NEW YORK TIMES APRE SULL’ITALIA DEI CAMPI AGRICOLI

Il made in Italy, l’agricoltura e come l’Italia affronta il problema della carenza della manodopera in agricoltura sulla prima pagina del New York Times.

Testimoni il ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova e il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti intervistato dal noto quotidiano.

BELLANOVA APRE IL NEW YORK TIMES: AGRICOLTURA SETTORE DEL FUTURO PER LE NUOVE GENERAZIONI

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La Ministra Bellanova sulla prima pagina del New York Times:”L’agricoltura è il settore dove le nuove generazioni possono trovare un futuro”

“L’agricoltura è il settore dove le nuove generazioni possono trovare un futuro”. Lo ha dichiarato la Ministra Teresa Bellanova in un’intervista pubblicata oggi in un lungo articolo sull’edizione internazionale del New York Times, che racconta come l’emergenza Coronavirus abbia riportato tanti italiani a lavorare nei campi, un mestiere che ormai da anni è svolto in larga parte da manodopera straniera stagionale, oggi bloccata nei propri paesi a causa del virus. Nell’articolo sono riportate anche le parole di tanti imprenditori agricoli che sottolineano la mancanza di quelle competenze e professionalità necessarie per l’agricoltura moderna, ma anche l’impegno di tanti italiani per imparare il mestiere. “Agricoltura non significa tornare a  zappare”, aggiunge la ministra, sottolineando come il settore sia oggi caratterizzato da alti livelli di tecnologie e sofisticati sistemi meccanici e chimici, che richiedono competenze nuove e innovative.

GIANSANTI, CONFAGRICOLTURA, SUL NYT: NON E’ COME COGLIERE UNA MELA DA UN ALBERO. ORGANIZZATI VOLI PER PORTARE MANODOPERA IN ITALIA

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“L’agricoltura non è come cogliere una mela rossa da un albero”, spiega al New york Times il presidente “di una delle maggiori organizzazioni agricole d’Italia” Massimiliano Giansanti al New York Times che oggi apre sulla manodopera in agricoltura. “Lungi dall’essere l’idillio dell’Eden dell’immaginazione italiana, l’agricoltura è un’industria moderna a cielo aperto che richiede competenza, impegno e flessibilità”, aggiunge. “Oggi la maggior parte degli italiani che consultano la piattaforma Agrijob messa a punto da Confagricoltura ancora considera il lavoro del Primario alla stregua del giardinaggio”.
Confagricoltura ha organizzato voli con centinaia di lavoratori marocchini pagati privatamente dalle aziende agricole per farli arrivare in Italia questa settimana e portare così manodopera agricola nei campi dove nasce il Made in Italy. Un viticoltore della regione settentrionale dell’Alto Adige si è lamentato del fatto che gli italiani che aveva assunto erano fuggiti e così ha noleggiato un volo per portare otto operai rumeni esperti nella sua vigna.




SANATORIA MIGRANTI, VERSO ACCORDO CHE METTE GOVERNO AL RIPARO DA RIMPASTI. SUL TAVOLO REGOLARIZZAZIONE PER 3 MESI MA POTREBBERO DIVENTARE DI PIU

Sembrerebbe che il governo sia vicino a un accordo per quanto riguarda la sanatoria dei migranti richiesta dal ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova. Questo metterebbe al riparo Palazzo Chigi da eventuali rimpasti di cui alcune ipotesi sono già sul tavolo della trattativa. Ipotesi che vedrebbero Renzi agli Esteri e Di Maio tornare al Lavoro.

I ministeri competenti stanno lavorando già da ieri a un prolungamento e al rinnovo dei tempi dei permessi – anche quelli scaduti – per i lavoratori che sono già stati impiegati come badanti o che hanno già avuto contratti per la raccolta nei campi. E a una regolarizzazione dei lavoratori per tre mesi che potrebbero però diventare di più.

 




MANODOPERA AGRICOLA, SCONTRO NEL GOVERNO. ECCO COME FANNO GLI ALTRI PAESI MA IL LAVORO E’ DURO E I NUOVI DISOCCUPATI NON REGGONO

Scontro all’interno della maggioranza tra l’Italia Viva di Teresa Bellanova e il Movimento Cinque Stelle di Vito Crimi.

Oggetto del contendere: la sanatoria per regolarizzare i migranti in agricoltura a fronte della necessità di braccia nei campi venute a mancare a causa dell’emergenza Coronavirus. Se per la Bellanova è un atto di civiltà che al contempo risolve la quesitone legata alla mancanza di manodopera agricola, per Vito Crimi si rischia di alimentare il lavoro nero anzichè contrastarlo.

“Le ipotesi in campo che prevedono la concessione di permessi di soggiorno temporanei a immigrati irregollari – ha detto Crimi a Radio 24 – non aiuta all’emersione del lavoro nero, tutt’altro. Perché se noi concediamo uno status di regolarizzazione a chi è in Italia in modo illegale consentiamo a queste persone di continuare a svolgere lavoro nero ed essere oggetto di sfruttamento”.

