Agrivoltaico, interrogazione Scutellà (M5S Camera): su tempi erogazione contributo

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02279

presentato da

SCUTELLÀ Elisa

testo di

Mercoledì 17 aprile 2024, seduta n. 281

SCUTELLÀ e CARAMIELLO. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

gli operatori del settore agricolo, zootecnico e agroindustriale hanno presentato domanda per ottenere i benefici previsti dalla misura relativa al contributo in conto capitale per la realizzazione di impianti fotovoltaici da installare su edifici ad uso produttivo, da finanziare nell’ambito del PNRR, Missione 2, componente 1, Investimento 2.2 «Parco Agrisolare»;

gli operatori del settore agricolo, zootecnico ed agroindustriale, per quanto risulta all’interrogante, hanno correttamente ultimati i lavori e comunicato al Gse la richiesta di pagamento della parte in conto capitale dal mese di ottobre 2023;

l’articolo 10 del decreto del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste n. 211444 del 19 aprile 2023, rubricato «Decreto ministeriale recante interventi per la realizzazione di impianti fotovoltaici da installare su edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale, da finanziare nell’ambito del PNRR, Missione 2, componente 1, investimento 2.2 Parco Agrisolare», disciplina le modalità di erogazione del contributo;

in particolare, l’articolo 10, comma 1, del decreto del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste n. 211444 del 19 aprile 2023, stabilisce che il provvedimento di concessione del contributo è emanato entro 30 giorni dall’approvazione della domanda;

ed ancora, in particolare, l’articolo 10, comma 6, del decreto del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste n. 211444 del 19 aprile 2023, definisce in 90 giorni, decorrenti dall’acquisizione della documentazione completa, il termine entro il quale deve avvenire l’erogazione del contributo in unica soluzione a saldo;

pertanto, il contratto stipulato fra gli operatori ed il Gse prevede, in capo quest’ultimo, l’impegno di erogare la quota dell’investimento in conto capitale entro 90 giorni dalla domanda di pagamento approvata dallo stesso Gse;

ad oggi, a distanza di oltre sei mesi, gli operatori del settore agricolo, zootecnico ed agroindustriale non hanno ottenuto il contributo previsto ed approvato, ritrovandosi in enorme difficoltà finanziarie, anche e soprattutto in considerazione del ricorso a necessarie forme di finanziamento per ottenere liquidità e realizzare gli impianti, con conseguente applicazione di elevati tassi di interesse sul credito richiesto agli istituti bancari –:

in che modo il Ministro interrogato, per quanto di competenza, intenda intervenire per definire le pratiche di liquidazione del predetto contributo riconosciute ed ammesse per gli operatori del settore agricolo, zootecnico ed agroindustriale, accelerarne i tempi di definizione per interrompere il perdurante ritardo, evitando il rischio per il Gse di dover resistere ad eventuali fondati ricorsi alle autorità giudiziarie, con conseguente esposizione a richieste risarcitorie e spese.
(5-02279)




Caccia, M5S: un’altra giornata vittoriosa nella trincea della Commissione agricoltura

“Siamo riusciti a far discutere solo 4 emendamenti, farne accantonare due, e a rallentare ancora una volta i lavori per l’approvazione della scellerata legge a prima firma Bruzzone, della Lega, che di fatto apre al far west per i cacciatori, legalizza alcune pratiche di bracconaggio e concorre alla depauperazione degli ecosistemi e del nostro capitale naturale»: così i deputati del M5S del Comitato Pianeta 2050 Alessandro Caramiello e Carmen di Lauro, e l’onorevole Susanna Cherchi, che oggi hanno contrastato la legge in commissione agricoltura. Il Movimento 5 Stelle ha depositato oltre mille emendamenti e da solo sta portando avanti questa battaglia. «Procediamo metro dopo metro – hanno sottolineato i deputati pentastellati – contro questa legge che ci porta dritti verso un’altra procedura di infrazione europea. Pagheremo di tasca nostra per una legge che autorizza i cacciatori, ad esempio, ad allevare uccelli per torturarli, trasformarli in richiami vivi, per poter cacciare massicciamente gli altri esemplari della loro specie che arrivano a portare aiuto. È crudele, terribile e vogliamo fermarlo a tutti i costi», concludono i deputati.




