lupo, ma prima sopravvivenza degli allevatori

Lupo, Battista, Copagri: Camera ha fatto la sua parte, ora Governo e istituzioni facciano la loro su Piano gestione nazionale

Lupo, Fini (Cia): Bene Odg Carloni nella direzione giusta. Ora trovare equilibrio tra uomo e natura

Lupo, Confagricoltura: Odg su piano gestione importante presa d’atto che pone attenzione a eccessiva presenza predatori

 




Allarme lupo, Berlato: istituzioni intervengano prima che succedano prevedibili aggressioni

“Oramai sono quotidiane le notizie di predazioni da parte dei lupi su tutto il territorio nazionale a danno di animali da allevamento ed animali da compagnia. L’incontrollata espansione del lupo su tutto il territorio nazionale sta provocando l’abbandono delle zone collinari e montane da parte degli agricoltori, degli allevatori e dei malghesi, grazie ai quali il nostro territorio è sempre stato oggetto di gratuite manutenzioni che hanno comportato nei secoli  evidenti vantaggi per l’ambiente, per l’economia e per l’ecosistema, vantaggi  che non saranno più garantiti se queste persone saranno costrette ad abbandonare i loro territori a causa dell’eccessiva presenza del lupo”. Lo afferma Sergio Berlato, Presidente dell’Associazione per la Cultura Rurale

“Come ci ha insegnato l’esperienza di Israele e di altre nazioni in cui la mancata gestione del lupo ha portato questi grandi predatori a non temere più l’uomo ed a considerarlo non più come un nemico naturale ma come una delle tante prede di cui cibarsi, anche in Italia si sta correndo lo stesso pericolo – continua Berlato -. Anche nel nostro territorio il lupo, abbandonato ogni timore nei confronti dell’uomo, si spinge oramai frequentemente in prossimità dei centri abitati se non addirittura nelle immediate vicinanze di abitazioni, di scuole e di altri ambienti antropizzati.

Sempre più frequenti sono le testimonianze di incontri ravvicinati tra esseri umani e lupi, con atteggiamenti da parte i questi animali sempre più aggressivi e pericolosi.

Come avviene in molti altri paesi europei dove il problema lupo è stato affrontato con obiettività e scientificità, anche in Italia il problema lupo deve essere affrontato su basi scientifiche, tenendo in considerazione l’elevata antropizzazione dei nostri territori.

Rivolgiamo forte il nostro appello alle Istituzioni affinché il Governo si doti di un Piano nazionale di gestione del lupo che preveda il monitoraggio, il censimento e, in attuazione di quanto previsto dalla Direttiva Habitat 92/43/CE, il contenimento di questa specie per renderla compatibile con l’ecosistema ma anche con le attività antropiche esercitate sul nostro territorio, prime tra tutte l’allevamento, la monticazione e la pastorizia.

Prima che succeda qualcosa di irreparabile a danno di esseri umani – conclude Berlato -, le Istituzioni hanno il dovere di intervenire prontamente a salvaguardia dell’economia e dell’incolumità delle persone.

È pur vero che in Italia le Istituzioni sono sempre abituate ad intervenire emotivamente dopo che si è verificato un evento calamitoso senza mai pensare alla prevenzione, ma in questo caso le conseguenze dell’inerzia da parte delle istituzioni sono fin troppo prevedibili.

Viste le sempre più frequenti segnalazioni che ci arrivano da tutta Italia e recepito il grido di allarme che si alza forte dai nostri territori, chiediamo con pressante insistenza che le Istituzioni agiscano senza ulteriori esitazioni”.

 




GOVERNO, ECCO LA FORMAZIONE SOTTOSEGRETARI, GABINETTI E SEGRETERIE. E GLI INCERTI

Mentre alle Camere si discute la fiducia, si lavora al completamento della squadra di governo.

AGRICOLAE è in grado di anticiparne – sebbene non completamente – la formazione. incluse le segreterie tecniche, i capo di gabinetti e altro:

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO

Giuseppe Conte premier; E.Carelli o V.Crimi sottosegretari M5s (Editoria); A.Martella o W.Verini (Editoria), R.Morassut (delega Roma Capitale); R.Chieppa sottosegretario con delega attuazione del programma servizi Segreti; Alessandro Goracci segretario generale; Ermanno Di Francisco capo legislativo; Andrea Benvenuti segreteria tecnica. Sebbene sembrerebbe che Morassut vada al Mit.