Crimi ha annunciato poi “massima disponibilità alla lotta al lavoro nero” ma ha ribadito: “non accetto che vengano dati dei permessi di soggiorno temporanei perché è li che si insedia il lavoro nero”.

Un botta e risposta che è finito – per ora – ai microfoni di Radio Uno con il monito del titolare del dicastero dell’Agricoltura: “Questa non è una battaglia strumentale perché queste persone non votano. In questo Paese anche in questa fase di crisi tanti guardano al consenso. Per quanto mi riguarda è motivo di permanenza nel governo”, ha dichiarato.

E poi, a fronte del Niet da parte del Movimento Cinque Stelle: “io non ho accettato l’incarico al ministero per fare tappezzeria”, ha precisato ancora Bellanova. “Ci sono delle questioni come quella dei migranti sul nostro territorio che non si sono mai volute affrontare oppure che sono state affrotnate in modo sbagliato”, ha proseguito.

“Oggi siamo in una fase in cui queste persone stanno in Italia e non possono andare da nessun altra parte. C’è un problema di lavoro e c’è un problema sanitario perché queste persone vivono in ghetti. Ce ne facciamo carico?”

Rumors nei palazzi fanno sapere che il punto di caduta sulla sanatoria potrebbe essere quello di regolarizzare gli extracomunitari che hanno già avuto contratti in agricoltura o come badanti cui è scaduto il permesso di soggiorno.

Ma la verità è che il lavoro nei campi è bello ma anche duro. E non tutti sono disposti a farlo o riescono a reggere nel lungo periodo. E questo è un problema.

In Francia, in Inghilterra e negli Stati Uniti sono stati organizzati voli charter da paesi dell’Est Europa per portare manodopera agricola che possa consentire i raccolti. E i governi hanno lanciato campagne di reclutamento delle persone licenziate a causa dell’emergenza del Covid. Ma la preoccupazione è quella che siano in molti ad abbandonare i campi prima del tempo a causa del lavoro duro che questi rappresentano.

Se le organizzazioni agricole chiedono i voucher, a lanciare per primo in Italia l’idea di utilizzare i nuovi disoccupati è stato Stefano Mantegazza, il segretario generale della Uila.

CORONAVIRUS, MANTEGAZZA (UILA): AGRICOLTURA SENZA BRACCIANTI? PROBLEMA OPPOSTO, TANTI ITALIANI SARANNO SENZA LAVORO

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Il Segretario generale di Uila, Stefano Mantegazza, smentisce ad AGRICOLAE le paure che circondano il settore dell’agroalimentare riguardo la mancanza di manodopera nei campi, con il rischio di un mancato approvvigionamento sugli scaffali di generi alimentari. Ci sarà invece il problema opposto, rappresentato dai tanti lavoratori italiani rimasti senza lavoro a seguito dell’emergenza coronavirus.

“Non sono convinto che mancherà questa manodopera nei campi” dichiara Mantegazza. “È vero che ci saranno tantissimi lavoratori stranieri in meno, ma purtroppo per i dati che risultano a noi, ci saranno tanti disoccupati italiani in più disponibili a lavorare nei campi. Non mi riferisco a coloro che in questi giorni stanno venendo protetti con gli ammortizzatori sociali, quanto ai molti precari e stagionali abituati a lavorare alla giornata e che oggi si trovano privi di salario e di tutela.

Avremo quindi il problema opposto a quello che viene paventato dal sistema delle imprese, perché ci sarà un gran numero di disoccupati italiani” ribadisce.

“A questa preoccupazione le imprese aggiungono però la richiesta di uno sconto, e questo lo trovo un po’ dissonante. Chiedere uno sconto in questo momento, sfruttando l’emergenza del coronavirus e nascondendosi dietro il rischio di una ipotetica mancanza di manodopera, non mi pare una scelta apprezzabile” sottolinea il segretario generale di Uila.

“Si fa riferimento all’utilizzo dei percettori del reddito di cittadinanza, chiedendo di non pagare la contribuzione dovuta per legge. I percettori del reddito di cittadinanza possono però rispondere a qualsiasi opportunità di lavoro, anche di breve durata, quindi non ci sarebbe nessuna difficoltà ad assumerli. Il problema è che le aziende agricole vogliono assumerli senza pagare la contribuzione e questo non è accettabile” dichiara.

“Allo stesso modo non capisco perché un disoccupato debba essere assunto con un voucher anziché con un regolare contratto di lavoro. Francamente mi sembra un approfittarsi di questa condizione. Si fa poi riferimento anche ai lavoratori in cassa integrazione, che quindi sono a tutti gli effetti dipendenti di altre aziende. Un lavoratore in cassa integrazione sarà ben contento di andare a lavorare in un’azienda agricola se l’occupazione è certa e il salario è equo, meno se si troverà a fare un salto nel buio tra voucher ed esenzioni contributive”.