Agea, Naturale (M5S): riforma necessaria. Ora intervenire sui Caa con figure stabilmente assunte. VIDEOINTERVISTA

“Era sicuramente necessaria una riforma di Agea perché tante erano le polemiche e tanti gli allevatori e agricoltori rimasti in balia di finanziamenti che non arrivavano. Speriamo perciò che questa sia la riforma tanto richiesta.

Io ho poi puntualizzato anche l’alert lanciato dagli agronomi, quindi tutta la riforma dei Caa che devono avere delle figure stabilmente assunte e che possano gestire al meglio tutto l’insieme della lavorazione delle domande e della gestione dei fondi pac. Pac che deve essere la risorsa primaria in grado di colmare il gap nel settore agricolo tra costi dj produzione e quello che il mercato troppe volte non dà.”

Così Gisella Naturale (M5S) a margine dell’audizione al Senato del direttore generale dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (Agea), Fabio Vitale, sulle attività dell’Agenzia per il sostegno del comparto.

Agea, Bergesio (Lega): attuata importante riorganizzazione, da sburocratizzazione a velocità pagamenti. VIDEOINTERVISTA




Caccia, Caramiello (M5S): Governo ci espone a vergogna internazionale

“Questo Governo è nemico della natura e ha deciso di inaugurare una stagione vergognosa di esaltazione della caccia, in barba alle sentenze, alle leggi e ai pilastri della nostra Carta Costituzionale. È ora di dire basta, è ora di fare rapidamente marcia indietro, dopo aver dato sfogo alle pulsioni sanguinarie di alcuni cacciatori sfegatati della maggioranza”. Lo dichiara Alessandro Caramiello, Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Agricoltura alla Camera, intervenuto nella conferenza stampa “La caccia non è uno sport” tenutasi oggi a Montecitorio alla presenza del Vicepresidente della Camera Sergio Costa e delle principali realtà animaliste italiane, tra cui WWF, LIPU, ENPA e LAV.

“L’occasione – prosegue Caramiello – è stata propizia per riflettere sull’atroce provvedimento a prima firma Bruzzone della Lega, che intende liberalizzare la caccia nel nostro Paese attraverso alcune proposte scriteriate, prevedendo ad esempio l’allungamento della stagione venatoria, zero tutele per gli uccelli utilizzati come richiami vivi, caccia 7 giorni su 7, utilizzo di visori termici. Quest’iniziativa legislativa dà seguito alle due procedure d’infrazione contro l’Italia aperte dalla Commissione europea, secondo cui il nostro Paese non protegge adeguatamente le catture accidentali di specie marine, autorizza l’uccisione e la cattura di animali selvatici nelle aree protette e nei periodi di divieto e, soprattutto, non rispetta le norme sull’uso del piombo nelle munizioni utilizzate dai cacciatori. Il governo ha pochissimo tempo per rimediare alle violazioni riscontrate, rischiando addirittura di finire sotto la scure della Corte di Giustizia dell’Ue. Ancora una volta il Governo Meloni ci espone alla vergogna internazionale: è ora di mettere un freno a questa deriva pericolosa, nel rispetto del nostro ambiente e delle future generazioni” conclude Caramiello.




Ue, Danzì (M5S): Commissione sbaglia a tutelare allevamenti intensivi

Salvaguardare la salute degli animali e prevenire le malattie serve a tutelare la salute pubblica, le produzioni animali, la sicurezza degli alimenti e il relativo approvvigionamento, nonché le economie rurali e l’ambiente. Dietro le grandi promesse di una legislazione a difesa del benessere animale, abbiamo partorito un topolino. Questo tradisce le aspettative di tutti. Basta ad abusi e sofferenze inutili negli allevamenti: fornire agli animali più spazio, abbassare le temperature insostenibili e ridurre al minimo i tempi di viaggio è una necessità! Abbiamo allevatori che rispettano il benessere animale e l’ambiente e dobbiamo proteggerli per favorire un modello di produzione e consumo di carne sostenibile. E invece tuteliamo gli allevamenti intensivi. A chi ci accusa di pensare più agli animali che alle persone rispondiamo che l’equilibrio dell’ecosistema in cui viviamo è una condizione inscindibile per la qualità del futuro di ognuno. La salute è solo una, lo ricordiamo a tutti!”, così in un intervento in plenaria Maria Angela Danzì, europarlamentare del Movimento 5 Stelle.