SOTTOSEGRETARIO PCM

Riccardo Fraccaro M5S; Alberto Tabacchi capo di gabinetto

MIPAAFT

Teresa Bellanova ministro PD; L’Abbate sottosegretario; Cenni sottosegretario (in forse); Fiorentino capo di gabinetto (sembrerebbe che resti dal precedente governo); Andrea Battiston vice capo di gabinetto; Alessia Fragassi caposegreteria o da definire.

MISE

Stefano Patuanelli ministro M5S; E.Carelli o S.Buffagni, G.Lupo, L.Castelli o C.Ruocco sottosegretari M5S; G.Benamati; L.Marattin, S.Margiotta, A.Giacomelli, M. Del Barba, A.martella o G.Manzella sottosegretari Pd; Vito Cozzoli capo di gabinetto; Enrico Esposito capo legislativo;

BENI CULTURALI E TURISMO

Dario Franceschini ministro PD; F.D’Uva sottosegretario; L.Bonaccorsi o L.Casini se non fa il capo di gabinetto); Salvatore Nastasi segretario generale.

AMBIENTE

Sergio Costa ministro M5S; C.Braga o A.Martella sottosegretario; R.Muroni sottosegretario; Pier Luigi Petrillo capo di gabinetto; Amedeo Speranza capo ufficio legislativo; Tullio Berlenghi capo segreteria tecnica.

AFFARI EUROPEI

Enzo Amendola ministro PD; G.P. Manzella sottosegretario;

AFFARI REGIONALI

Francesco Boccia ministro PD; F. Gaudiani M5S sottosegretario;  Francesco Rana capo di gabinetto

INNOVAZIONE

Paola Pisano ministro M5S; L.Carabetta o F.Nogarin o G.Lupo o E.Dessi sottosegretario;

ECONOMIA

Roberto Gualtieri ministro PD; S.Buffagni con possibile delega partecipate) o L.Castelli sottosegretari M5S; A.Misiani o C.De Vincenti sottosegretari PD; L.Carbone o L.Fiorentino o A.Stancarelli capo di gabinetto; Federico Giammusso alla segreteria tecnica; Ignazio Vacca capo segreteria particolare con Giorgio Fano per l’agenda del ministro.

INFRASTRUTTURE

Paola De Micheli ministro PD; S.Buffagni, F.Nogarin, G.Lupo, E.Desi sottosegretari M5S; S.Margiotta, L.D’Alfonso sottosegretari PD o A. Ferrari PD; Alessandra Dal Verme capo di gabinetto; Mario Capolupo capo legislativo; M.Cesare, Calise o Sichel alla segreteria tecnica.

GIUSTIZIA

Alfonso Bonafede, ministro M5S; V.Ferraresi sottosegretario M5S; W.Verini, G.Migliore, S.Margiotta in quota Pd; Fulvio Baldi capo di gabinetto; Mauro Vitiello capo legislativo; Tommaso Salvadori alla segreteria tecnica

INTERNI

Luciana Lamorgese ministro, C.Sibilia o V.Baldino o N.Morra sottosegretari in quota M5S; E.Fiano o F.Mirabelli in quota PD;

DIFESA

Lorenzo Guerini ministro PD; F Castiello M5S

LAVORO

Nunzia Catalfo ministro M5S; L.Bobba sottosegretario in quota PD;

PARI OPPORTUNITA

Elena Bonetti ministro M5S; da definire

ISTRUZIONE

Lorenzo Fioramonti ministro M5S; L.Azzolina sottosegretario M5S; S.Malpezzi o A.Ascani sottosegretari Pd; R.Battiston sottosegretario o F. Verducci sempre sottosegretario;

ESTERI

Luigi Di Maio ministro M5S; M.Di Stefano sottosegretario M5S; L.Quartapelle o M.Sereni sottosegretari in quota Pd; Ettore Sequi capo di gabinetto;

SPORT

Vincenzo Spadafora ministro M5S; da definire

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Fabiana Dadone ministro M5S; U.Grassi sottosegretario M5S; A.Ascani sottosegretario PD; Guido Carpani capo di gabinetto.

RAPPORTI CON IL PARLAMENTO

Federico D’Incà ministro M5S; G.Brescia sottosegretario M5S; Marco Caputo capo di gabinetto;

SALUTE

Roberto Speranza ministro Leu; P.Sileri o G.Trizzino sottosegretari M5S; M.Sereni sottosegretario Pd; Goffredo Zaccardi capo di gabinetto; Federica Zaino segreteria tecnica.