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Dal 19 marzo, oltre 300.000 candidati per un impiego stagionale in agricoltura si sono registrati sulla piattaforma (desbraspourtonassiette.wizi.farm), sviluppata dal marchio Wizifarm in collaborazione con Pôle Emploi e l’Associazione nazionale per l’impiego e la formazione degli agricoltori (Anefa), scrive France Press.

Questi lavori possono essere combinati con la disoccupazione parziale, che ha colpito oltre 11 milioni di lavoratori, ma alla fine di aprile su questo sito sono state presentate solo 843 offerte, che rappresentano quasi 6.600 lavoratori ricercati, fa sapere in dettaglio Wizifarm in un comunicato stampa.

In totale, oltre 5.000 lavoratori hanno ricevuto un’offerta di lavoro, aggiunge Wizifarm, che non è in grado di specificare la percentuale effettivamente assunta per dare una mano agli agricoltori.

Queste cifre sono al di sotto di quelle presentate la settimana scorsa dal Ministro dell’agricoltura Didier Guillaume, secondo il quale 15.000 persone “erano già andate a lavorare per circa 5.000 aziende agricole” tramite questa piattaforma.

Lo stesso Didier Guillaume ha lanciato alla fine di marzo un “appello all’esercito ombra di uomini e donne che non stanno attualmente lavorando”, invitandoli a “unirsi al grande esercito dell’agricoltura francese “, riporta France Press.

Questa chiamata è stata trasmessa dal principale sindacato agricolo, la FNSEA, che aveva stimato la necessità di assunzioni a 200.000 persone tra marzo e maggio.

Per spiegare il numero modesto di richieste, Wizifarm sottolinea che la stagione sta iniziando lentamente, ma anche che molti agricoltori sono preoccupati per la disponibilità dei dichiaranti dopo l’11 maggio”, ha affermato il fondatore di Wizifarm Jean-Baptiste Vervy, citato nel comunicato stampa.

Con l’avvicinarsi della fine del lockdown, lo slancio dei volontari “sta svanendo e molte persone non intendono impegnarsi nel lavoro sui campi”, ha osservato AFP Jérôme Jury, che coltiva frutti su 65 ettari a sud di Lione.

Sempre più voci stanno aumentando per chiedere l’apertura dei confini ai lavoratori stagionali stranieri.

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I ranghi dell ‘”esercito ombra” dell’agricoltura sono in costante crescita. Il Ministro dell’Agricoltura ha accolto con favore l’impegno di questi francesi che, senza attività o parzialmente disoccupati, si sono offerti volontari per dare una mano agli agricoltori. “300.000 volontari si sono registrati” sulla piattaforma online dedicata, ha dichiarato Didier Guillaume. Tra questi, “15,000 sono già andati al lavoro, per 5000 aziende” scrive sulle sue pagine il quotidiano Le Figaro.

La stagione del raccolto è ancora agli inizi e la manodopera dovrebbe essere carente nei prossimi mesi, poiché a causa del lockdown e con i viaggi impediti sarà impossibile per i lavoratori stranieri unirsi alle attività di raccolta francesi. Pertanto, la piattaforma online non scomparirà alla fine del lockdown, l’11 maggio; ma continuerà a essere reso disponibile agli agricoltori e ai non lavoratori, se necessario. I salari percepiti nel contesto di questa attività “possono essere combinati con una disoccupazione parziale”, ha affermato il Ministro del Lavoro.

Per gli agricoltori, la mancanza di manodopera non è l’unico aspetto negativo, dal momento che affrontano una riduzione del numero di sbocchi per la loro produzione -scrive ancora Le Figaro. “Dico ai sindaci di aprire tutti quei mercati  dove si possono prendere le distanze necessarie per assicurare la sicurezza. Per gli anziani, i mercati sono importanti. Vengono qui per comprare verdure e questo fa parte della loro dieta equilibrata” dichiara il ministro Guillaume.

Per diversi settori in grande difficoltà, non sarà sufficiente riaprire i mercati e si dovranno trovare altre soluzioni. Il settore lattiero-caseario è il più colpito dalla crisi sanitaria, secondo il ministro; i prossimi sono la viticoltura e l’orticoltura. “L’ammasso privato è stato autorizzato da Bruxelles”, nei casi in cui può essere utilizzato, ha dichiarato Didier Guillaume, al fine di limitare la distruzione della produzione. “L’Unione europea ha fatto un passo avanti”.

 

 




MANODOPERA AGRICOLA, COVID METTE IN DISCUSSIONE MODELLO AGRICOLO UE. STUDENTI, CUOCHI E HOSTESS A LAVORARE NEI CAMPI MA SI PENSA A KM CORTO E PRODOTTI BASE MENO DI ‘LUSSO’

In Europa si cerca manodopera agricola e la si trova tra i nuovi disoccupati a causa dell’emergenza Coronavirus. Il risultato è che studenti universitari, cuochi, hostess si ritrovano da un giorno all’altro nei campi a fare quel lavoro che fino a poco tempo fa facevano gli europei dell’Est, ora bloccati. Nonostante i voli charter organizzati da Germania e Gran Bretagna.

