Formazione, Masini: successo Made in Italy legato al contrasto dell’Italian Sounding

“Il successo del made in Italy agroalimentare è frutto di politiche mirate per creare ricchezza sui mercati e dignità sul lavoro anche attraverso azioni di contrasto all’Italian sounding. Il tema – ha riferito il prof. Stefano Masini – professore associato di Diritto Agrario e Diritto Alimentare presso la facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, nonché presso la corrispettiva facoltà della UniCamillus-Saint Camillus International University of Health Sciences – intende approfondire nuovi percorsi di analisi della pirateria commerciale in difesa del Made in Italy partendo dalla constatazione che a rendere difficile l’indagine è l’ambiguità dei comportamenti legati allo sfruttamento del marchio attraverso immagini, colori e termini che richiamano le produzioni senza presentarne il carattere originale.

La decisione dell’Unione Europea di riservare una tutela rafforzata al circuito delle indicazioni geografiche (DOP e IGP) limita molto la possibilità di veder riconosciuto il valore identitario dei luoghi, delle tradizioni e dei saperi delle comunità locali, a fronte della scelta di considerare come made in anche quel prodotto – ha poi concluso il prof. Masini – responsabile altresì dell’Area Ambiente e Territorio di Coldiretti – che condivide con il nostro territorio solo la fase di assemblaggio di materie prime provenienti da altri Paesi”.




La cultura del made in Italy, si chiude a Treviso il progetto di divulgazione di Origin Italia

Si è concluso venerdì 19 aprile, con un simbolico brindisi che ha abbracciato il patrimonio agroalimentare italiano, nella sede del Consorzio di Tutela della Doc Prosecco, a Treviso, il ciclo di incontri promosso da Origin Italia in collaborazione con Fondazione Qualivita circa “La cultura del made in Italy”. Sette tappe in tutta Italia che hanno toccato alcuni dei territori più rappresentativi delle eccellenze DOP IGP e durante le quali sono stati animati confronti e idee a partire dal concetto made in Italy appunto, che proprio da qualche giorno ha ottenuto la sua giornata nazionale, il 15 aprile. L’iniziativa, che si è sviluppata durante gli incontri in-formativi dell’Executive Master per Direttori di Consorzi di Tutela promosso proprio da Origin Italia e realizzato da Fondazione Qualivita, ha raccolto in questo percorso importanti spunti per la costruzione di progetti e tematiche da sviluppare nell’ottica di migliorare costantemente il patrimonio che più rappresenta l’Italia, quello appunto vitivinicolo e alimentare.

Durante l’ultimo incontro, il Direttore del Consorzio di tutela della Doc Prosecco, Luca Giavi, ha ricevutol’attestato “Dop Economy” e una copia dell’Atlante Qualivita 2024 edito da Treccani dal Direttore Generale di Fondazione Qualivita e Origin Italia, Mauro Rosati.

“Abbiamo cominciato questo ciclo di incontri a Solomeo, nel teatro Cucinelli, ospiti del grande imprenditore italiano e di Fondazione Qualivita in occasione della presentazione dell’Atlante edito da Treccani e in questo periodo l’attenzione ai valori dell’agroalimentare italiano è cresciuta costantemente. Come Origin Italia in questi mesi abbiamo partecipato alla approvazione delle Riforma europea delle IG e quindi a un ulteriore rafforzamento dei Consorzi di tutela che oggi sono il vero motore, insieme ai prodotti che rappresentano, dei territori di origine”, sottolinea il Presidente di Origin Italia, Cesare Baldrighi.

“Con il Governo attuale in particolare, ma già a partire dai precedenti, abbiamo dato un ulteriore slancio all’attenzione dei prodotti agroalimentari di qualità che, come abbiamo voluto sottolineare anche con questo ciclo di incontri, non sono solo eccellenze del made in Italy, ma rappresentano una serie di valori economici, sociali ed etici che in questa particolare contingenza storica sono la risposta alla crisi del lavoro e all’abbandono del nostro Paese da parte di tanti giovani che invece nel settore trovano il motivo di un riscatto professionale e personale”, ha aggiuntoMauro Rosati, Direttore Generale di Fondazione Qualivita e Origin Italia.

Non a caso per chiudere il progetto è stata scelta la sede del Consorzio di Tutela della Doc Prosecco, uno dei territori vitivinicoli più famosi al mondo. “E’ stato un piacere per noi ospitare questo momento formativo all’interno del nostro Consorzio che da anni promuove il Prosecco con il claim “italian genio”, riteniamo infatti che il patrimonio agroalimentare italiano di qualità rappresenti, al pari di Leonardo Da Vinci – il cui giorno di nascita è stato assunto come giornata per celebrare il made in Italy – non solo parte integrante della nostra cultura ma un’espressione della genialità italiana”, ha detto il Direttore del Consorzio, Luca Giavi.

 

L’Executive Master, che ha fatto tappa anche Treviso,è un ciclo di seminari in-formativi per giovani interessati a diventare dei veri “professionisti del made in Italy” e a ricoprire un ruolo centrale, come quello del direttore di un Consorzio, nel processo di promozione, difesa e sviluppo delle filiere DOP IGP del cibo e del vino italiano.

L’Atlante Qualivita-Treccani è l’unica opera enciclopedica che riunisce in un solo volume i prodotti agroalimentari e vitivinicoli italiani DOP, IGP, STG e le bevande spiritose a Indicazione Geografica. Giunto alla sua do­dicesima edizione, l’Atlante raccoglie e racconta attraverso un corpus enciclopedico l’identità del patrimonio agroalimentare italiano rappresentata dagli 887 prodotti a Indicazione Geografica nazionali tutelati a livello europeo.