SUD E COESIONE

Giuseppe Provenzano ministro PD; B.Lezzi sottosegretario M5S; Laura Cremolini portavoce; Raffaele La Regina segreteria




ELEZIONI, CHI E DENTRO E CHI E’ FUORI DEI PROTAGONISTI DELLE COMAGRI CAMERA E SENATO. I COMMENTI

Si sta finendo di fare i conti, numeri alla mano, per rimettersi al lavoro e costituire le nuove commissioni Agricoltura. Tra gli inquilini della Comagri della Camera della 17esima legislatura, a rientrare per quanto riguarda il Movimento Cinque Stelle sono Chiara Gagnarli, Giuseppe L’Abbate, Paolo Parentela e Filippo Gallinella. Massimiliano Bernini non si è ricandidato come anche Loredana Lupo mentre Silvia Benedetti è stata eletta ma passerà al Misto.

“E’ nata la terza repubblica. Lavorerò per portare avanti il mio impegno in agricoltura”, dichiara ad AGRICOLAE Filippo Gallinella. “Le prime due cose che voglio fare – prosegue – è aprire un “punto agricolo” in Umbria perché me lo hanno chiesto tanti agricoltori; e ‘mettere casa’ in Agea per essere pungolo al fine di velocizzare i pagamenti”.

Tra gli specializzati agricoli del Partito Democrativo rimane Susanna Cenni (che era però da tempo passata alla Bilancio e che passerà ora alla commissione Ambiente). Per il Pd rimane fuori il presidente della XIII della Camera Luca Sani insieme a Paolo Cova, Colomba Mongiello, Nicodemo Oliverio, Marco Carra, Giuseppe Romanini, Laura Venittelli, sono fuori. “Se al risultato elettorale si risponde con la tattica o con l’arroganza, si va poco lontano. Occorre umiltà e agire nell’interesse del Paese”, scrive Sani su Facebook. Fuori anche Alessandra Terrosi, Francesco Prina, Maria Antezza e Giorgio Zanin. Rimane dentro Mino Taricco, che passa però al Senato e Gian Pietro Del Moro. Lello Di Gioia, Massimo Fiorio e Luciano Agostini Siro Marrocu non si sono ricandidati. Fuori Anche Mario Catania, che ha scelto di non candidarsi. “Il grande lavoro che ha trovato spazio in commissione nella scorsa legisaltura ci auguriamo che possa essere implementato a partire dale questione inevase come la partita legata ai vitigni resistenti e il tema di tutte quelle parti su cui c’è stata una battaglia, come gli Ogm. Su cui, dopo lo studio della Sant’Anna, occorrerà fare una riflessione”, dichiara Giorgio Zanin ad AGRICOLAE che si augura che il lavoro di squadra fatto nella 17esima legislature prosegua nella diciottesima con il medesimo spirito”. Fuori anche Basilio Catanoso, Forza Italia, e Roberto Caon. In forse Fabrizio Di Stefano e dentro invece Paolo Russo: “Tra i miei primi punti – spiega Russo ad AGRICOLAE – la proposta di legge per far diventare patrimonio d’Italia i territori dove si coltiva il pomodoro di San Marzano Dop”. Ma non solo: “anche la reintroduzione dei voucher in agricoltura e l’istituzione del ministero dell’Alimentazione e del cibo per rendere il made in Italy davero competittivo nel mondo”.

Tra I nomi ‘illustri’ dell’Agricoltura rimane fuori anche l’ex ministro forzista Nunzia De Girolamo e il viceministro Andrea Olivero.

In forse – tra i ‘ripescati’ – Carmelo LoMonte, Lega.

Anche il presidente della Commissione Agricoltura Senato Formigoni non è passato. Al Senato sono passate Daniela Donno e Elena Fattori, entrambe in quota M5S. Anche il presidente della Commissione Agricoltura Senato Formigoni non è passato, in quota centrodestra.

Fuori anche Angelica Saggese, Donatella Albano e Laura Fasiolo, tutte in quota Partito Democratico. Dentro invece Laura Cantini, sempre Pd.

Roberto Ruta, Maria Teresa Bertuzzi e Leana Pignedoli non si sono ricandidate.

Passato in quota Lega Stefano Candiani.

Fuori – salvo ‘ripescaggi – per Forza Italia al Senato Francesco Scoma e Cristina De Pietro. E per Forza Italia Nicolo Ghedini.

Rieletto Dario Stefano, passato al Pd poco prima delle elezioni.