E l’emergenza pandemia ha messo in dubbio il modello agricolo europeo ad alto valore aggiunto, basato su spostamenti di merci e di persone, e a scarsa automazione. Proprio a causa dei prodotti di nicchia. E si pensa a un chilometro corto e a produzioni improtate alla sicurezza alimentare più che ai buoni palati.

Caroline Goursat aveva da poco terminato l’addestramento come assistente di volo quando la Francia è entrata in un rigido blocco del coronavirus, sigillando le frontiere e sigillando gli aerei a terra. Giorni dopo, la diciannovenne si svegliava all’alba per raccogliere asparagi bianchi in una fattoria nel sud della Francia.

A riportarlo è il Wall Street Journal in merito alla crisi della manodopera agricola in Europa a causa dell’emergenza Covid19.

“È piuttosto faticoso”, ha detto Goursat, che passa ora metà della sua giornata a chinarsi per raccogliere con cura gli asparagi senza staccare i loro esili germogli.

Goursat è un soldato del “grande esercito agricolo francese”, migliaia di lavoratori reclutati localmente che si stanno dispiegando nei campi del paese dopo che la pandemia di coronavirus ha interrotto il flusso dei lavoratori stagionali.

Covid-19 sta stracciando i principi vincolanti dell’Unione Europea, sollevando interrogativi sulla fattibilità di un sistema economico costruito sulla migrazione senza frontiere e su un mercato unico che abbini l’offerta di lavoro alla domanda. In nessun luogo è più evidente che nell’improvviso riordino della sua industria agricola.

Normalmente sono i lavoratori provenienti dalle parti più povere dell’Unione Europea, in particolare dall’Europa centrale e orientale, a occupare i posti di lavoro nei campi. Ogni primavera saltellano il continente sugli autobus, spostandosi da una fattoria all’altra per piantare e raccogliere raccolti.

Ora, con molti confini chiusi a causa della pandemia da coronavirus, molti nell’Europa occidentale stanno ripensando alla dipendenza da bacini di lavoro lontani – e stanno guardando al lavoro agricolo tra le persone più vicine a casa.

La crisi sta mettendo sotto esame altre pratiche dell’agricoltura europea, tra cui l’uso di camion a lungo raggio per spostare il bestiame e la produzione e la crescente specializzazione delle aziende agricole su prodotti di nicchia e di lusso come l’asparago bianco.

Quando a metà marzo le frontiere e le aziende hanno chiuso i battenti, i contadini sono rimasti bloccati con colture in putrefazione che ristoranti, alberghi e altri locali colpiti dalla chiusura non compravano più.

Il continente europeo sta cominciando ad allentare i confini nazionali e a riaprire la sua economia, e gli agricoltori hanno ora bisogno di manodopera per piantare e raccogliere.

I viaggi sono ancora limitati in molte aree per i lavoratori non essenziali. In risposta alla stretta di manodopera, l’UE ha ritenuto essenziali i lavoratori stagionali, ma i paesi hanno l’ultima parola sulla possibilità di attraversare i confini e sulle condizioni in cui i lavoratori possono attraversare i loro confini.

E molti lavoratori dell’Europa centrale e orientale, dove la pandemia è meno grave, esitano a viaggiare verso i paesi più colpiti dell’Occidente, a causa del rischio per la salute, soprattutto se ciò significa affollare gli autobus.

Ewa Adam, una quarantacinquenne polacca, aveva in programma di viaggiare in autobus, passando per la Germania, nel sud della Francia per un periodo di tre mesi di lavoro agricolo che paga 8.000 euro, ovvero circa 8.700 dollari.

“Posso vivere comodamente in Polonia per un anno” con quei soldi, dice Adam.

Ma sta rimandando, in attesa che la diffusione del virus rallenti. È anche spaventata dalla possibilità di un’improvvisa chiusura delle frontiere, che la taglierebbe fuori dai familiari anziani di cui si occupa in Polonia. “Sia il confine tedesco che quello francese sono stati un problema”, dice.

I contadini negli Stati Uniti potrebbero trovarsi ad affrontare una carenza di manodopera simile a quella dei visti per i lavoratori migranti provenienti dal Messico e da altri paesi più poveri. Mentre l’amministrazione Trump ha recentemente preso provvedimenti per facilitare l’assunzione di lavoratori migranti da parte delle aziende agricole, lunedì sera il presidente Trump ha detto che l’immigrazione sarà temporaneamente bloccata. L’ordine esecutivo dovrebbe includere eccezioni per i lavoratori agricoli, ma i dettagli non sono disponibili.

Gli appaltatori di manodopera che reclutano, trasportano e ospitano i lavoratori stagionali dicono che stanno controllando le temperature dei lavoratori prima di attraversare il confine tra Stati Uniti e Messico. Stanno anche potenziando i servizi igienici nei motel, negli appartamenti e nei campi di lavoro dove vivono i lavoratori, mettendo da parte le stanze per isolare i lavoratori malati.