Il ciclo di incontri su “La Cultura del made in Italy” si è svolto a partire da dicembre 2023 con la presentazione del progetto nel borgo di Brunello Cucinelli, Solomeo, in Umbria. Il secondo incontro a Modena con il Consorzio di Tutela Aceto Balsamico di Modena, poi in Campania, nella prestigiosa sede del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana DOP, all’interno della Reggia di Caserta, quindi a Desenzano del Garda (Bs) con il Consorzio del Grana Padano DOP e a Reggio Emilia ospite del Consorzio del Formaggio Parmigiano Reggiano DOP.  Gli ultimi due appuntamenti sono stati quello San Daniele del Friuli presso la sede del Consorzio del Prosciutto di San Daniele DOP, quindi a Treviso con l’ultimo incontro al Consorzio di Tutela della Doc Prosecco.




Ue, De Castro: termina qui la mia avventura in Parlamento Ue. Pronto a nuove sfide a tutela Sistema Italia

“Un grande in bocca a lupo a Stefano Bonaccini per la sua candidatura alle Elezioni Europee 2024. Termina qui la mia avventura al Parlamento europeo. E’ stato un onore combattere per la difesa della nostra #agricoltura del nostro #agroalimentare del nostro Made in Italy. La mia attività di tutela di questo straordinario settore tuttavia non finirà con i miei tre mandati da europarlamentare; sono pronto ad impegnarmi in nuove sfide professionali al fianco del settore e a tutela degli interessi del sistema Italia”. Così Paolo De Castro su twitter dopo che il Partito Democratico a guida Schlein ha deciso di non ricandidare il due volte ministro dell’Agricoltura e già vicepresidente vicario della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo.




Made in Italy, Caretta (FdI): bene Lollobrigida, più controlli alle frontiere più tutela per prodotti italiani

“Il governo Meloni tutela le eccellenze italiane con i fatti concreti e non con gli slogan. La notizia della firma da parte del ministro Lollobrigida del decreto che stabilisce il rafforzamento dell’Ispettorato controllo qualità e repressione frodi e la costituzione dei nuovi nuclei del Comando Carabinieri per la Tutela Agroalimentare costituisce un segnale concreto di forte vicinanza ai produttori agroalimentari italiani. La pratica scorretta dell’italian sounding e in generale la concorrenza sleale a danno del nostro Paese sottraggono miliardi di entrate ai nostri imprenditori agricoli e a tutta l’economia italiana. Un numero maggiore di uomini addetti ai controlli, specie alle nostre frontiere, equivale ad assicurare maggiori controlli e maggiore contrasto all’import di prodotti spacciati per italiani, ma che di veramente italiano non hanno neanche il nome sulle etichette. Anche in questa occasione il governo Meloni e il ministro Lollobrigida hanno dimostrato sensibilità e attenzione verso i diritti dei nostri produttori e dei consumatori, che vanno tutelati da acquisti di merci totalmente non in linea con gli standard italiani ed europei”. E’ quanto dichiara l’on. Maria Cristina Caretta, deputata di Fratelli d’Italia.




Apicoltura, interrogazione Bergamini (Lega Camera): su misure a tutela settore made in Italy

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-02284

presentato da

BERGAMINI Davide

testo di

Mercoledì 17 aprile 2024, seduta n. 281

DAVIDE BERGAMINI, MOLINARI, CARLONI, BRUZZONE e PIERRO. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:

una delle problematiche urgenti e inderogabili dell’apicoltura produttiva italiana è quella di mercato;

l’Italia è costretta ad importare dall’estero circa la stessa quantità di miele che autoproduce perché i produttori non riescono a soddisfare le richieste di mercato in termini di quantità. Il mercato del miele in UE è estremamente soggetto a variazioni e speculazioni sui prezzi a causa dei mieli di scarsa qualità, spesso adulterati, importati da Paesi terzi extra UE, in primis dalla Cina;

un’indagine della Commissione Ue ha riscontrato che il 46 per cento dei campioni di miele importato non è conforme alle regole comunitarie, cosiddette «Direttiva Miele», con l’impiego di sciroppi zuccherini per adulterare il prodotto, aumentarne le quantità e abbassarne il prezzo e l’uso di additivi e coloranti. Il numero maggiore di partite sospette provenivano dalla Cina (74 per cento), e dalla Turchia (93 per cento);

nel 2023 sono arrivati in Italia oltre 25 milioni di chili di miele straniero a fronte di una produzione nazionale stimata in 22, la quale ha risentito degli effetti del clima. Il prezzo medio del prodotto importato dai Paesi extra Ue è stato di 2,14 euro al chilo;

mentre in tutto il mondo diminuisce la produzione di miele a causa della forte diminuzione delle api, dovuta anche ai cambiamenti climatici, quella cinese aumenta di anno in anno, questo perché il miele viene prodotto adulterando e miscelando sciroppo di zucchero con il miele naturale rendendolo simile al miele naturale;

un dumping insostenibile ai danni dei 75 mila apicoltori nazionali, con 1,6 milioni di alveari, al quale si aggiungono i danni causati dal maltempo e dalla siccità, che ha penalizzato le fioriture, e il caldo anomalo con le api «ingannate» e spinte ad uscire dagli alveari senza però trovare i fiori; i produttori per non subire perdite consistenti sono costretti ad intervenire con alimentazione zuccherina;

oltre al clima e al diffondersi dei calabroni alieni predatori delle api, come la Vespa velutina e la Vespa orientalis, gli apicoltori hanno dovuto far fronte anche all’esplosione dei costi come quelli per i vasetti di vetro, delle etichette, dei cartoni fino al gasolio –:

quali iniziative di competenza il Governo intenda intraprendere a fronte della concorrenza sleale del miele extra Ue, in particolare quello cinese, non salubre né conforme agli standard qualitativi e di sicurezza alimentare, al fine di proteggere il settore apistico made in Italy, simbolo di tipicità e biodiversità, nonché salvaguardare la salute dei consumatori.
(5-02284)




Vinitaly, Coldiretti: vino prima voce di agroalimentare made in Italy all’estero

“È stato un Vinitaly con dei numeri confortanti in un momento drammatico che il mondo sta attraversando con due scontri bellici. Il settore vitivinicolo legato all’esportazioni ha fatto registrare una crescita del 188% in 20 anni con le esportazioni di vino che sono quasi triplicate e valgono oggi 7,8 miliardi di euro, prima voce dell’agroalimentare Made in Italy all’estero”. Così il presidente di Coldiretti Ettore Prandini commenta i risultati positivi della 56° edizione del Vinitaly sottolineando l’emergere di una nuova generazione di produttori.