Caccia, Caramiello (M5S): governo bloccato, ora ripensamento

“La maggioranza ci ha comunicato oggi che l’esame della proposta di Legge a prima firma Bruzzone sulla caccia che avrebbe dovuto essere avviato in Commissione Agricoltura è stato rimandato di quindici giorni perché i pareri non sono ancora pronti. Il governo è evidentemente bloccato e fatica a trovare la sintesi tra le diverse anime che lo compongono. Il testo di maggioranza è decisamente anacronistico e consegna il Paese ai cacciatori, limitando al contrario i diritti degli animali e degli stessi cittadini italiani. Il Movimento 5 Stelle si sta battendo strenuamente contro questa legge che rappresenta un deciso passo indietro, lo ha fatto attraverso la presentazione di oltre mille emendamenti e continuerà a farlo anche nelle Aule parlamentari. Ci auguriamo che per una volta il nostro lavoro possa portare a un ripensamento della maggioranza”. Lo scrive in una nota Alessandro Caramiello, Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Agricoltura alla Camera.




Alimenti, Aloisio (M5S): agricoltori discriminati su grano, Lollobrigida chiarisca

Ho depositato un’interrogazione al ministro Lollobrigida con l’obiettivo di gettare un faro su alcuni aspetti poco limpidi a proposito del grano Senatore Cappelli, prodotto alimentare oggetto di alcune controversie relative soprattutto allo sfruttamento commerciale. L’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato ha certificato che SIS S.p.a., la società che detiene la licenza esclusiva di moltiplicazione e sfruttamento commerciale, il cui Presidente è anche Vicepresidente di Coldiretti, ha messo in campo pratiche scorrette, abusando della maggior forza commerciale nei confronti degli agricoltori e privandoli di alternative per approvvigionarsi dei semi di grano Senatore Cappelli’. Anche il Tar del Lazio ha accertato che SIS ha posto in essere tre distinte pratiche commerciali scorrette, ritardando e anche negando, in maniera ingiustificata, la fornitura a svariati coltivatori e discriminando questi ultimi sulla base di criteri meramente soggettivi come la loro appartenenza dei richiedenti a determinate organizzazioni di rappresentanza. In questo modo, si è venuta a creare una probabile discriminazione a danno degli agricoltori non iscritti a Coldiretti, come dimostrato nell’istruttoria dell’Antitrust. Per tutti questi motivi, nel testo depositato ho chiesto al ministro Lollobrigida di appurare se vi siano state pressioni a vantaggio di determinate associazioni di categoria, di intervenire per evitare che avvengano ulteriori pratiche commerciali scorrette e se condivide l’opportunità che in seno all’organigramma di SIS non vengano più nominati vertici apicali di Coldiretti”. Lo scrive in una nota Vincenza Aloisio, Senatrice del Movimento 5 Stelle.




Agroalimentare, interrogazione Morfino (M5S Camera): su tempi stanziamenti contratti di filiera

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02132

presentato da

MORFINO Daniela

testo di

Lunedì 11 marzo 2024, seduta n. 259

MORFINO, CARAMIELLO, CHERCHI e SERGIO COSTA. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

nell’aprile 2022 è stato pubblicato il V bando per i contratti di filiera del settore agroalimentare; la misura è stata finanziata dal fondo degli investimenti complementari al PNRR, con una disponibilità di 690 milioni di euro esclusivamente dedicati;

la graduatoria definitiva, pubblicata il 15 novembre 2023, vede il finanziamento, attraverso le suddette risorse, di 38 progetti a fronte dei 310 ammessi a finanziamento;

a seguito della riprogrammazione del PNRR, avvenuta in data 8 dicembre 2023, è stato riconosciuto un ulteriore finanziamento di oltre 2 miliardi per i contratti di filiera agroalimentare, pesca e foreste, anche con lo scopo di permettere lo scorrimento della graduatoria del V bando;

le risorse stanziate, sia quelle iniziali, sia quelle aggiuntive, sono legate all’attuazione del PNRR e per questo in scadenza a giugno del 2026; infatti, come si legge nello stesso avviso recante le caratteristiche, le modalità e le forme per la presentazione delle domande del V bando, gli interventi devono essere realizzati entro 4 anni a partire dalla data di stipula del contratto di filiera e comunque non oltre il secondo trimestre 2026;