La domanda di lavoratori agricoli stagionali è meno acuta negli Stati Uniti, perché le aziende agricole sono concentrate nelle mani di un minor numero di proprietari, che hanno abbracciato l’automazione in misura maggiore rispetto agli europei. Gli Stati Uniti coltivano una percentuale più elevata di colture sfuse, che sono più facili da piantare e da raccogliere con i macchinari.

In Europa, la manodopera a basso salario e i pesanti sussidi alimentano una rete di oltre 10 milioni di aziende agricole. La maggior parte di esse sono una frazione delle dimensioni della media delle aziende agricole americane. Invece di cereali e prodotti di base, molti si sono concentrati su colture di valore più elevato che richiedono più lavoro manuale. Questo si rivolge ai palati europei abituati allo Champagne e alla mozzarella di latte di bufala.

In molti casi, i paesi ricchi hanno difficoltà a riempire i posti di lavoro con la gente del posto, che può scegliere un lavoro con meno esigenze fisiche e una retribuzione più alta. Ma i lavoratori dell’Europa centrale e orientale sono attratti dai salari minimi in paesi come la Francia e la Germania, che sono più del doppio di quanto pagano nei loro paesi per lo stesso lavoro.

In alcuni paesi la gente ha espresso la preoccupazione che i lavoratori stranieri possano contribuire a diffondere il virus. Il sentimento anti-stranieri in generale è aumentato in alcuni paesi negli ultimi anni, soprattutto a causa dell’aumento dei gruppi nazionalisti.

Il governo olandese ha lanciato una campagna di informazione in diverse lingue per rassicurare i lavoratori dell’Europa dell’Est che sono i benvenuti nei Paesi Bassi durante la pandemia.

La Germania ha noleggiato aerei per trasportare 80.000 operai dall’Europa centrale e orientale, con l’obiettivo di ridurre l’esposizione dei viaggi in autobus attraverso più paesi. I lavoratori vengono sottoposti a screening per individuare eventuali sintomi del virus al loro arrivo, compresi i controlli della temperatura, e condotti in autobus verso le fattorie, dove sono tenuti a vivere in dormitori, in condizioni di quarantena, fino alla fine di maggio.

La notizia degli aerei tedeschi ha portato all’affollamento degli aeroporti in Romania, dove i procuratori stanno ora indagando sulle società di reclutamento per aver violato le severe norme di blocco del paese. Un lavoratore rumeno è morto di coronavirus dopo essere arrivato in Germania per il raccolto.

La corsa, dicono gli agricoltori e i funzionari, dimostra la necessità di un cambiamento strutturale per garantire la sicurezza alimentare dell’Europa. Con la minaccia di un mercato unico perturbato, i paesi potrebbero avere bisogno di coltivare più prodotti di base per lo stoccaggio e produrre meno prelibatezze come gli asparagi, dicono gli agricoltori. Ciò significa anche sviluppare una forza lavoro locale o aumentare l’automazione.

“In ogni caso, dobbiamo pensare a come organizzare la catena del valore e la catena alimentare in futuro per essere sicuri di essere più resistenti”, ha detto Pekka Pesonen, segretario generale dell’associazione degli agricoltori COPA-COGECA.

Parlando davanti al Parlamento europeo, il commissario UE per l’agricoltura Janusz Wojciechowski ha messo in discussione la pratica di trasportare ogni anno tre miliardi di tonnellate di prodotti alimentari e agricoli in tutto il continente.

I suinetti trasportati dalla Danimarca alla Polonia per l’ingrasso, ha detto, vengono poi trasportati per centinaia di chilometri in più per la macellazione. Questo spiega in parte il motivo per cui i camion merci sono stati ringhiati in due giorni di traffico quando i paesi hanno improvvisamente chiuso le loro frontiere, ha detto.

“E’ un costo enorme. Si dovrebbe riconsiderare il modo in cui accorciamo la distanza dalla fattoria alla tavola”, ha detto.

Finora l’Ue ha cercato di alleviare la crisi creando le cosiddette corsie verdi lungo le autostrade per accelerare il trasporto dei prodotti agricoli.

Il blocco ha anche aumentato i sussidi, che nel 2018 hanno raggiunto quasi 59 miliardi di euro, consentendo ai Paesi di fornire fino a 125.000 euro di aiuti di Stato per ogni azienda agricola e 800.000 euro per le aziende di trasformazione alimentare.

E i singoli Paesi si sono rivolti ad aumentare la forza lavoro nazionale.

Il governo tedesco mira ad assumere 10.000 lavoratori a livello nazionale, permettendo ai richiedenti asilo di lavorare e offrendo contratti temporanei a studenti e disoccupati.

Il Regno Unito, che è in un periodo di transizione dopo essere uscito dall’UE all’inizio di quest’anno, ha annunciato una campagna chiamata “Pick for Britain” per reclutare circa 70.000 britannici, compresi studenti e persone che sono senza lavoro a causa del virus. A seguito di una debole risposta da parte della popolazione nazionale, alcuni agricoltori hanno imitato l’esempio tedesco e hanno noleggiato aerei per portare lavoratori dalla Romania.