Il settore vitivinicolo è il più gettonato tra le imprese under 35 con 5500 tra agricoltori e agricoltrici italiani che producono vino – spiega Coldiretti – In pratica, un’azienda su dieci tra quelle condotte da ragazzi e ragazze possiede una vigna”.
Il fenomeno che ha contraddistinto questa edizione 2024, è sicuramente quello dell’enoturismo con 6 milioni di notti trascorse tra le vigne nel 2023 dagli enoturisti italiani e stranieri in strutture agrituristiche, bed&breakfast e case vacanza vicine a vigneti – sottolinea Coldiretti – l’enoturismo si conferma la nuova frontiera di chi ricerca una vacanza tra i vigneti. Significativi, aggiunge Coldiretti, i dati di 15 milioni di turisti che hanno avuto esperienze in cantina e i 2.5 miliardi di euro il fatturato dell’enoturismo in Italia.

Importante anche l’impegno da parte del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, che con significativi momenti di confronto ha dato un segnale confortante a tutto il settore.




Made in Italy, interrogazione Foti (FdI Camera): su misure contro contraffazione e Italian sounding

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in Assemblea 3-01151

presentato da

FOTI Tommaso

testo di

Martedì 16 aprile 2024, seduta n. 280

FOTI, MESSINA, ANTONIOZZI, GARDINI, MONTARULI, RUSPANDINI, CERRETO, LA SALANDRA, CARETTA, ALMICI, CIABURRO, LA PORTA, MALAGUTI, MARCHETTO ALIPRANDI e MATTIA. — Al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste . — Per sapere – premesso che:

come noto, il Governo Meloni è costantemente impegnato per proteggere il vero made in Italy, soprattutto nel settore agroalimentare, ed è la stessa Italia ad aver assunto una posizione di guida per la tutela dei prodotti anche nel contesto europeo nel settore dell’agricoltura;

nello specifico, negli ultimi giorni, particolare rilievo hanno avuto le manifestazioni, in zone di frontiera, dirette ad arrestare l’invasione di cibo straniero surrettiziamente spacciato per italiano, evidenziando non solo i rischi nazionali ma anche quelli che corrono i Paesi dell’Unione europea in tema di etichettatura, perché spesso è messo a rischio il principio di reciprocità. Infatti, le regole imposte alle imprese agricole italiane devono valere anche ogni volta che viene importato un prodotto straniero, andando a verificare l’effettivo rispetto dei requisiti richiesti dalla normativa vigente;

in tale contesto, un importante risultato è testimoniato dai dati contenuti nel report 2023 delle attività del dipartimento dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf). Pare evidente come, ad oggi, grazie alle informazioni pubblicate nel report, che l’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari abbia effettuato 54.658 controlli totali, ispettivi e analitici. I controlli totali ispettivi e analitici su dop e igp sono stati, invece, 15.796 e 5.763 quelli riguardanti il settore bio. Le sanzioni irrogate sono state pari a 2.204, per un importo totale di 21.418.395 euro;

significativa è stata anche la propositività dell’Italia nel settore vitivinicolo, in special modo durante l’ultima Conferenza internazionale del vino in Franciacorta, in cui il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, unitamente alle 30 delegazioni presenti e all’Organizzazione internazionale della vigna e del vino (Oiv), ha tracciato le linee guida di settore su ambiente, sostenibilità, promozione della qualità, lavoro e rispetto dei diritti –:

quali siano, per quanto di competenza, le ulteriori iniziative che intenda assumere sui temi esposti in premessa a tutela della riconoscibilità dei prodotti del settore primario italiano, per il contrasto alla contraffazione e all’Italian sounding.
(3-01151)




Benessere animale, Made in Italy e salute: Consorzio del Parmigiano Reggiano e AISA-Federchimica insieme per supporto a veterinari in risposta ad aspettative consumatori

Questa mattina si è svolto l’evento “Qualità del prodotto, qualità del processo – L’importanza del veterinario nella filiera del Parmigiano Reggiano”, organizzato dal Consorzio del Parmigiano Reggiano e AISA-Federchimica, l’Associazione che riunisce le imprese operanti nel mercato della salute animale.

In apertura di dibattito sono stati presentati alcuni dati raccolti da SWG con l’obiettivo di verificare l’orientamento degli italiani su temi centrali per la filiera alimentare: dalla valorizzazione della filiera agro-alimentare Made in Italy alle scelte alimentari e abitudini di acquisto dei consumatori, passando per la rilevanza di una corretta profilassi degli animali da reddito per allevamenti sostenibili.

I dati mostrano come, per il 93% degli intervistati, i prodotti di origine animale e lattiero caseari made in Italy rappresentino un’eccellenza riconosciuta in tutto il mondo, che dovrebbe ricevere ancora maggiore tutela da parte delle Istituzioni.

Questo attestato di qualità dei prodotti è legato imprescindibilmente, dal 91% del campione, alla qualità degli allevamenti, responsabili a loro volta di assicurare il benessere animale, un attento monitoraggio del loro stato di salute e una corretta profilassi per evitare l’insorgenza di infezioni e malattie.

Al tempo stesso però gli italiani (quasi 1 su 2) ritengono che ci sia ancora strada da fare per assicurare il benessere negli allevamenti, mentre dimostrano di avere contezza crescente sia del concetto di One Health, che della stretta connessione tra salute animale e umana: per 9 italiani su 10 sono dipendenti l’una dall’altra.

Per arrivare poi alla fase propositiva dell’indagine, alti standard di benessere animale risultano essere, secondo gli intervistati, il principale fattore su cui investire per garantire sia la sostenibilità che la competitività a livello internazionale degli allevamenti e dei prodotti italiani, insieme alla trasparenza e ad attività di formazione per gli allevatori e per il personale veterinario.