le imprese che hanno partecipato al bando hanno presentato istanze relative a: progetti dettagliati, proposte di investimenti nelle aziende agricole connessi alla produzione agricola primaria; investimenti per la trasformazione e per la commercializzazione di prodotti agricoli; investimenti concernenti la trasformazione di prodotti agricoli in prodotti agroalimentari; progetti per la partecipazione dei produttori di prodotti agricoli ai regimi di qualità e misure promozionali a favore dei prodotti agricoli; progetti di ricerca e sviluppo nel settore agricolo; partecipazione alle fiere e per gli investimenti volti a promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili effettuati da imprese di trasformazione;

si tratta evidentemente di progettazioni complesse e di lunga realizzazione che, con il passare dei mesi e a fronte del limite del giugno 2026, potrebbero correre il rischio di non arrivare ad effettivo completamento; per tale ragione sarebbe fondamentale procedere all’effettiva assegnazione delle risorse economiche e al relativo scorrimento della graduatoria, al fine di garantire una spinta ulteriore al settore agricolo ed agroalimentare, di promuovere politiche di innovazione e sostenibilità in agricoltura, nonché sostenere l’accesso al settore alle giovani generazioni di imprenditori agricoli –:

quando saranno effettivamente stanziati i 2 miliardi ulteriori e conseguentemente quando si procederà allo scorrimento della graduatoria V bando per i contratti di fiera del settore agroalimentare, anche e soprattutto a fronte della scadenza per la realizzazione dei progetti a giugno 2026.
(5-02132)




Agricoltura, interrogazione Naturale (M5S): su deroghe per germinazione piante interesse apistico

Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-00977

presentata da

GISELLA NATURALE
mercoledì 21 febbraio 2024, seduta n.161

NATURALE, NAVE, LICHERI Sabrina, BEVILACQUA, CATALDI, PIRONDINI, PIRRO, DAMANTE, LOPREIATO, ALOISIO, CASTIELLO, MAZZELLA, CROATTI, MAIORINO, FLORIDIA Barbara, TREVISI – Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. – Premesso che:

l’eco-schema 5 della politica agricola comune 2023-2027, recante misure specifiche per gli insetti impollinatori, prevede che non vengano effettuate operazioni di sfalcio, trinciatura, sfibratura delle piante di interesse apistico per tutto il periodo dalla germinazione al completamento della fioritura;

sul punto, il decreto del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste 23 dicembre 2022, che introduce “Disposizioni nazionali di applicazione del regolamento (UE) 2021/2115 del Parlamento europeo e del Consiglio del 2 dicembre 2021, per quanto concerne i pagamenti diretti”, stabilisce che, per le piante di interesse apistico, il periodo tra la germinazione e il completamento della fioritura è da considerarsi coincidente con tutto l’arco compreso tra il 1° marzo e il 30 settembre;

questo limite comporta che solo dopo il 30 settembre le piante di interesse apistico possano essere interrate;

l’impossibilità, specie nel periodo estivo, di effettuare qualsivoglia operazione di sfalcio, trinciatura o sfibratura, come dettagliata nel decreto, oltre ad esporre numerosi territori collocati nelle aree più calde del Paese ad un preoccupante rischio di incendi, pone in difficoltà gli operatori del comparto, poiché il divieto vige a prescindere dall’effettivo ciclo di germinazione-completamento della fioritura del miscuglio in campo;

sebbene ai sensi della legge 21 novembre 2000, n. 353, recante “Legge quadro in materia di incendi boschivi”, le Regioni, le Province autonome e gli altri enti territoriali possano prevedere al riguardo disposizioni mirate a ridurre le cause e il potenziale innesco d’incendio, tra cui l’obbligo di realizzazione di fasce antincendio, permane la difficoltà di fondo relativa alle delimitazioni temporali imposte dalla disciplina nazionale di dettaglio;

considerato che, in un simile quadro, non va sottovalutata la sinergia virtuosa che riguarda gli insetti impollinatori e le piante e che rappresenta la base per il funzionamento degli ecosistemi. Al proposito, oltre il 75 per cento delle principali colture agrarie e circa il 90 per cento delle piante selvatiche da fiore si servono di api, vespe, farfalle, coccinelle, ragni, rettili, uccelli e mammiferi e, più in generale, di impollinatori,

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo ritenga necessario provvedere ad introdurre strumenti derogatori, specie per i territori collocati nelle aree più calde del Paese, che tengano conto dell’effettivo ciclo di germinazione-completamento della fioritura del miscuglio in campo e che possano scongiurare efficacemente, anche in previsione dell’arrivo della stagione estiva, possibili effetti avversi, quale il rischio di incendi.