La Francia è il maggiore beneficiario di sussidi agricoli dell’UE e lo scorso anno ha rappresentato il 18% della produzione agricola europea. Di solito richiede 270.000 lavoratori agricoli stagionali ogni anno. I sindacati degli agricoltori dicono che la stragrande maggioranza di questi lavoratori sono stranieri.

Dall’inizio del blocco, l’attività economica nel settore agricolo è diminuita del 10%, secondo una stima dell’agenzia nazionale di statistica francese Insee.

Gli agricoltori francesi hanno lanciato un sito web dove gli operai francesi – principalmente studenti e lavoratori dell’economia dei servizi messi in panchina dall’isolamento – potrebbero candidarsi per lavorare nelle aziende agricole che hanno bisogno di manodopera. All’inizio di aprile, più di 5.000 aziende agricole avevano assunto lavoratori. Circa 280.000 persone hanno fatto domanda.

“Questa è un’opportunità per mostrare come l’interesse per l’agricoltura, un ritorno alla terra, possa stimolare i nostri cittadini”, ha detto il ministro dell’Agricoltura francese Didier Guillaume.

Tuttavia, la realtà del lavoro agricolo potrebbe rendere difficile la transizione.

Cinquanta miglia a nord di Parigi, Matthieu Lucas è stato inondato da centinaia di curriculum di studenti e altre persone che volevano lavorare nella sua fattoria. Ha assunto 30 operai per aiutare a raccogliere fragole, cetrioli e pomodori.

Alcuni candidati hanno chiesto ingenti stipendi e vantaggi, come un’auto aziendale, ha detto il signor Lucas, aggiungendo: “Non ho richiamato quelle persone”. Ma altri erano aperti a nuove esperienze e pronti ad allenarsi, ha detto.

La signora Adam, la migrante polacca, aveva intenzione di lavorare nella fattoria di fragole di Patrick Jouy nel sud della Francia. Invece, il contadino di 65 anni si stava dando da fare per sostituire lei e decine di altri lavoratori con assunzioni locali. Venticinque rumeni da lui reclutati erano bloccati al confine tedesco.

La stagione di raccolta delle fragole del signor Jouy è a marzo e aprile, e il prezzo della frutta ha cominciato a riprendersi dopo aver fatto un picchiata all’inizio della serrata, quando i francesi stavano facendo scorta di pasta e carta igienica. “Marzo è stato un mese catastrofico”, ha detto il signor Jouy.

Delle 45 persone che il signor Jouy ha assunto in loco, 27 si sono già licenziate. Alcuni hanno trovato il lavoro troppo difficile o monotono, ha detto. Altri erano lavoratori di ristoranti che hanno accettato lavori di vendita di pasti da asporto.

“Alcuni mi hanno detto che fa male”, ha detto il signor Jouy. Altri lavoratori non hanno raccolto abbastanza in fretta per ottenere un profitto per la fattoria. “Non possiamo tenere quelli che raccolgono 7 o 9 sterline all’ora”, ha detto.

A est di Parigi, Annie Guichon diffidava di assumere francesi nella fattoria di asparagi della sua famiglia. “I francesi non sono molto bravi a raccogliere gli asparagi”, ha detto, aggiungendo che non hanno la resistenza per lavorare piegati nei campi.

Gli asparagi sono una delle prime colture che si raccolgono in Europa, e sono apprezzati dai tedeschi e da altri nordeuropei che amano mangiarli quando i loro germogli sono bianchi.

L’asparago è anche una coltura sensibile. I contadini in Francia li piantano e li coprono con fogli neri per bloccare la luce del sole ed evitare che diventino verdi. I braccianti ritirano i fogli per raccogliere gli asparagi, e se vengono lasciati nel terreno ed esposti troppo a lungo perdono valore.

“E’ complicato. Devi sapere cosa stai facendo, cosa cercare”, dice Guichon.

La signora Guichon e la sua famiglia, con l’aiuto di un ex apprendista, sta raccogliendo un quarto del raccolto. Quest’anno ha intenzione di lasciare semplicemente il resto non raccolto, perché dubita che i polacchi che hanno lavorato nella sua fattoria per decenni faranno il viaggio nella zona di Parigi, l’epicentro dell’epidemia francese.

Un funzionario francese ha detto che ai lavoratori agricoli stranieri è vietato l’ingresso nel paese mentre è in vigore l’isolamento.

In un’altra fattoria di asparagi, la signora Goursat, l’aspirante assistente di volo, si stava abituando a portare un cesto che pesa circa 20 libbre una volta riempito con la verdura. Una delle sue colleghe si era recentemente licenziata, ma Charles Albrand, il suo fidanzato, le stava accanto.

Uno studente di geografia di Tolosa, il signor Albrand ha detto che la curva d’apprendimento era ripida nei campi, aggiungendo che era importante darsi un po’ di ritmo. La coppia stava pensando di tornare per i futuri raccolti.

“E’ abbastanza difficile”, ha detto Albrand. “Ma noi lavoriamo solo la mattina e nel pomeriggio ci riposiamo”.