Infine, il 60% degli italiani ritiene che il ruolo del veterinario sia quello di seguire e indirizzare l’allevatore nella costruzione di un allevamento responsabile per il benessere dell’animale e dell’uomo, assegnandogli dunque una funzione centrale.

La presentazione della ricerca si inserisce all’interno di un più ampio percorso intrapreso da AISA-Federchimica e il Consorzio Parmigiano Reggiano per l’empowerment proprio dei veterinari quali figure di riferimento per il benessere animale e, più in generale, per la appropriata gestione dei processi produttivi di una filiera alimentare di qualità.

Un’iniziativa lanciata e raccontata questa mattina con un primo dibattito in cui sono intervenuti Nicola Bertinelli, Presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Carlo Gazza, Vicepresidente di AISA-Federchimica e Alberto Brizzi, Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari di Parma, moderati da Roberto Cavazzoni, Direttore di AISA-Federchimica e con i saluti istituzionali di Giuseppe Diegoli, Responsabile Settore Prevenzione Collettiva e Sanità Pubblica Regione Emilia-Romagna e Giorgio Micagni, Presidente dell’ordine provinciale dei Medici veterinari di Reggio-Emilia.

“In risposta ai trend globali e al tempo stesso locali di evoluzione del comparto agro-alimentare, e per rispondere alle esigenze di trasparenza e sostenibilità espresse dai consumatori, abbiamo deciso di sviluppare questa progettualità mirata sui veterinari, figure di fondamentale importanza all’interno della filiera di valore del Consorzio.” ha affermato in apertura Nicola Bertinelli, Presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano.

“In qualità di Associazione che riunisce le imprese operanti nel mercato della salute animale, abbiamo sposato con entusiasmo l’invito del Consorzio per unirci a questa iniziativa, in grado di tradurre in azioni concrete alcuni pilastri fondamentali che reggono l’impegno e la mission della nostra Associazione più in generale: la promozione e la difesa della salute e del benessere animale, in stretta connessione con l’obiettivo della sicurezza e della qualità degli alimenti di origine animale.” ha aggiunto Carlo Gazza, Vicepresidente di AISA-Federchimica.

“L’attenzione mostrata nei confronti della centralità del ruolo dei medici veterinari all’interno dei processi di cura degli animali e di produzione agro-alimentare attraverso questa progettualità è per il nostro settore un importante segnale, che auspichiamo riceva la giusta partecipazione. La direzione intrapresa oggi verso un approccio maggiormente sinergico e olistico quando si tratta di allevamenti e benessere animale è per noi quella giusta” ha dichiarato Alberto Brizzi, Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari di Parma.

Nei prossimi mesi l’iniziativa proseguirà con l’intenzione di fornire ai veterinari nuovi strumenti, sia più specificatamente scientifici, che di comunicazione e ingaggio degli allevatori.




Made in Italy, Tiso (Confeuro): Tutelare nostre eccellenze e produttori italiani

“Oggi 15 aprile si celebra la giornata nazionale del Made in Italy al fine di valorizzare la creatività e l’eccellenza delle nostre imprese e della nostra terra, promuovendo al contempo l’importanza e la qualità delle opere dell’ingegno e dei prodotti italiani. Una data dall’alto valore simbolico e sociale che deve spingere ancora più le istituzioni competenti – dal governo nazionale all’Unione Europea, passando per gli enti territoriali – ad operare in sinergia e collaborazione al fine di rinforzare e tutelare i comparti chiave, come quello dei piccoli e medi agricoltori, che simboleggiano il cuore pulsante del Made in Italy, puntando a valorizzare la nostra terra e le sue peculiarità anche all’estero”. Lo dichiara Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo.

“Per fare questo”, prosegue Tiso, “servono strategie politiche chiare e concrete, come la sicurezza agroalimentare, in particolare il monitoraggio delle importazioni e il controllo delle esportazioni delle nostre produzioni fuori l’Europa a contrasto di quel fenomeno pericoloso e temibile, chiamato Italian Sounding: una sorta di falso Made in Italy, che danneggia ogni anno per miliardi di euro una fetta importante dell’economia italiana e delle esportazioni agroalimentari”.




Vinitaly, l’incontro “Il vino è Made in Italy”. Interventi di Giansanti, Battista, Rigotti, Pallini, Bonaldi, Fini e La Pietra

Nella prima giornata del Made in Italy a Vinitaly si parla del prodotto italiano per eccellenza, il vino e del suo ruolo di rappresentanza della produzione italiana agroalimentare, nell’incontro organizzato nell’area Masaf di Vinitaly “Il vino è…Made in Italy”.

“Oggi è la giornata del Made in Italy e non c’è occasione migliore per parlare di vino con tutti i rappresentati della filiera. Parliamo di 13 miliardi di fatturato con il 50% che arriva dall’estero. Ci sembrava giusto avere un momento di confronto di tutto il settore in un momento non semplice, vuoi per i conflitti e vuoi per l’economia, ma soprattutto per un mercato che in alcuni paesi e per certi prodotti è in sofferenze.

Stiamo vivendo una fase di cambiamento soprattutto del consumatore e della sua sensibilità. I nostri prodotti sono di altissima qualità, ma il futuro deve essere di condivisione sui punti strategici. Parlo degli strumenti di controllo dell’offerta per le produzioni che non trovano sbocco sul mercato. Come presidente vino di Copa Cogeca stiamo pensando a delle misure per controllare l’offerta, che in certe zone europee possono arrivare anche all’estirpo definitivo o temporaneo, così da stabilizzare la situazione per poi puntare al reimpianto, magari con uve più incentrate sul mercato. Dovrà esserci un sostegno forte con l’OCM vino verso i paesi consolidati, dovremo trovare una sintesi su proposte efficaci. Sulla sostenibilità noi dovremo essere i primi attori, ma dovremo mettere in campo azioni concrete anche per un consumo consapevole”. Così Luca Rigotti, Alleanza delle Cooperative.