(3-00977)




Agroalimentare, interrogazione Orrico (M5S Camera): su operatività carabinieri anti-frodi

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-02362

presentato da

ORRICO Anna Laura

testo di

Martedì 20 febbraio 2024, seduta n. 248

ORRICO e CARAMIELLO. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che:

con la legge di bilancio per l’anno 2023, la n. 197 del 2022, veniva disposto l’incremento di 120 unità del contingente di personale dell’Arma dei carabinieri per la tutela agroalimentare, le cosiddette «sentinelle della qualità»;

nel medesimo provvedimento normativo era previsto l’inizio della operatività del nuovo contingente di personale di cui sopra a decorrere dal 1° settembre 2023;

il Comando generale dell’Arma dei carabinieri, fra il marzo e l’aprile 2023, predisponeva il corso di formazione per consentire ai militari prescelti di conseguire la specializzazione necessaria a ricoprire l’incarico in questione;

sempre nel corso del 2023 sono state predisposte le sedi dei futuri nuclei agroalimentari, mediante la realizzazione di lavori edili di ristrutturazione degli immobili e l’acquisto dell’arredamento d’ufficio;

solo una parte dei militari nel frattempo specializzati è stata destinata alle sedi prescelte, dove già erano attivi i reparti agroalimentari, ovvero Torino, Parma, Roma, Salerno e Messina;

ad oggi rimangono 72 specializzati in materia agroalimentare che non hanno ricevuto comunicazioni circa le tempistiche e le motivazioni dei ritardi per la piena operatività delle nuove sedi di Bergamo, Bari, Verona, Oristano, Firenze, Avezzano e Reggio Calabria;

sono state stanziate risorse pubbliche sia per la formazione dei militari che per l’adeguamento della logistica;

il contrasto alle frodi nel settore agroalimentare è un’attività impegnativa e gli unici reparti oggi attivi devono coprire zone estese, con inevitabile aggravio in termini di tempo e costi e con una conseguente minore efficacia dell’azione di tutela dei cittadini –:

quali iniziative di competenza intendano intraprendere i Ministri interrogati per verificare le reali tempistiche entro le quali i 72 militari specializzatisi in materia agroalimentare potranno prendere servizio presso le nuove sedi di Bergamo, Bari, Verona, Oristano, Firenze, Avezzano e Reggio Calabria.
(4-02362)




Agricoltura, Caramiello (M5S): con mio Odg boccata d’ossigeno a comparto in ginocchio

“È stato approvato un ordine del giorno, a mia prima firma, che reca l’obiettivo di tendere una mano a migliaia di giovani agricoltori. Ad oggi il settore agricolo, rispetto al passato, non è più solo zappa e buoi, ma anche intelligenza artificiale e nuove strumentazioni tecniche, almeno nel resto del mondo. In Italia, invece, non riusciamo a sfruttare l’innovazione soprattutto perché sempre più giovani, magari neolaureati in agraria, non riescono a intraprendere la professione. Pertanto, grazie alla mia proposta il governo sarà impegnato a ripristinare, nel primo provvedimento utile, lo strumento dell’esonero contributivo per i giovani agricoltori, misura fondamentale per mettere in campo ogni possibile intervento volto a contrastare il mancato ricambio generazionale nel settore primario, che rischia di avere pesanti ripercussioni soprattutto nelle aree rurali. È fondamentale potenziare le politiche di sostegno ai giovani agricoltori in tutte le fasi del loro percorso, dunque auspico che l’esecutivo dia seguito, quanto prima, alla misura, con l’obiettivo di dare un’importante boccata d’ossigeno a un comparto messo in ginocchio”. Lo scrive in una nota Alessandro Caramiello, Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Agricoltura alla Camera.