Al loro datore di lavoro, Sylvie Rauffet, mancavano operai esperti come Manuel e Julia Fernandez, una coppia spagnola che fino ad ora andavano nella sua fattoria da Granada per 15 anni. Spesso portavano con sé la figlia, permettendo alla famiglia di raccogliere circa 1.300 libbre di asparagi al giorno.

“Forse avrebbero potuto farcela, ma non ho insistito troppo”, ha detto la signora Rauffet. “Avrebbero dovuto attraversare tutta la Spagna e parte della Francia per farsi dire di tornare indietro”.




MANODOPERA AGRICOLA, IN GRAN BRETAGNA SOLO IL 10% DI QUANTO SERVE. I NUOVI DISOCCUPATI DISERTANO I CAMPI E GOVERNO LANCIA CAMPAGNA RECLUTAMENTO

Anche in Gran Bretagna – riporta The Guardian – la mancanza di manodopera agricola è un problema. Nonostante i voli charter organizzati per portare lavoratori dall’Est Europa, nei campi ci sono circa 7000 lavoratori contro i 70000 dello stesso periodo dello scorso anno. Molte le richieste – anche via Twitter – tra i nuovi disoccupati a causa del Lockdown Covid – ma la maggior parte rinuncia: il lavoro è duro e occorre stare al passo con le esigenze poco flessibili dei raccolti. E il governo britannico lancia PickforBritain.org – una campagna online che mira a reclutare più lavoratori agricoli in Gran Bretagna.

“In questo momento, – scrive il quotidiano inglese – Bruce Kerr si preoccupa di numeri, ma non di quelli relativi alla diffusione di Covid-19.

Kerr è un coltivatore di asparagi nel Suffolk orientale. In una buona annata raccoglie fino a 500 tonnellate di questo pregiatissimo ortaggio, che richiede un’attenzione urgente quando la temperatura sale.

“Se le temperature sono elevate, dobbiamo raccogliere tutto in una volta”, ha spiegato Kerr. “Dobbiamo davvero accelerare i tempi”.

Normalmente non sarebbe un problema. La forza lavoro di Kerr, composta da più di 100 persone dell’Europa dell’Est, sarebbe sufficiente a coprire il lavoro.

Ma, come la maggior parte degli agricoltori, Kerr è in gran parte privo di rumeni e bulgari per raccogliere il suo raccolto, che tradizionalmente inizia il giorno di San Giorgio e termina il 21 giugno in piena estate.

La buona notizia, però, è che non è privo di lavoratori. “Sono andato su Twitter qualche settimana fa e si sono aperte le porte”, spiega.

Alla sua offerta di lavoro hanno risposto cuochi in licenza, personale alberghiero, studenti, paesaggisti e musicisti. Sono venuti da Manchester, Newcastle e Leeds, ma Kerr è desideroso di reclutare la maggior parte della sua nuova forza lavoro nella comunità locale.

“È un lavoro difficile, alcuni non lo tollereranno”, ha riconosciuto Kerr. “Non è come nel Kent durante la guerra, con la gente che raccoglieva mele e ballava. Ma ora ci sono gli inglesi che raccolgono gli asparagi britannici”. A partire da questo fine settimana, abbiamo 50 persone che raccolgono asparagi che non li hanno mai raccolti prima”.

Kerr può considerarsi uno dei più fortunati.

Altri contadini hanno ancora una montagna da scalare quando si tratta di reclutare lavoratori. Certo, c’è ancora tempo. La principale stagione di raccolta di frutta e verdura non inizia fino a fine maggio, ma il tempo stringe.

Un portavoce di Angus Growers, produttore di frutti di bosco sulla costa orientale della Scozia, il cuore dell’industria delle bacche del paese, ha dichiarato che la sua campagna di reclutamento ha ricevuto più di 4.700 domande da 2.714 candidati individuali. Ma, ad oggi, solo 141 hanno accettato un posto di lavoro e sono state inviate per posta, circa il 5%.

“Siamo consapevoli che la raccolta delle bacche è un lavoro molto duro”, ha detto il portavoce. “È un lavoro molto fisico e, data la natura del settore, sono necessarie abilità e velocità per raccogliere le bacche in modo rapido ed efficiente una volta che la frutta è matura. Le ragioni addotte per il declino delle proposte di lavoro sono varie, ma includono le lunghe ore di lavoro, le partenze anticipate e il fatto che si tratta di contratti per un periodo specifico di settimane che non sono flessibili”.

Feed the Nation, un’iniziativa per il reclutamento di lavoratori con sede nel Regno Unito lanciata dall’Alliance of Ethical Labour Providers, ha ricevuto quasi 50.000 domande di interesse. Di queste, poco più di 6.000 hanno scelto di completare un colloquio di lavoro. Ad oggi, 900 hanno rifiutato il lavoro offerto mentre 112 ne hanno accettato uno.

“Si può vedere che trasformare l’interesse in candidati effettivi è piuttosto impegnativo, ecco perché avremo bisogno di ottenere decine di migliaia di persone interessate al lavoro”, ha detto il vicepresidente della NFU Tom Bradshaw.