“Veniamo da un’annata difficile, ma l’innovazione è la soluzione al cambiamento climatico. Dobbiamo però immaginare un percorso virtuoso e il settore vitivinicolo è quello che più ha investito nella digitalizzazione, anche del prodotto. Le aziende più performanti sono quelle che hanno investito per far scoprire cosa c’è dietro una bottiglia di vino. Per resistere oggi abbiamo bisogno di piante resistenti e su questo abbiamo portato avanti tanta ricerca, anche grazie al Crea. Non stiamo parlando di OGM, ma di Tea: oggi è un errore caratterizzare la pianta, ma capire se questa riesce a garantire la stessa qualità di una pianta normale, non vedo rischi e preoccupazioni, ma anzi dobbiamo accelerare sulla sostenibilità e sulla consapevolezza verso i giovani. Con le Tea potremmo avere piante che hanno bisogno di meno cure. Voglio poi sottolineare l’importanza dei dati, serve un raccoglitore nazionale perché consentiremo a tutti gli agricoltori di fare un salto quantico, ma i dati non possono passare per provider esteri, altrimenti rischiamo di perdere la nostra resistenza”, Così Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura.

“Il vino, così come gli altri settori agricoli, riesce ad adattarsi alle variazioni dettate dal cambiamento climatico che del mercato. L’anno scorso abbiamo assistito alle contrazioni di vendita che hanno portato a giacenze importanti nelle cantine. Per quest’anno, per ora è impossibile  fare previsioni, ma dobbiamo trovare soluzioni integrate, soprattutto sui mercati, dove dobbiamo trovare nuovi sbocchi che possano rispondere alle riduzioni subite l’anno passato. Dobbiamo perseguire inoltre la strada segnata dalla scienza e dalla ricerca, siamo a favore delle tecniche di evoluzione assistita. Abbiamo già fatto passi in avanti per l’uva da tavola che è in corso di sperimentazione in campo: tra tre anni potremo capirne l’esito, sia per la resistenza che per la qualità. Dobbiamo poi sbloccare l’OCM per la aiutare la promozione puntando alla fascia giovane, oggi parzialmente disinteressata, ma sono iniziative che richiedono una pianificazione. Voglio poi ribadire un concetto: il vino non è un prodotto alcolico”. Così Tommaso Battista, presidente Copagri.

“Sul vino ci sono posizioni nette, ma va detto che il vino naturale non esiste. Finché non lo diciamo urlando si crederà il contrario. Alcuni produttori cadono in questa trappola, un salto nel buio e non si può scendere a compromessi”. Così Cotarella, presidente Riccardo Assoenologi.

“Quello della salute è un tema complesso. Studi passati si riferiscono alla curva J, che confermano benefici con un uso moderato di vino, fino ad una certa soglia, ma il discorso è complesso su cui incidono predisposizioni e ambiente. Si parla tanto di dieta mediterranea, con un’ampia diversità alimentare e anche questo provoca un’incidenza. Dobbiamo combattere l’abuso ma distinguerlo dall’uso, con un’attenzione ai minori. Per quanto riguarda la questione Belgio, voglio partire dall’Italia, che si è data da tempo un codice di autoregolamentazione per quanto riguarda le fasce giovani. Al contrario il Belgio ha presentato alla Commissione una richiesta di regolamento per il consumo, poco chiara: temiamo che senza un intervento europeo potrebbe esserci un nuovo caso Irlanda”. Così Micaela Pallini, presidente Federvini.

“La nostra associazione riunisce i principali consorzi di produzione italiani del vino. Ricordo che i consorzi hanno un duplice ruolo: protezione del territorio e tutela della produzione. La riforma europea cambia alcuni temi: mettere insieme food e vino dovrebbe rafforzare le IG, un elemento di promozione internazionale essenziale, mettere insieme le forze aiuta la tutela, sapendo che ci sono attacchi che possono mettere in difficoltà le nostre produzioni tipiche e a valore aggiunto. Spero che il prossimo Parlamento europeo sia più sensibile su questi temi. Dobbiamo evitare una eccessiva parcellizzazione dei prodotti tipici, rischiamo di non vederli emergere all’estero. Alcuni piccolo però, mettendosi insieme, possono riuscire ad emergere”. Così Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, presidente Federdoc.

“Il vino e economia e cultura del turismo, un legame consolidato in questi ultimi anni. Il vino italiano viene riconosciuto per la sua qualità e le sue origini. Le imprese danno tanto per il territorio, ma è lo stesso territorio a creare un legame imprescindibile. Abbiamo un valore di 2,6 miliardi di euro che arriva dall’enoturismo e la ricezione turistica nelle cantine è uno dei segreti che ci ha fatto fare passi in avanti. Dobbiamo continuare a creare spazi per questo tipo di iniziative, ma dobbiamo fare promozione, di più e meglio, per tutto questo. Diventa fondamentale per aree del paese fragili, quelle rurali, che soffrono anche il digital divide: metterli in rete incentiverebbe anche il turismo. La tecnologia poi attira anche i giovani, ma abbiamo ancora frontiere da raggiungere, sia per la sostenibilità che per la commercializzazione. Le nuove leve entrano in viticoltura perché vedono prospettive future, ma dobbiamo creare le condizioni”. Così Cristiano Fini, presidente Cia.

“Questo settore è estremamente complesso, ma il vino rappresenta tutte le sfaccettature dell’agroalimentare italiano. Ad esempio, dove c’è viticoltura si vedono paesaggi scolpiti dall’uomo, dove c’è identità e tradizione. Su questo si innesca l’innovazione tecnologica. Sono tutti elementi delle politiche del Masaf, ma su tutto c’è al centro la famiglia: si tratta di un lavoro che viene trasmesso tra generazioni, un ulteriore valore.