Trattori, Caramiello (M5S): Governo al capolinea, quanto sciacallaggio

Questo Governo è già arrivato al capolinea: vedere il ministro dell’Agricoltura attaccare il collega leghista Salvini, minacciandolo nemmeno troppo velatamente di fargli fare la fine di Gianfranco Fini, da un lato mostra le crepe di questa maggioranza e dall’altro insulta la dignità del popolo degli agricoltori che oggi sta marciando su Roma. È indiscutibile che il leader della Lega, con una buona dose di sciacallaggio, stia cavalcando la disperazione del comparto agricolo, quando invece – come sostenuto dallo stesso Lollobrigida – non ha mai proferito parola a sostegno degli agricoltori in sede di Consiglio dei Ministri. Ma è anche vero che il cognato della Meloni ha letteralmente abbandonato il settore, cancellando le decontribuzioni per i giovani imprenditori, bloccando l’esenzione Irpef sui terreni agricoli, sforbiciando il credito d’imposta di Agricoltura 4.0 e ostacolando il credito per i giovani imprenditori del comparto agroalimentare. Per questo motivo, sposo in pieno le proteste odierne nella Capitale ritenendo vergognoso il comportamento dell’esecutivo, così come reputo oltraggiose le ultime mancette elargite dal ministro Lollobrigida alla categoria. Occorrono misure strutturali e finanziamenti importanti: se il Titanic affonda, è ridicolo tentare di usare i secchi per svuotare gli scompartimenti dall’acqua”. Lo scrive in una nota Alessandro Caramiello, Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Agricoltura alla Camera.




Agricoltura, Capozzella (M5S FVG): problema protesta interessano tutti. Regione FVG agevoli e incentivi il settore

“La protesta degli agricoltori non ci ha visti disinteressati e non ci deve continuare a disinteressarci perché l’oggetto del contendere, in parte risolto, ha ricadute quotidiane su tutti noi, giorno dopo giorno. Infatti, non si arresta la diminuzione del numero delle imprese agricole professionali in Friuli Venezia Giulia. Nel 2020, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat, sono 7.650 contro le 7.721 del 2019 (-0,9 per cento, in linea con il dato nazionale). Va peggio per la superficie agricola dalle stesse utilizzata che passa dai 174.056 ettari agli attuali 168.884 ettari (-2,9 per cento, più del doppio del dato nazionale che è del -1 per cento). I dati sono stati diffusi dalla Cia regionale. E proprio per questo le regioni e gli amministratori locali sono coinvolti passo dopo passo. La recenti proteste hanno infatti evidenziato l’importanza che rappresenta l’intero comparto economico, spesso dimenticato e sottovalutato. Un settore da sempre trainante e voce importante del pil regionale e territoriale per tutta una lunga filiera che esso coinvolge, dal consumo personale all’enogastronomia. Difficile non aver condiviso appieno le proteste degli agricoltori così come è difficile non aver condiviso le argomentazioni e le azioni politiche di chi ha determinato la discesa in campo, meglio dire sulle strade, dei trattori in tutta Europa, Friuli Venezia Giulia compreso. E’ innegabile che nel tempo l’agricoltura si è evoluta, è cambiata, si è messa al passo con i tempi e non solo per la forte accelerazione della meccanizzazione ma anche per il cambiamento dello scenario delle colture e dell’ambiente. E tutto nella ricerca di un perfetto equilibrio ambiente-redditività. E, soprattutto, sviluppo tecnologico e scientifico di quello che resta il comparto fondamentale per tutta l’umanità: migliori coltivazioni, migliore consumo e tenore di vita. L’agricoltore oggi è un po’ scienziato, biologo, tecnico agronomo, difensore dell’habitat, informatico. Il tutto armonizzato da studi e indicazioni che tendono a salvaguardare il suo lavoro, la bontà delle terra e tutti noi. Ecco perché non si può prescindere ad una visione globale del problema che trova persone che hanno l’obbligo di indicare nuove coltivazioni, regole, ulteriore meccanizzazione, ricerca scientifica, transizione energetica. Ogni nazione, ogni regione, ogni territorio ha un suo passato e una sua precisa vocazione e ricerca di miglioramento dei risultati. E’ questo il nodo di congiunzione fra chi è sceso in piazza contro chi viene visto come colui (soggetto Europa, in questo caso) che vuole imporre regole tutte uguali che possono penalizzare interi scenari. Il punto di equilibrio lo deve trovare la politica ad ogni livello, dall’Europa al regionale. Spesso la latitanza delle istituzioni ha preoccupato e lasciato interdetti. Occorre un tavolo di mediazione, forte e riconosciuto. Un tavolo che, ad esempio, possa anche lanciare in regione nuove possibilità di sviluppo della agricoltura disegnando scenari possibili alla luce di un presente e, soprattutto, di un un futuro che vedrà sempre di più cambiamenti climatici, uso intenso di risorse idriche già difficili da reperire oggi, interventi tecnologici che comportano investimenti finanziari notevoli. Su questo ultimo punto, ad esempio, si possono pensare già fin da subito incentivi e agevolazioni: uso di mezzi tecnologici meno inquinanti con contributi come accade per incentivi per le auto elettriche. Non solo: si può arrivare anche a disegnare uno scenario di ripopolamento della montagna nell’ottica anche agricola con incentivi regionali per nuove coltivazioni come la canapa. Favorire l’installazione di fonti energetiche alternative su campi incoltivati o non più redditizi o a disposizione per l’approvvigionamento energetico delle aziende agricole e per l’intera economia regionale. Insomma, ascoltare chi ha protestato e continuare il dialogo: sia un dovere di questa Regione che deve tanto all’agricoltura”.
Così Mauro Capozzella, ex capogruppo in Regione del M5S ed attuale coordinatore provinciale.