“Non ci siamo mai trovati in questa situazione. Potrebbero esserci due milioni di disoccupati ora e abbiamo anche tutti gli studenti universitari che forse viaggerebbero per tutta l’estate e ora non lo faranno. Quindi c’è una grande quantità di persone disponibili che non lo sono mai state prima. I posti vacanti per il mese di aprile sono stati tutti occupati e questo ci dà un po’ di fiducia di poter essere in grado di coprire i ruoli”.

Nel tentativo di suscitare interesse, il governo inizierà presto a promuovere PickforBritain.org – una campagna online lanciata in modo morbido all’inizio di questo mese che mira a reclutare più lavoratori agricoli in Gran Bretagna.

“C’è stato un enorme interesse, ma i posti di lavoro non sono realmente disponibili fino alla fine di maggio, inizio giugno”, ha detto Bradshaw.

“Siamo stati piacevolmente sorpresi da quante persone sono interessate a farlo, ma dobbiamo mantenere questo slancio mentre ci dirigiamo verso il picco di reclutamento”.

Nick Marston, presidente della British Summer Fruits, l’ente del settore, ha dichiarato che anche la sua campagna ha suscitato grande interesse.

“Più di un terzo delle aziende agricole ha ora abbastanza candidati per i ruoli che ha a disposizione”, ha detto Marston.

Ma questo lascia ancora grandi lacune, nonostante l’uso di voli charter per portare lavoratori dell’Europa dell’Est.

Alla fine di marzo, secondo Bradshaw, nei campi della Gran Bretagna c’erano solo circa 7.000 lavoratori dell’Europa orientale, meno del 10% della forza lavoro totale che sarà richiesta nel corso dell’anno.

“C’è ancora molta strada da fare”, ha detto Bradshaw. “Potrebbe benissimo essere che abbiamo bisogno di 50.000 o 60.000 persone”.

Alastair Brooks, che coltiva fragole nel Kent, si è assicurato i 170 dipendenti di cui ha bisogno per raccogliere la frutta. Molti dei suoi lavoratori dell’Europa orientale sono arrivati durante l’inverno ed hanno evitato l’isolamento.

Altri agricoltori si trovano ad affrontare un problema diverso: i loro mercati sono scomparsi.

“Normalmente raccogliamo tra le 10 e le 12 tonnellate all’anno”, ha detto Richard Morritt, che coltiva asparagi a Sand Hutton nello Yorkshire da 21 anni.

“La maggior parte di quel raccolto va nel settore della ristorazione e dell’ospitalità. Con un potenziale calo delle vendite, potrei dover pensare al raccolto in base alla domanda dei miei clienti”. Alcuni campi potrebbero non essere raccolti quest’anno”.




MANODOPERA AGRICOLA, FRANCIA. GUILLAUME: IN 300.000 PRONTI PER LAVORARE NEI CAMPI, 15.000 DISOCCUPATI GIÀ ASSUNTI

I ranghi dell ‘”esercito ombra” dell’agricoltura sono in costante crescita. Il Ministro dell’Agricoltura ha accolto con favore l’impegno di questi francesi che, senza attività o parzialmente disoccupati, si sono offerti volontari per dare una mano agli agricoltori. “300.000 volontari si sono registrati” sulla piattaforma online dedicata, ha dichiarato Didier Guillaume. Tra questi, “15,000 sono già andati al lavoro, per 5000 aziende” scrive sulle sue pagine il quotidiano Le Figaro.

La stagione del raccolto è ancora agli inizi e la manodopera dovrebbe essere carente nei prossimi mesi, poiché a causa del lockdown e con i viaggi impediti sarà impossibile per i lavoratori stranieri unirsi alle attività di raccolta francesi. Pertanto, la piattaforma online non scomparirà alla fine del lockdown, l’11 maggio; ma continuerà a essere reso disponibile agli agricoltori e ai non lavoratori, se necessario. I salari percepiti nel contesto di questa attività “possono essere combinati con una disoccupazione parziale”, ha affermato il Ministro del Lavoro.

Per gli agricoltori, la mancanza di manodopera non è l’unico aspetto negativo, dal momento che affrontano una riduzione del numero di sbocchi per la loro produzione -scrive ancora Le Figaro. “Dico ai sindaci di aprire tutti quei mercati  dove si possono prendere le distanze necessarie per assicurare la sicurezza. Per gli anziani, i mercati sono importanti. Vengono qui per comprare verdure e questo fa parte della loro dieta equilibrata” dichiara il ministro Guillaume.

Per diversi settori in grande difficoltà, non sarà sufficiente riaprire i mercati e si dovranno trovare altre soluzioni. Il settore lattiero-caseario è il più colpito dalla crisi sanitaria, secondo il ministro; i prossimi sono la viticoltura e l’orticoltura. “L’ammasso privato è stato autorizzato da Bruxelles”, nei casi in cui può essere utilizzato, ha dichiarato Didier Guillaume, al fine di limitare la distruzione della produzione. “L’Unione europea ha fatto un passo avanti”.