Come Governo siamo favorevoli alle Tea. L’evoluzione assistita c’è sempre stata, una volta si chiamavano innesti, si tratta di una evoluzione di una pratica antica. Questo ci serve a causa dei cambiamenti climatici, siamo pienamente d’accordo che la ricerca sia un elemento basilare. Sul dealcolato, l’importante è non chiamarlo vino, è qualcosa di diverso. Stiamo facendo una battaglia per non ingannare il consumatore: come si può comprare un hamburger vegetale? E quindi come chiamare quello senza alcool vino? Dobbiamo dare una risposta al proibizionismo che sta emergendo”. Così Patrizio La Pietra, sottosegretario Masaf.




Ue, Tajani: sostenere industria e agricoltura, siamo ambientalisti ma al centro vi sia l’uomo. Tutelare Made in Italy

“L’agricoltura è uno strumento fondamentale di crescita economica, industria ed agricoltura devono essere sostenute per permettere ai nostri concittadini di vivere meglio.

La nostra battaglia contro il cambiamento climatico è quella per avere un ambiente meno inquinato dove al centro vi è sempre l’uomo. Pensare di avere una natura dove l’uomo è un intralcio non coincide assolutamente col nostro modo di pensare. Siamo ambientalisti, non siamo negazionisti, ma siamo per la terza via dell’ambiente, quella del buon senso per garantire una vita migliore ai nostri figli.”

Così il ministro Antonio Tajani a margine dell’incontro “Il futuro dell’agricoltura in Europa”, promosso dal Gruppo PPE a Roma.

“L’Agricoltura a livello europeo ha avuto delle politiche altalenanti con scelte talvolta fatte da persone che non sono mai entrate in una stalla, noi al contrario dobbiamo ascoltare il mondo agricolo, pena il danneggiamento dell’agricoltura.

La situazione geografica dell’Italia non può permetterci grandi spazi, serve dunque anche una certa flessibilità in tal senso, non ci possono essere regole che non tutelino la nostra qualità, il nostro saper fare è famoso nel mondo, dobbiamo essere competitivi soprattutto per le esportazioni, il nostro made in italy è voce fondamentale nell’export, occorre perciò contrastare l’italian sounding. Ieri ho inaugurato il Vinitaly a Verona, lì c’è grande qualità e noi dobbiamo favorire l’esportazione della nostra qualità.

Ringrazio i membri del PPE per la battaglia sul packaging, fondamentale per i diversi settori della nostra industria. La politica a sostegno dell’agricoltura ha molte sfaccettature, ci sono tante cose da fare.

Un problema fondamentale ad esempio è il problema dell’acqua, quello degli invasi è un obiettivo su cui si deve lavorare a livello europeo. Ieri ho avuto mood di parlare delle TEA e non mancano da questo punto di vista risultati positivi. Favorire l’agricoltura e le nuove tecnologie inoltre è un modo di aumentare la nostra presenza anche in Africa.

Il nostro saper fare in agricoltura è stato il tema dell’incontro che ho avuto col ministro cinese, in particolar modo nella nostra capacità di operare in terreni difficili. Stiamo lavorando anche a livello di politica commerciale internazionale con Cina e Usa per aprire nuovi mercati, far cadere barriere, non vogliamo abbandonare nessun mercato per favorire l’esportazioni dei nostri prodotti di qualità.

Per quanto riguarda la dieta mediterranea, oltre a tutelare prodotti di nostra produzione, molti esperti la considerano la più idonea per tutelare la nostra salute.

Dobbiamo guardarci dai fondamentalisti che ad esempio demonizzano il vino come liquido cancerogeno, tanti esperti affermano proprio il contrario oppure dai fondamentalisti del bollino rosso, il Nutriscore, al quale preferiamo il Nutrinform, ovvero rendere consapevole chi acquista il prodotto. Sono convinto che il Nutriscore di fatto è figlio di chi pensava di fare concorrenza sleale ai nostri prodotti. Continueremo a batterci contro perché non porta a nessun risultato positivo!

Questa difesa dei nostri interessi è dovuta anche alla presenza dei popolari europei: ritengo che si possa fare nei prossimi 2 mesi di campagna elettorale molta informazione su quanto occorra per tutelare i nostri interessi in ambito europeo. Per tutelare questi interessi serve dunque un PPE più forte.”




Made in Italy, Coldiretti: cibo prima ricchezza del paese con 600 mld

E’ il cibo la prima ricchezza dell’Italia, con un valore della filiera agroalimentare allargata che ha superato i 600 miliardi di euro e rappresenta il simbolo più noto del Paese all’estero. Ad affermarlo è l’analisi Coldiretti su dati centro studi Divulga diffusa in occasione della prima Giornata nazionale del Made in Italy istituita il 15 aprile. Una ricorrenza festeggiata al Vinitaly a Casa Coldiretti con la partecipazione del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida alla Consulta nazionale del vino. Proprio il vino rappresenta, infatti, la voce più importante dell’export agroalimentare Made in Italy, per un valore di 7,8 miliardi nel 2023.

Presentato in anteprima il video ufficiale della campagna nazionale di promozione dell’agricoltura e del cibo promossa da Coldiretti, Filiera Italia e Fondazione Campagna Amica che coinvolge tutte le regioni italiane, nei centri urbani ma anche nelle aree interne, attraverso le strutture territoriali e la rete dei mercati contadini. L’obiettivo è la valorizzazione del Made in Italy agroalimentare e dell’educazione alimentare secondo i canoni della dieta mediterranea, della stagionalità e del prodotto a km0.

Il Made in Italy dal campo alla tavola vede complessivamente impegnati – sottolinea Coldiretti – ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. Un record trainato da un’agricoltura che è la più green d’Europa con – evidenzia la Coldiretti – la leadership Ue nel biologico con 80mila operatori, il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (325), 529 vini Dop/Igp e 5547 prodotti alimentari tradizionali e con Campagna Amica la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori.