Trattori, Mazzella (M5s): “basta prese in giro, governo carnefice vuole salire su carro”

“Quello che sta succedendo in questi giorni ha un che di inspiegabile se si seguono i principi logici. I partiti di maggioranza, che cercano consenso come se fossero all’opposizione, stanno cercando in ogni modo, quasi disperatamente ed in modo goffo, di salire sul carro (o meglio sul trattore) degli agricoltori per cavalcare la protesta in maniera strumentale. Cosa c’è di tanto assurdo? C’è che proprio questo Governo ha tagliato fondi al comparto dei lavoratori e degli imprenditori agricoli. Hanno eliminato decontribuzioni per giovani imprenditori, tagliato il credito d’imposta di Agricoltura 4.0, annullato l’esenzione Irpef sui terreni agricoli, misura che da sola che costerà 250 milioni agli agricoltori, e hanno ostacolato il credito per i giovani imprenditori agricoli. Tutte misure che il Movimento 5 Stelle aveva provato a inserire nell’ultima Legge di Bilancio, finendo però ostacolate dalla Meloni. I membri della maggioranza pensano di poter imbrogliare gli italiani col gioco delle tre carte. Non hanno nemmeno capito che gli agricoltori protestano non solo contro le politiche europee ma anche contro le loro fallimentari azioni di governo e contro il ministro-cognato Lollobrigida. Il Governo Meloni è il carnefice, non la vittima, altro che Europa”. Lo scrive in una nota Orfeo Mazzella, Senatore del Movimento 5 Stelle.




Trattori, M5S: miracoli? basta che Meloni non faccia danni

“Anche oggi Giorgia Meloni ha deciso di cimentarsi nel suo sport preferito: la presa in giro degli italiani. Questo pomeriggio è toccato agli agricoltori, invitati a Palazzo Chigi e costretti ad assistere alla penosa scena di una Presidente del Consiglio capace soltanto di collezionare bugie e accampare scuse. La premier continua a cercare di scaricare le sue responsabilità sui governi precedenti e l’Unione Europea. Quello che fa finta di dimenticarsi è di aver pesantemente inciso sulla disastrosa situazione in cui versa l’agricoltura italiana. Tra incentivi tagliati e tasse aumentate, i cognati d’Italia hanno pesato sulla testa degli agricoltori italiani oltre un miliardo di euro, di fronte ai quali non possono certo bastare le mancette promesse oggi a Palazzo Chigi. Meloni sostiene di non poter fare miracoli, ma nessuno glielo chiede. A noi e agli agricoltori italiani basterebbe che la smettesse di fare danni”. Lo scrivono in una nota i Senatori e i Deputati del Movimento 5 Stelle in Commissione Agricoltura Sabrina Licheri, Gisella Naturale, Luigi Nave, Alessandro Caramiello, Susanna Cherchi e Sergio Costa.