La lotta al Fake in Italy. Primati che vanno però difesi dal fenomeno del “fake in Italy”, il cibo straniero spacciato per italiano sfruttando il concetto di ultima trasformazione sostanziale per gli alimenti, quello che tecnicamente si chiama codice doganale. In questo modo cosce di prosciutto estero dopo essere state salate e stagionate vengono vendute per italiane e lo stesso capita col latte straniero che diventa mozzarella italiana. Una frode contro la quale è partita dal Brennero una grande mobilitazione di Coldiretti con obiettivo la raccolta di un milione di firme per una proposta di legge europea di iniziativa popolare sulla trasparenza di quanto portiamo in tavola.

Prandini: “Più trasparenza sui mercati mondiali”. “Grazie per il lavoro che il Ministero sta facendo non solo all’interno dei confini nazionali ma soprattutto giocando una partita legata all’internazionalizzazione” ha sottolineato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel corso dell’incontro con il ministro e la Consulta Vino. “Qualcuno deride o diciamo così sminuisce l’iniziativa che noi abbiamo fatto al Brennero – ha aggiunto Prandini -.  È un’iniziativa di trasparenza e di risposta nei confronti dei cittadini e dei consumatori. Non è una manifestazione di chiusura all’interno dei confini è vero esattamente l’opposto: partiamo dall’Italia per cercare di portare trasparenza sui mercati a livello mondiale e fare anche una lotta concreta al tema dell’Italian sounding che tante volte si pensa essere solo fuori dei confini nazionali quando purtroppo l’abbiamo anche all’interno del nostro Paese quando ci sono queste storture”.




Vinitaly, Meloni: Giornate complesse ma ci tenevo a essere qui. Made in Italy pezzo fondamentale nostra identità

“Sono giornate un po’ complesse. Eppure io ci ho tenuto particolarmente a essere qui oggi, facendo uno sforzo significativo in queste curiose giornate, per diverse ragioni. La prima è ribadire ancora una volta il valore e la centralità che questo governo attribuisce al mondo dell’agricoltura, che attribuisce alla capacità e alla possibilità per i nostri agricoltori di continuare a produrre eccellenze vedendo riconosciuto il giusto prezzo per il lavoro che fanno ogni giorno. Perché quelle eccellenze sono un pezzo estremamente significativo del nostro made in Italy. E noi siamo in un tempo nel quale a problemi strutturali – costi di produzione che aumentano, prezzi di vendita che diminuiscono – si sono aggiunte anche una serie di letture. Il ministro Lollobrigida faceva riferimento all’Europa, che noi abbiamo abbiamo cercato di smontare, che stiamo lavorando per smontare. Banalmente – lo dirò con la franchezza che da sempre mi contraddistingue – chi ha pensato che si potesse difendere la natura non tenendo conto del lavoro degli agricoltori o addirittura pensando di farlo contro gli agricoltori, semplicemente non sapeva di cosa stava parlando. Perché gli agricoltori sono i primi bioregolatori. Noi dobbiamo ricordarci che per difendere l’ambiente è fondamentale l’opera dell’uomo. Chi pensa che per difendere l’ambiente bisogna cacciare l’uomo, immagina un mondo che non esiste. Il mondo reale nel mondo reale. Noi abbiamo bisogno dell’opera dell’uomo per difendere la nostra natura e per difendere anche la nostra capacità di trasmetterla alle giovani generazioni”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante il suo intervento al Vinitaly di Verona.

“Questa è una delle prime questioni. Vogliamo ribadire quella centralità che ci ha fatto fare in questo anno e mezzo un grande lavoro sul tema dell’agricoltura a livello nazionale. Cito solamente l’aumento delle risorse per il comparto agricolo da 5 a 8 miliardi con la revisione del PNRR”, prosegue Meloni ricordando le battaglie portate avanti in Europa “sulle quali l’Italia ha avuto il coraggio di porre delle questioni, e piano piano tante altre nazioni hanno cominciato a seguirci. Perché quando dici cose serie, quando dici cose di buon senso, quando sei pragmatico, quando sei credibile, beh è possibile che tu possa anche fare da apripista. E’ quello che è accaduto su molti dossier sui quali abbiamo lavorato, è accaduto anche grazie al sistema Italia. Lo dico perché qui vedo tante associazioni, tante realtà che ci hanno aiutato a fare questo lavoro di moral suasion”.

“La seconda questione”, continua la premier, “è che oggi non è una giornata come le altre. La seconda ragione per la quale sono molto contenta di essere qui e che oggi è la Giornata nazionale del made in Italy. E’ la prima giornata nazionale del made in Italy istituita con un disegno di legge su un sul made in Italy che questo governo ha voluto per sostenere il il valore che il made in Italy ha per la nostra economia. E non solo per la nostra economia, ma anche per il nostro nome: la qualità dei nostri prodotti, la grandezza dei nostri prodotti fanno un pezzo fondamentale di come l’Italia è vista all’estero. Fatevelo dire da qualcuno che gira il mondo in lungo e in largo”, ribadisce Meloni, la quale sottolinea che questo nome “è costruito dall’innovazione, dal genio, dall’intelligenza, dalla ricerca dei nostri produttori del comparto del made in Italy. E non è un caso che noi abbiamo voluto istituire questa Giornata nel giorno che ricorda la nascita di quello che forse è il più grande genio italiano, Leonardo da Vinci, per ricordare proprio questo: per ricordare che attraverso il made in Italy passa un pezzo fondamentale della nostra identità, del nostro genio”.

“In quel disegno di legge sul made in Italy, noi abbiamo fatto tante cose”, ricorda la presidente del Consiglio. “Abbiamo messo risorse per sostenere le filiere strategiche, abbiamo lavorato sulla valorizzazione del made in Italy al femminile, abbiamo immaginato una serie di misure di protezione dalla concorrenza sleale, dall’Italian sounding, dalla contraffazione. Guardate che non è solamente un problema economico: la contraffazione, l’Italian sounding ogni anno drenano dal sistema Italia decine di miliardi di euro, e nel fare questo purtroppo compromettono anche la qualità della nostra eccellenza e del nostro nome. Perché quando tu non distingui cosa sia italiano e cosa non lo sia, quando il livello di produzioni che vengono vendute come italiane ma italiane non sono, perché non hanno il livello delle produzioni che si portano avanti in Italia, purtroppo questo compromette anche il nostro nome. Noi dobbiamo essere implacabili contro chi pensa di poter usare il nome italiano per produrre, per portare avanti e vendere prodotti che non hanno neanche lontanamente l’eccellenza che l’Italia può vantare. Intendiamo farlo a ogni livello”.

Meloni evidenzia poi la terza questione, affermando che “nella legge quadro sul made in Italy c’è anche l’istituzione del Liceo del made in Italy. E questa è la ragione per la quale io sono molto contenta, anche quest’anno, di incontrare soprattutto gli studenti. Perché c’è un tema delle competenze, chiaramente, in tutto il grande settore del nostro made in Italy. C’è una difficoltà da parte delle aziende spesso di trovare lavoratori qualificati. A monte di questo problema c’è soprattutto una questione culturale, quella per la quale qualcuno ci ha venduto nel tempo l’idea che l’istruzione tecnica in buona sostanza quasi fosse un’istruzione di serie B: se tu volevi essere una persona di un certo livello nella vita dovevi andare al liceo, non dovevi seguire l’istruzione tecnica. Allora l’abbiamo chiamato Liceo del made in Italy. E sapete perché? Perché non c’è identità italiana senza il made in Italy, non c’è cultura italiana senza il made in Italy. E non è un caso che il made in Italy il pezzo fondamentale della nostra identità”.

“Pensate al vino”, rimarca la premier. “Il vino a ogni latitudine – e ringrazio anche qui il lavoro che è stato fatto anche all’interno del Vinitaly, nel quale ogni anno attraverso il lavoro del Masaf, vengono allestite anche opere d’arte – è stato cantato nelle poesie, nella letteratura, è dipinto nei quadri, è scolpito nelle nostre sculture. È un pezzo fondamentale della nostra identità. Però se questo noi non riusciamo a trasmetterlo alle giovani generazioni, se non lo capiscono i nostri ragazzi, tutte le le norme che noi possiamo portare avanti non faranno la differenza. È importante che i giovani ci credano con noi”, in quello che “attraverso per esempio il vino, attraverso l’agricoltura, attraverso tutti gli altri settori del made in Italy viene raccontato dell’Italia. Testa, cuore, mani: questo è quello che ha fatto il made in Italy. Ma senza la testa, senza la cultura di base, senza l’attaccamento alla propria identità, senza la consapevolezza e la conoscenza del proprio trascorso, delle proprie radici, della propria storia, di quello che qualcuno è stato grande a costruire prima di noi e che noi dobbiamo essere grandi per trasferire a qualcun altro, tutto questo semplicemente scomparirà. E allora trasmetterlo alle giovani generazioni fa la differenza. Dal canto nostro, chiaramente noi dobbiamo garantire una istruzione sempre migliore, e ringrazio il ministro Valditara per il lavoro che abbiamo fatto sugli istituti tecnici, sulla formazione professionale, e anche sul liceo del made in Italy, perché questo è un pezzo fondamentale di quel lavoro”.

“Ma ricordatevi ragazzi: possono dire quello che vogliono, ma alla fine la cultura e l’identità italiana la tenete in piedi voi, la terrete in piedi voi con quello che avete scelto di studiare per mandare avanti la grandezza dell’Italia nel mondo. Quindi grazie soprattutto a voi per quello che di straordinario farete per raccontare l’Italia nel mondo”, ha concluso la presidente Meloni.




Made in Italy: Centinaio, tutela qualità è garanzia per nostro futuro

“Il Made in Italy non rappresenta solo i prodotti del nostro Paese, ma una tradizione, un’abilità che consentono a quei prodotti di essere unici al mondo. È questo che ci permette di distinguerci e affermarci nei mercati internazionali. Istituzioni, produttori e anche i consumatori hanno il dovere di tutelare e promuovere la qualità e l’immagine del Made in Italy, perché esso rappresenta la grandezza della nostra storia e la garanzia per il nostro futuro”. Lo afferma il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio, responsabile del dipartimento Agricoltura e Turismo della Lega.
“È stato giusto scegliere il giorno di nascita di Leonardo Da Vinci per celebrare il Made in Italy. Leonardo si applicava al massimo in ogni settore, dall’arte alle scienze, dalla filosofia fino alla produzione di vino. È lui il simbolo del Genio italiano, che non si esprime solo nel ‘fare’, ma nel ‘saper fare’. Questa attitudine rimane nel nostro DNA ed è possibile distinguerla anche nella capacità di accompagnare e spesso guidare il progresso scientifico e tecnologico in diversi campi, a partire da quello agroalimentare”, conclude Centinaio.



Made in Italy, Prandini (Coldiretti): più trasparenza sui mercati mondiali

Grazie per il lavoro che il Ministero sta facendo non solo all’interno dei confini nazionali ma soprattutto giocando una partita legata all’internazionalizzazione”. Lo ha detto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel corso della Consulta nazionale vino a Casa Coldiretti, in occasione della Giornata nazionale del Made in Italy, alla presenza dle ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida. “Qualcuno deride o diciamo così sminuisce l’iniziativa che noi abbiamo fatto al Brennero – ha aggiunto Prandini ricordando la mobilitazione con diecimila agricoltori alle frontiere -.  È un’iniziativa di trasparenza e di risposta nei confronti dei cittadini e dei consumatori. Non è una manifestazione di chiusura all’interno dei confini è vero esattamente l’opposto: partiamo dall’Italia per cercare di portare trasparenza sui mercati a livello mondiale e fare anche una lotta concreta al tema dell’Italian sounding che tante volte si pensa essere solo fuori dei confini nazionali quando purtroppo l’abbiamo anche all’interno del nostro Paese quando ci sono queste storture. E’ per questo – ha concluso il presidente della Coldiretti – abbiamo lanciato la raccolta di 1 milione di firme in sette Stati membri per arrivare ad ottenere l’obbligo dell’origine su tutti i prodotti in tutti i Paesi a livello europeo”.